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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle infrastrutture, il Ministro della solidarietà sociale, il Ministro della giustizia, il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, il Ministro della pubblica istruzione ed il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
(Risorse assegnate alla regione Sicilia per il programma di opere strategiche - n. 3-00936)
PRESIDENTE. L'onorevole Drago ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00936 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
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GIUSEPPE DRAGO. Signor Presidente, onorevole Ministro, l'interrogazione in esame verte sui piani ordinari ANAS e Ferrovie dello Stato. Lei sa benissimo che, sulla base del comma 1018 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007, il suo Ministero ha sottoposto alla valutazione della regione Sicilia i piani predisposti dall'ANAS; quello delle Ferrovie è ancora in fase di attuazione e quindi aspettiamo la valutazione.
Per quanto riguarda il piano che ci è stato sottoposto, non solo il Governo regionale, ma tutti noi abbiamo notato che, rispetto alla previsione...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIUSEPPE DRAGO. ...di realizzare opere stradali pari a circa 2,6 miliardi di euro, sono state, invece, finanziate opere per 342 milioni, pari a circa l'8,5 per cento rispetto ad una percentuale che, nell'ultimo decennio, era del 12,5 per cento e che, addirittura, nel 2005 si attestava al 14 per cento.
Onorevole Ministro, vorrei sottoporre anche alla sua attenzione il fatto che, in tale piano, non si prevede il criterio della addizionalità. Infatti, normalmente, per quanto riguarda le opere strategiche, che, tra l'altro, prevedono l'utilizzo delle risorse comunitarie, deve essere riconosciuta la cosiddetta addizionalità che consiste nel concorso di risorse della regione, della comunità e dello Stato.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIUSEPPE DRAGO. Da questo punto di vista, concludo, abbiamo notato che è come se le risorse comunitarie servissero per coprire buchi di bilancio. Ora vogliamo sapere se è proprio così!
PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO DI PIETRO, Ministro delle infrastrutture. Signor Presidente, da meridionale a meridionale mi permetta di dirle che non condivido l'idea che, per le regioni sottoposte anche alla legislazione comunitaria (quindi, tra queste la Sicilia e, se permette, il mio Molise, anche se sono ormai un ex), non sia rispettato il principio dell'addizionalità. So bene che tale principio deve essere rispettato; intendiamo con il principio dell'addizionalità la somma dei fondi straordinari previsti a livello europeo o anche da leggi speciali con quelli che vengono stanziati attraverso la previsione ordinaria.
Le posso assicurare che si tratta di un principio a cui intendo attenermi.
Le posso anche dire che, in realtà, il piano della viabilità di competenza dell'ANAS non è stato approvato perché, prima di approvarlo, lo abbiamo inviato alle regioni competenti affinché esprimessero il loro parere. Viceversa, quello delle Ferrovie è già stato attivato ed è stato anch'esso inviato agli organi competenti (è stato esaminato anche in questo caso dai soggetti interessati).
Per quanto riguarda la dotazione finanziaria del 2007, il metodo adottato non è stato quello della ripartizione, bensì quello dello stato di avanzamento progettuale, a fronte della necessità di completamento degli interventi già avviati, della rispondenza alle esigenze di messa in sicurezza, nonché dell'appaltabilità dell'opera nel quinquennio di riferimento del piano.
Cosa intendo dire? Intendo dire che il principio di addizionalità non lo si trova scritto nel piano, risultando da un esame complessivo delle varie fonti di finanziamento.
Con riferimento alle opere da finanziare in via ordinaria, ci siamo attenuti a questo principio: prima si considerano le opere da mettere in sicurezza, poi le opere di completamento di quelle già esistenti, infine le opere che sono in uno stato progettuale avanzato. Questo per evitare di finanziare sulla carta qualcosa che poi non è possibile realizzare in alcun modo.
Concludo, precisando che - anche per dare un valore percentuale - per la regione siciliana, nel triennio 2002-2004, la quota assegnata fu dell'8,8 per cento e nel Pag. 43triennio 2003-2005 dell'8,4 per cento. Tali percentuali sono in linea con quello che intendiamo prevedere e che prevediamo anche nel piano attuale con riferimento alle risorse ordinarie al netto, ovviamente, dei finanziamenti della cosiddetta legge obiettivo.
PRESIDENTE. L'onorevole Drago ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE DRAGO. Signor Presidente, signor Ministro, vorrei ritenermi soddisfatto della sua risposta, valutando gli interventi programmati e quelli ultimati. La speranza è che, alla fine del quinquennio, sarà possibile realizzare quelle opere e ottenere quelle risorse che lei intende garantire non solo alla regione Sicilia, ma a tutto il centro-sud.
Devo dire, tuttavia, che, rispetto al Documento di programmazione economico-finanziaria (che prevedeva una particolare destinazione di risorse, proprio per superare il gap infrastrutturale del Mezzogiorno), dai dati oggi a disposizione emerge che il 66 per cento delle risorse è stato destinato al centro-nord, mentre il 34 per cento è stato destinato al centro-sud. Capisco che la programmazione è in itinere, anche rispetto alla realizzazione delle opere e può essere modificata, ma oggi il dato è questo.
Allo stesso modo, ritengo di dover sottolineare a lei, signor Ministro, che proprio la mancanza del principio di addizionalità è stata una delle cause che ha portato la Commissione europea a ritenere non ricevibile il quadro strategico nazionale/programma operativo nazionale «reti e mobilità» nel febbraio 2007 e, addirittura, a censurarlo fortemente nel mese di maggio.
Capisco il ragionamento che lei sostiene, cioè di andare a vedere come si realizzeranno le singole opere, quali saranno appaltate nel tempo, al di là del fatto di andare a guardare le singole voci, o il totale delle risorse destinate.
PRESIDENTE. Onorevole, concluda.
GIUSEPPE DRAGO. Ciò, però, richiede una grande attenzione da parte del Governo, un grande controllo da parte nostra, perché ritengo che le opere infrastrutturali siano di un'importanza fondamentale per il rilancio del Sud e della Sicilia in particolare.
(Iniziative per modificare le procedure e la gestione delle risorse in relazione ai «contratti di quartiere» - n. 3-00937)
PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00937 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
LUCIO BARANI. Signor Presidente, signor Ministro, mi sembra che come Ministro dei lavori pubblici sia un po' in difficoltà! Praticamente non sta attuando alcun tipo di programma! Le piccole e grandi opere pubbliche sono bloccate. Forse, rendeva meglio quando era nella magistratura, ma, nella fattispecie, parliamo di «contratti di quartiere 2» che, a causa di controricorsi, questioni procedurali ed interventi del TAR, sono bloccati; non viene stanziato più di un miliardo di euro per l'ammodernamento e lo sviluppo del Paese.
La sua non brillante idea della terza edizione dei contratti di quartiere, avendo cambiato la filosofia e le procedure del bando, senza alcun tipo di esperienza, assieme alle innovazioni apportate, ha peggiorato complessivamente le procedure attuative, allungando notevolmente i tempi di definizione per i comuni, gli operatori pubblici e gli operatori privati.
PRESIDENTE. Onorevole Barani, concluda.
LUCIO BARANI. Concludo, Presidente. Eppure in uno dei suoi tanti proclami, rimasti inevasi, senza nozione di causa, aveva dichiarato che, entro la Pasqua, sarebbero stati distribuiti i finanziamenti per i contratti di quartiere 2. Le chiedo, Pag. 44ma a quale Pasqua si riferiva, a quella che è passata o a quella di quale secolo?
PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO DI PIETRO, Ministro delle infrastrutture. Mi dispiace, ma, onorevole, vorrei contraddirla ed anche con determinazione! Lei è semplicemente disinformato - totalmente disinformato! - e chiamo, come testimoni, i venti governatori che, con me, hanno sottoscritto il documento e che hanno ricevuto il decreto di assegnazione delle risorse in tutte le loro regioni.
I «contratti di quartiere 2», i cui fondi erano bloccati a causa di inefficienze e di irregolarità del precedente Governo, sono stati da me sbloccati totalmente e formalmente attribuiti (vi è al riguardo rassegna stampa a iosa che troverà anche presso l'Ufficio pubblicazioni di questa Camera).
Per quanto riguarda i «contratti di quartiere 3», mi dispiace dissentire - e dissentire con determinazione! - dalle sue affermazioni. Non li ho ideati io, ma sono stati inventati dal precedente Governo! Il precedente Governo ha ideato una formulazione talmente controversa e contraddittoria da aver provocato una miriade di ricorsi al TAR, il quale ha sospeso l'applicazione di quel provvedimento. Oggi, anche quel terzo contratto di quartiere troverà il suo sbocco semplicemente perché ho dato mandato ai legali dell'Avvocatura dello Stato di non «coltivare» il ricorso al TAR da parte dello Stato, ma di mettere tutti i soldi a disposizione della regione.
Mi dispiace quando, alla disinformazione, consegue un'informazione all'opinione pubblica che non ha né capo né coda!
PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente non sono soddisfatto della risposta, perché lei, signor Ministro, ha detto delle bugie. Non conta, infatti, ciò che si ha intenzione di fare, ma se si concretizza l'attuazione della programmazione dei contratti di quartiere!
Nessuna amministrazione, nessun comune d'Italia, nessun operatore pubblico e privato hanno ancora ricevuto un euro. Questa la verità! Poi, i proclami, le Pasque, le contrattazioni con le regioni le lasci fare a chi è in grado di farle, tanto non portano assolutamente a nulla!
I comuni, gli operatori privati e pubblici hanno bisogno di vedere l'azione concreta e diretta del Ministero, come avvenuto per i «contratti di quartiere 1». In questo caso era il suo Ministero che direttamente elargiva, controllava e prevedeva stati di avanzamento. È così che si fa! Allora, perché non si fida di sé stesso? Perché non fida dei suoi operatori? Prenda lei, direttamente, in mano la gestione e non la realizzi tramite le regioni, come il suo Molise! Le regioni e il suo Ministero non fanno nulla! Non riescono a portare a casa nessuna opera! L'Italia ha bisogno di modernizzarsi, di attuare i programmi e di non rimanere fanalino di coda dei paesi europei. Lei ci sta facendo diventare un fanalino di coda!
Nessun euro - su questo aspetto la sbugiardo pubblicamente! - è stato attribuito alle amministrazioni periferiche, perché il suo Ministero non è in grado di farlo. Le ho dato la soluzione: gestisca lei direttamente la situazione e non passi tramite le regioni: così è accaduto per i «contratti di quartiere 1» che sono giunti tutti a destinazione!
Sia modesto! Impari come si amministra! Certo, non si diventa un grande Ministro, senza una buona preparazione, ma abbia l'umiltà di capire e di informarsi...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUCIO BARANI. Concludo, Presidente. Sono a sua disposizione: le posso insegnare e dare ripetizione su come si fa (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Italia dei Valori) ad aiutare le pubbliche amministrazioni in Italia!
Pag. 45(Orientamenti del Governo sulla realizzazione dell'opera «terzo valico ferroviario dei Giovi» - n. 3-00938)
PRESIDENTE. L'onorevole Benvenuto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lovelli n. 3-00938 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3), di cui è cofirmatario.
ROMOLO BENVENUTO. Signor Presidente, signor Ministro, parliamo del terzo valico ferroviario dei Giovi, della linea che collega la Liguria con il Piemonte, Genova con il basso Piemonte e la Lombardia, il porto di Genova con il porto di Rotterdam lungo il canale 24, uno dei canali prioritari per l'Unione europea.
Sappiamo che il progetto è stato predisposto, vogliamo capire dal Governo quali sono le priorità nella partecipazione al bando del Parlamento europeo di importo pari a 8.013 miliardi, i tempi ed i finanziamenti di questa opera strategica per la Liguria, il Piemonte e la Lombardia...
PRESIDENTE. Onorevole Benvenuto, concluda.
ROMOLO BENVENUTO. ... ma strategica, in generale, per il Paese nei suoi rapporti con l'Unione europea al fine di non trasportare le merci su gomma e, quindi, per decongestionare la Liguria ed i porti di Genova e di Vado Ligure.
PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO DI PIETRO, Ministro delle infrastrutture. Signor Presidente, il programma delle reti TEN per il periodo 2007-2013 è stato trasmesso a Bruxelles il 22 febbraio e la Commissione europea ha indicato i criteri di selezione. Il programma in parola - quello europeo - prevede per tale periodo complessivi 16,1 miliardi di euro; di tale cifra la quota di contributo europeo è pari al 30 per cento per i progetti transfrontalieri e del 20 per cento per i progetti interni. Stiamo parlando di 16 miliardi di euro destinati a tutti i Paesi dell'Unione europea; è chiaro, quindi, che l'Italia non può pensare di ottenerli tutti per sé, ma deve selezionare alcuni specifici interventi, specie quelli transfrontalieri, puntando sulla qualità degli stessi. Magari potessimo ottenere tutti quelli che abbiamo richiesto che ammontano, per rispondere alla presente interrogazione, a 1.262 milioni di euro, circa un miliardo e duecento, per il tunnel del Brennero, per la tratta internazionale Torino-Lione, per la tratta Trieste-confine sloveno e per il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario! Per le sezioni nazionali abbiamo chiesto 2 miliardi 599 milioni di euro per l'accesso Brennero-Fortezza e per le linee Milano-Bologna, Verona-Napoli, Bussoleno-Torino, Torino-Venezia, Venezia-Trieste e Genova-Novara-confine svizzero in cui ricade, appunto, il terzo valico dei Giovi. Abbiamo richiesto i finanziamenti per tutte queste opere, anche se non in questo ordine.
Nel gennaio 2007 abbiamo revocato le concessioni e abbiamo affidato a gare ordinarie il sistema per reperire il contraente per l'alta velocità da realizzare per le tratte Genova-Milano, Milano-Verona e Verona-Padova, la cui realizzazione è confermata, così come quella del terzo valico dei Giovi.
Per quanto riguarda gli aspetti finanziari relativi all'opera, essi sono disciplinanti dalla legge finanziaria per il 2006 che ha soppresso il sistema precedente di finanziamento ISPA ed ha previsto il finanziamento direttamente a carico dello Stato.
Stiamo quindi procedendo all'attuazione dei lavori secondo il programma concordato e per il 2007 contiamo anche di appaltare o comunque di affidare tramite gara uno dei tratti ancora interessati dall'alta velocità.
PRESIDENTE. L'onorevole Lovelli ha facoltà di replicare.
MARIO LOVELLI. Signor Presidente, signor Ministro, la sua risposta ci lascia solo parzialmente soddisfatti perché quella Pag. 46da lei fornita è da considerarsi una risposta complessiva su come il Governo si è mosso rispetto al programma delle reti TEN per il periodo 2007-2013 all'interno del quale, in ordine agli interventi sulle reti nazionali, è inserito, nell'ambito della Genova-Novara-Sempione, anche, come sappiamo, il terzo valico dei Giovi.
Naturalmente, ci pare che la conferma della realizzazione del terzo valico, così come è disciplinata e gestita a livello legislativo con la previsione di una revoca dei precedenti impegni contrattuali, rimanga ancora molto incerta, tant'è vero che lei ha ipotizzato il 2007 come anno in cui possa prendere avvio la procedura.
Ritengo che sia indispensabile, in questo momento, che il Governo definisca una decisione in vista della scadenza dei bandi comunitari; che faccia una verifica definitiva della finanziabilità dell'opera e delle alternative che discendono da eventuali insufficienze degli interventi europei e che intervenga per verificare le modalità concrete di appalto. È indispensabile, soprattutto, che, con l'allegato infrastrutture che sarà collegato al prossimo Documento di programmazione economico-finanziaria, che ha validità triennale, tale problema trovi soluzione definitiva e che sia impostato come scelta di programmazione, aprendo, poi, subito un tavolo di confronto a livello locale che, come lei sa, non è mai mancato in questi anni e che continuerà ad essere disponibile.
È necessario che ci sia un'iniziativa, perché questo confronto, che ha dato luogo in passato anche ad accordi procedimentali fra Rete ferroviaria italiana, enti locali e regioni, si riapra, si concretizzi e dia delle risposte nel senso auspicato in ordine all'esigenza di implementare il traffico ferroviario e di sviluppare i progetti logistici del basso Piemonte e della Liguria (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
(Iniziative per un adeguato potenziamento del fondo per le non autosufficienze - n. 3-00939)
PRESIDENTE. L'onorevole Zanotti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00939 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
KATIA ZANOTTI. Signor Ministro, il nostro Paese è molto in ritardo nell'affrontare la grande questione sociale della non autosufficienza. Sappiamo - abbiamo un'opinione comune, credo - che chi ha responsabilità di governo della cosa pubblica non può più sottrarsi al compito di promuovere politiche che mirino ad estendere significativamente la rete dei servizi, per rendere le prestazioni un diritto esigibile per tutti e, nel contempo, ridurre anche l'impatto finanziario per le famiglie che si prendono carico, accudiscono e assistono le persone non autosufficienti.
La legge finanziaria per il 2007 ha istituito un Fondo apposito, che rappresenta un segnale molto importante.
Signor Ministro, in Commissione Affari sociali - lei lo sa bene - abbiamo iniziato la discussione su un progetto di legge relativo alla non autosufficienza. Con la presenta interrogazione, le chiediamo in quali tempi e con quali provvedimenti il Governo intenda utilizzare le attuali risorse del Fondo, previste dalla legge finanziaria, e quali iniziative il Governo intenda assumere per dare un sostegno maggiore e più adeguato, anche in termini di risorse finanziarie, a questo bisogno così diffuso delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie.
PRESIDENTE. Il Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, per quanto riguarda le domande poste, convenendo con l'onorevole Zanotti, sia sulla necessità che questo Paese si doti, finalmente, di livelli essenziali di assistenza, che definiscano dei diritti certi ed esigibili per tutte le persone, sia sulla necessità di affrontare la questione della non autosufficienza, la situazione attuale è questa: il Ministero della solidarietà sociale ha sostanzialmente definito un disegno di legge delega, concordato con il Ministero della Pag. 47salute, che è quello più direttamente interessato, in quanto parliamo di un settore ad alta integrazione socio-sanitaria. Questo disegno di legge delega verrà, nel corso di questa e della prossima settimana, verificato con gli altri Ministeri con cui è necessario procedere alla concertazione, con le regioni, i comuni e le parti sociali. Quindi, diciamo che nell'arco di una quindicina di giorni avremo un testo, sulla base del quale iniziare una discussione.
I contenuti del testo sono, tenderei a dire, i soliti: la definizione della non autosufficienza, l'individuazione dei diversi livelli possibili di non autosufficienza e l'individuazione dei diritti che ogni livello di non autosufficienza assicura alle persone, ipotizzando di mettere nello stesso provvedimento i livelli essenziali socio-sanitari di più diretta competenza sanitaria e quelli di più diretta competenza sociale, in modo da produrre un'effettiva integrazione.
I tempi sono, quindi, un paio di settimane.
Nel frattempo, stiamo definendo il provvedimento in ordine alla spesa del Fondo per il 2007, che per forza di cose deve essere fatta a monte della legge che verrà approvata e che sarà vigente dal 2008 in avanti.
Per il 2007 stiamo discutendo con le regioni per il riparto delle risorse del fondo sulla base di due elementi di priorità: lo sviluppo della domiciliarità nelle cure, e quindi la non ospedalizzazione dei non autosufficienti, e l'apertura degli sportelli per la presa in carico dei non autosufficienti, laddove non c'è ancora questo servizio da parte delle strutture pubbliche.
Da ultimo, risponderò su come il Governo intenda provvedere dal punto di vista finanziario per incrementare il Fondo. Condivido con lei la necessità di aumentare le risorse stanziate nel fondo. Ad oggi non esiste una decisione del Governo in materia.
PRESIDENTE. Ministro Ferrero, la invito a concludere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Il sottoscritto ha chiesto al Presidente del Consiglio dei ministri di inserire la questione della non autosufficienza nella discussione sul tavolo del welfare con le parti sociali, in modo che in quella sede si possano definire le risorse, a partire dal cosiddetto «tesoretto», da destinare alla non autosufficienza.
PRESIDENTE. L'onorevole Zanotti ha facoltà di replicare.
KATIA ZANOTTI. Signor Presidente, ho ascoltato con molta attenzione il Ministro Ferrero. Egli sa - ci siamo incontrati alcune volte in Commissione - che aspettavamo la notizia del disegno di legge delega sulla non autosufficienza.
Chiedo al Ministro, anche per non dissipare un lavoro molto importante svolto in Parlamento, se sia possibile, non appena si creino le condizioni adatte, dopo l'esame congiunto fra i vari Ministri e le regioni, un incontro in Parlamento, in Commissione, proprio su quel disegno di legge delega.
Credo che le famiglie italiane, che ci hanno sollecitato peraltro in questi anni (ma ricordo le iniziative legislative dei sindacati pensionati), debbano avere una risposta. Dico ciò proprio perché so che condividiamo e tutti abbiamo in questo Parlamento una sensibilità forte su un tema così dirimente, peraltro affrontato da altri Paesi con delle risposte organiche. Noi siamo in ritardo, come ho detto.
Quello che lei sta facendo, signor Ministro, lo consideriamo un lavoro importante. Ci aspettiamo, al più presto, di avere una definizione dei livelli essenziali dell'assistenza per la non autosufficienza, che è il punto di passaggio dirimente sul quale costruire una quantificazione delle risorse. Sappiamo di parlare di un investimento, in termini di risorse, formidabile.
PRESIDENTE. Onorevole Zanotti, la invito a concludere.
KATIA ZANOTTI. Sappiamo anche che si ragiona in termini di gradualità. Se cominciamo a dare le risposte che lei ha annunciato sono convinta che il segnale Pag. 48che daremo sarà quello di avvio di un percorso davvero positivo, efficace e, speriamo, anche al più presto molto concreto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
(Misure per il miglioramento delle condizioni di vita dei nomadi con particolare riferimento alla situazione dei minori - n. 3-00940)
PRESIDENTE. L'onorevole Del Mese ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00940 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
PAOLO DEL MESE. Signor Presidente, onorevole Ministro, credo che siano ormai note a tutti le condizioni in cui versa da diversi anni la popolazione nomade nel nostro Paese. Le stime ufficiali parlano di circa centosessantamila persone, di cui novantamila provenienti dalla ex Iugoslavia e dalla Romania, che vivono in condizioni abitative da Terzo Mondo, disastrose, e che determinano un allarme sociale abbastanza diffuso per ciò che concerne la stretta connessione tra le gravi condizioni di povertà e la microcriminalità. Se a tutto ciò si aggiunge anche lo stato di salute di questi cittadini, e naturalmente anche la mancanza assoluta di scolarizzazione, è necessario ed urgente, credo, intervenire per procedere sia ad una vaccinazione di massa - forse quello che usato è un termine piuttosto ampio - sia ad interventi tesi alla effettiva scolarizzazione.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLO DEL MESE. Per tutti questi motivi, chiedo al Governo di conoscere quali interventi intenda adottare per porre rimedio a tale questione.
PRESIDENTE. Il Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, condivido con l'interrogante la situazione di assoluto degrado in cui versano i campi nomadi e ritengo che tale situazione non sia più tollerabile, soprattutto in virtù della semplice constatazione che larga parte di coloro che sono chiamati nomadi, in Italia nomadi non sono, ma sono, in realtà, stanziali. È necessario, quindi, lavorare per il superamento dei campi, al fine dell'inserimento in un tessuto abitativo «normale» dentro il territorio. Segnalo che le politiche sociali rientranti nella mia responsabilità diretta sono delegate ai comuni, alle province ed alle regioni, per cui non c'è possibilità, da parte del Ministero, di intervenire direttamente su queste situazioni, poiché sono comuni, province e regioni che debbono agire.
Ciò premesso, per quanto riguarda le nostre realizzazioni, in primo luogo abbiamo aumentato la dotazione del Fondo per le politiche sociali, cui sono destinati quest'anno 945 milioni di euro, mentre il Governo precedente ne aveva stanziati solo 500. I comuni devono intervenire su questa situazione anche attraverso il Fondo suddetto. In alcune zone ciò accade, ad esempio a Napoli, dove si sta svolgendo un ottimo lavoro, in altre zone, invece, i comuni non fanno pressoché nulla. Purtroppo, il Ministero non ha la possibilità di obbligarli ad agire.
In secondo luogo, abbiamo dato vita ad un Fondo di inclusione sociale dei migranti. Stiamo predisponendo il decreto per la definizione della spesa relativa a tale Fondo (50 milioni di euro), e con il medesimo Fondo prevediamo di realizzare un intervento sui campi nomadi. Inizieremo con un intervento sperimentale, che punta al superamento dei campi e, anche attraverso l'autocostruzione, all'inserimento dei nomadi in un tessuto abitativo «normale», politica attuata in altre parti d'Europa e che ha dato buoni frutti dal punto di vista dell'integrazione. In relazione, ancora, al Fondo di inclusione sociale, stiamo predisponendo le misure per la lotta alla dispersione scolastica - uno Pag. 49dei fenomeni peggiori che interessano i bambini e i ragazzi dei campi nomadi -, per costruire, sempre assieme ai comuni, percorsi per portare a scuola i ragazzi e le ragazze.
In terzo luogo, sul piano europeo, l'Italia si è battuta ed ha ottenuto che si definisse la costituzione di un Fondo per l'integrazione.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Tale Fondo entrerà in vigore dal prossimo animo, ed anche attraverso di esso sarà possibile realizzare progetti. Per quanto mi riguarda, inoltre, farò presente al Ministero della sanità, competente in materia di salute pubblica, il problema da lei posto, onorevole Del Mese, e da me condiviso, così come con il Ministero della pubblica istruzione stiamo lavorando per intervenire sul versante della scuola.
Concludo semplicemente segnalando ...
PRESIDENTE. Più velocemente che semplicemente, se possibile...
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Finisco molto velocemente senza annoiare il Presidente e l'Assemblea, segnalando che fenomeni di aggressione e di conflitto tra nomadi e popolazione residente sono avvenuti non solo in situazioni di campi illegali, ma anche, purtroppo, di campi legali, e non sempre - devo dire - la popolazione italiana ha fatto una splendida figura (Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. L'onorevole Del Mese ha facoltà di replicare.
PAOLO DEL MESE. Quanto alla risposta del Ministro, de iure condendo è naturalmente pensabile ed auspicabile che la serie di buone intenzioni espressa dal Governo sia poi seguita da atti maggiormente concreti, perché ci troviamo in una situazione veramente difficile e drammatica. Basti pensare che dei campi esistenti nel nostro Paese solo circa cento sono autorizzati, mentre circa cinquecento non sono a norma di legge, né lo sono quelli autorizzati quanto alle condizioni igieniche in cui versano e ai vasti fenomeni che si avvertono quotidianamente, relativi, soprattutto, alle offese arrecate ai bambini, indifesi rispetto alle difficoltà che si trovano ad affrontare.
Che ci sia bisogno di un intervento europeo è fuori discussione, così come è altrettanto vera la necessità di una politica coordinata al raggiungimento dello scopo. Però, ciò che mi meraviglia è l'atteggiamento assunto, ad esempio, dalla Romania, che ci rimprovera una scarsa attenzione rispetto a questi fenomeni. Ciò non deve avvenire e mi auguro che nel prosieguo del tempo vi sia tutta la disponibilità del Governo rispetto a questo problema, attenzione che già esiste, ma che ritengo sia ancora insufficiente.
Pertanto, ringrazio il Ministro, mi ritengo soddisfatto e mi auguro che il futuro possa dar luogo a questa concretizzazione.
(Accordi di cooperazione tra la Bielorussia e l'Italia in materia di affidamento di minori - n. 3-00941)
PRESIDENTE. L'onorevole Pedrini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00941 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, signor Ministro, con questa interrogazione mi riferisco all'ormai famoso caso della bimba bielorussa che era ospitata da una coppia di Cogoleto, in provincia di Genova. Più nello specifico vorrei cercare di capire quali sono stati i termini dell'accordo bilaterale che sarebbe stato firmato il 10 maggio, circa un mese fa; in particolare, vorrei riferirmi all'elaborazione del citato accordo, che nasce dalla necessità di fornire una precisa regolamentazione giuridica dei programmi di accoglienza dei bambini. Infatti, anche riguardo al trattato siglato pochi giorni or sono, Pag. 50siamo in presenza di un atteggiamento del tutto particolare da parte delle autorità della Bielorussia, che hanno - in verità - nuovamente aperto la possibilità dei soggiorni terapeutici, ma per quanto riguarda il problema specifico delle adozioni si sono fermate ad un numero praticamente irrisorio, che sarebbe - tra l'altro - in violazione del citato accordo bilaterale.
PRESIDENTE. Saluto i membri del «consiglio comunale dei ragazzi» del comune di San Marco in Lamis in provincia di Foggia, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, in risposta all'interrogazione dell'onorevole Pedrini, ricordo che in data 7 settembre 2006 il tribunale per i minorenni di Genova emetteva decreto, confermato dalla corte d'appello il successivo 28 settembre, con cui veniva revocato l'affidamento della minore Viktoria Maroz al comune di Cogoleto, autorizzandone il rientro in Bielorussia. Il tribunale autorizzava la famiglia ospitante ad accompagnare la bambina in patria. La corte d'appello, peraltro, precisava che erano venuti meno i poteri dell'autorità giudiziaria di provvedere con urgenza all'interesse del minore straniero, perché la Repubblica bielorussa aveva assunto adeguate misure nell'interesse della bambina, predisponendo un apposito programma riabilitativo.
Come è noto, la bambina sottratta inizialmente dalla famiglia ospitante, una volta ritrovata, veniva condotta in Bielorussia, accompagnata da medici italiani, in modo da assicurare la necessaria assistenza terapeutica, sino a quando fosse ritenuto necessario. Su incarico del tribunale per i minorenni, gli stessi medici si recavano in Bielorussia dal 3 al 9 dicembre 2006, per una verifica del programma riabilitativo e dei cambiamenti verificatisi dopo il rientro in patria della minore. I sanitari rilevavano che la bambina, dopo avere inizialmente soggiornato in un istituto diverso da quello dove si trovava prima di venire in Italia, era in quel momento ospitata dalla famiglia bielorussa presso cui già viveva il fratello Sacha. Aggiungevano che la bambina aveva stabilito un buon rapporto con tale famiglia e si trovava a suo agio nella nuova situazione.
Quanto al più specifico quesito posto dall'onorevole Pedrini, devo rilevare che non esiste alcun accordo bilaterale che consente di chiedere allo Stato straniero la verifica delle condizioni psicofisiche di un minore e che renda possibile riportarlo in Italia. Peraltro, i Governi italiano e bielorusso hanno sottoscritto di recente, proprio grazie al Ministro della solidarietà sociale, Ferrero, lo scorso 10 maggio, un accordo, il cui testo tra l'altro si può consultare - così mi riferiva il Ministro Ferrero - sul sito Internet del Ministero della solidarietà sociale, un accordo che contiene i principi e le disposizioni operative che definiscono finalità e criteri di programmi solidaristici e di risanamento per i minori bielorussi.
In particolare, è stato stabilito, da un lato, che tutti i minori orfani, avendo un tutore nominato dall'autorità bielorussa, non possono mai essere considerati in stato di abbandono sul territorio italiano, dall'altro lato, che i programmi di accoglienza si fondano su presupposti e condizioni differenti da quelli propri delle adozioni e trovano pertanto una regolamentazione diversa dalla disciplina delle adozioni internazionali.
Per quanto concerne, poi, le modalità del soggiorno in Italia è previsto che i minori siano ospitati temporaneamente presso famiglie o strutture idonee...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. ...preventivamente informate delle finalità dei viaggi di risanamento e dello status giuridico dei minori e, più in generale, degli impegni a carico degli ospitanti.
PRESIDENTE. L'onorevole Pedrini ha facoltà di replicare.
Pag. 51
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, purtroppo su queste questioni devo rilevare che abbiamo valutazioni diverse rispetto a quelle del signor Ministro.
In data 5 settembre 2006 il presidente del tribunale dei minori, con la lettera che ho tra le mie mani, faceva riferimento allo stato della salute della bambina tale da non permetterne il trasferimento, ne ordinava la permanenza in Italia ed affermava testualmente: «Si deve peraltro sottolineare come le lettere qui inviate dall'ambasciata (della Bielorussia) adoperino a tratti un sorprendente linguaggio intimatorio e mostrino una sorta di confusione tra la materia dell'adozione e la protezione e le procedure di conseguenza».
Inoltre, analizzando il caso, devo rilevare che, per quanto mi riguarda, con valutazione non solamente mia, ma di uno schieramento di parlamentari appartenenti sia al centrosinistra sia al centrodestra, si è in presenza di violazioni di norme poste a tutela di una minore ed esattamente, per quanto è richiamato anche nel nostro dettato costituzionale, delle convenzioni internazionali (faccio riferimento specifico alla Convenzione dell'Aja, che, non a caso, non è stata ratificata dalla Bielorussia) ed, in particolare, delle Convenzioni di New York che dettano norme in materia.
Un adulto avrebbe avuto possibilità di difesa, ma trattandosi di una bambina minore vi sono stati atteggiamenti del tribunale e della corte di appello che ne hanno permesso il rientro in patria.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Ministro, a causa della limitatezza del tempo a mia disposizione, mi rivolgo alla sua nota sensibilità, come tutti i parlamentari che fanno parte del comitato «Aiutiamo Maria» (che non ha alcuna intenzione di cessare la sua attività). Ci siamo rivolti anche al Ministro degli affari esteri ed ora mi rivolgo anche a lei, come Ministro, e alla sua personale sensibilità umana, per fare in modo che la bambina di cui abbiamo parlato possa avere la speranza di tornare in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
(Sussistenza di indagini in relazione alla manifestazione svoltasi davanti al carcere de L'Aquila il 3 giugno 2007 - n. 3-00942)
PRESIDENTE. L'onorevole Angelo Piazza ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00942 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).
ANGELO PIAZZA. Signor Presidente, domenica scorsa tutto il Paese ha assistito sgomento a fatti gravissimi. Davanti al carcere de L'Aquila si è svolta una manifestazione a sostegno espresso di terroristi e brigatisti ivi rinchiusi, condannati in sede penale per omicidio e atti di terrorismo e in quell'occasione sono state pronunciate frasi gravemente offensive nei confronti di Marco Biagi, di Massimo D'Antona, dell'ispettore Raciti e delle vittime di Nassiriya. Si è trattato di un fatto molto grave, che è stato preparato nei giorni precedenti, secondo quanto riferiscono tutte le fonti giornalistiche, attraverso scambi di e-mail e attraverso Internet.
Il Paese chiede a lei, signor Ministro, ed al Governo cosa le Forze dell'ordine e la magistratura abbiano fatto per prevenire questo gravissimo episodio, per individuare i responsabili e stanno operando, soprattutto la magistratura, per punirli? È un fatto ignobile dal punto di vista morale, ma anche una circostanza in cui sono stati commessi reati, dall'apologia al vilipendio.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, prima di formulare ogni altra considerazione, devo dire che provo forte impressione, sdegno e disgusto anche morale, per quanto mi riguarda, e non posso che manifestare una condanna incondizionata quando leggo di fatti come quelli avvenuti a L'Aquila. Ho Pag. 52visto orribili scritte, slogan inneggianti alle morti di carabinieri di Nassiriya, dei professori Biagi e D'Antona e dell'ispettore Raciti.
Mi chiedo, a volte, come mai in questa circostanza alcuni uomini possano arrivare ad odiare la vita di altri uomini al punto di desiderare la loro morte e il dolore che per tutta la vita accompagnerà i loro familiari. Devo anche, da questo punto di vista, utilizzare quest'occasione (perché ho ascoltato e letto slogan relativi ad agenti di polizia penitenziaria e al personale della mia amministrazione affermavano: «Ci saranno vedove e orfani»), per esprimere la mia solidarietà al personale de L'Aquila e a tutti coloro che in Italia, nell'ambito dell'organizzazione dell'amministrazione penitenziaria, sono impegnati. Spero anche che essi abbiano la solidarietà e la fiducia dell'intero Parlamento.
Dobbiamo purtroppo rilevare che esiste qualcosa di malato e perverso: la psiche di queste persone. Non c'è solo l'elemento di natura ideologica. Mi pare, infatti, un'ideologia molto distante da aspetti di natura morale, dalla politica di convivenza civile in una democrazia come la nostra. Per fortuna certi comportamenti, che pure hanno una forte risonanza mediatica che li fa apparire, a volte, più grandi di quello che in realtà sono, riguardano sparuti gruppuscoli di individui, che la storia di questi ultimi decenni e la coscienza civile italiana hanno già abbondantemente isolato e condannato.
Ho voluto premettere queste brevi considerazioni che esprimono il mio sentire, onorevole Piazza, che mi pare essere uguale al suo, ma passo subito anche ai profili penali. Al riguardo, posso comunicarle quello che il procuratore della Repubblica de L'Aquila ha riferito, vale a dire di avere prontamente avviato le indagini preliminari dopo aver ricevuto l'informativa preliminare dalla DIGOS della questura de L'Aquila, iscrivendo il procedimento penale n. 2268/07. Tale procedimento è stato assegnato al magistrato di turno che ha ricevuto l'informativa dalla polizia giudiziaria. Allo stato la DIGOS sta acquisendo tutto il materiale fotografico, cinematografico e sonoro utilizzabile per la ricostruzione dei fatti e per l'individuazione di eventuali responsabilità penali.
Ritengo, quindi, che valutazioni processuali più complete - che fornirò, quando sarà possibile, al Parlamento e a lei - potranno essere compiute soltanto in seguito, esauriti debitamente gli accertamenti in corso.
PRESIDENTE. L'onorevole Angelo Piazza ha facoltà di replicare.
ANGELO PIAZZA. Ringrazio il Ministro e desidero soprattutto sottolineare l'aspetto della prevenzione di questi e di fatti analoghi, che sono gravissimi anche se commessi, come lei diceva, signor Ministro, da sparuti gruppi di persone, perché hanno risonanza e perché, comunque, si tratta dell'eco di periodi in cui il nostro Paese ha vissuto momenti drammatici, in preda al terrorismo; periodi che sono superati ma, evidentemente, non del tutto.
Prendo atto che la magistratura, la DIGOS e le Forze di polizia hanno avviato le indagini. Ciò che mi preme evidenziare è che, nella specie, mi pare essere mancata completamente l'opera di prevenzione, perché la manifestazione era preparata da tempo, vi erano da tempo - secondo quanto riferiscono le fonti giornalistiche - segnali che sarebbe accaduto qualcosa di molto spiacevole e di molto grave.
Rimaniamo, io e tutto il Parlamento, in attesa di conoscere lo sviluppo delle indagini. Credo che proseguire le indagini in modo molto serio e corretto, individuare i responsabili e punirli costituisca un segnale importante da parte dello Stato, in un momento in cui il terrorismo dimostra di non avere abbassato completamente la testa.
(Iniziative del Governo in merito alle manifestazioni di solidarietà nei confronti di condannati e indagati per reati di terrorismo - n. 3-00943)
PRESIDENTE. L'onorevole Grimoldi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni Pag. 53n. 3-00943 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8), di cui è cofirmatario.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, il Ministro Mastella poco fa ci ha raccontato che è intervenuta la magistratura sulla manifestazione dello scorso 3 giugno a L'Aquila. Peccato che non ci ha detto minimamente, invece, che cosa abbiano intenzione di fare il Governo e questa maggioranza per prevenire atti terroristici e per combattere il terrorismo in tutte le sue forme. Alla manifestazione di domenica a L'Aquila era presente, tra i vari manifestanti, l'ex segretario provinciale di Rifondazione Comunista, partito che fa parte integrante della vostra maggioranza di Governo. Quindi, ci sembra di capire che l'atteggiamento del Governo sia troppo spesso quello di utilizzare il guanto di velluto contro rappresentanti del terrorismo, che meriterebbero invece un atteggiamento molto più duro.
Vorremmo poi conoscere l'opinione dei rappresentanti del Governo, soprattutto nel momento in cui alcune parti della vostra maggioranza intendono il terrorismo in modo diverso da ciò che è; vorremmo capire se considerano una terrorista come la Lioce per ciò che è, quindi un'assassina, oppure un'eroina, come abbiamo ascoltato domenica scorsa a L'Aquila.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, ho avuto l'onore di conoscere e di collaborare con Marco Biagi e quindi ho provato, a livello personale, sdegno e rabbia di fronte ad episodi come quelli de L'Aquila.
Tuttavia, devo ricordare che la disciplina costituzionale del diritto di riunione non prevede alcuna autorizzazione da parte dell'Autorità di pubblica sicurezza: l'articolo 17 della nostra Carta costituzionale, infatti, dopo aver affermato che i cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi, precisa, con chiarezza, che solo per le riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica: a tale disciplina s'informa il testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza.
Venendo ai fatti, la manifestazione cui fanno riferimento gli onorevoli interroganti era stata preavvisata il 19 maggio dal rappresentante del collettivo «Compagne e compagni contro il carcere» ed era volta a protestare contro il sistema detentivo e l'applicazione dell'articolo 41-bis (il cosiddetto carcere duro). A seguito di tale comunicazione, sono stati predisposti adeguati servizi a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, anche grazie ai contingenti di rinforzo inviati nella misura richiesta. All'evento, che ha visto l'effettuazione di un corteo nel centro cittadino e di un successivo presidio nelle adiacenze del carcere di Preturo, hanno partecipato circa duecentocinquanta persone. I manifestanti, oltre a tracciare sui muri scritte contro le forze dell'ordine, il clero, il Papa, il sistema carcerario e i centri di permanenza temporanea, hanno scandito slogan inneggianti alla strage di Nassyria e contro i professori Marco Biagi e Massimo D'Antona.
Poiché le fasi della manifestazione sono state registrate dal personale della Polizia scientifica, già il giorno successivo la Digos ha potuto trasmettere una prima consistente informativa di reato alla procura della repubblica dell'Aquila e sono attualmente in corso le indagini tese all'identificazione dei responsabili degli illeciti.
Anche a Bologna e a Modena sono state informate le competenti autorità giudiziarie in ordine, rispettivamente, alle scritte e alle e-mail citate dai colleghi interroganti; in entrambi i casi sono in corso indagini.
Concludo assicurando alla Camera che le forze di polizia e gli apparati di intelligence non sottovalutano in alcun modo i rischi collegati alle manifestazioni di solidarietà nei confronti degli autori di reati eversivi. Tali episodi si sono vistosamente Pag. 54intensificati dopo i recenti arresti di esponenti dell'estremismo marxista-leninista e vengono seguiti con la massima attenzione. Non c'è alcuna tolleranza e neppure una generica condanna, ma una forte azione tesa a contrastare il pericolo di una ripresa del terrorismo.
PRESIDENTE. L'onorevole Grimoldi ha facoltà di replicare.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, mi rivolgo al Ministro perché noi vorremmo proprio sapere quali siano le azioni alle quali ha fatto riferimento concludendo il suo intervento, perché al di là del corso dell'attività della magistratura, che applica le leggi attualmente vigenti, è evidente che il Governo non ha adottato tutte le misure necessarie e, soprattutto, non ci ha detto cosa intenda fare nel futuro per combattere il terrorismo. Non avete preso in modo esplicito, come Governo, le distanze da questa manifestazione, perché forse vi è una parte della vostra maggioranza che, quanto meno, vi ha aderito, visto che era presente l'ex segretario provinciale di Rifondazione Comunista.
Signor Ministro, non è un problema di apologia di reato, di istigazione a delinquere o di istigazione a uccidere, ossia di ipotesi di reato comunque rilevanti e da denunciare - tant'è vero che la Lega Nord ha già presentato una denuncia in tal senso - ma ci sono i fatti: sono morte delle persone, vi sono dei terroristi e i giovani a cui si fa riferimento, che troppo spesso vengono liquidati come «giovani» o «compagni che sbagliano», ma sono gli stessi che vanno a spaccare le vetrine e ad incendiare le automobili; sono quelli che quando trovano i militanti di altri partiti, che non la pensano come loro, li picchiano. Tra l'altro, sono anche codardi, perché si mettono in dieci contro uno.
Quindi, noi denunciamo tali fatti e chiediamo quali iniziative il Governo intenda intraprendere per combattere il terrorismo in tutte le sue forme e le idee assolutamente lesive, tra l'altro, dello spirito della democrazia. Su tale punto il Ministro non ci ha assolutamente risposto; noi crediamo, invece, che questa sia una delle priorità del Paese per cercare di garantire la sicurezza.
Lei, signor Ministro, ha affermato che ha lavorato con il professor Biagi: anche la Lega Nord ha lavorato con lui ottenendo ottimi risultati; però, proprio nella prospettiva di garantire un futuro migliore con la legge Biagi, che riguarda soprattutto i giovani, tengo a sottolineare che i giovani normali non sono quelli dei centri sociali o quelli che fanno queste manifestazioni, ma quelli che vanno a lavorare, studiano, escono con la morosa: non sono insomma quelli che la domenica, quando hanno un'ora libera, vanno ad incendiare un'automobile o a spaccare una vetrina (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia)!
Questa é la differenza sostanziale. I giovani sono un'altra cosa: non sono quelle quattro persone estranee alla saponetta quanto alla democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
(Compatibilità ambientale del progetto di ampliamento di una cava presso il Monte San Lorenzo nel Friuli-Venezia Giulia - n. 3-00944)
PRESIDENTE. L'onorevole Di Centa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00944 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, signor Ministro, l'interrogazione verte sul Monte San Lorenzo in Friuli-Venezia Giulia, nei comuni di Maniago e Frisanco. Per ampliare la cava preesistente è stata autorizzata la sostanziale decapitazione del Monte San Lorenzo: è un piccolo monte, che non ha la grandiosità fisica delle pareti dolomitiche, ma è il simbolo di Maniago, da sempre al centro di leggende, di racconti e della storia delle sue genti. Dalle falde del monte, inoltre, nasce la roggia che portò, nel 1400, alla nascita delle coltellerie della storia artigianale di Maniago.Pag. 55
Recentemente l'impresa Cementizillo Spa ha ottenuto dal comune il permesso di ampliare notevolmente la cava, passando da 20 a 35 ettari di area cava. Tutto ciò determinerà un gravissimo danno paesaggistico e ambientale ed una perdita del patrimonio naturale e storico delle comunità locali. Soprattutto, il monte passerà da 650 a 590 metri di altezza.
Le chiediamo, signor Ministro, se sia a conoscenza di tale scempio ambientale e se, soprattutto, l'intervento risulti in regola. In caso di risposta affermativa, le chiediamo se non ritenga comunque urgente e indispensabile impegnarsi per scongiurare una deturpazione ambientale, che sconvolgerebbe una pregiata area del Friuli-Venezia Giulia.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, risulta che il sito oggetto dell'ampliamento della cava, situato nel Monte San Lorenzo, è localizzato a una distanza di circa 1.500 metri dal sito di importanza comunitaria incluso nell'elenco della rete europea Natura 2000 Val Colvera di Jof.
È pertanto necessario valutare se le attività che si intendono condurre in tale area possano ingenerare interferenze, anche indirette, nei confronti di tale sito. In tal caso, giova ricordare che le autorità locali competenti hanno la responsabilità di adottare le opportune misure per evitare il degrado degli habitat naturali e di specie, nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state individuate. In ordine ai piani e ai progetti da realizzare in dette aree, ove si riscontrassero le ipotesi sopra formulate, deve essere prevista l'applicazione della procedura di valutazione di incidenza, in osservanza della direttiva europea.
Da quanto riferito dalla regione Friuli-Venezia Giulia, nei comuni di Maniago e Frisanco sono attive due cave di calcare autorizzate e si apprende che presso l'amministrazione non è pervenuta a tutt'oggi alcuna richiesta di autorizzazione all'ampliamento delle attività estrattive.
Non è stata altresì avviata alcuna procedura di VIA, né la regione è in possesso dei dati relativi alle superfici e ai volumi previsti dal nuovo progetto di ampliamento della cava, né tanto meno ha conoscenza delle previsioni progettuali relative al nuovo progetto. La regione metterà in atto tutte le azioni previste dalla normativa vigente in materia di tutela ambientale.
Le competenze del Ministero dell'ambiente in materia di attività estrattive non sono previste nella fase autorizzativa che, sia per la parte paesaggistica, sia estrattiva, ricadono in ambito regionale. In tal caso la regione, dopo aver rilasciato le autorizzazioni, le trasmette al Ministero dell'ambiente, ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004.
Il Ministero, solo per la parte paesaggistica, ove esista un vincolo, deve intervenire al fine del controllo di legittimità e ha sessanta giorni di tempo per effettuare ed esercitare tale controllo. Nel merito il Ministero, qualora giunga l'autorizzazione della regione, procederà al controllo di legittimità suddetto, tenendo conto delle criticità rilevate dall'interrogazione.
Da ultimo, il comune di Magnago ha fatto presente che, prima che il progetto di scavo sia approvato dalla commissione regionale, intende avviare urgentemente un processo di modifica del piano regolatore.
PRESIDENTE. L'onorevole Di Centa ha facoltà di replicare.
MANUELA DI CENTA. Ministro Santagata, la ringrazio per la risposta che ha letto, ma mi permetta di dire che ho visto una palla che si è «rimpallata» dalla regione al Ministero e che dal Ministero alla regione Dio solo sa se è andata in goal da qualche parte.
Non parliamo di cose che non si sa dove siano: parliamo della cima di una montagna, di un fattore ambientale che più chiaro e nitido di così non può essere. Pag. 56Mi dica una cosa sola: se il Ministro dell'ambiente - che, tra l'altro, non so come mai oggi non sia qui: mi dispiace moltissimo, ma è lei, Ministro Santagata, a rispondere - tutela qualcosa, oltre al mare e all'ambiente, chissà, forse può tutelare anche una cima di montagna? Se non tuteliamo una cima di montagna, cosa dobbiamo tutelare nella nostra natura? Me lo dica e me lo faccia capire, perché c'è qualcosa che mi sfugge veramente!
Si tratta di una questione non soltanto tecnica. Io esigo un impegno per la nostra natura, che è la nostra storia - la storia della gente che va al mattino nella chiesa del San Lorenzo a pregare, che ha i suoi folletti e le sue storie - affinché la gente da Magnago possa sempre vedere la cima della sua montagna. Lo esigo non solo a nome di tutta la gente di Magnago, ma anche a nome di tutti noi che abbiamo a cuore il territorio, la montagna e non solo. In questo caso si tratta di una montagna di 650 metri di altezza: non è l'Everest, non è l'Himalaya, ma è una parte di noi stessi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord Padania e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
(Orientamenti ed iniziative del Governo in merito al problema dei «costi della politica» - n. 3-00945)
PRESIDENTE. L'onorevole Boato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00945 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
MARCO BOATO. Signor Presidente, signor Ministro, da anni si discute del problema dei costi della politica e della necessità di una loro riduzione. Noi Verdi siamo convinti che il problema vada affrontato con equilibrio e rigore, senza cedere, tuttavia, a ondate demagogiche e populiste. L'antipolitica e l'antiparlamentarismo sono malattie mortali per ogni democrazia e per ogni sistema istituzionale, ma lo sono anche il diffondersi di pratiche degenerative, di privilegi ingiustificati, di ipertrofia degli apparati, di sperpero del denaro pubblico.
Per questo riteniamo che debbano tempestivamente intervenire sia il Governo, il Parlamento e gli altri organi costituzionali, sia le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, l'intero sistema delle autonomie e il sistema delle società a partecipazione pubblica.
Poiché il Governo ha più volte dichiarato di voler essere protagonista attivo al riguardo, chiediamo quali iniziative intenda assumere per la riduzione dei costi della politica, in una logica di leale collaborazione e di comune responsabilità.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, la riduzione dei costi della politica costituisce uno degli obiettivi prioritari dell'attività di Governo. Su questo tema riteniamo e condividiamo che non sia opportuno operare solo sull'onda emotiva della campagna mediatica in corso.
Il rischio che si arrivi a un distacco dei cittadini dalla politica esiste ed è concreto. È urgente dare delle risposte, ma il Governo ritiene opportuno partire da riflessioni sul tema già avviate in sede di predisposizione del programma. Mi riferisco, in particolare, agli obiettivi di riduzione dei costi collegati al funzionamento degli apparati politici e della macchina amministrativa e a quelli strettamente necessari al rafforzamento della trasparenza delle istituzioni pubbliche.
In attuazione di tali obiettivi, il Governo ha già adottato misure di contenimento e razionalizzazione della spesa attraverso specifiche disposizioni del cosiddetto decreto Bersani del luglio 2006 e della legge finanziaria. Stiamo, comunque, predisponendo un'ulteriore attività attraverso un disegno di legge apposito, che dovrebbe vedere la luce - penso di poter dire che vedrà la luce, almeno per quanto riguarda il Governo - nel mese di giugno.Pag. 57
A tale proposito, il Governo ha attivato un dialogo concreto in sede di Conferenza unificata Stato-regioni con gli altri livelli di autonomie, allo scopo di definire le linee di fondo di tali interventi, in uno spirito di cooperazione e di condivisione fra le istituzioni.
È evidente che questa strada comporta anche la volontà del Governo e, credo, nella sua autonomia, anche del Parlamento, di individuare misure di riduzione della spesa che riguardino anche le proprie strutture.
Le linee portanti del disegno di legge del Governo saranno quattro.
In primo luogo, vi è la riforma della rappresentanza politica ai diversi livelli territoriali. Ad esempio, sono allo studio la revisione del numero dei componenti degli organi rappresentativi ed esecutivi e dei relativi emolumenti, nonché la revisione delle dimensioni territoriali e delle competenze di comunità montane e province.
In secondo luogo, è necessaria la razionalizzazione della pubblica amministrazione, con la previsione, ad esempio, del riordino e accorpamento di enti, organismi e strutture pubbliche, nonché del taglio di enti inutili non riordinati entro una determinata data.
Il terzo punto concerne la trasparenza e la riduzione dei costi delle società in mano pubblica, con la previsione, tra l'altro, della riduzione del numero dei componenti degli organi di tutte le società in mano pubblica statale non quotate in borsa e di meccanismi di selezione pubblica per tutte le assunzioni. Mi riferisco alle società statali, perché la legge finanziaria è già intervenuta sulle società locali.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 16,10)
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. L'ultimo principio riguarda la promozione dell'etica pubblica, con misure volte a rendere più trasparenti gli emolumenti dei titolari di cariche elettive statali e locali e il trattamento economico dei vertici amministrativi, dei dirigenti e consulenti di enti, di amministrazioni centrali e locali, e con misure volte a selezionare, tramite concorso pubblico, i candidati per tutte le nomine di competenza dello Stato e a limitare gli incarichi pubblici che possano essere assunti dai titolari di cariche elettive.
PRESIDENTE. Il deputato Boato ha facoltà di replicare.
MARCO BOATO. Signor Presidente, a nome dei Verdi vorrei ringraziare sinceramente il Ministro Santagata per quello che ha detto e per il contributo che il Governo vorrà dare nel nostro comune impegno per la riduzione dei costi della politica.
Il primo obiettivo che dobbiamo perseguire è valorizzare la democrazia politica in tutte le sue articolazioni rappresentative, esecutive ed amministrative. I cittadini chiedono giustamente che il sistema democratico sia trasparente - l'ha detto lei poco fa - ed efficiente, che le istituzioni siano effettivamente in grado di legiferare e di governare con tempestività ed efficacia, che gli apparati amministrativi siano razionali, funzionanti e realmente al servizio della società, del suo sviluppo e dei suoi bisogni in termini di equità e di giustizia.
Se vogliamo sconfiggere la demagogia e il populismo - ci sono anche questi - dobbiamo fare in modo che le istituzioni democratiche abbiano le risorse per funzionare efficacemente, ma che siano anche pienamente trasparenti e che sappiano cancellare quegli aspetti che appaiono come privilegi ingiustificati, costi non necessari, abusi privi di fondamento, legati solo allo sperpero del denaro pubblico.
Aspetti di degenerazione - bisogna ricordarlo - ci sono anche nel mondo economico ed imprenditoriale, nel mondo finanziario e bancario, nonché nel mondo dell'informazione. I divari sociali e gli scandali, sotto questo profilo, hanno raggiunto negli ultimi anni aspetti francamente intollerabili in disprezzo all'equità e alla giustizia sociale: un mercato senza Pag. 58regole e senza limiti è all'opposto di un equilibrato sistema economico e finanziario finalizzato allo sviluppo e non al privilegio. Ma anche il mondo della politica e delle istituzioni in tutte le sue articolazioni - l'ha detto bene, signor Ministro - deve sapere ripristinare regole di trasparenza, di correttezza, di equità, di efficienza e di efficacia.
Per questo dobbiamo fare tutti la nostra parte e farla presto, per non alimentare la crisi della politica e la strisciante delegittimazione delle istituzioni, dal Parlamento al Governo, dalla Presidenza della Repubblica...
PRESIDENTE. Deputato Boato, la prego di concludere.
MARCO BOATO. ...alla Corte costituzionale, dalle regioni alle province autonome, al sistema delle autonomie: tutti dobbiamo dare una risposta tempestiva e rigorosa alle legittime attese dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
(Tempi per l'introduzione di condizioni fiscali di vantaggio a favore delle imprese del Mezzogiorno - n. 3-00946)
PRESIDENTE. Il deputato Reina ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliva n. 3-00946 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11), di cui è cofirmatario.
GIUSEPPE MARIA REINA. Ancora una volta noi parlamentari del Movimento per l'Autonomia abbiamo ritenuto opportuno - anzi sottolineo necessario - riproporre il tema di una diversa fiscalità per le nuove imprese che intendono agire nel Mezzogiorno d'Italia, e stavolta - malgrado da un anno a questa parte non siamo stati per nulla ascoltati dal Governo e poco sentiti anche dallo stesso Parlamento - lo facciamo con dati di fatto.
Il rapporto annuale dell'Istat per il 2006 testimonia, con indicatori precisi, incontrovertibili, una condizione di collasso - addirittura di collasso! - del Mezzogiorno e del meridione. Se non interveniamo subito, a fronte di interventi di natura infrastrutturale, il rischio che il Paese, drammaticamente, rimanga diviso, è inevitabile.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE MARIA REINA. Concludo subito. Pertanto chiediamo al Governo di conoscere quali orientamenti manifesta in tale direzione.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, l'interrogazione prende giustamente spunto dalla perdurante difficoltà economica e sociale del Mezzogiorno: è sotto gli occhi di tutti.
All'interno del perimetro tracciato dalle esistenti regole comunitarie - che consentono solo a condizioni ben determinate il ricorso agli aiuti di Stato a favore delle imprese - il Governo condivide pienamente la necessità di un sostegno alle aziende che operano nelle aree di particolare disagio del sud. Ricordo agli onorevoli colleghi, che nella legge finanziaria per il 2007 è prevista la riduzione del costo del lavoro a favore delle imprese, con una forte accentuazione delle agevolazioni per le aziende operanti nel Mezzogiorno. Il decreto-legge adottato dal Governo il 23 maggio scorso consente di dare un'applicazione immediata, già con il prossimo acconto fiscale, ad un provvedimento che, a regime, garantirà per le imprese del sud una deduzione sull'imponibile IRAP, in media, di 10 mila euro per ogni lavoratore occupato a tempo indeterminato.
La medesima legge finanziaria prevede la reintroduzione del credito di imposta per i nuovi investimenti in beni strumentali al sud. Il provvedimento, a fronte del quale è previsto un cospicuo stanziamento, e che interessa il periodo 2007-2013, è già pienamente operativo.Pag. 59
La legge finanziaria per il 2007 prevede ancora la creazione di zone franche urbane, al fine di favorire lo sviluppo economico e sociale - anche tramite interventi di recupero urbano - di aree e quartieri degradati nelle città del Mezzogiorno. A tali scopi si prevede la creazione di un apposito fondo, con una dotazione di cento milioni di euro, per il biennio 2008-2009. Il Governo ha da tempo avviato le necessarie iniziative, al fine della definizione e dell'individuazione delle zone franche urbane e dei relativi meccanismi di agevolazione per le imprese. La rilevanza della materia è stata ritenuta tale da renderla oggetto di discussione tra il Governo e le parti sociali, all'interno di uno specifico tavolo di concertazione dedicato ai problemi del Mezzogiorno. Nel corso delle prossime settimane e comunque entro giugno, saranno definiti i dettagli necessari per avviare la fase di attuazione concreta del provvedimento.
Infine, nel quadro dei provvedimenti adottati e delle risorse stanziate a favore della crescita economica del sud, devo sottolineare la decisione - assunta con la legge finanziaria per il 2007 - di garantire al Fondo per le aree sottoutilizzate una copertura finanziaria di durata settennale. Ciò consente di indirizzare verso tale fondo le risorse messe a disposizione delle aree svantaggiate dal nuovo quadro strategico nazionale per gli anni 2007-2016, pari complessivamente a circa 120 miliardi di euro.
PRESIDENTE. Il deputato Reina ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Ministro, prendo atto delle dichiarazioni che lei ha reso in questa Assemblea e dei dati che ha fornito. Tuttavia desidero precisare che l'intervento predisposto dal Governo è solo parziale e non adeguatamente sufficiente ad affrontare la condizione complessiva, che è realmente drammatica e difficile da superare.
Desidero ricordare in questa sede solo alcuni dati, che probabilmente susciteranno impressione se se ne comprende esattamente la condizione che esprimono. Ben sette su dieci famiglie dichiarate povere in Italia vivono nel Mezzogiorno, e segnatamente nelle regioni più a sud, in particolare in Sicilia.
In alcune occasioni queste famiglie non hanno avuto i soldi necessari per comprare da mangiare e il 5 per cento delle persone di cui ho parlato non può permettersi un'alimentazione adeguata. Non è più tempo di misure di rafforzamento è tempo di misure drastiche, per questo ci siamo riferiti al rapporto Hokmark della Commissione europea. Perché siamo convinti che bisogna attuare anche qui, come è stato attuato in Irlanda, un programma di fiscalità, di vantaggi - noi riteniamo necessario delle misure di fiscalità compensative per le condizioni infrastrutturali in cui si trova tutto il sud Italia - che permetta, come ha permesso in Irlanda, alle popolazioni meridionali una condizione di sviluppo diversa. Tutto ciò dovrebbe essere attuato con misure urgenti sin da ora, da subito e soprattutto con la prossima legge finanziaria rispetto alla quale ci misureremo al più presto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
(Iniziative per diffondere la cultura del rispetto presso le giovani generazioni - n. 3-00947)
PRESIDENTE. La deputata Bellillo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00947 (Vedi l'allegato A - interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
KATIA BELLILLO. Signor Presidente, signor Ministro, a nostro avviso è urgente rivalutare la parola «rispetto» che oggi purtroppo si è svuotata di significato e si utilizza solo come antidoto al primato della violenza che sembra la sola capace di regolare le relazioni interpersonali.
Riteniamo che la scuola allora possa svolgere un ruolo fondamentale, offrendo ai giovani opportunità di confronto sulla sessualità, sulle varie forme di violenza, sul peso delle tradizioni arcaiche rispetto Pag. 60alla loro crescita psicofisica, per proporre modelli di convivenza civile basati sul rispetto delle differenze dei valori della laicità e della democrazia. Le chiediamo signor Ministro se ci sono in programma iniziative per diffondere la cultura del rispetto presso le giovani generazioni.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, condivido il fatto che il termine «rispetto» debba essere una delle parole chiave reinserita all'interno della funzionalità delle nostre scuole, dei progetti educativi e delle offerte formative. In tale senso ci siamo orientati nel documento di indirizzo culturale alla scuola italiana (nella modifica delle indicazioni nazionali del primo ciclo), lo abbiamo posto a base del documento su scuola e legalità, lo abbiamo posto alla base delle linee guida contro il bullismo e la violenza nelle scuole. Rispetto di sè che significa accettazione di se stesso e anche contributo della scuola a cercare di «ricondurre a senso» tutta la frammentazione che si vive all'interno delle aule scolastiche, non a discapito dell'insegnamento delle discipline ma nell'aiutare il soggetto ad avere una cognizione di sè e nell'accompagnarlo nella costruzione della propria identità.
Rispetto degli altri, della dignità della persona umana. Non possiamo essere interpellati solo quando viene calpestata la nostra dignità ma dobbiamo essere interpellati ogni qual volta è il più debole ad essere calpestato, ad essere oggetto di violenza. Questo rispetto degli altri deve avvenire nella ricchezza straordinaria che nelle nostre classi c'è di etnie, di sesso, di orientamento sessuale, di lingua e di religione. In questo senso vanno i documenti della commissione intercultura che sta lavorando affinché la diversità non sia mai una colpa ma sempre fonte di ricchezza e di straordinaria opportunità. Per questo abbiamo ripreso nel forum delle associazioni dei genitori e nella collaborazione anche con le associazioni dei genitori dei ragazzi omosessuali un dialogo e un confronto proprio per contribuire a questo concetto del rispetto.
Rispetto anche della legalità e delle regole che non si possono mai infrangere; diversamente il bene non viene premiato e il male non viene punito. Non è un problema di voto di condotta che interagisce con il merito, ma quando i violenti restano nelle nostre scuole e le vittime escono ciò è una sconfitta del nostro sistema di istruzione che deve essere risolta proprio con un ripristino del termine rispetto che preveda anche modifiche delle sanzioni disciplinari che riguardino sia gli studenti che i docenti, anche se si tratta di poche mele marce.
Rispetto anche del disagio e della risposta da dare al disagio delle nostre giovani generazioni. Ho ancora stampata nella mente quella giovane ragazza, suicida a sedici anni, che ha lasciato un messaggio in cui diceva: «dalla vita ho avuto tutto, pure il superfluo, vi siete dimenticati di darmi l'indispensabile».
In questo termine di «rispetto» è anche contemplata la capacità della scuola e degli adulti di trasmettere valori, e quando parliamo di maestri di vita ciò significa che chi insegna, chi è adulto o genitore deve essere in grado di offrire ai giovani non solo un buon consiglio, e tanti cattivi esempi, ma anche la testimonianza - nei fatti e nell'esistenza, oltre che con le parole - di ciò che può creare identità, appartenenza e condivisione di un progetto...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. ...Si tratta di una responsabilità consapevole che non riduce solo «all'avere» il termine «rispetto», il quale deve infine riguardare anche il rapporto tra scuola e famiglia
Proprio in questa ultima accezione ...
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. ...deve essere inserito Pag. 61il patto di corresponsabilità che la famiglia deve stringere con la scuola, a partire dal prossimo anno scolastico.
PRESIDENTE. La deputata Bellillo ha facoltà di replicare.
KATIA BELLILLO. Signor Ministro, siamo soddisfatti, bisogna fare qualcosa subito, e dobbiamo proprio partire dai giovani e dalla scuola, perché nessuno deve avere paura di essere se stesso, e perché non si devono più accettare umiliazioni e insulti.
Basta con questa violenza che corrode il Paese ogni giorno un po' di più!
Abbiamo a disposizione uno strumento che è anche una forza: il rispetto. Allora, educhiamo i giovani a questo valore universale, e a praticarlo, perché è alla base di ogni società realmente laica, e quindi democratica: è il rispetto la base della civile convivenza! Occorre avviare una campagna nelle scuole, tra i giovani, con i progetti che lei qui in breve ha illustrato, magari coinvolgendo le associazioni sulla detta nozione, e spiegare ai giovani che la Repubblica difende i loro diritti, i diritti dei tutti.
Occorre altresì creare spazi per il dialogo, per fare incontrare i giovani, aiutandoli a definire la qualità della cittadinanza, e a ridefinire legami sociali, perché il vivere insieme, l'uguaglianza, la laicità siano i valori fondanti della vita collettiva, ma soprattutto occorre informare i giovani sui loro diritti e doveri, in altre parole, sulle leggi del nostro Paese.
(Iniziative per ripristinare il tempo prolungato nelle scuole - n. 3-00948)
PRESIDENTE. La deputata De Simone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00948 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13).
TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, signor Ministro, la scuola è uno straordinario laboratorio di cittadinanza, e l'ultima interrogazione, quella che mi ha preceduto, si pone in tale direzione; dunque è importante sviluppare quei progetti che sono stati bloccati, in questo senso, dalla cosiddetta riforma Moratti.
Tale riforma, tra i vari aspetti negativi, ha abrogato il tempo pieno. Si trattava di una straordinaria esperienza pedagogica ed educativa, nata negli anni Settanta dal basso, dalle comunità, dai territori, dall'impegno e anche dalla lotta di genitori e insegnanti.
Tale esperienza è stata bloccata dalla riforma Moratti, la quale ha ridotto il monte ore a trenta, ha eliminato la compresenza degli insegnanti e ha sostanzialmente creato uno «spezzatino» di ore a domanda individuale.
È molto importante che il tempo pieno venga ripristinato; lo chiedono il mondo della scuola, i genitori, le famiglie: si tratta dunque di un'esigenza educativa importante.
Chiediamo che il Governo faccia un passo avanti e lo faccia presto in questa direzione...
PRESIDENTE. Per favore...
TITTI DE SIMONE. ...e per tali ragioni oggi le rivolgiamo questa interrogazione.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, abbiamo agito in due tempi su quanto richiesto dall'onorevole De Simone.
Siamo intervenuti nell'immediato - anche a normativa vigente - sulla domanda da parte delle famiglie di un tempo pieno e prolungato, che in molte regioni del Paese è aumentata, in particolare in Emilia Romagna e la Lombardia, a cui abbiamo offerto i primi segnali di ampliamento dell'organico di fatto.
Inoltre abbiamo avviato le procedure con la Presidenza del Consiglio e con il Ministero dell'economia e delle finanze per ottenere l'ampliamento dell'organico Pag. 62di fatto di mille unità e in tal senso rispondere anche a normativa vigente alle esigenze prioritarie emerse nel Paese.
Per quanto riguarda invece il ripristino del principio del tempo pieno e del tempo prolungato come un'unica unità di tempo-scuola, credo che la trattazione del provvedimento che reca norme in materia di istruzione all'esame della VII Commissione possa essere la sede per introdurre su iniziativa del Governo, attraverso un dibattito parlamentare, il ripristino del principio delle 40 ore e delle compresenze, anche alla luce delle valutazioni e degli aggiornamenti didattici e delle nuove sperimentazioni che nel corso degli anni si sono compiute nel nostro Paese, a livello nazionale e a livello internazionale.
È del tutto evidente che l'attivazione concreta e pratica del tempo pieno e del tempo prolungato - lo preciso onde non ingenerare false aspettative - è connessa ai fondi e alle risorse che di anno in anno il Parlamento affiderà al Ministero della pubblica istruzione per la loro realizzazione. In tal senso, credo sia indispensabile la predisposizione di piani triennali che consentano su tutto il territorio del nostro Paese di avviare il tempo pieno. Penso all'utilità del tempo pieno nelle aree del disagio del sud anche come strumento di prevenzione e di legalità e come sia importante, nell'attivazione delle risorse e nella realizzazione del tempo pieno, la compartecipazione a pieno titolo, sancita anche nella Costituzione, delle regioni, le quali hanno responsabilità nel piano dell'offerta formativa e nella gestione della rete e degli enti locali. Non solo per la struttura di supporto, dalle aule ai locali ai laboratori alle mense ma credo anche in maniera determinante per le risorse necessarie a garantire questo diritto visto che è una competenza specifica anche degli enti locali e, in modo particolare, delle regioni. In questo modo potremmo non solo ripristinare il principio e far fronte all'emergenza ma anche avviare un piano di realizzazione nel Paese dove le comunità locali e le regioni diventano parte attiva non nella redistribuzione delle risorse ma nella corresponsabilità dell'attuazione di un progetto di cui oggi si sono a gran voce fatti portavoce e condividono le istanze...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione... ma credo che la condivisione delle istanze riesce meglio se oltre alle parole si pongono in essere anche i fatti.
PRESIDENTE. La deputata De Simone ha facoltà di replicare.
TITTI DE SIMONE. Signor Ministro, siamo soddisfatti di questa risposta che, tra l'altro, è un segnale importante, anche perché, come lei giustamente ha ricordato, cade nel mezzo di una discussione parlamentare che si sta svolgendo appunto in VII Commissione su disposizioni urgenti per le scuole e noi, come gruppo parlamentare di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, avevamo già segnalato, nel rapporto e nella discussione che si è aperta con la presenza del Governo, l'esigenza di intervenire in questo provvedimento, il primo utile e necessario, proprio con la normativa di ripristino del tempo pieno e del tempo prolungato. Quindi il suo segnale, oggi, è importante; il dibattito si svolgerà e giungerà - spero velocemente - ad una conclusione.
Però lei segnalava una questione molto tempo importante, il fatto che, appunto, bisogna dare una risposta organica ai problemi e che naturalmente, anche da questo punto di vista, la domanda di ripristino del tempo pieno, le nuove richieste di tempo pieno, non solo quelle del passato ma anche le crescenti domande odierne, devono essere raccolte e tale discorso non può essere una variabile dipendente soltanto da una politica di investimento, di aggiustamento degli organici che di anno in anno può mutare.
È necessario, è importante questo richiamo ad una iniezione significativa di investimenti e di risorse per la scuola statale, per la scuola pubblica, per ripristinare servizi essenziali dal punto di vista Pag. 63pedagogico-educativo come questo, per ridare competenza ed efficienza ed efficacia agli organici, per risolvere i problemi delle scuole che sono molti...
PRESIDENTE. La prego, di concludere.
TITTI DE SIMONE. ...a questo proposito vorrei segnalare che vi sono deficit notevoli anche nel pagamento delle supplenze. Dunque in occasione dell'appuntamento con il Governo, per quanto riguarda anche la discussione di questi giorni sul « tesoretto»...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
TITTI DE SIMONE. ...e poi nella individuazione del contenuto del DPEF, bisognerà tener presente che è necessaria per le scuole un'iniezione di risorse essenziali.
(Iniziative per la promozione dei biocombustibili e per la realizzazione di una filiera agro-energetica - n. 3-00949)
PRESIDENTE. Il deputato Bellotti ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00949 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 14), di cui è cofirmatario.
LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, signor Ministro, il tema dell'interrogazione a risposta immediata riguarda i biocombustibili, ossia i prodotti che derivano dalle coltivazioni agricole - mais, soia e girasole - che possono essere trasformati in energia o impiegati come combustibili per sostituire la benzina e il diesel. Non sogni, ma realtà!
Nella scorsa legislatura, con il Governo Berlusconi e con il Ministro Alemanno, abbiamo dato l'avvio a tale filiera, che può rappresentare, nel panorama dell'agricoltura italiana, un'ulteriore possibilità di reddito per i nostri agricoltori, un'opportunità per il nostro ambiente ed una grande opportunità anche per il nostro Paese, per riuscire a creare un'alternativa alle fonti dell'energia.
Oggi, dopo un anno del vostro Governo, ci troviamo di fronte ad una situazione per la quale, se le leggi sono state approvate, non si hanno i decreti applicativi...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUCA BELLOTTI. Concludo, Presidente. Chiediamo, pertanto, come il Governo abbia intenzione di agire in questo settore.
PRESIDENTE. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro, ha facoltà di rispondere.
PAOLO DE CASTRO, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il Governo considera prioritario e strategico il rispetto degli obiettivi comunitari fissati dalla direttiva 2003/30/CE dell'Unione europea nel campo della produzione e della commercializzazione dei biocombustibili. Per tale motivo, già con la legge finanziaria per il 2007, è stato definito un quadro organico di interventi, tesi a definire un sistema di regole capace di assicurare, da un lato, il raggiungimento degli obiettivi comunitari e, dall'altro, di massimizzare le ricadute di sviluppo economico e di sostenibilità ambientale nazionale.
In tale quadro viene confermato l'obiettivo nazionale di immissione in consumo di biocarburanti - sia biodiesel che bioetanolo - nella misura del 5,75 per cento entro il 31 dicembre 2010.
In particolare, a decorrere dal 1o gennaio 2007, i soggetti che immettono in consumo benzina e gasolio, hanno l'obbligo di miscelare una quota minima di biocarburanti, o altri carburanti rinnovabili, nella percentuale dell'1 per cento per il 2007 e del 2 per cento per il 2008. Tale obbligo sarà incrementato, nella prossima legge finanziaria, per allinearsi all'obiettivo comunitario del 2010.Pag. 64
Il rispetto di tali obiettivi viene assicurato attraverso l'introduzione di un meccanismo di sanzione proporzionale e dissuasiva, attribuita ai soggetti titolari dell'obbligo, cioè le imprese che immettono in consumo carburanti per i volumi di obbligo che non vengono rispettati.
Per rispondere all'interrogazione, l'attuazione di tali commi della legge finanziaria per il 2007 è in fase avanzata di definizione attraverso l'emanazione di tre decreti attuativi.
Il primo provvedimento disciplina criteri, condizioni e modalità per l'attuazione dell'obbligo di immissione in consumo di biocarburanti, secondo obiettivi di sviluppo delle filiere agro-energetiche nazionali e comunitarie, in base a criteri che, in via prioritaria, tengono conto della quantità di prodotto proveniente da un contratto quadro o da un'intesa di filiera, per favorire, quindi, la produzione nazionale.
Il secondo provvedimento prevede una disciplina sanzionatoria pecuniaria, in caso di mancato rispetto dell'obbligo soggettivo di immissione in consumo: questa misura rappresenta la novità attraverso la quale si potranno orientare le scelte dei petrolieri nella direzione di incrementare la domanda di biocarburanti.
Il terzo decreto determina le modalità per l'utilizzo del quantitativo oggetto di riduzione di accisa - la cosiddetta quota defiscalizzata - che, per quest'anno, è previsto in almeno 70 mila tonnellate delle totali 250 mila tonnellate defiscalizzate di biodiesel, previste dalla legge finanziaria.
Tali tre decreti sono stati definiti con il concerto delle amministrazioni competenti e si è già svolto il confronto con gli operatori del settore. In questi giorni, il Governo sta raccogliendo le ultime osservazioni e, quindi, riteniamo di poter confermare che, entro poche settimane, tutti e tre i provvedimenti saranno emanati.
Si sottolinea, inoltre, che la possibilità di raggiungere gli obiettivi della direttiva europea rappresenta una grande opportunità di sviluppo per il settore, come l'interrogante ha sottolineato...
PRESIDENTE. La prego di concludere, Ministro.
PAOLO DE CASTRO, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Concludo, Presidente. Per tale motivo, riteniamo che vi sia una grande opportunità sia per l'ambiente, sia per il settore agricolo.
PRESIDENTE. Il deputato Bellotti ha facoltà di replicare.
LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, signor Ministro, nonostante il suo modo garbato e distinto, quanto ha detto non soddisfa perché, in un settore importante e innovativo nel panorama agricolo italiano, l'imprenditore ha bisogno di certezze.
Abbiamo bisogno di agire in un programma nazionale che non c'è, in un ambito regionale di coordinamento che non esiste. Abbiamo bisogno, quindi, di avere un quadro di riferimento certo per poter fare investimenti importanti per il futuro.
Un'altra garanzia che, credo, l'agricoltore italiano pretenda è quella di mettere al centro della produzione non più gli interessi degli industriali o dei petrolieri, ma di mettere al centro dell'interesse dell'agricoltura italiana l'agricoltore stesso. Egli oggi non guadagna più e nelle bioenergie può trovare una fonte di reddito importante; ma tale reddito deve rimanere in casa sua.
In altri termini, credo che l'azione del Governo debba essere espletata anche attraverso misure che facciano diventare l'agricoltura protagonista della filiera e non sempre ai margini, sempre in coda, così come succede in molti ambiti, mentre tale valore aggiunto va altrove.
Mancano i decreti attuativi. Mi auguro che quanto lei ha dichiarato sarà veramente realizzato in tempi brevi: è un anno che siete al Governo e non abbiamo ancora visto nulla. L'agricoltura preme, mentre il Governo, purtroppo, frena (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 16,40, è ripresa alle 17.