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Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti di trasmissione, comunicazione e messa a disposizione al pubblico, in sede radiotelevisiva e su altre reti di comunicazione elettronica, degli eventi sportivi dei campionati e dei tornei professionistici a squadre e delle correlate manifestazioni sportive organizzate a livello nazionale (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 1496-B) (ore 19).
(Esame dell'articolo unico - A.C. 1496-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1496-B sezione 2).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Centa. Ne ha facoltà.
MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo in merito alla revisione del disegno di legge delega al Governo sulla disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti radiotelevisivi. Su tali contenuti ho già avuto modo di intervenire in Assemblea e manifestare un certo disappunto in quanto il provvedimento in discussione è chiaramente condiviso, da parte nostra, per quanto riguarda i contenuti, ma ci trova lontanissimi - si tratta di una distanza veramente enorme - in relazione alle procedure adottate.
Infatti, eravamo d'accordo, e lo siamo ancora, per motivi di equità e competitività, che sia necessaria una distribuzione dei proventi derivanti dalla vendita dei diritti collettivi maggiormente equilibrata. Siamo, altresì, d'accordo che ciò si possa ottenere attraverso una contrattazione centralizzata. Tuttavia, non siamo d'accordo che ciò avvenga mediante il conferimento di una delega al Governo, lasciando il Parlamento completamente fuori dal dibattito, senza ascoltare una voce delle parti adeguata e, soprattutto, immediata.
Inoltre, a nostro avviso, è ancor più grave la violazione dell'autonomia dello sport, che il Governo del centrodestra ha sempre rispettato, difeso, tutelato e, ancor più, rafforzato.
Intervenendo per stabilire i criteri da adottare sulla divisione dei proventi della commercializzazione - non si tratta di soldi pubblici o contributi dello Stato, maPag. 72di denaro prodotto da privati, cioè dalle stesse società sportive che partecipano al campionato di calcio - vengono disciplinati i criteri di applicazione della quota di mutualità generale del sistema.
Come si evince, in modo molto chiaro, dalla relazione del 12 giugno del presidente della Commissione cultura, relatore, Folena, si interviene, per esempio, allo scopo di sviluppare settori giovanili, valorizzare ed incentivare le categorie dilettantistiche, sostenere gli investimenti ai fini della sicurezza, anche infrastrutturale degli impianti sportivi, nonché finanziare, in ciascun anno, almeno due progetti a sostegno delle discipline sportive diverse da quella calcistica, che abbiano particolare rilievo sociale e siano inseriti in un programma di riqualificazione delle attività sportive e ricreative nelle scuole e nelle università. Si potrebbe aggiungere, a nostro avviso, anche che, con la delega conferita, il Governo stabilisca quanti allenatori è necessario inserire, quante siano le ore di allenamento necessarie, come gli atleti debbano alimentarsi, quanto debbano riposare! Mi domando se, così facendo, da parte della politica, un giorno si arriverà a stabilire quanti giorni di recupero siano necessari e cosa occorra fare nello sport, per fare sport sul campo, soprattutto.
Chiaramente, vi è una grande ironia, perché questa maniera di fare politica rappresenta una vera e propria ingerenza nel mondo dello sport. Questa, però, è la politica, la vostra politica!
L'autonomia dello sport, lo ribadisco con forza, non è qualcosa che si inventa in questo momento, solo per parlare di sport, bensì è riconosciuta da una legge dello Stato. Va detto fortemente in quest'aula, per il Presidente, il Governo e i colleghi che a volte parlando di sport, possono dire: tanto si tratta di sport!
Esiste una legge, colleghi, che ci dice cosa è lo sport e come è considerato; non è qualcosa che ci inventiamo «tanto per sport».
Lo Stato, grazie anche al riconoscimento dell'autonomia dello sport, ci fa capire che proprio tale autonomia è alla base di tanti risultati, non solo sportivi, ma anche organizzativi.
Quello di Torino è l'esempio ultimo, il più grandioso, ma non il solo. Si tratta, quindi, di risultati a livello agonistico, ma anche organizzativo.
Mi auguro che l'Assemblea, nel corso del dibattito, tenga presente che l'autonomia dello sport non è importantissima, ma è sacra, al fine di mantenere quegli equilibri che sono e - mi auguro - rimarranno sempre al di sopra delle parti e quindi della politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Aracu, che aveva chiesto di parlare. Si intende che vi abbia rinunciato.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
PIETRO FOLENA, Relatore. Signor Presidente la Commissione formula un invito al ritiro di tutti gli emendamenti presentati, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIOVANNI LOLLI, Sottosegretario di Stato per le politiche giovanili e le attività sportive. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Bono 1.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA BONO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente volevo solo far presente ai colleghi che l'emendamento in esame mira solamente a rendere più leggibile la norma e si pone in termini di correzione letterale e linguisticaPag. 73rispetto all'attuale testo. Siamo, infatti, riusciti a rendere contorta una norma che avrebbe dovuto essere di una assoluta linearità. Tale modo di procedere, peraltro, lo ritroviamo anche in altre parti del disegno di legge in esame.
La complicazione della norma si evince anche dal modo in cui vengono espressi alcuni concetti. Nella fattispecie vengono inserite espressioni del tipo: «autonome iniziative commerciali relativamente ai diritti che consentono sfruttamenti secondari rispetto a quelli riservati al soggetto preposto all'organizzazione della competizione sportiva»: sembra quasi uno scioglilingua!
Noi invece proponiamo di scrivere semplicemente: «a tutti i diritti diversi da quelli riservati, ai sensi della presente legge». Si tratta di un normale emendamento di buon senso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 379
Votanti 376
Astenuti 3
Maggioranza 189
Hanno votato sì 146
Hanno votato no 230).
Passiamo all'emendamento Bono 1.2.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA BONO. No, Signor Presidente, insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 392
Votanti 388
Astenuti 4
Maggioranza 195
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 237).
Passiamo all'emendamento Bono 1.3.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA BONO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, con tale emendamento entriamo nel merito del provvedimento, laddove nel testo del disegno di legge in esame viene previsto che, in virtù dello sviluppo tecnologico del settore, possano essere disciplinate procedure di regolamentazione e di vigilanza. Inoltre, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni può prevedere limitate deroghe al principio che garantisce pari diritti agli operatori della comunicazione e vieta la formazione di posizioni dominanti.
Mi chiedo: se l'obiettivo è quello di assicurare una parità di diritti agli operatori della comunicazione e l'obiettivo conclamato è anche quello di non consentire il formarsi di posizioni dominanti per tutelare meglio gli interessi del soggetto preposto all'organizzazione, perché dobbiamo dire che le deroghe a questa disciplina possono essere limitate? Evidentemente c'è un non senso, per non dire un controsenso, che è quello che troveremo tra poco per quanto attienePag. 74alla lettera d) del comma 3 dell'articolo 1, che è il cuore della contraddizione di questa parte del provvedimento. In tutti i casi, non è logico!
Con questo emendamento proponiamo la soppressione dell'aggettivo «limitate», riferito alle deroghe, proprio per non porre limiti quantitativi a un problema di natura squisitamente qualitativa: la capacità di individuare percorsi di garanzia per la libera concorrenza.
L'altro emendamento da me presentato, che a questo punto, signor Presidente, non illustrerò, perché mi auguro che venga approvato il primo e che il secondo diventi sostanzialmente superato, sostituisce alle parole «limitate deroghe» le parole «ogni opportuna deroga», proprio per rafforzare il principio che quando si parla della tutela della pluralità degli interventi e, soprattutto, della tutela dei diritti degli operatori della comunicazione e del soggetto organizzatore, non ci possono essere limitazioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 422
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato sì 158
Hanno votato no 264).
Passiamo all'emendamento Bono 1.4. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato sì 157
Hanno votato no 260).
Prendo atto che i deputati Zaccaria e Viola hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo all'emendamento Bono 1.5. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
NICOLA BONO. No, Signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, questo è l'ultimo emendamento presentato dal gruppo di Alleanza Nazionale, a riprova che non c'era nessuna volontà di andare a scontri ostruzionistici su una materia - quella della cessione centralizzata dei diritti - che Alleanza Nazionale non solo condivide, ma che ha addirittura proposto e avanzato già nella passata legislatura, come gruppo che, per primo, si è posto il problema di rimuovere una grave perturbazione del modo con cui venivano gestiti i diritti televisivi delle società, introdotta - guarda caso - da un provvedimento del Governo di centrosinistra, che determinò la modificazione del regime di cessione dei diritti delle società sportive.
Ma alla lettera d) del comma 3 c'è l'aspetto più evidente della contraddizione che questo provvedimento ha introdotto, perché abbiamo fatto una battaglia nel corso della prima lettura a proposito della necessità di garantire una gara sui dirittiPag. 75che fosse proporzionale alla garanzia della pluralità dei soggetti che potevano intervenire.
La pluralità dei soggetti è un elemento di garanzia, anche e soprattutto per gli interessi del soggetto organizzatore, e quindi, in ultima analisi, delle società sportive, perché più è plurale la concorrenza, maggiore è il gettito - lei mi insegna, signor Presidente, anche per la sua formazione professionale - della gara stessa a cui si concorre.
Invece, nella prima lettura, la maggioranza della Camera è rimasta sorda a tale esigenza ed ha approvato una norma che garantiva la distinzione della gara per singole piattaforme, non tenendo conto del rilievo che è stato mosso dai nostri banchi sul fatto che vi era una piattaforma, tra le varie in cui si possono trasmettere i diritti televisivi, quella satellitare, dove l'operatore è single, non ci sono concorrenti, c'è un solo interlocutore. Prevedere una gara con un solo interlocutore è come non prevederne alcuna.
Al Senato, consapevoli di questa gravissima e negativa impostazione, di questo condizionamento assurdo che viene fatto alla massimizzazione dei risultati di una gara che dovrebbe essere libera, è stata introdotta una modificazione alla lettera d) del comma 3 dell'articolo 1 che però nella sostanza non modifica alcunché. Al contrario crea confusione, perché viene stabilito nella prima parte di tale lettera che la disciplina della commercializzazione in forma centralizzata dei diritti sul mercato nazionale, di cui al comma 1, deve essere effettuata con modalità che assicurino la presenza di più operatori della comunicazione nella distribuzione dei prodotti audiovisivi relativi agli eventi sportivi, il che sarebbe condivisibile e corrisponde all'emendamento approvato al Senato. Fatto è che il resto dell'articolo è rimasto così com'è uscito dalla Camera, per cui si mantiene il divieto dell'acquisto dei diritti relativi a piattaforme per le quali l'operatore non è in possesso delle relative autorizzazioni.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
NICOLA BONO. Nello stesso comma, quindi, nella stessa lettera d) del comma 3, abbiamo il principio e la negazione dello stesso principio, abbiamo nella prima parte l'affermazione di un orientamento condiviso e condivisibile - la pluralità - e dall'altra parte la negazione della pluralità.
Con l'emendamento che ho presentato - e concludo, signor Presidente; ma tenga conto che è l'ultimo emendamento, quindi non potrò più «allietare» parte della sua serata - cerchiamo almeno di introdurre un elemento di chiarezza all'interno di una norma pasticciata e pasticciona, che nasconde volontà diverse, che sono quelle di favorire un unico soggetto, un unico individuo, all'interno di un contesto che dovrebbe invece garantire pluralità e partecipazione a tutti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Mi sembra che le considerazioni di Bono siano assolutamente condivisibili, perciò intendo sottoscrivere anch'io l'emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 1.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 422
Astenuti 8
Maggioranza 212
Hanno votato sì 154
Hanno votato no 268).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 426
Astenuti 7
Maggioranza 214
Hanno votato sì 157
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Goisis 1.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 428
Astenuti 5
Maggioranza 215
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 433
Astenuti 5
Maggioranza 217
Hanno votato sì 156
Hanno votato no 277).
Passiamo all'emendamento Pescante 1.6.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MARIO PESCANTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, faccio riferimento all'emendamento proposto dai colleghi del gruppo di Alleanza Nazionale ed approvato dal Senato. Il principio in esso contenuto è condivisibile: il fatto che lo sport professionistico intervenga con i proventi dei diritti televisivi a sostenere anche altre discipline costituisce sicuramente un intento apprezzabile, il quale, peraltro, in altri Paesi - cito Francia e Gran Bretagna - fa parte del metodo con cui lo Stato finanzia le altre discipline sportive. Ma in Italia si pone un problema. Per finanziare le altre discipline sportive esiste già un contributo pubblico dello Stato al CONI di 450 milioni di euro annui e, in questo ambito, il CONI, applicando parametri specifici, decide e stabilisce quali sono i contributi per le singole federazioni.
Accettando il principio di dirottare in maniera, per così dire, scoordinata e poco organica fondi per finanziare attività di altre federazioni, si determina una doppia contraddizione.
In primo luogo, ci si sostituisce al CONI e si sovrappone agli interventi ordinari del CONI stesso, tale intervento straordinario. In secondo luogo, se il collega Bono mi passa il termine, si verrebbe a creare un meccanismo che sa tanto di «accattonaggio molesto», in base al quale un club calcistico dirotta parte dei suoi introiti per una disciplina sportiva cosiddetta minore, e magari si tratta di una disciplina olimpica che vince medaglie olimpiche e non merita di essere finanziata attraverso questo genere di escamotage.
Per questo motivo, se non altro, tenendo però presente che il principio di solidarietà è da me condiviso, proponevo di fare in modo che tali fondi fossero destinati a discipline diverse, ma nell'ambito dello stesso club. Il Real Madrid ha una squadra di calcio, una squadre di basket, una squadra di hockey e via dicendo, e molti club italiani calcistici hanno altre squadre.
Quindi, permanendo nell'ambito dello stesso club professionistico, il discorso potrebbe essere accettabile.
GIOVANNI LOLLI, Sottosegretario di Stato per le politiche giovanili e le attività sportive. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI LOLLI, Sottosegretario di Stato per le politiche giovanili e le attività sportive. Onorevoli colleghi, stiamo parlando del comma 3, lettera l) del disegno di legge, modificato al Senato da un emendamento del gruppo di Alleanza Nazionale, il quale ha avuto il pregio di chiarire meglio i criteri secondo i quali si debba ottenere e realizzare la distribuzione della mutualità e delle risorse.
In quell'emendamento, approvato al Senato, è stato anche risolto un problema sul quale ci eravamo tutti interrogati, e cioè la possibilità di contribuire da parte del calcio ad una attività di solidarietà verso altre discipline, e tale problema si era risolto attraverso l'offerta rivolta alla Lega di finanziare due progetti l'anno.
L'emendamento presentato dall'onorevole Pescante ed i suoi argomenti hanno, per così dire, il pregio di volerci mettere al riparo da un possibile equivoco che, naturalmente, non è assolutamente contenuto nello spirito né del disegno di legge né dell'emendamento presentato da Alleanza nazionale: quello, cioè, che si voglia, in qualche modo, «toccare l'autonomia», risolvendo la questione in un modo che, a nostro avviso, può essere accettato.
Per tale motivo, chiedo all'onorevole Pescante di ritirare l'emendamento in esame, trasfondendone il contenuto in un ordine del giorno.
MANUELA DI CENTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, voglio soltanto aggiungere poche parole a proposito dell'emendamento Pescante 1.6.
Si parla di sport e tutti noi pensiamo al calcio, ma parliamo, invece, di sport in modo da pensare alle piccole e piccolissime società ed agli altri sport.
PRESIDENTE. Onorevole Di Centa, la devo interrompere, perché lei è già intervenuta sul complesso degli emendamenti.
MANUELA DI CENTA. Volevo solo dire che, forse, anche quelli che praticano altri sport considerano un po' strano il modo in cui il calcio passa...
PRESIDENTE. Onorevole Di Centa, non possiamo «tecnicamente» ascoltarla.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, l'onorevole Pescante ha posto un problema reale ed ha parlato di questioni procedurali, per quanto riguarda il principio di mutualità dal calcio alle altre discipline sportive.
Vorrei far presente che piuttosto che tale modifica apportata nella lettura della legge delega da parte del Senato, sarebbe stata più opportuna, semmai, una mutualità all'interno della stessa disciplina calcistica, perché quando parliamo di calcio ci riferiamo solo al professionismo, a quello di serie A e B, ma non sappiamo, forse, che tale sport è costituito anche da una miriade di piccole società dilettantistiche o di serie C, che non ricevono un euro dal CONI o dalla legge sui diritti televisivi, se non per quanto riguarda la mutualità interna, che per la prima volta abbiamo introdotto nell'ambito del testo originario del disegno di legge in esame.
Pertanto, l'idea che il calcio debba sovvenzionare due progetti l'anno, ignorando di che genere, né da chi siano proposti, né per quali discipline, anziché aumentare la solidarietà all'interno del suo stesso ambito nei confronti delle società dilettantistiche, delle serie minori e amatoriali, è sbagliata. A mio avviso invece sarebbe stato più opportuno accentuare il principio della mutualità, perché - ripeto - il calcio non è costituito solo da società sportive professionistiche, ma da una miriade di società dilettantistiche che sono sovvenzionate da privati o da gruppi che ci rimettono di tasca propria.
MARIO PESCANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Pescante, per la verità lei ha già parlato.
MARIO PESCANTE. Signor Presidente, annuncio il ritiro dell'emendamento 1.6 di cui sono firmatario e ne trasfondo il contenuto in un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto del ritiro dell'emendamento Pescante 1.6 con riserva di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 416
Astenuti 3
Maggioranza 209
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 265).
Poiché il disegno di legge consta di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale.