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Informativa urgente del Governo sull'incidente aereo verificatosi al largo di Cagliari nel corso di un'esercitazione dell'Aeronautica militare.
(Interventi)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pinotti, alla quale ricordo che dispone di tre minuti. Ne ha facoltà.
ROBERTA PINOTTI. Signor Presidente, ringrazio il rappresentante del Governo per la puntuale ricostruzione e, anche a nome del gruppo dell'Ulivo, rivolgo i migliori auguri di pronta ripresa ai due piloti, sulle cui condizioni di salute siamo stati rassicurati.
Con la collega Schirru, seduta accanto a me, stavamo appunto commentando l'accaduto (la collega viene proprio da San Sperate, in provincia di Cagliari): fortunatamente, l'incidente non ha coinvolto la popolazione, non ha coinvolto il territorio civile. In questa sede, tuttavia, ricordo che c'è notevole attesa, da parte dei cittadini dell'isola, sia per quanto concerne la regolamentazione delle esercitazioni sia per rivedere, con il presidente della regione Sardegna, il problema delle servitù militari (l'argomento figura anche nel programma de L'Unione).
Si aprirà un'inchiesta - anzi, il sottosegretario ci ha detto che inchieste sono state già avviate - per capire le cause e la dinamica dell'incidente. Ci è stato detto, altresì, che l'esercitazione è importante, ed io concordo con tale valutazione. Non dubito che le regole per la sicurezza del Pag. 76volo siano state rispettate con scrupolo, ma vedremo: l'inchiesta stabilirà se si sia trattato di errore umano o se vi sia stato un problema meccanico, magari legato a carenze di manutenzione. Mi sono posta il dubbio perché, signor sottosegretario, nell'ultima legge finanziaria approvata dal Governo Berlusconi (che, come ci eravamo abituati a fare, diciamo così, non è stata discussa in Assemblea perché è stata posta la questione di fiducia), il bilancio della difesa ha subito tagli così drastici da fargli raggiungere lo 0,86 per cento del PIL: il minimo storico per i bilanci della difesa! Ciò ha comportato 1.760 milioni di euro in meno per i consumi intermedi, che riguardano manutenzione, addestramento, logistica di consumo (cioè, pezzi di ricambio).
A margine, ricordo che, nello stabilimento Avio di Brindisi, che si occupa proprio di manutenzione, 270 persone rischiano la cassa integrazione. Inoltre, ricordo che sono fermi, ma disponibili per rimpinguare il capitolo relativo ai costi di manutenzione, 200 milioni di euro che un nostro emendamento ha «strappato» al provvedimento in materia di pubblica amministrazione. Quindi, invito il Governo ad andare in qualche modo a «riprendere» questi soldi, che sono stati destinati, ma non utilizzati dal Governo precedente.
Ricordo, infine, che, per la sicurezza in volo, sono fondamentali la manutenzione dei motori, il mantenimento delle linee di volo e le ore di addestramento.
Ovviamente, spero che non vi sia un nesso di causalità tra la mancanza di manutenzione e l'incidente verificatosi, ma ritengo importante che il Governo vigili affinché i tagli drastici che sono stati operati non abbiano ripercussioni negative sulla sicurezza dei nostri militari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, l'onorevole Cossiga, al quale ricordo che dispone di tre minuti. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE COSSIGA. Signor Presidente, anch'io mi associo agli auguri ai piloti per lo scampato pericolo. Vedremo cosa ci diranno le risultanze delle indagini riguardo la dinamica dell'incidente.
Signor sottosegretario, innanzitutto, desidero cogliere l'occasione per fare gli auguri a lei, che si è insediato, oggi, in una carica già ricoperta da altre persone che sono state chiamate, prima di lei, a svolgere la sua funzione e che, successivamente, hanno riscosso, in politica, successi ancora maggiori (non mi riferisco a Italo Balbo, ma può immaginare lei a chi). Mi spiace, però, dover constatare che, al di là dei suoi meriti personali, nella tematica specifica, la confusione che regna nella sua coalizione difficilmente le permetterà, ahimè, di riscuotere lo stesso successo di chi in passato l'ha preceduta.
Desidero anche complimentarmi per l'evidente successo delle operazioni di soccorso: di notte, in mare, si è riusciti ad intervenire ed a riportare a casa i due piloti. Ciò conferma che quelle attività addestrative che, per quanto riguarda l'Aeronautica, sono alla base della sicurezza attiva, hanno dato ottimi risultati e che anche le esercitazioni servono a garantire la sicurezza.
L'onorevole Pinotti ha toccato un punto importante quando si è chiesta come alcuni tagli operati al bilancio della difesa abbiano potuto incidere sui consumi intermedi. Nello specifico, come il sottosegretario ci potrà chiarire, gli F16 sono utilizzati all'interno di un contratto che comprende anche la manutenzione, non gestita direttamente. Quindi, è ovvio che qualsivoglia taglio non può avere avuto effetto sulla manutenzione dei velivoli.
L'onorevole Pinotti ha sottolineato la necessità di continuare ad investire nella difesa. Ebbene, mi auguro che anche la parte, forse, meno responsabile della vostra coalizione già con la prossima legge finanziaria sia in grado di sostenere un incremento, a mio avviso auspicabile, delle spese per quanto riguarda questi punti o, comunque, il mantenimento degli standard.
Quale sardo, desidero effettuare un breve accenno ad un'altra tematica che è stata richiamata - debbo dire in maniera garbata ed a proposito - dall'onorevole Pinotti e in maniera, forse, più confusa e strumentale da alcuni colleghi del Senato. Pag. 77In Sardegna esiste il problema delle servitù militari. Però, non confondiamo due piani e due problemi diversi: da una parte, abbiamo la necessità di garantire la sicurezza e, per i militari, sicurezza vuol dire addestramento; dall'altra parte, esiste la necessità di liberare la Sardegna da un onere che, forse, adesso è diventato eccessivo. Sono due problemi che devono essere affrontati con serenità e responsabilità. Temo che la vostra coalizione non sarà in grado di farlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Migliori, al quale ricordo che ha tre minuti a disposizione. Ne ha facoltà.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, penso che questa mattina io abbia fatto bene a porre all'attenzione del Presidente della Camera, a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, l'esigenza di una informativa - ringrazio il Governo per averla accordata, con celerità, alla nostra Assemblea - su un evento particolarmente preoccupante che poteva dare adito, e darà adito, sicuramente, ma in modo parziale, a polemiche ed interpretazioni. Penso, tuttavia, che una ricostruzione attenta e puntuale dell'accaduto possa comunque ridurle ad un livello - oserei dire - normale, rientrante nella ordinaria capacità dialettica tra maggioranza ed opposizione.
Ringrazio il signor sottosegretario, ingegner Casula, per la organicità delle informazioni che ci sono state fornite ed esprimo anche soddisfazione per il fatto che la vita dei piloti sia salva. Mi sembra positivo sottolineare, altresì, la prontezza delle operazioni di soccorso che hanno permesso il salvataggio. Nondimeno, intendo affermare come vi sia confusione e strumentalità circa alcune riflessioni che su questo avvenimento si sono registrate in queste ore.
Dalle parole del sottosegretario mi pare sia emersa l'esigenza di assicurare lo svolgimento di esercitazioni finalizzate alla sicurezza del paese lontano dalle coste e, quindi, in modo tale da porre in condizioni di sicurezza i centri abitati; inoltre, è stata sottolineata l'esigenza di un addestramento, che non può venire meno. Nello stesso tempo, però, vi è la totale insussistenza di un rapporto polemico tra tagli operati alla difesa e avvenimenti di questo tipo, perché - come bene ha spiegato il collega Cossiga - i rapporti di causa ed effetto di qualsivoglia tipo sono assolutamente estranei a questo settore.
Voglio dire che mi sono sembrate fuori luogo, di fronte a questo increscioso avvenimento che poteva determinare anche situazioni peggiori, le polemiche inscenate circa la questione storica delle servitù militari nella regione Sardegna. Infatti, siamo su un piano assolutamente diverso, di carattere progettuale, di tutela del territorio e di sicurezza dei cittadini, che non è di per sé ostacolato, osteggiato e, in qualche misura, sminuito da una attenta valutazione...
PRESIDENTE. Onorevole Migliori...
RICCARDO MIGLIORI. ... delle esercitazioni così come tradizionalmente sono svolte e si sono svolte anche - mi pare di poterlo dire - nella giornata di ieri, seppure sfortunata.
Ringrazio, comunque, il Governo per la celerità con la quale ha ritenuto opportuno informare l'Assemblea sugli avvenimenti accaduti ieri al largo di Cagliari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deiana, alla quale ricordo che ha tre minuti a disposizione. Ne ha facoltà.
ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, anch'io mi associo, a nome mio personale e del mio gruppo, all'augurio di pronta guarigione per i due piloti dell'Aeronautica militare rimasti feriti nell'incidente.
Come lei ha detto, signor sottosegretario, l'incidente è avvenuto nell'ambito dell'esercitazione spring flag 2006 e, voglio evidenziarlo con forza, nei cieli di un isola (la Sardegna) pesantemente sottoposta da sempre all'ingombro, ai rischi e, sottolineo, all'umiliazione di servitù militari, sia nazionali Pag. 78sia straniere, che riducono quella terra, per quanto riguarda la reale autonomia e la reale sovranità territoriale della sua gente, ad una regione di serie B. Ne sa qualcosa il presidente Soru, che con forza ha sollevato dall'inizio del suo mandato il problema ed ha aperto una vera e propria vertenza per arrivare a liberare l'isola da almeno un po' di quel peso, a cominciare dalla presenza a La Maddalena dei sommergibili statunitensi a propulsione nucleare. L'onorevole Cossiga diceva che i problemi sono diversi e tali da non poter essere messi insieme, però poi gli effetti si concatenano gravemente nei momenti di drammatizzazione delle questioni che sono all'ordine del giorno con la presenza militare sull'isola. Ne sanno infatti qualcosa le popolazioni isolane che ben conoscono i rischi connessi all'obbligo di convivere con una così invasiva e continuata presenza militare sulla loro isola.
Come lei sa, signor sottosegretario, spring flag 2006 è una vera e propria esercitazione non semplicemente riconducibile a problemi di difesa del nostro paese, nel senso che tradizionalmente vede la partecipazione di molte nazioni. In particolare, quest'anno, accanto all'operazione spring flag, ha preso parte all'esercitazione anche l'European Air Group, che, congiuntamente allo spring flag, sta conducendo la propria esercitazione multinazionale denominata Volcanex 2006, con il coinvolgimento di molti velivoli francesi, israeliani, tedeschi, due velivoli Awacs della NATO, nonché di personale delle Forze armate britanniche, belghe e olandesi.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ELETTRA DEIANA. C'è un dispiegamento vastissimo di forze militari europee che si collegano alle nuove strategie militari, non solo di difesa ma anche di assalto, che vedono il primato delle più sofisticate tecnologie militari che sono in addestramento in queste occasioni.
Noi nel programma de l'Unione abbiamo inserito con grande forza la determinazione che su tutta la grande questione delle servitù militari - in particolare per quanto riguarda l'isola, la mia isola, ma anche in generale per quanto riguarda le servitù militari sul territorio nazionale - sia rivolta una grande attenzione da parte del Governo e siano compiuti passi importanti per quanto riguarda l'isola in considerazione ed a sostegno della vertenza avviata dal presidente Soru.
PRESIDENTE. Onorevole, la invito a concludere!
ELETTRA DEIANA. Per quanto riguarda, invece, il resto del paese, occorre avviare una radicale riflessione sull'intera materia, perché abbiamo bisogno di un «alleggerimento» per quanto concerne questa problematica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bosi, al quale ricordo che ha tre minuti di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, desidero associarmi alle parole di saluto pronunciate nei confronti del nuovo sottosegretario e anche di augurio per i due piloti che hanno subito l'incidente. Credo davvero che sia assai prematuro formulare delle ipotesi. Soprattutto, non trovo assolutamente corretto fare come la collega Pinotti, la quale ha ritenuto di dover parlare di problemi di manutenzione (e via dicendo) che, in base alle prime valutazioni, sembrano totalmente estranei all'incidente. Ritengo corretto, invece, rimandare ogni valutazione alle risultanze dell'inchiesta.
Certo è, signor Presidente e signor sottosegretario, che, ascoltando alcuni interventi, si notano inflessioni cariche di problematiche, addirittura rispetto alla necessità che certe esercitazioni esistano, quasi che una organizzazione complessa, come le Forze armate, possa farne a meno.
Ho letto con vivo stupore anche una dichiarazione, battuta dalle agenzie di stampa, pronunciata dal senatore Bulgarelli dei Verdi (che pure fa parte di questa Pag. 79maggioranza). Egli, infatti, auspica non tanto che si tengano esercitazioni in un luogo piuttosto che in un altro, ma addirittura che le esercitazioni non si svolgano più. Soprattutto, con riferimento alle servitù militari della Sardegna, si parla di problemi mai esistiti, come l'impiego dell'uranio impoverito, nonché di altre sostanze che non sono mai state usate e di cui non si è assolutamente avuta notizia. Ricordo che tali questioni sono state sollevate più volte, peraltro senza che vi sia mai stata una conferma in tal senso.
Se così fosse, non vorrei che, tra le forze politiche che sostengono il Governo della Repubblica (soprattutto nell'ambito di un rapporto delicato, quale quello con le Forze armate), si facesse strada una sorta di antimilitarismo nei confronti di tutto ciò che attiene appunto alle Forze armate, alle esercitazioni ed alle servitù militari. Con riferimento a queste ultime, si afferma che non devono comunque gravare su una regione, anche se vorrei sapere in quale regione, invece, dovrebbero essere potenziate!
In altri termini, non vorrei che vi fosse una riserva abbastanza dura da superare: essa, infatti, se può albergare in forze di opposizione, antagoniste e alternative, certamente mal si confà...
PRESIDENTE. Onorevole Bosi, la prego di concludere.
FRANCESCO BOSI. ... ad un sistema di forze politiche che sostengono il Governo (quello della Repubblica) di un paese avanzato che dispone di Forze armate importanti e di grande tradizione.
Pertanto, nel manifestare un certo stupore - che poi in fondo, purtroppo, è non soltanto stupore, ma la riconferma di suoni echeggiati già in passato, anche nell'ultima campagna elettorale -, non mi resta che rinnovare gli auguri di buon lavoro a chi deve occuparsi, in queste circostanze, di un settore così cruciale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bricolo. Ne ha facoltà.
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, abbiamo appreso dall'informativa resa dal Governo che, fortunatamente, l'incidente verificatosi non ha provocato vittime e che è occorso in una fase notturna delle manovre, nell'ambito di un'importante esercitazione militare internazionale.
Sappiamo che si tratta di eventi che, purtroppo, possono accadere, ma già tale fatto ha creato una polemica all'interno di questa maggioranza. I Verdi, infatti, hanno dichiarato, tramite un'agenzia di stampa, che ciò è accaduto questa notte nei cieli della Sardegna è gravissimo e rappresenta l'ennesima conferma della pericolosità delle esercitazioni militari: pertanto, bisogna fermare tali esercitazioni. Si tratta della dichiarazione resa da un senatore dei Verdi, la quale, di fatto, già scredita il Governo anche agli occhi dell'opinione pubblica internazionale.
È evidente che le esercitazioni militari comportano alcuni rischi, ma non per questo se ne deve fare a meno, poiché la loro finalità è quella di ridurre le incognite che si rischiano durante le attività operative. Si accetta un pericolo oggi per evitare di correrne uno molto maggiore domani.
A chi chiede, dunque, di fermare le esercitazioni rispondiamo, quindi, che non è possibile farlo, a maggior ragione perché cresce sempre di più la complessità dei sistemi d'arma da usare. Tanto varrebbe «chiudere» le Forze armate, forse - ed è evidente - è proprio ciò che vogliono alcuni settori di questa maggioranza.
Noi crediamo, invece, che sia necessario procedere ulteriormente all'ammodernamento delle nostre Forze armate: i vertici dell'Arma azzurra lo hanno ricordato anche di recente. Bene: tale ammodernamento il Governo di centrodestra lo aveva avviato - non senza difficoltà, date le condizioni infelici della congiuntura economica - ed è essenziale che prosegua. In effetti, il processo non può essere fermato adesso senza pregiudicare il futuro delle stesse Forze armate.
Ci pare per questo assurda la pretesa della sinistra - diventata, nostro malgrado, sinistra di Governo - di chiedere la Pag. 80cancellazione della commessa che concerne l'acquisizione dei nuovi caccia F35, alla produzione dei quali il nostro paese, oltretutto, concorre con un gruppo di nazioni tecnologicamente all'avanguardia. Purtroppo, invece, in questo paese si respira un clima poco propizio alle scelte serie; diciamo la verità, sono giunti i giorni del «tutti a casa», del «via dall'Iraq e dall'Afghanistan». Questa volta non è questione di soldi, più o meno disponibili, ma di valori. Al potere sono giunti gli amici di coloro che nelle piazze hanno inneggiato alla strage di Nassiryia e predicano il disarmo unilaterale anche di fronte a Bin Laden. Il ritiro dalle missioni di pace, la cessazione delle esercitazioni invocata dai Verdi, la rinuncia agli F35, le proteste contro la parata del 2 giugno, i cori «uno, cento, mille Nassiryia» che si sentono durante le vostre manifestazioni sono per voi il biglietto da visita che presentate alle Forze armate.
I nostri militari sono preoccupati, si sentono abbandonati a se stessi, si sentono traditi ed offesi. Questa è una vergogna, è l'ennesima vergogna che, in soli pochi giorni, avete riservato a questo paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, noi naturalmente ci associamo agli auguri e pensiamo che l'esordio per lei avrebbe forse potuto essere migliore, però ci fa piacere sapere che non c'è un tributo di vite umane.
Non sappiamo molto circa le dinamiche dell'incidente, stiamo aspettando notizie; tuttavia, questo episodio pone due interrogativi di diverso livello - uno generale, l'altro regionale -, anche se tra loro connessi.
Il mutato scacchiere internazionale impone al Governo, nell'ambito della difesa nazionale e degli accordi internazionali, la verifica sull'attualità del massiccio rischieramento militare italiano ed alleato nel quadrante del Mediterraneo meridionale, prevalentemente gravante sulla Sardegna. Più in generale, il Governo dovrà fare ogni sforzo per verificare l'entità dell'impegno militare del nostro paese nella direzione del suo progressivo ridimensionamento, alla luce dell'articolo 11 della Costituzione e di ragioni di bilancio. Ma è certo che, comunque, quest'opera di riduzione deve essere compiuta in relazione alla pressione degli insediamenti militari sul territorio sardo, in attuazione di un preciso e vincolante patto.
Dati desumibili dalla letteratura in materia dicono che in Sardegna ben 37.374 ettari di territorio sono interessati da esigenze militari, di cui 23 mila sono demanio militare e 13 mila sottoposti a servitù. A ciò si aggiungono gli spicchi di mare per 11.327 miglia marine che, soprattutto a Quirra, Teulada e Capofrasca, costituiscono il prolungamento del territorio gravato da servitù. Da ciò risulta che la Sardegna contribuisce da sola alla difesa nazionale ben più di tutto il resto del paese. Tutto ciò è sommamente ingiusto, oltre che pericoloso per la concentrazione di materiale bellico nocivo per la salute, per i tratti di mare zeppi di bombe inesplose - e, per ciò stesso, interdetti alla pesca - e per i rischi inerenti ad incidenti come quello che si è verificato nelle ultime ore anche se, fortunatamente, conclusosi sembra favorevolmente (ma formuliamo i nostri auguri).
Tutto questo, come dicevamo, non è giusto; occorre da subito procedere all'immediata e corposa decompressione dell'impegno militare in Sardegna. L'isola ha già dato molto alla difesa nazionale; ora è il tempo di altre parti del territorio nazionale nella misura in cui, naturalmente, l'impegno militare sia ancora ritenuto indispensabile. Questo, peraltro, era stato già riconosciuto dal precedente Governo di centrosinistra, quando gli allora presidenti firmarono l'intesa istituzionale di programma, all'interno della quale era previsto esplicitamente l'impegno di Stato e regioni a costituire una commissione paritetica che doveva procedere alla riduzione degli insediamenti militari in Sardegna. Con le ovvie conseguenze Pag. 81in ordine al rilascio alla comunità civile di ampi e suggestivi spazi, alla diminuzione delle esercitazioni, alla corposa bonifica delle terre e dei mari, alla riduzione dei rischi per la salute. Sette anni sono passati invano in costanza di Governi di centrodestra che non hanno voluto dare attuazione all'intesa.
Perciò, mi sento di chiedere l'impegno del Governo in ordine alla costituzione immediata della commissione paritetica, affinché nei tre mesi previsti dall'intesa stessa si possa arrivare definitivamente alla riduzione delle servitù militari in Sardegna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.
ELIAS VACCA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono particolarmente sereno nello svolgere il mio intervento, perché fortunatamente l'incidente nei cieli della Sardegna ha avuto un riflesso quasi esclusivamente sulle cose e non sulle persone.
Credo, però, che l'occasione sia preziosa perché il Parlamento e il Governo si interroghino sul carico che i cieli e la terra della Sardegna devono sopportare dal secondo dopoguerra. Intendo così anche tranquillizzare qualche collega dell'opposizione intervenuto prima di me, volendo rappresentare le nostre esigenze di pace e di riappropriazione del nostro territorio, rispetto a quegli slogan «dieci, cento, mille Nassiriya» che non ci appartengono né come Comunisti, né come sardi. Vorrei riportare l'attenzione su una battaglia che in Sardegna va avanti da decenni, che non ha niente a che vedere, illustri colleghi, neanche con quanto è successo nel mondo dopo il settembre del 2001. Mi riferisco alla battaglia dei sardi per riappropriarsi della sovranità su 37 mila ettari del loro territorio che, quando non è destinato a servitù militari, è destinato a galere.
Vorrei richiamare l'attenzione sul fatto che non mi pare vi sia bisogno di una nuova Ustica o di un nuovo Cermis per renderci conto della pericolosità intrinseca delle esercitazioni che si svolgono nei nostri cieli.
Sono lieto di svolgere questo intervento dopo aver saputo che non vi sono state vittime né civili né militari. È vero che dotare le Forze armate finanziariamente ed operativamente è una buona garanzia per la salvaguardia della salute e della vita di chi opera nelle stesse Forze armate. Ma è altrettanto vero - lo ricordava prima di me questa mattina il collega Cancrini - che vi sono risorse che possono essere tranquillamente distratte dai nostri bilanci per essere destinate ad altri interventi che interessano maggiormente non solo la Sardegna, ma il paese intero.
Ciò che è successo questa notte nei cieli della Sardegna si accompagna a tanti altri episodi dei quali non so quanto si sia parlato: mi riferisco a misteriose esplosioni nell'arcipelago de La Maddalena, alla destinazione di una base nelle vicinanze della mia città, Pollina, a cinque chilometri da Alghero, che a seguito di quanto appreso a proposito dell'operazione Gladio, ben altro uso doveva avere rispetto alla difesa nazionale. Queste, illustrissimi colleghi, sono anche le preoccupazioni che i sardi manifestano. Ho salutato con soddisfazione l'incontro tra il presidente Soru e il nuovo ministro della difesa (anch'egli sardo, come sardo è il sottosegretario Casula, che ringrazio per la sua informativa), affinché finalmente si recuperi la sensibilità nei confronti di una regione che in termini di autonomia si rapporta allo Stato nazionale e che ben poca autonomia può esercitare, anzitutto, sul proprio territorio.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, non è una questione di slogan e di propaganda sulla pace e sulla guerra. È questione di dignità di un popolo; un popolo che - lo voglio ricordare - ha tributato a questa maggioranza ed a questo Governo un sostegno particolarmente sostanzioso, perché da questa maggioranza e da questo Governo si attende un sussulto di dignità (Applausi dei deputati del gruppo dei Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lion, al quale ricordo che ha tre minuti di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
MARCO LION. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Casula per quanto ci ha riferito. Naturalmente, come gruppo dei Verdi, intendiamo portare i nostri auguri di pronta guarigione ai due piloti. Vogliamo anche rivolgere un dovuto ringraziamento agli addetti al recupero della squadriglia SAR di Decimomannu, che nel corso di esercitazioni militari, come in questo caso, ed in altri casi per necessità oggettive, hanno saputo dare prova di una grande capacità nel salvaguardare delle vite umane. Non intendo intervenire sulle questioni legate alla dinamica dell'incidente, perché naturalmente sappiamo ancora poco su quanto è accaduto (attendiamo, al riguardo, gli esiti dell'inchiesta).
Intendo però intervenire su altre questioni sollevate da questo ennesimo incidente (ricordiamo, infatti, che solo nell'ottobre scorso un veicolo AMX è precipitato in un campo coltivato vicino alla base di Decimomannu). Siamo sinceramente preoccupati di quello che avviene ed è avvenuto in Sardegna. Riteniamo che un compito importante che dovranno svolgere la maggioranza ed il Parlamento sia quello di istituire finalmente una Commissione di inchiesta seria su quanto avviene nella base di Quirra, in particolare in riferimento all'utilizzo, eventuale o certo, di uranio impoverito durante le esercitazioni. Vi sono, infatti, evidenze epidemiologiche della popolazione attorno a tale servitù militare che necessitano di un chiarimento: lo abbiamo chiesto la scorsa legislatura ed intendiamo farlo anche in questa.
Riteniamo che lo sforzo che chiediamo alla regione Sardegna vada ben valutato. Per questo riteniamo, ad esempio, di sostenere la vertenza che il presidente Soru ha avviato nei confronti del Governo italiano rispetto al peso delle servitù militari nell'economia, nella salute e nell'ambiente della regione Sardegna. Riteniamo di appoggiare anche la richiesta del presidente Soru sugli arretrati dovuti alla regione Sardegna da parte dello Stato per le suddette servitù.
Chiediamo al Governo di intervenire con più forza perché si arrivi finalmente all'ipotesi - pare possibile - di smantellamento dalla base de La Maddalena dei sommergibili atomici americani. Ricordiamo, infatti, in quest'aula il preoccupante incidente avvenuto in quella zona al sommergibile Hartford. Ripetiamo, dunque, quello che un grande Presidente di questa Camera e del nostro paese ha detto: la nostra linea rimane sempre quella di riempire i granai e di svuotare gli arsenali, anche in Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo dei Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Satta, al quale ricordo che ha tre minuti a disposizione. Ne ha facoltà.
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, esprimo un apprezzamento per la puntualità con la quale il Governo ha riferito, attraverso il sottosegretario per la difesa, l'amico Emidio Casula, al quale rivolgo i miei auguri di buon lavoro. Dobbiamo dire che nella tragedia vi è stata fortuna, perché non c'è da registrare, questa volta, alcun decesso, come è avvenuto in altre occasioni e per altri incidenti sui cieli della Sardegna. Infatti, se è vero che questa volta tutto si è risolto nel migliore dei modi - e facciamo gli auguri anche noi per una pronta guarigione dei piloti - è anche vero che i precedenti nei cieli della Sardegna sono molto preoccupanti, segnati da morti in diverse circostanze. Non v'è dubbio che la Sardegna è teatro, per scelte anche strategiche, di numerose esercitazioni militari che vanno ad aggiungersi al volo di numerosi velivoli civili, dato che la Sardegna conta diversi aeroporti, essendo interessata ad un movimento turistico di notevoli dimensioni, anche internazionali. Ciò, quindi, richiede maggiori garanzie ed attenzioni.
Sono certo che il Governo farà chiarezza fino in fondo su questo nuovo episodio. Pag. 83Riteniamo che dovrà essere un elemento di partenza per una rivisitazione del ruolo che la Sardegna dovrà avere in futuro. Come diceva anche il collega Palomba, occorre procedere subito all'attuazione dell'intesa Stato-regione per lungo tempo rimasta nei cassetti.
In Sardegna si avverte una nuova coscienza civica e la preoccupazione di aver dato tantissimo. La Sardegna vuole fare la propria parte ma non quella di tutti. La Sardegna vuole essere rispettata e far sì che il proprio sviluppo non sia più costantemente condizionato dalla presenza delle servitù militari.
L'attuale Governo ha la capacità e la volontà, manifestata dal ministro, di far sì che la Sardegna, finalmente, possa conoscere una nuova pagina per il suo futuro, un futuro più pacifico per la sua terra.
PRESIDENTE. Constato l'assenza del deputato Del Bue, che aveva chiesto di parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.
È così esaurita l'informativa urgente del Governo.