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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, il Ministro della pubblica istruzione, il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro dei trasporti.
(Mobilità interna del personale dell'amministrazione giudiziaria - n. 3-01062)
PRESIDENTE. Il deputato Buemi ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01062, concernente la mobilità interna del personale dell'amministrazione giudiziaria (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, signor Ministro, da una recente indagine condotta dalle camere penali di Roma emerge che buona parte della disfunzione del nostro sistema giudiziario deriva da una non efficiente organizzazione del sistema stesso.
In particolare, le carenze di tipo organizzativo e amministrativo sono alla base dei notevolissimi ritardi che vengono prodotti.
Di fronte a questa situazione, rilevo e segnalo che da ben sei anni vi è il blocco della mobilità interna del personale del Ministero della giustizia, in particolare di quello destinato all'organizzazione giudiziaria, e che non è stato possibile procedere alla riqualificazione del personale perché i criteri adottati a suo tempo sono poi stati riconosciuti illegittimi.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ENRICO BUEMI. Pertanto, le chiedo cosa si intenda fare per risolvere tali problemi, con particolare riferimento al tribunale di Civitavecchia.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, in ordine alla vicenda del tribunale di Civitavecchia, debbo rilevare che all'epoca a cui si è fatto riferimento l'organico di cancelliere era di nove posti ed era interamente coperto. Il 1o settembre 2006 è stato pubblicato un interpello straordinario nel quale sono stati inclusi tutti i posti di cancelliere - posizione economica C1 - allora vacanti. Le due vacanze verificatesi successivamente, una a seguito del trasferimento di un dipendente e l'altra per la cessazione dal servizio di un funzionario, sono state, da questo punto di vista, coperte.
Non scendo nel dettaglio per quanto riguarda il tribunale di Civitavecchia, ma, poiché ella ha fatto riferimento alla difficoltà della riqualificazione del personale, evidenzio che, come ella sa, con un provvedimento del Governo, che riguarda il disegno di legge sull'ufficio del processo, sono state previste ben 2.800 unità di personale, che dovrebbero essere sostitutive e aggiuntive, determinando quella riqualificazione del personale cui ella ha fatto riferimento e per la quale il mio Ministero rimane fortemente ingessato al momento.
Auspico che le forze politiche e parlamentari - anche lei, che è autorevole esponente della Commissione giustizia - manifestino un impegno per supplire a questa carenza di organico, che al tempo stesso appare una forma di scarsa dinamicità dell'organizzazione del mondo della giustizia nelle pieghe e nella declinazionePag. 27del personale. Se le forze parlamentari, infatti, consentissero ad un esame del disegno di legge in Commissione in sede deliberante sia alla Camera sia al Senato, entro la fine del prossimo anno riusciremmo a coprire questi posti in organico.
Ogni volta che giro per l'Italia ne ho un riscontro; in questo caso, anche di natura parlamentare. Come ella sa, purtroppo la carenza, assai spesso più «ostinata», è più quella del personale amministrativo che non quella degli stessi magistrati.
Quindi, mi auguro - e il Governo è intervenuto in tal senso per quanto di sua competenza - di ottemperare a questa sua richiesta, ma anche io, come vede, «lubrifico» questo rapporto costruttivo tra Governo e Parlamento e chiedo anche a lei, e a quanti sono qui in aula, di impegnarsi perché al più presto si possa esaminare, finalmente, il disegno di legge che riqualifica il personale.
Concludo osservando che la riqualificazione del personale non è stata realizzata solo per il mio Ministero, mentre tutti gli altri Ministeri l'hanno compiuta, prima della sentenza della Corte costituzionale, con norme ad hoc del Ministro e del Ministero.
PRESIDENTE. La invito concludere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Questo, dopo le recenti sentenze della Corte costituzionale, non è più possibile e, quindi, occorre che il Parlamento approvi un disegno di legge. Se lei vorrà portare il suo contributo, le sarò grato.
PRESIDENTE. Il deputato Buemi ha facoltà di replicare.
ENRICO BUEMI. Signor Ministro, le posso dire che non appena lei avrà presentato il disegno di legge, si darà certamente quella risposta rapida e necessaria che lei richiede.
Pur dichiarandomi soddisfatto delle sue intenzioni, vorrei ricordare, però, che la crisi del nostro sistema giudiziario non passa principalmente attraverso le normative, che certamente devono essere adeguate - in particolare quelle riferite all'ordinamento giudiziario, e via dicendo -, ma attraverso l'inefficienza dell'organizzazione.
Si producono ritardi, sovrapposizioni e situazioni incomprensibili da parte dei cittadini, ma spesso anche da parte degli operatori della giustizia - avvocati, magistrati - perché manca il personale minimo per fare qualcosa che abbia senso.
Pertanto un'attenzione particolare e la capacità tempestiva del Ministero di fornire risposte con le risorse disponibili (spostamenti, riconoscimenti di qualificazione) sono elementi indispensabili. Se non viene fatto ciò, anche le risorse che abbiamo a disposizione vengono sottratte a un impegno serio quotidiano.
In tutta Italia, ovunque si vada - e lei, signor Ministro, sicuramente avrà incontrato presidenti di tribunale, capi di procure, dirigenti dell'organizzazione periferica della giustizia - la segnalazione è sempre la stessa, e cioè la carenza di personale, anche del livello più umile, meno qualificato, ma in particolare nell'ambito dei cancellieri e degli ufficiali giudiziari.
In questo senso, signor Ministro, la sollecito a presentare rapidamente il provvedimento e può essere certo che non mancherà il contributo del gruppo della Rosa nel Pugno, ma credo anche di tutte le forze presenti in questo Parlamento, che hanno a cuore una giustizia giusta e pertanto tempestiva.
(Iniziative per assicurare la piena autonomia della magistratura nello svolgimento delle sue funzioni - n. 3-01063)
PRESIDENTE. Il deputato Gambescia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01063, concernente iniziative per assicurare la piena autonomia della magistratura nello svolgimento delle sue funzioni (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
PAOLO GAMBESCIA. Signor Ministro, il Consiglio superiore della magistratura,Pag. 28all'unanimità - eventualità, come lei sa, rara a Palazzo dei Marescialli -, ha varato un documento che è preoccupante. È preoccupante per tre ordini di motivi: in primo luogo, perché si sostiene che vi è stata un'attività non deviata, ma istituzionale del SISMI nel controllo di magistrati, e non solo di magistrati; in secondo luogo, perché si afferma che a questa attività di controllo avrebbero partecipato altri magistrati (almeno in un caso dovrebbe essere stata accertata la situazione di un magistrato che contribuiva appunto, con le sue informazioni, a dare sostegno a tale «inchiesta parallela»).
PRESIDENTE. Deve concludere.
PAOLO GAMBESCIA. In terzo luogo, perché vi sarebbero problemi rispetto al risultato di tale condizionamento. Quali azioni può intraprendere il Ministero della giustizia? So che molto non può fare.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, il Ministro e il Ministero possono agire sempre nei limiti della correttezza istituzionale: in questo perimetro mi muovo e si muovono anche i miei uffici.
A lei, onorevole, devo però dire che non credo sia necessario sottolineare l'estrema delicatezza di questa vicenda, che manifesta tensioni tra istituzioni di tale importanza per lo Stato democratico, nel quale evidentemente la magistratura è uno degli elementi fondamentali e fondanti.
Quindi, da questo punto di vista, come ha già fatto una nota del Governo da poco diffusa dalla Presidenza del Consiglio, esprimo anch'io solidarietà, laddove vi fossero stati casi di «incursioni» anomale rispetto alla prassi corretta della vita e della civiltà democratica.
Devo però anche aggiungere che delicatezza impone, in questa sede, misure di strettissima aderenza agli elementi di fatto, agli elementi conosciuti.
Questi sono dunque i dati allo stato noti, sostenibili e ostensibili sulla base di quanto riferito dalla procura della Repubblica di Roma e, ancor prima, dalla procura della Repubblica di Milano al Consiglio superiore della magistratura.
Ho letto una dichiarazione di un magistrato di Milano che afferma che la politica è assente da questi fatti. Non è così: guardare e rendersi conto non significa né interferire né essere latitanti, perché si tratta di un problema che, a seguito di quanto avvenuto, deve riguardare l'attività investigativa non del Governo o della politica come tale, ma della magistratura, come ha chiesto anche - lei lo ha notato e ne ha fatto cenno - lo stesso CSM.
È accaduto che, in seguito a perquisizioni disposte dalla procura della Repubblica di Milano presso l'ufficio distaccato del Sismi di via Nazionale a Roma, sono stati rinvenuti documenti cartacei e informatici che indicano un'ingente attività di osservazione e monitoraggio della condotta pubblica di circa 250 magistrati italiani ed europei - se fosse così sarebbe davvero drammatico, devo dire, per la vita dello Stato, saremmo ad una sorta di soglia di pre-Catilinarie della vicenda della nostra Res publica - fra i quali dieci fra membri ed ex membri del CSM, ed il magistrato di collegamento, peraltro francese, nel pool italiano presso il Ministero della giustizia.
Sono stati rinvenuti altresì degli appunti ritenuti predisposti nella primavera-estate del 2001 secondo i quali il monitoraggio doveva essere finalizzato - cito testualmente quanto riportato dalla procura di Roma - ad attuare strategie di contrasto in danno dei predetti soggetti mediante azioni disarticolanti idonee ad inibirne l'attività antigovernativa. Sono stati altresì rinvenuti elenchi e dati personali di magistrati appartenenti a varie correnti dell'ANM inclusi in aree di sensibilità e di altri ancora classificati come «supporter e braccio armato». Successivamente le indagini sono state trasferite, per competenza, a Roma e sono ancora inPag. 29corso nel procedimento n. 56457 del 2006 per ipotesi di peculato e violazione di corrispondenza e della privacy.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Per una valutazione della illiceità penale di tale attività occorrerà naturalmente attendere l'esito dell'indagine. Allo stesso modo, occorrerà attendere la decisione della magistratura per stabilire se tali attività siano riconducibili ad iniziative personali singole o d'istituto e se esse siano state eventualmente supportate dalla collaborazione di magistrati, ciò che sarebbe in palese contraddizione con l'articolo 7 della legge del 24 ottobre del 1977, n. 801.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Valutazione questa che occorre consentire alla magistratura di maturare con la necessaria serenità, ancorché nei tempi più rapidi possibili.
Quanto alle iniziative normative, solo alla definitiva e completa conoscenza dei reali accadimenti si potrà eventualmente dare conto della necessità di specifici interventi. Infine, concludo signor Presidente, va segnalato che le asserite condotte sono oggetto di accertamento da parte della magistratura penale e dunque, per definizione, risultano già in astratto, laddove effettivamente commesse, previste da adeguate fattispecie normative e sanzionate.
PRESIDENTE. Il deputato Gambescia ha facoltà di replicare.
PAOLO GAMBESCIA. Signor Presidente, signor Ministro sono sostanzialmente soddisfatto perché il quadro che ha riferito contiene tutti gli elementi utili - peraltro in parte già conosciuti attraverso le note di stampa - per una valutazione. Si renderà conto, però, che il quadro che ha rappresentato è sconcertante, per usare un eufemismo. Stiamo parlando della possibilità reale - le indagini della magistratura vanno in questo senso - che non solo magistrati italiani, ma anche magistrati inquirenti di altri Paesi europei siano stati oggetto di un'indagine da parte di una istituzione e non da parte di gruppi deviati, fatto che già sarebbe gravissimo. Lei, signor Ministro, ha raffigurato un quadro molto preoccupante; è vero che le indagini della magistratura devono fare il proprio corso, ma ci sono iniziative che ritengo il Governo debba comunque prendere proprio perché, in attesa degli accertamenti della magistratura, nulla sfugga al controllo.
Siamo sicuri che non sta succedendo più niente? Che quella struttura deviata è stata messa nelle condizioni di non continuare la sua attività? Dirci se è stato fatto tutto il possibile ed anche più del possibile perché questo accada è una responsabilità del Governo, a prescindere da ciò che poi farà la magistratura, dagli accertamenti penali che la magistratura è tenuta a fare.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLO GAMBESCIA. Il quadro, dal punto di vista politico, soprattutto poiché riferito ad un periodo preciso e in quanto (secondo il documento del Consiglio superiore della magistratura ed i magistrati) l'attività era indirizzata ad un condizionamento politico non solo del singolo magistrato, pone un problema al Governo, che deve esser tenuto ben presente.
(Iniziative a tutela dei minori migranti e richiedenti asilo trattenuti alla frontiera marittima italiana - n. 3-01050)
PRESIDENTE. La deputata De Zulueta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01050, concernente iniziative a tutela dei minori migranti e richiedenti asilo trattenuti alla frontiera marittima italiana (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
TANA DE ZULUETA. Signor Presidente, la questione dei minori non accompagnatiPag. 30è grave e preoccupante e ne sono stata anche testimone nell'isola di Lampedusa, dove ho visto venticinque minori detenuti in condizioni di promiscuità insieme agli adulti. Tale regime è cambiato, però il problema rimane in gran parte ancora irrisolto e questa interrogazione sta a dimostrare, per i contenuti che presenta, che il sistema attuale è inadeguato.
Chiederei pertanto al Governo se può fornire, in qualche misura, indicazioni sul percorso che intende seguire per il superamento del sistema attuale.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Giuliano Amato, ha facoltà di rispondere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, ha ragione l'onorevole De Zulueta, quello dei minori è un problema serio, che a volte ci aggredisce all'improvviso e davanti al quale non siamo mai preparati, come dovremmo, ad evitare che possa generare disfunzioni che nei confronti dei minori presentano sempre una particolare gravità. Naturalmente, dobbiamo distinguere tra minori non accompagnati e quelli che arrivano insieme al nucleo familiare. Quando si è in presenza di minori non accompagnati, l'attenzione a toglierli dal contesto in cui sono tutti gli altri ed affidarli all'autorità giudiziaria, che poi provvede a destinarli ai servizi sociali degli enti locali, si esplica in una procedura sufficientemente consolidata.
È diverso il caso in cui i minori arrivano con i nuclei familiari, i quali possono essere veri o solo presunti, perché non dobbiamo dimenticare che in alcuni casi troviamo dei bambini che sono con degli adulti ma non sono i loro figli, o perché tali adulti li hanno presi con sé, e magari generosamente li tengono con sé, o perché, all'opposto, quegli adulti ne stanno facendo, e intendono farne, uno strumento di attività molteplici non tutte lecite, a partire dall'accattonaggio.
Quindi, la situazione più difficile per noi è quella dei minori che sembrano far parte di un nucleo familiare: quando arrivano a Lampedusa in braccio a qualcuno, rimangono in braccio a quel qualcuno, in qualunque luogo si trovi - e trovo ciò più che naturale - e poi, spesso, ritornano insieme a coloro che li hanno portati e se vengono espulsi i genitori - se tali sono - i minori li seguono.
Il problema più delicato è l'altro: giustamente il Vicepresidente Rutelli, giorni fa, ha sollevato la questione dei minori che noi troviamo dediti, non per loro colpa, all'accattonaggio. A chi dobbiamo restituire tali minori? Abbiamo la certezza che li stiamo restituendo ai genitori? Se non abbiamo questa certezza quali procedure, diverse, dobbiamo seguire?
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Si tratta di una domanda seria. C'è, inoltre, il tema dell'incertezza sull'età dei minori, quando abbiamo a che fare con giovani che hanno magari circa diciassette anni; tre giorni fa, ho firmato una direttiva indirizzata ai questori perché, in caso di dubbio, si proceda presumendo che si tratti di minori.
PRESIDENTE. La deputata De Zulueta ha facoltà di replicare.
TANA DE ZULUETA. Signor Presidente, ringrazio il Governo per l'attenzione al tema in esame, che è oggetto anche di altre iniziative legislative, tra cui la nuova legge delega sull'immigrazione e le linee guida sui minori non accompagnati richiedenti asilo. Rammento, però, che l'Esecutivo non ha risposto esaustivamente su due punti.
Il primo riguarda il monitoraggio estremamente lacunoso, e ne fa fede il fatto che tra i duemila giovani egiziani non accompagnati, segnalati alla frontiera l'anno scorso, a fine anno solo ottantatre risultavano conosciuti dall'amministrazione, infatti Amnesty International chiama queste persone «invisibili»: tale inefficace monitoraggio apre la possibilità di un grave pericolo di sfruttamento illegale.Pag. 31
L'altro punto riguarda la detenzione di famiglie con bambini e con minori, ed il fatto che anche quando sono richiedenti asilo, o semplicemente oggetto di una procedura d'identificazione, vengono collocati in una situazione di detenzione effettiva, cioè private della libertà, in strutture inidonee per i minori secondo gli standard stabiliti dalle convenzioni internazionali.
Spero pertanto che, anche sui due aspetti richiamati, il Governo possa dare un seguito alla segnalazione fatta con l'interrogazione in esame.
(Convenzione con le Poste italiane Spa per le pratiche di rinnovo dei permessi di soggiorno - n. 3-01051)
PRESIDENTE. Il deputato Sgobio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01051, concernente la convenzione con le Poste italiane Spa per le pratiche di rinnovo dei permessi di soggiorno (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4) per un minuto.
COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Onorevole Presidente, signor Ministro, come lei sa, nel 2005, con un decreto del Ministro Pisanu, fu di fatto varato un contratto con le Poste italiane Spa perché potessero procedere alle incombenze relative al rinnovo dei permessi di soggiorno dei lavoratori stranieri nel nostro Paese. Le cose non sono andate propriamente come si era pensato: il costo di ogni permesso è di 70 euro, che moltiplicato per più componenti del nucleo familiare diventa esoso per queste famiglie; i tempi di attesa sono notevolmente aumentati, circa due anni per ottenere un permesso e il servizio, di fatto, è peggiorato. Inoltre, nonostante sia stata stipulata una convenzione con enti di patronato per la traduzione degli atti, l'atto è solamente in italiano e non bilingue o trilingue come sarebbe stato opportuno.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Sgobio.
COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. I lavoratori non conoscono, tra l'altro, l'esistenza di tale convenzione e ciò aggrava la loro spesa di 50 euro.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Giuliano Amato, ha facoltà di rispondere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, devo dire all'onorevole Sgobio che al Ministero dell'interno non siamo felici di dover gestire questa convenzione. L'abbiamo trovata, abbiamo constatato che non eravamo in altra condizione se non di ottemperare, per svariate ragioni. Il nostro obiettivo, del resto esplicitato nel disegno di legge di riforma, è di arrivare ad un sistema Ministero dell'interno-enti locali, che partendo dal front office agli enti locali, poi trasferisca via via competenze su di loro.
Le Poste italiane Spa hanno impiegato tecnologia (sostenendo anche un investimento tecnologico) e hanno messo buona volontà: è un dato di fatto che il sistema, così com'è, è parecchio «zoppicante». Innanzitutto è molto costoso: 70 euro sono molti per un rinnovo, specie in un sistema come quello attuale che prevede rinnovi particolarmente frequenti.
Inoltre, è un sistema nel quale risulta insufficiente non tanto e non soltanto - anche se è vero - l'informazione, ma, se vuole, l'assistenza di cui ciascun interessato può disporre per formulare alla perfezione la sua domanda, giacché se non è formulata nel modo perfetto il computer la rigetta. Le tecnologie velocizzano ciò che è conforme alle loro esigenze, ma bloccano quanto vi contrasta.
Il risultato grave è che, in questo momento, davanti a 749 mila istanze di rinnovo, più di 272 mila sono bloccate, in quanto - in gergo - «anomale», cioè presentano qualche errore, anche solo una lettera errata nello scrivere il nome di una persona o di una strada, e sono state rifiutate. È necessario, attraverso il personale, trovare gli interessati, rivedere le domande, farle correggere.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
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GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Ora pensiamo di avere rimosso alcuni dei difetti più gravi, tant'è vero che ci colpiva il fatto che nell'ultima settimana fossero state esaurite oltre 11 mila pratiche. Questa era una novità, tanto era elevato il numero.
Non c'è comunque dubbio che ancor meglio sarebbe un sistema nel quale l'immigrato possa trovare persone attorno a sé alle quali sottoporre la domanda, prima di consegnarla allo sportello, facendo verificare che sia scritta correttamente. La consegna di una domanda corretta fa acquistare alla stessa una speditezza che, sperabilmente, ci libererà dai problemi di oggi, di cui posso solo scusarmi, qui in Parlamento, con coloro che ne pagano le conseguenze.
PRESIDENTE. Il deputato Sgobio ha facoltà di replicare.
COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Signor Presidente, non posso che dichiararmi soddisfatto dell'insoddisfazione espressa qui, pubblicamente, dal Ministro dell'interno circa il servizio! Fra l'altro, Ministro, non per caso ho citato alcune sue frasi nell'interrogazione che ho presentato, in cui lei parla di furto perpetrato ai danni degli immigrati.
Vorrei rivolgerle ancora un invito. Vorrei che il suo Ministero guardasse più attentamente all'interno della convenzione con le Poste italiane Spa e riscontrasse se, effettivamente, tutti i termini della stessa siano rispettati, se, cioè, vi è un riscontro tra ciò che è stato stipulato e il servizio che viene di fatto offerto agli immigrati. Questo sarebbe già un elemento per velocizzare ancora di più la pratica, per renderla più veloce e, quindi, per far aspettare meno le famiglie. Esse, in effetti, vivono in maniera molto grave tale periodo, perché non possono nemmeno trasferirsi all'estero, potendolo fare solo per recarsi nel loro Paese d'origine. È, quindi, una condizione che il nostro Paese non può riservare a chi viene a lavorare e anche a produrre ricchezza, non solo per se stessi, ma per tutto il Paese.
Per tale motivo, signor Ministro la ringrazio della risposta. Spero che la fine di questa sperimentazione possa essere fatta in tempi più brevi rispetto alla scadenza naturale ma, nello stesso tempo, la invito a guardare più attentamente...
PRESIDENTE. Deve concludere.
COSIMO GIUSEPPE SGOBIO... se la convenzione venga effettivamente rispettata, per alleviare le condizioni di vita di migliaia di lavoratori.
(Aggressione verificatasi al termine di un concerto nel parco di Villa Ada a Roma - n. 3-01052)
PRESIDENTE. La deputata Perugia ha facoltà di illustrare l'interrogazione n. 3-01052, concernente l'aggressione verificatasi al termine di un concerto nel parco di villa Ada a Roma (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5), di cui è cofirmataria.
MARIA CRISTINA PERUGIA. Signor Presidente, vorrei chiedere al Ministro dell'interno, e vorrei che ne fosse informato tutto il Parlamento, se e a quali conclusioni siano giunte le indagini in merito ai gravissimi fatti accaduti a villa Ada lo scorso 28 giugno, cioè ormai ben otto giorni fa.
Al momento, infatti, gli unici fermati risulterebbero quattro spettatori del concerto che fuggivano nel tentativo di mettersi in salvo dalla violenza dell'aggressione portata avanti, all'insegna di slogan e di inni fascisti, da persone armate di tutto punto, a volto coperto ed in assetto squadrista. Degli autori di una siffatta azione punitiva, con chiara volontà di uccidere, sembra non esservi alcuna traccia.
Vorrei, altresì, che venisse chiarito il motivo per il quale le forze dell'ordine, tempestivamente chiamate degli organizzatori e con la caserma del battaglione Lazio a pochi metri dal luogo dell'aggressione...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARIA CRISTINA PERUGIA... siano intervenute - concludo - in ritardo e male equipaggiate, così da non riuscire ad esercitare un contrasto adeguato alla gravità degli atti in corso.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Giuliano Amato, ha facoltà di rispondere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, se la collega mi permette un margine di riservatezza, che è doveroso, posso assicurarle che le indagini in corso stanno procedendo con efficacia ed è possibile che arrivino a dei risultati adeguati. Mi fermerei su questo punto perché, fra l'altro, trattandosi di indagini di polizia giudiziaria, io stesso dispongo di informazioni limitate. So, tuttavia, che le indagini stanno procedendo, che non sono ferme né si sono arenate.
Sul modo in cui si è svolta la vicenda è possibile che vi siano versioni diverse. Il modo in cui la sentivo narrare non coincide esattamente con ciò che è stato sottoposto alla mia attenzione dagli uffici.
In particolare, su due punti devo sottolineare quanto a me è stato riferito. Il primo è che, effettuata la chiamata, sono arrivate due volanti. L'organizzazione delle forze dell'ordine è questa e il fatto che vi sia una caserma a cinquanta metri non significa che gli uomini escano da questa organizzati per un intervento di tale genere. Esiste un'organizzazione logistica, che prevede l'arrivo delle volanti.
Sono arrivate due volanti. Chi conosce Villa Ada sa perfettamente che non si può entrare in macchina da qualunque angolo. In particolare, tra l'ingresso e il luogo in cui si stava svolgendo il concerto e dal quale defluivano gli spettatori dopo gli incidenti, vi è un percorso che non può essere effettuato in automobile. I carabinieri delle due volanti, quindi, si sono avviati lungo tale percorso a piedi e sono stati accolti a sassate da alcuni spettatori che stavano uscendo. Si tratta di persone che, per questo motivo, sono state denunciate. In ragione di ciò, vi sono un carabiniere al quale sono stati diagnosticati cinque giorni di prognosi e due vetture danneggiate. Si presume che ciò non sia stata opera di coloro i quali hanno aggredito quel giovane, bensì di altri che stavano assistendo allo spettacolo.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. In ragione di ciò, i carabinieri si sono fermati ed hanno atteso l'arrivo di altri che li rinforzassero allo scopo di fronteggiare tale inattesa ostilità. Fatto ciò, l'operazione è proseguita.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Pertanto, da una parte vi sono alcune persone denunciate per l'aggressione ai carabinieri, dall'altra vi sono le indagini in corso, che ritengo possano essere proficue nei confronti di chi ha commesso il gravissimo pestaggio del quale tutti siamo stati resi consapevoli.
PRESIDENTE. La deputata Perugia ha facoltà di replicare.
MARIA CRISTINA PERUGIA. Signor Presidente, ovviamente non pensavo che il Ministro dell'interno mi fornisse la risposta delle indagini. Sono contenta di sapere che queste ultime sono in corso e sul resto, evidentemente, possediamo versioni diverse.
Tuttavia, vorrei soffermarmi sulla circostanza che già in tre occasioni si erano registrate, nell'arco di dieci giorni, dall'inizio della festa, atti di vandalismo regolarmente denunciati dagli organizzatori e che, anche a Roma, nell'ultimo anno si sono svolte ottanta aggressioni di stampo neofascista.
Pertanto, è d'uopo una maggiore attenzione e prontezza nella risposta a tali fenomeni. Per questo motivo vorrei far presente che occorrerà fare qualcosa senza sottovalutare un fenomeno, che a mio avviso non si può più definire episodico e che rivela la natura razzista, sessista,Pag. 34xenofoba e intollerante di alcune formazioni dell'estrema destra. Ritengo sia giunto il momento che le istituzioni locali e nazionali assumono qualche concreta iniziativa - come ha detto lo stesso Ministro in relazione ad un'indagine in corso - mettendo in campo opere di investigazione serie e complete per individuare i responsabili e i mandanti di tali episodi e per restituire alla città ed ai suoi abitanti quella storia di democrazia, solidarietà ed accoglienza, che li hanno sempre contraddistinti e che, significativamente, erano nel nome stesso della manifestazione colpita.
Per questo motivo, per dire che Roma città aperta rifiuta i fascisti, sabato prossimo si svolgerà una grande manifestazione indetta da associazioni, sindacati, reti, comitati, centri sociali e dalle forze politiche che attraverserà il quartiere.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARIA CRISTINA PERUGIA. Concludo, essendo a conoscenza e congratulandomi per il fatto che in queste ore è stato raggiunto un accordo sul percorso. Inoltre vorrei far presente che questa è la risposta della società. Spero che quella delle istituzioni sia all'altezza.
(Orientamenti del Governo in materia di immigrazione, anche in relazione alle recenti dichiarazioni del capo della polizia. - n. 3-01053)
PRESIDENTE. Il deputato Pini ha facoltà di illustrare la interrogazione Maroni n. 3-01053 concernente orientamenti del Governo in materia di immigrazione, anche in relazione alle recenti dichiarazioni del capo della polizia, (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), di cui è cofirmatario.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, signor Ministro, pochi giorni fa, nel corso di un'audizione tenutasi al Senato, il nuovo capo della Polizia, dottor Manganelli - al quale rivolgo un augurio di buon lavoro da parte dell'intero gruppo della Lega Nord Padania, perché con questo Governo ha davvero bisogno di tale augurio - ha lanciato un allarme molto chiaro, affermando che, in sostanza, la Lega ha sempre avuto ragione quando si recava in piazza per affermare che vi è un collegamento strettissimo tra la presenza di immigrati, clandestini e non, l'escalation di reati la mancanza di sicurezza, che il paese in qualche modo sta percependo in maniera molto diffusa, con una concentrazione elevatissima al nord, che arriva fino al 60 per cento.
PRESIDENTE. Deputato Pini, concluda.
GIANLUCA PINI. Concludo, Presidente. Visto che avete presentato un disegno di legge, che porta anche il suo nome, signor Ministro (mi riferisco al disegno di legge Amato-Ferrero) e che va in una direzione completamente opposta perché apre le porte in maniera indiscriminata all'immigrazione, ci chiediamo se avete intenzione di seguire in qualche modo le indicazioni del capo della Polizia o se invece avete intenzione di....
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIANLUCA PINI. ...combinare un ennesimo pasticcio istituzionale e di devastare la nostra società.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Giuliano Amato, ha facoltà di rispondere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Il capo della Polizia nella sua audizione al Senato ha in realtà riproposto dati che io per primo avevo fornito il 18 giugno nel presentare il rapporto sulla sicurezza per l'anno 2007 agli uffici di presidenza delle Commissioni I di Camera e Senato ed alla stampa. Io stesso avevo sottolineato (al punto che qualche Capo di Governo di Paesi non italiani ha reagito abbastanza risentito) che vi era una maggioranza di autori non italiani di reati predatori su media nazionale, in particolare nel nord e che, tuttavia, occorreva distinguere nettamente tra immigrati irregolariPag. 35e immigrati regolari. Infatti, la media della criminalità degli immigrati regolari corrispondeva esattamente a quella della criminalità nazionale rapportata alla percentuale di immigrati regolari. Tutto ciò, come lei giustamente ha detto, sottolinea che esiste un rapporto tra l'essere irregolare e l'essere legato, a volte anche forzosamente, alla criminalità.
Per questo è importante che valutiamo le nostre leggi in ragione degli incentivi e dei disincentivi che offrono alla immigrazione irregolare.
Da questo punto di vista se in Parlamento riusciremo a discutere sulla base dei dati di fatto e non dei pregiudizi dovremo arrivare tutti a concludere che, non per sua intenzione (al contrario non era questa la sua intenzione), la legge Bossi-Fini ha finito per favorire l'immigrazione irregolare - ripeto, contro la sua intenzione - adottando per tutti gli immigrati, compresi i non qualificati e i collaboratori familiari, il congegno del contratto di soggiorno prefirmato all'uscita dal Paese di origine. Siccome ciò non era possibile, collega, non era possibile ...
PRESIDENTE. Signor Ministro, concluda.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. ...per le badanti ed i non qualificati, migliaia di persone sono entrate in Italia per farsi fare il contratto e sono cadute nelle mani della criminalità organizzata allo scopo di fare il viaggio e spesso hanno continuato ad essere gestite da quest'ultima.
Mi auguro che sapremo tutti partire da questa premessa, il resto sono purtroppo chiacchiere spesso solo ideologiche.
PRESIDENTE. Il deputato Pini ha facoltà di replicare.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente non ci possiamo ritenere soddisfatti della risposta; si tratta anzi di una risposta per certi versi allucinante. Lei sta, infatti, cercando di venderci l'utopia, la «favolina», che nel momento in cui gli immigrati clandestini, che sono venuti in questo Paese clandestinamente, nonostante ci fosse una legge che con un lavoro gli permetteva di entrare regolarmente, sono venuti qui per delinquere... Ministro, deve ascoltarmi! Lei afferma che nel momento in cui a chi spaccia, a chi delinque, a chi sfrutta la prostituzione viene data la possibilità di regolarizzarsi, si redime in qualche modo!
È una favola quella che sta raccontando al Paese! Il problema è un altro: voi non prestate nessun tipo di attenzione ai problemi reali del Paese. Il nord vi ha mandato un segnale chiarissimo con le elezioni: non ne possiamo più!
Vogliamo delle risposte! Il Nord vi vorrebbe logicamente vedere a casa, perché avete fallito in maniera veramente misera! Fallire sul piano economico, però, è un discorso: noi abbiamo i tecnici per risanare i buchi che state creando nel bilancio dello Stato. Ciò che non si può assolutamente più sanare è la distruzione della società, che state cercando di attuare solo ed esclusivamente per mere questioni elettorali, per creare una massa critica di voti, «carne da cabina elettorale»: questo state facendo! State cercando di vendere ai cittadini il fatto che basta regolarizzare dei clandestini per far sparire la criminalità.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIANLUCA PINI. Manganelli non le ha chiesto di regolarizzare i clandestini.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Neanch'io!
GIANLUCA PINI. Manganelli le ha chiesto più risorse, che invece non state dando alle forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).
(Interventi in relazione al filmato blasfemo realizzato da alcuni studenti dell'istituto per geometri di Rovigo - n. 3-01057)
PRESIDENTE. La deputata Aprea ha facoltà di illustrare l'interrogazione LeonePag. 36n. 3-01057 concernente interventi in relazione al filmato blasfemo realizzato da alcuni studenti dell'istituto per geometri di Rovigo (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmataria.
VALENTINA APREA. Signor Presidente, Ministro Fioroni, Magdi Allam, alla manifestazione di Roma «Salviamo i cristiani», ha detto tra l'altro: «L'Europa, nel momento in cui viola i propri valori e rinnega la propria identità, cessa di essere un modello credibile di civiltà non solo per gli altri, ma soprattutto per se stessa». Ecco perché l'offesa al crocifisso da parte degli studenti di Rovigo non può essere considerata uno dei tanti, pur sconcertanti, atti di bullismo: è un atto ancora più grave, perché denota che questi studenti, dopo dodici anni di scuola, non riconoscono valori universali, non rispettano la nostra storia e non si sentono impegnati a custodirla e a proteggerla.
Per questo, Ministro, le chiediamo quali azioni, d'intesa con la scuola e la famiglia, lei intenda intraprendere per infliggere loro una punizione esemplare di fronte al Paese.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, i gravi episodi di danneggiamento ai locali e agli arredi scolastici e di oltraggio ai simboli della religione cattolica risalgono al mese di aprile di quest'anno. Gli stessi sono stati scoperti dal comando dei carabinieri di Rovigo, che aveva sequestrato telefoni cellulari e computer personali di tre diciottenni rodigini nel corso di un'indagine già aperta a loro carico per fatti di danneggiamento e violenza privata avvenuti fuori dall'istituzione scolastica.
I filmati in possesso dei carabinieri sono stati resi noti dall'Arma nella giornata del 3 luglio ultimo scorso, in concomitanza con la chiusura delle indagini e l'invio degli atti alla procura della Repubblica per la formulazione di nuovi capi di imputazione. Tali filmati non risultano essere stati diffusi nella rete Internet da parte dei loro autori.
Appresa la notizia dalla stampa nella giornata del 4 luglio, il direttore scolastico regionale, d'intesa con il sottoscritto, ha assunto le seguenti iniziative: ha acquisito le prime sommarie informazioni della scuola, che è stata identificata nell'Istituto tecnico statale per geometri «Amos Bernini» di Rovigo; ha disposto un immediato accertamento ispettivo, che sarà condotto da due dirigenti tecnici della direzione generale del Veneto; ha promosso e tenuto ieri, insieme al sindaco di Rovigo e al dirigente dell'ufficio scolastico provinciale di Rovigo e al dirigente scolastico regionale, una conferenza stampa nella quale è stata resa la corretta informazione sui fatti e sulle iniziative intraprese.
L'iniziativa congiunta ha voluto evidenziare, da parte della comunità locale e dei responsabili delle autonomie scolastiche, la profonda offesa recata alla città, unitamente alla scuola polesana, al Veneto e al comune senso della popolazione.
L'accertamento ispettivo in modo particolare dovrà verificare le circostanze di svolgimento dei fatti, gli studenti e l'eventuale personale scolastico coinvolti, le modalità di organizzazione e di concreto esercizio della vigilanza sugli alunni posta in essere dalla scuola, soprattutto alla luce della normativa di riferimento emanata dal Ministero e anche dalla direzione scolastica regionale il 2 novembre 2005, nonché il comportamento dei vertici scolastici, che dai primi sommari elementi di conoscenza acquisiti non è apparso adeguato alla gravità dei fatti.
Risulta, infatti, che il comando dei carabinieri avesse già fatto visionare un mese e mezzo fa i filmati in questione al vicepreside. Da essi emergevano in modo inequivocabile gli atti di vandalismo e la frantumazione del crocifisso. L'ufficio scolastico regionale fornirà alla scuola tutto il necessario supporto affinché vengano adottati nei confronti degli studenti coinvolti esemplari provvedimenti disciplinariPag. 37e avviati processi disciplinari anche contro l'eventuale personale della scuola coinvolto.
Ritengo che, di fronte a quanto è accaduto nella scuola di Rovigo con l'oltraggio al crocifisso, nessuno possa ritenersi assolto.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. La scuola, nella quale è stata avviata un'ispezione, punirà i colpevoli; resta però la responsabilità degli adulti, della famiglia e della scuola, poiché questa grave mancanza di rispetto nei riguardi degli altri, del debole e, in questo caso, dei simboli della religione è espressione di un profondo disagio, per il quale la scuola, la famiglia e le centrali educative del paese debbono dare una risposta corale, rivolta all'essere e non - come spesso facciamo con superficialità - all'avere.
PRESIDENTE. La deputata Aprea ha facoltà di replicare.
VALENTINA APREA. Signor Presidente, mi dichiaro insoddisfatta della risposta del Ministro, soprattutto sul piano politico. Lei ha finora investito tempo e risorse in provvedimenti estemporanei e demagogici - quali le circolari - per sconfiggere il bullismo, rinunciando a prendere posizione su provvedimenti di sistema che erano stati approvati nel corso della passata legislatura, quali il docente tutor, l'orientamento continuo per il diritto-dovere e il voto di condotta, che avrebbero costituito una significativa risposta all'emergenza educativa che si è drammaticamente manifestata durante questo anno scolastico.
La soprattutto accusiamo di aver cancellato dal sito del Ministero e da ogni traccia istituzionale il profilo educativo, culturale e professionale, approvato dal Parlamento nella scorsa legislatura, che imponeva fra l'altro a tutti gli studenti a 18 anni di riconoscere le radici classiche ed ebraico-cristiane della nostra civiltà e di impegnarsi per concretizzarne i valori.
Se, invece di affrontare il problema del vuoto educativo attraverso circolari e commissioni, avesse concentrato la sua attenzione su queste espressioni, anche lei avrebbe fornito un esempio di cittadinanza costituzionale, dimostrando che i valori fondanti della nostra civiltà e della nostra scuola non sono né di destra né di sinistra: quando ci scontriamo su questi aspetti, diamo un cattivo esempio anche ai nostri studenti.
Spero che la scuola rifletta su quanto è accaduto e si impegni a rivedere davvero le nostre origini. Auguri, Ministro [(Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]!
(Punteggio riconosciuto al servizio di insegnamento svolto in scuole di montagna - n. 3-01054)
PRESIDENTE. Il deputato Raiti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01054, concernente il punteggio riconosciuto al servizio di insegnamento svolto in scuole di montagna (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
SALVATORE RAITI. Signor Presidente, attraverso l'interrogazione da me presentata sottopongo all'attenzione dell'onorevole Ministro la problematica relativa agli insegnanti precari, che hanno svolto la propria attività in scuole di montagna negli scorsi anni.
A seguito della legge finanziaria da noi approvata si è stabilito che, a decorrere da questo anno scolastico, il doppio punteggio non valga più; inoltre, vi è stato un decreto dirigenziale del suo Ministero che ha eliminato il doppio punteggio anche per gli anni pregressi. Ritengo che si tratti di un errore, poiché occorre garantire la certezza del diritto; fra l'altro, vi è un'ordinanza del TAR del Lazio del 27 giugno che annulla tale decreto.
Giudico opportuno garantire certezza a quegli insegnanti precari che hanno immaginato di svolgere un percorso di vitaPag. 38disagiato per entrare rapidamente nelle graduatorie permanenti, quindi di essere stabilizzati: dobbiamo consentire che ciò accada.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, la legge n. 143 del 2004 ha previsto l'attribuzione di un doppio punteggio all'insegnamento prestato nelle scuole di ogni ordine e grado situate nei comuni di montagna. In precedenza, la legge n. 90 del 1957 prevedeva tale speciale valutazione esclusivamente per il servizio prestato nelle scuole elementari di montagna pluriclasse.
La successiva legge n. 186 del 2004 chiariva che il punteggio doppio veniva attribuito esclusivamente al servizio prestato nelle sedi situate al di sopra dei 600 metri e non in quello prestato in sedi diverse della stessa scuola: ciò a partire dall'anno scolastico 2003-2004. L'applicazione di tale normativa ha creato numerosi problemi e un nutrito contenzioso; il Governo, ritenendola ingiusta, è intervenuto in sede di legge finanziaria per il 2007: la normativa stessa è stata abrogata con effetto dal 1o settembre 2007.
Successivamente, in data 26 gennaio 2007, la Corte costituzionale, con la sentenza n. 11, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale delle disposizioni della legge n. 143 del 2007, limitando il beneficio del doppio punteggio esclusivamente ai servizi prestati nelle scuole primarie pluriclassi di montagna, come previsto originariamente dalla legge del 1957. Ai fini dell'applicazione della citata sentenza è stata consultata l'Avvocatura generale dello Stato, sono state effettuate tutte le più appropriate verifiche e si è proceduto ai necessari adempimenti amministrativi.
In particolare, in occasione delle recenti operazioni di aggiornamento per il biennio scolastico 2007-2008 e 2008-2009 delle graduatorie trasformate dalla legge finanziaria in graduatorie ad esaurimento, sono stati decurtati i precedenti punteggi derivati dal servizio prestato in scuole di montagna, dando tuttavia la possibilità a coloro che avessero prestato tale servizio in pluriclassi di scuole primarie di montagna nel quadriennio 2003-2007, secondo quanto previsto dalla sentenza della Corte costituzionale, di ottenere il ripristino del punteggio raddoppiato.
Sono stati fatti salvi, inoltre, i diritti acquisiti da coloro che, nei pregressi anni scolastici, anche in virtù del punteggio conseguito in misura doppia, avevano ottenuto la nomina in ruolo.
Per consolidata giurisprudenza, le pronunce di accoglimento della Corte costituzionale hanno effetto retroattivo, inficiando, fin dall'origine, la validità e l'efficacia della norma dichiarata contraria alla Costituzione, salvo il limite delle situazioni giuridiche consolidate.
A decorrere dal primo 1o settembre 2007 non sarà più prevista la doppia valutazione per effetto della legge finanziaria.
Quanto al contenzioso concernente l'integrazione e l'aggiornamento delle graduatorie del personale docente ed alcune ordinanze di accoglimento delle domande cautelari proposte in primo grado, faccio presente che, con ordinanza del 3 luglio 2007, il Consiglio di Stato ha respinto l'istanza cautelare proposta in primo grado e ha accolto l'appello proposto dal Ministero, considerato che la sentenza della Corte costituzionale n. 11 del 2007 ha superato quanto disposto dalla legge n. 296 del 2006 e che, con riguardo alle graduatorie di cui trattasi, non si è in presenza di rapporti esauriti o definiti.
Pertanto, ritengo che, con l'avvio della messa in ruolo dei precari, mediante il primo contingente di 60 mila e il successivo previsto dalla legge finanziaria, si potranno avere risposte. In ogni caso, è fatta salva ogni altra iniziativa parlamentare che possa intervenire su questi fatti, senza andare contro la sentenza della Corte costituzionale.
PRESIDENTE. Il deputato Raiti ha facoltà di replicare.
Pag. 39
SALVATORE RAITI. Onorevole Ministro, non posso non dichiararmi insoddisfatto, perché ritengo che, nonostante la buona volontà del Governo e del suo dicastero, l'articolo 136 della Costituzione recita espressamente che «quando la Corte dichiara l'illegittimità costituzionale di una legge o di un atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione».
Quindi, se è vero, come è vero, che vi è una diversa interpretazione della Corte costituzionale che risale al gennaio di quest'anno, essa deve essere applicata, per quanto mi riguarda - tra l'altro, sono un avvocato - successivamente, come prevedeva la legge finanziaria, considerato che essa non valutava il doppio punteggio a partire dal 1o settembre di quest'anno.
Oggi, comunque, al di là delle sentenze del TAR e del contenzioso che lei giustamente ha evidenziato, credo vi sia la necessità di garantire un'equità rispetto a quei soggetti (10-15 mila docenti precari) che, in giro per l'Italia, hanno sopportato tali sacrifici nel corso di questi anni.
Tra l'altro, come Governo stiamo portando avanti una politica in tal senso - e ne do atto a lei e al suo dicastero - a seguito della legge finanziaria, che prevede l'assunzione di 150 mila docenti precari nei prossimi tre anni (so che è in fase di preparazione un decreto che prevede l'assunzione di 50 mila docenti e di 10 mila soggetti del personale ATA già a partire dal prossimo 1o settembre). Quindi, stiamo dando un forte input alla scuola, che riteniamo essere un elemento fondamentale della nostra società, nella misura in cui prepara i giovani e le classi dirigenti del futuro.
Dobbiamo dare dignità a questi docenti che, nel corso di questi anni, si sono impegnati con molta determinazione.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
SALVATORE RAITI. Invito, pertanto, il Governo - nello stesso tempo, segnalo la disponibilità mia personale e del gruppo Italia dei Valori in tal senso - ad affrontare in maniera adeguata, anche a livello parlamentare, tale questione, per fare in modo di assumere le persone che stiamo già assumendo, dando anche tranquillità a coloro che confidavano nell'applicazione della legge e che non sarebbe giusto, oggi, lasciare di «sasso» e alle prese con problemi che si rifletteranno sui loro progetti di vita per i prossimi anni.
(Iniziative promosse dal Ministero della pubblica istruzione per il bicentenario della nascita di Garibaldi - n. 3-01055)
PRESIDENTE. Il deputato Reina ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliva n. 3-01055 concernente iniziative promosse dal Ministero della pubblica istruzione per il bicentenario della nascita di Garibaldi (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9), di cui è cofirmatario.
GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Presidente, signor Ministro, questi ultimi giorni, ieri in modo particolare, sono stati caratterizzati dalla grande attenzione che nel Paese è stata rivolta alla celebrazione della ricorrenza del bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi.
Questo evento, tra tutte le altre iniziative, ne ha vista anche una specifica organizzata dal Ministero della pubblica istruzione, che ha bandito un concorso nazionale per approfondire la conoscenza della figura e dell'opera di Giuseppe Garibaldi, grande ispiratore dell'unità d'Italia e della sua democrazia.
Ci chiediamo in quale misura le iniziative promosse dal Ministero dell'istruzione abbiano concorso al costo globale delle manifestazioni per Giuseppe Garibaldi, anche alla luce delle ombre che hanno caratterizzato l'azione di quest'uomo, e siamo spinti ad interrogarci sui costi che l'unità d'Italia...
PRESIDENTE. La prego di concludere, deputato Reina.
GIUSEPPE MARIA REINA. ... ha dovuto subire e sopportare per quanto attienePag. 40alla vita e allo sviluppo del Meridione. Vorremmo che il Ministero della pubblica istruzione ci spiegasse in che modo ha concorso a tali spese.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, da anni il Ministero della pubblica istruzione organizza iniziative, seminari tematici e concorsi rivolti alle istituzioni scolastiche su personaggi del nostro passato e su figure esemplari, al fine di stimolare negli studenti la conoscenza e l'approfondimento dei periodi storici proposti nel loro percorso di studio, per consentirne una loro libera interpretazione e per svilupparne la conoscenza oggettiva ed il senso critico.
In tale contesto si inseriscono le iniziative del bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi. Con circolare ministeriale del 10 gennaio 2007, il Ministero ha bandito il concorso nazionale Giuseppe Garibaldi, rivolto a tutti gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado.
Sono pervenuti centinaia di elaborati di tipo artistico, letterario e multimediale, a dimostrazione dell'interesse che questo personaggio e le sue gesta hanno destato nel personale docente e negli allievi delle nostre scuole.
Le scuole premiate parteciperanno con una delegazione alla «crociera dei mille», che avrà luogo nella seconda settimana del prossimo ottobre, con partenza da Quarto e arrivo a Caprera. Elemento significativo sarà la partecipazione al viaggio - questo solo finanziato dal Ministero - di circa 100 studenti provenienti dall'America latina, come richiesto più volte dalla nostra rappresentanza degli italiani all'estero, che ne sottolineano l'importanza per la formazione di uno spirito di integrazione tra i giovani dei diversi Paesi, ma che riconoscono una comune appartenenza a vicende storiche legate alla figura di Giuseppe Garibaldi.
Evidenzio come sia di primaria importanza per il Ministero favorire opportunità di conoscenza approfondita della storia, affinché gli studenti possano svilupparne un senso critico ed elaborare opinioni personali in merito agli eventi. A tale proposito si sta pensando di elaborare degli strumenti didattici innovativi che possano fornire ulteriori occasioni di approfondimento e di conoscenza della storia complessiva del nostro Paese, rivolti sia ai docenti, sia agli studenti delle nostre scuole. La storia si conosce, non si può riscrivere.
PRESIDENTE. Il deputato Reina ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Ministro, proprio perché conosciamo la storia, giudico stupefacente e grave la risposta che ella ha dato in questo Parlamento.
Stiamo parlando di un uomo che ha concorso, nel sud dell'Italia, a rapine e infamie di ogni genere. Io vengo da Catania: a Bronte, gli uomini di Bixio impiccarono tanta gente e tanto popolo, quel popolo a cui si ispirano, molto spesso, la cultura e l'ideologia della sinistra. Lo fecero in modo barbaro e con processi sommari, esattamente come erano abituati a fare i garibaldini.
Voi continuate, in questa Italia di finzioni e di inganni, a sostenere la tesi di un'epopea garibaldina, che assomiglia a quella del settimo cavalleggeri degli Stati Uniti, che ha mascherato l'assassinio brutale e la violenza estrema condotta sulle popolazioni indigene del Nordamerica, costruendo un'immagine degli Stati Uniti che non ha mai corrisposto alla realtà. Anche questo si fa nella nostra Italia di oggi e noi del sud respingiamo al mittente ciò che voi volete fare: questa crociera dissacrante della storia, del dolore e dei lutti che sono stati provocati al popolo siciliano e meridionale. Smettiamola con questo inganno e raccontiamo ai giovani la verità su tali vicende! Questo è ciò che dovrebbe fare il Ministero della pubblica istruzione.
Porto sul bavero sinistro della mia giacca la coccarda dell'Italia - l'Italia è la Patria per cui noi...
PRESIDENTE. Onorevole Reina, deve concludere.
GIUSEPPE MARIA REINA....abbiamo combattuto, lottato e sofferto - listata a lutto perché di lutto per noi si tratta nel momento in cui vengono ricordate la figura di quest'uomo...
PRESIDENTE. Grazie onorevole, deve concludere.
GIUSEPPE MARIA REINA.... e soprattutto le azioni nefaste e indegne che ha condotto. Da lui è iniziata la divisione del nostro Paese! L'Italia è in due (Il deputato Reina mostra una cartina geografica)...
PRESIDENTE. Grazie onorevole, deve concludere, e non deve esporre alcunché.
GIUSEPPE MARIA REINA. La questione meridionale è targata Giuseppe Garibaldi, sappiatelo!
PRESIDENTE. Onorevole Reina, la richiamo all'ordine.
GIUSEPPE MARIA REINA. Sappiatelo, anziché indulgere in manifestazioni (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia e Lega Nord Padania)!
(Trattamento economico e previdenziale riservato ai docenti transitati al comparto INPS - n. 3-01056)
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01056, concernente il trattamento economico e previdenziale riservato ai docenti transitati al comparto INPS (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente noi socialisti siamo con Garibaldi, ma siamo anche con i lavoratori, e per tale motivo abbiamo presentato l'interrogazione in esame. Si tratta di un migliaio di docenti, dipendenti del Ministero della pubblica istruzione, che hanno aderito volontariamente al progetto di mobilità tra comparti, sottoscritto nel 1998, transitando nel comparto INPS, nella settima qualifica funzionale.
Come descritto esaurientemente nell'interrogazione, tali dipendenti hanno sottoscritto un contratto ad hoc con l'INPS, hanno conservato l'anzianità maturata e il trattamento economico in godimento, se più favorevole, e conseguito l'attribuzione dei trattamenti accessori previsti per il personale INPS. Tuttavia il trattamento economico erogato dall'INPS non si è allineato a tali criteri; anzi, il principio della mobilità, con la salvaguardia e tutela del lavoratore, per far fronte alla crisi economica ed occupazionale nonché...
PRESIDENTE. Onorevole Barani, deve concludere.
LUCIO BARANI....ai ritmi dell'economia globale, è venuto a mancare. Chiedo dunque al Ministro quali misure intenda adottare per far sì che i problemi relativi al turn over dei docenti, in generale nonché nel caso particolare, siano risolti.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, non posso nascondere qualche difficoltà nel mettere insieme il lutto per Garibaldi nella cerimonia di ieri, il fiore rosso e l'apprezzamento dell'onorevole Barani per la sua figura e le esibizioni viste poco fa, che dimostrano un certo variegato polimorfismo culturale della coalizione di centrodestra.
CARMELO LO MONTE. Esibizione è comunque anche la sua, Ministro!
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Riguardo al personale docente in esubero transitato nei ruoli dell'INPS ai sensi del contratto collettivoPag. 42decentrato nazionale dell'11 marzo 1998, faccio presente che con ordinanza ministeriale n. 217 del 6 maggio 1998 sono stati definiti i criteri di procedura di mobilità intercompartimentale. L'articolo 6, comma 2, dell'ordinanza ministeriale suddetta indica chiaramente che il docente è collocato nei ruoli dell'INPS alla settima qualifica funzionale conservando l'anzianità maturata ed il trattamento economico in godimento all'atto del trasferimento, se più favorevole, oltre ai trattamenti accessori previsti per il personale dello stesso INPS. Qualora il docente, all'atto del trasferimento, avesse avuto diritto ad un trattamento più favorevole rispetto a quello previsto per il personale appartenente alla settima qualifica funzionale dei ruoli dell'INPS, avrebbe continuato a percepire la retribuzione maggiorata del corrispondente assegno ad personam.
Nessuna indicazione nell'ordinanza ministeriale n. 217 del 1998 è formulata in ordine al riassorbimento dell'assegno ad personam. Peraltro, le questioni dell'inquadramento e del trattamento economico del personale docente transitato nei ruoli di detto istituto sono comunque di esclusiva competenza dell'INPS, sul quale ha potere di vigilanza il Ministero del lavoro. Proprio per questo mi permetto di ricordare all'onorevole Barani che il sottosegretario di Stato al lavoro, Antonio Michele Montanino, ha riferito sulla stessa questione in Commissione cultura il 15 febbraio scorso, in sede di risposta, alla quale rinvio, ad un'interrogazione dell'onorevole Motta.
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, non sono soddisfatto, perché il Ministro non ha capito la filosofia dell'interrogazione in esame ed il rapporto tra il particolare e il generale; sicuramente è stato offuscato da quanto ha visto ed ha detto. Chi le parla è di sinistra e non sta con i comunisti - a differenza di lei, signor Ministro - e ne andiamo orgogliosi. Un grande incendio destruente può partire anche da un piccolo fiammifero.
Una scuola moderna, che deve far fronte all'economia globale e alla crisi occupazionale, ha bisogno di docenti preparati, aggiornati, motivati, e dovrà sempre più ispirarsi al principio della mobilità ben sviluppato da Biagi, con la legge nota con il suo nome. Per essere competitivi, sempre più docenti dovranno chiedere trasferimenti nell'interesse della scuola, dell'istruzione, della cultura, dello sviluppo, non solo economico, del Paese.
In questo caso, siamo di fronte ad un migliaio di interessati, ma il principio deve essere valido per tutte le occupazioni di lavoratori sia nel comparto pubblico che in quello privato. Per noi socialisti del Nuovo PSI, la situazione di tali lavoratori non aiuta gli altri docenti non più preparati, non più all'altezza, non più aggiornati, ad uscire dalla scuola e a smetterla di procurare danni, andando a svolgere altre attività, se non gli garantite la salvaguardia di quanto hanno maturato. Dovete fare tutto ciò, altrimenti la nostra scuola rimane indietro. Sono un estimatore della Moratti e del mio segretario Stefano Caldoro, ex Viceministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che stavano affrontando tali problemi. Signor Ministro, la invito a proseguire su questa linea.
(Attuazione dell'accordo di programma sulla chimica siracusana - n. 3-01058)
PRESIDENTE. Il deputato Rotondo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01058, concernente l'attuazione dell'accordo di programma sulla chimica siracusana (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11).
ANTONIO ROTONDO. Signor Ministro, cerchiamo di parlare di cose serie che riguardano il meridione. Come lei ben sa, il 21 dicembre 2005 fu firmato, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, l'accordo di programma per lo sviluppo della chimica siracusana. Il polo petrolchimico di Siracusa è il complesso industriale più importante della Sicilia, ma è anche l'assePag. 43intorno a cui ruota l'economia dell'intera provincia e anche di parte della Sicilia sudorientale. L'accordo prevede una serie di interventi basati principalmente su finanziamenti con fondi pubblici - 160 milioni di euro dallo Stato e 60 milioni di euro dalla regione Sicilia - e in alcuni casi su finanziamenti privati.
Signor Ministro, dopo oltre un anno e mezzo dalla firma di quell'accordo nulla è stato fatto. L'accordo è rimasto lettera morta; anzi, qualcosa c'è stato, ovvero le dismissioni e i licenziamenti in quell'area della Sicilia.
PRESIDENTE. Il ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, l'accordo di programma per Priolo, cui faceva riferimento l'onorevole Rotondo, è finalizzato, come l'interrogante ricordava, ad un progetto di reindustrializzazione con il concorso di pubblico e privato.
Gli ultimi mesi hanno misurato la difficoltà da parte del privato a proseguire negli investimenti e a praticare quelli concordati. Voglio in questa sede ribadire che il Governo intende riconfermare l'impegno per l'attuazione dell'accordo di programma e riprendere le fila di questo discorso. Abbiamo stanziato con la legge finanziaria per il 2007 fondi e risorse per attività industriali, per la chimica, per attività di ricerca, e a tali fondi si potrà fare riferimento per attuare l'accordo di programma.
Desidero, inoltre, informare l'onorevole Rotondi che la Presidenza del Consiglio dei ministri ha convocato un incontro per giovedì 19 luglio a Palazzo Chigi, cui parteciperanno tutti i soggetti che hanno sottoscritto l'accordo di programma, e nel corso del quale si farà il punto sullo stato di attuazione dell'accordo stesso e si riformulerà il programma di lavoro con cui perseguire il raggiungimento degli obiettivi di politica industriale in esso contenuti.
Aggiungo, infine, che in occasione della prossima adozione del codice ambientale è nostra intenzione riesaminare il tema del recupero delle aree con problemi di carattere ambientale mediante specifici interventi su siti demaniali e falde idriche. Tali interventi potranno essere accompagnati anche da investimenti diretti all'occupazione sia da parte di imprenditori privati interessati, ma anche direttamente da parte dalla mano pubblica, ricorrendo a finanziamenti comunitari e nazionali.
Credo molto a tale innovazione, perché in queste operazioni ci manca probabilmente un braccio operativo relativo alle bonifiche, che possa veramente funzionare. Quindi, con la riunione che ci sarà a Palazzo Chigi il 19 luglio intendiamo riprendere con incisività le fila del discorso, che negli ultimi mesi si è effettivamente interrotto.
PRESIDENTE. Il deputato Rotondo ha facoltà di replicare.
ANTONIO ROTONDO. Signor Ministro, in primo luogo la ringrazio per le novità che sono emerse dalla sua risposta. Mi riferisco all'incontro che lei ha preannunciato, auspicando che sia molto più fattivo rispetto a quello precedente, di qualche mese fa.
Purtroppo, non posso che dichiararmi parzialmente soddisfatto. Occorre infatti che il ruolo del Governo in questa vicenda sia molto più incisivo rispetto a quanto è stato fatto, specialmente nei confronti di chi, signor Ministro, come l'ENI, ha ottenuto molto da quel territorio, conseguendo ricavi economici importanti, e lasciando peraltro il territorio stesso notevolmente compromesso dal punto di vista ambientale.
Ritengo che a questo punto l'ENI non possa smobilitare, e che il Governo può e deve fare qualcosa per intervenire su questa vicenda. C'è l'urgenza di risolvere il problema dell'accordo di programma: lei, onorevole Bersani, è una delle personalità politiche che più si è occupata della questione settentrionale, ed ha fatto bene. Esiste, però, anche un dramma meridionale. I cinque anni di governo del centrodestra hanno lasciato quella parte d'ItaliaPag. 44in una situazione ancora peggiore rispetto a prima. Il gap tra il nord e il sud si è accentuato in quel periodo: è aumentato il tasso di disoccupazione, il PIL nel meridione è cresciuto meno della media nazionale. Occorre dunque un intervento più serio ed incisivo.
Lei è il Ministro per lo sviluppo economico, ed è un buon Ministro, del Governo italiano e di tutto il Paese. Penso che debba compiere uno sforzo per interessarsi ancora di più delle questioni meridionali, che in questo momento sono all'attenzione dell'intero Paese.
(Iniziative per un'adeguata informazione a favore degli utenti con riferimento alla liberalizzazione del mercato elettrico - n. 3-01059)
PRESIDENTE. Il deputato D'Agrò ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01059, concernente iniziative per un'adeguata informazione a favore degli utenti con riferimento alla liberalizzazione del mercato elettrico (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
LUIGI D'AGRÒ. Signor Ministro, cinque giorni fa è iniziata la liberalizzazione dell'energia anche per le utenze familiari. Credo che ci sia un gap di conoscenza in questo campo, nel senso che non è stata fornita un'utile e completa informazione agli utenti sulla possibilità di scelta, anche a fronte, mi sembra, di gestori fermi e ancora privi di proposte serie, in attesa che il quadro venga, in qualche modo, a meglio identificarsi.
Inoltre, come lei sa, vi è stata un'indagine della magistratura sul controllo dei consumi in bolletta. Vorrei formulare due quesiti, che costituiscono parti della stessa medaglia. Come superare questo gap informativo, affinché le liberalizzazioni per le utenze private, quindi per i più deboli, siano realmente un vantaggio? In quale modo dare certezza all'utente finale che i consumi in bolletta siano quelli effettivamente verificati sul campo?
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, effettivamente ci troviamo ad un passaggio storico: si apre il mercato anche per gli utenti domestici. Non sarà però un big bang, bensì un processo che richiederà una progressione nel tempo.
In attesa di veder approvato dal Parlamento il complesso disegno di legge sull'energia che varammo un anno fa, abbiamo adottato un provvedimento, il decreto-legge 18 giugno 2007, n. 73, che dispone - intendo sottolinearlo - che l'Autorità per l'energia determini i prezzi di riferimento che le imprese devono offrire agli utenti, insieme a qualsiasi altra offerta che vogliano proporre. Questa è la sostanza della nostra intenzione, vale a dire: chi può andare a star meglio da subito deve poterlo fare, ma nessuno deve andare a star peggio.
Dato che nel corso dell'esame da parte del Senato è stata introdotta una modifica a tale norma, su iniziativa dell'opposizione, mi auguro che questo tema venga puntualizzato nuovamente nel corso dell'iter del decreto, perché dobbiamo prestare il massimo di attenzione nei confronti delle esigenze dell'utenza.
L'utenza, infatti, deve essere informata, innanzitutto, dalle imprese, che produrranno le loro offerte, ma certamente anche per iniziativa della mano pubblica. Stiamo affidando progetti per avere prodotti che favoriscano la confrontabilità dei prezzi per i clienti finali, per realizzare strumenti di uso agevole per poter comparare le offerte che provengono dal mercato libero, per rendere più leggibili le offerte commerciali e, inoltre, faremo anche un'operazione di monitoraggio dei primi sei mesi di applicazione. Siamo disposti, ovviamente, a riferirne al Parlamento, per verificare quali siano i gap da rimontare in termini di informazione.
Sulla questione che potremmo definire della vetustà dei contatori, ricordo che con il decreto legislativo 8 febbraio 2007,Pag. 45n. 20, che recepisce la direttiva 2004/8/CE, è stata prevista anche la sottoposizione a controlli metrologici legali di una serie di strumenti di misura, tra cui i contatori del gas, che verranno sottoposti a valutazione di conformità. Inoltre, ci si dovrà preoccupare anche di un ulteriore aspetto. Le norme comunitarie, infatti, consentono che gli Stati membri effettuino direttamente anche verifiche a campione: le faremo e ci stiamo attrezzando per poterle fare, una volta recepita la direttiva comunitaria. Quindi, indipendentemente dalle indagini giudiziarie al riguardo, ci attrezzeremo per avere procedure analoghe a quelle che saranno effettuate in tutte le migliori situazioni europee.
PRESIDENTE. Il deputato D'Agrò ha facoltà di replicare.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, signor Ministro, mi conforta l'affermazione per cui nessuno debba andare a stare peggio. Il problema è che in questo momento, in un mercato così libero, le fasce cosiddette deboli non sono assolutamente protette. Ciò denota un'inadeguatezza temporale di intervento da parte del Governo, perché, anche se comprendo che l'iter del disegno di legge sia andato per le lunghe e che si è dovuti intervenire attraverso il decreto-legge al fine di rispettare il termine del 1o luglio, ci si poteva pensare prima.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. È il primo Consiglio dei ministri.
LUIGI D'AGRÒ. La capisco, signor Ministro, però non faccio parte del Consiglio dei ministri, c'è lei nel Consiglio dei ministri!.
Il problema di fondo è costituito dal fatto che manca un'informazione anche da parte pubblica. Lei puntualmente ha affermato che vi è un progetto in itinere, e comprendiamo perfettamente, ma vi è anche il rischio che in questa fase i soggetti dominanti si garantiscano il mercato come intendono e vogliono. Questa è la preoccupazione in un mercato in via di liberalizzazione in cui mancano l'informazione e la possibilità di confrontare effettivamente i prezzi.
In ordine alla verifica a campione, a cui lei fa riferimento, per quanto concerne i contatori, va benissimo, però mi permetta di notare che vi è un problema di fondo, che denota ancora una mancanza da parte del Governo. La legge n. 236 del 1991, infatti, recava disposizioni in materia di contatori domestici, al fine di adeguare le apparecchiature di misura ai migliori standard tecnologici esistenti. Purtroppo, perché ciò avvenga, è necessario un regolamento ministeriale. Probabilmente vi sono anche carenze del Governo in ordine ad aspetti importanti che riguardano le utenze e, quindi, la certezza delle misurazioni presso le famiglie italiane (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).
(Iniziative per la corretta applicazione dell'articolo 11 del decreto-legge n. 35 del 2005, in materia di trattamento tariffario speciale per la fornitura di energia elettrica a talune aziende - n. 3-01060)
PRESIDENTE. Il deputato Capotosti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01060, concernente le iniziative per la corretta applicazione dell'articolo 11 del decreto-legge n. 35 del 2005, in materia di trattamento tariffario speciale per la fornitura di energia elettrica a talune aziende (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13).
GINO CAPOTOSTI. Signor Presidente, signor Ministro, come è noto nel 1962 l'Enel nazionalizzava, ovvero espropriava, le centrali idroelettriche di proprietà dell'allora Terni Acciaierie. In questo modo veniva gravemente danneggiata la capacità economica dell'azienda, a tutt'oggi in essere. Filippo Micheli, parlamentare di lungo corso, umbro, otteneva che alla stessa azienda fosse praticata una tariffa ridotta a titolo di indennizzo.Pag. 46
Questa impostazione è stata ancora confermata nel 2005 e prorogata, nella sua bontà e nella sua natura di indennità, fino al 2010. Accade, però, che l'Unione europea, ma soprattutto l'Autorità per l'energia elettrica e il gas, mettano in discussione la bontà e la tenuta di questo sistema.
Desidero, quindi, sapere dal Governo come intenda agire al fine di garantire la corretta applicazione della citata legge.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Si tratta di un problema complesso, del quale ci stiamo occupando con grande intensità da molto tempo. Il problema è quello enunciato dall'onorevole interrogante: i prezzi dell'energia rischiano di creare una differente situazione competitiva per le imprese ubicate in diversi Paesi europei.
La legge n. 80 del 2005, che ha convertito il decreto-legge n. 35 del 2005, determina un regime tariffario speciale, quello di cui godevano le imprese ex Terni. In sede europea, abbiamo difeso la legittimità di queste misure, anche come misure di durata transitoria, in attesa di vedere una regolazione europea uniforme sulla questione delle industrie energivore. Sono in corso un'indagine della Commissione europea ed una discussione generale in Europa, che abbiamo promosso con tutte le nostre forze, a proposito di una regolazione unitaria degli energetici.
Abbiamo garantito la prosecuzione dei regimi tariffari, evidenziando all'Autorità per l'energia elettrica e il gas l'inopportunità di interrompere queste erogazioni, pur ancora nell'incertezza degli esiti dell'indagine della Commissione europea. L'Autorità ha accolto il nostro indirizzo, ma ha preteso che le imprese fornissero delle garanzie fideiussorie. Le imprese si sono opposte, ma il TAR ha dato ragione all'Autorità. Le aziende si stanno adeguando, e quindi credo che, in questa fase, possiamo proseguire questa politica, naturalmente tenendo molto viva l'attenzione sui rapporti con l'Unione europea. Posso garantire che sia a livello tecnico, sia a livello politico, tali rapporti sono in essere. Ripeto, la soluzione vera di questo problema è un quadro armonizzato a livello europeo su come trattare le grandi industrie energivore.
PRESIDENTE. Il deputato Capotosti ha facoltà di replicare.
GINO CAPOTOSTI. Signor Ministro, la ringrazio per la risposta fornita alla nostra interrogazione a risposta immediata. Desidero segnalarle, in questa mia chiusa, che il sistema delle aziende dell'ex Terni è ancora oggi il fulcro economico di tutta la mia provincia. È un sistema che garantisce le sorti di quasi quindicimila lavoratori, tra diretto e indotto, e che - continuo a ripeterlo - si reggeva anche perché anche i nostri padri pensavano di costruire aziende produttrici di energia esclusivamente serventi rispetto alle aziende energivore.
Va sottolineato che, nel caso di specie, vi è una questione indennitaria, che è diversa rispetto ad una tariffazione ridotta. Mi auguro, quindi, che questo argomento sia compreso nelle sedi europee e sia tenuto in debito conto, perché il danno che ne deriverebbe al sistema sarebbe decisamente grave, probabilmente assoluto. A tale proposito ricordo all'Assemblea e a lei i fatti che si sono verificati recentemente a Torino presso la Thyssen Krupp, anche e proprio per la questione del prezzo dell'energia elettrica.
Siamo tutti europeisti convinti, ma le condizioni di sistema economico di favore ottenute non per grazia ricevuta, bensì per la capacità di pensare in anticipo rispetto al resto del mondo, vanno adeguatamente salvaguardate. Va anche detto che le fideiussioni richieste dall'Autorità corrispondono agli utili conseguiti in un intero esercizio. Tale fatto si commenta da sé.
Noi riponiamo, ancora una volta, nel Governo e in lei signor Ministro, che recentemente è stato nostro ospite a Terni, ogni speranza, che siamo certi non sarà tradita.
(Iniziative per il mantenimento dei livelli occupazionali in Alitalia - n. 3-01061)
PRESIDENTE. Il deputato La Russa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01061, concernente le iniziative per il mantenimento dei livelli occupazionali in Alitalia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 14), per un minuto.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole Ministro, è noto che recentemente la Consob ha richiesto al Ministero dell'economia e delle finanze notizie e informazioni sulla procedura di vendita di Alitalia, che ha visto progressivamente il ritiro della società che fa capo a De Benedetti, della Tpg-Mediobanca-Matlin e di Aeroflot. Praticamente, sono rimaste in gara - si fa per dire - soltanto Air One e la Matlin Patterson, che forse non farà mai un'offerta (la società americana lo ha di fatto dichiarato).
Nel frattempo è stato reso noto - è quanto sostiene Air One - che Alitalia ha personale in esubero per 2.350 unità, di cui 450 piloti. In altre parole, se la gara la vincesse Air One, questo personale in esubero sarebbe licenziato. Il Governo, tuttavia, ha fatto sapere che è in grado di assorbirlo.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
IGNAZIO LA RUSSA. Ora noi, che siamo sempre stati fortemente critici verso tale tendenza del Governo a sostenere arbitrariamente, senza un piano preciso, costi di così alto livello, ma pure interessati al mantenimento dei livelli occupazionali, ci chiediamo con quali fondi, con quali garanzie e con quali idee il Governo intenda svolgere tale operazione e che fine stia facendo veramente il progetto di vendita di Alitalia.
PRESIDENTE. Il Ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, con riferimento alla questione sollevata dagli onorevoli interroganti devo preliminarmente far presente che la Consob, in più occasioni, ha chiesto, trattandosi di una società quotata in Borsa, di mantenere il più assoluto riserbo su informazioni relative alla società Alitalia, in particolare in questa fase di gara aperta. Anche in conseguenza di tali richiami e su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, il Presidente del Consiglio ha inviato una lettera a tutti i ministri, chiedendo di non divulgare informazioni circa la gara in corso per la cessione di una quota delle azioni della società Alitalia.
Nel rispetto di tali richieste, credo di dovermi limitare a due sole considerazioni in merito al quesito che è stato posto. In primo luogo, la gara si sta svolgendo nel più ampio rispetto delle procedure fissate dal bando, che porteranno ad avere, alla data del 12 luglio prossimo, le offerte definitive, comprensive del piano industriale, e solo da quello potremo sapere se e di che entità è la consistenza di eventuali problemi occupazionali.
In secondo luogo, per quanto riguarda la questione dei livelli occupazionali, vale quanto dichiarato formalmente dal Governo in data 21 maggio 2007, che riferisco integralmente: «Con l'avvio della terza fase del processo di privatizzazione di Alitalia, il Governo conferma la propria disponibilità ad adottare le iniziative più opportune e condivise, in relazione al possibile impatto occupazionale del piano industriale, presentato dall'acquirente selezionato ad esito del suddetto processo. Tali iniziative saranno valutate in coerenza con le misure e gli interventi adottati in circostanze analoghe e nel rispetto della normativa comunitaria».
Questo è quanto oggi posso dire circa le modalità con cui il Governo intende affrontare il problema dei livelli occupazionali della società Alitalia, successivamente alla conclusione della procedura di gara in corso.
PRESIDENTE. Il deputato La Russa ha facoltà di replicare.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, sono veramente allibito: faccio il deputato da tanti anni, ma non mi era mai capitata una risposta come questa ad un question time! Non solo Prodi, quando lo chiamiamo, non viene. Non solo Prodi si rifiuta categoricamente, tutte le volte che è capitato di venire a rispondere, di dare informazioni, ma addirittura ci manda a dire che vi è un segreto e guai a chi parla su una questione di cui sono piene le pagine di giornali!
Il Parlamento oggi ha saputo soltanto quello che già il 21 maggio era stato scritto. Lei, signor Ministro, è venuto a riferire una cosa stravecchia! Questo non è rispetto per il Parlamento che vuole sapere! Vi è ancora in corso, veramente, una gara? È vero che Air One non è nella condizione, comunque, di poter seriamente partecipare? È vero o non è vero che l'esubero di cui scrivono i giornali - che secondo Air One sarebbe da mettere in carico allo Stato - è di oltre 2.500 persone? È vero o non è vero che non abbiamo nemmeno la teorica possibilità - né noi lo vorremmo - che vengano messe così, sic et simpliciter, «sulle spalle» dei cittadini italiani, soltanto per salvare quello che non riuscite a salvare con un'operazione degna di questo nome?
Tali risposte, o alcune di esse, ci saremmo aspettati, non affermazioni secondo le quali «su questo c'è il segreto, Prodi ci impegna a stare zitti»!
Parlate di tutto, andate in piazza per tutto, ma quando vi si chiedono informazioni di trasparenza, qui, in Parlamento, state zitti! Questo è veramente una vergogna!
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17,15 con lo svolgimento di interpellanze urgenti.
La seduta, sospesa alle 17, è ripresa alle 17,15.