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Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni urgenti in materia di pubblica istruzione. (Già articoli 28, 29, 30 e 31 del disegno di legge n. 2272, stralciati con deliberazione dell'Assemblea il 17 aprile 2007) (A.C. 2272-ter-A) (ore 15,10).
(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 2272-ter-A)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice, onorevole Sasso.
ALBA SASSO, Relatore. Signor Presidente, la mia replica sarà molto veloce. Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento dell'onorevole Garagnani, ma credo che il provvedimento al nostro esame sia anche di natura tecnica: esso reca norme urgenti per l'istruzione ed affronta una serie di questioni che vanno risolte o che andrebbero risolte al più presto.
A mio avviso - onorevole Garagnani, ce lo siamo già detto quando abbiamo lavorato in Commissione, dove abbiamo trovato anche punti di convergenza - questo provvedimento dimostra essenzialmente che la scuola italiana ha bisogno di riscrivere il testo unico per la legislazione scolastica, perché nel corso degli anni la legislazione si è andata accumulando e sono state approvate nuove norme che non hanno cancellato le precedenti, rischiando alla fine di ingenerare effettivamente confusione.
Credo che la scuola italiana abbia bisogno di quanto è stato fatto in altri Paesi (ad esempio, la Spagna, che ha adottato una legge generale o di ordinamento, come è stata chiamata), ossia di norme snelle, leggere, comprensibili e, soprattutto, attuabili.
Molte volte la legislazione scolastica - questo è il punto - lascia interdetti anche coloro che la devono applicare. Si tratta, quindi, di un provvedimento urgente, la cui urgenza è dimostrata anche dal fatto che alcuni degli argomenti contenuti nel disegno di legge in discussione sono stati stralciati e hanno trovato collocazione in un disegno di legge di conversione di cui abbiamo avviato la discussione nella scorsa settimana e che mi auguro si concluderà in questa settimana.
Le norme principali, citate prima dagli onorevoli Volpini e Garagnani, sono quelle relative alla questione del tempo pieno. Ne abbiamo discusso e credo sia stato uno dei temi che abbiamo trattato di più. Voglio ribadire, con semplicità, una questione: il tempo pieno (le 40 ore), sul quale nella scorsa settimana in aula vi è stata una lunga discussione, rappresenta un modello pedagogico che è stato ed è fondamentale - non è vero che il tempo pieno non esiste: è stato ridotto ma è presente - per garantire il migliore apprendimento e, soprattutto, il migliore apprendimento per tutti, che costituisce, come affermava il collega Volpini, uno degli obiettivi di una scuola democratica.
Vi sono ancora delle difficoltà, anche rispetto a tale testo di legge - non lo voglio nascondere - relative al fatto che tale modello, che è stato così importante nella scuola italiana, ha bisogno di più personale.
Non solo la Commissione bilancio, ma anche il Ministro dell'economia sembrano non consentire un impiego di risorse per il tempo pieno che, invece, costituirebbe uno strumento molto importante. Infatti, quando si leggono le statistiche e i quaderni bianchi sull'istruzione, ci si mette le mani nei capelli. Come mai al sud i livelli di apprendimento delle ragazze e dei ragazzi sono più bassi rispetto a quelli dei loro coetanei dell'Italia centrale e del nord? Forse perché nel sud esperienze come quelle del tempo pieno o la generalizzazione della scuola dell'infanzia non vi sono. Si tratta di quelle precondizioni che permettono, veramente, di combattere la dispersione scolastica e di migliorare il livello e la qualità dell'istruzione generale.
Un altro tema affrontato nel provvedimento in esame, anch'esso transitato nel decreto, è quello relativo ai provvedimenti disciplinari. Anche in questo caso se ne è fatto un gran parlare. Sembra che con tale provvedimento si vadano a colpire gli insegnanti fannulloni. Non è così, perché si tratta di provvedimenti disciplinari che già esistono. Alcuni procedimenti sono stati resi più celeri perché nella scuola, come in altri settori, il problema è costituito dal tempo delle decisioni, che non èPag. 15sempre esclusivamente legato alle necessarie garanzie dei destinatari del provvedimento.
Su tali temi continueremo a discutere nel corso dell'esame del provvedimento, perché sicuramente la questione delle sanzioni e dei provvedimenti disciplinari è assai delicata e va affrontata con la necessaria urgenza, che è stata adoperata, ma anche con tutte le garanzie per ogni soggetto della vita della scuola.
Inoltre, vi sono altre norme, onorevole Garagnani, che procedono nella direzione degli argomenti da lei sostenuti. Per esempio, vi è una norma volta a garantire la permanenza nelle scuole sia dei docenti di sostegno per i ragazzi diversamente abili, sia dei docenti che insegnano nelle scuole a rischio, in ospedale, eccetera, che garantisce la continuità che dovrebbe essere assicurata a tutti gli studenti, che diventa ancora più importante per quelli che hanno maggiori difficoltà e che necessitano della permanenza di figure di riferimento.
Vi sono altri elementi, che anche lei ha citato, come l'individuazione degli organi di governo dei centri per l'educazione permanente.
Vi è un'altra disposizione molto importante nel provvedimento in esame, ossia quella che riassegna i fondi non spesi per l'edilizia scolastica e che sono da utilizzare anche per ottimizzare la messa in sicurezza e l'adeguamento a norma degli edifici scolastici.
Vi erano anche alcune norme, sulle quali la Commissione bilancio è stata molto severa, volte a ridurre la TARSU che, per alcune scuole (soprattutto quelle primarie), costituisce il 90 per cento del bilancio della scuola stessa, o a ridurre l'IVA sugli acquisti per le specifiche attività della scuola.
Confido che nel dibattito parlamentare e nella discussione degli emendamenti si possa ritornare su tali questioni.
PRESIDENTE. Onorevole Sasso, concluda.
ALBA SASSO, Relatore. Concludo, Presidente.
Il cammino per l'approvazione definitiva del provvedimento al nostro esame è ancora lungo e, sia in Commissione, sia in Assemblea, dovremo trovare accordi su taluni aspetti che mi sembrano veramente essenziali per la scuola, senza enfatizzare la natura del provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
GAETANO PASCARELLA, Sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione l'intervento dell'onorevole Garagnani e ritengo di poter fare un'osservazione che possa, a mio parere, aprire un confronto nel Parlamento e nel Paese libero dai pregiudizi del passato.
Sono convinto che l'aspetto più innovativo della scuola italiana sia costituito dall'autonomia scolastica, perché, attraverso la rete delle autonomie, significa riportare la scuola nei territori e poter dare le opportune risposte ai problemi che si hanno di fronte. Non sempre alle stesse domande si possono dare risposte uguali a prescindere dai territori. Pertanto, l'aspetto della valorizzazione delle autonomie locali è senz'altro un elemento che deve rilanciare, nel Parlamento e nel Paese, un confronto più aperto.
Inoltre, vi è un aspetto certamente innovativo: il Governo non ha inteso nascondere le difficoltà della scuola italiana. Nel Quaderno bianco abbiamo detto, con serenità e severità, che la scuola italiana vive un momento di grande difficoltà, messa in evidenza prima quasi esclusivamente da istituzioni di monitoraggio internazionale e oggi anche dall'istituzione di una valutazione interna al Ministero della pubblica istruzione.
Su tali difficoltà, con la collaborazione del Parlamento, stiamo cercando di intervenire con atti legislativi che hanno visto impegnati, in questi mesi, sia la Camera sia il Senato.
Il disegno di legge al nostro esame è stato ampiamente stralciato, perché alcune norme sono presenti nel disegno di legge di conversione del decreto-legge sull'avvioPag. 16dell'anno scolastico in approvazione nei prossimi giorni dalla stessa Camera. Altre questioni, come è giusto che sia e come rilevava la relatrice onorevole Sasso, sono state stralciate perché sugli aspetti della democrazia è sempre necessario sviluppare un dibattito più ampio possibile, ma oggi, anche alla luce delle scelte compiute nella legge finanziaria dell'anno presente, penso che alla scuola italiana si possa ricominciare a guardare con fiducia.
Sono tagliati i rimborsi ai partiti politici e i proventi vengono utilizzati per la messa in sicurezza delle infrastrutture scolastiche italiane: ciò costituisce certamente un aspetto positivo, come lo stanziamento di 154 milioni di euro previsti dal decreto-legge affinché vi sia un migliore funzionamento della scuola.
Già veniva detto precedentemente che alla scuola si è data direttamente, nella legge finanziaria dello scorso anno, la possibilità di avere un'autonomia anche economica. Su tale versante vi è la necessità di regolamenti e di approfondimenti, ma un segnale positivo certamente è stato dato.
Un ulteriore segnale, a mio avviso, estremamente positivo è costituito dalla scelta che si sta compiendo in queste ore, attraverso cui si forniscono delle risposte in merito ad alcuni commi dell'articolo 1 per quanto riguarda i docenti di sostegno.
Infatti, finalmente, rispetto ai quasi 100 mila insegnanti di sostegno della scuola italiana, soltanto 48 mila erano nell'organico di diritto. Ci avviamo a portare tale cifra quasi a 70 mila, che significa dare una risposta anche per quanto riguarda la qualità dell'istruzione di questi nostri concittadini più deboli, con una possibilità di avere una stabilità nell'insegnamento pluriennale da parte degli stessi docenti di sostegno.
Per il resto, mi richiamo alle osservazioni svolte con puntualità e precisione dall'onorevole Alba Sasso.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.