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Si riprende la discussione.
(Ripresa dichiarazioni di voto finale - A.C. 2114)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto finale il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, parlando a nome del gruppo di Forza Italia, non posso sottacere come questo provvedimento - che io chiamo «cento proroghe», perché è contenuto fin dall'inizio - abbia una serie di positività, che si sono realizzate anche attraverso l'ottimo lavoro del Comitato per la legislazione, presieduto da Franco Russo, e l'intervento, che noi riteniamo di grande importanza, del Presidente Bertinotti. Le sue pronunce di inammissibilità, tutte puntuali e motivate, oltre che suddivise per gruppi e settori, sotto il profilo strettamente giuridico e regolamentare, hanno fatto sì che la valanga di emendamenti non finisse per turbare la linearità di questo decreto, facendolo diventare uno di quei provvedimenti omnibus, senza capo né coda, che, spesso, abbiamo visto in passato.
Abbiamo detto, in alcune fasi della discussione, che la decisione del Presidente Bertinotti è stata una decisione storica e ci auguriamo che tale tipo di logica presieda anche in futuro all'esame degli emendamenti, soprattutto quando si tratta di decreti-legge, che hanno particolari requisiti di necessità e di urgenza e che hanno bisogno di vedere gli emendamenti strettamente collegati al tema del provvedimento e alla sostanzialità delle norme in esso contenute.
Quindi, il nostro giudizio, sotto il profilo procedurale e, più latamente, del rispetto di norme, è fortemente positivo. Rimane, tuttavia, in noi, un forte dubbio, che andrà a risolversi in un voto contrario, su alcune norme, che, essendo contenute nel testo del decreto, certamente non potevano venire dichiarate inammissibili, perché ciò non è consentito.
Il nostro gruppo è intervenuto su alcuni temi o votando a favore o astenendosi, dando quindi prova di collaborazione, soprattutto nell'interesse dei cittadini, anche quando norme secondarie potevano incidere su norme primarie, o quando vi erano norme di natura sostanziale che non avevano nulla a che vedere con la proroga di termini (tutte critiche che abbiamo mosso, rispetto alle quali abbiamo comunque ritenuto prevalente l'interesse dei cittadini). Il nostro atteggiamento, di volta in volta, è stato favorevole o di astensione.
Sono rimasti, tuttavia, nel provvedimento che arriverà al Senato - ci auguriamo che in quella sede si guardi con attenzione al testo che si andrà ad esaminare - alcune norme che non riusciamo assolutamente a condividere. Parlo, in termini esemplificativi, della norma relativa al Consiglio nazionale delle ricerche, che prevede la sospensione delle procedure concorsuali e la proroga in carica dei direttori degli istituti fino al 30 giugno del 2007. In realtà, a fronte della sospensione dei concorsi, quella data dovrà essere necessariamente prorogata. La norma contenuta nel decreto avrà come conseguenza il blocco dell'attività di un organismo importante, il CNR, per cui su di essa non riusciamo ad essere d'accordo.
Esprimiamo la nostra contrarietà, per le tante ragioni già espresse ed evidenziate, da ultimo questa mattina dal collega di Alleanza nazionale, alla norma relativa ai verbali di concordamento dell'indennità di espropriazione. Qui si inserisce una norma di diritto sostanziale, che nulla ha a che vedere con il provvedimento, la quale va a ledere le prerogative della magistratura e i diritti acquisiti a seguito di sentenze, introducendo un imperativo legislativo che mette in difficoltà sia i cittadini, sia il sistema giudiziario, perché interventi normativi tesi a bloccare situazioni di natura processuale in evoluzione non dovrebbero mai verificarsi.Pag. 17
D'altro canto, si è assistito allo sviluppo di una norma, che, se non ricordo male, è contenuta nell'articolo 4, comma 2, in cui, a fronte di un parere negativo del Consiglio di Stato, si prevedeva di abolire la necessità del parere dello stesso Consiglio di Stato. Successivamente, è stato espunto dal testo tale dato normativo, ma certamente si tratta di un modo di legiferare disinvolto, che a noi non piace. Così come disinvolto è stato il modo di legiferare riguardante i trasporti, la logistica, la necessità di regolamento entro il 30 marzo - regolamento che non si farà; è stato respinto un nostro emendamento che disponeva la proroga del termine -, per spostare la posta destinata alla logistica ed alla produttività alla riduzione dei premi INAIL. Ciò è un altro modo disinvolto di emanare provvedimenti legislativi.
Dunque, anche contro il comma 8 e contro la reiezione dell'emendamento da noi presentato e di cui si è detto, riteniamo che si debba dire con forza che una norma di questo tipo danneggia il provvedimento. Egualmente dicasi per quanto riguarda l'integrazione dell'articolo 18 del testo unico sull'immigrazione. Vi è stato un passaggio corretto nell'inserire la norma nel testo della legge Bossi-Fini, e tuttavia la previsione è stata formulata male, per cui noi siamo decisamente critici su di essa.
Resta ancora da discutere - siamo stati contrari e lo siamo ancora - del regolamento ISVAP. Anche riguardo a tale norma sostanziale, che incide sul regolamento...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Boscetto...
GABRIELE BOSCETTO. ... soprattutto, sono state date scarse spiegazioni sull'anticipazione del termine.
Non abbiamo compreso, poi, come, in materia di pesca, essendo tutti d'accordo sulla bontà degli emendamenti presentati dai colleghi Marinello e Misuraca, si sia invocata la mancanza di copertura finanziaria, copertura che era dovere del Governo trovare.
Per queste ragioni, ribadisco il nostro voto contrario al provvedimento nel suo complesso, pur valorizzando i molti aspetti positivi ai quali ho fatto cenno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferrari. Ne ha facoltà.
PIERANGELO FERRARI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il disegno di legge A. C. 2114, che ci accingiamo a votare, converte, come è noto, un decreto-legge del 28 dicembre dello scorso anno e contiene un'eterogeneità di materie, collegate dalla comune finalità della proroga di termini previsti da disposizioni legislative. Il confronto parlamentare nelle Commissioni, soprattutto in I Commissione, affari costituzionali, e in aula si è concentrato, in particolare, sulla natura omnibus del provvedimento - per quanto non si tratti, in realtà, di un provvedimento «mille proroghe» grazie anche al puntuale intervento della Presidenza della Camera - e sui problemi che esso pone in relazione alla trasparenza, all'efficacia del processo legislativo e alle diverse condizioni in cui esso si dipana nei due rami del Parlamento.
Va detto, innanzitutto, che il disegno di legge, come ha dichiarato la relatrice, onorevole Amici, ha accolto una delle richieste che avevamo avanzato al Governo l'estate scorsa nel corso dell'esame di un provvedimento analogo, quella cioè di evitare di inserire nei decreti-legge di proroga termini ben più rilevanti e discutibili proroghe di deleghe legislative, come è stato fatto ripetutamente nel quinquennio scorso, in aperta violazione dell'articolo 15 della legge n. 400 del 1988.
L'onorevole Amici ha fatto riferimento nella sua relazione al dibattito che si aprì in occasione dell'analogo provvedimento di giugno, sulla base dell'osservazione del Comitato per la legislazione e delle prese di posizione del presidente della Commissione affari costituzionali, finalizzate alla ridefinizione, in avvio di legislatura, di un percorso legislativo rapido e trasparente e Pag. 18di un rapporto tra esecutivo e legislativo che sia rispettoso delle reciproche prerogative.
A distanza di pochi mesi, possiamo dire, anche alla luce del dibattito odierno, che nella XV legislatura, come ha sostenuto in aula l'onorevole Franco Russo, presidente del Comitato per la legislazione, stiamo tutti imparando a rispettare le fonti legislative e ad utilizzarle in maniera corretta, come ha poco fa lealmente riconosciuto nel suo equilibrato intervento l'onorevole Boscetto.
Tuttavia, se siamo in condizione di registrare positivamente la scelta del Governo di non ricorrere a decreti-legge di proroga dei termini per infilare surrettiziamente proroghe di deleghe legislative, restano aperte in tutta la loro evidenza le questioni poste in apertura di seduta dal presidente Violante. È del tutto evidente che, se provvedimenti come la finanziaria o come quello che approda ora in dirittura d'arrivo, si sovraccaricano strada facendo di numerosi emendamenti, ciò non dipende da una bulimia clientelare dei parlamentari ma dalle strozzature del processo legislativo.
Nel suo intervento in aula l'onorevole Zaccaria ci ha ricordato che, su cento leggi approvate dal Parlamento, circa un terzo è rappresentato da provvedimenti di conversione di decreti-legge, un terzo da ratifiche di atti internazionali e solo un terzo da disegni di legge in senso proprio, nella maggior parte dei casi peraltro di iniziativa governativa.
I bisogni del paese, pertanto, possono trovare risposta in tempo reale solo se affrontati impropriamente all'interno di provvedimenti omnibus, essendo ostruiti i canali propri del processo legislativo ordinario. Nello stesso tempo questi bisogni, in ragione di un'ineccepibile applicazione del regolamento della Camera, trovano canali preferenziali al Senato, determinando quel vulnus al principio costituzionale della parità di poteri, di cui ha parlato il presidente Violante.
Vi è un dato che rende eloquente la denuncia dell'onorevole Violante, secondo cui quello che non può fare un deputato può farlo un senatore: in occasione dell'analogo provvedimento di proroga dei termini del febbraio dello scorso anno, riguardante la conversione di un decreto-legge del 30 dicembre 2005, il testo, nel passaggio dalla Camera e Senato, ha raddoppiato il numero (da 43 a 83) delle disposizioni legislative.
È del tutto evidente che i problemi posti dal presidente della Commissione affari costituzionali sono dunque assai seri e incalzanti; ma, a proposito dell'analogo provvedimento del febbraio dello scorso anno, voglio segnalare all'opposizione di oggi, maggioranza di allora, che il decreto-legge recava il titolo «Definizione e proroga di termini, nonché conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all'esercizio di deleghe legislative». Deleghe legislative: questa pratica deve finire, è finita! Lo abbiamo detto al Governo e mi pare, a giudicare da questo provvedimento in esame, che il messaggio sia stato recepito e che sia stata rispettata la legge n. 400 del 1988, tante volte violata negli anni scorsi.
Vi è, peraltro, un problema di coerenza del testo, di funzionalità dei provvedimenti di proroga termini, di frequenza del ricorso agli stessi, che è cresciuta in maniera significativa negli ultimi anni: uno all'anno nel 2001 - significativo questo dato! -, poi due all'anno, poi tre nel 2004 e, infine, quattro nel 2005. Troppi e troppo eterogenei (per chi voglia approfondire, vedi la documentazione prodotta dagli eccellenti funzionari del servizio studi).
Nel merito, il provvedimento proroga opportunamente termini di diversa natura, anche per rispondere ad esigenze della pubblica amministrazione, da cui proviene la richiesta di differimento di scadenze che gli apparati burocratici non sono talvolta in grado di rispettare.
In ogni caso, pur nella eterogeneità delle questioni, che vanno dall'emergenza infermieristica al fondo di solidarietà per gli acquirenti di beni immobili da costruire, alla concessione di benefici antiracket e antiusura, si tratta di un provvedimento indifferibile, di un atto dovuto che merita di essere approvato dall'Assemblea. Pag. 19È quanto dichiaro a nome del gruppo de l'Ulivo, per conto del quale, infine, esprimo un ringraziamento non formale alla relatrice, onorevole Amici, per il pregevole lavoro svolto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ancora una volta si è persa l'occasione per fornire risposte a settori delicatissimi del sistema economico italiano e mi riferisco al comparto dell'agricoltura e della pesca. Dobbiamo denunziare ancora una volta l'insensibilità del Governo nei confronti di questi comparti e la latitante inconcludenza del ministro De Castro.
Questi importanti settori aspettano risposte ed, evidentemente, questa occasione persa graverà su tali comparti, oggi notevolmente in difficoltà.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
SESA AMICI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SESA AMICI, Relatore. Signor Presidente, vorrei rivolgere dei ringraziamenti sinceri ai colleghi di maggioranza e di opposizione, perché, pur di fronte alla complessità del provvedimento che ci accingiamo a votare, hanno avuto la pazienza, ma anche l'intelligenza politica di ascoltare le diverse esigenze riguardanti questioni di proroga di termini che di fatto interessano migliaia di cittadini e di imprese.
Questo lavoro è stato anche possibile grazie ai funzionari della Commissione affari costituzionali e del Servizio Assemblea, che ringrazio, perché ci hanno aiutato, con la loro intelligenza e professionalità, a non commettere errori, anche di valutazione, circa i riferimenti legislativi e normativi.
Ringrazio, inoltre, i colleghi di Assemblea, nonché il Governo anche con riferimento alla modifica dei pareri disposta dal Comitato dei nove.
Il Parlamento deve tornare ad essere il luogo in cui ci si ascolta, perché si può cambiare opinione, non in maniera pregiudiziale, ma alla luce di elementi di contenuto.
(Coordinamento formale - A.C. 2114)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2114)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 2114, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
(Conversione in legge del decreto-legge 28 dicembre 2006, n. 300, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative) (2114):
Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato sì 266
Hanno votato no 219
(La Camera approva - Vedi votazioni).