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Seguito della discussione della proposta di legge Realacci: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse (Approvata dalla Camera, modificata dal Senato, nuovamente modificata dalla Camera e nuovamente modificata dalla XIII Commissione permanente del Senato) (A.C. 17-D) (ore 13).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, approvata dalla Camera, modificata dal Senato, nuovamente modificata dalla Camera e nuovamente modificata dalla XIII Commissione permanente del Senato, d'iniziativa del deputato Realacci: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali.
(Esame degli articoli - A.C. 17-D)
PRESIDENTE. Avverto che non saranno posti in votazione gli articoli 2, 3, 4, 5, 6 della proposta di legge, in quanto non modificati dal Senato.
Si procederà, pertanto, all'esame dell'unico articolo modificato dal Senato.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 17-D)
PRESIDENTE. Passiamo dunque all'esame dell'articolo 1 della proposta di legge (Vedi l'allegato A - A.C. 17-D sezione 1), al quale non sono stati presentati emendamenti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato sì 486).
Prendo atto che i deputati Adolfo, Berruti e Bianco non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 17-D)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Francescato. Ne ha facoltà.
GRAZIA FRANCESCATO. Signor Presidente e colleghi, nell'annunciare il voto favorevole dei Verdi, vorrei esprimere anche la nostra grande soddisfazione perché siamo al punto finale dell'istituzione di questa Commissione parlamentare di straordinaria importanza, che darà continuità al prezioso ed intenso lavoro già svolto nella XIII e XIV legislatura.
Sapete bene, colleghi, che il problema dei rifiuti è sicuramente in testa alla hit parade delle questioni chiave per garantire la tutela ambientale e la sostenibilità dello sviluppo, a livello non solo nazionale ma planetario. Ricordo soltanto il trentesimo anniversario, scaduto proprio quest'anno, della prima Conferenza Habitat sugli insediamenti umani, svoltasi a Vancouver nel 1976; l'appuntamento, quest'anno, era dedicato alla sfida di rendere sostenibile le nostre città. Una sfida epocale, perché ormai - voi lo sapete - è stato attuato il sorpasso: la popolazione urbana del pianeta è di gran lunga superiore a quella rurale.
Ebbene, è stata quindi data specifica attenzione nell'ambito di questo forum alla corretta impostazione del ciclo dei rifiuti. Si è più volte ribadito nei documenti finali il concetto che occorre rilanciare e dare piena attuazione alla ormai famosa strategia o regola delle «tre R», tra le quali ridurre i rifiuti all'origine e praticare la raccolta differenziata. A quest'ultimo proposito vorrei fare un inciso: il rilancio della raccolta differenziata è ora possibile, ovunque e in tempi brevi e anche nelle condizioni più disastrate. Un solo esempio: anche in Campania che - lo sapete - vive nell'emergenza perenne dal punto di vista dei rifiuti, ci sono comuni virtuosi. Infatti, sono ben otto i comuni del salernitano - tra cui Mercato San Severino - che, nel giro di pochi anni, sono riusciti a raggiungere l'obiettivo del riciclo. Dunque, se si vuole, si può, e dobbiamo farlo. Infine, la terza «R» è riciclare, vale a dire ridurre all'origine la raccolta differenziata.
Vorrei dire appena poche parole sul riciclaggio, perché si parla sempre di elementi soltanto negativi per ciò che riguarda il ciclo dei rifiuti, mentre sarebbe ora di dare attenzione anche agli elementi positivi. Vorrei ricordare - e lo evinco dal rapporto «Riciclo equo ed efficiente, potenzialità ambientali, economiche ed energetiche», curato dall'istituto di ricerca Ambiente Italia - che l'industria del riciclo ha assunto in Italia ed in Europa un'importanza rilevante, anche dal punto di vista economico. Pensate che il settore è cresciuto a ritmi superiori rispetto a quelle dell'industria nel suo complesso, come dimostrano i tassi di crescita che, tra il 2000 e il 2004, hanno raggiunto il 5 per cento, in un contesto in cui l'indice della produzione industriale ha subito una contrazione del 3,8 per cento. Dunque, il nostro paese può vantarsi di aver raggiunto gli obiettivi di riciclo fissati dalla direttiva comunitaria n. 2004/12/CEE e dal decreto legislativo n. 152 del 1999.
Ma ciò non basta. A questo considerevole ruolo economico dobbiamo aggiungere le condizioni ambientali del sistema di recupero e riciclo. Ricordo che le operazioni di riciclo comportano tra l'altro il minore prelievo delle risorse, la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni dei gas a effetto serra. Si comprende, quindi, quanto sia importante rafforzare il settore del riciclo e valorizzare il riciclaggio anche per contribuire al rispetto degli obblighi derivanti dal Protocollo di Kyoto;Pag. 30obblighi che nella precedente legislatura abbiamo disatteso, incrementando addirittura le emissioni di gas serra. Quindi, plaudiamo al taglio del 10 per cento realizzato nei giorni scorsi.
A tale riguardo dobbiamo anche valutare se un importante investimento in questa direzione possa essere adeguatamente garantito dalle autonomie territoriali. Bisogna considerare a questo proposito che la Commissione europea ha recentemente proposto tale strategia a livello comunitario per la prevenzione e il riciclo dei rifiuti. Una strategia a lungo termine che mira a fare dell'Europa una società che ricicla e i cui i rifiuti non evitabili vengono trasformati in risorse.
Questo per dire che il settore del riciclaggio costituisce per noi una scommessa cruciale e, certamente, una grande opportunità per il sistema Italia. Ricordo, tra l'altro, che proprio per favorire questo cambiamento di rotta, è stata recentemente istituita dal ministro dell'ambiente una struttura di coordinamento e di supporto delle attività svolte dai commissari delegati delle regioni nelle quali è stato dichiarato lo stato di emergenza nel settore dei rifiuti, sempre al fine di promuovere le famose «tre R». Naturalmente, la Commissione ambiente ha in programma una indagine conoscitiva proprio su questo elemento.
Si tratta di trasformare il problema dei rifiuti in un'opportunità, recuperando anche l'impostazione originaria del decreto Ronchi, che persegue gli obiettivi della riduzione, della selezione, della raccolta differenziata, del recupero delle materie prime, attraverso un monitoraggio corretto dei rifiuti «dalla culla alla tomba».
A tale proposito ricordo che occorre «cancellare» una serie di norme specifiche approvate nella passata legislatura che di fatto hanno demolito l'impostazione originaria del decreto. Tra l'altro, tali norme sono state oggetto di procedure di infrazione aperte dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia per violazione delle norme comunitarie in materia di rifiuti. In particolare, quelle riguardanti la definizione «rifiuto», i materiali ferrosi, i rifiuti da scavo e altri argomenti che si stanno comunque affrontando in sede di revisione del codice ambientale.
Questa complessa situazione costituisce di fatto un terreno favorevole allo sviluppo di attività illecite in questo settore, rendendo più difficile spezzare il legame perverso tra gestione del ciclo dei rifiuti ed organizzazioni criminali. Non è un caso che tale legame si sia rafforzato negli ultimi tempi, come accertato dal recente rapporto di Legambiente nonché da una serie di dossier presentati dalle associazioni ambientaliste. Il business dei rifiuti è cresciuto del 17 per cento; in pratica vengono commessi tre reati ambientali all'ora. I clan coinvolti sono 202, per un volume di affari vertiginoso: 22 miliardi e mezzo di euro l'anno. Particolarmente preso di mira, oltre alle regioni meridionali tradizionalmente afflitte da questo fenomeno, è anche il nord Italia.
Noi Verdi siamo convinti che per affrontare questa sfida sia imprescindibile la costituzione di questa Commissione, in grado di monitorare in maniera puntuale e permanente l'intero ciclo dei rifiuti, di fare luce sui rapporti con la criminalità organizzata, di accertare la legittimità e la congruità dei comportamenti della pubblica amministrazione e di proporre soluzioni per arginare un fenomeno che costituisce un grave attentato all'integrità non solo dell'ambiente, ma anche del nostro paese. Per tali motivi dichiariamo il nostro voto favorevole sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, innanzitutto intendo annunciare il voto favorevole del gruppo di Alleanza Nazionale su questo importante provvedimento, soprattutto in considerazione di quanto sta accadendo nell'Italia meridionale e, in particolare, in Campania. Chiaramente, il nostro voto favorevole è politicamente condizionatoPag. 31all'effettivo funzionamento dell'istituenda Commissione rispetto agli importanti obiettivi indicati nell'articolo 1.
A tale proposito, siamo rimasti un po' sorpresi dal fatto che la Commissione territorio, ambiente, beni ambientali del Senato abbia ristretto ulteriormente il campo dei provvedimenti che la Commissione di inchiesta può adottare, non prevedendo la possibilità di adottare quelli attinenti alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione. Non comprendiamo la natura di questa limitazione, ma, ovviamente, non per questo faremo venire meno il nostro appoggio all'istituzione della Commissione.
È chiaro che ci aspettiamo che non si verifichi quanto purtroppo è accaduto nella scorsa legislatura; mi riferisco alle relazioni approvate all'unanimità di forte censura e di richiesta di intervento su alcune regioni, come la Campania, dove la gestione commissariale del presidente della regione, l'onorevole Antonio Bassolino, era stata giudicata fallimentare e assai negativa per l'impatto sulla spesa pubblica: sono stati di fatto sperperati migliaia di miliardi senza costruire nemmeno un termovalorizzatore!
In questi quattro mesi di Governo Prodi - mi corre l'obbligo di denunciarlo - non si è saputo fronteggiare l'emergenza scoppiata in estate in questa regione! Vorrei dire ai miei colleghi che non provengono dalla Campania che anche se in questa regione si pagano le tasse più alte d'Italia per lo smaltimento dei rifiuti, le città sono invase dagli stessi! È un'altra forma di sfruttamento dell'Italia meridionale, perché, sapientemente, la regione Campania ha avviato in molte regioni del nord, tra cui l'Emilia-Romagna, rossa in testa, lo smaltimento dei rifiuti che, viceversa, in attuazione del piano regionale previsto dieci anni fa dall'allora presidente Rastrelli, si potevano smaltire nei termovalorizzatori che, invece, non sono stati costruiti.
Altre regioni, come la Lombardia, con gli stessi soldi hanno costruito nove termovalorizzatori e oggi hanno potuto abbattere anche le spese per l'energia elettrica in quella regione. In tale contesto, vorrei richiamare gli altri gruppi alla serietà, a prescindere dall'appartenenza politica, perché ciò che accade in Campania è veramente vergognoso! Vi è il rischio di epidemie, perché quattro mesi fa il Governo nazionale non ha voluto fare quello che era logico fare, vale a dire trasferire i rifiuti al di fuori della regione. Oggi, dopo quattro mesi di emergenza, in cui le condizioni ambientali sono rapidamente deteriorate e la gente ha perso la fiducia anche rispetto all'importante opera di sensibilizzazione per la raccolta differenziata (vedere le città invase da rifiuti non aiuta a fare la raccolta differenziata!), dopo quattro mesi di assoluta inattività, finalmente il Governo nazionale ha deciso di smaltire e di trasferire i rifiuti fuori dalla regione.
Si tratta di una misura che doveva essere adottata immediatamente e non in piena stagione turistica, poiché la Campania vive essenzialmente di turismo. Si è provocato un autentico disastro ed anche una perdita di credibilità di fronte ai turisti stranieri e italiani che, magari, possono aver giudicato negativamente i cittadini campani che, invece, pagano le tasse più alte d'Italia.
Chiediamo, quindi, al Governo un intervento serio in Campania ed ai colleghi dei gruppi un atteggiamento serio e l'impegno a fare in modo che le relazioni approvate dalla Commissione, i provvedimenti suggeriti dalla stessa al Governo e agli enti locali siano poi rispettati e non diventino lettera morta. Diversamente, i soldi che saranno spesi, le sedute e le varie attività che svolgerà questa Commissione saranno soltanto l'ennesima presa in giro nei confronti dei cittadini d'Italia e soprattutto di coloro che versano in situazioni emergenziali e drammatiche, come gli abitanti della regione Campania.
Concludo il mio intervento ringraziando tutti per l'impegno, con la certezza che il problema dei rifiuti non deve essere affrontato con superficialità. Dall'attuale maggioranza ci aspettiamo energia e determinazione per punire gli abusi e per perseguire quanti, su questo annoso problema,Pag. 32si arricchiscono alle spalle dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, il Movimento per l'Autonomia esprimerà un voto favorevole sull'istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta. Tuttavia, non possiamo fare a meno di osservare che, a volte, provvedimenti di questa importanza, che istituiscono Commissioni di inchiesta su materie delicatissime, possono sembrare l'esercizio di una grande ipocrisia da parte del Parlamento e del Governo nei confronti di quelle terre che, più di altre, sono martoriate dal fenomeno delle infiltrazioni mafiose e della delinquenza organizzata.
Non v'è dubbio che nel settore dello smaltimento dei rifiuti alberghi uno dei grandi affari gestiti dalla criminalità organizzata e che nel Mezzogiorno d'Italia il circuito dello smaltimento dei rifiuti sia sostanzialmente una delle attività maggiormente oggetto di infiltrazione, se non monopolio esclusivo, delle associazioni criminali.
Stupisce dunque che, parallelamente alla conclusione dell'iter legislativo per l'istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, si debba assistere all'ennesima, ulteriore mortificazione degli interessi del popolo siciliano rispetto alle scelte compiute in sede governativa: è dell'altro ieri il tentativo di approdo nel porto di Catania di una nave piena dei rifiuti provenienti dalla Campania ed è di questi giorni - ancora oggi il presidente della provincia di Catania terrà degli incontri, in sede governativa, per affrontare il problema - l'ipotesi di invio di altre navi colme di rifiuti che dovrebbero andare ad arricchire le già esasperate discariche della Sicilia!
Allora, vogliamo sapere se vi sia consapevolezza del fatto che la gestione delle discariche siciliane non è certamente estranea alla gestione dell'affaire rifiuti da parte della mafia in Sicilia! Vogliamo sapere se vi sia consapevolezza del fatto che, con le scelte del Governo di alimentare determinate discariche, si finisce con l'incentivare la realizzazione degli affari di quella criminalità organizzata che, a parole, si intende combattere!
In ogni caso, poiché oggi non esiste la possibilità di smaltire i rifiuti in modo diverso dall'utilizzo delle discariche d'ammasso, ci si chiede se il Governo sia consapevole del fatto che si produce in Sicilia un ulteriore degrado ambientale dal quale i siciliani non possono, in nome dell'ennesima emergenza, difendersi!
Presidente, onorevoli colleghi, è necessario chiarirsi in via definitiva. Non saremo noi a votare contro l'istituzione di una Commissione d'inchiesta che, nel momento in cui nasce, deve tener presente anche questa circostanziata denuncia. Infatti, il degrado ambientale in Sicilia è stato sempre imposto dalle raffinerie, con l'impossibilità di far sviluppare concretamente l'industria del turismo per il degrado territoriale che ci è stato regalato nel corso dei decenni (e che ancora oggi ci viene imposto), con la scelta scellerata di risolvere l'emergenza rifiuti in Campania creando l'emergenza rifiuti in Sicilia, in una condizione nella quale - lo ripeto perché deve essere sottolineato negli atti di questa Camera - la gestione del circuito di smaltimento dei rifiuti è una delle situazioni maggiormente inquinate dalle infiltrazioni mafiose!
Sotto questo profilo, i deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia hanno il dovere di denunciare e protestare con decisione, preannunziando che, se la situazione non verrà chiarita, ne trarranno le dovute conseguenze e assumeranno altre iniziative.
Voteremo dunque a favore del provvedimento che istituisce la Commissione, ma esprimiamo lo sdegno per l'atteggiamento di disinteresse e mortificazione che il Governo, ancora una volta, impone al popolo siciliano (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
PRESIDENTE. La Presidenza autorizza, sulla base dei criteri costantemente seguiti, la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della dichiarazione di voto del deputato Giuditta, che ne ha fatto richiesta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente e signori colleghi, nella discussione sulle linee generali di ieri abbiamo già formulato il giudizio positivo sull'istituzione della Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse. Siamo convinti che spesso sono le stesse emergenze di alcune regioni, riferite allo smaltimento dei rifiuti, a favorire l'infiltrazione di fenomeni illeciti. Siamo anche dell'opinione che le regioni bene amministrate non hanno bisogno di commissari per l'emergenza rifiuti e sanno organizzare lo smaltimento con l'ausilio dei comuni e degli enti locali in generale.
La cultura dei cittadini, però, è la base per smaltire correttamente i rifiuti che produciamo. Quindi, il nostro giudizio non può che essere negativo in merito a quei Governi ed a quelle classi dirigenti regionali e locali che non si dimostrano capaci di risolvere la questione del corretto smaltimento dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti pericolosi.
Ci auguriamo che il Parlamento ed il Governo (e l'istituzione della Commissione bicamerale ne è un esempio) decidano di collaborare con le regioni, al fine di chiudere subito con le emergenze ed i commissariamenti. I rifiuti, infatti, vanno smaltiti in modo integrato, secondo quanto prevedono le norme europee, nazionali e regionali.
Certamente il ciclo inizia con la raccolta differenziata, che però non va vista come la panacea di tutti i mali. Essa va incrementata compatibilmente con l'adeguamento graduale delle tariffe e non deve rappresentare un ulteriore balzello per le popolazioni. La raccolta differenziata dipende molto dalla cultura, dalla scolarizzazione e da ciò che si insegna nelle scuole, a partire dalle elementari.
Spesso nelle leggi indichiamo obiettivi che non sono raggiungibili. La questione in esame richiede molto tempo per l'acculturamento generalizzato, soprattutto dei giovani. Il riciclaggio dei materiali è da incrementare il più possibile, anche in questo caso all'interno di una visione di sviluppo del mercato delle cosiddette materie seconde. Il recupero dei materiali di pregio (ed anche di energia come il biogas e - perché no - l'energia elettrica prodotta dalla termovalorizzazione) va sviluppato, tenendo conto che è necessario fare qualche sacrificio. Ciò significa che le amministrazioni non possono pensare di risolvere il problema dei rifiuti che producono, trasferendo in altre zone, in altre regioni e comuni, il prodotto della loro attività giornaliera.
Gli esempi migliori vanno quindi seguiti e le regioni che ancora non hanno raggiunto quegli standard si debbono porre tali obiettivi; il Parlamento, assieme ai consigli comunali, provinciali e regionali, dovrà sostenere uno sforzo volto al miglioramento del livello di vita e di civiltà. Inoltre, il raggiungimento dell'obiettivo al quale mi riferisco può consentire il conseguimento di migliori risultati nel turismo, in quanto i visitatori del nostro bel paese saranno incentivati solo da città pulite e da ambienti salubri, con assenza di aria poco sana e di inquinamenti selvaggi. L'oggetto del provvedimento al nostro esame va considerato non solo dal punto di vista igienico-sanitario e di civiltà, ma anche da quello economico, obiettivo principale dell'attività che caratterizza enti ed istituzioni.
Signor Presidente, l'Italia dei Valori voterà a favore dell'istituzione della Commissione bicamerale, anche se riteniamo che in questa legislatura ci si dovrà occupare per l'ultima volta della delinquenza nell'ambito del ciclo integrato dei rifiuti. Le regioni non dovranno più occuparsi di fatti illeciti, ma solo di migliorare la qualità della vita delle popolazioni che vi risiedono.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cacciari. Ne ha facoltà.
PAOLO CACCIARI. Signor Presidente, colleghi, sono già intervenuto su questa proposta di legge nel mese di luglio, periodo in cui si è svolto un approfondito dibattito sia in Commissione sia in aula. Ruberò quindi solamente pochi minuti per dire che il perfezionamento caratterizzante il provvedimento al nostro esame - grazie alla navetta tra Camera e Senato - mi pare utile, giusto e prezioso, anche perché permette di omologare le norme istitutive delle varie Commissioni d'inchiesta del nostro Parlamento.
Dobbiamo ora recuperare i mesi spesi in questa operazione di perfezionamento sapendo che vi sono grandi aspettative da parte di molte realtà del paese; si confida molto sul lavoro che questa Commissione si accinge a svolgere.
Molte popolazioni del nostro paese sono doppiamente sofferenti, soffocate dai rifiuti - qualche collega ha ricordato le drammatiche situazioni che caratterizzano alcune zone del Mezzogiorno d'Italia -, dalle mafie, dalle ecomafie e dagli approfittatori di ogni genere che si annidano lungo tutto il ciclo relativo allo smaltimento dei rifiuti.
Permettetemi di ricordare che, nell'ambito della nostra Commissione, dovremmo svolgere un compito più ampio. Per esempio, dovremmo farci carico di quei paesi e di quelle popolazioni che vedono smaltire i loro rifiuti anche all'estero. Siamo esportatori di rifiuti tossici e pericolosi, come ci rammenta la vicenda di quella nave battente bandiera panamense, composta da un equipaggio russo e al servizio di compagnie olandesi. Questa nave scaricò in Costa d'Avorio i rifiuti tossici raccolti in vari paesi d'Europa; ciò provocò la morte di una decina di persone e l'intossicazione di migliaia di soggetti.
Dobbiamo quindi compiere un lavoro veramente a largo raggio, consci dell'esigenza di porre attenzione non solo alle ecomafie, le quali - com'è stato ricordato - si occupano di discariche, dello smaltimento abusivo dei rifiuti e via dicendo, ma anche alle cosiddette tecno-lobby. Spero che la Commissione si interroghi sul ruolo di tali lobby che presentano tecnologie miracolistiche di smaltimento dei rifiuti e che, attraverso il fuoco, avrebbero il compito di operare una grande palingenesi, eliminando dalla faccia della terra le scorie indesiderate.
Molto spesso queste tecnologie nascondono anch'esse profitti non dichiarati, corruzione e costi spesso addirittura maggiori - anche se mascherati - di quelli che, invece, una saggia politica di riciclaggio e recupero attraverso la raccolta differenziata dei rifiuti potrebbe comportare.
La Commissione che stiamo per istituire ha anche il compito di proporre soluzioni legislative al Parlamento - credo che ce ne sia davvero bisogno - posto che queste ecomafie, il business illecito dei rifiuti, la criminalità organizzata che si nasconde dietro la filiera dei rifiuti, evidentemente esistono anche in quanto possono approfittare di normative dalle maglie larghe attraverso cui è facile penetrare ed aggirare la legislazione italiana per fini e profitti illeciti.
Siamo ad una scadenza importante (l'attuazione, con modifiche, del cosiddetto testo unico ambientale, il decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006) e, quindi, abbiamo anche l'urgenza di proporre al Parlamento le modifiche alla legislazione in essere. Con l'augurio di buon lavoro alla istituenda Commissione, il gruppo di Rifondazione Comunista annuncia il voto favorevole al provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tucci. Ne ha facoltà.
MICHELE TUCCI. Discutere sulla istituzione di una Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, che proseguirebbe - come è ovvio - i lavori parlamentari delle scorse legislature, potrebbe sollevare dei dubbi sulla effettiva utilità di questo organismo. Tuttavia, come è già stato autorevolmente ricordato, la Commissione di cui si chiede l'istituzione nelle due passatePag. 35legislature ha prodotto sicuramente un lavoro buono, oserei dire anche proficuo.
Ricordo infatti circa 31 missioni conoscitive che, insieme a centinaia di sedute, hanno consentito al Parlamento non soltanto di ascoltare sull'argomento migliaia di persone ma anche di produrre nuovi documenti poi inviati ai Presidenti delle Camere. Forse, ciò che è mancato ad oggi è stata esattamente la finalizzazione di questo lavoro, nel senso che il Parlamento è stato chiamato a discutere sull'istituzione delle Commissioni ma non a decidere sul lavoro da queste svolto.
Si tratta di un problema molto importante, che non si riferisce soltanto all'aspetto conoscitivo delle indagini svolte dalle Commissioni, le quali hanno potuto e potrebbero ancora dare un notevole contributo qualora il grande lavoro svolto al loro interno potesse tradursi in iniziative legislative di modifica di una normativa che, spesso, è inadeguata per combattere i fenomeni di cui stiamo discutendo. Pertanto, ritengo che ogni angolo del paese sia stato osservato e studiato.
La Commissione parlamentare è servita a fare emergere pratiche usuali e diffuse di occultamento, trasferimento e smaltimento illecito che, oltre a distruggere ecosistemi naturali, ha messo e sta mettendo a rischio intere comunità e popolazioni. Le notizie di questi giorni dovrebbero far riflettere sulle conseguenze o sui provvedimenti consequenziali che il Parlamento dovrebbe assumere in ordine al lavoro svolto dalla Commissione. In particolare, la relazione di sintesi finale ha centrato la sua attenzione sui temi della nozione giuridica di rifiuto, sul rapporto con la normativa europea, sul tema dei rifiuti speciali, delle bonifiche, sulla vicenda della Somalia e sul fenomeno delle navi a perdere, sugli affondamenti programmati e realizzati di navi cariche di rifiuti tossici. Un buon lavoro, dunque, che è necessario mantenere attivo come sistema di osservazione sulle innumerevoli filiere, in cui le materie prime si trasformano, si utilizzano, degradano e sono infine confinate e restituite all'ambiente, e che occorre proseguire perché rappresenta un segnale di attenzione da parte del Parlamento nei confronti del fenomeno delle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, che, purtroppo, continua a manifestarsi fragorosamente.
Auspico, pertanto, che la prossima Commissione riesca ad adottare una linea di marcia meglio indirizzata a fornire al Parlamento, alle regioni, alle province e agli operatori pubblici tutti soluzioni organiche ed efficaci, utili, insomma, a stringere le maglie del sistema e ad interdire sul nascere ogni attività criminale sui rifiuti, che rappresenta un delitto all'ambiente e soprattutto alla salute.
La mole di lavoro prodotta in questi anni ci ha portato ad alcune conclusioni da tenere in stretta considerazione. L'attività di indagine deve sempre avere uno sbocco prospettico, altrimenti le Commissioni di inchiesta sono insignificanti e nulle. In questi anni, anche grazie al lavoro degli organi inquirenti, è emerso che tutte le regioni italiane sono toccate dalle lotte del traffico illecito dei rifiuti, sia urbani che speciali. Ritengo, dunque, non più rinviabile l'introduzione nel sistema penale italiano di norme giuridiche certe, che individuino la natura del delitto ambientale, che più efficacemente tutelino l'ambiente, che non lascino dubbi sulla loro interpretazione e che, soprattutto, non diano la possibilità a persone senza scrupoli di trovare i soliti cavilli giuridici per sfuggire alla legge. Credo, inoltre, sia altrettanto importante garantire l'obbligo di risarcimento dei danni ambientali provocati, così come quello di ripristino dello stato dei luoghi danneggiati.
In tal senso, l'istituzione, anche in questa legislatura, di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse e la stessa relazione annuale che la Commissione presenterà al Parlamento devono avere la forza e la capacità di stimolare un dibattito vero e costruttivo e, nel contempo, di individuare risposte legislative ed approvare norme conseguenti. In questa direzione, dichiaro il voto favorevole del gruppo dell'UDC [Applausi dei deputatiPag. 36del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Vorrei brevemente svolgere alcune considerazioni su questo provvedimento, conformandomi comunque alla dichiarazione di voto favorevole appena espressa dall'onorevole Tucci. Stiamo istituendo per la terza volta la Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, una Commissione che, come abbiamo sentito più volte ripetere in quest'aula, ha già lavorato per dieci anni e che, quindi, si appresta a proseguire il suo lavoro per altri cinque anni.
Se dovessi guardare a questa Commissione con l'occhio del cittadino campano - e tale sono -, mi chiederei: ma questo Parlamento ha davvero ancora necessità di fare inchieste per capire se il ciclo dei rifiuti funziona? Mi domanderei ancora: è stato dato seguito alla legge nazionale? Le amministrazioni locali e territoriali, a partire dalla regione, sono adempienti e hanno messo in atto tutti quegli strumenti che la normativa nazionale assegnava loro? Le attività connesse al ciclo dei rifiuti - che in Campania esiste, ma è un ciclo sui generis - sono legate ad attività illecite? Sono esse realmente appannaggio della malavita organizzata? Devo dire che risponderei immediatamente: no, non ne abbiamo bisogno, ma abbiamo bisogno di tutt'altro.
Voglio fare ricorso a quel tipico atteggiamento ottimistico e bonario del popolo al quale appartengo, quello della Campania, un ottimismo - sebbene un po' appannato perché vituperato dagli eventi - che ci aiuta sempre a sperare nel futuro. Confermo dunque il mio voto favorevole all'istituzione della Commissione, sperando che essa possa finalmente produrre dei risultati.
Cionondimeno, devo aggiungere che non accetto di vestire i panni del campano cui si attribuisce la filosofia del «tiriamo a campare»: lo rifiuto categoricamente! Desideriamo che si faccia qualcosa, che si cambino le cose in Campania.
In tale occasione devo necessariamente rivolgere prima di tutto un appello forte al Governo, perché ormai esso ha assunto la piena responsabilità della gestione del problema dei rifiuti in Campania. Lo ha fatto qualche anno fa - a mio avviso incomprensibilmente - il precedente Governo, liberando il presidente della regione Campania, Bassolino, dalle sue responsabilità e consentendogli oggi - è una notizia di questa mattina, che potete leggere sui giornali - di pontificare da anima pura nei confronti di coloro che non danno risposte a tale emergenza, e di innalzarsi addirittura a paladino dei problemi della Campania, stanziando come regione, in un programma incerto, non definito, non chiarito e molto oscuro, 30 milioni di euro per risolvere il problema, dopo che, per oltre dieci anni, vi ha speso circa 800 miliardi.
Vorrei capire dunque cosa abbia voluto fare il Governo precedente, liberandolo dalle sue responsabilità, e cosa faccia il Governo attuale, continuando a confermare il commissariamento della Campania in capo al personale della carriera prefettizia, continuando quindi a mantenere la responsabilità a livello centrale.
Dico solo che il neonominato commissario per l'emergenza rifiuti in Campania, il prefetto Bertolaso, dopo pochi giorni dall'assunzione del suo incarico ha giustamente dichiarato che il problema è la malavita. Non consentiamo attraverso la strumentalizzazione e la politicizzazione di questo dramma di consegnare l'intera regione alla malavita organizzata: questo è quanto ha dichiarato giustamente il prefetto Bertolaso.
Al Governo dico che ha una grande responsabilità: non può pensare di avere risolto il suo impegno nominando una Commissione e affidando ad essa un compito di inchiesta, né tantomeno può pensare di avere risolto i propri impegni e le proprie responsabilità nominando - come già ha fatto il ministro Pecoraro Scanio - l'ennesimo coordinamento di studio e consulenza.Pag. 37In Campania non abbiamo bisogno di consulenti ma di forze di intervento, perché abbiamo un nemico difficile da combattere!
Alla istituenda Commissione vorrei rivolgere un appello affinché consideri al primo punto del proprio impegno di lavoro la questione della Campania, che non è più un problema regionale, bensì nazionale, che riguarda tutto il paese, come ho sentito ribadire da alcuni colleghi del nord, dalla Lombardia al Veneto, i quali si sentono gravati, onerati e tartassati dal dramma da noi vissuto in Campania. Pensate quanto possano esserlo i cittadini della Campania! È un diritto al quale questo Governo deve dare risposta: noi come parlamentari siamo impegnati a collaborare [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Presidente, la Lega voterà a favore del provvedimento in esame, anche se oggi più che mai alcune riflessioni e considerazioni si impongono.
Stiamo per approvare per la terza volta l'istituzione di una Commissione d'inchiesta che ha un raggio d'azione molto giusto ed appropriato, come definito dall'articolo 1. Si chiede che il Parlamento, a fronte di una situazione come quella dello smaltimento dei rifiuti che non si risolve, soprattutto in alcune realtà, faccia luce in ordine alle infiltrazioni di criminalità organizzata, alla gestione di quel fenomeno, all'applicazione della legge e alla responsabilità politica di talune amministrazioni centrali e periferiche. Tutto questo va bene, siamo favorevoli, ma dobbiamo registrare che in tanti anni, purtroppo, non è cambiato nulla, perché in questi giorni la regione Campania sta invadendo con i rifiuti tutte le altre regioni. Da uomo della Padania devo dire che sta invadendo le regioni del nord secondo il copione di un film già visto.
Le cose non succedono a caso: in Campania c'è un governatore o presidente della regione, che, a vario titolo, da oltre dieci anni avrebbe dovuto occuparsi del problema rifiuti e invece non l'ha fatto. Non solo, ma oggi, come ha detto giustamente la collega Mazzoni, egli si fa paladino delle istanze e degli interessi della Campania stanziando in modo magnanime dei fondi o una parte di fondi per risolvere questo problema, dopo avere negli anni sprecato e sperperato migliaia di miliardi senza essere riuscito ad affrontare il problema.
Qui ci sono due aspetti. Il primo aspetto è collegato alla responsabilità e alla responsabilizzazione degli amministratori locali, e ci deve indurre a riflettere ulteriormente sul federalismo. Penso che con un federalismo vero quanto accaduto in Campania non si sarebbe potuto verificare, con un federalismo vero ciascuno si sarebbe assunto le proprie responsabilità; con un federalismo vero non si sarebbe potuto dire «tanto paga Pantalone», come sistematicamente è avvenuto; con un federalismo vero ci sarebbero state quanto meno delle chance in più di risolvere il problema, nell'interesse dei cittadini della Campania.
Il secondo aspetto è collegato al fatto che questa situazione non può più essere tollerata con riferimento anche alle altre regioni. Penso che le regioni del nord non debbano essere la «pattumiera» di chi non è in grado di gestire il problema dei rifiuti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia); siamo stufi di essere considerati la «pattumiera» e di vedere scaricato sul nord il barile delle incapacità e delle irresponsabilità altrui. Oltretutto, in base ad una modifica contenuta in un recente provvedimento legislativo sembra che oggi le regioni non possano neanche più avere voce in capitolo e siano costrette a prendersi tutta la «mondezza» del sud, dovendo necessariamente essere la «pattumiera» della Campania.
Non lo dico perché non vogliamo dare accesso ad istanze solidaristiche nei confronti di alcune regioni, ma semplicemente perché questa non è solidarietà. Non è solidarietà accogliere rifiuti quando ciPag. 38sono governatori che spendono e spandono nel fare missioni negli Stati Uniti, con tre sedi negli Stati Uniti che costano miliardi all'anno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia). Questa non è solidarietà, questo è concorrere ad uno sperpero! Noi non vogliamo assolutamente concorrere a questo sperpero; sentiamo la responsabilità di dover difendere gli interessi del nostro territorio, che non è la «pattumiera» di nessuno.
Se qualcuno non è in grado di gestire il problema dei rifiuti e non è in grado di operare scelte responsabili, si deve assumere le sue responsabilità. Realizzare gli inceneritori, cari colleghi, comporta delle responsabilità, e lo sanno i nostri sindaci, che spesso debbono subire l'impopolarità di certe scelte. Quando si governa, non lo si fa soltanto per organizzare la stagione lirica al teatro di Napoli o per effettuare missioni con 200 persone negli Stati Uniti, ma si governa per dare risposte ai cittadini. Speriamo che in parte la Commissione di inchiesta riesca a dare queste risposte (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), anche se noi, dopo tanti anni, non abbiamo fiducia nelle Commissioni di inchiesta: abbiamo più fiducia nella gente, che si svegli e che faccia capire veramente che le cose così non possono più andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, anche il gruppo della DC-PS vuole portare il suo contributo alla discussione e, comunque, voterà a favore dell'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.
Credo di poter dire che, se le cose andranno avanti così, questa Commissione dovrà essere permanente, perché con una legislazione appropriata dobbiamo fare in modo che le amministrazioni locali e regionali risolvano il problema.
Ci sono attività illecite quando il pubblico non risolve il problema e credo che esista una strana connivenza tra l'amministrazione pubblica per non risolvere questo problema e consentire, quindi, che le attività illecite possano, come tentacoli, invadere e penetrare nel tessuto amministrativo. Infatti, se continuassimo a non vedere, non sentire e non parlare, se non risolvessimo il problema alla radice, creando pubblicamente in ogni regione ed in ogni realtà locale come idonei strumenti inceneritori e discariche controllate, non potremmo più frenare le attività illecite. Fino a quando esisterà una regione come la Campania, questa Commissione dovrà essere permanente, perché non possiamo ancora far finta di non conoscere quello che c'è dietro il racket del caro-rifiuto: esiste e continua ad esistere. D'altronde, con un ministro come Pecoraro Scanio, che non vuole risolvere, non vuol vedere, non vuole applicare neanche il protocollo di Kyoto, dove vogliamo andare?
Dobbiamo renderci conto che abbiamo questo problema e le amministrazioni locali - chi vi parla è un amministratore locale da parecchi anni - tutti i giorni si scontrano con la necessità di raccogliere e di smaltire i rifiuti, ma non esiste una legislazione, non esistono strumenti appropriati per far sì che il pubblico controlli il ciclo dei rifiuti. Allora, quando c'è una zona grigia, una zona nera, un buco lasciato dal pubblico, subentrano le realtà malavitose.
Nel campo dei rifiuti esiste poi, la zona grigia della magistratura, perché in qualsiasi momento sequestrano e impediscono alle amministrazioni di andare avanti: una strana connivenza tra questi atteggiamenti della magistratura e le attività malavitose, che non si comprende. Abbiamo bisogno di chiarezza - come gruppo, abbiamo presentato anche diversi emendamenti che non sono stati accolti - perché o si risolve il problema alla radice, oppure questa dovrà essere una Commissione permanente, in quanto vogliamo che sia tale, il Governo vuole che sia permanente.
Allora, applichiamo il protocollo di Kyoto, risolviamo pubblicamente con leggi il problema degli inceneritori e delle discarichePag. 39gestite dal pubblico, e state certi che, quando il pubblico è presente, le realtà malavitose spariscono!
Sembra proprio che esista una demagogia nei massimalismi verdi o ecologisti, che, quando un'amministrazione cerca di risolvere il problema alla radice, continuamente finanziano con denaro illecito la popolazione e la portano in piazza a contestare perché non vogliono che il problema si risolva.
Il nostro sarà dunque un voto favorevole, ma critico. Per essere l'ultima Commissione, come qualcuno ha auspicato, occorre che il Governo e il Ministero dell'ambiente siano in grado di risolvere alla radice il problema, proprio cercando di gestire pubblicamente il ciclo dei rifiuti oppure controllando che il privato risolva questo problema. Molte sono le regioni che non riescono a farlo per falsa demagogia, non solo la Campania, che è un esempio negativissimo; d'altronde, tale regione vota quel governo locale e se ne assumerà ovviamente le responsabilità.
Non possiamo continuare ad inviare treni stipati in Germania; oltre a non disporre di materie prime e ad acquistare energia elettrica e nucleare in Francia e nei paesi vicini, portiamo all'estero i rifiuti anche per la trasformazione. Un paese privo di materie prime, che addirittura deve pagare per poter smaltire il prodotto finale, è destinato al fallimento ed alla rovina.
In conclusione, crediamo, vogliamo e pretendiamo che questo Governo ed il ministro dell'ambiente producano leggi adeguate, altrimenti saranno responsabili e conniventi con le attività illecite collegate al ciclo dei rifiuti.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, prima di dare la parola all'onorevole Mellano e ricordato il diritto di tutti i colleghi di intervenire in sede di dichiarazione di voto, faccio presente che abbiamo la possibilità di esaurire l'ordine del giorno odierno nell'arco della mattinata. Infatti, dopo la votazione finale sul provvedimento che stiamo esaminando, è prevista una sola votazione a scrutinio segreto, mentre nel pomeriggio avrà luogo lo svolgimento del question time. Se l'Assemblea tiene conto di quanto ho appena ricordato, è evidente - ripeto - che esiste la concreta opportunità di esaurire l'ordine del giorno nel corso della mattinata. Ovviamente, mi riferisco all'ordine del giorno odierno e non a quello della seduta di domani...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, raccolgo l'invito del Presidente e mi accingo a svolgere un breve intervento, a nome del gruppo della Rosa nel Pugno (Commenti)...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia, vi prego di fare silenzio.
BRUNO MELLANO. Il mio gruppo esprimerà un voto favorevole all'istituzione di una Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, che consideriamo indispensabile per le molteplici ragioni esposte dai colleghi, con intonazioni e motivazioni differenti a seconda delle varie «latitudini».
Ho chiesto di intervenire perché all'amico e collega Roberto Cota, del gruppo della Lega Nord, occorre dare una risposta, con calma e nell'assoluta correttezza di rapporto, come peraltro è stato già fatto direttamente con altri colleghi. È in corso una discussione sui rifiuti prodotti nella regione Campania che vengono distribuiti in altre regioni ed in particolare nel mio Piemonte. Occorre dire che l'istituenda Commissione di inchiesta è importante per comprendere in generale quale sia l'utilizzo e la destinazione dei rifiuti. Si tratta di capire quali siano le migliori strategie per gestire uno dei problemi epocali della società contemporanea e quali siano le migliori leggi per governare questo fenomeno.
Personalmente mi sento di suggerire alla Camera di prendere per una volta ad esempio la civilissima Germania e copiare letteralmente la normativa tedesca sui rifiuti, che mette in capo alle ditte produttrici anche l'onere della raccolta, degli imballaggi e degli involucri nei quali contenerePag. 40i prodotti presenti nella grande distribuzione, lasciando agli enti locali soltanto la raccolta del rifiuto domestico e civile. Si tratta di un suggerimento che forse in questa fase, pur nella discussione animata di questa mattina, può essere utile per la nostra riflessione.
Infatti, è certamente facile ragionare sul grande scandalo della gestione malavitosa dei rifiuti. È indubbio che dietro alla mancanza di gestione attuale vi sono grandi interessi della camorra, della mafia, della 'ndrangheta e della criminalità organizzata. Vale sicuramente in Campania, ma anche in Sicilia e in gran parte del nostro paese. Vale anche nel nord del paese, compresa la Padania del mio collega Roberto Cota. Vale anche nella mia civilissima Cuneo, dove ormai a cadenza mensile vengono trovate discariche abusive di rifiuti chimici, pericolosi ed inquinanti. E vale anche per gli impianti di nuovissima generazione.
In risposta ed anche un po' in polemica con il collega Cota, vorrei citare il caso specifico di Magliano Alpi, in provincia di Cuneo, dove la provincia ha autorizzato la costruzione e la gestione di un impianto di nuovissima generazione, neanche di discarica, ma addirittura di trattamento differenziato dei rifiuti, salvo il fatto che questi ultimi venivano trattati e lasciati macerare in apposite balle e fermentare al sole per mesi e mesi!
I cittadini hanno dovuto manifestare e denunciare alla magistratura il mancato funzionamento di quello che avrebbe dovuto essere il più innovativo impianto di gestione dei rifiuti.
A tutto questo la Commissione deve dedicare attenzione, senza guardare alle latitudini del nostro paese ed alle diversità territoriali, ma dando risposte in generale al problema epocale della gestione dei rifiuti.
Ad esempio, Torino discute da anni della costruzione di un inceneritore; siamo sicuri che la risposta tout court dell'inceneritore sia adeguata? Occorre capire che anche dietro alle risposte legittime vi sono interessi non sempre legittimi.
La gestione complessiva volta ad una riduzione della produzione dei rifiuti, è problema che ci dobbiamo porre come Parlamento. In questo senso, la Commissione d'inchiesta deve fornire risposte in generale rispetto ad una gestione che non è soltanto di certe regioni italiane ma anche, purtroppo, di tutto il paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. L'emergenza che viene rappresentata dalle immagini televisive della città di Napoli è un'emergenza sanitaria dovuta ad incapacità gestionale e politica. La grande questione dell'emergenza rifiuti nel nostro paese riguarda invece i rifiuti speciali. Nel nostro paese 10 milioni di rifiuti speciali vengono prodotti dal sistema industriale e tale produzione non si ritrova nelle forme ordinarie di smaltimento. Probabilmente, c'è un errore nella compilazione dei modelli; probabilmente, c'è qualche leggerezza o incompletezza. La verità è che una quantità rilevantissima di rifiuti speciali prodotti dal nostro sistema produttivo va poi a finire nei greti dei fiumi, sotterrati in Campania o nelle Murgie, lasciati nel mare, spiaggiati o, peggio ancora, gettati in discariche abusive.
È facile sostenere che tutto ciò accade nel Mezzogiorno del paese grazie alla complicità, alla strumentalità e al sistema delle organizzazioni criminali. In parte è largamente vero, ma le ultime attività di indagine delle procure italiane e delle direzioni distrettuali antimafia rilevano sempre di più che il fenomeno sta virando, non è solo la mafia e le sue holding che si occupano di questa vicenda, ma sempre più un'imprenditoria senza scrupoli, imprenditori che, con l'obiettivo di massimizzare i profitti, dimenticano le sensibilità ambientali e chiudono del tutto gli occhi su questo fronte, affidandosi ad operatori senza scrupoli. Quelle che una volta erano le vie ordinarie, soprattutto in direzione nord-sud, divengono sempre più complicate. Le ultime attività di indaginePag. 41rilevano come i percorsi talvolta diventano nord-sud per poi ritornare verso nord e, sempre più, sfruttano rotte transfrontaliere. Il rifiuto viene attratto per ragioni economiche in luoghi in cui è più facile lo smaltimento illecito a tariffe più basse.
È un tema nazionale. Nulla a che vedere - ripeto - con l'incapacità gestionale della regione Campania rispetto a fenomeni che sono governati in ogni parte del mondo. Questo, viceversa, è un problema centrale che va affrontato e che credo sia utile affrontare con una nuova Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
Sull'efficacia dell'azione della Commissione credo sia utile riflettere anche dal punto di vista della sua capacità di produzione.
All'attenzione del Parlamento, relativamente alla passata legislatura, vi sono dodici relazioni che disegnano non solo il quadro di criticità in essere nelle varie regioni italiane ma anche le opportunità che il sistema paese ha a disposizione sul piano delle iniziative emendative normative per porsi in regola dal punto di vista della coscienza ambientale e per raggiungere condizioni di modernità in termini di tecnologie.
Credo che il senso dell'istituzione della Commissione sul ciclo dei rifiuti sia non solo quello della disamina, dell'analisi e dell'approfondimento accademico, ma soprattutto quello della proposta. Sono certo che tale Commissione saprà fare bene e meglio e sarà sicuramente un punto di riferimento per tutte quelle amministrazioni periferiche e locali che sono alla ricerca di modelli comportamentali, di moduli operativi, abbandonati, come sono, dal sistema delle autonomie regionali troppo spesso dimentiche di questo settore.
C'è un'emergenza che va affrontata, ed è quella normativa, in ordine all'introduzione del delitto ambientale nel nostro codice penale. Con tale previsione, e così interpreto le sollecitazioni provenienti dalle indicazioni delle tre precedenti Commissioni d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti (la prima Commissione, lo ricordo, fu monocamerale), si potrà finalmente chiudere una vicenda che consente agli eco-furbi di farla franca e agli eco-criminali di passarla liscia.
La Commissione deve, inoltre, iniziare ad analizzare come incida la raccolta differenziata nel nostro paese. In particolare, se sia ancora utile perseverare su questa strada di tipo ideologico-ambientale o non sia piuttosto utile mettere in campo una politica più concreta che misuri di cosa ha bisogno il nostro sistema paese - di quante e quali plastiche, di quanto e di quale vetro, di quanta e di quale carta - e, in tal modo, orientare lì la raccolta differenziata per far sì che i comuni non si sforzino inutilmente in raccolte improduttive ma alimentino, viceversa, una capacità produttiva in grado di reggere quelle filiere che nel mercato trovano riscontro.
Da ultimo, è necessario mettere mano anche alla normativa sulle bonifiche. Colleghi, se domattina iniziassero tutte le bonifiche già finanziate, si produrrebbe un incremento dello 0,4-0,5 per cento del PIL del paese. Evidentemente, ci sono problemi di burocrazia, normativi e di sovrapposizione di leggi regionali e nazionali. Vi è, insomma, un'articolazione che frena questa straordinaria opportunità di conoscenze, di tecnologie, di politiche ambientali e di risposta dello Stato per quei territori che hanno bisogno di veder bonificate le proprie aree.
In conclusione, rivolgo gli auguri alla Commissione che ci accingiamo ad istituire. Sarà l'ultima? Questo non dipenderà dalla Commissione ma, probabilmente, dal Governo e dal Parlamento se sapranno recepire quelle indicazioni. Auguri di vero cuore, ben sapendo che la Commissione che istituiremo saprà sicuramente far meglio di quanto hanno fatto le precedenti.
Per tutti questi motivi, preannuncio, a nome del gruppo di Forza Italia, il voto favorevole sulla proposta di legge in esame (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bandoli. Ne ha facoltà.
FULVIA BANDOLI. Signor Presidente, nell'annunciare il voto favorevole sul provvedimento in esame del gruppo de L'Ulivo desidero dare atto, facendo riferimento ad alcuni interventi specifici, ai colleghi dell'opposizione di aver svolto in questa sede una discussione di merito, sebbene con alcune punte polemiche che non condivido, e di aver dato ad essa il rilievo che secondo me merita.
Ritengo che la necessità di ricostituire la Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse si motivi per alcune ragioni fondamentali.
È chiarissimo anche a noi che il ciclo dei rifiuti non è governato in molte regioni del nostro paese. È chiarissimo che non è governato come dovrebbe esserlo in Campania, in Sicilia, in Calabria ed in Puglia (faccio riferimento alle quattro regioni commissariate, ma mi rendo conto che i livelli di emergenza non sono uguali, dal momento che tali regioni hanno anche problemi diversi). Possiamo dire, quindi, che, nel nostro paese, vi sono molte realtà che non sono sotto il controllo delle regioni che dovrebbero governare il ciclo dei rifiuti.
Siamo sicuramente d'accordo sul fatto che l'entità della somma - 22 miliardi di euro l'anno! - sulla quale lucra l'ecomafia, la camorra, nel settore dei rifiuti, è inquietante, pazzesca, quasi equivalente a quella di una legge finanziaria dello Stato; e tutto ciò ai danni dell'ambiente, della sicurezza dei cittadini, della salute e della legalità! È chiaro perché serve una Commissione di inchiesta. Deve essere chiara, però, anche un'altra cosa: non possiamo reiterarla continuamente e non possiamo pensare che essa produca soltanto relazioni; la Commissione deve cominciare a fare interventi più puntuali anche in aree piccole. Sono molto utili le relazioni sullo stato generale di una regione, ma, a volte, è più utile indagare su un distretto, su una provincia, su un insieme di comuni nei cui territori esistono da anni discariche abusive, dove si registra un'incidenza di malattie e di tumori quattro volte più alta della media nazionale, dove non abbiamo mai messo le mani, diciamo così, per capire quali rifiuti si annidino nelle falde presenti nel sottosuolo.
Sono d'accordo, altresì, con quei colleghi i quali hanno rilevato che, mentre al centro-nord sono stati compiuti, negli ultimi cinque o dieci anni, sforzi evidenti per chiudere positivamente il ciclo dei rifiuti, nel Mezzogiorno d'Italia, invece, la questione è ancora notevolmente problematica ed aperta. Mi auguro che si riesca a compiere tutti uno sforzo. Non credo che si possano aprire polemiche al riguardo. Certo, ci sono anche opinioni diverse nel merito, ma il problema è nazionale, è di tutti.
Ha ragione il collega della Lega quando pone in rilievo che il nord accetta sempre di meno che i rifiuti del sud siano smaltiti negli impianti del centro-nord: sta diventando un problema di conflitto sociale, che dobbiamo gestire in tutte le aree del paese. È un elemento primario di civiltà che il Mezzogiorno annulli questo gap. Per farlo, c'è bisogno che cresca la capacità di governo delle suddette regioni, che sia migliorata la legislazione e, inoltre, che tutti diamo una mano alle regioni medesime per combattere l'illegalità. È chiaro che nel vuoto di programmazione e nell'assenza di precisi piani regionali si annida l'illegalità, che cresce e diventa padrona di un territorio che, a quel punto, non è più sotto controllo.
Penso che sia importante anche il controllo dei rifiuti che vanno verso l'estero (come ha rilevato già il collega Cacciari). A tale proposito, mi rivolgo ai colleghi della Lega: è vero che, al nord, è sempre più pesante continuare a ricevere i rifiuti che vengono dal Mezzogiorno; ma pensate, colleghi, quanto è pesante, per l'Africa, continuare a ricevere i nostri rifiuti tossici da oltre venticinque anni (Applausi di deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)! Quindi, ci sono tanti nord e tanti sud del mondo: non sì può vedere soltanto quello piccolo nel quale si vive! Noi, oggi, abbiamo questaPag. 43responsabilità e dobbiamo cercare di adempiere pienamente il nostro compito.
Penso, inoltre, che sia importante che oggi, in Parlamento, si dica tutti unitariamente che vi è il superamento, rapido e definitivo, della politica dei commissariamenti straordinari. Vi chiedo, onorevoli colleghi, di fare mente locale per un momento, tutti insieme, su un elemento: vi sono alcune regioni che hanno avuto ripetuti commissariamenti straordinari e nulla è cambiato. In Campania si è al terzo commissariamento - mi sembra - in due anni e mezzo. Lo stesso fenomeno - commissariamenti ripetuti - è avvenuto in altre regioni del Mezzogiorno. Ora, si può pensare che la nomina di un commissario straordinario risolva il problema, quando non lo ha risolto per oltre cinque anni? Possiamo pensare che una regione possa delegare la soluzione - lo chiedo alle regioni commissariate - a lungo, per anni, ad un commissario straordinario per il governo del ciclo dei rifiuti, quando è una tra le prerogative principali del governo regionale quella di regolare il settore?
Credo debba tornare in campo la politica e che non vi debbano essere solo i tecnici ed i commissari straordinari. Penso che i governi regionali debbano recuperare il loro protagonismo e la loro capacità di governo, ossia realizzare piani ed impianti necessari a chiudere, in ogni regione, in modo autosufficiente, il ciclo dei rifiuti della stessa regione, con la raccolta differenziata, il recupero, il riciclo e non facendo più viaggiare i rifiuti su e giù per l'Italia o per l'Europa.
Vi è, quindi, bisogno di una grande capacità di senso civico e di senso di responsabilità. Vi è bisogno che il ciclo dei rifiuti diventi una priorità dei governi regionali, anche del Mezzogiorno, e noi, con questa Commissione, intendiamo dare un contributo affinché ciò accada. Ma sia chiaro che protrarre la straordinarietà ed i commissariamenti straordinari per anni ed anni significa renderli ordinari ed inefficaci, significa deresponsabilizzare, nel lungo periodo, anche le regioni che subiscono tali commissariamenti.
Penso, infine, che il lavoro della Commissione debba cambiare in alcuni suoi punti. Ho detto, in precedenza, che servono le relazioni, ma servono soprattutto inchieste puntuali mirate, specifiche e rapide, che siano trasmesse dalla Commissione all'intero Parlamento in tempi rapidi, che diano altrettanto rapidamente la possibilità di agire, che facciano vedere al territorio ed ai cittadini presenti sul territorio che non è una Commissione che produce solo carta, ma che produce fatti concreti che riguardano i cittadini ed i territori. Abbiamo bisogno di imprimere a questa Commissione un altro segno, un altro indirizzo, più esecutivo e meno di analisi, se vogliamo dare ai cittadini del Mezzogiorno un segnale di speranza, che dall'emergenza si può uscire e che faremo, come Parlamento e come regioni di tutto il paese, la nostra parte per far sì che questo avvenga (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
Prego i colleghi di prendere posto e ricordo loro che, dopo la votazione finale della proposta di legge n. 17-D, si svolgerà un'altra votazione, a scrutinio segreto, sulle dimissioni del deputato Stefano Boco.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 17-D)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 17-D, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
(S. 768-B - Realacci: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse) (Approvata dalla Camera, modificata dal Senato, nuovamente modificata dalla Camera e nuovamente modificataPag. 44dalla XIII Commissione permanente del Senato) (17-D):
Presenti 489
Votanti 488
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato sì 488.
(La Camera approva - Vedi votazioni).