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Si riprende la discussione (ore 9,45).
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 10,05.
La seduta, sospesa alle 9,45, è ripresa alle 10,10.
PRESIDENTE. Avverto che il Governo ha presentato una nuova formulazione dell'emendamento 9.300, nonché un articolo aggiuntivo riferito all'articolo 10; i relativi testi sono in distribuzione.
Il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti è fissato per le ore 11.
Chiedo, dunque, al relatore quali indicazioni intenda dare in merito al proseguimento dei lavori dell'Assemblea.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Si potrebbe riprendere l'esame dall'articolo 9, Presidente. Ovviamente, limitatamente al solo articolo aggiuntivo.
(Ripresa esame dell'articolo 9 - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Riprendiamo, dunque, l'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R sezione 1).
Ricordo che non possiamo passare all'esame dell'emendamento 9.300 (Nuova formulazione) del Governo non essendo ancora decorso il termine per la presentazione dei relativi subemendamenti.
Invito pertanto il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo Attili 9.02.
MICHELE POMPEO META, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Attili 9.02 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: al comma 1, sostituire le parole «nettezza urbana» con le parole «raccolta e compattazione rifiuti in ambito urbano».
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione proposta dal relatore.
ANTONIO ATTILI. Accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Attili 9.02, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 295
Votanti 245
Astenuti 50
Maggioranza 123
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 1
Sono in missione 72 deputati).
Prendo atto che gli onorevoli Vico e Vichi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Chiedo al relatore quali indicazioni intenda fornire in merito al proseguimento dei lavori dell'Assemblea.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Si potrebbe passare all'esame dell'articolo 10.
(Esame dell'articolo 10 - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2480-A/R sezione 2).
Ricordo che non potremo passare all'articolo aggiuntivo 10.0300 del Governo fino a quando non sarà scaduto il termine per la presentazione dei relativi subemendamenti.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro degli emendamenti Beltrandi 10.3, Uggè 10.6, Zeller 10.109, Uggè 10.13, Zeller 10.105, Palomba 10.118, Beltrandi 10.102, Zeller 10.114, Zeller 10.112, Olivieri 10.107, Palomba 10.117, Zeller 10.113, Beltrandi 10.103 e Olivieri 10.121.
La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Lovelli 10.100 e 10.101; il parere è altresì favorevole sull'emendamento Bonelli 10.115 a condizione che venga riformulato.
La Commissione invita al ritiro degli emendamenti Zeller 10.106, Beltrandi 10.34, Uggè 10.104, Zeller 10.110, Olivieri 10.108, Zeller 10.111, Bonelli 10.116 e Baldelli 10.120.
La Commissione, infine, esprimerebbe parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Cancrini 10.030 a condizione che venisse riformulato. Ma, poiché a tale riguardo il Governo ha presentato un proprio articolo aggiuntivo, la Commissione formula un invito al ritiro.
PRESIDENTE. Naturalmente, qualora gli inviti al ritiro non venissero accolti, il parere si trasformerebbe in contrario.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Sì, Presidente.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Beltrandi 10.3.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, non accedo all'invito al ritiro, insisto per la votazione del mio emendamento e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Do atto alla Commissione, al relatore ed al Ministro di aver accettato di ridurre le sanzioni nel caso di guida in stato di ebbrezza e di aver svolto, sul tema, un lavoro molto importante e positivo. Eppure, proprio riconoscendo tale lavoro positivo, con il mio emendamento propongo semplicemente diPag. 4eliminare l'incremento delle sanzioni in caso di incidente, rispetto alla situazione in cui un incidente non vi sia. Non riesco a cogliere la ratio della previsione di un'aggravante in caso di incidente, come se la pericolosità di un comportamento variasse se, magari per ragioni fortuite, dovesse verificarsi l'incidente o se invece ciò non dovesse accadere.
Propongo, quindi, di mantenere invariate le sanzioni, come già in precedenza ridotte, e di eliminare l'aggravante in caso di incidente, che è un criterio che non riesco minimamente a comprendere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 10.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 353
Votanti 344
Astenuti 9
Maggioranza 173
Hanno votato sì 39
Hanno votato no 305).
Passiamo all'emendamento Uggè 10.6.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, insisto per la votazione del mio emendamento e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, nel corso del dibattito abbiamo più volte evidenziato come si sia tentato di dare una risposta ai problemi di sicurezza della gente elevando in modo spropositato le sanzioni e modificando e introducendo alcune normative innovative - per taluni versi positive, per altri meno -, ma soprattutto si è cercato di trasmettere all'opinione pubblica l'idea (che non può essere condivisa da noi) che attraverso una mera politica di inasprimento delle sanzioni si possa realizzare, nel nostro paese, una grande operazione di sicurezza.
Non è così: questa è un'operazione solo di immagine e tutti sappiamo bene cosa accadrà. Se, dopo un mese dall'introduzione delle nuove normative, non saranno realizzati i controlli sulle strade e non saranno poste in essere le azioni indispensabili che si accompagnano a sanzioni certe ed applicabili - con l'intervento di coloro che sono chiamati a verificare i comportamenti sulle strade - rischieremo ancora una volta di compiere un'operazione che riporterà alla memoria le gride manzoniane, ma che non produrrà alcun risultato.
Il senso del mio emendamento cerca di creare una discriminante: sembra esagerato che un conducente, solo perché sorpreso con un tasso alcolemico superiore di 0,1 rispetto alla soglia fissata, debba essere arrestato. Inserire, quindi, le parole «con danni alle persone» laddove si determini un incidente, ci sembra sicuramente più spiegabile e risponde alla logica di introdurre le sanzioni con gradualità. Perciò ci permettiamo di evidenziare tale aspetto e raccomandiamo una valutazione attenta prima di esprimere un voto negativo.
Riteniamo, sì, necessario prevedere sanzioni severe, ma per coloro che mettono in pericolo la sicurezza altrui; non certamente nell'ipotesi che un soggetto beva solo mezzo bicchiere di vino in più - e il suo tasso alcolemico passi da 0,5 a 0,6 - senza causare alcun incidente. Punirlo addirittura con l'arresto ci sembra esagerato e, soprattutto, risponde ad una logica che non ci sentiamo di condividere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 10.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 367
Votanti 365
Astenuti 2
Maggioranza 183
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 198).
Prendo atto che la deputata D'Antona ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Zeller 10.109.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
KARL ZELLER. Signor Presidente, abbiamo presentato una serie di emendamenti per ridurre ad equità le sanzioni proposte con il provvedimento in esame. Una cosa sia chiara: anche noi condividiamo l'esigenza di punire, anche severamente, chi guida in stato di ebbrezza, però occorre che le sanzioni siano ragionevoli.
Condividiamo la previsione della sanzione penale dell'arresto, dell'ammenda da 500 a 2000 euro, della sospensione della patente da uno a tre mesi, attualmente prevista, dell'obbligo per i soggetti coinvolti di sottoporsi ad esami medici ed a controlli psicologici, ma ciò che appare totalmente illogico ed assurdo, a nostro parere, è aumentare la sospensione della patente, in questi casi, da tre mesi ad un anno. Potrebbe capitare, infatti, a chiunque di essere fermato con un tasso alcolemico pari a 0,6 grammi per litro; coloro ai quali ciò accade non sono sicuramente delinquenti.
Stabilire, quindi, in questi casi, la sanzione della sospensione della patente da tre mesi a un anno comporterebbe, come possiamo immaginare, gravi danni per i padri di famiglia in Italia ai quali verrebbe impedito di guidare per un periodo così lungo.
Nel caso in cui, poi, lo stesso soggetto compia più violazioni in un biennio, è prevista addirittura la sanzione della revoca della patente. Ciò mi sembra francamente eccessivo.
In nessun altro Paese dell'Unione europea si prevedono sanzioni così severe. Credo che le sanzioni attuali o anche leggermente inasprite - così come ho spiegato in precedenza - potrebbero essere sufficienti. Gli eccessi, invece, non sono assolutamente tollerabili e ci portano al di fuori dei livelli previsti nell'ambito dell'Unione europea.
Chiediamo controlli severi, ma gli eccessi non sono assolutamente condivisibili.
Chiedo, pertanto, ai colleghi di riflettere anche sugli emendamenti seguenti, perché le previsioni del provvedimento in esame ci portano davvero fuori dall'Europa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, intervengo anche io per sottolineare con convinzione le affermazioni del collega che mi ha preceduto, in quanto sono stato coinvolto da diverse persone che hanno segnalato tale discordanza logica.
Un conto è sanzionare, un altro è punire senza tener conto di circostanze attenuanti - che molto spesso non sono nemmeno attenuanti - che di fatto hanno determinato un tasso alcolemico minimo, come può capitare a tutti.
Uno dei disguidi e dei controsensi del provvedimento in esame, che mi pare punti troppo sulla repressione e sulla repressione anziché sulla prevenzione, è proprio quello di creare delle fattispecie che prescindono totalmente dalla vicenda quotidiana di ognuno di noi.
Su questo fatto particolare ci si misura quotidianamente - lo dicevo prima - con persone che si trovano ad essere accusate di infrazioni che poi non sono tali. Invito, pertanto, anch'io l'Assemblea a tenere conto di questa particolare fattispecie che può coinvolgere anche uno di noi che sicuramente non guidi in stato di ebbrezza.Pag. 6
Basta un'interpretazione particolarmente rigida della norma - ed a volte succede, perché in questo Paese si sta esagerando con la repressione anche quando non è dovuta - perché si creino delle disfunzioni, che provocano e aggravano quei problemi che in teoria si vorrebbero risolvere.
Credo, pertanto, che siano opportune un po' più di saggezza e di comprensione della realtà, evitando di nascondersi nella norma astratta, che spesso non risolve il problema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Intervengo semplicemente per evidenziare il problema dell'ampio margine di discrezionalità attribuito alla pubblica amministrazione nell'erogazione della sanzione accessoria.
In sostanza, può accadere che, per lo stesso episodio, in una provincia venga irrogata la sanzione accessoria della sospensione della patente per tre mesi, mentre in un'altra provincia venga irrogata per un anno.
Pertanto, devo dire che non sono molto d'accordo con le considerazioni svolte dall'onorevole Zeller, circa la riduzione dell'ammontare della pena, ma quantomeno sarebbe utile restringere la forbice. Non vi sono emendamenti in proposito, però il problema è proprio questo: evitare che, a fronte di situazioni identiche, vi siano provvedimenti amministrativi completamente differenti.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ENRICO COSTA. Fra tre mesi e un anno vi è una bella differenza!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rotondo. Ne ha facoltà.
ANTONIO ROTONDO. Signor Presidente, intendo commentare alcune affermazioni fatte in precedenza da alcuni colleghi. A me sembra che si viva e si affronti in maniera schizofrenica la grandissima e preoccupante questione degli incidenti dovuti alla guida in stato di ebbrezza.
Forse è opportuno ricordare a tutti i colleghi il numero di morti che ogni anno si verifica nel nostro Paese, a causa di una guida non corretta, sotto gli effetti di sostanze alcoliche e di sostanze stupefacenti. Nell'ultimo anno in cui è stato possibile accertare il dato, abbiamo contato 322.225 vittime, di cui 5.625 decedute. Tale è il quadro, grave ed allarmante, che stiamo affrontando. Di queste oltre 5.600 vittime, più di mille sono giovani fra i diciotto e i ventiquattro anni - cari colleghi - più di mille!
È possibile che ogni domenica mattina dobbiamo commentare queste stragi, che periodicamente si ripetono ogni fine settimana - e le commentiamo con grave allarme - e poi, quando dobbiamo decidere come riuscire, in qualche modo, a prevenirle, ci dividiamo sull'argomento? Penso che dobbiamo affrontare tale questione con serietà, con grande senso di responsabilità, e dobbiamo adeguarci agli altri Paesi europei, dove si è fatto molto di più, rispetto a quanto si è fatto in passato nel nostro Paese, per ridurre il numero degli incidenti e delle vittime della strada. Il nostro è il Paese europeo dove si è riusciti a ridurre di meno il numero di vittime e di morti a causa di incidenti stradali e - lo sappiamo e lo ripeto - gran parte di essi sono dovuti agli effetti dell'ebbrezza e della guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, lo affermavo in precedenza: la filosofia che abbiamo cercato di introdurre era di prevedere una certa gradualità, introducendo cioè alcuni step attraverso i quali la sanzione potesse essere rapportata alla gravità dell'accaduto. Ovviamente, non essendo stata accettata tale impostazione,Pag. 7non possiamo che esprimere voto favorevole su questo emendamento presentato dal collega Zeller, perché riteniamo che risponda a tale logica: almeno riduciamo il periodo di sospensione della patente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto. Evidentemente, non si è seguito tutto il provvedimento. Quando si parla in Assemblea e si pronunciano alcune frasi, queste ultime dovrebbero essere raccolte e, soprattutto, meditate.
Come affermava poc'anzi il collega Uggè, abbiamo presentato una serie di emendamenti, tentando di dare ordine e logica, con una gradazione, a tutto il volume sanzionatorio, sia pecuniario sia riguardante le sanzioni amministrative accessorie, per quanto concerne ovviamente l'applicazione del codice della strada.
Mi rendo conto, anche dalle affermazioni che sto ascoltando e dalle sollecitazioni che vengono rivolte da alcuni colleghi, che impostare la sicurezza stradale solo attraverso la sanzione certamente non risolve il problema. La sola sanzione o l'inasprimento della sanzione non risolvono la questione e non creano alcuna deterrenza per quanto riguarda il problema della sicurezza e della prevenzione stradale. Non c'è dubbio che il disegno di legge del Governo rappresenta un impegno per trovare una soluzione, ma già in sede di discussione sulle linee generali del provvedimento, prima della sospensione dei lavori dovuta alle elezioni amministrative, ne avevamo anche rilevato alcuni limiti e insufficienze sul piano logico e dell'impostazione filosofica. Stiamo tentando di migliorare il provvedimento in esame, per evitare la confusione e soprattutto le spinte di parte che provengono dalle variegate sensibilità che ci sono anche in quest'aula.
Il problema - signor Ministro, mi rivolgo a lei - è attuare e realizzare il controllo sul territorio. Possiamo, infatti, elevare la sanzione per il tasso alcolico dello 0, 1 o dello 0, 2 per cento, ma se non c'è un controllo sul territorio - non mi riferisco soltanto alle forze di polizia, ma anche agli strumenti tecnologici di rilevazione - certamente tutto ciò si riduce ad un mero annuncio inefficace, soprattutto effimero e sterile. Ritengo che dovremmo fare un discorso serio, perché anche se potremmo riscontrare alcune difficoltà nella discussione c'è il rischio di aggravare e di appesantire di norme e di sanzioni il provvedimento senza raggiungere l'obiettivo. La sanzione, di per se stessa, è efficace per ridurre il rischio della sicurezza stradale, ma non è tutto. Ritengo che questa dovrebbe essere la riflessione che dovremmo fare seriamente, altrimenti approveremmo il provvedimento in esame, come è stato fatto anche in passato, senza alcun convincimento, senza alcuno slancio, facendo prevalere la trattativa: un mese in più, due mesi, tre mesi, quattro mesi in più, così sacrificando la certezza dell'applicazione della sanzione: oggi manca la certezza dell'applicazione della sanzione! Ritengo che questo sia il discorso vero sul quale il Governo, e in particolare il Ministro dei trasporti e il Ministro dell'interno, dovrebbero dirci qualcosa in termini seri, e non limitarsi a mandare i funzionari a seguire dall'esterno la normativa, senza dirci cosa fa il Ministero dell'interno concretamente per quanto riguarda il controllo del territorio. Gli stessi concessionari delle autostrade dovrebbero spiegarci perché non investono i loro profitti nella sicurezza stradale, anche attraverso i sistemi tecnologici cui poc'anzi mi riferivo.
PRESIDENTE. Onorevole Tassone, la invito a concludere.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, concludendo, preannunzio che il voto del mio gruppo sull'emendamento Zeller 10.109, per le argomentazioni che ho esposto, sarà di astensione e ciò esprime la nostra perplessità rispetto ad un impianto normativo che non è né esaustivo né soddisfacente.
Pag. 8PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, è un po' un'abitudine della Camera dei deputati avviare con una certa determinazione l'esame di certi fenomeni per poi, di colpo, rinunciare allo slancio iniziale. Sul tema dell'alcool, della droga e del fumo dovremmo essere determinati, perché rappresentano un problema: non è che uno dice bevo un bicchiere e basta, fumo una sigaretta solamente quando ne ho voglia (sono uno di quelli che fumano due sigarette al giorno, solo la sera, ma sono un'eccezione e ho impiegato molti anni per arrivare a tale quantità). Le leggi devono tenere conto, nel momento in cui vengono approvate, del contesto sociale.
A nessuno di noi fa piacere, però in questo momento c'è un aumento enorme di incidenti stradali, che colpiscono specialmente i giovani, per guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di altre sostanze. È un dato di fatto, che dobbiamo registrare e, allora, credo sia bene far capire che chi vuole guidare - questo è il punto, non la quantità assunta! - non deve toccare il bicchiere dell'alcool! In una comitiva che va in un locale, in un bar, in una discoteca, come avviene nei Paesi del nord Europa - perché fate tutti i «nordici», fate tutti gli uomini e le donne che amano l'Europa del nord, poi, quando dobbiamo recepirne le regole, le poche regole dell'Europa del nord, non siamo capaci di farlo con determinazione - a turno, chi deve guidare non beve, e questa è una regola che viene seguita, perché quando vengono colti non ubriachi, ma che hanno bevuto, pagano pesantemente, così come si richiede nel disegno di legge in esame, che condivido. Credo che anche l'amico Moffa, che sta seguendo con tanta attenzione questo provvedimento, lo condivida.
Quindi, votiamo contro questo emendamento, condividendo la tesi secondo la quale chi ha bevuto e mette a repentaglio la sua vita, quella dei suoi amici e lo sfortunato automobilista che incontra, deve sapere che per un anno non rivedrà la sua patente e, se recidivo, non dovrà più vederla per tutta la vita. Non ci si può dividere in forcaioli e garantisti, perché, vedete, sono tra sono tra coloro, pochi in questo ramo del Parlamento, che non ha condiviso le proposte di Giovanardi sull'orario di chiusura delle discoteche, per una serie di ragioni; però dobbiamo stabilire la regola che in comitiva chi guida rinuncia a bere. Sarebbe anche un modo per passarsi la staffetta, cioè per insegnare che da ragazzo a ragazzo ci si passa la staffetta alla guida, per far capire, in coscienza, che guidare un'automobile non è un gioco, non è una cosa che si può fare senza pensare, che chi guida l'automobile ha un ruolo importante a difesa della vita.
Concludendo, invito a votare contro questo emendamento perché la sanzione del ritiro della patente da tre mesi ad un anno mi sembra un provvedimento congruo e opportuno. Se, eventualmente, si riducesse la percentuale di incidenti dovuti all'uso di alcool, le leggi si potrebbero modificare, ma è sbagliato dare, in questo momento, un segnale in tal senso, con le «stragi del sabato sera», con centinaia di giovani che finiscono sui muretti delle strade o sui pali dell'ENEL e che si giocano la vita tra diciotto e ventuno anni. Qui c'è un Parlamento che...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Buontempo.
TEODORO BUONTEMPO. ...anziché richiamare al senso di responsabilità, abbassa la soglia della pena. Sarebbe un brutto segnale per i nostri ragazzi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per annunciare il mio voto favorevole su questo emendamento che va nella linea di una minore rigidità dal punto di vista della sanzione. Credo, infatti, che la deterrenza non sia uno strumento né preventivo néPag. 9risolutivo di un problema. Si possono citare moltissime statistiche, specialmente sui giovani, in un Parlamento in cui, curiosamente, i giovani non sono rappresentati, perché al Senato non possono essere eletti, come previsto dalla Costituzione, ed in questo ramo del Parlamento ve ne sono pochi; comunque la generazione al di sotto dei venticinque anni non è rappresentata. Quindi, ci sarebbe anche tale conflitto di interesse di natura politica. Credo, signor Presidente, che se una persona non riesce a comprendere il deterrente costituito dal perdere la vita sulla strada, non comprende neanche la deterrenza della sospensione della patente o dell'arresto ed altro. Stiamo parlando di aspetti puramente teorici, che comportano una pari sintonizzazione nel sistema del nostro codice della strada, ma sicuramente non risolveranno il problema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, a titolo personale voterò a favore dell'emendamento Zeller 10.109, perché ritengo che non sia concepibile che possano essere applicati inasprimenti così elevati per le sanzioni che vengono inflitte.
L'ho già detto ieri e lo ripeto: ritengo che sia necessario intervenire sulla prevenzione, ossia sulle infrastrutture, sul controllo sulle strade e sulle autostrade. Non credo che si possa determinare una condizione per diminuire l'incidenza di mortalità sulle strade, semplicemente ed esclusivamente aumentando le sanzioni, sia pecuniarie che non.
Per tale motivo, voterò a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà per un minuto poiché ha già parlato l'onorevole Tassone.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, voterò contro l'emendamento Zeller 10.109, per evidenti ragioni che svilupperò in un intervento successivo e, soprattutto, per una questione di serietà da parte delle forze politiche, che, sia di maggioranza sia di opposizione, debbono essere coerenti con uno dei fenomeni più tragici con cui ci dobbiamo confrontare.
In un prossimo intervento entrerò anche nel merito di una questione, che ritengo rilevante e che è contenuta in questo provvedimento.
PRESIDENTE. Prego i colleghi di segnalare per tempo la richiesta di intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.
DARIO RIVOLTA. Signor Presidente, le pene che vengono comminate hanno nelle intenzioni di tutti una funzione soprattutto deterrente. Non credo che la deterrenza aumenti se la patente verrà ritirata fino a un anno, anziché fino a tre mesi. La paura consiste nel ritiro della patente: che sia per due mesi o per tre mesi, ai fini della deterrenza, non fa una grande differenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente condivido le motivazioni addotte dall'onorevole Baldelli, perché ritengo che in una Camera in cui - come diceva, appunto, l'onorevole Baldelli - i giovani sono relativamente poco rappresentati, questo concetto di deterrenza possa essere poco funzionale allo scopo. È meglio concentrarsi sulla prevenzione, e cioè sul miglioramento delle strutture viarie, che sono assolutamente insufficienti e, al limite, sul controllo (Commenti del deputato Giovanardi). Vedo che mi indica, onorevole Giovanardi, su questo argomento, perché ho una visione completamente diversa dalla sua; spero legittimamente!
PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi, la prego...
Pag. 10GIORGIO JANNONE. Spero che questo dialogo possa essere molto utile e proficuo. Non credo che la repressione possa essere utile. Abbiamo una visione diversa, forse conosciamo in modo diverso il mondo dei giovani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, rispetto l'opinione dei colleghi, ma sostenere che la deterrenza sia inutile è una «giaculatoria» interminabile (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia)! Sarebbe più facile eliminare dai nostri codici ogni sorta di sanzione, sia amministrativa sia penale!
Non riesco a comprendere: se si ritiene che il tasso alcolico vietato sia troppo elevato, lo si modifichi e lo si diminuisca; oppure se è troppo basso, lo si elevi. Ma una volta che si sia accertato il superamento di quel tasso, si è compiuta una infrazione gravissima! Abbiamo tutti figli, siamo conducenti di autovetture: guidare ad un tasso alcolemico che oggettivamente è ritenuto - se è ritenuto - troppo alto, è gravissimo. Pone in essere una situazione di potenziale pericolo, per cui la sospensione della patente di tre mesi è assolutamente corretta! Questo dice il mio buonsenso, ma il mio buonsenso non deve certo far legge per quello altrui!
Per questo motivo, voterò senz'altro contro l'emendamento che è stato proposto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per condividere e sottoscrivere l'emendamento Zeller 10.109. La prevenzione - colleghi - è una cosa seria, che andrebbe fatta partendo dalle scuole, dalla famiglia, dalla collettività. L'inasprimento delle pene non apporta grandi risultati.
Taluno dice che tre mesi sono nulla, mentre un anno è molto; ma è necessario anche considerare come si usa la patente.
Un anno senza patente, per chi lavora con l'auto, significa un anno di disoccupazione. Prestate attenzione: il limite di tasso alcolemico dello 0,5 - l'ebbrezza alcolica - significa bere due coppette di vino o di champagne, due sole! Nel momento in cui si è bevuta una bibita con le bollicine, il tasso alcolemico è subito superiore allo 0,5, dopo mezz'ora scende nuovamente. Pertanto, bisogna anche vedere il momento in cui si viene controllati. I limiti, quindi, vanno visti e modificati anche nel senso di considerare un tasso alcolemico che sia tale da alterare le capacità psicoattitudinali. Non è un numero! Esso, infatti, dipende anche dal peso, da quanta acqua si è bevuta o quanto cibo si è ingerito! Ci sono troppe variabili che dobbiamo tenere in considerazione.
Non stiamo parlando di ubriachi, stiamo parlando dello 0,51! Un tasso alcolemico dello 0,50 - quando usciamo da un ristorante e abbiamo bevuto due bicchieri di vino - lo abbiamo tutti! Tutti coloro, qui presenti, che non sono astemi, superano quel limite. Pertanto, ripeto, dobbiamo lavorare e legiferare per il Paese reale, non per il Paese teorico!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, intervengo per confermare tutto ciò che è stato detto dal collega Barani. La proporzionalità è la dirimente in questa vicenda.
Quando ragioniamo di safety, dobbiamo considerare che chi è chiamato a far applicare le norme non ha un'elasticità tale da determinare se in quel dato momento il tasso alcolemico sia più o meno alto, in modo da poter applicare la normativa con la dovuta cautela. Ci troviamo in una condizione che, indipendentemente dal tasso alcolemico, punisce il cittadinoPag. 11con una sanzione gravissima. Personalmente, ritengo che necessitava un atteggiamento diverso in considerazione sia dei valori, sia della sanzione stessa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, anch'io voterò a favore di questo emendamento, in quanto ritengo che le norme che sanzionano comportamenti non rispondenti alle regole, debbano comunque avere un'impostazione non vessatoria.
Per rispondere a quello che è il comune sentire, oltre che ai principi di ragionevolezza, le sanzioni previste in questo provvedimento, non soltanto per ciò che riguarda il comma in questione, mi sembrano eccessive e irragionevoli. Bisogna agire con una grande capacità di prevenzione, che significa far crescere prima di tutto il senso civico dei cittadini! Non possiamo avere una società che indica certi obiettivi di comportamento, certi miti, e poi pensare di risolvere il problema semplicemente applicando una sanzione-capestro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 10.109, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 415
Votanti 405
Astenuti 10
Maggioranza 203
Hanno votato sì 138
Hanno votato no 267).
Prendo atto che i deputati Buontempo e Nicchi hanno segnalato che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Saluto le ragazze e i ragazzi volontari che prestano servizio presso il policlinico militare Celio di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo all'emendamento Uggè 10.13.
Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo all'emendamento Zeller 10.105.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e insistono per la votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 10.105, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 413
Votanti 411
Astenuti 2
Maggioranza 206
Hanno votato sì 29
Hanno votato no 382).
Prendo atto che il deputato Calgaro ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario. Prendo altresì atto che la deputata Gelmini ha segnalato di non essere riuscita a votare e che è stato segnalato che il deputato Paniz non è riuscito a votare.
Passiamo all'emendamento Palomba 10.118.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, prima di decidere se esercitare o meno la facoltà del ritiro del mio emendamento, desidero fornire e, soprattutto, chiedere una spiegazione.Pag. 12
Se la ritualità dei lavori qui alla Camera avesse previsto l'esame del mio emendamento prima del precedente, forse vi sarebbero stati elementi ulteriori per decidere se la previsione della sanzione dovesse rimanere o meno. Ci troviamo in una fase in cui si sta mettendo in campo una manovra complessiva, che presenta aspetti sia sanzionatori sia di prevenzione. Ritengo sia giusto inasprire le sanzioni principali, secondarie ed accessorie. Tuttavia, ritengo altresì necessario curare tutti gli aspetti della prevenzione.
L'emendamento in discussione si colloca proprio nel segmento della prevenzione, ed è stato presentato da un deputato della maggioranza che non desidera porsi contro il Governo, ma contribuire al miglioramento del testo del provvedimento al nostro esame sotto il profilo della prevenzione. Come detto, se tale emendamento fosse stato discusso prima del precedente, sarebbe stato evidente che è importante comprendere se la sanzione, o il suo inasprimento, si collochi in una prospettiva di maggiore coscienza e capacità di controllare lo stato alcolico in cui ci si può trovare quando si è alla guida. L'emendamento si colloca proprio in tale segmento, quello cioè di fornire un aiuto all'autocontrollo e alla verifica di quale sia la situazione personale del conducente al momento in cui si mette alla guida di un veicolo. Si comprende facilmente quale importanza educativa possa rivestire nei confronti dei giovani che si mettono alla guida avere in auto uno strumento come l'etilometro al fine di misurare il tasso alcolico e verificare se superano la soglia consentita e, pertanto, fermarsi il tempo necessario (mezz'ora, un'ora) e ricontrollarlo successivamente. È uno strumento che consente anche alle altre persone di controllare, prima di accettare un passaggio in macchina, il tasso alcolico del conducente. Inoltre, è uno strumento di aiuto anche per i cittadini normali, per noi parlamentari e professionisti, cittadini ordinari, che la sera andiamo in pizzeria con i colleghi, gli amici e le famiglie e desideriamo comprendere se, al momento della guida in macchina, ci troviamo in condizioni ottimali per guidare, cioè entro il tasso dello 0,50.
Con il mio emendamento chiedo proprio che tra le dotazioni di bordo obbligatorie a tutela della sicurezza sia previsto l'etilometro, uno strumento che serve per la misurazione del tasso alcolemico.
Vorrei comprendere per quale ragione tale emendamento non sia ritenuto valido. Lo stesso codice della strada già prevede l'obbligo di altre dotazioni di bordo. Un tempo era previsto solo il triangolo, attualmente anche il giubbotto rifrangente, da indossare, quando ci si ferma. Non comprendo per quale motivo, tale piccolo strumento, che aiuta a capire se ci si metta in macchina in condizioni di non ebbrezza alcolica, non sia ritenuto necessario tra le dotazioni di bordo. Non mi riferisco all'aumento delle dotazioni delle Forze dell'ordine, bensì ad uno strumento funzionale alla repressione, necessario per la prevenzione, affinché ciascun guidatore possa preventivamente essere in condizione di capire quale sia la sua situazione sotto il profilo del tasso alcolico. Mi sembra un po' poco affermare che ciascuno possa eventualmente volontariamente tenere in macchina tale strumento. Ritengo, invece, importante contribuire all'autocoscienza e all'autocontrollo, rendendo obbligatoria la presenza a bordo di tale strumento di prevenzione.
PRESIDENTE. Onorevole Palomba, non ha detto se acceda o meno all'invito al ritiro. O forse sono io che mi sono distratto?
FEDERICO PALOMBA. No, signor Presidente, non si è distratto. Ho detto che vorrei una spiegazione delle ragioni per le quali è stato formulato l'invito al ritiro, dopo di che eserciterò volentieri tale facoltà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, faccio notare ai colleghi che stiamoPag. 13parlando di un argomento che negli ultimi quattro anni è costato al nostro Paese - è quanto emerso nel corso della giornata internazionale per la sicurezza stradale - tanti ragazzi morti quanti sono i soldati americani deceduti in Iraq. Nel corso della guerra in Iraq, gli Stati Uniti hanno avuto 3.300 morti; in Italia negli ultimi quattro anni, nelle cosiddette stragi del sabato sera, si è registrato lo stesso numero di morti. Questa è l'entità del fenomeno di cui stiamo parlando: ci costa più di una guerra!
Ringrazio i colleghi e non solo, ma anche Fiorello, la trasmissione radiofonica Zapping e alcuni giornali, che hanno collaborato a fine aprile per attirare l'attenzione sul fenomeno. Colleghi, se controllate le statistiche dell'osservatorio nazionale vi accorgerete che per due sabati consecutivi, a fine aprile, la mortalità è crollata, così come la traumatologia. L'interesse mediatico, le iniziative dei comuni, la polizia stradale schierata e i carabinieri davanti alle discoteche hanno infatti svolto un'attività di straordinaria mobilitazione. Purtroppo, se si vanno a vedere i dati di maggio e giugno vi accorgerete che, dopo quel calo temporaneo, la mortalità è esplosa di nuovo. Siamo tornati a livelli di quaranta, cinquanta, sessanta morti a week-end, particolarmente durante la notte e soprattutto a causa di persone che guidano ubriache, sotto l'effetto di droghe o comunque coinvolgendo persone del circuito del fronte del divertimento.
Non capisco come una parte del Parlamento possa opporsi a misure di prevenzione e repressione. Se volete tornare con me a fare il giro delle discoteche fino alle cinque del mattino e a parlare con i giovani, vi accorgerete che essi dileggiano, prendono in giro i politici che non fanno repressione. I giovani non sono cretini, sanno benissimo che la probabilità di vedersi ritirata la patente dopo che si sono ubriacati o drogati è molto teorica in quanto c'è la possibilità di ricorrere al giudice di pace e a varie scappatoie. Per tale motivo irridono ad un Parlamento, ad un'autorità pubblica che fa finta di contrastare tale fenomeno, a differenza di altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, dove i giovani sanno che le regole poste sono fatte rispettare.
State parlando di tre mesi di sospensione della patente come sanzione eccessiva e poi volete dare la possibilità a chi guida ubriaco di condannare a morte altre persone: vi rendete conto della sproporzione? Sapete quante persone in questo Paese vengono condannate a morte, uccise da persone ubriache che guidano? C'è chi dice che una persona ha il diritto di stappare dello champagne e della birra? Se qualcuno deve guidare, però, non beva prima! È molto semplice. Ciò si può ottenere attraverso la prevenzione - in questo senso è giusto quanto affermato dal collega Palomba che ha presentato un emendamento in tema di prevenzione - ma anche sulla repressione. Se non c'è una sanzione seria non riusciremo a reprimere il fenomeno. Se al Parlamento va bene che ci siano sei, settemila morti all'anno e qualche centinaia di migliaia di feriti e che tutte le volte che si tenta, in maniera bipartisan, di fare qualcosa di serio ci sono sempre avvocati difensori del lassismo e quindi di manovre inefficienti e inefficaci, a noi ciò non sta bene.
Il gruppo dell'UDC, con grande coerenza non cambia idea, sia quando si trova all'opposizione sia quando fa parte della maggioranza, rispetto a tale fenomeno che va aggredito. È infatti insopportabile che in un Paese civile ci sia una tale mortalità, traumatologia e costi sociali sulla sanità e sull'assistenza così devastanti, per il solo fatto che non si può affrontare un problema che in tanti altri Paesi e nel mondo è stato affrontato con risultati efficaci [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, prima di rispondere all'onorevole Palomba desideroPag. 14fare una considerazione di carattere più generale per dire che il Governo ha perfettamente presente che la strada maestra, quella che potrà produrre maggiori e più incisivi risultati nel campo della sicurezza è quella della prevenzione, tant'è vero che, nell'atto di indirizzo complessivo sulla sicurezza stradale - che ho richiamato anche ieri - approvato dal Governo alla fine di marzo sono previste misure di carattere diverso.
In particolare, sono previste tre misure dedicate alla prevenzione: misure di carattere formativo per i giovani in materia di sicurezza stradale; informazioni, soprattutto all'utenza, per rendere l'utente più sicuro nei suoi spostamenti e, infine, dei controlli. A queste misure si affianca un discorso di regole, che sono quelle alle quali è destinato prevalentemente, anche se non esclusivamente, il provvedimento che stiamo discutendo. Nondimeno, per quanto riguarda il problema della prevenzione, stiamo promuovendo, anche attualmente, programmi di sicurezza stradale nel terzo programma nazionale per la sicurezza con fondi destinati alle amministrazioni locali (regioni, province e comuni), per attuare progetti di sicurezza stradale. Tutto questo va incontro a un sistema di carattere preventivo.
Il problema che invece stiamo trattando in questo momento, con l'emendamento Palomba 10.118, riguarda l'installazione di uno strumento - sicuramente utile - come l'etilometro a bordo dei veicoli. A tale riguardo, posso dire che nel terzo programma di sicurezza stradale abbiamo destinato una somma importante al Ministero dell'interno per l'acquisto di etilometri, da rendere disponibili per il personale che fa controlli sulle strade, installati in postazioni sparse in giro.
Faccio presente che condivido pienamente quanto diceva poc'anzi l'onorevole Giovanardi. Abbiamo fatto un'inchiesta via Internet tra i giovani, chiedendo quali fossero, secondo loro, i provvedimenti da assumere per garantire meglio la sicurezza, soprattutto per quanto concerne il fenomeno delle stragi del sabato sera. La risposta dei giovani, in maniera assolutamente prevalente, è stata quella di avere più controlli, di essere controllati e di essere messi in condizione di non derogare alle regole.
Il discorso dell'etilometro, quindi, è assolutamente importante. Il fatto di renderlo obbligatorio a bordo dell'autoveicolo ovviamente non va contro la sicurezza. Siccome però questa operazione avrebbe un costo - ce l'ha sicuramente e sarebbe in questo caso un costo sociale - riteniamo che in questo momento sia più utile acquistare questi strumenti - ripeto, stiamo investendo risorse per acquistarne migliaia - per metterli a disposizione delle forze di polizia.
Non c'è, quindi, una contrarietà concettuale. C'è un'ipotesi di percorso per la quale, in questo momento, si ritiene più utile una strada piuttosto che l'altra, stante che entrambe comportano dei costi.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ci troviamo nella seguente situazione: il collega Palomba, presentatore dell'emendamento 10.118, si era riservato di dire se accettava o meno l'invito al ritiro del proprio emendamento dopo avere ascoltato il Governo. Ho una serie di richieste di intervento su tale emendamento. Non so se il collega Palomba...
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, mi pronuncerò successivamente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, mi scuso con il collega Palomba, ma sono assolutamente incuriosito dal suo emendamento e non posso comunque non esprimere su di esso contrarietà.
Onorevole Palomba, se il suo emendamento fosse approvato sarebbe come se noi obbligassimo tutti i cittadini italiani ad acquistare delle manette perché qualcuno di essi potrebbe essere un delinquente e, quindi, le manette sarebbero pronte all'uso. Allo stesso modo, sarebbe come se obbligassimo tutti i contribuenti ad acquistarePag. 15un codice di diritto tributario perché così gli evasori potrebbero leggere quali sono le norme che evadono durante la loro vita.
Non si può pensare di obbligare qualunque cittadino abbia un'autovettura a comprare un etilometro e a tenerlo a bordo al fine di effettuare su di sé dei controlli, qualora venga fermato da chiunque! È la polizia, sono le forze dell'ordine che devono essere dotate di questi strumenti. Caricare tutti i cittadini italiani di un costo ulteriore - non ho idea di quanto costi un etilometro perché non mi sono mai posto il problema, nella vita, di acquistarne uno per verificare il mio tasso alcolico -, obbligare tutti i possessori di un'automobile ad acquistare un etilometro e sanzionarli qualora non l'abbiano acquistato, mi sembra un assurdo!
Probabilmente, se qualche cittadino ci sta seguendo via Internet troverà la nostra discussione una perdita di tempo incomprensibile. Questa discussione non c'entra niente con il discorso fatto dall'onorevole Giovanardi: un conto è la prevenzione, un conto è obbligare i cittadini ad avere l'etilometro a bordo delle loro auto.
La risposta del Ministro Bianchi, cioè affermare che l'etilometro deve essere uno strumento in dotazione alle forze dell'ordine, mi pare dia di per sé la visione reale del problema e imponga all'Assemblea di non accogliere l'emendamento in esame, che non ha alcun senso, se non per qualche fabbricante di etilometri.
FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, avrei forse dovuto compiere questo passo prima dell'inopportuno intervento del collega Crosetto, che mi pare non abbia compreso assolutamente lo spirito dell'emendamento da me proposto. Non si capisce perché, se si deve avere il giubbotto obbligatoriamente a bordo, non si possano avere anche altre dotazioni che servono per la prevenzione, in favore dello stesso conducente. Non sono peraltro del tutto soddisfatto della risposta, per cui uno strumento di prevenzione a disposizione dei cittadini diventa uno strumento di controllo e di repressione.
Detto questo, signor Presidente, dal momento che confido comunque nel fatto che il Governo, in un successivo provvedimento più generale, vorrà riconsiderare la questione, sono disposto a presentare un ordine del giorno di contenuto analogo all'emendamento, auspicando che il Governo lo accolga. Ritiro quindi l'emendamento a mia firma 10.118.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Beltrandi 10.102.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, insisto per la votazione, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. L'emendamento in esame verte sulla disciplina introdotta col cosiddetto disegno di legge Bianchi, di ulteriore penalizzazione per coloro che vengono trovati con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro. Con l'emendamento intendiamo, da una parte, eliminare la disciplina aggravata nel caso in cui vi sia l'incidente, seguendo la stessa logica della proposta emendativa precedente. Continuiamo a non capire per quale ragione se accade un incidente l'automobilista debba essere ulteriormente penalizzato rispetto alla condizione in cui incorre compiendo la stessa violazione del codice della strada, qualora fortuitamente non si verifichi l'incidente. Si tratta di un qualcosa di misterioso, che non si riesce bene a capire a quale logica risponda.
In secondo luogo, non sfugge che l'emendamento in esame complessivamente determina un alleggerimento della sanzione; ci sembra quindi ragionevole, anche rispetto al dibattito che già si èPag. 16svolto in Assemblea, introdurre una rimodulazione, con un minimo di saggezza in più, delle norme e delle pene.
In terzo luogo, proponiamo anche che il fermo amministrativo dell'automobile, che è previsto in questo caso, passi da novanta a sessanta giorni, perché, se si vuole reprimere un comportamento, ciò che è da colpire è l'uso della patente, è colui che è responsabile di tale comportamento. Prendersela con i suoi beni, che magari possono anche venire usati da familiari, è a nostro avviso una cosa che si deve fare il meno possibile. Per tali motivi ci limitiamo a proporre la riduzione del fermo da novanta a sessanta giorni. Si tratta quindi di una moderazione, di un riequilibrio delle sanzioni.
Invito i colleghi, anche del centrodestra, che ho sentito attenti all'esigenza di rivedere le sanzioni, a sostenere l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 10.102, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 427
Votanti 421
Astenuti 6
Maggioranza 211
Hanno votato sì 46
Hanno votato no 375).
Prendo atto che i deputati Laganà Fortugno, Ossorio e Pedica hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Zeller 10.114.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
KARL ZELLER. No, signor Presidente, insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, colgo l'occasione dell'emendamento in esame, che ne segue altri analoghi, per rivolgermi all'Assemblea su una questione che riguarda l'emendamento stesso ma anche il provvedimento nel suo complesso.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI (ore 11,05)
ROBERTO VILLETTI. Non condivido la tesi - ero convinto non la condividesse neanche il centrosinistra - per cui l'aumento delle pene di per sé - attenzione: non la repressione - provochi automaticamente la diminuzione dei reati. Se questo fosse vero, ci troveremmo in una situazione in cui, per avere la massima deterrenza, dovremmo ricorrere alla pena di morte.
Uno dei concetti fondamentali espressi da Cesare Beccaria è stato proprio che l'aumento delle pene di per sé non determina una diminuzione dei reati. Se accettiamo che l'aumento delle pene determini la diminuzione dei reati, noi - compagni ed amici della maggioranza di centrosinistra - compiamo una scelta reazionaria. Non conservatrice: reazionaria. Questo dobbiamo saperlo.
Altra cosa è la tolleranza zero, su cui sono perfettamente d'accordo, vale a dire il principio per cui anche i piccoli reati debbono essere sanzionati e non si deve passare sopra alle piccole infrazioni. Si tratta cioè della necessità di avere controlli sul territorio, non di gride manzoniane. Questa - mi permetta, Ministro Bianchi - è una bella grida manzoniana: aumentiamo le pene, duplicandole, triplicandole, quadruplicandole, quintuplicandole, e poi non abbiamo né i mezzi della polizia e dei carabinieri, né gli etilometri e gli altri strumenti tecnologici che servono per effettuare i controlli. Questa, Ministro Bianchi, è propaganda demagogica, e mi meraviglio che lei, che appartiene ad un'areaPag. 17della sinistra, si sia fatto portatore di un provvedimento la cui filosofia interna è reazionaria! Questo dobbiamo sapere, ed è per tali motivi che abbiamo cercato di modificare il provvedimento.
Tenete presente, peraltro, che nella scorsa legislatura - lo dico alla mia maggioranza - ci siamo opposti, con queste mie tesi ed argomentazioni, ad un aggravamento delle pene che - lo riconosco al centrodestra - era di tipo non reazionario ma moderato, riconducibile ad una posizione di destra. Noi, all'epoca, contestammo quella scelta; oggi, invece, facciamo assai peggio di quel che fece allora il centrodestra, poiché avvaloriamo una tesi sulla politica dell'ordine pubblico che non è sostenuta da alcun partito di sinistra in Europa, neppure dal governo Blair, che nei confronti della sicurezza ha avuto una posizione rigidissima.
Un conto è sanzionare e colpire anche la più piccola infrazione, altro conto è imporre pene maggiori. Oggi, infatti, ci stiamo occupando di sicurezza stradale; ma cosa accadrà quando ci occuperemo di pedofilia? Non vi sarà limite alla pena che dovremo stabilire per la pedofilia. E poi vi sarà sempre un reato più grave, ed alla fine aumenteremo le pene per tutti i reati. Vi pare che questa sia una logica sensata per uno schieramento ed una forza di progresso e di innovazione quale deve essere il centrosinistra? Dobbiamo avere un po' di coscienza, onorevoli deputati, di quello che facciamo! Dobbiamo esaminare non solo le questioni tecniche, ma anche l'impostazione di fondo!
Se il centrosinistra va avanti così, la caduta di credibilità nel Paese sarà inevitabile, poiché quando non si fa il proprio mestiere - e il nostro mestiere è quello di una forza progressista e riformatrice - e si scende sul terreno dell'avversario, si perde: e si perde, prima che il consenso, la credibilità.
Richiamo quindi la maggioranza e tutta l'Assemblea - dunque anche l'opposizione, da cui ho sentito parole assai sensate e coraggiose su questo tema - a riflettere a lungo prima di varare un provvedimento in cui vi sono aspetti che urtano davvero contro il buonsenso. Diamo una spinta alla maggiore efficienza degli apparati di sicurezza e a controlli effettivi, e non facciamo gride manzoniane. I risultati non mancheranno, ed avremo dato un messaggio di fiducia al Paese e ai giovani (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno e di deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, credo che le parole dell'onorevole Villetti siano condivisibili in toto e meritino un'attenta riflessione da parte di questa Assemblea.
È troppo facile, su temi come questi, cadere nella demagogia, innalzare le pene, scegliere argomenti che sono facilmente comprensibili dalla gente, ma che in realtà non portano a nulla in termini di risultati. Concentriamoci sull'educazione, sulla prevenzione, sul miglioramento delle strutture viarie e sui controlli. Ma certamente cedere alla tentazione di misure che tanto sanno di repressione, così cara ad alcune parti del Parlamento, ma non funzionale alla soluzione del problema, e continuare con leggi che appartengono ad uno Stato repressivo, che interviene su ogni argomento che riguarda la vita dei cittadini, con leggi sempre più punitive e più difficilmente applicabili, credo sia più lontano possibile rispetto ai problemi dei giovani, delle famiglie e di tutti.
Concentriamoci sulla soluzione, sulla prevenzione e sui controlli, e abbandoniamo questa demagogia spicciola che certamente non giova alla soluzione dei problemi quotidiani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per ringraziare il collega Villetti della sua onestà intellettuale e del ragionamento politico articolato, semplice e anche coerente che ha sottoposto all'attenzionePag. 18dell'Assemblea, nonché per evocare l'auspicio che qualcuno, nei banchi del centrosinistra, ascolti questa voce autorevole e di buonsenso.
Onorevoli colleghi, stiamo affrontando un provvedimento sulla sicurezza stradale con un approccio che sembra piuttosto dirigista. Non occorre stupirsi di alcune derive dirigiste da parte di chi ha una storia di un certo tipo, e il collega Villetti sa bene che chi proviene da una certa storia ha spesso la tentazione dirigista. Crediamo che alla base dell'emendamento Palomba 10.118, che propone di imporre a chiunque l'obbligo di portare, a bordo della vettura, l'etilometro, vi sia un'impostazione dirigista. Fra non molto esamineremo una proposta emendativa a mia firma che prevede che il Ministero promuova l'acquisto degli etilometri, ma senza imporne l'obbligo. In un meccanismo in cui si aumentano le sanzioni e non si innalza neanche un livello di tasso alcolemico che è unanimemente riconosciuto troppo basso, per cui si risulta positivi all'etilometro dopo un bicchiere di vino, occorre dare la possibilità a chiunque di acquistare questi strumenti per sapere se si è nelle condizioni di guidare e se si sarà sanzionati o meno. O si crede che ciò non possa o non debba succedere? Siamo contrari all'obbligo, ma almeno prevediamo la facoltà.
Vi sono piccole sfide, nell'ambito del provvedimento in esame, che complessivamente, a mio giudizio, costituisce ancora una volta un aumento di tassazione indiretta, di multe, di imposizioni, di leggi, di obblighi. Si tratta di un provvedimento contro i cittadini, già tartassati da un fisco iniquo e da tanti altri meccanismi che questo Governo ha messo in campo.
Ringrazio il Ministro per la presenza, perché a differenza di altri Ministri è venuto almeno in aula a spiegare e a rispondere puntualmente allorché vengono sollevate obiezioni, ma, signor Ministro, tale impostazione è dirigista. Condivido le osservazioni del collega Villetti e le molte osservazioni di quei pochi liberali che ogni tanto, di fronte ad alcune proposte di buonsenso, si alzano in quest'aula e hanno il coraggio di dire la loro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Finalmente, Villetti! Finalmente un intervento da riformista! Certamente, quando ti sei rivolto al centrosinistra dicendo che il paese non vi capisce, hai detto la verità, la realtà, perché questo è un falso centrosinistra: non sono riformisti come te, e quindi hanno la repressione come unico mezzo. Con le nostre proposte emendative abbiamo cercato di mitigare la repressione. Va portata avanti la prevenzione. Sapete in quest'aula che i controlli con l'etilometro svolti in un anno dalla polizia stradale sono solamente 900 mila, ossia la decima parte di quelli svolti in Francia, la ventesima parte di quelli svolti in Germania e la quindicesima parte di quelli eseguiti in Spagna?
La prevenzione si fa aumentando l'organico della polizia stradale, e dotandola anche di idonei strumenti, perché la possibilità statistica di essere fermati e di subire un controllo con l'etilometro è, adesso, una ogni 175 anni!
Quindi, cari colleghi, si pensa soltanto alla repressione e non alla prevenzione; in quest'aula si è sentito parlare di prevedere l'etilometro sulle automobili. Ma lo sapete che l'idoneità alla guida viene verificata ogni dieci anni e che, in tale arco di tempo, un conducente si può ammalare, gli può venire il diabete, può doversi fare l'insulina, può avere altre malattie invalidanti che lo possono rendere inidoneo alla guida, e nessuno gli revisiona la patente? Anche questi sono gli aspetti che dobbiamo prendere in considerazione e sui quali dobbiamo cercare di concentrarci. Non mi venite a dire che bisogna mettere un laboratorio di analisi su ogni automobile, per misurare la glicemia o fare dei test di gravidanza per vedere se qualche conducente sia in stato di gravidanza!
Dobbiamo cercare di legiferare per il Paese in senso preventivo, ma ciò non èPag. 19stato fatto nel disegno di legge al nostro esame. Si tratta di un bruttissimo disegno di legge! Sarà considerata la peggiore legge proposta da un Ministro italiano, sarà contestata da tutto il popolo e sarete solamente voi a pagare, perché noi abbiamo sottolineato che si tratta di un provvedimento sbagliato.
Caro Villetti, condivido pienamente il tuo sfogo, nel dire: ma qui di riformista non si fa niente, qui c'è solamente una politica repressiva. Meglio tardi che mai! L'hai capito: cerca, conseguentemente, di prendere le distanze da chi proprio non capisce il Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, intervengo soltanto per annunciare che desidero aggiungere la mia firma all'emendamento Zeller 10.114.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, intervengo soltanto per chiedere, ai colleghi e al Ministro, quale sarà l'impressione di ognuno di noi, una volta uscito da quest'aula, quando verrà fermato dopo aver bevuto un bicchiere di vino (il tasso indicato corrisponde ad un solo bicchiere di vino) e potrà essere (a discrezione, presumo, di chi lo ferma) arrestato per tre mesi.
Probabilmente, dal punto di vista dell'opposizione, non dovremmo intervenire. Dovremmo stare zitti e fare in modo che il disegno di legge sia approvato, per poter incassare un risultato elettorale positivo, quando i cittadini saranno chiamati alle urne.
Onorevole Ministro, l'articolo 10 prevede che il superamento del tasso alcolemico di 1,5 grammi per litro, fermo restando l'importo delle ammende, comporti la pena dell'arresto fino a tre mesi e, se il conducente provoca un incidente stradale, fino a sei mesi. Ma nell'ipotesi normale di un conducente che guida ed ha bevuto un bicchiere di vino è previsto ugualmente l'arresto fino a tre mesi: mi chiedo se tale sanzione appare proporzionata all'obbiettivo che vogliamo raggiungere!
Non mi riconosco, e non posso riconoscermi, in un provvedimento di questo tipo, ma, soprattutto, non vi si riconosceranno i cittadini.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, al di là delle considerazioni su questo punto specifico, sul quale si può discutere e si può anche convenire, credo che nessuno sappia esattamente quale sia la misura della sanzione che si addice perfettamente all'infrazione commessa. Può darsi che sia giusto prevedere due mesi o può darsi che sia più giusto sei mesi, ma vi prego di credere che, in questo periodo, i tecnici e gli uffici legislativi hanno lavorato per cercare di mettere a punto delle norme che fossero al massimo credibili anche, ve lo assicuro, confrontandole con quelle vigenti in altri Paesi.
Detto ciò, aggiungo, soltanto di passaggio, che a me sembra che le critiche sui comportamenti del Governo e del Ministro in particolare - demagogici, o addirittura reazionari! - siano state perlomeno poco meditate; pertanto eviterò di replicare su tale questione.
Voglio, invece, segnalare che la nostra discussione ruota attorno ad un gravissimo - lo ripeto, gravissimo - problema sociale. Parliamo, come è stato ripetutamente ricordato, di oltre 5 mila morti ogni anno, di oltre 300 mila vittime e feriti (e non mi riferisco a chi va al pronto soccorso per tornare a casa dopo qualche ora). Stiamo parlando di persone che restano mutilate a vita. In uno degli articoli del provvedimento in esame è previsto, come pena alternativa all'arresto, il servizio pressoPag. 20alcune delle case in cui sono ricoverate le vittime degli incidenti stradali. Inviterei ciascuno di voi a trascorrere qualche ora in uno di questi istituti. La sensibilità aumenterebbe sicuramente.
Debbo, inoltre, ricordare che tutto ciò per lo Stato ha un costo, che nel 2005 è corrisposto al 2,5 per cento del prodotto interno lordo. Stiamo parlando, quindi, di un costo enorme! Abbiamo, pertanto, concepito una serie di provvedimenti - lo ripeto per l'ennesima volta - che non riguardano esclusivamente regole e sanzioni, ma, in modo particolare, la prevenzione ed i controlli. Il numero di tali controlli, peraltro, nel nostro Paese è molto ridotto (ne vengono effettuati circa 500 mila l'anno, contro i due milioni e mezzo circa della Francia), ma nel 2007 sarà all'incirca raddoppiato: questo è l'impegno assunto dal Ministero dell'interno. Stiamo cercando di creare le condizioni di risorse umane e strumentali per fare in modo che l'anno prossimo tale numero possa essere ulteriormente aumentato.
Pertanto, mi pare che la necessità di regole precise che impediscano il verificarsi di alcuni comportamenti sia un'intuizione chiara. Nel caso specifico, non stiamo discutendo del tasso alcolemico o della necessità di impedire che qualcuno beva. Si può bere a piacimento: nel nostro Paese non esiste alcuna norma che impedisca a chiunque di bene quanto crede. Dobbiamo impedire che ci si metta alla guida dopo avere bevuto in quantità tale da creare pericolo a se stessi e, soprattutto, agli altri. Se ciò significa disegnare norme di carattere reazionario, francamente non riesco a capirlo.
ROBERTO VILLETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Mi corre l'obbligo di una replica al Ministro, che però non mi ha risposto. Mi riferivo, signor Ministro, all'aspetto reazionario in senso tecnico, in quanto ritengo che la teoria reazionaria prevede che, se si debbono perseguire reati, il miglior deterrente è aumentare le pene. Quindi, in sostanza, più si aumentano le pene e più diminuiscono i reati: questo è il principio alla base del disegno di legge in esame. Io, invece, sono di un'altra opinione. Credo che si riescano a contrastare i reati se si riesce a perseguirli effettivamente, cioè se sia previsto un numero di controlli tale che consenta di punire i reati. Signor Ministro, sono talmente contrario a questa tesi, che ritengo più utile prevedere pene relativamente dimensionate, ma sicuramente individuate attraverso un'azione di repressione effettiva.
L'aspetto delle gride manzoniane risiede nel fatto che, posto lo stupefacente rapporto del numero di controlli che si svolgono in Italia rispetto a quello degli altri Paesi, invece di aumentare i controlli, si aumentano le pene. Nel disegno di legge in esame, infatti, non si prevede una dislocazione di risorse - lo faccia dire a me, che mi sono sempre occupato di problemi di finanza pubblica - che, insieme ad un aumento del personale, rappresenterebbe una vera ed efficace misura d'urgenza per aumentare i controlli e perseguire effettivamente i reati. L'effetto gride manzoniane è da riferirsi ad un aumento delle pene, cui però non corrisponde la dislocazione di nuove risorse e la creazione di personale.
Questo era il punto vulnerabile.
Io sono assolutamente favorevole alla repressione - oltre che alla prevenzione - ma la repressione si attua attraverso i controlli e il perseguimento dei reati, non attraverso l'aumento delle pene: questo è il punto fondamentale!
Una volta mi sono trovato ad andare da New York a Washington a ferragosto e, ad intervalli di pochi chilometri, sulla strada tra questi centri vi erano postazioni della polizia stradale che, con il binocolo, controllavano la velocità; in questo modo si evitano gli incidenti, non seguendo l'impostazione di chi vuole punire con la sanzione di sei mesi, un anno, un anno e mezzo oppure due anni, perché ritiene chePag. 21quanto più la pena è severa, tanto maggiore è la repressione dei reati. Questa è una logica risibile!
ROBERTO GIACHETTI. È la logica tua!
ROBERTO VILLETTI. Non è la mia logica. Ripeto: non è la mia logica! Sono favorevole a che sul fronte della sicurezza stradale si impieghino risorse, anche umane, e si effettuino controlli, e non si facciano gride manzoniane per raddoppiare, triplicare o quadruplicare le pene, senza avere i mezzi necessari per far rispettare le leggi che approviamo. Questo è il punto!
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROBERTO VILLETTI. Concludo, Presidente. Se non teniamo presente questo punto fondamentale, non risolveremo il problema, ma faremo solo un manifesto propagandistico, mentre il problema di cui stiamo discutendo è concreto e tutta la Camera dovrebbe trovarsi concorde sul modo in cui superarlo.
Quindi, invito i colleghi ad un'attenta riflessione per evitare che il Parlamento vari misure che non hanno la capacità di risolvere un problema gravissimo, che rappresenta una grande piaga da affrontare non con gli slogan, ma operativamente, perché il nostro scopo è riuscire effettivamente a salvare le vite umane. E voi potete ben immaginare se il mio gruppo non è sensibile a questo grande problema sociale (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, stiamo assistendo alla discussione su un emendamento e alle dichiarazioni rese dal Ministro in sede di replica - anche se lui afferma il contrario - all'intervento dell'onorevole Villetti; voglio, allora, ricordare al Ministro e ai colleghi, che stiamo esaminando un disegno di legge di iniziativa del Governo, e quindi espressione della maggioranza. Pertanto, vorremmo capire se vi è davvero una maggioranza che sostiene questo provvedimento, anche perché i confronti, che oserei definire ideologici, svoltisi sulla natura della sinistra, sono stati interessanti, ma ci porterebbero ad un discorso molto lontano, e forse inappropriato in questo momento, sebbene ritengo che, quando si discute di sicurezza stradale, tutti gli interventi siano importanti.
Dico questo perché il tema della sicurezza stradale non è stato mai concepito e valutato nella sua grande importanza sul piano culturale, della civiltà e della modernità di un Paese; sicurezza stradale per noi significa difesa e salvaguardia delle vite umane, e questo è il dato importante e fondamentale. Certamente, signor Presidente, l'Assemblea non può dividersi sulla durata della sanzione (uno, due o tre mesi in più).
Noi abbiamo ravvisato, sin dall'inizio, la gracilità del provvedimento che punta tutto sulle sanzioni, non avendo come supporto un'azione forte di prevenzione e degli strumenti efficaci per realizzarla, e lo avevamo affermato anche nella scorsa legislatura, quando abbiamo approvato il provvedimento che ha previsto la cosiddetta patente a punti.
Avevamo affermato che la patente a punti, che ha già raggiunto risultati formidabili, doveva essere, poi, accompagnata e sostenuta da una grande attività di educazione, di formazione e, soprattutto, di controllo del territorio. Non c'è dubbio, infatti, che se non è presente tutto ciò - e l'ho sottolineato nel mio precedente intervento - si rischia di fare semplicemente annunci, al pari di altri non soltanto per quanto riguarda la sicurezza stradale, ma anche per altri tipi di reato.
Allora, mi domando se vi sia o no la consapevolezza che, oggi, il tema della sicurezza stradale non può esaurirsi con l'approvazione o meno del provvedimento in esame, che certamente presenta anche spunti interessanti. Non abbiamo avuto difficoltà a ringraziare il relatore Meta perPag. 22l'impegno profuso, anche perché quando si discute di sicurezza stradale - lo affermavo poc'anzi - si intromette una serie di interessi che, certamente, molte volte con la sicurezza stradale o con la salvaguardia della vita umana non hanno nulla a che vedere.
Vorremmo, quindi, ricevere una parola di chiarimento sul piano politico generale. Prima era in aula il Ministro della pubblica istruzione: abbiamo anche invocato la formazione e, soprattutto, il confronto e la collaborazione con il Ministero della pubblica istruzione, con il mondo del volontariato, delle autonomie locali, delle forze sociali e delle «regie» ben presenti all'interno del nostro territorio.
Ritengo che non possiamo limitarci semplicemente ad un dato tecnico perché, se ci limitassimo a ciò, senza dubbio avrebbero ragione Villetti, il mio amico Beltrandi, tutti noi. Certamente, però, non ci metteremo mai d'accordo su un mese o due mesi in più, se tutto ciò fa deterrenza o è in contrasto con il pericolo della violazione del codice della strada.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARIO TASSONE. Questi sono i motivi per cui noi siamo contrari all'emendamento in esame, sebbene rimanga il dibattito politico in merito. Non possiamo far finta che su un provvedimento di questo genere non ci sia stato un intervento dell'area della maggioranza volto ad affermare di non essere d'accordo, sia sul provvedimento sia sulla sua impostazione culturale e politica.
Voglio evidenziare ciò, mentre rimane al Governo trarre le conclusioni, o ai colleghi della maggioranza che vorranno intervenire, per capire quale sia questa benedetta maggioranza che sostiene il provvedimento.
PRESIDENTE. Sette colleghi hanno chiesto di intervenire a vario titolo, anche personale. Dobbiamo sospendere i nostri lavori tra poco, perché l'aula deve essere allestita per la votazione per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale. Ciò significa che, se i colleghi conterranno la durata di tutti i loro interventi, si riuscirà ad esaurire questa fase prima della sospensione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Olivieri. Ne ha facoltà.
SERGIO OLIVIERI. Signor Presidente, siamo ben consapevoli di essere di fronte ad un problema drammatico e vasto, e che deve essere affrontato mettendo in campo una politica complessiva, dentro la quale vi è anche un ragionamento sulle norme (sottolineo, anche). La nostra politica non può essere solo ed esclusivamente centrata sull'inasprimento delle norme e delle pene, perché, anche in questo caso, «il troppo stroppia».
Vorrei sottolineare che, a mio avviso, sembra emergere dalla discussione il vizio di origine che fin dall'inizio abbiamo riscontrato in questo disegno di legge. Il provvedimento in esame, infatti, é stato proposto, forse, con troppa frettolosità, con un'attenzione più agli umori dell'opinione pubblica che non al «fare bene» ed incentrandolo, quasi esclusivamente, sulle norme e sull'inasprimento delle pene. Abbiamo cercato, in Commissione ed in aula, e stiamo ancora cercando, di migliorare il disegno di legge proposto, di arricchirlo di altri contenuti, oltre all'inasprimento delle pene, e di fare in modo che non si vari una legge esclusivamente incentrata sulle norme.
Tuttavia, penso che le osservazioni del collega Villetti, al di là della condivisione o no degli aggettivi utilizzati, meritino di essere attentamente valutate, non solo e non tanto in relazione alla discussione puntuale sul merito dell'emendamento in esame, quanto per il tentativo di sottoporre alla nostra attenzione la necessità di una discussione politica più complessiva sulla filosofia delle nostre politiche sulla sicurezza stradale.
Ritengo, quindi, che, a partire dalla considerazione di tali ragionamenti, dovremmo far sì che la nostra discussione sugli articoli e sugli emendamenti successivi abbia la capacità di migliorare ulteriormente il testo proposto: da questo punto di vista, ritengo importante dare un segnale della volontà di migliorare il testoPag. 23con un voto favorevole sull'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Onorevole Meta, essendovi numerosi altri interventi e considerata la necessità di predisporre l'aula, propongo di sospendere i lavori dell'Assemblea, per riprenderli al termine della riunione del Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice costituzionale e dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
MICHELE POMPEO META, Relatore. Signor Presidente, non ho obiezioni in merito.
PRESIDENTE. In considerazione del fatto che alle 12 è convocato il Parlamento in seduta comune per procedere all'elezione di un giudice della Corte costituzionale, sospendiamo ora i nostri lavori, per consentire la preparazione dell'aula. L'esame del provvedimento riprenderà, dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, previsto per le 15,15, alle 17.
Sospendo quindi la seduta.
La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 15,15.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI