Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2937.
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2937)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2937 sezione 4).
Ha chiesto di parlare il deputato Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, vi pregherei di prestare un attimo di attenzione perché i componenti della CommissionePag. 34bilancio e i componenti della Commissione di merito hanno predisposto un emendamento soppressivo dell'articolo 2. È importante, colleghi, che dica in premessa che tale emendamento soppressivo non riguarda assolutamente il merito del provvedimento - che in alcuni punti può anche essere condivisibile - ma ne rigetta, nella maniera più assoluta, il metodo. Infatti, l'articolo 2 presenta un contenuto chiaramente oneroso e quantificabile in un importo di spesa non inferiore ai 60 milioni di euro.
È inutile che il relatore, all'inizio dell'esame durante la discussione sulle linee generali, si sia nascosto dietro il rispetto di una clausola di invarianza finanziaria assolutamente inesistente. Colleghi, il dramma di questo metodo - e ribadisco che non si tratta del merito - risiede nella seguente considerazione. Se il provvedimento in esame fosse pervenuto in prima lettura in questo ramo del Parlamento, le ipotesi sarebbero state due, signor Ministro: o il Ministero dell'economia e delle finanze avrebbe indicato un'adeguata copertura della norma o la Commissione avrebbe raccomandato, nel rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, la soppressione dell'articolo.
Tuttavia, poiché il provvedimento in esame è giunto alla seconda lettura e non può tornare al Senato, questo ramo del Parlamento oggi si appresta ad approvare un provvedimento che, pur essendo condivisibile, è assolutamente privo di copertura finanziaria, come evidenzia il nulla osta sul testo del provvedimento espresso questa mattina in Commissione bilancio che non ha nulla a che vedere con la realtà dei fatti.
Infatti, nel parere rilasciato questa mattina dalla Commissione bilancio si contiene - fatto mai avvenuto in quella Commissione - un «nulla osta nel presupposto che, al fine di garantire l'effettività della clausola di invarianza di cui al comma 2 dell'articolo 2, l'inserimento dei dirigenti delle professionalità sanitarie in apposita sezione del ruolo dirigenziale del Ministero della salute sia realizzato sulla base di specifico provvedimento dell'amministrazione interessata, tenuto conto delle corrispondenti vacanze in organico dei dirigenti di seconda fascia dello stesso Ministero e nel rispetto dei vincoli in materia di assunzione di personale e dell'invarianza del trattamento economico».
Si tratta, cioè, di un presupposto indicato per aggirare il fatto che il provvedimento è scoperto e per aggirare la clausola voluta dal comma 4 dell'articolo 81 della Costituzione. Quindi, oggi, alla Camera si sta ponendo un presupposto assolutamente pericoloso, signor Presidente, e grave per la necessità dettata dalla norma Costituzionale.
Invito il Governo e il Ministro - che pare non essere interessato alla questione che stiamo trattando - a considerare con grande attenzione la vicenda legata all'articolo 2 e alla sua copertura finanziaria e invito i commissari della Commissione bilancio, anche dell'opposizione, per coerenza con il mandato che esercitano in quella Commissione, a votare per la soppressione dell'articolo 2, il che darebbe coerenza e dignità alla loro attività (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire perché le considerazioni che sono state svolte dall'onorevole Giudice sono particolarmente rilevanti e fanno riferimento all'iter del provvedimento nella nostra Commissione, che è deputata, come tutti i colleghi sanno, a verificare che esistano alcuni presupposti per la formulazione di un parere positivo.
Vorrei, dunque, fornire brevemente alcuni chiarimenti in ordine alla questione sollevata dall'onorevole Giudice circa il parere espresso dalla Commissione bilancio.
Considerata la delicatezza della questione nei termini posti dall'onorevole Giudice, che mette in discussione la garanziaPag. 35della funzione affidata dalle norme regolamentari alla Commissione bilancio a tutela della finanza pubblica, ritengo di fornire alcune precisazioni considerando doveroso precisare che, a mio giudizio, non è stata effettuata alcuna forzatura da parte della Commissione.
Vorrei ricordare che sull'articolo 2 del provvedimento in esame si è svolta, come succede regolarmente in Commissione, un'accurata istruttoria che ha tratto spunto dagli elementi di documentazione predisposti dagli uffici.
In sostanza, si è evidenziato il rischio che le disposizioni del comma 1 dell'articolo 2 possano dar luogo, in sede di attuazione, a nuovi o maggiori oneri non adeguatamente quantificati né coperti.
Si è nel contempo osservato che la clausola di invarianza inserita al Senato al comma 2 del medesimo articolo poteva prestarsi ad essere intesa come meramente formale e non sufficiente a garantire la sostenibilità finanziaria delle disposizione di cui al comma 1.
La Commissione bilancio ha quindi deciso, non avendo ottenuto sufficienti elementi di chiarimento da parte del Governo in questa prima fase di trattazione della materia, di sospendere l'espressione del parere per sottoporre la questione medesima alla Commissione di merito, affinché valutasse l'eventualità di apportare al testo una modifica volta a scongiurare il rischio che si determinassero nuovi o maggiori oneri.
Il presidente della Commissione affari sociali mi ha inviato una lettera di risposta, nella quale si dà conto dei chiarimenti forniti dal rappresentante del Ministero di settore presso la medesima Commissione. Tali chiarimenti precisano che le disposizioni del comma 1 debbono interpretarsi nel senso che l'attuazione del comma 2 non può dare luogo, per il personale di cui al comma 1 del medesimo articolo, alla revisione del relativo trattamento giuridico ed economico, che resta quello previsto per il medesimo personale dai vigenti contratti collettivi nazionali di lavoro dell'area 1 della dirigenza.
La Commissione bilancio si è, quindi, nuovamente convocata, prendendo atto di tale chiarimento e delle ulteriori precisazioni fornite dal rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze, secondo cui l'inserimento in apposita sezione del ruolo dirigenziale del Ministero della salute può avere ulteriore seguito nel presupposto che il conferimento della titolarità degli incarichi di funzione dirigenziale sia regolato con specifico provvedimento dell'amministrazione, tenuto conto delle corrispondenti vacanze nell'organico dei dirigenti di seconda fascia del Ministero della salute, nel rispetto dei vincoli in materia di assunzione di personale e della invarianza di trattamento economico, così come previsto dal comma 2 dello stesso articolo. La Commissione ha, quindi, espresso parere di nulla osta, nel presupposto che le disposizioni dell'articolo 2 siano interpretate nel senso dei chiarimenti acquisiti.
In sostanza, per terminare, il parere espresso dalla Commissione bilancio risulta suffragato dalle precise indicazioni fornite sia dal Ministero di settore, che dal Ministero dell'economia e delle finanze, tali da consentire di sostanziare la clausola di invarianza di cui al comma 2. I chiarimenti forniti debbono intendersi alla stregua di una interpretazione autentica della volontà del legislatore, idonei ad evitare qualunque incertezza sul piano attuativo.
Ricordo, da ultimo, che si era anche ipotizzato di accompagnare il parere espresso dalla Commissione bilancio con un ordine del giorno, che ci si appresta a presentare in Assemblea, che impegnasse il Governo a dare attuazione alle disposizioni dell'articolo 2, nel senso di assumere i chiarimenti acquisiti.
Tutto ciò premesso, signor Presidente, onorevoli colleghi - scusandomi per essermi soffermato a lungo sui dettagli di tale questione che ritengo particolarmente rilevante, perché attiene, come ho già detto, al ruolo di presidio della Commissione bilancio della Camera - penso di poter affermare, con assoluta serenità e in coscienza, che non vi è stata alcuna forzatura,Pag. 36né sottovalutazione da parte della Commissione bilancio della problematicità delle disposizioni recate dall'articolo 2. Inoltre, la soluzione cui si è pervenuti - per quel che riguarda l'interpretazione da attribuire al medesimo articolo in relazione all'esigenza di garantire l'effettività della clausola d'invarianza ivi contenuta - ritengo si possa considerare soddisfacente e tale da scongiurare il rischio che si determinino nuovi o maggiori oneri privi di adeguata quantificazione e copertura. Con ciò penso di avere interpretato evidentemente le preoccupazioni non solo dei colleghi di maggioranza, ma anche dei colleghi di opposizione, che sono state rappresentate dall'onorevole Giudice e confido che con tale spiegazione non sorga alcun dubbio circa la correttezza dell'operato della Commissione bilancio della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. Ricordo che la discussione verte sul complesso degli emendamenti.
Ha chiesto di parlare il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, volevo riprendere, a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, il tema posto dal collega Giudice, anche alla luce delle considerazioni del presidente Duilio, che ha ricostruito con puntualità i passaggi seguiti all'interno della Commissione. Mi permetto però di osservare immediatamente, presidente Duilio, che lei ha esposto l'iter del confronto che si è avuto sul merito della scelta legata alla copertura finanziaria, ma la realtà è che, dal punto di vista concreto, non abbiamo risolto il problema.
Noto con piacere come in questa Assemblea venga portato tale esempio per indicare quello che dovrebbe essere il metodo di valutazione legato alla copertura finanziaria di provvedimenti delicati - quale quello relativo al tema della sanità che stiamo affrontando - ; più in generale, ciò dimostra la linea di azione della maggioranza e del Governo sul versante del controllo della spesa pubblica, che è assolutamente debole.
Purtroppo, presidente Duilio e Presidente Bertinotti, in questa prima parte di legislatura più volte, su vari provvedimenti, ci siamo trovati di fronte a logiche di copertura assolutamente discutibili, dovendo rinviare alla fase successiva della discussione in Assemblea degli ordini del giorno la tutela delle esigenze di copertura che radicano, invece, la competenza della Commissione bilancio in ordine alla puntuale verifica dell'esatta applicazione delle norme del Regolamento attuative dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.
Anche questa volta, per logiche di natura politica, abbiamo di fatto rinunciato - e vi ha rinunciato la maggioranza per prima, nell'obiettivo di non modificare il provvedimento in esame per preservare le logiche già ponderate al Senato - a porre la clausola fondamentale volta a fornire elementi di garanzia sulla tenuta dei conti pubblici. Vorrei, al riguardo, richiamare il documento posto alla nostra attenzione dalla Corte dei conti, in merito alle coperture adottate nel periodo tra settembre e dicembre 2006. Si tratta di un periodo abbastanza limitato, ma si evince dalla valutazione della Corte dei conti come, da parte del Parlamento e della maggioranza - la quale, in particolar modo, è deputata a indicare un percorso normativo di sereno confronto con l'opposizione (e comunque, in tal senso, la responsabilità è soprattutto della maggioranza) -, vi sia stata una sottovalutazione dei profili di copertura delle norme approvate. Quindi, vi è una spesa che cresce, e cresce in particolar modo con riferimento a tale settore, Presidente Bertinotti. Abbiamo appena affrontato, nel DPEF, una discussione molto approfondita sugli scenari ovvero sulla riduzione della pressione fiscale, sull'aumento del gettito, sulla riduzione della spesa; è chiaro, però, che con questi provvedimenti - come ha affermato correttamente l'onorevole Giudice - rischiamo concretamente di contribuire alla crescita della spesa pubblica senza un controllo diretto.
Non ci accontentiamo, francamente, delle rassicurazioni che sarebbero fornitePag. 37da un impegno ministeriale di settore - mi riferisco al Ministero della salute - circa il fatto di poter intervenire su diritti riconosciuti con legge irreggimentandoli in qualche modo con una norma di fonte di rango secondario ovvero con decreto del Ministero della salute. Un decreto che dovrà, comunque, tener conto degli aspetti normativi, la cui debolezza è dimostrata, presidente Duilio, solo che si consideri la presentazione di un ordine del giorno rafforzativo.
Quindi, Presidente, in conclusione riteniamo che tale norma sia scoperta e gli stessi uffici hanno individuato, nell'emendamento Zorzato 2.50, una proposta in grado di fornire garanzie al riguardo, in maniera molto asettica, mancando un richiamo alla puntuale applicazione, da parte della Commissione di riferimento, dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.
Pertanto, come gruppo di Alleanza Nazionale, invitiamo a esprimere un voto favorevole alla soppressione dell'articolo 2, per inviare un segnale chiaro sul tema del controllo della spesa pubblica, al di là del merito della scelta, e, quindi, ovviamente degli impegni che assumiamo nei confronti del popolo italiano per garantire maggiore certezza ai servizi che attiveremo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, trovo piuttosto singolare che si proceda in quest'aula in via assolutamente interpretativa su questioni, che hanno anche un rilievo di natura politica, oltre che giuridica.
La questione dell'articolo 2 è relativa alla messa in ruolo di questi dirigenti di seconda fascia (che sono circa duecento, anche alcuni sostengono che sono molti di più), medici del Ministero della salute: sembra difficile che, soltanto attraverso un carteggio, per quanto intellettualmente onesto, tra presidenti di commissione e ministero, si eviti che, una volta attribuita loro la posizione, si riesca a lasciarli lì senza dare loro l'incarico e la retribuzione di risultato, che aggiunge il 30 per cento della retribuzione al loro stipendio. È difficile che tutto ciò, quindi, avvenga senza oneri.
È altrettanto difficile, signor Presidente, riuscire a far entrare in ruolo questi dirigenti e conferire loro incarichi, coprendo progressivamente le vacanze a seguito di pensionamenti di altri dirigenti della stessa fascia: per far andare in pensione duecento dirigenti di seconda fascia - anche nell'ipotesi in cui fossero in tale numero - ci vorrebbero decenni.
Invito, pertanto, ad una riflessione e pongo una domanda retorica: non era preferibile prevedere una copertura per questo articolo? Sembra un modo di procedere assai singolare anche il brutto andazzo di andare avanti, nel presupposto che si tratti di comportamenti anomali rispetto alla prassi vigente e alle leggi in vigore, non potendo comportare nuovi oneri perché la copertura non è stata prevista.
Non ci resta che sottolineare, pertanto, tale aspetto - al netto del nostro consenso politico al significato dell'articolo 2 - dando rilievo al fatto che non è stata prevista una copertura finanziaria adeguata: ciò si ripercuoterà necessariamente in termini di contenzioso e di aspettative - che verranno deluse - di questi medici del Ministero della salute che entreranno in ruolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, vorrei interpellare il Ministro presente in aula, perché gli interventi del collega Giudice, del collega Giorgetti e del presidente della Commissione bilancio hanno lasciato aperto in tutti noi un dubbio che, leggendo l'articolo in esame, non può essere risolto con un ordine del giorno o con un'interpretazione data a voce in aula.
La sintesi è la seguente: siamo di fronte a un articolo che fa una «marchetta» - l'Assemblea mi scusi per il termine - da trecento posti di lavoro, regalando la dirigenza di seconda fascia senza alcun tipoPag. 38di concorso pubblico o di concorso interno: conseguenza di ciò, come affermano gli stessi atti del Governo - che cito - saranno «le ripercussioni che tale operazione determinerebbe in relazione al conferimento della titolarità degli uffici dirigenziali con riflessi negativi sulla funzionalità dell'amministrazione». È lo stesso Governo ad affermarlo, commentando la norma che ci propone.
Signor Ministro, ci troviamo di fronte a trecento persone alle quali sarà regalata la seconda fascia. Ci può stare: la legge lo consente. Tuttavia, il fatto di regalare la seconda fascia a trecento persone, senza prevedere la copertura dei costi, non può certamente essere tollerato dalla Camera, ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione!
Quello fornito dal presidente Duilio e dai colleghi che mi hanno preceduto non è solo un parere tecnico, così come sembra; si tratta di un obbligo che costituzionalmente la Camera ha: verificare che le norme che approviamo abbiano un'adeguata copertura finanziaria. Questa norma può valere 60 o 70 milioni di euro (poca cosa - lei dirà - rispetto al buco che ci prepariamo ad avere nel 2008!), ma essa, comunque, è palesemente scoperta.
La giustificazione che l'ottimo presidente della Commissione bilancio adduce, arrampicandosi sui vetri, non è una giustificazione che l'Assemblea può accettare: questa non può sentirsi dire che la norma determinerà questi costi, ma che si farà in modo di non determinarli!
Il provvedimento in esame determina dei costi, i costi ci sono e il Governo deve coprirli, oppure, qualora non vi sia la copertura, si può votare l'emendamento soppressivo della norma in esame, riportando queste trecento persone all'interno delle regole che valgono per le altre decine di migliaia di dipendenti della pubblica amministrazione, eliminando un percorso privilegiato che va contro gli altri e privilegia soltanto alcuni eletti, e non preparando un ulteriore buco sulla sanità per il prossimo anno.
Lei sa bene, signor Ministro, che i conti del 2006 che stanno per chiudersi prevedono per la sanità un buco di 7 milioni di euro, che nel 2007 ammonterà probabilmente a circa 13 milioni, per un totale di 20 milioni.
Sono poca cosa 60 milioni di euro; ma, mentre su quei 20 milioni come Parlamento non abbiamo alcuna possibilità di incidere, perché si tratta di una spesa regionale, su questi 60-70 milioni di buco ulteriore possiamo incidere in modo molto semplice: esercitando un nostro diritto e sopprimendo, con un emendamento ad hoc, su cui poi interverremo nuovamente, questa norma, che è assurda - lo ripeto - dal punto di vista finanziario e dal punto di vista della giustizia nei confronti di tutti i dipendenti pubblici. Non ha senso privilegiarne trecento, per motivi che non si conoscono!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, la vicenda sottoposta al suo esame, a mio giudizio, la chiama direttamente in causa, perché riguarda anche una questione relativa al Regolamento e all'applicazione delle disposizioni legislative relative alla copertura dei provvedimenti legislativi.
Credo, signor Presidente, che il fatto di trovarsi abitualmente di fronte a clausole formali, come quella di cui ci stiamo occupando in questo momento, imponga - ed è questa la richiesta che le rivolgo - di sottoporre la questione alla Giunta per il Regolamento.
In altre parole questo caso è emblematico di una situazione abbastanza strana, in forza della quale da un lato si sostiene che la clausola di invarianza garantisce il rispetto della prescrizione dell'articolo 81 della Carta costituzionale, dall'altro viene rimessa al Ministero competente l'interpretazione delle modalità con le quali l'invarianza della spesa debba essere garantita.
Ho una forte perplessità sul fatto che tale interpretazione possa essere demandata, da parte della Commissione bilancio, al Ministero competente. Infatti, se cosìPag. 39fosse, non vi sarebbe più quel ruolo di verifica e di controllo che la Commissione bilancio assicura al Parlamento, in quanto tale controllo sarebbe paradossalmente rinviato alle argomentazioni di merito, per quanto tecniche, fornite dal Ministero, mentre è esattamente questo - ripeto - l'aspetto che dovrebbe essere sottoposto al controllo della Commissione bilancio.
Questo è un aspetto su cui, signor Presidente, non possiamo rimanere indifferenti. Guardiamo il caso emblematico che è emerso in quest'aula: si sostiene che il Ministero - mi perdonerà il Presidente se fornisco una mia interpretazione - abbia garantito sostanzialmente una sorta - perdonatemi - di inquadramento di serie B, che non comporterebbe, sotto questo profilo, alcun onere finanziario.
Ora, a prescindere dalla singolarità di questa interpretazione, che viene offerta dal Ministero, mi permetto di fornire due ipotesi di lettura. In base alla prima, se questa affermazione fosse corretta, qualcuno dovrebbe spiegare perché il Ministero competente, nella formulazione normativa, non ha indicato espressamente che quell'inquadramento avviene ferme restando le situazioni giuridiche ed economiche del personale che viene inquadrato.
In tal caso, la Commissione bilancio non avrebbe avuto alcuna difficoltà a ritenere che, sotto il profilo normativo, l'inquadramento non avrebbe comportato alcun aumento di spesa.
Per la seconda interpretazione, signor Presidente, non è così! La clausola formale è aggirata, perché molto probabilmente a tale inquadramento di serie B seguirà una contrattazione a livello negoziale tra i sindacati e il Ministero, che comporterà oneri conseguenti.
Allora, signor Presidente, mi rivolgo a lei: non chiedo che venga risolto questo problema, considerato - mi perdoni - che siamo ormai in fase di saldi di fine stagione, quindi, figuriamoci se blocchiamo i lavori del Parlamento; tuttavia, non ritiene che non si possano più accettare queste prassi e questi metodi che eludono la garanzia che il Parlamento deve fornire?
Bene ha fatto il mio amico Giorgetti a richiamare le considerazioni della Corte dei conti in relazione alla salvaguardia e al rispetto dell'articolo 81 della Carta costituzionale.
Le affido, quindi, questo problema come gruppo Alleanza Nazionale chiediamo che venga affrontato definitivamente. Chiediamo, inoltre, che lo stesso venga chiarito in termini precisi ogni volta che sia prevista una clausola di salvaguardia quanto meno di dubbia interpretazione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Come lei ha avuto modo di apprezzare, il presidente della Commissione bilancio è intervenuto in questa sede, offrendo le sue argomentazioni e le conclusioni a cui è pervenuta la Commissione.
Naturalmente ogni elemento può essere oggetto di approfondimento. In questo senso si può raccogliere la sua sollecitazione, ma vorrei evitare di sovrapporre questioni di merito a quelle di metodo e, dal punto di vista del metodo, in questo momento ci sono tutte le condizioni affinché proceduralmente si possa procedere, avendo avuto il nulla osta dal presidente della medesima Commissione bilancio.
Ha chiesto di parlare il deputato Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, sarei voluto intervenire sull'argomento, ma lei mi ha preceduto tirando le conclusioni sull'intervento del presidente della Commissione bilancio, ma proprio lo stesso intervento del presidente della Commissione bilancio avrebbe dovuto far riflettere non solo noi, ma anche lei, signor Presidente, nel momento in cui - la fretta di andare via non ci deve esimere dal chiarire, in maniera molto sintetica, alcune questioni legate all'approvazione di questa norma - stiamo discutendo di una norma, che costa 60 milioni di euro - non ci piove, lo afferma lo stesso Ministero della salute - e che, al di là delle interpretazioni e dell'arrampicarsi sugli specchi dell'intervento non molto degno di un presidentePag. 40della Commissione bilancio, non possiede la copertura finanziaria.
È sotto gli occhi di tutti che stiamo avallando un'operazione di abdicazione della Commissione bilancio nei confronti del Ministero della sanità e che tutto ciò sia vero, signor Presidente, lo ammette lo stesso presidente della Commissione bilancio. Come si può venire a proporre all'Assemblea un ordine del giorno solo per mettersi a posto con la coscienza? È un'ammissione di colpa e dell'abdicazione del ruolo della Commissione bilancio perché la norma è voluta dal Governo e dal Ministero della sanità. Che vi sia la copertura finanziaria o non vi sia, questa « marchetta» - scusatemi - qualcuno l'ha pagata e quindi facciamola pure! Non ci stiamo e gli interventi puntuali dei colleghi sulla questione mirano evidentemente a far conoscere all'Assemblea il contenuto della norma che stiamo votando.
Arrivati a un tale punto, vorrei sollecitare oltre ad un suo intervento, signor Presidente, anche quello del Ministro seduto nei banchi sottostanti la Presidenza per capire che cosa pensi su tutto quello che stiamo sostenendo e se si debba compiere un tale «regalo», senza provvedere alla copertura finanziaria. Vogliamo chiedere al Ministro della salute che cosa ne pensi e vogliamo chiedere a lei, signor Presidente - perché sostanzialmente è anche presidente della Commissione bilancio - se un ordine del giorno possa superare tutte le obiezioni che abbiamo rilevato: io ritengo di no, ma vogliamo sentire in proposito le sue argomentazioni e quelle del Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Non immaginando che anche lei sarebbe intervenuto sullo stesso argomento, ho già risposto sulla stessa questione che mi era stata rivolta direttamente dal deputato Contento.
Lei mi scuserà pertanto se la rinvio alla risposta precedentemente fornita, insistendo sull'elemento di un possibile approfondimento, tuttavia sottolineando la diversa interpretazione che il presidente della Commissione bilancio ha dato rispetto al suo intervento.
ANTONIO LEONE. E il Ministro?
PRESIDENTE. Il Ministro della sanità è qui presente e ascolta i vostri interventi.
ANTONIO LEONE. Ma è come se non ci fosse!
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GERO GRASSI. Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Zorzato 2.50.
PRESIDENTE. Il Governo?
LIVIA TURCO. Ministro della salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Avverto che, essendo stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 2, verrà posto in votazione il mantenimento dell'articolo stesso.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palumbo. Ne ha facoltà
GIUSEPPE PALUMBO. Signor Presidente, non ripercorro tutto l'iter dal punto di vista finanziario ricordato dai colleghi, però intendo far rilevare, sia alla maggioranza sia alla minoranza, l'importanza della votazione dell'emendamento soppressivo che abbiamo presentato.
Il nocciolo della questione certamente importante - l'ho affermato durante la discussione generale sull'immissione in ruolo di circa trecento dirigenti (persone bravissime e degnissime, nessuno lo mette in dubbio), che occuperanno posti che negli anni successivi non saranno più disponibili al Ministero della salute - che mi preme affermare anche in questa fase riguarda il fatto che, se è vero (credo che sia vero, non ho problemi ad affermarePag. 41quanto detto dai colleghi della Commissione bilancio e da altri) che l'articolo in esame manca di copertura, allora - badi bene, signor Ministro - rischiamo che in sede di promulgazione non venga apposta la firma del Presidente della Repubblica sul disegno di legge in esame.
Quindi, dopo tutte le belle parole pronunciate in questa sede durante la mattina anche da lei, signor Ministro, di far successivamente decadere il disegno di legge, per cui si sposterebbero ulteriormente i tempi, creando del caos negli ospedali e per le attività libero-professionale intra moenia e - lo ripeto - corriamo davvero il rischio - come è accaduto in altre circostanze - che il Presidente della Repubblica rinvii il provvedimento alle Camere.
Pertanto, badiamo bene a quanto stiamo realizzando; oltretutto abbiamo già superato il problema della scadenza del 31 luglio 2007, per cui, al limite, se il provvedimento dovesse essere rinviato al Senato per una sola votazione, non succederebbe niente, perché quel ramo del Parlamento sicuramente lo approverebbe in sede legislativa, come ha già fatto nella precedente occasione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, vorrei soltanto cercare di capire se il quarto comma dell'articolo 81 della Costituzione sia una norma che quest'Assemblea debba rispettare o meno e quale sarà il punto e il provvedimento da cui inizieremo a rispettarla.
Infatti, vi è un problema, signor Presidente: noi abbiamo discusso negli ultimi giorni dei costi dell'Assemblea, del Parlamento, di quanto guadagna ognuno di noi, mentre in un secondo votiamo un articolo che crea un buco di 60 milioni di euro, dando luogo ad una votazione che non rispetta la Costituzione, per cui bisognerebbe appellarsi al Presidente della Repubblica, garante supremo della stessa. Ripeto: sappiamo che creeremo un buco di 60 milioni di euro, con una votazione fatta in secondo, mentre da mesi discutiamo sui costi della politica e dello Stato.
Vi sarà un momento in cui quest'Assemblea dichiarerà di non poter realizzare qualcosa che crea un costo non coperto. Infatti vi è il problema che in quest'aula nessuno di noi risponderà mai di un voto rispetto al quale siamo tutti consapevoli - il Governo e la maggioranza di noi dopo che lo abbiamo ribadito in dieci - che tale votazione creerà un buco finanziario. Se fossimo in una qualunque società privata, il nostro atto avrebbe delle conseguenze, perché qualunque azionista potrebbe avviare un'azione di responsabilità contro gli amministratori.
Siamo il Parlamento e sappiamo perfettamente che, facendo un'ingiustizia nei confronti di migliaia di dipendenti, tra l'altro, creeremmo un buco, ma lo facciamo con tranquillità.
Ritengo che non possiamo accettare - vale sia per il centrosinistra, sia per il centrodestra - il fatto che l'Assemblea non si ponga il problema reale della copertura finanziaria delle leggi che approviamo.
Lo ripeto e voglio che rimanga agli atti. Penso che su tale aspetto chiederemo l'intervento del Presidente della Repubblica come garante della Costituzione, perché l'articolo in esame non la rispetta; anche il presidente Duilio ha affermato chiaramente - pur auspicando che non vi saranno tali costi - che la disposizione in esame determinerà nuovi costi e tuttavia si vuole approvarla.
L'articolo in esame equivale per quest'anno, per i prossimi 30 anni, a più di dieci volte tutte le riduzioni di stipendi parlamentari, indennità o altro: in altre parole, vale quanto lo stipendio complessivo di questo ramo del Parlamento...
PRESIDENTE. Deve concludere.
GUIDO CROSETTO. ... eppure, incapaci di affrontare il problema reale dei costi dello Stato, lo votiamo in un secondo.
Pag. 42PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lucchese. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor presidente, torno ad esprimere il nostro parere sull'articolo 2 e sul relativo emendamento. L'ho già affermato in Commissione e intendo ripeterlo in questa sede.
È stata ampiamente discussa in quest'aula l'ambiguità della norma in esame e l'ipocrisia relativa al ballottamento di responsabilità tra il Governo e la Commissione bilancio.
Attraverso la parola «invarianza» si vuole coprire la verità, per cui vi è una spesa che il Governo deve affrontare per l'inquadramento dei soggetti citati.
Siamo a favore dei dipendenti e del fatto che i dirigenti del Ministero abbiano il loro inquadramento. Ovviamente comporterà una spesa e, quindi, non si verificherà l'invarianza ma sarà necessaria una copertura: questo lo vedrà il Governo. Se poi si dovrà seguire il criterio stabilito dal presidente della Commissione bilancio, lo deciderà il Ministero; ma non credo. Si aprirà un contenzioso...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Lucchese.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Avevamo già detto che ci saremmo astenuti sull'articolo 2. Quindi, dichiaro l'astensione, perché non vogliamo entrare nel merito della vicenda a copertura e a garanzia dei dipendenti del Ministero.
PRESIDENTE. Vorrei invitare l'Assemblea a consentirci di svolgere i lavori ordinatamente.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale e non torno sulla questione specifica del bilancio e della credibilità dei lavori della Commissione bilancio, su cui già sono intervenuti altri colleghi. Intervengo, invece, per sottolineare che, nel caso dell'ordine del giorno annunciato dal presidente della Commissione bilancio, così come è accaduto anche nella seduta di ieri, si sta consolidando una prassi. In base ad essa, in alternativa all'approvazione degli emendamenti, quando per ragioni di ordine temporale, di ordine politico o per qualsiasi altro genere di calamità, politica o naturale che sia, non si arrivi alla possibilità di emendare effettivamente un testo in Assemblea per l'impossibilità di rimandarlo al Senato, dove è stato già approvato e «blindato», gli ordini del giorno diventano emendamenti di «serie B».
Invito, ancora una volta, la Presidenza a una riflessione seria su tale prassi, perché altrimenti ci abitueremo a non poter modificare mai più un provvedimento, ad accontentarci di poterlo discutere, ad intervenire - come ha fatto il presidente Duilio, con competenza ma lasciandoci insoddisfatti dal punto di vista concreto della copertura finanziaria - in via assolutamente interpretativa sul significato di alcune norme, alcune delle quali, magari, scritte male, o con problemi di natura prettamente tecnica o di copertura.
Domandiamoci, signor Presidente, qual è il ruolo di questa Camera, nel senso detto. Non approviamo gli emendamenti e non apportiamo modifiche ai testi, semplicemente perché la maggioranza in alcuni casi è spaccata, in altri ha la possibilità di contare su un solo senatore a vita al Senato o su pochissimi senatori di maggioranza.
Inviterei l'Assemblea e la Presidenza, Presidente Bertinotti, ad una riflessione sul senso degli ordini del giorno, che, a questo punto (lo ripeto) diventano emendamenti di «serie B». Mi domando se un atteggiamento del genere abbia dignità e con quale dignità ci accingiamo a votare questo genere di ordini del giorno ed emendamenti che sappiamo che non approveremo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
Pag. 43
ROBERTO COTA. Siamo a favore dell'emendamento Zorzato 2.50, soppressivo dell'articolo 2, perché riteniamo scandaloso quello che sta per accadere: è uno dei tanti esempi della peggiore prima Repubblica. Non so se lei, signor Presidente, ha avuto occasione di leggere con attenzione il testo dell'articolo e non so neanche cosa ne pensi lei, come Presidente della Camera, a fronte di un Parlamento che, magari per disattenzione - non so, ma a pensar male si trova sempre la via giusta -, compie un tale atto.
L'articolo 2 stabilisce che i dirigenti del Ministero della salute - quindi neanche funzionari o medici che lavorano sul territorio, ma funzionari ministeriali - ottengano una promozione automatica: è il primo aspetto assolutamente scandaloso.
Il secondo aspetto scandaloso consiste nel fatto che nell'articolo in discussione voi affermate una cosa falsa, signor Ministro e signor sottosegretario, perché affermate che dall'attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Se taluni dirigenti vengono inquadrati in una qualifica diversa, ovviamente, ciò comporta una variazione di stipendio. Vi sono, quindi, soldi in più che vengono erogati - secondo noi, che vengono regalati - ingiustamente, perché per essere promossi è necessario avere dei meriti o superare dei concorsi! Non si può passare di grado o ottenere una qualifica superiore perché si è amici degli amici e perché si è inseriti all'interno di un ministero. Voi sostenete che non derivano maggiori oneri, ma è evidente che essi vi saranno....
PRESIDENTE. Colleghi per favore...
ROBERTO COTA. ...perché qualcuno dovrà pagare tali aumenti di stipendio regalati!
Per tale motivo, pertanto, voteremo per la soppressione dell'articolo 2. Dal nostro punto di vista, se questa norma dovesse essere approvata - così come voi volete fare - mancherebbe la copertura finanziaria in palese violazione dell'articolo 81 della Costituzione.
Voi speravate che, in quest'aula, noi avremmo fatto un'«opposizione balneare», perché molti sono distratti dalle imminenti vacanze. Noi non stiamo facendo un'«opposizione balneare»! Siamo in grado di vedere le «schifezze» che vengono presentate al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, in verità, il presidente Duilio si è esibito in un'interessante illustrazione, che aveva anche una certa efficacia dialettica, ma che rappresentava una contorsione giuridica, perché, alla fine, ha fornito un'interpretazione, secondo cui la copertura vi sarebbe nella misura in cui il Governo applicherà la norma rimanendo dentro il tetto previsto.
Nulla ci dice sull'effettiva copertura di una previsione che, in ogni caso, è una previsione di spesa, rispetto alla quale non sono indicate le risorse corrispondenti. Ciò creerebbe un precedente pericoloso, perché se consentiamo che la Commissione bilancio dica che sul provvedimento la copertura vi è...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. ...nella misura in cui il Ministero interessato la applicherà rispettandola, ritengo che si certificherebbe l'inutilità della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Rispetto ciò che l'onorevole Lucchese ha affermato e, dal momento che tecnicamente stiamo per votare il mantenimento dell'articolo 2, su di esso voteremo contro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marinello. Ne ha facoltà, per un minuto.
Pag. 44
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, intervengo per dare un contributo e cercare di andare avanti e superare l'ostacolo. Vedo, qui presente, il Ministro Turco. Signor Ministro, già lei nel suo dicastero si è contraddistinta per una serie di spese improprie: ad esempio, una serie di revoche e di nomine, regolarmente decadute di fronte ai tribunali della giustizia amministrativa, che hanno visto soccombere l'amministrazione dello Stato, con aggravio di spese e, quindi, con maggiori costi. Tale argomento è stato anche oggetto di interrogazioni e di altri strumenti presentati in Assemblea.
Tralasciando questo aspetto - che, comunque, tratteremo nelle sedi e nei momenti appropriati - se lei prendesse la parola e ci dicesse...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. ...quale sia il suo punto di vista in merito, ritengo che potrebbe essere utile per l'economia dei lavori e potremmo andare avanti su tale questione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 444
Astenuti 16
Maggioranza 223
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 200).