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Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge costituzionale Angela Napoli; La Russa ed altri; Boato; Zaccaria ed altri: Modifica all'articolo 12 della Costituzione in materia di riconoscimento dell'italiano quale lingua ufficiale della Repubblica (A.C. 648-1571-1782-1849-A) (ore 10,15).
(Esame dell'articolo unico - A.C. 648-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del testo unificato della Commissione e degli emendamenti ad esso presentati (vedi allegato A - A.C. 648-A ed abbinate sezione 1).
Ha chiesto di parlare la deputata Goisis. Ne ha facoltà.
PAOLA GOISIS. Signor Presidente, vorrei svolgere alcune considerazioni sulla questione della lingua, in modo particolare in relazione ad alcune affermazioni che ho sentito fare durante la discussione sulle linee generali. In modo particolare, ho sentito affermare che la lingua italiana avrebbe costituito l'elemento unificante della nazione italiana. Vorrei sfatare questa affermazione, anche perché - come tutti sappiamo - nel 1870 erano ben pochi coloro che parlavano la lingua italiana. Possiamo dire che in totale erano 600 mila coloro che la capivano. Di questi 600 mila, 400 mila erano fiorentini. Pertanto, fare una affermazione di questo tipo significa dire una falsità storica.
Ancora, come si può sostenere che la lingua ha fatto gli italiani? Vorrei svolgere un'altra osservazione: la televisione ha Pag. 2fatto gli italiani e la lingua italiana. Sfido chiunque qui dentro - veneti, siciliani, calabresi, piemontesi - a dire che si capivano fra loro prima della diffusione della televisione. Ancora oggi facciamo fatica a capirci. Io, veneta, faccio fatica a capire un siciliano. Quindi, queste sono affermazioni che veramente non trovano motivazioni storiche e reali.
D'altra parte vorrei spendere anche qualche parola in difesa della lingua veneta, che erroneamente viene definita dialetto. La lingua veneta - lo dobbiamo dire - è addirittura anteriore a quello che viene definito italiano e che dobbiamo avere il coraggio di chiamare semmai fiorentino. Qualcuno tirava in ballo Dante. Ma tutti noi sappiamo quanta fatica ancora oggi facciano gli studenti a capire Dante e La Divina Commedia. Noi insegnanti dobbiamo usare tutto il nostro tempo per fare le cosiddette parafrasi che i nostri studenti odiano tanto. Ma, se noi diamo loro in mano testi scritti in veneto - voglio nominare Storia dea guera de Ciosa di un certo Chinazzo del tredicesimo secolo -, i nostri ragazzi capiscono benissimo cosa vi è scritto. La lingua veneta è una lingua che, come si dice, deriva dal latino parlato, ma aveva un sostrato venetico. Voglio ricordare che ad Est, dove abito, esiste il primo museo nazionale della cultura e della civiltà paleoveneta. Ebbene, nella civiltà paleoveneta, nel VI secolo a.C., esisteva già la scrittura. Esisteva una dea, Reitha, che era la dea preposta alla scrittura. Quindi, voler relegare a lingua dialettale quella veneta significa commettere veramente un errore madornale, se non addirittura un'ingiustizia.
Voglio ricordare anche che quella veneta è stata riconosciuta dall'UNESCO come lingua. Nelle amministrazioni comunali e provinciali dei nostri paesi e delle nostre città venete si parla ancora oggi la lingua veneta e tutti la comprendono: quando si dice che la lingua è tale quando essa viene usata sia in famiglia sia nel linguaggio amministrativo.
Insistere nel riconoscere quella italiana quale lingua ufficiale della Repubblica ritengo sia un grave errore ed una grave ingiustizia; conseguentemente, non si giustificherebbe l'atteggiamento dello Stato italiano il quale, ancora una volta, con il provvedimento in esame opererebbe un'ingiustizia nei confronti delle cosiddette lingue dialettali.
Mi rifiuto di far definire quella veneta lingua dialettale proprio perché noi abbiamo tutta una storia alle spalle che fa considerare la lingua veneta come una lingua a tutti gli effetti. Essa ancora oggi è parlata in tutto il Veneto orientale e in alcune zone della Lombardia, in Croazia, in Slovenia, in Brasile e in Messico. Da qui la richiesta ufficiale di riconoscere quella veneta come lingua e non come dialetto, eliminando in tal modo l'ingiustizia che verrebbe operata nei confronti appunto della lingua veneta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).