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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 11 - A.C. 1746-bis)
NICOLA BONO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. La ringrazio, signor Presidente.
Ieri sera, abbiamo iniziato la seduta con venti minuti di ritardo; l'onorevole La Malfa ha giustamente contestato che non fosse stato rispettato l'orario fissato per la ripresa dei lavori ed il Presidente Bertinotti ha quindi dichiarato che il caso non avrebbe costituito precedente. Invece, non soltanto il precedente è stato costituito, ma si è altresì rafforzato, dal momento che noi riprendiamo la seduta con un'ora e quindici minuti di ritardo rispetto all'orario stabilito.Pag. 43
Più grave ancora è poi che del rinvio dell'orario fissato per la ripresa in un primo momento sia stata data notizia soltanto attraverso il monitor presente in Transatlantico, sicché chi era seduto sui banchi dell'aula - ed eravamo in molti ad aspettare che iniziasse la seduta - nulla ha saputo. Dunque, Presidente, ritengo che il rispetto nei confronti dei parlamentari si manifesti anche attraverso atti formali di elementare buona educazione. Soltanto alle ore 15,40 l'aula è stata informata di un ulteriore rinvio alle ore 16, ma anche in tal caso è seguito un ulteriore slittamento. Le chiedo dunque, Presidente, anzitutto le ragioni di questi strani ritardi e quindi, atteso che non avrebbero dovuto essersi costituiti dei precedenti in ordine ai ritardi, le ragioni per le quali si siano verificati tali ulteriori manifestazioni di mancanza di rispetto nei confronti dell'Assemblea e soprattutto non si sia tenuto conto del più elementare criterio di buona educazione di informare l'aula dello slittamento dei nostri lavori.
PRESIDENTE. La ringrazio. Anche in altre occasioni, per rinvii di questa durata, sono state disposte forme di informativa analoghe a quelle cui si è fatto ricorso oggi; il ritardo è dovuto esclusivamente al prolungarsi di importanti lavori dell'Ufficio di Presidenza.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, ieri sera in aula è sorta una questione relativamente ad alcune coperture, che erano state attinte impropriamente e, a dire dello stesso Governo, transitoriamente dal FAS. La questione ha alimentato un dibattito, le cui risultanze non possono assolutamente essere eluse; noi non riusciamo a comprendere, in questa maniera assolutamente disordinata di procedere, quando e come sarà trattata la questione del Sud, del Mezzogiorno d'Italia, delle regioni d'Italia comprese nell'Obiettivo 1.
In queste giornate abbiamo visto transitare nell'aula di Montecitorio ed in Transatlantico, quasi fosse un turista per caso, il viceministro D'Antoni; per dire la verità, era qui presente prima che fosse esaminata la proposta emendativa del collega Giorgetti due giorni fa, ma poi è uscito quando la proposta è stata esaminata e «regolarmente» respinta dalla Camera. Abbiamo inoltre constatato come anche nella mattinata di oggi, allorquando qualche collega ha sollevato la questione, egli, presente in aula, non abbia fatto né parola né cenno alcuno.
Vorremmo però cercare di capire se, come e quando tale vicenda sarà definitivamente affrontata e trattata. Tra l'altro, come sappiamo tutti e come sa l'intero paese, si va ormai velocemente verso la posizione della questione di fiducia; ebbene, su un tema così fondante e fondamentale - non soltanto per il Mezzogiorno d'Italia e per gli equilibri politici, ma anche per tutto il paese - non vorremmo che la strategia del Governo consistesse in un continuo rinvio, volto proprio a non assumersi politicamente le relative responsabilità e così a non affrontare la questione nella sede propria, ovvero nell'aula parlamentare.
PRESIDENTE. Onorevole Marinello, la Presidenza può solo chiedere che il Governo, se lo ritiene, intervenga per specificare meglio i termini della questione ai fini di un'ulteriore informazione. Altrimenti, non ritenendo così il Governo, dobbiamo proseguire nel nostro esame.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, non voglio fare un riepilogo del problema sollevato durante la giornata di ieri. Ricordo al vicepresidente Sereni che in serata era stata data assicurazione, come nel pomeriggio aveva fatto il relatore Ventura, sullo svolgimento nella giornata di oggi o al massimo di domani di una sessione dedicata ai temi del FAS, del Mezzogiorno, Pag. 44del miliardo di euro tolto al bilancio della regione Sicilia e dello sviluppo. Tale impegno era stato preso e chiedo al Presidente della Commissione bilancio se sia possibile confermare quello che ieri sera ho definito un «impegno fantasma». Chiedo quindi quando ci sarà la conferma di questo impegno e della disponibilità, annunciata dal sottosegretario Letta, sulla presenza del ministro Padoa Schioppa o del ministro Bersani per potere proseguire questi lavori ed organizzare anche quelli della sessione, su cui avevamo avuto assicurazioni da parte della maggioranza e dell'opposizione. Chiedo in sostanza al Presidente della Commissione bilancio se siano stati definiti i tempi, il luogo, le modalità e quale sarà il ministro presente alla sessione ed eventualmente di comunicarlo all'aula. Infatti, siamo interessati a prepararci a quella sessione, invece che continuare ad avanzare una richiesta finora inevasa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartiani. Se intende intervenire sullo stesso argomento, forse è opportuno che egli prenda la parola per poi acquisire l'opinione della Commissione.
Prego, onorevole Quartiani, ha facoltà di parlare.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, la ringrazio, ma vorrei passare al merito dell'emendamento e riprendere il dibattito da dove lo avevamo lasciato prima di interrompere la seduta.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, vorrei rispondere all'onorevole Volontè, che chiedeva se fossero stati definiti i luoghi e il tempo dell'incontro con il ministro Bersani. Ovviamente, è pleonastico dirlo, il luogo sarà quest'aula. Per quanto riguarda i tempi, abbiamo contattato il ministro Bersani ed ora si tratta di mettere semplicemente a punto i dettagli, perché il ministro deve far conciliare tale impegno con altri che aveva assunto. Verosimilmente domani in mattinata il ministro sarà presente in aula: sto utilizzando una forma dubitativa soltanto perché stiamo ancora perfezionando i dettagli. Tale presenza dovrebbe essere prevista per la tarda mattinata, al massimo per le ore 12. Non appena ne sarò a conoscenza, magari entro la giornata di oggi, lo comunicherò e definiremo anche il tempo, che ci consentirà di approfondire le questioni sollevate.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Saglia 11.45, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 457
Astenuti 4
Maggioranza 229
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 252).
Prendo atto che l'onorevole Adolfo non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
ROBERTO VILLETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, ieri e questa mattina il gruppo della Rosa nel Pugno ha costantemente espresso voto di astensione. Lo scopo di questo nostro atteggiamento non era di tipo politico, ma unicamente rivolto a segnalare un problema di grande rilevanza come quello della ricerca e dell'università. Noi, come - penso - l'intero centrosinistra, Pag. 45consideriamo la ricerca e l'università come il futuro del paese. Ieri è stato annunciato l'impegno del Governo ad incrementare le risorse per la ricerca e per l'università per 100 milioni di euro. Nella maggioranza si è manifestato un impegno per compiere un ulteriore sforzo in questi settori chiave del nostro Paese.
Ho letto sulle agenzie una dichiarazione del vicepresidente del gruppo dell'Ulivo, l'onorevole Marina Sereni, che era molto impegnata su questo tema così rilevante. Noi abbiamo voluto riportare in quest'aula la voce e le preoccupazioni del mondo della ricerca e di quello dell'università.
È un tema che non appartiene ad un gruppo politico, ma che deve essere dominante nella discussione del Parlamento e sul quale è necessario che il centrosinistra dia un vero e proprio segnale di novità. Ci siamo anche impegnati perché da parte del Governo fosse approvato prima del 15 novembre un decreto collegato alla legge finanziaria sui temi dell'Agenda europea di Lisbona - tanto osannata, ma così poco praticata - che avrebbe dovuto fare dell'Europa l'area di maggiore eccellenza. Questa nostra richiesta non è stata accolta, ma questo non significa che su questo terreno il Governo non possa muoversi con decisione.
Vedete, la ricerca non ha la forza di tante categorie sociali. Da questo punto di vista, anzi, ha una possibilità di pressione esigua sul Parlamento. Tante volte ci troviamo a discutere emendamenti su qualche questione di categoria e il Governo e l'opposizione del momento, ovviamente, fanno a gara nel soddisfare queste esigenze. Non è così per la ricerca e per l'università. Tuttavia, di fronte a questo atto che abbiamo compiuto ho visto all'interno del centrosinistra una presa di consapevolezza di un impegno, che già lo stesso centrosinistra aveva preso e fatto proprio in campagna elettorale. Dunque, ritengo che questo nostro atto di impegno politico sia servito. Sapevamo bene che con questo atto politico non avremmo messo in crisi la maggioranza: non puntavamo a destabilizzare il Governo, ma soltanto a compiere un atto dimostrativo.
Visto che ho cinque minuti, voglio aggiungere soltanto un concetto alla fine di questa mia dichiarazione. Ho visto da banchi del centrosinistra qualche critica pungente, fuori posto e inadatta. Infatti, ognuno ha un suo comportamento politico. Non voglio polemizzare, ma ricordo una frase di Nenni, il quale affermava che «c'è sempre un puro più puro che ti epura». Nel corso di questi lavori parlamentari abbiamo mantenuto un impegno di lealtà nel centrosinistra e abbiamo alle spalle una tradizione, che molti di coloro che ci hanno criticato dovrebbero invidiarci. Da questo momento, continueremo a seguire in sintonia l'atteggiamento del relatore e del Governo (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
ALBA SASSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBA SASSO. Ringrazio l'onorevole Villetti per aver segnalato in questo momento il recupero dei fondi per l'università e per la ricerca. È in questa direzione che ha lavorato anche la VII Commissione fin dall'inizio del dibattito sulla finanziaria, quando aveva rilevato come l'università e la ricerca fossero state penalizzate non solo dal decreto sulle liberalizzazioni per il taglio ai consumi intermedi, ma anche con riferimento ai fondi per la ricerca. Il taglio ai fondi dei ministeri, infatti, andava a penalizzare gli enti di ricerca.
Quindi, credo sia stato uno sforzo di tutta l'Unione, e in particolare del ministro Mussi, quello di riuscire a porre nell'agenda politica il tema delle risorse per l'università e la ricerca.
Ma il problema è più complesso e riguarda non soltanto le risorse, ma anche le riforme di questi settori. Già nel decreto in materia fiscale il ministro Mussi aveva proposto - ed è stata approvata - un'agenzia di valutazione sulla produttività e sulla qualità del sistema universitario.Pag. 46
Credo che questa sia la misura giusta per rispondere ad una campagna di stampa che continua a rappresentare il mondo della ricerca, dell'università e della scuola come settori improduttivi che non vogliono cambiare e non vogliono migliorare la qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. È presente in tribuna una classe della scuola media statale «Giovanni Bovio» di Trani. La Presidenza e l'Assemblea rivolgono un saluto (Applausi).
LUCIO BARANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per comunicare che, anche noi, da ieri, avevamo cominciato un'astensione solidale con la Rosa nel Pugno, per sostenere tale momento nella battaglia a favore dell'università e della ricerca.
Nell'apprendere che, finalmente, hanno ottenuto l'assicurazione (ne gioiamo) che ci saranno finanziamenti per l'università e la ricerca, anche noi, ovviamente, ritorniamo sui nostri passi ed iniziamo a votare contro questa manovra economica, che non è equa e che non porta allo sviluppo.
L'unico risanamento riguarda le casse dello Stato contro le tasche dei cittadini. Quindi, ritorniamo alla decisione iniziale.
PRESIDENTE. L'intervento dell'onorevole Villetti si è articolato in realtà come una dichiarazione di voto.
Il mio suggerimento è quello di riprendere l'esame dell'emendamento Fugatti 11.47, sul quale avevano chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garagnani e l'onorevole D'Agrò.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, la collega Sasso si è ricollegata all'intervento dell'onorevole Villetti, facendo affermazioni più o meno condivisibili, ma sicuramente collegate alle osservazioni dall'onorevole Villetti.
Vorrei precisare che questa ritrovata armonia all'interno della coalizione per il reperimento di ulteriori fondi per la ricerca non può prescindere da una valutazione di fondo, ossia che la situazione di crisi dell'università italiana non è stata assolutamente risolta da questo Governo con le sue prime iniziative, né è stato affrontato il problema della qualità dell'immissione dei docenti.
Credo di dover ribadire quanto ha compiuto il Governo precedente a proposito del concorso unico a livello nazionale e di un'ulteriore rivalutazione dei criteri per l'immissione in ruolo dei docenti, degli aiuti e degli assistenti.
Non possiamo affrontare il tema della ricerca, che ci trova solidali, senza affrontare l'argomento di fondo, ossia quello della diversificazione dell'intervento dello Stato in una materia così importante quale quella dell'università, della ricerca scientifica e della riforma della scuola secondaria.
Fino a che vi sarà il monopolio statale in questi settori, la spesa globale che graverà sullo Stato, pari a circa il 96,97 per cento del bilancio del Ministero della pubblica istruzione, impedirà ogni seria ricerca di fonti alternative di finanziamento per la ricerca scientifica ed universitaria.
Credo che mai come in questo momento si imponga la necessità di una rivisitazione di tali meccanismi. Non basta aver allocato alcune risorse ed avere reperito alcuni finanziamenti senza porsi il problema del perché l'università italiana si trova costantemente alle prese con tali problemi. Vi sono migliaia di insegnamenti a livello universitario con un solo studente o poco più. Dunque, si impone un processo di razionalizzazione, di scelta, di graduazione del livello di intervento dello Stato a favore del corpo docente.
Non sono soddisfatto come il collega Villetti perché i problemi permangono. Al di là della panacea trovata per ricomporre una coalizione particolarmente eterogenea Pag. 47anche in una materia delicata come questa, i problemi gravi dell'università denunciati dai rettori permangono tutti nella loro intatta gravità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Questo è il secondo intervento fuori tema. Hanno chiesto di parlare anche gli onorevoli D'Agrò e Mario Pepe. La preghiera è davvero...
MARIO PEPE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Presidente, vorrei pregarla di delegare i deputati segretari a controllare le tessere di votazione, soprattutto nell'ala sinistra dell'emiciclo.
FRANCESCO PIRO. Perché, in quella destra no?
MARIO PEPE. Vedo che i segretari non sono in aula. Posso farlo io questo lavoro, signor Presidente (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani)...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la Presidenza è certa che, iniziando le votazioni, vi sarà il massimo della correttezza in aula.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, c'è ipocrisia nell'azione del gruppo de La Rosa nel Pugno relativamente alla decisione astenersi. Rispetto al recupero sui tagli, di fatto, vi sono ancora circa 70 milioni da recuperare nella ricerca. Vorrei soltanto ricordare che nella scorsa legislatura su questo tema siamo stati inchiodati per giorni e diffamati perché avevamo messo a nudo i limiti dell'università e dei centri di ricerca italiani. Se questi non sono provvedimenti spot per ricompattare una maggioranza che non c'è più, non so proprio cosa dire.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Filipponio Tatarella. Ne ha facoltà.
ANGELA FILIPPONIO TATARELLA. Signor Presidente, vorrei dire che è falso che si sia fatta una vera correzione sull'università: 100 milioni di euro non compensano affatto il minimo indispensabile per il fondo di finanziamento ordinario, non straordinario. Il discorso è molto lungo e io ho poco tempo a disposizione. Vorrei dire che, con riguardo alla decantata agenzia, non vedo tutta questa rivoluzione, se non quella di aver eliminato due agenzie che, a detta del ministro Mussi, funzionavano ed averle sostituite con questa. Non so quale sia il guadagno per l'università e non so cosa dovrebbe valutare, visto che all'università nulla è stato dato.
ELIO VITO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, anche se apprezzo la sua responsabilità istituzionale, credo che non possiamo procedere alle votazioni in assenza dei segretari di Presidenza.
So che ci sono tanti segretari, tutti impegnati, soprattutto quelli della maggioranza, nella nobile missione di «salvare» il compagno Caruso nella riunione dell'Ufficio di Presidenza, però essi hanno anche il dovere istituzionale di assicurare la regolarità delle votazioni dell'Assemblea.
Il regolamento prevede la presenza obbligatoria di due segretari di Presidenza e credo, Presidente, che non possiamo procedere alle votazioni in loro assenza.
PRESIDENTE. Non essendovi altri interventi sull'emendamento Fugatti 11.47, dovremmo ora passare ai voti. L'ipotesi che avevo avanzato era quella di un voto ispirato al senso di responsabilità di tutti noi. I segretari sono impegnati nella riunione dell'Ufficio di Presidenza, che sta per terminare ma, se lei insiste nella sua Pag. 48richiesta, è necessario sospendere i lavori in attesa della conclusione di tale riunione.
ANTONELLO FALOMI. Si può anche sospendere la riunione dell'Ufficio di Presidenza!
PRESIDENTE. Ciò non è nella nostra possibilità. Da parte mia, posso solo rappresentare al Presidente della Camera la situazione che si sta manifestando in questi termini in aula.
Sospendo quindi la seduta in attesa della conclusione della riunione dell'Ufficio di Presidenza.
La seduta, sospesa alle 16,40, è ripresa alle 17.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI
PRESIDENTE. Invito i colleghi a prendere posto in aula.
Dobbiamo procedere alla votazione dell'emendamento Fugatti 11.47.
Se nessuno chiede di parlare...
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, capisco che lei debba mettere in votazione l'emendamento Fugatti 11.47; però, dato che vi è stata una sospensione improvvisa dei lavori senza che si sia stabilito esattamente quando la seduta sarebbe ripresa, la pregherei di pazientare il tempo necessario per permettere ai colleghi di rientrare in aula. Essendo infatti la seduta sospesa, i colleghi erano ben autorizzati ad uscire nella sala antistante. La pregherei quindi di pazientare qualche minuto. La ringrazio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, veramente...
PRESIDENTE. Mi correggo: l'onorevole Evangelisti non interviene a titolo personale. Prego, ha facoltà di parlare.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, non è affatto in discussione il modo corretto, egregio ed autorevole con cui lei presiede i lavori dell'Assemblea. Mi permetto solamente di chiedere di verificare se gli Uffici siano stati attivati per segnalare ai deputati all'esterno l'imminenza di votazioni in Assemblea con il sistema elettronico.
PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, gli Uffici mi confermano che i colleghi sono stati avvertiti della ripresa della seduta. Io avrei comunque atteso il rientro dei deputati in aula prima di chiudere la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fugatti 11.47, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato sì 221
Hanno votato no 266).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 11.48. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, l'emendamento presentato da me rafforza gli strumenti a disposizione degli enti locali e delle regioni per il controllo degli adempimenti tributari, anche in chiave di supporto alla partecipazione all'accertamento dei tributi erariali. Viene inoltre Pag. 49colmata la asimmetria non giustificata circa i poteri a disposizione dei diversi soggetti preposti alla gestione della riscossione coattiva a norma delle leggi vigenti. In particolare, l'articolo 35, commi 25 e 26, del decreto-legge n. 223 del 2006, attribuisce ai dipendenti di Riscossione S.p.a. e delle società da questa partecipate, ai soli fini della riscossione mediante ruolo, alcune facoltà dirette ad agevolare le attività di riscossione medesime. Poiché Riscossione S.p.a. e soprattutto le società dalla stessa partecipate agiscono sul mercato della gestione dei servizi di liquidazione ed accertamento, nonché di riscossione delle entrate degli enti locali in regime di concorrenza, esigenze di parità di trattamento e di non discriminazione impongono che le stesse facoltà siano attribuite agli enti locali stessi ed ai soggetti diversi da questi incaricati a norma delle leggi vigenti, cioè equiparare tali soggetti agli enti locali.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 11.48, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 499
Astenuti 2
Maggioranza 250
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 272).
Ricordo che l'emendamento Osvaldo Napoli 11.49 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 506
Maggioranza 254
Hanno votato sì 280
Hanno votato no 226).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gianfranco Conte 11.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 500
Astenuti 3
Maggioranza 251
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 266).
Prendo atto che gli onorevoli Buontempo e Borghesi non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Osvaldo Napoli 11.02.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, con questo articolo aggiuntivo si ritiene necessario eliminare il termine «esclusivamente» dal testo in esame, in quanto oltre a limitare notevolmente la portata della revisione normativa intrapresa, l'attuale formulazione introduce di fatto il concetto di attività economica a carattere parzialmente commerciale, sostanzialmente non dimostrabile né opponibile sulla base di fatti certi. Non appare nemmeno sufficiente che il comune, o qualsiasi altro ente impositore, dimostri, in sede di accertamento, l'uso largamente prevalente ai fini commerciali dell'immobile, con la conseguenza che permane invariato il rischio di evidente lesione dei principi di Pag. 50pari trattamento fiscale di attività a medesimo contenuto economico, paventato a proposito della formulazione introdotta nella precedente legislatura.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Osvaldo Napoli 11.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 510
Maggioranza 256
Hanno votato sì 235
Hanno votato no 275).
Prendo atto che l'onorevole Lion non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo atto altresì che l'onorevole Buontempo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Osvaldo Napoli 11.03.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, al comma 1 sono riportati diversi interventi di semplificazione nella disciplina del prelievo. In particolare, con la lettera a) viene abolito il riferimento alla rendita presunta, ormai ingiustificato in quanto l'autodichiarazione Docfa (documenti informatico-catastali) è il veicolo generale di prima attribuzione di rendita a cura degli stessi titolari. Viene inoltre esplicitata, nella lettera b), la coincidenza tra dimora abituale e residenza anagrafica, che corrisponde alla definizione del Codice civile, e comunque può essere contraddetta sulla base di fatti certi dal cittadino in qualsiasi momento della gestione tributaria.
La forte riduzione del potere d'acquisto delle retribuzioni, registrata in questi ultimi anni in concomitanza con l'introduzione dell'euro, ha reso evidente la necessità di ricalibrare le agevolazioni e l'imposizione sulla base di valori reali e non più solo nominali, consentendo almeno in parte, per quelle che sono le competenze dell'ente locale, di avere strumenti normativi per venire incontro all'evidente necessità sociale di aumentare le soglie del beneficio.
L'ampliamento della facoltà di manovra sulle deduzioni e detrazioni d'imposta permette ai comuni una più marcata personalizzazione dell'imposizione locale, in grado di meglio tener conto della situazione dei soggetti debitori, nonché una maggiore capacità di adeguamento delle agevolazioni alla mutevole situazione sociale. Le disposizioni sui versamenti dell'imposta sono armonizzate con le previsioni già inserite nel decreto Bersani.
Nell'ottica di semplificazione dei rapporti con i contribuenti, la norma introduce il differimento del versamento dell'imposta da parte degli eredi in caso di decesso del soggetto passivo, analogamente a quanto previsto per gli altri tributi, in tal modo colmando una lacuna propria dell'ordinamento dell'ICI. Inoltre, sono espressamente considerati validi i versamenti tempestivamente eseguiti a comune diverso da quello competente, adottando il principio di semplificazione e di riconoscimento della buona fede nei rapporti con il contribuente dettato dalla legge n. 212 del 2000. Le disposizioni (ormai obsolete) sugli scambi informativi sono snellite e rinnovate. Infine, i termini per il versamento di quote richieste con avvisi di accertamento sono uniformati a 60 giorni, come da sempre accade per la generalità dei tributi e le altre entrate locali e statali.
Con il comma 2, viene integrata la norma del cosiddetto decreto Bersani relativa all'attuazione dell'abolizione dell'obbligo di dichiarazione e comunicazione dell'ICI: è necessario armonizzare le esigenze residue di mantenimento dell'obbligo di dichiarazione, opportunamente uniformate su tutto il territorio nazionale, in quanto il nuovo sistema di circolazione delle informazioni catastali potrebbe non Pag. 51essere applicabile a taluni casi di trasferimento di proprietà o di revisione delle caratteristiche immobiliari con la dovuta tempestività. Con tale misura, gli uffici comunali eliminerebbero un carico di ore lavorative che potrebbero essere destinate ad altre attività, con vero vantaggio per l'efficienza degli uffici medesimi. Grazie, signor Presidente.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Osvaldo Napoli.
Saluto la delegazione di cittadini italo-americani presente in tribuna e guidata dal signor Joseph Sciame, già presidente dell'associazione Sons of Italy in America (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Osvaldo Napoli 11.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 508
Maggioranza 255
Hanno votato sì 235
Hanno votato no 273).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sui subemendamenti presentati all'articolo aggiuntivo 11.0600 della Commissione.
Avverto che non saranno posti in votazione i subemendamenti Baldelli 0.11.0600.9, 0.11.0600.10 e 0.11.0600.12, in quanto aventi carattere formale. Tali proposte emendative potranno essere prese in considerazione ai fini del coordinamento formale del testo.
Onorevole relatore, prego, ha facoltà di parlare.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, il parere della Commissione è contrario su tutti i subemendamenti presentati all'articolo aggiuntivo 11.0600 della Commissione. Raccomando, ovviamente, l'approvazione dell'articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
GIANFRANCO CONTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, nella giornata di ieri, avevamo sollecitato l'esame dell'articolo aggiuntivo Giudice 10.01, chiedendo, peraltro, che esso fosse riferito al comma 22 dell'articolo 11. Ciò non è avvenuto, né abbiamo aperto una discussione su un argomento che ha molto interessato anche il Comitato dei nove stamani.
Vorrei capire come si voglia procedere in relazione a tale argomento (se lo si voglia trattare ora oppure in seguito). Per la verità, come ho detto, l'articolo aggiuntivo in parola andava riferito ai commi 22 e seguenti dell'articolo 11, ma non ne abbiamo trovato traccia.
PRESIDENTE. Onorevole relatore, la invito ad esprimere il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo Giudice 10.01, accantonato nella seduta di ieri.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, riterrei opportuno che si esaminassero ora l'articolo aggiuntivo 11.0600 della Commissione ed i relativi subemendamenti, per poi riprendere l'esame dell'articolo aggiuntivo accantonato.
PRESIDENTE. Sta bene.
Avverto che, della serie di subemendamenti a scalare da Leone 0.11.0600.8 a Leone 0.11.0600.4, porrò in votazione il primo, il terzo e l'ultimo.
Passiamo ai voti.Pag. 52
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Leone 0.11.0600.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 273).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Leone 0.11.0600.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 509
Maggioranza 255
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 272).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Leone 0.11.0600.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 509
Votanti 508
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato sì 236
Hanno votato no 272).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Baldelli 0.11.0600.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 518
Votanti 501
Astenuti 17
Maggioranza 251
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Leone 0.11.0600.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 520
Votanti 501
Astenuti 19
Maggioranza 251
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 276).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Leone 0.11.0600.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 508
Votanti 492
Astenuti 16
Maggioranza 247
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 272).Pag. 53
Prendo atto che il deputato Fitto non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Leone 0.11.0600.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 522
Votanti 503
Astenuti 19
Maggioranza 252
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Leone 0.11.0600.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 528
Votanti 509
Astenuti 19
Maggioranza 255
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Leone 0.11.0600.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 528
Votanti 507
Astenuti 21
Maggioranza 254
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 282).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Leone 0.11.0600.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 522
Votanti 500
Astenuti 22
Maggioranza 251
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Leone 0.11.0600.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 519
Votanti 498
Astenuti 21
Maggioranza 250
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 276).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Leone 0.11.0600.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 54
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 520
Votanti 501
Astenuti 19
Maggioranza 251
Hanno votato sì 221
Hanno votato no 280).
Prendo atto che il deputato Vichi non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Leone 0.11.0600.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 520
Votanti 501
Astenuti 19
Maggioranza 251
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 281).
Prendo atto che il deputato Vichi non è riuscito a votare.
Avverto che della serie di subemendamenti a scalare da Mario Pepe 0.11.0600.23 a Mario Pepe 0.11.0600.24 porrò in votazione il primo, l'intermedio e l'ultimo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Mario Pepe 0.11.0600.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 526
Votanti 521
Astenuti 5
Maggioranza 261
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 280).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Mario Pepe 0.11.0600.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 527
Votanti 525
Astenuti 2
Maggioranza 263
Hanno votato sì 245
Hanno votato no 280).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Mario Pepe 0.11.0600.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 527
Votanti 524
Astenuti 3
Maggioranza 263
Hanno votato sì 245
Hanno votato no 279).
Passiamo al subemendamento Leone 0.11.0600.1. Pag. 55
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
Colleghi, per favore. Prego, onorevole Conte.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, il problema posto dalla proposta emendativa della Commissione, soprattutto per quanto previsto dal comma 2, è che, a fronte di un principio generale, cioè quello di sostenere le associazioni che operano in manifestazioni di particolare interesse storico, artistico e culturale, la cifra indicata è, per così dire, simbolica, ovvero cinque milioni di euro. Affrontando la questione sotto il profilo strettamente sperimentale, il concetto è giusto, ma, al di là dell'esiguità della cifra messa a disposizione, non è condivisibile lasciare al Ministero dell'economia e delle finanze l'individuazione dei soggetti che ne avrebbero diritto. Sarebbe opportuno che questo principio fosse espresso in una norma che sostenga le attività di tutte quelle associazioni culturali che si impegnano nelle manifestazioni di carattere storico, artistico e culturale. Per questo motivo, con questo subemendamento si intende togliere al Ministero dell'economia e delle finanze la facoltà di individuare i soggetti destinatari di questi cinque milioni, lasciando allo stesso la competenza sulla definizione di linee guida che dovrebbero portare, poi, all'individuazione delle modalità e del complesso dei soggetti interessati. Riteniamo che questa formulazione sia in prospettiva più ampia e meglio aderente a quella che è la necessità rappresentata dall'emendamento della Commissione e invitiamo il relatore e il Governo a rivedere il proprio parere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Leone 0.11.0600.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 515
Maggioranza 258
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 273).
Passiamo al subemendamento Mario Pepe 0.11.0600.29.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani - Proteste del deputato Leone).
Colleghi, per favore. Prego, onorevole Conte.
GIANFRANCO CONTE. Questo subemendamento, che ha la stessa logica del precedente, sul quale sono intervenuto, è volto a portare a dieci milioni l'onere previsto per il ministero. Parliamo del Ministero della solidarietà sociale: quale maggiore solidarietà, rispetto alle necessità di sostenere tutte quelle persone che, gratuitamente, ogni giorno, si occupano di valorizzare le tradizioni culturali, storiche e artistiche del nostro paese?
Ci sembra un subemendamento degno di attenzione, anche rispetto all'esiguità della somma richiesta. Pertanto, da parte del relatore, che vedo interessato ad argomenti di diversa caratura, e del rappresentante del Governo vorremmo una maggiore attenzione rispetto a questo subemendamento; e vorremmo, se possibile, condividerlo con l'intera maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Mario Pepe 0.11.0600.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 56
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 521
Votanti 520
Astenuti 1
Maggioranza 261
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 277).
Passiamo alla votazione del subemendamento Garavaglia 0.11.0600.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, la Lega sostiene questa iniziativa di supporto ad associazioni «che operano per la realizzazione o che partecipano a manifestazioni di particolare interesse storico, artistico e culturale, legate agli usi ed alle tradizioni delle comunità locali». È evidente che un'iniziativa del genere non può che trovare il nostro sostegno.
Per questo motivo, con questo subemendamento, chiediamo un innalzamento della cifra messa a disposizione, da 5 a 7 milioni di euro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Garavaglia 0.11.0600.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 519
Votanti 518
Astenuti 1
Maggioranza 260
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Garavaglia 0.11.0600.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 279).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 11.0600 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, riprendo gli interventi svolti dal collega Gianfranco Conte, perché mi sembrano significativi per spiegare all'Assemblea una differenza sostanziale che, in qualche modo, si afferma in questo disegno di legge finanziaria e che trova in questo articolo aggiuntivo una spiegazione - mi scusi, onorevole Ventura - di stampo filosofico.
Il Governo di centrodestra aveva approvato una norma generale che consentiva a tutte le pro loco d'Italia di godere di un trattamento fiscale diverso, dal giorno successivo alla sua entrata in vigore. Con questo articolo aggiuntivo la maggioranza propone un trattamento fiscale diverso per tutte le associazioni che operano per la realizzazione o partecipazione a manifestazioni di particolare interesse storico, artistico e culturale: sembrerebbe una norma positiva. Ho chiesto alla maggioranza perché non avesse esteso a queste associazioni la norma sulle pro loco contenuta nella legge finanziaria dell'anno scorso. In realtà, questa disposizione è diversa, ed è diversa come molti altri articoli di questo disegno di legge finanziaria; solo che, in questo caso, è più facile capirne la logica. Voi non aprite questo beneficio a tutte le associazioni, ma solo ad alcune. Quali? Quelle che individuerà il Ministro dell'economia e delle finanze con un decreto.Pag. 57
In altri termini, con questo disegno di legge finanziaria non cercate di introdurre principi generali, ma introducete principi, che spacciate come generali, lasciando la possibilità ad alcuni ministri di sottogestirli.
Pertanto, non godranno di questo vantaggio tutte le associazioni, ma solo alcune, che saranno segnalate possibilmente dalla maggioranza al ministro, il quale le inserirà nel decreto. In tal modo, si rende ingiusta una norma che avrebbe avuto un aspetto positivo. Essa andrà a privilegiare gli amici di questa maggioranza, a discapito di altre associazioni con uguali diritti e con uguale storia, ma che probabilmente non troveranno la sponsorizzazione in qualche partito o qualche persona autorevole appartenente a questa maggioranza.
Questo articolo aggiuntivo, anche se si riferisce ad una questione piccola, è significativo. In tutta la finanziaria troviamo norme di questo tipo, che sarebbero condivisibili se fossero generali, ma che, essendo particolari o sottoposte poi a un decreto applicativo, cioè alla discrezionalità del singolo ministro o della maggioranza, diventano insostenibili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, la lettura di questo articolo aggiuntivo fa veramente capire che siamo di fronte ad una cosiddetta norma «mancia», inserita cioè per permettere la discrezionalità assoluta di concedere benefici. Mi richiamo alla discussione che si è svolta questa mattina. Altro che benefici o aggravio di imposte per chi, in maniera anche marginale, affianca alle attività religiose o sociali anche la possibilità di avere un piccolo introito! Qui si tratta di dare benefici ad associazioni che operano per la realizzazione o che partecipano a manifestazioni di particolare interesse storico, artistico e culturale, legate alle tradizioni delle comunità locali, che sono equiparate ai soggetti esenti dall'imposta sul reddito delle società. Si tratta di benefici che il Parlamento decide di dare al buio, non sapendo quali siano le associazioni, quale tipo di ragione sociale, di statuto, di credibilità o serietà abbiano, da quando si siano costituite, cioè se possano avere questi finanziamenti. Deciderà il Governo - mi sembra di capire - senza neanche il parere del Parlamento, contrariamente a quanto avviene per l'otto per mille, per il quale il Governo propone, ma il Parlamento dispone. Tutti sappiamo - per la mia esperienza di questi cinque anni di Governo - che la proposta dell'otto per mille, che arrivava nelle Commissioni parlamentari, veniva largamente rimaneggiata con il contributo delle Commissioni, che molte volte cambiavano le indicazioni che venivano da parte del Governo.
Qui non c'è neanche un passaggio parlamentare e quindi c'è la discrezionalità assoluta su chi sia il soggetto che percepirà questi benefici, su quando questo soggetto si sarà costituito, magari ad hoc - magari si costituirà sulla base di questa norma - su come verranno stilate le graduatorie. Allora, venendo dall'Emilia Romagna, conosco abbastanza bene questo modo di fare: si trasforma la certezza del diritto e lo stesso Parlamento, che dovrebbe fissare parametri, limiti e ambiti dei diritti dei cittadini e delle associazioni, a favore di una discrezionalità assoluta, per cui chi è contiguo o amico del potere politico avrà il contributo, chi non è contiguo o vicino o subalterno al potere politico non lo avrà.
È un sistema di legiferare assolutamente sbagliato, non degno di una legge nazionale, che inserisce ulteriori elementi di degrado e di clientelarismo. Si farà inevitabilmente della clientela, perché poi si dirà - questo è un altro sistema che conosciamo molto bene - che i fondi a disposizione sono solo 5 milioni di euro, mentre coloro che hanno chiesto il contributo magari saranno - i comuni italiani sono 8 mila - migliaia. E chi sarà il beneficiario? Chi in graduatoria arriverà primo! E chi la fa la graduatoria? Chi deciderà quelli che in graduatoria saranno premiati e quelli che invece non lo saranno? Sulla base di quali considerazioni Pag. 58sarà dato il contributo? Chi stabilirà se queste manifestazioni o queste associazioni abbiano una validità culturale tale da garantire loro il diritto ad un contributo? Quando? Dove? Come?
Non si può legiferare in questa maniera, veramente avvilente. Chiedo quindi - anche perché immagino che probabilmente non sia stato sufficientemente valutato dalla Commissione - che sia ritirato questo articolo aggiuntivo, che apre una serie di interrogativi che, secondo me, anche la Corte dei conti non potrà non porsi (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Alleanza Nazionale).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 17,35)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.0600 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 513
Votanti 510
Astenuti 3
Maggioranza 256
Hanno votato sì 295
Hanno votato no 215).
Prendo atto che il deputato Balducci ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto esprimere un voto favorevole. Prendo atto altresì che il deputato Cirielli ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto esprimere un voto contrario. Prendo atto infine che il deputato Pini non è riuscito a votare.
Chiedo al relatore, onorevole Ventura, se ritenga opportuno proseguire nei nostri lavori con l'esame dell'articolo 12 oppure riprendere l'esame dell'articolo aggiuntivo riferito all'articolo 10, accantonato nella seduta di ieri.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, ritengo che l'Assemblea possa senz'altro riprendere l'esame dell'articolo aggiuntivo Giudice 10.01.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Ventura.
(Ripresa esame dell'articolo aggiuntivo riferito all'articolo 10 - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Riprendiamo quindi l'esame dell'articolo aggiuntivo Giudice 10.01 (Vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis sezione 3).
Ricordo che la Commissione e il Governo hanno espresso parere favorevole, a condizione che fosse accolta la seguente riformulazione: aggiungere alla fine dell'articolo aggiuntivo le parole «salvo prova contraria».
Prendo atto che i presentatori dell'articolo aggiuntivo in esame accolgono la riformulazione proposta dalla Commissione e dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Giudice 10.01, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 509
Votanti 506
Astenuti 3
Maggioranza 254
Hanno votato sì 475
Hanno votato no 31).
Prendo atto che i deputati Incostante e Pini non sono riusciti a votare ed avrebbero Pag. 59voluto esprimere voto favorevole. Prendo atto altresì che i deputati Zanella, Balducci e Lion avrebbero voluto esprimere un voto favorevole.
(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C.1746-bis sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Garavaglia 12.1 e 12.2 e Moffa 12.3; il parere è invece favorevole sugli identici emendamenti Oliva 12.4 e Giudice 12.5.
La Commissione esprime inoltre parere contrario sull'articolo aggiuntivo Zanetta 12.01.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Garavaglia 12.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, i comuni ritengono che la compartecipazione dinamica all'IRPEF sia indispensabile per garantire agli enti locali risorse finanziarie certe, costanti e stabili nel tempo. Si ritiene che la compartecipazione dinamica all'IRPEF debba partire dall'anno 2007, in primo luogo perché l'avvio previsto a partire dal 2008, con base imponibile di riferimento 2006, farebbe registrare il primo incremento nel 2009, quindi non avrebbe senso inserire nella finanziaria 2007 una compartecipazione che produrrebbe i suoi effetti solo nel 2009; in secondo luogo la compartecipazione all'IRPEF può costituire uno stimolo per i comuni ad adottare politiche di sviluppo locale, tese ad incrementare la produttività del territorio di competenza, che possano determinare l'espansione della base imponibile e quindi del gettito totale IRPEF.
Soprattutto, in base a quanto stabilito dalle norme attualmente vigenti in materia di contabilità generale dello Stato, la legge finanziaria deve contenere esclusivamente norme dirette a realizzare effetti finanziari a decorrere dall'anno a cui si riferisce il bilancio di previsione in discussione. In altri termini, il passaggio dal 2007 al 2008 vi pone un interrogativo. Ebbene, colleghi della maggioranza, parlate tanto di piena disponibilità al federalismo fiscale: certamente, questo non è federalismo fiscale, ma nient'altro che un passo all'indietro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, l'emendamento che il gruppo della Lega Nord Padania ha proposto tende a sopprimere l'articolo 12 del provvedimento all'esame. Tale articolo prevede una compartecipazione comunale all'IRPEF. In pratica, si prevede che, a partire dall'anno 2008, ai comuni sarà assegnata la quota del 2 per cento dell'IRPEF raccolta sul territorio. Tuttavia, si prevede anche che, a decorrere dall'anno 2009, la quota variabile dell'IRPEF, cioè l'incremento del gettito compartecipato che sarà raccolto sul territorio, sarà devoluta per finalità perequative e di sviluppo economico. In pratica, a partire dall'anno 2009, la quota variabile non rimarrà sul territorio ma sarà ripartita per finalità perequative e di sviluppo. Noi riteniamo che questa sia una forma di federalismo sbagliata, che si tratti di un federalismo «strabico». Se parliamo di quota di compartecipazione all'IRPEF, tutta quella quota, sia quella fissa, sia quella variabile, deve rimanere a Pag. 60quel comune o ente locale, altrimenti, come ha affermato il collega che mi ha preceduto, si torna indietro. Ritengo che, se le quote di imposta sul reddito che dovrebbero rimanere sul territorio - questo è il federalismo fiscale di cui tanto si parla in quest'Assemblea e del quale tanto abbiamo sentito parlare da parte la maggioranza - fossero destinate, nei fatti, a finalità perequative e di sviluppo economico, si tornerebbe sempre al solito «calderone» del quale, da tanti anni si sta parlando all'interno di questa Assemblea e nel nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per svolgere una considerazione. Nessuno pensi che, con questo articolo 12, stiamo applicando il federalismo fiscale, che è altra cosa. Con questo disegno di legge finanziaria si prevede che, nel 2007, per i comuni non cambierà alcunché e che, dal 2008, essi avranno una compartecipazione al gettito IRPEF del 2 per cento ma, contestualmente, saranno ridotti i trasferimenti dello Stato nella misura del 2 per cento. In altri termini, avremo un maquillage di bilancio: per i comuni, ciò che oggi si definisce trasferimento dello Stato domani si chiamerà compartecipazione all'IRPEF. Ci sarà soltanto una diversa classificazione del bilancio. A partire dal 2009, ci sarà un dato diverso. Infatti, una parte dell'incremento, dello sviluppo dell'IRPEF sul territorio, dovrebbe rimanere nel territorio, fatto salvo un valido principio di perequazione. Ancora una volta, questo significa che la quota di gettito che rimarrà sul territorio sarà molto bassa, mentre i trasferimenti si ridurranno ancora. Alla fine, per i comuni non ci sarà alcun trasferimento, ma soltanto una variazione di capitolo di entrata.
Affermo questo perché non vorrei che questo articolo 12 bloccasse un processo di evoluzione verso il federalismo fiscale, che è stato attuato nella scorsa legislatura ed ha portato alla redazione di uno studio redatto dall'alta commissione. Tale studio costituisce una buona base per l'attuazione del vero federalismo fiscale, che passa non soltanto attraverso una modifica dell'IRPEF ma anche attraverso l'IRAP e vere tasse di scopo, che non sono quelle che saranno introdotte da questo disegno di legge finanziaria. Lo dico perché è importante che tutti abbiano la consapevolezza che, con questo articolo, non stiamo certamente attuando il federalismo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 12.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 510
Votanti 509
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 275).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Garavaglia 12.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, con il presente emendamento proponiamo la soppressione del comma 3 dell'articolo 12.
Come già accennato in precedenza, avete avuto la decenza di non denominare questo articolo 12 come attuazione del federalismo fiscale, ma banalmente come compartecipazione comunale all'IRPEF. Quindi, invece di trasferimento dallo Stato, si parla di compartecipazione: se non è zuppa è pan bagnato!Pag. 61
Il comma 2 prevede che una parte fissa sia definita sulla base della ricchezza prodotta nel paese. La stessa cifra viene poi ridotta nei trasferimenti. Ciò vuol dire che se a titolo di compartecipazione il 2 per cento dell'IRPEF del comune di Firenze fa 100, gli si conferisce 100 e gli si toglie 100 di trasferimenti. In definitiva, il comma 2 è assolutamente ininfluente.
Invece, il comma 3 appare peggiorativo, in quanto prevede che, per la parte successiva, l'aumento del gettito, invece di essere lasciato tutto al comune, come sarebbe logico, sia ridistribuito: in primo luogo, sulla base di criteri decisi dal ministro dell'interno; in secondo luogo, di concerto con il ministro degli affari regionali (su questo si potrebbe convenire); in terzo luogo, sentita la Conferenza Stato-città e autonomie locali. Al solito, non si capirà niente, passeranno gli anni e non cambierà quasi nulla.
Cos'è il federalismo fiscale? Da noi si usa dire: «Articolo quinto, chi ha in mano i soldi ha vinto!». Ciò vuol dire che il comune si dovrà tenere le tasse che gli spettano, poi si discuterà della percentuale che questo dovrà lasciare agli enti superiori: questo è il federalismo fiscale! Se non si fa così, si prende in giro la gente!
Oltretutto, con questo meccanismo si prevede che, nei criteri di riparto, i ministri e la suddetta Conferenza dovranno considerare le finalità perequative, tenendo conto anche della spesa storica. Quindi, più i comuni sono stati spendaccioni, più saranno premiati. Inoltre, si terrà conto anche dell'esigenza di promuovere lo sviluppo economico. Siamo alle solite, siccome il nord è più sviluppato, avrà somme minori, mentre ne avranno di maggiori le altre aree!
La Lega non è contraria alla solidarietà a livello nazionale, ma vuole sapere esattamente quanto costa tutto ciò. Se una percentuale resta ai comuni, occorre definire quanto dovrà essere attribuito agli enti superiori. Questo è federalismo fiscale, quello che prevedete voi è una «bufala», come si dice a Roma (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, dichiaro di voler sottoscrivere sia l'emendamento in esame, sia l'emendamento Moffa 12.3.
L'articolo 12 è veramente scandaloso, in quanto non dà nulla alle amministrazioni comunali. Nella prima parte si stabilisce che vi è una compartecipazione del 2 per cento; pertanto, i comuni virtuosi godranno di tale compartecipazione, ma vedranno ridotto nella stessa misura il fondo a loro destinato.
Nell'articolo 12 è passata questa specie di «spada di Damocle». Occorre sopprimere il comma 3 di tale articolo, come si propone attraverso l'emendamento, se si vuole far sì che i comuni siano virtuosi e abbiano la volontà di compartecipare nel combattere l'evasione fiscale che tanto vi sta a cuore; diversamente, se un comune divenisse virtuoso, combattesse l'evasione fiscale, ottenesse una maggiore entrata, alla fine ad esso sarebbe tolta la compartecipazione al gettito IRPEF, mentre i criteri di riparto dovrebbero essere stabiliti negli anni a venire con la spada di Damocle delle finalità perequative. In queste condizioni, per quale motivo dovrebbe essere virtuoso, cercare di combattere l'evasione, se poi tutto questo lavoro andrà a finire a favore di comuni spendaccioni, che non fanno nemmeno parte di quelli che compartecipano al gettito IRPEF?
L'articolo 12 è scandaloso: lo avete proposto in attesa del riassetto organico del sistema di finanziamento in attuazione del Titolo V, che però non avete attuato. Con tale emendamento siete lontani mille miglia dall'attuazione di un federalismo vero. State disincentivando quei sindaci che intendono in qualche modo compartecipare con voi all'individuazione dell'evasione, fate di tutto perché vi sia uno spreco di risorse, tant'è vero che, alla fine, sempre per difendere i vostri amici e amichetti, prevedete criteri di riparto che devono primariamente tenere conto della finalità perequativa (cioè, premiare quelli Pag. 62che non hanno amministrato bene) e dell'esigenza di promuovere lo sviluppo economico!
Su questo non ci stiamo, signor Presidente, amici della maggioranza: mettiamoci veramente, almeno noi del nord, nella carreggiata giusta, votando a favore di questi due emendamenti in esame, che faranno certamente aumentare di molto la compartecipazione all'IRPEF, ma faranno anche sì che i comuni diventino più virtuosi e abbiano bilanci certamente migliori (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Russo. Ne ha facoltà.
FRANCO RUSSO. Presidente, noi voteremo contro questi emendamenti soppressivi per due motivi molto semplici. Per quanto riguarda il primo, non intendevo prendere la parola, ma, ascoltando il collega della Lega, sono rimasto, se non meravigliato, abbastanza turbato. Colleghi e colleghe della Lega, siamo cittadini e cittadine italiani o, al più, cittadini e cittadine europee ed è abbastanza strano pensare che siamo nuovamente nel Medioevo dei comuni, dove comunque vi era una maggiore democrazia di quanta voi presupponete che debba esservi all'interno dei nostri comuni.
Non siamo più un'organizzazione separata, divisa...
ANDREA GIBELLI. Sei un comunista!
ROBERTO COTA. Stalin!
PRESIDENTE. Colleghi, lasciate parlare l'onorevole Russo.
FRANCO RUSSO. Noi siamo cittadini di uno Stato nazionale. Voi vorreste farci tornare veramente a qualcosa di pre-Ottocento, cioè al Medioevo. Collega, riguardo al problema che lei ha posto in termini di carità, quando ha affermato che siete disposti anche a dare qualcosa (perché non è che non siete cristiani, quindi volete dare qualcosa), lei deve ricordare che siamo guidati da una Costituzione, che all'articolo 119 (glielo rileggo perché probabilmente lo ha perso di vista) afferma: «I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome» - e siamo d'accordo - «Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri» - e siamo ancora d'accordo - «in armonia con la Costituzione...» (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), cioè a dire garantendo i diritti universali della persona.
Dunque, noi, quando paghiamo le tasse, lo facciamo per garantire dei servizi universali alla persona! (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani).
FEDERICO BRICOLO. Sei un comunista!
FRANCO RUSSO. L'articolo 119 della Costituzione - ho concluso, Presidente - stabilisce ancora: «...e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario». In conclusione, non siamo persone, che sono separate l'una dall'altra, ma che convivono nello stesso Stato (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Vorrei rivolgere una domanda all'onorevole Franco Russo, perché quando di coerenza si ferisce, si rischia di perire. Infatti, se siamo tutti italiani, se siamo tutti europei e se la cassa è comune, perché questa finanziaria è piena - mi consenta il termine - di «marchette» localistiche pensate per i vostri amici, partendo da questa città e da Veltroni? Non siamo tutti amici (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)?
PRESIDENTE. Non è il caso di continuare il dialogo!
Pag. 63FRANCO RUSSO. La democrazia è il compromesso tra gli Stati sociali!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, noi non accettiamo lezioni di democrazia dagli eredi di Stalin (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
FRANCO RUSSO. Buffone!
PRESIDENTE. Capisco che, a quest'ora, in quest'aula vi sia sempre qualche pericolo: quindi, controlliamoci tutti!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, vorrei ricordare ai colleghi della sinistra radicale che loro hanno approvato il titolo V della Costituzione, nel quale lo Stato è all'ultimo posto! Prima vengono regioni, comuni e province. Quindi, sono stati loro a fare riforme sbagliate (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania - Dai banchi dei deputati del gruppo Rifondazione comunista-Sinistra Europea si grida: No!)!
PRESIDENTE. Inviterei i colleghi a contenere le manifestazioni di consenso e di dissenso.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 12.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 516
Votanti 515
Astenuti 1
Maggioranza 258
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 277).
Prendo atto che il deputato Pini non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Moffa 12.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 515
Maggioranza 258
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 276).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Oliva 12.4 e Giudice 12.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Romano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, gli emendamenti, che chiedo peraltro di sottoscrivere, si rifanno a quanto disposto dall'articolo 60 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, che prevede l'istituzione dell'IRAP, dell'addizionale IRPEF ed il riordino della disciplina dei tributi locali.
In relazione all'attribuzione alle province del gettito d'imposta sulle assicurazioni contro la responsabilità civile, derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, è stabilito che le regioni a statuto speciale e le province autonome provvedano, in conformità ai rispettivi statuti, all'attuazione delle relative disposizioni statali, in cui sono stati contestualmente disciplinati i rapporti finanziari tra lo Stato, le autonomie speciali e gli enti locali, al fine di mantenere il necessario equilibrio finanziario.
Poiché la compartecipazione comunale all'IRPEF, prevista dall'articolo 12, si accompagna ad una riduzione di gettito a carico della regione siciliana, nonché ad una riduzione dei trasferimenti erariali destinati ai comuni, far dipendere l'attuazione Pag. 64del meccanismo compartecipativo per regioni a statuto speciale e province autonome da provvedimenti deliberati da questi ultimi, che assicurino, nei rapporti finanziari tra Stato, autonomie speciali e comuni, il necessario equilibrio finanziario, appare congruo anche per dar corso alla sentenza della Corte costituzionale n. 138 del 1999, che dichiara legittimo l'articolo 60 della legge n. 446 del 1997.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Oliva 12.4 e Giudice 12.5., accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
(Presenti 515
Votanti 513
Astenuti 2
Maggioranza 257
Hanno votato sì 505
Hanno votato no 8).
Prendo atto che l'onorevole Buontempo non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni voto l'onorevole Filippi. Ne ha facoltà.
ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, la Lega Nord è contraria all'articolo 12, come esposto molto bene dal collega onorevole Fugatti, che ha espresso considerazioni sull'intero articolo, e Garavaglia con riferimento al comma 3.
Anche in seguito a ciò che è successo poc'anzi con i colleghi della sinistra, volevo fare chiarezza sulla questione, dopodiché ognuno può pensare a proprio modo, però facciamo un attimo di chiarezza e capiamoci.
Il comma 1 inizia testualmente con questo presupposto: «In attesa del riassetto organico del sistema di finanziamento delle amministrazioni locali in attuazione del federalismo fiscale di cui al Titolo V [...]», ma il resto dell'articolo va nella direzione opposta ai principi del federalismo fiscale.
Se siamo tutti d'accordo che il punto di arrivo debba essere il federalismo fiscale, perché prevedere un regime transitorio, che va esattamente nella direzione opposta? Se si è in buona fede, si è sbagliato a formulare l'articolo e, allora, non dovremmo avere problemi a riformularlo o a correggerlo. Se, invece, non si è in buona fede, ciò deve emergere in modo palese e lo si deve dire ai cittadini. Ognuno se ne assuma la responsabilità e dica di essere a favore del federalismo fiscale, facendo in modo di attuarlo, oppure dica di essere contrario, ma facciamo chiarezza! Altrimenti, è facile fare applausi da circo, ma, in questo modo, si prendono in giro gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 524
Votanti 523
Astenuti 1
Maggioranza 262
Hanno votato sì 288
Hanno votato no 235).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Zanetta 12.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo pone l'attenzione Pag. 65ai problemi della montagna e, in particolare, alla conservazione dei fabbricati tradizionali, che hanno una valenza culturale, adibiti all'agricoltura ma non più adibiti alla stessa funzione.
Essi hanno l'obbligo dell'accatastamento e, quindi, sono soggetti all'ICI. Il mio articolo aggiuntivo intende dare la facoltà ai comuni di esentare dal versamento dell'ICI questi fabbricati.
Credo che, se questo articolo aggiuntivo venisse approvato - successivamente vi sono anche proposte emendative della Lega nord in tal senso -, faremmo una cosa interessante per salvaguardare il patrimonio tradizionale delle nostre montagne (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, intervengo a nome del gruppo della Lega Nord per aggiungere la mia firma a questo articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, oltre a chiedere di aggiungere la mia firma a questo articolo aggiuntivo, vorrei ricordare che il problema dei piccoli comuni di montagna è drammatico.
La V e la VIII Commissione stanno discutendo una riedizione della legge sui piccoli comuni, che era stata approvata da questa Camera nella precedente legislatura, proprio in funzione della preoccupazione che l'abbandono dei piccoli comuni, in particolare di montagna, determini anche un degrado del territorio e un problema di difesa ambientale.
Pertanto, credo che l'articolo aggiuntivo Zanetta 12.01 sia da sostenere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo 12.01 dell'onorevole Zanetta, in quanto lo ritengo molto pregevole per il significato economico e sociale che esso riveste.
Non dobbiamo dimenticare che i territori montani sono gradualmente sempre più spopolati, perché non c'è un'economia sufficiente. Questo è un piccolo sostegno molto significativo affinché piccole frazioni, che testimoniano un'identità, una storia e una cultura antichissime del nostro paese, in qualche maniera continuino ad esistere (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo in oggetto e per riflettere sul tema in questione.
Mi rivolgo al rappresentante del Governo: stiamo discutendo di entità economiche irrisorie, perché in ogni comune di montagna esistono certamente alcune situazioni particolari, ma non si tratta di un'enormità. Quindi, si parla di cifre relativamente modeste in capo alla contabilità dello Stato piuttosto che dei comuni.
Vorrei rivolgermi all'intera Assemblea, magari un po' stanca, e alla sensibilità di ognuno di voi, in particolare della maggioranza, affinché non si lasci infastidire dal fatto che questa proposta provenga dall'opposizione. Come nella giornata di ieri è stato accolta con entusiasmo una proposta emendativa di un esponente della maggioranza, per una questione non tanto di par condicio, quanto di reciproca sensibilità, chiedo l'attenzione anche da parte dei colleghi della maggioranza su questo specifico argomento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.
Pag. 66MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo Zanetta 12.01, senza ripetere le motivazioni dei colleghi, che faccio mie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indico...
IDA D'IPPOLITO VITALE. Presidente, chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Sta bene. Dunque, revoco l'indizione della votazione e do la parola per dichiarazione di voto, a titolo personale, all'onorevole D'Ippolito Vitale. Ne ha facoltà.
IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, la ringrazio doppiamente per aver revocato l'indizione della votazione e per avermi dato la possibilità di esprimere la condivisione, naturalmente attraverso la richiesta di sottoscrizione dell'emendamento al nostro esame, delle ragioni che sono state rappresentate.
I comuni rurali sono una realtà molto diffusa nel nostro paese. È una realtà che riguarda il nord del paese, come il centro e il sud. Io appartengo ad una regione in cui sono numerosi i piccoli comuni. Quindi, l'iniziativa di evitare la tassazione per quelle unità immobiliari che possano definirsi rurali significa, di fatto, mantenere identità, storia, memoria, tradizioni e cultura nelle varie regioni del paese. Significa anche aprire magari delle prospettive per un utilizzo ed un investimento di tipo diverso (penso, naturalmente, all'agriturismo e al turismo nella sua accezione più generale) proprio in quella realtà. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Zanetta 12.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 511
Maggioranza 256
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 274).
Prendo atto che l'onorevole Vietti avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis sezione 5).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione accetta l'emendamento 13.500 del Governo ed esprime parere contrario su tutti gli altri emendamenti presentati all'articolo 13.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 13.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 67
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 520
Maggioranza 261
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 13.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 516
Votanti 514
Astenuti 2
Maggioranza 258
Hanno votato sì 236
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.500 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 527
Votanti 522
Astenuti 5
Maggioranza 262
Hanno votato sì 301
Hanno votato no 221).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 13.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, devo richiamarmi a quanto detto dal viceministro Visco ieri, a New York. L'ho già detto questa mattina, ma lo ripeto. Visco ha detto: speriamo che qualche comune fallisca. In merito a questo emendamento, rimango estremamente perplesso - lo dico sempre ai colleghi della maggioranza - anche perché si è parlato in questi giorni di affidare il catasto ai comuni. L'emendamento in discussione si propone una revisione dell'articolo 13 di questo disegno di legge finanziaria, che considera acquisito il mantenimento della responsabilità statale sul processo di revisione generale degli estimi e dei valori catastali, ma restituisce ai comuni poteri di classamento e revisione puntuale, che sono inscindibili dall'acquisizione di funzioni non meramente ausiliarie. Allora, permettetemi, onorevoli colleghi, sottosegretario Grandi: parlate di passaggio del catasto ai comuni, ma non date ai comuni stessi le funzioni per poter operare nel catasto. Ma come si fa a dire che date funzioni agli enti locali senza poi dare ai medesimi l'opportunità di operare? È lo stesso aspetto ricordato in precedenza dal collega Galletti: continuate a trasferire competenze ai comuni, senza dare agli stessi una contropartita finanziaria, ossia si continuerà a far pagare le tasse due volte; una presso lo Stato centrale ed un'altra presso l'ente locale periferico. È impossibile continuare su questa strada! I comuni, piccoli o grandi che siano - e lo dico al collega Realacci che, nella scorsa legislatura, aveva presentato una proposta di legge sui piccoli comuni -, saranno obbligati sempre ad applicare una tassazione superiore a quella che praticano oggi. Da una parte, li si illude che si trasferiscono loro competenze e risorse economiche, da un'altra parte, li si colpisce continuamente, dando ad essi l'imposizione fiscale per coprire i fabbisogni e per pareggiare i propri bilanci. Onorevoli colleghi della maggioranza, amministratori della maggioranza, vi invito nuovamente: pensateci, siate più amministratori comunali che politici! È ciò che vi chiedono i vostri amministrati, nei vostri paesi. Lasciate stare Prodi e Padoa Schioppa e pensate agli interessi locali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
Pag. 68
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 13.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 511
Maggioranza 256
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 280).
Prendo atto che il deputato Leddi Maiola non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 13.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 507
Maggioranza 254
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 277).
Prendo atto che il deputato Leddi Maiola non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bosi 13.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 509
Votanti 507
Astenuti 2
Maggioranza 254
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 516
Votanti 513
Astenuti 3
Maggioranza 257
Hanno votato sì 290
Hanno votato no 223).
(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis sezione 6).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate all'articolo 14, ad eccezione dell'emendamento 14.500 del Governo, per il quale esprime parere favorevole nel testo che sarà a breve riformulato dal rappresentante del Governo. Ricordo che gli emendamenti Osvaldo Napoli 14.9 e 14.10 sono assorbiti.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore. Per quanto riguarda l'emendamento 14.500 del Governo, la riformulazione è la seguente: al comma 3, terzo periodo, dopo le parole Ministro dell'economia e delle finanze» aggiungere le seguenti: «attraverso criteri Pag. 69definiti previa consultazione con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative».
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il relatore accetta la riformulazione proposta.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti D'Agrò 14.1 ed Armosino 14.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armosino. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA ARMOSINO. Signor Presidente, signori del Governo, colleghi, invito l'Assemblea a riflettere molto bene sulla portata degli emendamenti che sono ora al nostro esame: si tratta, in sostanza, del trasferimento del catasto ai comuni. Ebbene, solo taluni comuni - quelli di grandi dimensioni - sono in grado di svolgere queste funzioni: la stragrande maggioranza di essi, che costituisce l'ossatura dell'Italia, non è invece in grado di farlo. Le persone che dovranno essere trasferite dal catasto ai comuni sono oltre undicimila. Mi risulta non ci sia stata alcuna consultazione con le associazioni dei lavoratori del catasto che, anzi, sembrano in procinto di scendere in sciopero. Vorrei citare un altro caso, che fu sperimentale, di trasferimento del catasto in un piccolo comune, quello di Montichiari: se si va a vedere il numero di unità di personale addetto a quelle funzioni rispetto all'analogo numero di unità di personale addetto a livello centrale per abitanti, si troverà che si sta parlando di tre volte tanto. Pertanto, non solo non stiamo risolvendo un problema, ma stiamo creando degli aggravi. Tutto ciò mentre la nostra Agenzia del territorio sta lavorando per istituire le funzioni catastali in Russia o quando, a ben vedere, l'Inghilterra di Blair conserva centralizzata la gestione del catasto medesimo. Pertanto, vi invito, se non fosse altro per la sensibilità che dite di avere a fronte dei dipendenti trattati come valigie, ad approvare questi emendamenti soppressivi dell'articolo 14.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pedrizzi. Ne ha facoltà.
RICCARDO PEDRIZZI. Signor Presidente, mi associo alle argomentazioni svolte dalla collega Armosino, argomentazioni suffragate anche dall'indagine conoscitiva che fu svolta durante la scorsa legislatura dalla Commissione finanze e tesoro del Senato. Nelle audizioni che furono svolte emerse chiaramente, in particolare da parte dei rappresentanti dei piccoli comuni, che non sarebbero stati in grado di assolvere a queste funzioni. Nello stesso tempo, anche l'audizione degli uffici centrali dell'Agenzia del territorio confermò che solamente una parte dei grandi comuni sarebbe stata in grado di assolvere questi compiti. Mi sembra quindi veramente importante, essendo in gioco la vita di alcune migliaia di dipendenti, che siano consultate le associazioni di categoria ed i sindacati. Invito pertanto ad esprimere un voto favorevole su questi identici emendamenti soppressivi dell'articolo 14.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, l'articolo in esame mira ad organizzare l'esercizio delle funzioni catastali da parte degli enti locali. Ebbene, al riguardo non posso far altro che riportare l'esperienza concreta realizzata in provincia di Milano, dove già sono state istituite diverse agenzie del territorio che cominciano ad avere funzioni catastali. Due anni fa, era stato sostenuto che questo non avrebbe comportato nuovi costi, perché il personale, da Milano, si sarebbe trasferito in queste agenzie territoriali. Ebbene, non si è trasferita neanche una persona!
I comuni associati hanno dovuto assumere del personale e pagare per avviare l'attività di queste agenzie territoriali (pagare per uffici, affitti, consumi, eccetera). Pertanto, come già ricordato in precedenza, questa misura onestamente non funziona. Allora, delle due l'una: o vengono Pag. 70davvero concesse le risorse, come correttamente ricordava poc'anzi il collega Osvaldo Napoli - allora con le risorse è possibile fare tutto -, altrimenti, se vengono assegnate delle competenze - neanche tutte in maniera organica - e si è obbligati ad attivare dei servizi, è necessario che gli enti locali mettano mano al portafoglio e paghino per tali servizi.
Pertanto, l'ipotesi migliore sarebbe sopprimere questa misura e intervenire, piuttosto, a livello di organizzazione facendo funzionare meglio queste attività, anche ricorrendo a mezzi informatici a livello di trasmissione dati.
Chiedete testimonianza ai vostri colleghi che vivono in provincia di Milano, dove questo esperimento è già partito male, e avrete conferma di tutto ciò. Semplicemente, si tratta di costi aggiuntivi per i comuni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, quanto affermato dai colleghi Armosino e Pedrizzi corrisponde all'assoluta verità. Desidero far rilevare che effettivamente si presentano alcuni problemi: prima di trasferire eventualmente ai comuni le rendite, sarebbe opportuno verificare che queste siano effettivamente rappresentative del reddito. Si tratta di un'operazione che potrebbe essere ricondotta all'attuale struttura del catasto. Infatti, se questa funzione fosse demandata ai comuni già domani, vi sarebbe un aumento, ancora una volta, della base imponibile dell'ICI, con forte aggravio per le famiglie.
In sostanza, oltre ai costi aggiuntivi che la comunità dovrebbe sopportare e ai problemi rilevati dai colleghi, vi sarebbe anche un ulteriore aggravio sulla casa, determinato dalla necessità di dare una nuova rappresentatività del reddito, come previsto dalla stessa legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Martinello. Ne ha facoltà.
LEONARDO MARTINELLO. Signor Presidente, mi associo a quanto affermato in precedenza dai colleghi. Se il trasferimento ai comuni è un aspetto positivo, che va nella direzione del decentramento, è evidente però che già il precedente Governo aveva tentato un'ipotesi del genere, che non è stato possibile realizzare. Le motivazioni sono diverse.
Anzitutto, il personale delle agenzie delle entrate o del catasto non vuole spostarsi. Quindi, bisogna prima normare questa procedura. Attualmente, non vi è stata alcuna trattativa sindacale in tal senso e ciò è grave. In secondo luogo, è stato dimostrato che in alcune esperienze, come si citava prima, si registrano maggiori oneri per i comuni, che devono prevedere altre entrate e costi a carico dei dipendenti. Inoltre, soprattutto i piccoli comuni non sono organizzati per far fronte a ciò e quindi riterrei opportuno votare a favore di questi emendamenti soppressivi dell'articolo 14.
PRESIDENTE. Invito i colleghi ed evitare assembramenti nei pressi del tavolo del Comitato dei nove.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, colleghi, quando il disegno di legge finanziaria in esame provvede in ordine al personale da assumere, cinque vanno a casa e se ne può prendere alle dipendenze uno! Inoltre, dite di voler assumere i precari, ma operate un taglio alla spesa corrente di 2 miliardi e 500 milioni! Come possono, i comuni, pagare il personale con simili tagli?
Signor viceministro Visco, lei ha auspicato in questi giorni il fallimento dei comuni. È vero: «mal comune, mezzo gaudio», ma il fallimento maggiore è il suo, quando, da ministro, è passato a viceministro. Corregga l'articolo in esame, altrimenti rischia di fare, la prossima volta, il sottosegretario...!
PRESIDENTE. Onorevole Osvaldo Napoli, implicitamente, lei ha fatto comunque Pag. 71un augurio alla coalizione avversaria (Applausi)...!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Peretti. Ne ha facoltà.
ETTORE PERETTI. Signor Presidente, i miei colleghi hanno già illustrato l'importanza del sistema catastale nel nostro paese.
Le transazioni di carattere immobiliare hanno notevole importanza sia dal punto di vista economico sia da quello fiscale. Va da sé, però, che a tale importanza devono corrispondere certezza, precisione e tempestività. È proprio questo, invece, che è difficile ottenere nel nostro paese: il trasferimento di funzioni è avvenuto sulla carta, ma non nella realtà, perché al trasferimento delle competenze non è seguito il trasferimento delle risorse.
Questa è la certificazione del fallimento del federalismo costituzionale e del federalismo fiscale. Nel nostro paese, il federalismo è una bufala! Non è nelle corde del centrosinistra ed è...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ETTORE PERETTI. ...irrealizzabile praticamente, considerata la centralizzazione del debito pubblico.
Pertanto, tutte queste iniziative...
PRESIDENTE. Grazie...
ETTORE PERETTI. ...si risolvono in un sonoro fallimento!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Holzmann. Ne ha facoltà.
GIORGIO HOLZMANN. Signor Presidente, signori esponenti del Governo, onorevoli colleghi, premetto che provengo da una provincia nella quale il sistema catastale e tavolare è diverso rispetto al resto d'Italia. Tuttavia, aderendo anche alle osservazioni formulate dai colleghi che mi hanno preceduto, ritengo che il trasferimento alle amministrazioni comunali di competenze così complesse dal punto di vista gestionale ed organizzativo comporti, nel tempo, una serie di problemi di ordine gestionale.
Sappiamo che i comuni maggiori hanno dotazioni di personale tali da far fronte a tutte le esigenze amministrative (o quasi) e che la struttura burocratica delle amministrazioni comunali minori e con un numero minore di abitanti è, invece, ridotta all'osso (il che crea difficoltà già nell'esercizio delle competenze ordinarie). Quindi, ritengo...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIORGIO HOLZMANN. ...che trasferire questa competenza alle amministrazioni comunali in maniera indiscriminata, senza distinguere tra comuni grandi e piccoli, possa comportare serie difficoltà di attuazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti D'Agrò 14.1 e Armosino 14.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 501
Maggioranza 251
Hanno votato sì 236
Hanno votato no 265).
Informo l'Assemblea che, secondo quanto stabilito a seguito della Conferenza dei presidenti di gruppo, dovremmo ora dar luogo ad una breve pausa dei nostri lavori, considerata la prevista prosecuzione in tarda serata.
Tuttavia, è maturata un'intesa tra i gruppi per una diversa articolazione dei lavori, nel senso di proseguire nelle votazioni sul disegno di legge finanziaria fino alle ore 20 e, quindi, dopo una pausa, Pag. 72iniziare la discussione sulle linee generali del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di intercettazioni, con l'impegno di concluderla entro la serata.
Alla luce di tale intesa, non si darà luogo a sospensione fino alle ore 20. Considerato che, al termine delle votazioni, è convocato l'Ufficio di Presidenza, la discussione sulle linee generali avrà inizio, dunque, alle 21.
Fino alle 20 proseguiremo con le votazioni sul disegno di legge finanziaria; dalle 20 alle 21 si riprenderanno i lavori dell'Ufficio di Presidenza e alle 21 riprenderanno i lavori dell'Assemblea con la discussione sulle linee generali del disegno di legge di conversione del decreto-legge riguardante le intercettazioni telefoniche.
RICCARDO PEDRIZZI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCARDO PEDRIZZI. All'inizio di questa seduta pomeridiana, l'onorevole Bricolo aveva chiesto un'informativa del Governo sullo stato di applicazione della legge Bossi-Fini; ciò, a seguito di quell'increscioso episodio di violenza subito da una donna veneta.
Chiederei alla Presidenza di farci sapere quando il Governo sarà disponibile ad adempiere a tale richiesta. Tra l'altro, andrebbe fatto anche un bilancio di tutto ciò che è accaduto durante la scorsa estate, che ha visto abbattersi sulle nostre coste un flusso corrispondente a diverse migliaia di immigrati extracomunitari.
Quindi, signor Presidente, gradirei una risposta da parte sua e del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Il Governo è già stato avvertito, e lo abbiamo anche sollecitato al riguardo; appena avremo una risposta, in tempi rapidi la comunicheremo all'Assemblea.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 14.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 492
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 262).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 14.500 del Governo, nel testo riformulato.
Avverto che, dall'eventuale approvazione dell'emendamento 14.500 del Governo, risulteranno preclusi i seguenti emendamenti: Misuraca 14.4, Garavaglia 14.5, Paolo Russo 14.6, Osvaldo Napoli 14.7, 14.9, 14.10, 14.11 e 14.12, Marras 14.8 e Alberto Giorgetti 14.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, è ovvio che approvare questo emendamento vuol dire, di fatto, approvare l'articolo e andare, sostanzialmente, contro ciò che noi pensiamo; stiamo parlando, infatti, di un articolo da sopprimere, da non votare.
Signor Presidente, questa finanziaria, rispetto al tema del catasto, introduce, sostanzialmente, tante modifiche. A nostro avviso, la somma di queste modifiche corrisponde ad un aumento di confusione per permettere poi di scaricare sugli enti locali la responsabilità del mancato gettito che questa vostra operazione dovrebbe garantire. Quindi, sostanzialmente, si dà la colpa a qualcun altro circa il non funzionamento della macchina statale.
Qualche articolo fa abbiamo discusso, in particolare in Commissione, riguardo alle modifiche apportate al sistema del Pag. 73catasto. Tra queste è compresa, addirittura, l'autodenuncia per ciò che concerne la modifica dei redditi dominicali. Per capirci, la vecchietta in possesso di un appezzamento di terreno di 1.000 metri deve dichiarare essa stessa i nuovi dati catastali, il nuovo classamento, attraverso un'agenzia del territorio, la quale comunicherà poi con il catasto e così via. Non saremo più in grado di avere un catasto con dati credibili.
Avremo un aggiornamento dei redditi dominicali, quindi più tasse. È stato poi introdotto un altro articolo riguardante il nuovo classamento dei fabbricati rurali. Anche in questo caso avremo, indirettamente, un aumento di imposizione fiscale attraverso la revisione degli estimi catastali.
Con questo articolo, invece, trasferiamo competenze ai comuni. La riformulazione rimette in piedi anche il trasferimento ai comuni piccoli. Trasferiamo nuovamente competenze ai comuni, che entro novembre dovranno cominciare ad occuparsi di catasto, dimenticando le risorse ed il personale.
Pensiamo veramente - mi rivolgo al Governo e al relatore - che un dirigente o un funzionario del catasto di Milano - per non chiamare in causa Padova o Venezia - accetti di trasferirsi per poter dar manforte all'unione dei comuni o alla comunità montana di Asiago? Stiamo parlando di un trasferimento di 100 chilometri: chi vuole andare a lavorare in un altro luogo? Diamo per certo che quella persona rifiuterà una proposta del genere.
Lo diceva prima un collega: questa operazione è già fallita. Se vogliamo che il sistema funzioni, dobbiamo garantire tempi adeguati perché si metta in moto, economie per la formazione del personale e, soprattutto, risorse importanti, affinché, almeno per la fase transitoria, lo smantellamento di parte del catasto centrale corrisponda al funzionamento di parte del catasto periferico. Non fare tutto questo vuol dire ingolfare il meccanismo, decidere, a priori, che esso non funzionerà e, alla fine, dare la colpa, fin da oggi, ai comuni, accusandoli di non essere in grado di far funzionare le modalità delle competenze che sono state loro demandate. Si dice loro: le vostre risorse non ci sono, perché voi non sapete usare la macchina che vi abbiamo affidato. Ma, colleghi, è una macchina ingolfata in partenza, senza benzina e vecchia arrugginita, e gli autisti che operano nelle sedi centrali non accetteranno mai di guidare macchine nuove assegnate alla periferia. Presidente di Commissione, relatore, questo articolo va cassato. Fallisce in partenza, è finto, è un modo solo per dire, tra qualche mese, ai comuni: voi siete responsabili del fallimento di quello che voi chiamate decentramento e noi vorremmo chiamare federalismo. È un modo per ingessare il sistema; è una bugia anticipata per creare problemi sul territorio. Dovete, invece, voler bene al territorio. I comuni sono la parte terminale della nostra dinamica di Governo. Si fa il male dei cittadini se, di fatto, si decide di creare problemi, in maniera, in qualche modo, nascosta.
In tale articolo, non solo imponete nuove tasse, ma create anche nuova burocrazia e la troppa burocrazia viene considerata un problema da tutti i cittadini. Ebbene, credo che approvando questo emendamento e l'articolo 14 facciamo del male al territorio, in quanto andiamo a creare nuova burocrazia, nuovi impicci, nuovi lacci e laccioli. Presidente, relatore, colleghi, bocciamo questo articolo! Già il catasto non funziona, per cortesia, non facciamo di peggio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, mi associo alle considerazioni dei gruppi e dei partiti del centrodestra che hanno già lanciato un appello al raziocinio invitando a fermarsi e a non continuare su questa strada, che andrà a creare enormi problemi alla pubblica amministrazione, agli enti locali e, soprattutto, ai cittadini. Voglio aggiungere una considerazione. L'unicità del sistema e Pag. 74dei criteri che regolano il catasto è fondamentale, in quanto collegata alle transazioni immobiliari, al sistema fiscale e impositivo. Avremo un sistema per il quale, da zona a zona, da associazione di comuni ad associazione di comuni, potranno scattare procedure, applicazioni, efficienze di natura e di livello diversi. Tutto questo è fortemente irresponsabile e va a creare problemi, soprattutto in capo ai cittadini e agli utenti del servizio, non solo in capo alla finanza locale e ai comuni. Dopo aver assistito a grandi, anche meritevoli, tentativi della pubblica amministrazione di potenziare gli uffici del catasto e del territorio, per renderli, anche grazie all'informatica, più efficienti e più pronti, ottenendo quindi importanti risultati, si va a ricreare un marasma proprio in questo delicatissimo terreno. Vi inviterei a pensarci bene e a non cadere in un ideologismo che, in questo caso, è assolutamente ingiustificabile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.500 del Governo, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato sì 269
Hanno votato no 220).
Prendo atto che l'onorevole Forlani non è riuscito a votare.
Risultano pertanto preclusi gli emendamenti Misuraca 14.4, Garavaglia 14.5, Paolo Russo 14.6, Osvaldo Napoli 14.7, 14.9, 14.10, 14.11 e 14.12, Marras 14.8 e Alberto Giorgetti 14.13.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Armani 14.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
PIETRO ARMANI. Presidente, chiedo di parlare!
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 502
Maggioranza 252
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 279).
PIETRO ARMANI. Presidente, avevo chiesto di parlare per dichiarazioni di voto sul mio emendamento!
PRESIDENTE. Onorevole Armani, avevo già dichiarato aperta la votazione. Mi scuso, ma non potevo darle la parola. Se intenderà intervenire per dichiarazione di voto sull'articolo 14, le darò subito la parola.
Passiamo alla votazione dell'articolo 14.
Onorevole Armani, intende intervenire per dichiarazione di voto?
PIETRO ARMANI. No, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, lei non aveva ancora aperto la votazione quando l'onorevole Armani ha chiesto di intervenire: si stava sbracciando da cinque minuti! Ma può succedere (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)...
Pag. 75PRESIDENTE. Onorevole Crosetto, può succedere a tutti, soprattutto a chi presiede l'Assemblea, di non vedere un collega che chiede di parlare. Quando ho sentito la voce dell'onorevole Armani, la votazione era già aperta, mi creda!
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, non stavo aspettando le sue spiegazioni, ma che finissero i mugugni.
Onorevoli colleghi, non siamo cattivi: ci disegnano così, direbbe Jessica Rabbit. Ognuno, nell'esame della finanziaria, svolge il suo ruolo.
Prima, il collega Zorzato - così come hanno fatto gli altri colleghi - ha chiarito il significato dell'articolo 14. Si tratta di un'altra «zeppa» che il Governo - mi dispiace sia uscito dall'aula il viceministro Visco - mette allo sviluppo del paese.
In sintesi, abbiamo letto sui giornali che l'esercizio delle funzioni catastali vengono demandate ai comuni. Ma se si legge l'articolo 14, si capisce l'idea di decentramento di questo Governo. Viene data ai comuni la possibilità di gestire una parte del catasto; nel contempo, chi ha sempre gestito il catasto, continua a farlo. Non esiste alcun tipo di organizzazione al mondo in cui una funzione si delega in parte, e chi la svolgeva prima continua a farlo.
Ciò ha un unico scopo, e lo spiegava benissimo il collega Zorzato: raddoppiare la spesa. Infatti, tutti coloro che finora hanno gestito il catasto continueranno a farlo, e si attribuisce ai comuni un compito che comporterà nuove assunzioni. Il tutto nell'ambito di una indeterminatezza che costringerà il cittadino a rivolgersi una volta al comune e, un'altra volta, agli enti che hanno il potere di determinare le rendite (che sono i dati che interessano). Ciò comporterà un aumento di costi per lo Stato e una disorganizzazione complessiva.
Riteniamo che il combinato disposto degli articoli 13 e 14 abbia come unico scopo - ciò è incredibile! - quello di complicare totalmente la gestione delle funzioni catastali in questo paese.
Come lei sa, sottosegretario Grandi, in alcune aree del paese siamo indietro di vent'anni sulla determinazione delle rendite catastali e sugli identificativi catastali; e questa norma bloccherà totalmente l'accatastamento di queste zone. Infatti, leggendo gli articoli 13 e 14 non si capisce più a chi spetti, ad esempio, la competenza sugli edifici che da vent'anni aspettano l'accatastamento: all'agenzia del territorio o all'ente locale? Quindi, applicando questa norma, con riferimento ad alcune aree del paese, verrà meno, per i prossimi anni, la possibilità di determinare per alcuni immobili l'identificativo catastale. Tali compiti, successivamente all'approvazione degli articoli 13 e 14, non spetteranno né al comune né all'ente che chiamiamo con il vecchio nome di catasto, creando un'assurdità normativa che probabilmente, dopo sei mesi, sarete costretti a correggere.
Sarebbe stato molto meglio prendere atto degli emendamenti soppressivi presentati dall'opposizione e degli emendamenti che propongono di correggere almeno alcuni commi di questi articoli. Ciò per non trovarsi, tra sei mesi, nella stranissima necessità di prendere atto che queste norme non servono, che creeranno, probabilmente, cinquecento o mille posti di lavoro inutili e che non consentiranno assolutamente né ai comuni né alle agenzie del territorio di gestire gli immobili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Peretti. Ne ha facoltà.
ETTORE PERETTI. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per dichiarare il voto contrario dell'UDC sull'articolo 14. Le funzioni catastali sono importanti nella vita economica e sociale del paese - importanti dal punto di vista economico e dal punto di vista fiscale -, però lo sono se vengono svolte con certezza, tempestività e precisione. Il trasferimento di funzioni catastali dallo Stato ai comuni dovrebbe aumentare l'efficienza ma, invece, qui ci sembra che tale trasferimento, come il trasferimento di altre funzioni importanti dallo Stato centrale alle autonomie locali, diventi un pasticcio e una complicazione Pag. 76per la vita dei cittadini e delle imprese.
Questa è la certificazione della difficoltà che ha il Governo nel dare certezze sulla corrispondenza tra la competenza che viene trasferita agli enti locali e le risorse. Questa è anche la testimonianza dell'idea di federalismo costituzionale e fiscale che questo Governo e questa maggioranza hanno.
È la certificazione del fallimento di ogni tentativo di trasferire nel nostro paese effettive funzioni di federalismo fiscale costituzionale.
Quindi, ribadiamo il voto contrario dell'UDC sull'articolo 14.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, la Lega Nord Padania voterà contro questo articolo, perché questa modalità di trasferimento delle funzioni catastali è ambigua e pessima.
Spesso si parla di federalismo ma non lo si abbina mai all'altro concetto paritetico, che deve andare in parallelo al federalismo, ovvero il principio di sussidiarietà. Le funzioni devono sì essere devolute verso il basso, ma con raziocinio. Bisogna devolvere le funzioni verso il basso in modo che l'ente sia in grado di svolgerle. In questo modo voi trasferite alcune funzioni - in sostanza le rogne - ai comuni, ma non date loro le risorse per svolgerle, mentre lo Stato si trattiene alcune funzioni, anche quelle più importanti, tipo il classamento definitivo.
È una operazione schizofrenica, confusa, che non comporta un reale trasferimento; oltretutto, viene venduta dal Governo e dalla maggioranza come un'operazione che porterà soldi in più nelle casse dei comuni!
Sicuramente, porterà subito la necessità di fare nuove assunzioni, quindi costi in più, oltretutto con il blocco delle assunzioni. Quindi, di fatto, ci sarà un gran caos: non si potranno attivare queste funzioni.
Teniamo conto che nell'ultimo pacchetto di emendamenti del Governo - facendo un conto della serva - ci sono circa 7.500 assunzioni in più, a vario titolo; è evidente che in questo modo la spesa pubblica va a farsi benedire!
Noi saremmo d'accordo a riorganizzare il catasto per farlo funzionare bene, perché funzionava bene con il Regno lombardo-veneto, con il catasto teresiano. Ancora oggi, in Lombardia e in Veneto, lavoriamo sulle mappe fatte da Maria Teresa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Possibile che dobbiamo sempre andare indietro anziché andare avanti? Sarebbe il caso di organizzare bene le cose che ci sono, invece di inventarsi cose nuove che faranno solo caos e costituiranno solo costi in più per gli enti locali (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misuraca. Ne ha facoltà.
FILIPPO MISURACA. Signor Presidente, faccio questo intervento a futura memoria. Ovviamente, l'Assemblea adesso approverà l'articolo 14, ma è giusto che i colleghi, che mi sembrano molti distratti, sappiano che con questo decentramento gli agricoltori si vedranno tartassati per quanto riguarda il catasto. È ovvio che questa è un'imposta che i comuni utilizzeranno al massimo dopo le conquiste che hanno fatto gli agricoltori. Quindi, attenzione! Nella distrazione di questa sera, ho la sensazione che stiamo commettendo un grosso errore con riferimento all'agricoltura italiana. Quindi, vi prego di riflettere e di non votare questo articolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marras. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARRAS. Nutro dubbi fortissimi su questo articolo. A parte il fatto che credo questa norma non verrà mai attuata, come già altri colleghi hanno detto, ho l'impressione, Presidente, che ci Pag. 77siano veramente dei problemi quanto alla conoscenza del funzionamento degli enti locali. Addirittura la norma fa riferimento, con semplicità, ad associazioni di comuni e a comunità montane. Vorrei davvero capire se si conosce quanto sia difficile riuscire a mettere insieme i comuni per lo svolgimento di servizi. E qui addirittura si parla di funzioni catastali, che peraltro, come diceva bene l'onorevole Crosetto, restano parzialmente all'agenzia del territorio e parzialmente vengono trasferite ai comuni. Non so quindi cosa succederà. Forse il cittadino andrà un po' da una parte, un po' dall'altra.
Per quanto riguarda il personale, vorrei capire quale trattamento economico sarà riservato al personale trasferito presso i comuni, anche in distacco. Non si capisce bene quale idea abbiamo avuto Visco and company nel partorire questa...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Marras.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Il gruppo di Alleanza Nazionale voterà contro questo articolo, anche alla luce di tutto quello che è stato detto dai colleghi in precedenza, ricordando inoltre che il trasferimento ai comuni delle funzioni catastali risale addirittura al 1999 e ad interventi legislativi del 2000. Quando il centrodestra è andato al Governo ha successivamente rinviato l'avvio di questa riforma, perché si rendeva conto delle grandi difficoltà di attuazione del trasferimento di funzioni e delle problematiche che si ponevano per il trasferimento del personale, con la conseguente difficoltà per i comuni, soprattutto per quelli piccoli, ancorché consorziati, ad affrontare i costi e gli accertamenti riguardanti questo settore.
Dunque il rinvio e, da ultimo, il differimento del termine al 26 febbraio 2007 sono la dimostrazione delle perplessità che la classe politica di centrodestra, quando era al Governo, si è posta. Oggi voi trasferite sic et simpliciter, con l'emendamento 14.500 del Governo, le funzioni catastali, peraltro solo in parte, perché alcune competenze in materia sono mantenute in capo allo Stato. Fra l'altro, la partecipazione dei comuni alla revisione degli estimi del classamento potrebbe portare anche ad un conflitto di interessi. Infatti, i comuni, che dovrebbero fra l'altro affrontare direttamente le spese del relativo contenzioso e stabilire, la base imponibile dell'ICI - l'odierna maggiore entrata tributaria -, e quindi vi sarebbe un conflitto di interessi. Voi che siete maestri nella teorizzazione del conflitto di interessi, ecco che avete un'altra occasione per meditare su questo problema!
Come ha detto il collega Garavaglia, in Lombardia e in Veneto ancora si opera sulla base delle mappe del catasto di Maria Teresa. Mi augurerei che, rinviando l'approvazione di questo articolo, si potesse estendere a tutto il paese il sistema teresiano, che è stato un «monumento» del periodo asburgico del controllo del Lombardo-Veneto! Tanto è vero che oggi il Trentino e l'Alto Adige hanno il catasto tavolare, che è anch'esso un emblema di funzionalità.
Credo quindi che veramente questo articolo dovrebbe essere cassato e non votato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, questa è un'ulteriore norma assolutamente strana e incomprensibile. Peraltro, il Governo e la maggioranza non si rendono assolutamente conto che, nello scenario degli oltre 8 mila comuni d'Italia, la maggioranza degli stessi non è assolutamente pronta e preparata ad attuare una norma di questo genere.
Non vorrei che qualcuno avesse organizzato, in qualche regione, strutture, cooperative di servizio o associazioni già pronte a convenzionarsi con i comuni. Se così fosse, ci troveremmo di fronte a una ulteriore «marchetta», alla prova provata del fatto che, per l'attuale Governo, per il Pag. 78centrosinistra, per l'Unione non esiste alcun conflitto di interessi ma esiste, solo ed esclusivamente, l'interesse (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, invito lo stesso Governo a chiedere l'accantonamento di questo articolo perché vi è il tempo e la possibilità, anche in extremis, di ripensarci e di non arrivare alla sua approvazione. Questo articolo 14 contiene norme che si collocano, per così dire, a metà strada, potendo essere contenute in un disegno di legge finanziaria ma avendo, al contempo, natura ordinamentale e non strettamente finanziaria. Mi sembra una forzatura voler approvare una riforma di questo genere la quale, piuttosto che un decentramento e una riforma di carattere istituzionale dei servizi, introduce un marasma istituzionale. Rischiamo di perdere il principio della certezza della consistenza catastale dei beni, che è a fondamento di tutte le transazioni, di tutti gli interventi anche di carattere fiscale e finanziario.
Inoltre, intendo evidenziare come sia stato inopportunamente impedito agli onorevoli Armani e Alberto Giorgetti di illustrare il loro emendamento 14.14, che era di notevole importanza riguardo...
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, la prego di concludere. Ha ampiamente esaurito il tempo a sua disposizione.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Concludo, signor Presidente.
Invito tutti a riflettere un momento sulla portata di questa riforma - perché tale è - che rischia di mettere in crisi gli enti locali e i cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Leo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, una delle caratteristiche del catasto è quella di assicurare una omogeneità. Questo avveniva già negli Stati preunitari ed è avvenuto nella nostra Repubblica. Introducendo questi meccanismi di attribuzione di funzioni catastali ai diversi enti locali e, segnatamente, ai comuni, si arriverà ad una fiscalità differenziata. Facciamo l'ipotesi di una unità immobiliare di Milano e di una unità immobiliare di Palermo con le medesime caratteristiche. Nel momento in cui ci sarà un diverso apprezzamento da parte del comune in ordine al classamento dell'unità immobiliare, vi sarà un diverso livello di tassazione, pur avendo le unità immobiliari le medesime caratteristiche. Ecco l'assurdo di questa norma. Ben diverso invece è acquisire - come prevede l'articolo 14, comma 3 - i dati dalle cosiddette banche dati catastali, al fine di contrastare l'evasione e l'elusione fiscale nel settore immobiliare. Differenziare le tipologie immobiliari nelle diverse parti del territorio condurrà sicuramente ad una fiscalità disaggregata, a una fiscalità disorganica che creerà nicchie di vantaggi e di sfavore, a seconda di dove si trovi l'unità immobiliare. Per questo motivo, invito il Governo e la Commissione a riflettere.
PRESIDENTE. Anche lei, onorevole Leo, ha ampiamente superato il tempo a sua disposizione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 493
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato sì 268
Hanno votato no 225).Pag. 79
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Osvaldo Napoli 14.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 487
Astenuti 3
Maggioranza 244
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Osvaldo Napoli 14.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 272).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Filippi 14.03.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo costituisce una proposta di puro buonsenso, nonché una forma di correttezza nei confronti dei cittadini.
In pratica, prevediamo una cosa che dovrebbe essere già attuata dagli enti, ma spesso ci si dimentica di farlo. Qualora le amministrazioni comunali varino le aliquote ICI, a nostro avviso dovrebbero comunicarlo a chi non abita nel comune. Ciò per evitare che il proprietario di una casa in un altro comune rischi di non sapere che in tale comune è variata l'aliquota ICI, con la possibilità di subire la sanzione avendo pagato difformemente alle nuove aliquote.
È una previsione di puro buonsenso e anche di rispetto nei confronti del contribuente. Infatti, all'ente non costa nulla inviare una lettera con la quale si comunica la variazione dell'aliquota.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Filippi 14.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 277).
Prendo atto che gli onorevoli Marinello e Leoluca Orlando non sono riusciti ad esprime il proprio voto e che quest'ultimo avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Filippi 14.04.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Anche in questo caso si tratta di una proposta emendativa di assoluto buonsenso, con la quale si prevede che i comuni possano esonerare totalmente o stabilire aliquote ridotte dell'imposta comunale sugli immobili per cittadini o gruppi di cittadini, che si impegnino in alcune attività nella propria area, ad esempio a mantenere un parco o a tenere pulite aiuole, strade e quant'altro.Pag. 80
Purtroppo, oggi l'ente non può assumere tale iniziativa, anche a fronte di attività di questo tipo. Invito, pertanto, il relatore e il Governo a modificare il parere espresso sul presente articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà (Commenti del deputato Armani).
MARCO ZACCHERA. Presidente, non capisco perché si debba vietare ad un comune una possibilità: se essa fosse male utilizzata, sarebbero il consiglio comunale o i cittadini a criticare il sindaco. Ritengo che riconoscere ai comuni la possibilità di effettuare sconti tematici sia intelligente. Diamo la libertà ai sindaci e ai consigli comunali di scegliere!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
Onorevole Armani, la prego di credere che si era iscritto prima l'onorevole Zacchera. Lei sappia che gode della stima e dell'apprezzamento della Presidenza.
PIETRO ARMANI. Presidente, anche i funzionari che le stanno vicino dovrebbero aiutarla da questo punto di vista!
PRESIDENTE. Infatti, i funzionari mi hanno dato questa indicazione.
Prego, onorevole Armani.
PIETRO ARMANI. Bene, la vicenda è chiusa.
Vorrei sottoscrivere l'articolo aggiuntivo in esame, in quanto lo ritengo di buonsenso, trattandosi di uno strumento di sussidiarietà.
Infatti, se un gruppo di cittadini - magari i proprietari di abitazioni situate attorno ad un parco - assumono la responsabilità della tutela e della manutenzione di tale area, si determineranno costi inferiori per il comune. Quindi, è giusto che il comune li remuneri con una riduzione adeguata dell'ICI (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Filippi 14.04, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 513
Votanti 511
Astenuti 2
Maggioranza 256
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 274).
(Esame dell'articolo 15 - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis sezione 7).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gioacchino Alfano. Ne ha facoltà.
GIOACCHINO ALFANO. L'articolo 15, recante disposizioni in materia di immobili, modifica la norma che regola i beni confiscati agli appartenenti alla criminalità organizzata. Si tratta di un tema che cade in un momento particolare, non solo per la Campania, purtroppo! Noi, Presidente, non abbiamo potuto valutare gli emendamenti durante l'esame in Commissione, che sarebbe stata la sede per affrontare le numerose questioni connesse alla legge finanziaria e, dunque, abbiamo rinviato alla fase dell'iter in Assemblea lo svolgimento di alcune riflessioni.
Con riferimento all'articolo 15, Presidente, vi sono soltanto otto emendamenti ed un articolo aggiuntivo; il mio auspicio - spero che il Governo ed il relatore lo accolgano - è quello di pervenire ad una Pag. 81soluzione condivisa delle questioni in esso poste. Inviterei addirittura tutti i colleghi che hanno sottoscritto emendamenti che modificano l'articolo in esame a ritirarli, a condizione che il Governo si dichiari disponibile a recepire le istanze in essi rappresentate, per dare al Paese un segnale di unità almeno su queste tematiche.
Affrontare nella legge finanziaria le questioni di proprio interesse può essere complicato ma condivisibile, ma farlo in riferimento ad argomenti come quelli che interessano territori quale il nostro, che ci chiamano tutti i giorni ad essere testimoni, renderebbe difficile dimostrare all'esterno uno spirito di condivisione; su un articolo che disciplina gli strumenti di confisca dei beni alle organizzazioni criminali potrebbe costituire un problema ancor più difficile da spiegare.
Dunque, il mio intervento ha un obiettivo molto semplice: invitare il Governo ad operare un accantonamento della materia. Se fosse invece inevitabile votare questo articolo, ci si potrebbe agganciare, per così dire, al parere favorevole che presumibilmente sarà espresso sull'articolo aggiuntivo presentato dall'UDC. Tranne gli emendamenti soppressivi, si tratta di due o tre proposte emendative che offrono indicazioni semplici, che potrebbero essere condivise. In questo caso sarebbe possibile esprimere - ed invito fin d'ora tutti i colleghi a farlo - un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Angela Napoli. Ne ha facoltà.
ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, ha ragione il collega Alfano, che mi ha preceduta, nell'affermare che l'articolo 15, che comporta una revisione della legge attuale relativa ai beni confiscati alla criminalità organizzata, andrebbe tutto sommato valutato con una maggiore oculatezza, anche alla luce della normativa vigente in materia e di quanto tale normativa non sia più idonea a contrastare la capacità messa in atto dalla criminalità organizzata al fine di ovviare all'individuazione dei beni illeciti.
L'articolo in esame, come detto nella relazione tecnica che accompagna il disegno di legge, fa riferimento addirittura ai possibili risparmi che potrebbero derivare dall'applicazione dell'articolo così com'è stato predisposto. Questo è assolutamente falso, perché la legge di revisione sui beni confiscati non andrebbe valutata in questi termini e neppure inserita in una legge finanziaria. Vorrei infatti chiedere agli uffici tecnici dei vari ministeri, che hanno predisposto tale relazione tecnica di accompagnamento, chiarimenti sulla stima, per capire da quali elementi possano avere previsto che dai commi 1 e 2 potrebbero derivare risparmi addirittura di 12,2 milioni di euro per il 2007, di 29,7 milioni di euro per il 2008 e di 57,7 milioni di euro per il 2009.
Mi piacerebbe che si entrasse nel merito della relazione tecnica. Tuttavia, per entrare nel merito dell'articolo, è bene evidenziare che addirittura il comma 2 prevede in via prioritaria il trasferimento per finalità istituzionali o sociali al patrimonio del comune o della regione. Fino a questo momento, la destinazione è di competenza del comune.
La prima domanda è la seguente: a chi spetta il compito di individuare la finalità e la cessione del bene confiscato al patrimonio della provincia o della regione? Perché sottrarlo all'ente locale territoriale, senza prevedere un fondo che metta l'ente locale, vale a dire il comune, nelle condizioni di ristrutturare e adibire realmente il bene confiscato ad uso sociale? Perché vincolare l'intero articolo 15 alla possibilità di cedere questi beni confiscati alle associazioni ambientalistiche - mi dovete dimostrare che cosa c'entrino le associazioni ambientalistiche con gli scopi sociali - e addirittura alle università a cui si riferiscono, in maniera specifica, determinati commi dello stesso articolo?
Peraltro, nell'articolo non si prevede che i beni confiscati non debbano essere venduti. Lo sappiamo tutti - è bene che ce lo mettiamo in testa una volta per tutte - che, nel momento in cui viene concessa la vendita di un bene confiscato, lo stesso torna ad essere di proprietà dell'illegittimo Pag. 82proprietario: solo la criminalità organizzata ha le potenzialità economiche per riacquistare lo stesso bene illecitamente conseguito.
Si avverte la necessità - siamo tutti d'accordo - di stanziare dei fondi per rimettere in sesto i beni confiscati e di valutare l'istituzione di un ente preposto a gestire, una volta per tutte, i beni confiscati, ma non potrà più essere deputata a ciò l'Agenzia del demanio, così come previsto nell'articolo 15, perché la stessa ha già dimostrato fino ad oggi che cosa è avvenuto per quanto riguarda la gestione dei beni confiscati. Occorre individuare altre istituzioni presenti sul territorio, che guardino realmente alla necessità dell'utilizzo del bene a fini sociali.
Allora, anche in questo caso, al di là della ricerca di un'istituzione utile a gestire i beni confiscati e alla luce della necessità di finanziare in maniera cospicua i capitoli necessari alla gestione di tali beni, perché, una volta per tutte, non si trova il modo di rimettere in circolazione tutti i finanziamenti, il denaro e i conti correnti che sono stati confiscati alla criminalità organizzata? Dove sono giacenti questi milioni? Chi ne percepisce gli interessi?
Questi sono gli argomenti che possono essere inseriti in una legge finanziaria. Se parliamo della finanza generale, è un conto, ma non possiamo servirci della legge finanziaria per inserire una modifica ad una normativa vigente in termini di contrasto alla criminalità organizzata, che, oggi più che mai, rispetto alle potenzialità che sta evidenziando sull'intero territorio nazionale, avrebbe bisogno di essere intercettata e bloccata.
Non mi pare, caro Presidente, cari rappresentanti del Governo, che abbiate scelto la strada giusta e idonea e gli argomenti validi per continuare a parlare di reale contrasto alla criminalità organizzata. Quando si cede sulla prevenzione e, quindi, sul blocco del potere finanziario della criminalità organizzata, automaticamente si cede nel suo contrasto.
Pertanto, Alleanza Nazionale esprime fin da ora il voto contrario su questo articolo, qualora esso non dovesse subire modifiche alla luce degli emendamenti che sono stati proposti dai gruppi presenti in quest'aula (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, anche noi, come UDC, manifestiamo contrarietà rispetto a questo articolo e, infatti, abbiamo presentato un emendamento interamente soppressivo. Siamo sicuramente favorevoli all'obiettivo che questo articolo si prefigge di raggiungere, ma, purtroppo, il tentativo di inserire nella legge finanziaria la modifica di una disciplina così complessa e delicata tradisce questo obiettivo. Questa è la cosa che ci preoccupa e che ci ha spinto a presentare un emendamento soppressivo, oltre ad altri emendamenti correttivi e ad un articolo aggiuntivo.
Come diceva bene l'onorevole Angela Napoli, questa materia ha una particolare caratteristica: la sua disciplina, che dovrebbe raggiungere l'obiettivo di inasprire la lotta alla criminalità e di valorizzare la fruizione sociale dei frutti dell'attività criminosa, diventa argomento al «confine».
Nella precedente legislatura abbiamo discusso a lungo della modifica della normativa vigente e, pur avendo un obiettivo chiaro, non siamo riusciti, nonostante il confronto serrato e la condivisione generale degli obiettivi, a completare l'iter di quel testo di legge proprio perché siamo inciampati più volte nella difficoltà e nell'ostacolo che queste incognite, legate al particolare sistema criminoso nel quale andiamo ad operare, ponevano al nostro cammino procedurale.
Oggi, credo che sia una grande provocazione nei confronti delle affermazioni svolte anche dai colleghi del centrosinistra nel corso della precedente legislatura ed una contraddizione dei principi sostenuti intervenire nel disegno di legge finanziaria con una norma chiaramente ordinamentale. Pag. 83Corriamo un rischio grave! Corriamo il rischio di ottenere l'effetto opposto: di indebolire la nostra difesa e di offrire ulteriori strumenti alle associazioni criminali.
Spero che il Governo voglia riflettere su quest'aspetto. Spero che il Governo non fondi la propria manovra di bilancio in maniera preponderante sul ricavato che immagina di ottenere da questo tipo di intervento.
Sono convinta che il Governo, svolgendo un'ulteriore riflessione seria sulla questione in esame, attraverso un invito ad un nuovo confronto, possa fare un passo indietro. Ci sono tante proposte di legge sia alla Camera sia al Senato provenienti dal centrodestra e dal centrosinistra su questo argomento.
Credo - e sicuramente questa non è una posizione ostruzionistica - che quella sede, solo quella sede, possa essere opportuna per ragionare in termini positivi e costruttivi su una materia così delicata.
Invito il Governo ad un ripensamento e chiaramente sostengo una posizione di contrarietà nel caso in cui il Governo non ripensasse la sua posizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ippolito Vitale. Ne ha facoltà
IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, le questioni che sono state poste alla nostra attenzione con grande puntualità e ricchezza di riflessioni ed approfondimento, sia pure nei tempi limitati a nostra disposizione, dai colleghi Angelino Alfano, Angela Napoli e Mazzoni credo non possano passare inosservate all'Assemblea.
Alla loro voce voglio aggiungere anche la mia che, da una parte, è di condivisione rispetto al tentativo di miglioramento dei contenuti normativi, delle previsioni dell'articolo in discussione, operato attraverso gli emendamenti proposti dai colleghi, dall'altra, rappresenta la preoccupazione forte rispetto all'introduzione nel disegno di legge finanziaria dell'articolo relativo all'ipotesi di modifica di una delicata normativa, nei confronti della quale la responsabilità del Parlamento è complessiva e non ammette distinzione di parti, di coalizione. Infatti, se di lotta seria vogliamo parlare rispetto alla criminalità organizzata, non c'è dubbio che il primo segnale forte che bisogna saper dare al paese è quello dell'univoca volontà di tutte le forze politiche di affrontare con responsabilità, con serietà, senza ma e senza se, i nodi ancora irrisolti.
Non c'è dubbio che attaccare i patrimoni della criminalità organizzata attraverso lo strumento della confisca rappresenti uno strumento importante e vero di contrasto. Tuttavia, è altresì evidente che la materia delicata al nostro esame non può richiedere analisi o soluzioni approssimative, con il rischio che diventino addirittura pericolose.
Sicché faccio mie le considerazioni della collega Mazzoni: invito anch'io il Governo ad una riflessione ulteriore sul punto. Mi auguro, pertanto, che prevalga la logica della soluzione definitiva, per una risposta seria e responsabile al paese e a quelle regioni che, in questo momento, soffrono maggiormente il problema, piuttosto che la logica «della cassa» che, tradirebbe le ragioni stesse dell'impegno contro la criminalità, che si vogliono qui riaffermare.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 15 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate all'articolo 15, ad eccezione dell'emendamento Osvaldo Napoli 15.3 e dell'articolo aggiuntivo Mazzoni 15.01, sui quali esprime, invece, parere favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Pag. 84
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galletti 15.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 495
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galati 15.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 498
Maggioranza 250
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 268).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 15.3, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 508
Votanti 507
Astenuti 1
Maggioranza 254
Hanno votato sì 501
Hanno votato no 6).
Prendo atto che il deputato Mura avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 15.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 509
Votanti 507
Astenuti 2
Maggioranza 254
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 269).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Angelino Alfano 15.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, non ci rendiamo assolutamente conto delle ragioni che hanno spinto Governo e relatore ad esprimere un parere contrario sull'emendamento Angelino Alfano 15.5. Mi spiego: con questo emendamento vogliamo esprimere un concetto che, a nostro avviso, è estremamente importante, ossia la possibilità che gli immobili confiscati possano essere anche affidati agli istituti autonomi case popolari. A nostro avviso questo è, quindi, un emendamento di assoluto buonsenso. Non ci rendiamo, ripeto, assolutamente conto di questo «divieto». Non vorremmo che fosse un «divieto» di natura ideologica, posto soltanto perché questo emendamento è presentato da esponenti dell'opposizione. In particolari situazioni, in particolari comuni, in particolari territori, che sono caratterizzati da una Pag. 85penuria di alloggi popolari e dove, tra l'altro, gli istituti autonomi case popolari spesso sono caratterizzati da bilanci assolutamente disastrati e, quindi, si trovano nell'impossibilità di provvedere alla costruzione di nuovi alloggi, intendiamo dare una risposta al problema con quest'emendamento.
Mi rivolgo all'Assemblea, in particolare a quei settori che dicono di essere sensibili e recettivi a problematiche di questo genere. So che vi sono anche colleghi che talvolta hanno fatto dichiarazioni positive su fenomeni estremamente negativi quali, ad esempio, l'occupazione di alloggi di proprietà degli istituti autonomi case popolari. Sono fatti che, evidentemente, presentano caratteristiche particolari, che sfiorano il codice penale, ma che spesso sono determinati da situazioni di estremo disagio e di estremo degrado. Ed allora, di fronte alla possibilità (tra l'altro a costo zero, non avente bisogno di alcuna copertura) di dare un segnale positivo, non riusciamo assolutamente a cogliere - lo ripeto ancora - le ragioni di un parere contrario e di questa palese insensibilità. Noi non vorremmo che l'insensibilità del relatore e del Governo di fronte ad una problematica di tal genere si dovesse tradurre nell'insensibilità di quest'Assemblea e di quella parte politica che si assumerà la responsabilità di un voto contrario, perché altrimenti avreste veramente difficoltà a spiegarlo alla gente. Chiaramente, potremmo dire, in altre soluzioni ed in altre situazioni, che voi siete bravi solo a fare demagogia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Angelino Alfano 15.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 509
Votanti 508
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato sì 235
Hanno votato no 273).
Prendo atto che l'onorevole D'Agrò non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 15.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 506
Votanti 503
Astenuti 3
Maggioranza 252
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 272).
Prendo atto che l'onorevole D'Agrò non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che l'onorevole Capitanio Santolini non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 15.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 509
Votanti 508
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 274). Pag. 86
Prendo atto che l'onorevole D'Agrò non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che l'onorevole Forlani non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Oliva 15.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 513
Votanti 512
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 275).
Prendo atto che l'onorevole D'Agrò non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, faccio riferimento alle dichiarazioni che sono state rese dai colleghi che sono intervenuti prima di me; in particolare, ritengo che l'onorevole Mazzoni abbia espresso chiaramente le ragioni della nostra contrarietà al contenuto dell'articolo 15. Non credo che una problematica così vasta, articolata e delicata possa essere inserita nel contesto di una manovra economico-finanziaria. Non è possibile che una tale manovra diventi un omnibus dove si può trovare di tutto, così come non è possibile che ci possa essere semplicemente un dibattito così schizofrenico, molte volte incompleto e non certo mirato a concentrare tutta l'attenzione dell'Assemblea sui veri problemi che con questo articolo andiamo a toccare. L'articolo si incentra soprattutto sul fatto tecnico, perdendo di vista quello che, invece, è certamente un modo per combattere la criminalità: come utilizzare a fini sociali, in termini più puntuali e reali, tutto il patrimonio che viene ad essere requisito alla criminalità organizzata medesima.
Vi è un aspetto che più volte abbiamo evidenziato, anche lo scorso anno, in occasione dell'esame del disegno di legge finanziaria e che riguarda una situazione che, spesso, non è neanche controllabile: molte volte la criminalità viene ad acquisire lo stesso patrimonio che è stato requisito dalle autorità. Non c'è dubbio che, nelle aste, molte volte sono le stesse organizzazioni criminali che partecipano per acquisire il patrimonio mobiliare loro requisito.
Certo, il principio va bene: non siamo contrari al fatto di togliere alla criminalità per utilizzare ciò che viene requisito a fini sociali. Purtroppo però l'articolo - così com'è stato concepito - non funziona: anzi, è un'arma a doppio taglio ed in quest'occasione lo abbiamo cercato di evidenziare anche al Governo. Reitero queste mie osservazioni, nonché quelle rese da parte dei colleghi al Governo: certamente questo articolo non è né utile né opportuno! Anzi, è soprattutto controproducente. Ci stiamo assumendo una grande responsabilità! Ovviamente siamo favorevoli all'acquisizione di un principio che faccia capire al paese che, utilizzando a fini sociali un certo patrimonio, si combatte la criminalità organizzata. Con questo articolo avremmo invece una conseguenza negativa, avremmo come risultato l'opposto di ciò che vorremmo raggiungere.
La nostra non è una polemica: non recitiamo la parte dell'opposizione che dice al Governo di non volere questo articolo. Stiamo sostenendo, in realtà, che analoghi provvedimenti non hanno reso giustizia alla volontà del paese e del Parlamento. Sono queste le motivazioni del nostro voto contrario. Chiediamo ai colleghi di riflettere prima di esprimere un voto favorevole sull'articolo in esame (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 492
Maggioranza 247
Hanno votato sì 272
Hanno votato no 220).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto altresì che i deputati Marinello e D'Agrò non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Mazzoni 15.01.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Mazzoni, lei è già intervenuta sul complesso degli emendamenti ed è prima firmataria dell'articolo aggiuntivo: non può dunque intervenire. Si senta gratificata dal parere favorevole espresso sulla sua proposta dalla Commissione e dal Governo...
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Mazzoni 15.01, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 503
Maggioranza 252
Hanno votato sì 501
Hanno votato no 2).
Prendo atto che l'onorevole Buontempo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Prendo altresì atto che l'onorevole D'Agrò non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, dovremmo adesso passare all'esame dell'articolo 16. La Commissione ha presentato un emendamento a tale articolo e il termine per la presentazione dei relativi subemendamenti è stato fissato per le ore 20. Non potendo passare all'esame dell'articolo 16, proporrei, quindi, di sospendere a questo punto i lavori.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, il Comitato dei nove domattina dovrà esaminare diverse questioni. Sarebbe pertanto opportuno che i lavori dell'Assemblea iniziassero alle ore 11.
PRESIDENTE. Ne prendo atto.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, vorrei anticipatamente ringraziare il relatore ed il presidente Duilio per il breve anticipo di oggi e per il breve ritardo di domani...
Vorrei far presente all'Assemblea che, molto felicemente, prendo atto che, alla scadenza indicata dal Governo nell'ultima riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, cioè oggi, mercoledì, alle ore 20, non sono stati presentati ulteriori emendamenti...
PRESIDENTE. Devo leggere alcune comunicazioni in proposito, presidente Volontè...
LUCA VOLONTÈ. Allora mi ha anticipato, anzi mi ha contraddetto: il mio auspicio era molto fondato, perché sono le 19,40...
PRESIDENTE. Avverto che sono stati testè depositati dal Governo dieci ulteriori emendamenti al disegno di legge al nostro esame (Applausi polemici dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). Come di consueto, saranno distribuiti non appena effettuato il vaglio di ammissibilità da parte della Presidenza.
Il seguito del dibattito è rinviato alla seduta di domani.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 21 con lo svolgimento della discussione sulle linee generali del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di intercettazioni.
La seduta, sospesa alle 19,40, è ripresa alle 21,30.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI
TESTO AGGIORNATO AL 17 NOVEMBRE 2006