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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (ore 15,06).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, il Ministro della pubblica istruzione, il Ministro della giustizia ed il Ministro dello sviluppo economico.
(Dati specifici sull'utilizzo dei voli di Stato da parte dei membri del Governo e dei loro accompagnatori nelle ultime tre legislature - n. 3-01338)
PRESIDENTE. Il deputato Satta ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fabris n. 3-01338, concernente i dati specifici sull'utilizzo dei voli di Stato da parte dei membri del Governo e dei loro accompagnatori nelle ultime tre legislature (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1), di cui è cofirmatario.
ANTONIO SATTA. Signor Ministro, lei è il terzo nostro interlocutore: dapprima Rutelli ci ha spiegato quanto sono costati i voli, poi Santagata ci ha detto quanti sono stati i voli. Noi però vorremmo sapere chi li ha utilizzati e quali persone sono state la corte di questi voli, la corte che ha seguito il Ministro, o chi per lui. Signor Ministro, non si tratta solo dei voli degli aerei di Stato, perché ci sono anche altri voli: ad esempio, la Guardia di finanza con i suoi mezzi ha trasportato tanta gente, anche per vacanze. Credo che tutti gli italiani, che ci seguano o meno, vogliano sapere la verità: ritengo che la trasparenza sia anche di questo Governo. Ce lo auguriamo, e dopo tutto quello che è successo siamo convinti che lei, signor Ministro, saprà darci delle risposte soddisfacenti.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, in realtà non è una questione di trasparenza, quella su cui vi sono delle difficoltà. Il Governo vuole, ed è impegnato con voi a tal fine, realizzare il massimo della trasparenza. In realtà, il problema, come è stato detto nella scorsa settimana dal Ministro Santagata, è che la richiesta relativa a tre legislature, in cui vi sono stati diversi Governi, Ministri, sottosegretari e membri del Governo, presenta una complessità reale per il numero di persone che sono interessate e per l'arco temporale. Perciò, su tale punto il Governo, pur ribadendo tale difficoltà, dichiara la propria disponibilità a fornire indicazioni che siano richieste con riferimento ad ambiti soggettivi e temporali più delimitati. Quindi laPag. 2Presidenza del Consiglio, se vi è tale interesse, assume e ribadisce questo impegno, perché questo è normale.
Colgo l'occasione per ripetere, per la terza volta, che i dati a cui lei faceva riferimento, che sono stati indicati dal Vicepresidente del Consiglio Rutelli, sono di grande importanza; l'attuale Governo ha determinato una drastica riduzione di questi costi; dal 2005 al 2006 si è passati da una spesa di quasi 51 milioni a circa 43 milioni; e, soprattutto, per il 2007, che è il primo anno completo del Governo Prodi, si stima a fine anno una spesa di circa 28 milioni, quindi con una riduzione di quasi il 50 per cento. Il nostro impegno è quello di ricondurre l'uso dei voli di Stato, che ha anche finalità umanitarie e sanitarie, a criteri rigorosi, cioè strettamente istituzionali e di effettiva necessità. Su questo vi è, del resto, una precisa direttiva del Presidente del Consiglio.
Infine, la vigilanza dell'opinione pubblica su questi temi, attraverso gli organi di informazione, è estremamente utile per compiere una verifica sull'effettiva realizzazione di quanto annunciato. Ciò però non si deve trasformare in alcun modo in una sorte di gogna mediatica nei confronti di singole persone. Nelle ultime settimane, come richiamato nell'interrogazione, il collega Ministro Mastella è stato oggetto di attacchi ripetuti, che talvolta hanno avuto queste caratteristiche. Tale modo di procedere è stato stigmatizzato, ed è stata manifestata la solidarietà al collega Mastella, a nome di tutti, dal Presidente del Consiglio, e non solo singolarmente dai Ministri.
PRESIDENTE. Il deputato Satta ha facoltà di replicare.
ANTONIO SATTA. La ringrazio, signor Ministro: abbiamo compiuto un passo in avanti, e sappiamo che adesso possiamo andare a conoscere tutti i dati.
La ringrazio anche per l'ulteriore atto di stima e di solidarietà nei confronti del Ministro della giustizia, che non è colui il quale ha abusato dei voli di Stato, ma è colui il quale ha dovuto usare i voli di Stato in relazione alle prerogative del suo Ministero.
Signor Ministro, oltre a quanto da lei detto, a proposito della gogna mediatica posso riferire, ad esempio, che il giornalista Santoro, nell'audizione presso la Commissione di vigilanza sulla RAI, ha detto che era quasi un segno di maleducazione chiedergli l'entità del suo stipendio. Siamo a questi livelli! Dichiarare quanto percepisce un dirigente di un ente pubblico credo sia un fatto di moralità, che non riguarda soltanto i parlamentari (che devono dare l'esempio), ma anche tutto il mondo pubblico, a qualunque livello esso appartenga.
Non è pensabile che la RAI possa usare questo grande strumento di propaganda e di comunicazione attraverso personaggi che, invece, lo utilizzano non per informare, ma per disinformare, ponendosi al di sopra di ogni sospetto, però senza mai dichiarare quanto guadagnano per svolgere un servizio non oggettivo, ma molto soggettivo (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
(Iniziative ai fini di una corretta interpretazione della normativa riguardante l'accesso e la consultazione degli archivi dell'Arma dei carabinieri - n. 3-01339)
PRESIDENTE. Il deputato Tranfaglia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01339, concernente iniziative ai fini di una corretta interpretazione della normativa riguardante l'accesso e la consultazione degli archivi dell'Arma dei carabinieri (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
NICOLA TRANFAGLIA. Signor Presidente, saluto il signor Ministro. Mi riferisco ad una questione che, in apparenza, sembra riguardare soltanto poche persone e pochi studiosi dell'Italia contemporanea. In realtà l'Archivio storico dei Carabinieri è un patrimonio di notevole importanza per la ricostruzione della storia d'Italia, per le dimensioni che ha e per i documenti che in esso sono contenuti. Anche a chi viPag. 3parla è accaduto di trovare documenti di grande importanza negli archivi della Polizia o di altre forze dell'ordine. Molto sinteticamente, i due provvedimenti fondamentali...
PRESIDENTE. Deputato Tranfaglia, concluda.
NICOLA TRANFAGLIA.... cioè un decreto del 1975 ed il decreto legislativo 30 giugno 2003, n.196, hanno favorito, finora, un'interpretazione, da parte dell'Arma dei carabinieri, che si è tradotta in negazione...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
NICOLA TRANFAGLIA. ... dell'accesso all'Archivio a qualsiasi studioso. A noi pare che le leggi non consentano questo, e vorrei sapere dal signor Ministro quali provvedimenti intenda adottare.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, in relazione all'interrogazione dell'onorevole Tranfaglia, il Ministero della difesa ha fatto presente che l'esclusione dall'obbligo di versamento agli archivi di Stato dei documenti relativi agli affari esauriti, benché espressamente prevista dalla norma (articolo 41, comma 6, del codice dei beni culturali e del paesaggio) solo per gli stati maggiori dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, viene estesa, da una prassi interpretativa consolidata, fino a comprendervi anche il Comando generale dell'Arma dei carabinieri. Il Ministero della difesa evidenzia anche che tale prassi interpretativa si era affermata con l'articolo 30 del testo unico sui beni culturali di cui al decreto legislativo n. 490 del 1999, che in gran parte è stato trasfuso nel citato articolo 41.
Tuttavia, permangono - ha ragione, da questo punto di vista, l'onorevole Tranfaglia, e non avrebbe presentato l'interrogazione se non vi fosse stata questa esperienza concreta - alcuni dubbi interpretativi della norma in esame, in relazione alla portata letterale della disposizione, che non fa espressa menzione dell'Arma dei carabinieri, e all'esistenza di questa interpretazione più ampia. Pertanto, il Governo ritiene opportuno approfondire e chiarire definitivamente tale questione, chiedendo sul punto un apposito parere al Consiglio di Stato.
PRESIDENTE. Il deputato Tranfaglia ha facoltà di replicare, per due minuti.
NICOLA TRANFAGLIA. Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro, e mi auguro che il Governo possa dare seguito agli impegni assunti. Infatti, segnalo che altri archivi, che andrebbero ricompresi nella stessa categoria, come per esempio quelli dello stato maggiore dell'Esercito e della Guardia di finanza, da anni consentono la consultazione da parte degli studiosi, e per gli storici l'archivio dei Carabinieri è, a mio avviso, per molti aspetti il più importante.
(Interventi concernenti l'incremento dei prezzi dei prodotti agroalimentari ed il calo dei relativi consumi - n. 3-01340)
PRESIDENTE. Il deputato Ruvolo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Volontè n. 3-01340, riguardante interventi concernenti l'incremento dei prezzi dei prodotti agroalimentari ed il calo dei relativo consumi (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3), di cui è cofirmatario.
GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, abbiamo voluto proporre questa interrogazione perché è sotto gli occhi del popolo italiano e di tutti noi che i dati dell'inflazione del mese di settembre 2007 confermano le analisi delle associazioni degli agricoltori: rincari selvaggi e speculazioniPag. 4ingiustificate. Al contrario, ci ritroviamo invece con gli agricoltori che registrano una caduta del prezzo pari al 2,5 per cento. Per tale motivo abbiamo indirizzato l'interrogazione in esame al Ministro delle politiche agricole. Salutiamo il Ministro dello sviluppo economico, ma volevamo prevalentemente mettere in evidenza questo aspetto.
PRESIDENTE. Deputato Ruvolo, la prego di concludere.
GIUSEPPE RUVOLO. Infatti, ciò non è avvenuto solo per quanto riguarda il pane, ma gli aumenti sono arrivati a punte altissime, fino al 6-7 per cento, per la carne, e anche per il pollame e la frutta.
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
GIUSEPPE RUVOLO. Concludo, dicendo che il prezzo del pane oggi è ingiustificatamente aumentato di 24 euro al mese per ogni singolo consumatore.
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIUSEPPE RUVOLO. Vogliamo capire i provvedimenti che intende adottare questo Governo.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, proprio questa mattina il Ministro Bersani e il Ministro De Castro hanno varato un decreto ministeriale, che riguarda la vigilanza con le camere di commercio sul monitoraggio per le attività della filiera e con la Guardia di finanza per il controllo e l'intervento su eventuali speculazioni. Ciò è stato possibile perché tali temi sono al centro dell'attenzione del Governo già da alcuni mesi. Infatti, da agosto è stato attivato un monitoraggio di mercato e sono stati realizzati i tavoli di confronto con i consumatori, il commercio, la grande distribuzione, l'industria alimentare e le imprese agricole, al fine di valutare la questione e identificare politiche di intervento.
Del resto, i dati di agosto dell'indagine dell'ISMEA sui consumi alimentari delle famiglie evidenziano come vi sia un calo complessivo dei consumi (1,5 per cento), che riflette anche una scelta attenta dei consumatori. Tale scelta è tesa a ridurre il consumo di pasta, pane e latte, sostituendoli con l'acquisto di sostituti del pane (+ 6,5 per cento), carni avicole (+ 7,5 per cento) e uova (+ 6,4 per cento). Quindi, i consumatori, anche sulla base delle informazioni che si riescono a fornire, dimostrano di essere consapevoli e di modificare le scelte anche per risparmiare.
Nel complesso, ad agosto il costo complessivo della spesa destinata agli acquisti alimentari è rimasto invariato, senza subire tutti gli effetti di un caro spesa che invece esiste, nei termini da voi riferiti, su alcuni comparti. In relazione a ciò, il Governo ha identificato un primo pacchetto di interventi urgenti, oltre a quest'ultimo cui ho fatto riferimento, con l'azione coordinata del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e del Ministero dello sviluppo economico. Naturalmente - come voi sapete e, anzi, mi insegnate - ci muoviamo e vogliamo restare all'interno di una società aperta, di libero mercato e, quindi, gli strumenti non possono che essere coerenti con questo.
Ad esempio, nel corso dell'ultimo Consiglio dei ministri a Bruxelles, anche su proposta italiana, c'è stata la decisione di aumentare l'offerta di cereali e latte e, a tal fine, è stata decisa la rimessa a coltura dei terreni destinati a riposo. Si è registrata anche l'unanimità per l'aumento delle quote latte già dal 2008.
È stato raggiunto l'accordo con tutte le sigle della distribuzione per confermare gli investimenti in promozioni e sconti per i prodotti alimentari e, in particolare, per pane, latte e cereali. Ciò dovrebbe garantire ai consumatori la possibilità di scegliere e di acquistare prodotti a prezzi reali più vantaggiosi e scongiurare il rischioPag. 5di comportamenti speculativi. C'è, come ho detto, un piano anti-speculazione, a cui collaborano la Guardia di finanza, i NAS dei Carabinieri e altri organi competenti, che oggi ha avuto un ulteriore sviluppo.
PRESIDENTE. Ministro Chiti, la invito a concludere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Concludo, signor Presidente. A questo riguardo è stata anche allertata l'Autorità antitrust che ha avviato, a partire dal comune di Roma, un'indagine sulla presunta sussistenza di pratiche elusive della concorrenza, che potrà estendersi anche al resto d'Italia.
È inoltre necessario intervenire anche sui fattori strutturali che alimentano tensioni di mercato. In questo senso siamo impegnati a ridurre le inefficienze che alimentano differenze di prezzo talvolta rilevantissime, e a rivedere la PAC, la politica agricola comunitaria, a livello europeo.
PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di replicare.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, ringrazio il Ministro Chiti, e valuteremo con attenzione il decreto dei Ministri Bersani e De Castro, con cui si intende approfondire il monitoraggio.
Rimangono tuttavia dei fatti sconcertanti. Rimangono le difficoltà dei produttori e dei consumatori. Rimane il fatto che l'Autorità garante, in questo caso della concorrenza e del mercato, non ha ancora chiuso questa indagine, mentre altre authority quando era in discussione la pubblicazione di intercettazioni dei deputati ci hanno messo ventiquattr'ore a trovare i responsabili.
Invito il Governo a valutare con ancora più determinazione, visto che è iniziato al Senato l'esame della legge finanziaria, l'idea di sostenere le famiglie numerose, almeno nell'acquisto dei beni fondamentali. Tutti gli indicatori e diverse fonti indipendenti concordano sul fatto che una famiglia con quattro o più componenti può arrivare a spendere sino a 25, 30 o 40 euro in più, rispetto alla media per una spesa ordinaria. Si tratta di un problema che non va ad incidere sulla libertà di mercato, ma chiarisce quanto la libertà di mercato possa essere in questo caso assolutamente poco conveniente per il consumatore. Tale questione va ad incidere, invece, su un'azione che il Governo, dal nostro punto di vista, deve intraprendere per andare incontro a questa necessità sopravvenuta, oltre che per monitorare la situazione.
Pertanto esprimiamo soddisfazione per questo decreto, ma aspettiamo di vedere se nei prossimi giorni verranno presi provvedimenti, perché davanti a queste difficoltà reali delle famiglie italiane (perché non so voi, ma io vado a fare la spesa e mi rendo conto di cosa fanno i cittadini italiani) un aiuto per chi si trova a spendere fino a 50 euro in più al mese andrebbe nella direzione dell'equità.
(Intendimenti del Governo in ordine alla necessità di adottare iniziative normative per affrontare l'emergenza sicurezza - n. 3-01342)
PRESIDENTE. Il deputato Grimoldi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-01342, concernente gli intendimenti del Governo in ordine alla necessità di adottare iniziative normative per affrontare l'emergenza sicurezza (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4), di cui è cofirmatario.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, questa mattina presso il tribunale di Reggio Emilia sono accaduti dei fatti di cronaca nera che hanno portato alla morte di tre persone. Un cittadino albanese è entrato nel tribunale di Reggio Emilia armato; vorremmo capire dal Ministro come può entrare armato in un tribunale un cittadino albanese.
Sta di fatto che la cronaca riportata dai giornali evidenzia ogni giorno problemi diPag. 6ordine pubblico e di sicurezza. Ieri, su un autobus, a Milano, alcuni cittadini cinesi hanno provocato lesioni a chi svolgeva il proprio lavoro controllando i biglietti. Presso Treviso un rumeno ha stuprato una donna di quarant'anni sul sagrato della chiesa di Spresiano. Dunque, siamo in presenza di una vera e propria emergenza sulla sicurezza nel nostro Paese, dettata da cause che noi denunciamo...
PRESIDENTE. Deputato Grimoldi, la invito a concludere.
PAOLO GRIMOLDI. ... e che sono sicuramente riconducibili a quello che avete finora deciso come Governo. Vorremmo sapere che cosa avete intenzione di fare per intervenire in ordine a questa vera emergenza nazionale sulla sicurezza.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, onorevole interrogante, in tribunale non devono entrare armati i cittadini di nessuna nazionalità: né albanese, né italiana, né di qualsiasi altra. Il Governo, quindi, valuterà e cercherà di acquisire gli elementi che hanno portato ad un atto di negligenza dovuto ad uno scarso controllo.
In ordine alle questioni poste dalla sua interrogazione, è senz'altro vero che vi sono atti di criminalità gravi che influiscono sulla percezione di sicurezza dei cittadini: la percezione è una questione sempre importante in una società democratica. Tuttavia, è opportuno evidenziare che il numero dei delitti censiti in Italia, nel periodo compreso tra il secondo semestre del 2006 e il primo semestre del 2007, presenta una sostanziale stabilità delle fenomenologie criminali, con un totale complessivo dei delitti che fa registrare, nel confronto tra i due periodi considerati, una flessione pari al 2,10 per cento a favore del primo semestre di quest'anno. La criminalità e la percezione della sicurezza, ripeto, sono aspetti rilevanti che non devono essere sottovalutati. Personalmente, ritengo un po' semplicistico affermare, anche alla luce di questi dati, che ciò sia da addebitare al Governo.
Per quanto riguarda l'azione di contrasto condotta dalle forze di polizia, ricordo alcuni dati. In particolare, sono state denunciate in stato di libertà 326.486 persone; sono state arrestate 79.797 persone; sono stati individuati gli autori di oltre l'88 per cento dei reati di ricettazione; l'82 per cento dei reati di tentato omicidio; il 74 per cento dei reati di usura; il 59 per cento dei reati sessuali; il 53 per cento dei reati di omicidio volontario; il 59 per cento dei reati di estorsione e il 46 per cento dei reati di lesioni dolose. Al tempo stesso, sono state disarticolate 419 associazioni per delinquere di criminalità cosiddetta comune, sessantaquattro associazioni di stampo mafioso. Dal 1ogennaio al 18 settembre del 2007 le forze di polizia hanno catturato quarantasette pericolosi latitanti.
Di fronte a questi dati colgo l'occasione per manifestare apprezzamento e ringraziare, a nome del Governo, gli appartenenti alle forze di polizia e, in generale, alle forze dell'ordine per l'impegno profuso a tutela della sicurezza dei cittadini.
Con il disegno di legge che il Governo sta predisponendo per affrontare il problema della sicurezza, si vuole fornire una risposta più efficace alla richiesta di maggiore sicurezza manifestata negli ultimi tempi. Si tratta, da un lato, di apprestare maggiore tutela contro ogni forma di sopraffazione e di violenza perpetrata nei confronti dei soggetti deboli, in particolare dei minori.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Dall'altro, si intendono riconoscere maggiori poteri ai sindaci in un'ottica di cooperazione nel contrasto di quei fenomeni che incidono negativamente non solo sulla vita e l'integrità fisica della comunità locale, ma anche sulla tranquillitàPag. 7e sulla coesione sociale. Sulla stessa linea si collocano le previsioni...
PRESIDENTE. Deve concludere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. ...che consentiranno ai prefetti di adottare provvedimenti di allontanamento, dal territorio nazionale e da quello dell'Unione europea, di un soggetto o di un suo familiare per motivi imperativi di pubblica sicurezza.
Su tali temi il Governo ha iniziato a discutere e nel prossimo Consiglio dei ministri sarà esaminato il disegno di legge. Mi auguro che quando tale disegno di legge approderà in Parlamento, lo stesso possa essere discusso rapidamente e approvato anche con il concorso e l'appoggio di tutti i gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Il deputato Grimoldi ha facoltà di replicare per due minuti.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Ministro, usando la sua terminologia, la criminalità e l'insicurezza dei cittadini sono semplicemente una percezione. Sa perché sono una percezione? Perché, inevitabilmente, il Governo ha fatto tutto il contrario di quello che doveva realizzare. Faccio riferimento, in particolare, al taglio operato alle forze dell'ordine e all'adozione di un paio di provvedimenti, il primo dei quali quello sull'indulto.
È proprio di ieri la dichiarazione rilasciata dal dottore Ettore Ferrara, del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, il quale ha affermato che, tra poco più di un anno, le nostre carceri saranno piene esattamente come prima. Quindi, chi è uscito dal carcere grazie all'indulto ha continuato a delinquere commettendo reati, anche i più efferati, ed ora torna in carcere.
La seconda terribile scelta da voi compiuta consiste nel fatto che il nostro è l'unico Governo d'Europa a non aver applicato la moratoria sui cittadini rumeni, ovvero sugli zingari (i cosiddetti rom). La Spagna, se volete comunista, di sinistra, socialista - usate l'aggettivo che più vi aggrada - ha applicato la moratoria.
La Francia di Sarkozy, la Germania e l'Austria hanno applicato la moratoria. L'unico Governo in Europa - io dico di idioti - che non ha applicato la moratoria è il nostro!
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Voi non l'avete chiesta!
PAOLO GRIMOLDI. Il risultato è stato quello di avere fatto venire nel nostro Paese decine di migliaia di zingari e di rom che delinquono tutti i santi giorni.
Signor Ministro, se per lei era importante risolvere questa percezione, si poteva approvare un bel decreto invece di presentare un progetto di legge per la cui approvazione lei auspicava la partecipazione di tutto il Parlamento. Sarebbe stato sufficiente, lo ripeto, un bel decreto per risolvere il problema, non un progetto di legge!
Come lei sa bene, la sua maggioranza non potrà mai approvare i provvedimenti idonei per le forze dell'ordine e per effettuare le espulsioni dei cittadini extracomunitari che delinquono, perché non ne ha i numeri e perché la vostra coalizione non la pensa su questo argomento in modo omogeneo.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
PAOLO GRIMOLDI. Dovete, infine, ancora spiegare a noi, della Lega Nord Padania, che fieramente abbiamo fatto ostruzionismo contro il provvedimento sull'indulto, come possa accadere che chi abbia ucciso...
PRESIDENTE. Deve concludere.
PAOLO GRIMOLDI. ... esca dal carcere, mentre si chiuda la curva dei tifosi dell'Inter - e dico ciò da tifoso milanista - per avere esposto due striscioni!
Signor Ministro, se dai dati che lei ha citato si evince che i reati sono in calo è perché la gente non va neanche a denunciarli.Pag. 8Di ciò voi siete i responsabili (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
(Iniziative in relazione ad episodi di violenza politica con particolare riferimento alle università italiane - n. 3-01341)
PRESIDENTE. Il deputato La Russa ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01341, concernente iniziative in relazione ad episodi di violenza politica con particolare riferimento alle università italiane (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
IGNAZIO LA RUSSA. Onorevole Presidente, con la presente interrogazione a risposta immediata si vuole segnalare, al fine di ottenere informazioni e notizie, che lo scorso martedì 9 ottobre, quindi pochi giorni fa, presso l'Università statale di Milano un gruppo di studenti di Azione universitaria (il gruppo universitario vicino ad Alleanza Nazionale) stava propagandando, con l'autorizzazione del rettore, la manifestazione politica del 13 ottobre a Roma, che ha portato centinaia di migliaia di persone in piazza. Solo per questo motivo, questi studenti sono stati aggrediti da un gruppo di ragazzi evidentemente di segno politico opposto - non sappiamo neanche se universitari - che hanno strappato la bandiera tricolore che era sul banchetto e ferito uno dei ragazzi che distribuiva tranquillamente, pacificamente e civilmente i volantini. Questo episodio ha rievocato un altro caso avvenuto un anno prima, sempre all'Università statale di Milano, all'interno della facoltà di scienze politiche, dove uno dei ragazzi aggressori, sempre di sinistra, è stato poi arrestato nell'ambito di un'operazione volta a sgominare le nuove cellule delle Brigate rosse.
Noi chiediamo di sapere se e in che modo il Governo intenda provvedere.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, mi permetta prima di dire che, riguardo alla moratoria sugli emigranti della Romania, è il Governo di centrodestra...
IGNAZIO LA RUSSA. Che c'entra la Romania? Signor Ministro, risponda a me!
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. È il Governo di centrodestra che non ha chiesto, a differenza...
PRESIDENTE. Per favore, la prego deputato La Russa. Lei...
IGNAZIO LA RUSSA. Lei faccia il suo dovere, Presidente!
PRESIDENTE. Faccio il mio dovere! Infatti, il Ministro ha diritto di prendere la parola per tre minuti e per questo tempo ha diritto ad esprimersi!
IGNAZIO LA RUSSA. Il Ministro deve rispondere a me!
PRESIDENTE. La prego, per favore, vedrà che avrà la sua risposta. Prego, signor Ministro.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Onorevole La Russa, dimostri che, invece, quel vostro Governo aveva chiesto la moratoria...
IGNAZIO LA RUSSA. Ministro, lei deve rispondere a me!
PRESIDENTE. Lei non deve interrompere, la prego. Le faccio notare, deputato La Russa, che in più occasioni...
IGNAZIO LA RUSSA. Il Regolamento è preciso! Non faccia il Presidente di parte!
PRESIDENTE. Deputato La Russa, la prego di sedersi!
Pag. 9IGNAZIO LA RUSSA. È fuori dal Regolamento!
PRESIDENTE. Quando lei si siederà... Non faccia questa sceneggiata!
IGNAZIO LA RUSSA. Ma che sceneggiata!
PRESIDENTE. La prego di stare seduto e di ascoltare la risposta. Lei deve ascoltare la mia risposta. Lei ha il dovere di ascoltare la mia risposta!
IGNAZIO LA RUSSA. Certamente. Questo lo faccio volentieri!
PRESIDENTE. Allora, la prego di accomodarsi e di ascoltare la mia risposta! La prego di non interrompere e di ascoltare la mia risposta!
IGNAZIO LA RUSSA. Prego, signor Presidente.
PRESIDENTE. Il Ministro sta rispondendo. Viene richiesto al Ministro di rispondere alle interrogazioni. È consuetudine...
IGNAZIO LA RUSSA. No, no!
PRESIDENTE. La prego di lasciarmi parlare. Lei non ha il diritto di interrompere! È consuetudine, con un fair play che, in genere, si tiene in quest'Aula, di consentire brevi annotazioni. In ogni caso, invito il Ministro a rispondere all'interrogazione in esame.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. I fatti che ha ricordato l'onorevole La Russa sono stati così ricostruiti dal rapporto redatto dalla prefettura di Milano: nella tarda mattinata del 9 ottobre, nell'atrio dell'Università degli studi, in prossimità di un banchetto di propaganda che era allestito dal movimento Azione universitaria si è verificato uno scontro tra gli attivisti del movimento stesso e giovani appartenenti a gruppi antagonisti della sinistra extraparlamentare, gravitanti in ambito universitario. L'episodio ha avuto inizio a causa di alcune provocazioni, presumibilmente poste in essere dagli esponenti dell'estrema sinistra che, passando accanto al banchetto regolarmente autorizzato, hanno gettato a terra alcuni volantini e si sono impossessati di una bandiera italiana. Dopo circa due ore, sette od otto giovani antagonisti si sono ripresentati nello stesso luogo: è nata subito un'accesa colluttazione con i giovani di Azione universitaria.
Debbo specificare che nessuno di questi ultimi ha sporto formale denuncia, né ha fornito informazioni utili all'identificazione degli aggressori. Tuttavia, sono tuttora in corso ulteriori accertamenti volti a ricostruire puntualmente la dinamica dei fatti e a identificare tutti i partecipanti allo scontro. Nel frattempo, sono stati denunciati per il reato di rissa tre studenti, di cui due appartenenti al movimento Azione universitaria e uno di fazione opposta, rintracciato presso l'ospedale maggiore policlinico per le ferite riportate, a suo dire, a seguito di una tentata rapina.
Quanto è accaduto è l'ultimo di una serie di episodi che testimoniano un clima di tensione nell'ateneo milanese, che è seguito con grande attenzione dagli organi di polizia e dalla prefettura di quella città. Ciò proprio per evitare che si torni a quel clima di scontro che abbiamo purtroppo conosciuto nel passato e da cui hanno tratto origine fenomeni di terrorismo, della cosiddetta lotta armata e degli opposti estremismi, nemici della democrazia e della Costituzione.
In questo senso, il Governo concorda con l'auspicio che è formulato dagli interroganti. Per raggiungere questi obiettivi, allora, occorre certamente l'azione dello Stato in tutti i suoi organismi, ma occorre anche un impegno delle forze politiche, della cultura e del mondo dell'informazione.
Il confronto, anche deciso, deve avvenire - come spesso ci ricorda e ci richiamaPag. 10a fare il Presidente della Repubblica - su un terreno che sia di confronto certo, ma rispettoso e di civiltà.
PRESIDENTE. Il deputato La Russa ha facoltà di replicare.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, mi scuso se il mio intervento è stato in qualche modo intemperante, ma il significato del question time sta proprio nel fatto che l'ultima parola spetta al Parlamento, non al Governo. La mia era, quindi, una difesa delle prerogative del Parlamento e non di una singola parte o di un singolo deputato, e nessuna consuetudine può superare questa certezza.
Sul caso in questione, credo sia di tutta evidenza che l'ottima ricostruzione dei fatti operata dal Ministro si scontri duramente con le conseguenze: lo stesso Ministro afferma che vi è stata una provocazione, un intervento, un'aggressione, di fatto, da parte di studenti della sinistra antagonista. Credo che in diritto costituisca reato sottrarre i volantini, strappare una bandiera e buttare a terra un banchetto. La conseguenza, però, è stata la denuncia per rissa sporta anche nei confronti di due degli aggrediti. Non si sa che comportamento avrebbero dovuto tenere questi ultimi, forse quello di lasciare fare, senza tentare di difendere gli oggetti che a loro appartenevano.
Credo che si debba intervenire perché episodi come questo, sottovalutati all'inizio, possono sfociare, come la storia e la nostra memoria insegnano, in situazioni assai più gravi.
Il nostro interesse è proprio quello che si rimanga nel terreno del civile confronto. Mi auguro che questa sia anche l'intenzione di chi ha l'autorità e il dovere di intervenire (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Deputato La Russa, come vede anche in questo caso è stata garantita la sua facoltà di replica, quella del Parlamento.
IGNAZIO LA RUSSA. Non ne dubitavo, Presidente.
(Misure per l'attuazione del recente decreto ministeriale in materia di recupero dei debiti scolastici - n. 3-01343)
PRESIDENTE. La deputata Ghizzoni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rusconi n. 3-01343, concernente misure per l'attuazione del recente decreto ministeriale in materia di recupero dei debiti scolastici (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), di cui è cofirmataria.
MANUELA GHIZZONI. Signor Ministro, il recente decreto ministeriale che prevede il recupero, in tempi certi, dei debiti scolastici, ha sollevato molte reazioni. Se gli studenti lo hanno criticato con la manifestazione di venerdì scorso, è pur vero che molti sono stati gli apprezzamenti al provvedimento, ai quali il gruppo de L'Ulivo si associa.
Riteniamo, infatti, che l'assolvimento del debito formativo sia il modo per premiare i meritevoli e che rappresenti una risposta al fallimentare sistema ora vigente. Inoltre, crediamo che il mancato recupero dei debiti formativi penalizzi maggiormente gli studenti in condizioni sociali disagiate, poiché la povertà di saperi e di competenze può rappresentare un limite alla loro successiva affermazione professionale e lavorativa.
A tale proposito segnaliamo, infine, le preoccupazioni di studenti e famiglie che temono di dovere sostenere economicamente gli eventuali corsi di recupero. Pertanto, signor Ministro, le chiediamo di dissipare tali preoccupazioni, chiarendo quali siano le modalità previste per il recupero dei debiti scolastici e, in particolare, l'organizzazione dei corsi di recupero stessi e la loro tempistica.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante che miPag. 11consente di fare chiarezza su una informazione distorta, su affermazioni e strumentalizzazioni prive di ogni fondamento che dipingono questo decreto ministeriale come la reintroduzione degli esami di riparazione.
Faccio presente che gli esami di riparazione sono stati abrogati dalla legge 8 agosto 1995, n. 352, ed è grave che in questa Camera o nel Senato della Repubblica si possa ignorare che il ripristino dell'esame di riparazione, che prevede direttamente la commissione giudicatrice, le prove prescritte e carica sulle spalle delle famiglie le spese per le ripetizioni, non poteva essere reintrodotto se non per legge. Non è consentito e non è bello ignorare una disposizione di legge, che soprattutto coinvolge la sensibilità dei nostri ragazzi.
Con decreto, sottoposto al visto di legittimità della Corte dei conti il 10 ottobre 2007, abbiamo disciplinato la rimodulazione dei tempi per il recupero dei debiti formativi, come previsto dalla legge n. 1 dell'11 gennaio 2007, riguardante il rinnovo della commissione per l'esame di maturità e nella quale è prevista la certificazione da parte del consiglio di classe del superamento dei debiti per accedere all'esame di maturità.
Le modalità previste per l'accertamento del superamento del debito sono regolate dalla vigente normativa sia per le verifiche sia per i corsi di recupero. Secondo il regime vigente, quindi, è obbligatorio, come previsto anche all'interno del decreto, che le scuole si facciano carico di organizzare corsi di recupero o interventi didattici a sostegno dello studente che già a dicembre dimostra di avere lacune o insufficienze in alcune materie. Le verifiche vanno effettuate nel corso dell'anno e nel mese di giugno il consiglio di classe, dopo l'effettuazione delle verifiche, decide se quelle lacune sono state superate oppure no.
È data la possibilità, ove il consiglio di classe lo ritiene opportuno, tenuto conto della normativa vigente oggi sui debiti, di un'ultima verifica, da farsi prima dell'inizio dell'anno scolastico, e, in quella sede, il consiglio di classe decide, come era stabilito che decidesse anche oggi e in questi anni, se il debito superato dà diritto ad andare avanti negli studi oppure no.
Questa norma introduce un senso di responsabilità non solo per gli otto milioni di studenti che in dieci anni non hanno recuperato il debito e non sappiamo quando recupereranno le lacune, ma evita anche che i nostri studenti, dopo l'approvazione della legge da parte Parlamento, si vedano costretti a dovere ripetere il quinto anno, per non aver avuto certificato il superamento del debito del terzo e del quarto anno.
PRESIDENTE. Ministro Fioroni, la invito a concludere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Abbiamo stanziato cifre idonee, circa 200 milioni di euro e pagheremo 50 euro ad ora per le lezioni relative ai corsi di recupero che le scuole devono organizzare.
PRESIDENTE. Ministro Fioroni, deve concludere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. In questo modo offriamo un incentivo ai docenti: si possono anche chiamare soggetti esterni, che possono essere neolaureati, docenti di ruolo o professori in pensione per garantire il diritto sacrosanto dello studente di recuperare i debiti scolastici.
PRESIDENTE. L'onorevole Rusconi ha facoltà di replicare per due minuti.
ANTONIO RUSCONI. Signor Presidente, signor Ministro sono soddisfatto dei chiarimenti illustrati che rientrano nell'ottica di restituire autorevolezza al mondo della scuola in ordine al ruolo dei docenti e nel senso di responsabilità e di partecipazione di famiglie e alunni.
In effetti, il provvedimento citato restituisce credibilità al sistema dei debiti scolastici in quanto situazioni simili o addirittura identiche non sono giudicate inPag. 12maniera diversa ma verificate con prove serie. Si evita, inoltre, il paradosso e l'evidente contraddizione che l'alunno consegua il diploma dopo l'esame di Stato anche con risultati discreti, mantenendo però lacune evidenti e in discipline qualificanti per non aver superato debiti nel terzo e nel quarto anno.
Non vi è, dunque, come talora è stato evidenziato, con questa scelta una nostalgia del passato, ma il tentativo doveroso da parte del mondo della scuola di offrire valutazioni serie, obiettive e coerenti rispetto all'impegno e alle conoscenze riferibili ad ogni singolo alunno. Se, poi, questa volontà di un maggior rigore ha incontrato il dissenso (con il conseguente sciopero) di studenti dell'una e dell'altra parte politica, dovremmo, forse, come adulti, riflettere se non sia giusto, dopo la grande stagione dei diritti, proporre l'idea dei doveri, delle responsabilità e di un giusto riconoscimento del merito, che nel mondo della scuola deve accomunare tutti: studenti, docenti e famiglie.
(Elementi in ordine all'applicazione dell'articolo 600-bis del codice penale e iniziative per contrastare il fenomeno della prostituzione minorile - n. 3-01344)
PRESIDENTE. Il deputato Buontempo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01344, concernente elementi in ordine all'applicazione dell'articolo 600-bis del codice penale e iniziative per contrastare il fenomeno della prostituzione minorile (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), per un minuto.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, nella scorsa legislatura, su mia iniziativa in Commissione - poi ripresa in Assemblea dal Governo - fu approvata la modifica dell'articolo 1 della legge del 6 febbraio 2006, n. 38, con cui si modificava l'articolo 600-bis del codice penale. Ai sensi della nuova formulazione dell'articolo, si prevede di punire chiunque compra le prestazioni sessuali di un minorenne con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa non inferiore a euro 5.164.
Chiedo al Governo il motivo per il quale tale norma - contenuta in una legge dello Stato - non venga assolutamente applicata. Chiedo, quindi, quali dati il Ministro può fornire al Parlamento in ordine all'applicazione dell'articolo citato, nonché sulle misure da intraprendere, affinché la citata norma venga completamente applicata.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, l'allarme espresso dall'onorevole interrogante, in realtà, è pienamente condiviso anche dal Ministero cui sono a capo, che si è reso promotore, unitamente al Ministero delle politiche per la famiglia e al Ministero per i diritti e le pari opportunità, dell'articolata iniziativa legislativa approvata alla Camera dei deputati in data 25 gennaio 2007. Essa concerne, appunto, misure di sensibilizzazione e prevenzione, nonché di repressione dei delitti contro la persona e nell'ambito della famiglia. Come l'onorevole Buontempo sa, questo disegno di legge è all'esame della Commissione giustizia della Camera, insieme ad altri disegni di legge di origine parlamentare che si riferiscono allo stesso argomento.
In particolare, il citato disegno di legge governativo contiene, quale intervento utile a contrastare il fenomeno, una disposizione con cui si prevede l'estensione dell'inescusabilità dell'ignoranza dell'età della vittima, già prevista per la vittima infraquattordicenne per i delitti di violenza sessuale, al delitto di cui all'articolo 600-bis del codice penale. In tal modo, sarà possibile punire sia chi induce alla prostituzione, ovvero favorisce o sfrutta la prostituzione di un minorenne, sia il cliente del minore costretto alla prostituzione, senza che l'autore del reato possa sottrarsi alla sua responsabilità penale, affermando di non aver avuto conoscenza dell'età della vittima.Pag. 13
Ritengo sia di notevole rilievo l'attività svolta dall'Osservatorio sulla prostituzione e sui fenomeni delittuosi ad essa connessi insediato presso il Ministero dell'interno, ai cui lavori il Ministero cui sono a capo ha partecipato attivamente. Di recente, sono stati presentati documenti per suggerire alcune proposte di modifica rispetto alla normativa vigente: in particolare, viene ribadita la necessità di estendere ai reati di schiavitù, tratta, prostituzione minorile e sfruttamento sessuale commessi in danno di minori la previsione dell'inescusabilità dell'ignoranza dell'età minore. Viene, altresì, suggerita la previsione della possibilità per il Tribunale di disporre nei confronti delle persone che risultano pericolose per l'integrità fisica o morale dei minori ulteriori misure di prevenzione, quali il divieto di accesso ai luoghi frequentati dai minori. Viene, inoltre, suggerita l'introduzione di specifiche misure cautelari congrue alla tipologia dei delitti in questione, quali, ad esempio, il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa nei confronti degli indagati per reati di prostituzione minorile, tratta, riduzione in schiavitù in danno di minori, nonché l'allontanamento dalla casa familiare quando l'indagato sia un familiare della vittima.
L'Osservatorio ha, inoltre, programmato un ulteriore semestre di attività da dedicare all'analisi del fenomeno dello sfruttamento della prostituzione minorile, al fine di ricercare gli strumenti operativi più adeguati per la prevenzione, l'accertamento e la repressione dei relativi delitti. Quanto ai dati statistici al momento disponibili, nel solo 2006 risultano denunciate per i delitti di cui all'articolo 600-bis del codice penale, 397 persone di maggiore età e sette minorenni.
Nello stesso anno risultano definiti, innanzi al tribunale, 120 provvedimenti, mentre sono, invece, trentatré i procedimenti innanzi alle corti di appello.
PRESIDENTE. Il deputato Buontempo ha facoltà di replicare.
TEODORO BUONTEMPO. Non posso ritenermi assolutamente soddisfatto, perché, signor Ministro, l'articolo da me citato - e che lei, poi, ha ripreso - modifica o, meglio, prevede per la prima volta la punibilità del cliente. Per quanto riguarda la tratta o altri aspetti della questione, vi sono altre norme; questa, invece, prevede che chi compra - ossia, il cliente - sia punito a certe condizioni.
Se dispone a tale riguardo un'indagine, tutti i commissariati di polizia le diranno che non possono applicare questa norma, perché non esistono direttive per l'identificazione dell'età. Cosa accade, infatti, quando si fa una retata - come è accaduto giorni fa - di 429 prostitute nella zona Collatino-Prenestino, via Palmiro Togliatti di Roma? Per un terzo queste prostitute sono minorenni. Accade così che, nei commissariati, quando viene interrogata, la ragazza (che, ovviamente, è in schiavitù) dichiara un'età diversa da quella che ha.
Pertanto, polizia, carabinieri e forze dell'ordine attendono dal Governo un'iniziativa. Con la mia interrogazione a risposta immediata chiedo, quindi, al Governo - dal momento che abbiamo tutte le statistiche in merito a tale fenomeno - quali iniziative intenda adottare, affinché i clienti di prostitute minorenni possano essere puniti, cosa che non accade nei confronti dei clienti di prostitute maggiorenni, perché, purtroppo, le nostre leggi sono carenti e, quindi, possono essere puniti solo per atti osceni in luogo pubblico e via seguitando.
Mi sembra incredibile che il Ministro...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
TEODORO BUONTEMPO. ... autorizzi un'indagine su un parlamentare e che non abbia promosso alcuna iniziativa affinché i clienti delle prostitute minorenni vengano puniti.
(Stato dell'edilizia carceraria, con particolare riferimento alle recenti notizie relative all'esistenza di carceri ultimate ma non utilizzate - n. 3-01345)
PRESIDENTE. Il deputato Pisicchio ha facoltà di illustrare la sua interrogazionePag. 14n. 3-01345, concernente lo stato dell'edilizia carceraria, con particolare riferimento alle recenti notizie relative all'esistenza di carceri ultimate ma non utilizzate (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
PINO PISICCHIO. Onorevole Ministro, nello scorso anno le aule parlamentari approvarono il provvedimento dell'indulto per la ragione dell'insostenibilità di una situazione che vedeva costretti nelle carceri più di 64 mila detenuti, a fronte di una capienza di poco più di 40 mila.
Tale fatto rendeva la detenzione incompatibile con i principi costituzionali relativi all'umanità delle pene e alla loro finalità rieducativa. Dunque, mancavano gli spazi vitali delle carceri.
Negli ultimi giorni, tuttavia, i media televisivi e della carta stampata hanno denunciato la circostanza che almeno 24 carceri distribuite su tutto il territorio, finanziate, realizzate in tutto o in parte e pronte per l'uso, sarebbero oggi in stato di abbandono.
Le chiediamo, dunque, signor Ministro, di chiarire al Parlamento quali siano le ragioni di un tale stato di cose e quali interventi urgenti intenda adottare per superarlo.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, ringrazio molto il presidente Pisicchio per l'opportunità che mi offre, sul piano parlamentare, di interloquire - attraverso di lui - anche con chi è al di fuori di questa sede.
Infatti, desidero subito precisare che questa materia risale all'epoca precedente al mio insediamento in tale Dicastero, quindi a questa amministrazione, pertanto rientrante nella gestione di chi mi è stato indicato al vertice dell'amministrazione penitenziaria.
Di questi venticinque istituti a cui l'interrogante si riferisce, la gran parte è costituita da case mandamentali. Tale tipologia di istituti (ben 350 in totale), costituita da immobili di proprietà dei comuni, è stata soppressa da leggi precedenti. I relativi edifici - in numero di 329 - sono stati restituiti già da tempo, da anni immemorabili, ai comuni proprietari, mentre, per i rimanenti ventuno edifici, è stata mantenuta la destinazione penitenziaria.
Tra gli istituti soppressi e restituiti ai comuni proprietari, alcuni sono quelli di Pescia, Villalba, Monopoli, Minervino Murge, Accadia (parlo di zone che lei conosce molto bene), Castelnuovo della Daunia, Volturara Appula e Rotondella.
Ad esempio quest'ultima cosa mandamentale è stata soppressa il 14 luglio 1998 e l'immobile è stato restituito al comune; la casa mandamentale di Chiaromonte è stata soppressa il 31 marzo 2000, mentre la casa circondariale di Lagonegro è stata chiusa il 3 dicembre 1992.
Quindi, come vede, si tratta di fatti relativi ad anni passati, mentre invece presso l'istituto di Gela, ad esempio, sono stati compiuti dei lavori di ristrutturazione ed entro il 26 novembre sarà riconsegnato all'amministrazione penitenziaria.
Gli altri istituti sono regolarmente aperti e funzionanti, fatta eccezione per quello di Pontremoli che è temporaneamente chiuso per destinarlo ad una nuova e diversa tipologia di detenuti: era un carcere, in larga misura, femminile e in quell'area - per fortuna - non vi sono donne detenute. Per quanto riguarda quelli di Bovino, Codigoro e Mileto, ai quali si riferisce l'interrogante, se ne prevedeva invece in parte la dismissione nel 2003 mediante il ricorso allo strumento della permuta che riguardava i comuni.
Devo però anche dire che è mia intenzione - spero che venga ascoltato anche nei dintorni della mia vecchia amministrazione penitenziaria - procedere alla riapertura di tutti questi istituti malgrado il non ottimale rapporto tra la loro capienza e il loro costo. Ritengo infatti che in questo campo il criterio meramente economico non possa essere la sola guida delle decisioni del Ministero.Pag. 15
Quanto alle case circondariali situate a Capanne (a Perugia), a Gragnano o Tempio Pausania, la prima risulta funzionante, mentre la seconda, realizzata dal comune, fu soppressa nel 2003 (parlo di Gragnano) in quanto edificata su un suolo cavernoso (quindi saltò tutto in aria). La terza è stata ristrutturata ed è in attesa del collaudo; il DAP ha avviato le procedure per l'assegnazione del personale.
Devo comunque sottolineare che i tagli alla spesa pubblica hanno reso anche esigui i fondi utilizzabili per procedere ad interventi di ampliamento e ristrutturazione.
PRESIDENTE. Signor Ministro, concluda.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Concludo, Presidente. Da ultimo debbo dirle che i nuovi istituti penitenziari che devono essere costruiti rientrano nella competenza del Ministero delle infrastrutture e pertanto qualsiasi rilievo sui tempi di realizzazione ex novo di istituto penitenziario non può essere mosso alla mia amministrazione, perché riguarda chi è preposto alla realizzazione delle opere pubbliche, non certamente a me.
PRESIDENTE. Il deputato Pisicchio ha facoltà di replicare per due minuti.
PINO PISICCHIO. Signor Presidente, il Ministro ha svolto una risposta puntuale e lo ringrazio. Certo, non è lenita la preoccupazione di chi assiste o ha assistito a situazioni di spreco che si sono determinate in seguito a scelte di edilizia carceraria compiute in passato, sia con riferimento alla possibilità di recupero alla originaria destinazione che alla possibilità di alienazione agli enti locali.
Qualche esempio lo ha fatto lei, signor Ministro, ma considererei, per esempio, quelle situazioni afferenti a realtà che conosco: la Puglia (cinque o sei carceri per una spesa complessiva di 10 milioni di euro) o la vicina Basilicata (sei istituti costruiti per 32 milioni di euro spesi e non utilizzati).
Abbiamo apprezzato l'attenzione che lei ha rivolto, signor Ministro, a questa vicenda, dando anche mandato al DAP, al Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria di verificare ogni utile possibilità di recupero dell'esistente, di concerto col Ministero delle Infrastrutture che si è, peraltro, reso disponibile ad esercitare un intervento sempre più diretto ed impegnativo nel settore.
Dal canto suo, la Commissione Giustizia della Camera e concludo, attraverso il comitato per l'edilizia carceraria istituito nel suo seno, non farà mancare la sua collaborazione con un'attività costante di monitoraggio, affinché episodi come quelli denunciati non abbiano più a verificarsi né debba più farsi ricorso all'indulto per sopperire alla mancanza di spazi vitali (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
(Dati relativi alla recidiva da parte dei beneficiari dell'indulto ed alla concessione ai detenuti di misure alternative e benefici penitenziari - n. 3-01346)
PRESIDENTE. Il deputato D'Elia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01346, concernente dati relativi alla recidiva da parte dei beneficiari dell'indulto ed alla concessione ai detenuti di misure alternative e benefici penitenziari (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, signor Ministro come lei sa da mesi è in corso una colossale, straordinaria e senza precedenti campagna cosiddetta sulla sicurezza e certezza della pena e l'emergenza criminale nel nostro Paese. Si tratta di una campagna giornalistica, politica, allarmistica e demagogica, volta a cancellare quanto acquisito dal nostro Paese in termini di civiltà giuridica e soprattutto di diritti delle persone detenute.
In pratica, questa la consideri un'interrogazione di servizio pubblico. Lei ha l'occasione di rendere, oltre che al Parlamento, all'opinione pubblica i dati sullaPag. 16realtà. Ci informi sui dati relativi alla recidiva per chi ha beneficiato dell'indulto o delle misure alternative o altri benefici penitenziari, soprattutto di quelli della legge Gozzini, visto che questa campagna, che ha echi anche in questo Parlamento, mira alla sua revisione o, addirittura, alla sua soppressione.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Onorevole D'Elia, fare chiarezza su tutto quello che è artatamente distorto è un privilegio che spetta a pochi. La ringrazio per l'occasione che mi dà e intendo esercitare questa facoltà, perché ritengo quasi doveroso per un Ministro della giustizia recidere queste connessioni, a mio parere ingiustificate, che ultimamente hanno abbinato anche la legge Gozzini all'indulto e alla recidiva.
La legge che ha riformato l'ordinamento penitenziario, che tutti conosciamo come legge Gozzini, è stata introdotta con il chiaro fine di umanizzare le pene nei confronti dei condannati con una pena non superiore ai tre anni.
Si tratta di una finalità perseguita anche dalla Costituzione all'articolo 27, per cui non credo si possa discutere della sua attualità o della sua efficacia senza che tutte le forze politiche abbiano avuto la possibilità di esprimersi nel comune interesse e della tutela dei cittadini.
Per quanto mi riguarda, non credo che la sola repressione possa garantire la sicurezza, ma ciò non significa che non si possa aprire un dibattito (infatti, si è aperto) o che non voglia farmene promotore.
Quanto all'indulto e alla recidiva, vorrei porre l'accento sull'arbitraria e ossessiva correlazione, che anche lei ha ricordato, che ultimamente viene fatta, in maniera mediatica e in maniera non giusta, tra i due istituti.
Anche in questo caso si è cercato di legare cose, fatti o persone a fenomeni ed eventi e anche in questo caso il risultato è stato quello di determinare l'assimilazione tra i concetti, indipendentemente dalla veridicità o meno del collegamento. Voglio ricordare a tutti, peraltro, che l'indulto fu votato e sostenuto a larghissima maggioranza in questa sede e fuori (molti lo hanno dimenticato, io certamente no).
Quanto ai dati, quei pochi disponibili di cui posso renderla partecipe in questa circostanza, per la complessità dei rilievi che il Dipartimento dell'amministrazione giudiziaria ha potuto raccogliere, risulta che dei circa 26 mila soggetti beneficiari dell'indulto soltanto circa 6 mila sono rientrati in carcere in un arco di tempo di un anno e tre mesi.
La recidiva, che si assestava al 48 per cento prima dell'indulto, ossia - lo spiego per i telespettatori e le telespettatrici - coloro che, dopo aver compiuto un reato, ne commettevano un altro raggiungevano la percentuale del 48 per cento, mentre un anno dopo la presenza dei recidivi in carcere è pari al 42 per cento.
Quindi, l'effetto dell'indulto da questo punto di vista è stato positivo, perlomeno nella misura del decremento del 6 per cento; tali dati includono anche i detenuti usciti dal carcere a seguito dell'indulto e in quel momento arrestati.
Non è stato possibile - mi dispiace - acquisire i dati relativi alla recidiva e alle revoche delle misure dei benefici per commissione di nuovi reati, né ovviamente è stato possibile compararli con quelli di altri Paesi europei.
Su questi punti mi riservo di riferire in prosieguo a rilevazione ultimata.
PRESIDENTE. Il deputato D'Elia ha facoltà di replicare.
SERGIO D'ELIA. Signor Ministro, la ringrazio per le informazioni non complete - lo ha ammesso lei - che ha fornito sulla mia interrogazione. Qualche dato glielo fornirò io, forse le potrà essere utile.
Da quello che lei ci dice e dai dati in nostro possesso, la legge Gozzini si è dimostrata uno strumento straordinario di lotta alla recidiva e, quindi, di tutela della sicurezza sociale. Concedendo a un detenuto di uscire un mese prima, due mesi prima, un anno primaPag. 17dal carcere, perché ha pene lunghissime, o in semilibertà o in lavoro esterno, abbiamo recuperato alla società una persona che non ha più commesso delitti.
L'obiettivo, quindi, della legge di far uscire dal carcere una persona diversa da quella che era quando è entrata, non più o, quanto meno, meno pericolosa di quanto lo fosse prima che entrasse in carcere, mi pare un obiettivo raggiunto.
Le fornisco un dato: nel 2006 vi sono state 42.290 misure alternative o benefici e solo 66 revoche per commissione di nuovi reati durante i benefici. Parliamo dello 0,16 per cento!
Per quanto riguarda il 2007, il dato è ancora più clamoroso, giacché siamo sotto gli effetti dell'indulto: a fronte di 7.304 benefici concessi si sono avute solo dieci revoche verso detenuti che hanno commesso reati, quindi lo 0,14 per cento. Se ascoltiamo le televisioni, le trasmissioni di approfondimento o leggiamo i giornali, sembra che in Italia non si faccia altro che ammazzare il vicino di casa, stuprare la fidanzata, massacrare la moglie o i bambini. Il pericolo non è nella legge Gozzini, ma nell'informazione che si sta dando.
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
SERGIO D'ELIA. Ed è un pericolo per la nostra società, per il nostro diritto, per la nostra civiltà.
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
SERGIO D'ELIA. Ho concluso, signor Presidente. Si incute paura per chiedere uno Stato più autoritario, uno Stato illiberale, uno Stato fascista.
(Schema di decreto ministeriale relativo all'utilizzo del personale del Corpo di polizia penitenziaria negli uffici dell'esecuzione penale esterna - n. 3-01347)
PRESIDENTE. Il deputato Daniele Farina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01347, concernente lo schema di decreto ministeriale relativo all'utilizzo del personale del Corpo di polizia penitenziaria negli uffici dell'esecuzione penale esterna (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
DANIELE FARINA. Signor Presidente, signor Ministro, mi riferisco ai dati che sono stati appena forniti, che mi sollevano dall'incombenza di una lunga trattazione. E proprio perché siamo in tempi di campagna per la sicurezza dei cittadini, in parte artata e in parte vera, desta sorpresa la notizia che sarebbe, anzi è in gestazione un decreto ministeriale volto ad utilizzare il personale del Corpo della polizia penitenziaria negli uffici dell'esecuzione penale esterna. Sono proprio quegli uffici i cui risultati meritori, direi anzi eccezionali, testimoniano come alcune cose del sistema della giustizia complessivamente funzionano, e funzionano egregiamente. L'interrogazione da me presentata è rivolta a capire qual è la ratio di questo provvedimento.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. In primo luogo, faccio presente all'onorevole Farina che nel corso della stesura della bozza di decreto interministeriale riguardante l'inserimento del personale del Corpo di polizia penitenziaria negli uffici di esecuzione penale esterna, è stata posta massima attenzione all'osservazione delle proposte pervenute dalle organizzazioni sindacali e dall'Ordine nazionale degli assistenti.
Dovrò poi osservare che l'articolo 3, comma 1, lettera b), attraverso un'integrale riformulazione dell'articolo 71 dell'ordinamento penitenziario, ha istituito gli uffici penali di esecuzione esterna in luogo dei centri di servizio sociale per adulti fino allora esistenti. Il comma 1 dell'articolo 71 dispone che gli uffici di esecuzione penale esterna dipendono dal Ministro della giustiziaPag. 18e la loro organizzazione è disciplinata con regolamento adottato da parte del Ministro. Il comma 2 dell'articolo 71, sempre dell'ordinamento penitenziario, individua le competenze degli uffici di esecuzione penale esterna.
Per quanto qui interessa, è evidenziato che accanto a competenze già stabilite in relazione ai centri di servizio sociale, gli uffici in questione propongono all'autorità giudiziaria il programma di trattamento da applicare ai condannati che chiedono di essere ammessi all'affidamento in prova e alla detenzione domiciliare, eseguono il controllo di esecuzione dei programmi da parte degli ammessi alle misure alternative e ne riferiscono all'autorità giudiziaria, proponendo eventuali interventi di modificazione e di revoca.
In tale contesto normativo, radicalmente mutato rispetto alla situazione anteriore regolata dalla legge n. 54 del 2005, la bozza di decreto menzionata dall'interrogante prevede in via sperimentale l'inserimento di personale di forze di Polizia penitenziaria, in un modello operativo imperniato sul programma di trattamento e di inclusione sociale a persone ammesse alla misura alternativa. In tale prospettiva, la bozza attribuisce alla Polizia penitenziaria prioritariamente rispetto alle altre forze di polizia la verifica del rispetto degli obblighi di presenza in determinati luoghi imposti alle persone ammesse alla misura alternativa.
Quanto ai soggetti affidati in prova al servizio sociale e in semilibertà, è invece previsto che l'attività di verifica possa essere chiesta e attivata rispettivamente dalla magistratura di sorveglianza e dal direttore dell'istituto penitenziario.
Ritengo quindi di poter dire che possano esser fugati, a mio parere, i timori evidenziati dall'onorevole Farina, sottolineando che i compiti di verifica della Polizia penitenziaria consistono unicamente nell'accertare la presenza in determinati luoghi del detenuto domiciliare, ovvero, se richiesto dalle menzionate autorità, degli altri soggetti ammessi a misure alternative, senza intaccare i profili concernenti l'attività propria dello specifico assistente sociale investito del caso, che anzi deve essere necessariamente sentito in sede di preparazione dell'ordine di servizio relativo all'attività di verifica.
PRESIDENTE. Il deputato Farina ha facoltà di replicare.
DANIELE FARINA. Signor Presidente, ribadisco il fatto che stiamo parlando e intervenendo su uno dei servizi della giustizia che ha dimostrato la sua straordinaria efficacia, proprio in relazione a quelle leggi, tra cui la legge Gozzini, a cui precedentemente, in altre interrogazioni, si è fatto riferimento.
Uno dei dubbi più rilevanti è che l'introduzione di una scissione in fase trattamentale nel rapporto fra la competenza di aiuto e quella di controllo possa far venir meno o rendere meno efficaci gli effetti di questo tipo di servizio. È questa la prima preoccupazione che le organizzazioni sindacali dei lavoratori dell'esecuzione penale esterna ci hanno rappresentato.
Va detto inoltre che oggi tale servizio di controllo è svolto essenzialmente dall'Arma dei carabinieri e dalla Polizia di Stato territorialmente diffuse: la costituzione di squadre della Polizia penitenziaria specializzate rappresenta dunque un di più - almeno nell'opinione di chi sta replicando - che rende ancor più difficili le condizioni di lavoro della Polizia penitenziaria stessa, che è sottoposta spesso a carichi di lavoro che fanno sì che sia costantemente sotto organico.
Dunque, pur essendo parzialmente soddisfatto della sua risposta, credo che la ratio che lei enunciava in principio non sia particolarmente felice. Non si capisce infatti la motivazione profonda per cui si interviene su un aspetto che va nel senso della sicurezza dei cittadini e su un pezzo dell'ordinamento della giustizia (nel senso più ampio che possiamo intendere) che funziona e che non è sottoposto a quello che le campagne giornalistiche definiscono lo «sfascio». Intervenire su tale settore significa infattiPag. 19mettere le mani in un assetto assai delicato, che è frutto di competenze, professionalità e sperimentazioni ormai largamente consolidate, nonché - lo ribadisco per l'ennesima volta - straordinariamente efficaci.
(Iniziative per prevedere adeguate sanzioni penali a carico di coloro che provocano incidenti stradali guidando in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti - n. 3-01348)
PRESIDENTE. Il deputato Catone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01348, concernente iniziative per prevedere adeguate sanzioni penali a carico di coloro che provocano incidenti stradali guidando in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11).
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, signor Ministro, negli ultimi mesi, con cadenza quasi giornaliera, si sono verificati incidenti stradali mortali causati da conducenti in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di droghe. Non si tratta del solito noto problema delle stragi del sabato sera, ma di un altro, inquietante fenomeno, che si può definire delle «stragi del quotidiano»: stragi che peraltro, negli ultimi episodi, hanno avuto come vittime anche i bambini.
A nostro avviso, vi è in proposito un problema di carenza normativa nel rapporto fra il comportamento delittuoso e quella che, in base al comune senso della giustizia, deve essere la giusta pena. Desideriamo dunque sapere, signor Ministro, se non ritenga opportuno intervenire con estrema urgenza con una modifica sostanziale delle disposizioni oggi in vigore, introducendo nuove e più gravi ipotesi di reato, paragonabili penalmente a quella dell'omicidio volontario.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, il tragico fenomeno messo in luce dall'interrogazione dell'onorevole Catone mi induce a svolgere una prima riflessione. Se si osserva la drammatica sequenza delle tragedie dovute a condotte sconsiderate ed intollerabili, che spesso troncano assurdamente le vite dei giovani, distruggendo - ahimè per sempre - la pace di tante famiglie, si ha la netta impressione che esse debbano essere inquadrate con decisione ai più alti livelli di odiosa criminosità e che, di conseguenza, la risposta dello Stato debba necessariamente essere adeguata alla gravità e all'irreparabilità dell'aggressione, che è subita da tante vittime innocenti.
Posso assicurare che la Commissione per la riforma del codice penale, istituita presso il Ministero della giustizia sotto la presidenza dell'onorevole Pisapia, è ben consapevole di questo aspetto. È infatti oggi in corso di esame tecnico l'opzione fra varie possibilità per selezionare e sanzionare con la necessaria severità le più intollerabili fra le condotte in questione, come l'omicidio realizzato mediante la guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Questo è dunque l'intento di fronte a tanto scempio: adeguare la risposta punitiva, che non dovrà mai più essere equivoca o addirittura incomprensibile agli occhi dei cittadini.
In termini più propriamente tecnici, si valuterà se sia più adeguato un nuovo concetto di colpa grave o cosciente, con un irrigidimento qualitativamente serio della sanzione rispetto ai casi ordinari di colpa, o se invece non sia più consona alla stessa natura di queste condotte (ed allo sfregio lucido della vita che esse esprimono) il concetto di dolo eventuale, come peraltro anche di recente un insigne giurista e cattedratico ha rilevato sulla stampa.
In tale quadro, peraltro, non andranno dimenticati quei casi in cui ad essere perduto è non il bene supremo della vita, ma l'integrità fisica e psicologica della vittima: casi che a volte hanno menoPag. 20risalto dei primi, ma che generano lacerazioni, sofferenze e in taluni casi letteralmente dimezzano o annichiliscono la vita delle persone e delle famiglie, come accade per tante lesioni gravi, gravissime e permanenti che conseguono ai sinistri stradali.
Faccio presente, al riguardo, che l'attuale trattamento sanzionatorio delle lesioni colpose realizzate mediante condotte dissennate di guida è oggi punibile, in concreto, con una multa, e ciò non è più concepibile: anche in questo settore, nello spirito delle iniziative citate, intendo metter mano.
La stessa attenzione, da ultimo, intendo riservare ai necessari aggiustamenti del sistema sanzionatorio che riguardano, a prescindere dai delitti causati, la guida in stato di ubriachezza, evitando che i più scaltri possano sottrarsi agli accertamenti etilometrici andando incontro alla sola - seppure pesante - sanzione amministrativa oggi prevista.
I necessari interventi legislativi sono attualmente in avanzata fase di studio da parte del mio Dicastero, che intende proporli alle altre amministrazioni interessate in vista di una possibile introduzione del cosiddetto «pacchetto sicurezza» che sarà prossimamente esaminato dal Consiglio dei Ministri.
PRESIDENTE. Il deputato Catone ha facoltà di replicare.
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, signor Ministro sono contento che lei la pensi come me riguardo all'inefficacia attuale degli strumenti di legge di cui disponiamo. Sono anche contento delle iniziative che il suo Dicastero pensa di prendere, ma rimane un problema sostanziale: se le iniziative consistono nella presentazione di progetti di legge, noi sappiamo che di progetti di legge giacenti in Parlamento ve ne sono centinaia e centinaia - se non migliaia -, e che essi possono essere approvati o non essere approvati nell'arco di una legislatura, e che la loro discussione può essere iniziata tra mesi, se non, addirittura, tra anni.
Noi non sappiamo neanche se domani mattina ci ritroveremo tutti quanti in questa sede, data l'estrema debolezza del Governo!
Le chiederei, quindi, un atto di maggior concretezza e di serietà nei confronti dei cittadini italiani: lei, che può, sottoponga all'approvazione del Consiglio dei Ministri, intanto, un decreto-legge volto ad inasprire le pene, ma soprattutto ad inserire questa nuova tipologia di reato di omicidio per colpa grave, come ha appena ricordato.
Come lei ben sa, infatti, un decreto-legge ha efficacia immediata, altrimenti facciamo le solite chiacchiere: i cittadini sono stufi e - mi creda - padri di famiglia che vedono morire i loro figli (e non si tratta solo di bambini piccoli, vedendo tutti coloro che sono morti nelle ultime settimane) chiedono, comunque, una risposta efficace dello Stato.
Infine, se mi consente, può accadere che una signora che esce da un negozio si veda seguita da due baldi giovanotti, i quali si scoprono essere due finanzieri che, per prevenire l'elusione o l'evasione fiscale...
PRESIDENTE. Deputato Catone, deve concludere.
GIAMPIERO CATONE. ...le chiedono lo scontrino. Cerchiamo di destinare le forze dell'ordine alla prevenzione anche di questi omicidi (Applausi dei deputati del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI)!
(Iniziative per incrementare le risorse destinate al settore giustizia - n. 3-01349)
PRESIDENTE. Il deputato Leone ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-01349 concernente iniziative per incrementare le risorse destinate al settore giustizia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
ANTONIO LEONE. Grazie deputato Presidente, sono sotto gli occhi di tutti gliPag. 21sfoghi di alcuni magistrati - numerosi, per la verità -, che si lamentano sia della impossibilità di utilizzare mezzi di sicurezza (specialmente per coloro che si trovano impegnati nella lotta alla criminalità organizzata), sia della mancanza, nei vari uffici giudiziari, degli stessi beni essenziali.
Lei prima, rispondendo ad una interrogazione di un collega, ha detto che ha intenzione di riaprire, addirittura, tutte le carceri (non solo quelle che sono state chiuse, ma anche quelle che non sono mai state aperte dopo essere state costruite).
Vorremmo sapere se lei sia soddisfatto di quanto il Governo ha previsto per il settore della giustizia nel disegno di legge finanziaria, o se non ritiene, eventualmente, di dar man forte al Parlamento per far sì che le risorse che non sono state previste, e che potrebbero esserlo, sulla base del convincimento che si tratti di un settore da supportare, possano essere destinate al settore in parola.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Onorevole Leone, non credo che siano le notizie giornalistiche o gli sfoghi dei magistrati - di alcuni magistrati - a rendere attuale, e anche imperioso, il problema delle risorse destinate alla giustizia. Non lo sono certamente per me da quando - più o meno, forse, incautamente, a vedere le circostanze attuali - ho chiare le difficoltà economiche che attraversa il mio Ministero e con le quali sono costretto a confrontarmi in modo quotidiano.
Si parla sempre, però, di una coperta troppo corta e ciò avviene nella logica dei Governi e delle coalizioni perché, allorché si fronteggiano le situazioni, ognuno le guarda dal proprio angolo visuale e dal mio, evidentemente, non mi pare che si possano «decantare» fiumi di risorse o fondi che possano anche incrementare. Si tratta di una logica non viziosa, non burocratica che invece vorrei più celere nella mia amministrazione.
Però è necessario anche il senso e le proporzioni delle istituzioni come tali e quindi so che anche per gli altri miei colleghi vi sono uguali difficoltà e debbo anche dirle che nel 2008, nel disegno di legge finanziaria, i debiti ereditati dal passato vengono parzialmente sanati. Sono stati previsti 25 milioni di euro per coprire quanto era dovuto per gli stipendi degli ufficiali giudiziari; sono stati stanziati più di 100 milioni di euro per il fondo di investimento di edilizia giudiziaria, penitenziaria e minorile e rispetto al passato si è avuto un incremento di 100 milioni di euro. Inoltre, sono stati anche previsti accantonamenti per la copertura di nuove iniziative legislative e grazie a tali fondi spero si dia inizio al recupero arretrato.
Tuttavia, accolgo il suo invito. Se il Parlamento, nella sua sovranità, dapprima al Senato dove è in discussione il disegno di legge finanziaria e successivamente alla Camera, vorrà discutere, dare apporti, integrazioni e determinare entità economiche rilevanti per eliminare la diffidenza, la collera presente tra i cittadini rispetto alle istituzioni, per evitare ulteriori sfoghi di magistrati rispetto a ristrettezze o difficoltà di bilancio che creano problemi e impedimenti nelle loro opzioni investigative o in luoghi di frontiera, laddove sono esposti in maniera difficile nel contrasto alla criminalità, ben vengano. Poiché sono un vecchio parlamentare, ritengo che da qualsiasi luogo possano arrivare risorse, tempestivamente con le proposte al disegno di legge finanziaria, sono ben accetti emendamenti e contributi in tal senso.
Io sono una persona che ragiona così: non guardo se il gatto è bigio o nero. È importante che prenda i topi. Speriamo in questo caso di prendere, perlomeno, qualche topolino.
PRESIDENTE. Il deputato Vitali, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, signor Ministro, voglio subito dire che noiPag. 22siamo dalla sua parte. Siamo dalla sua parte come cittadini, come operatori del diritto e anche come parlamentari dell'opposizione, perché riteniamo che il Dicastero che ella dirige sia di valore cruciale, sensibile, importante e non può essere qualificato né di destra, né di sinistra, perché va incontro alle aspettative e ai bisogni dei cittadini.
Noi svolgeremo la battaglia in Parlamento, onorevole Ministro, a condizione che anche la sua maggioranza sia disposta ad aiutarci in questo senso. Però, dobbiamo registrare che, a fronte di questa nostra disponibilità, registriamo un taglio sempre maggiore di risorse per la giustizia. Abbiamo cominciato subito con il cosiddetto famigerato decreto Bersani, e dico «famigerato» per le conseguenze che ha provocato nel settore della giustizia. Poi, abbiamo continuato con la legge finanziaria dell'anno scorso e, ora, lei ci annuncia iniziative nell'attuale disegno di legge finanziaria che non sappiamo se saranno adeguate o sufficienti a far fronte alle problematiche.
Credo che oggi nel nostro Paese vi sia un bisogno e un'esigenza di sicurezza. Essa significa giustizia e la giustizia significa risorse.
Vi è un problema di certezza della pena e si tratta di un problema di giustizia e di risorse. Vi è un problema di contenzioso ed è un problema di giustizia e di risorse.
Lei ha detto, e noi siamo d'accordo, che riaprirà queste carceri e le utilizzerà, ma è necessaria la polizia penitenziaria e, pertanto, dobbiamo assumere agenti di polizia penitenziaria ed occorrono risorse.
Pertanto le chiediamo, signor Ministro, di essere più coraggioso e se ci consente anche più ultimativo nei confronti del Presidente del Consiglio e del Ministro dell'economia e delle finanze, perché non si possono celebrare nozze con i fichi secchi e non si possono dare risposte ai cittadini con promesse e parole. Noi faremo la nostra parte e ci auguriamo che lei e la sua maggioranza facciano la loro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
(Utilizzo dello strumento del credito d'imposta per l'assunzione di lavoratori a tempo indeterminato da parte delle imprese, con particolare riguardo allo sviluppo delle aree sottoutilizzate - n. 3-01350)
PRESIDENTE. Il deputato Aurisicchio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01350, concernente l'utilizzo dello strumento del credito d'imposta per l'assunzione di lavoratori a tempo indeterminato da parte delle imprese, con particolare riguardo allo sviluppo delle aree sottoutilizzate (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13).
RAFFAELE AURISICCHIO. Signor Presidente, signor Ministro, qualche anno orsono fu introdotta, nel nostro ordinamento, la norma per la concessione alle imprese operanti, in particolare nelle regioni meridionali, di un credito di imposta per nuove assunzioni di lavoratori a tempo indeterminato. Il risultato fu molto positivo sul piano dell'incremento occupazionale e anche della emersione del lavoro nero.
Più di recente questo provvedimento non è stato più rifinanziato e nemmeno nella manovra economica presentata dal Governo sono previste risorse al riguardo.
L'interrogazione, che le rivolgo anche a nome dei deputati di Sinistra Democratica, è finalizzata a conoscere gli intendimenti del Governo in merito alla possibilità di riattivare la misura quale mezzo utile per favorire lo sviluppo delle aree sottoutilizzate e per accrescere l'occupazione.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, siamo impegnati, come è noto, in un'operazione di rivisitazione degli strumenti di sostegno alle imprese e anche delle politiche per il Mezzogiorno. Uno dei criteriPag. 23che stiamo adottando è quello del maggior utilizzo di strumenti automatici di agevolazione fiscale per assicurare certezza e rapidità nell'erogazione dei contributi e neutralità nelle scelte.
Ricordo che, a fianco di tale rivisitazione, abbiamo avviato in queste settimane una nuova programmazione per gli anni 2007-2013, che impegna per lo sviluppo del Sud oltre 100 miliardi di euro su dieci priorità, puntando fortemente sulla competitività delle imprese e l'innovazione del sistema produttivo.
Ricordo anche che nella scorsa legge finanziaria abbiamo riattivato il credito di imposta per gli investimenti, aggiungendo risorse ai 100 miliardi di cui parlavo e, non appena approvato in questi giorni dall'Unione europea il codice degli aiuti, vi sarà la ripresa di tale canale di sostegno agli investimenti in modo stabile per i prossimi anni.
Infine, ricordo che abbiamo anche riutilizzato una parte, con questa legge finanziaria, della legge n. 488 del 1992 (residui e rinunce) per un nuovo programma relativo all'occupazione, rivolto a 30 mila giovani laureati meridionali per favorire il loro inserimento lavorativo, dando priorità ai contratti a tempo indeterminato.
Alla luce di tutto ciò, stiamo anche valutando, in questo periodo, nel quadro di disponibilità dei vincoli di bilancio, di adottare altri strumenti, in particolare, i crediti di imposta per l'occupazione, ma bisogna tenere conto di alcuni elementi: dal 2007 è operante un intervento sul cuneo fiscale, che comporta un beneficio di 5 mila euro di sgravi contributivi, incrementato per le imprese che operano nel Mezzogiorno, in caso di assunzione di personale femminile; il credito di imposta sull'occupazione - cui l'onorevole fa cenno - ha registrato richieste decrescenti da parte delle imprese, per cui vi è stato un definanziamento di tale misura e la dotazione netta, per il periodo 2003-2006, è stata di 950 milioni di euro che, comunque, è eccedente rispetto alle richieste avanzate all'Agenzia delle entrate dalle imprese meridionali che, al 30 novembre 2006, ammontavano a 940 milioni di euro.
Infine, ricordo che abbiamo varato, con la legge finanziaria 2005, e successive modifiche, una nuova misura di sostegno all'assunzione a tempo indeterminato, che prevede, fino al 31 dicembre 2008, un intervento...
PRESIDENTE. Ministro Bersani, concluda.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. ... che consente un contributo massimo pari a oltre 350 euro per le assunzioni a tempo indeterminato.
In questo contesto, quindi, ribadisco la disponibilità a considerare un'ulteriore ripresa del credito d'imposta per l'occupazione, tenendo conto, però, che sono attive ormai parecchie misure.
PRESIDENTE. Il deputato Aurisicchio ha facoltà di replicare.
RAFFAELE AURISICCHIO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta puntuale e articolata sull'insieme dei provvedimenti contenuti nella manovra economica proposta dal Governo e anche per il suo riferimento alla possibilità di determinare il ripristino di questa misura che, come è stato detto, può avere un positivo impatto rispetto alla realtà del Mezzogiorno d'Italia, ove continua a registrarsi una forte emergenza occupazionale.
Le statistiche non sempre riescono a dare conto dell'entità di tale fenomeno, in quanto tanti giovani in cerca di occupazione non si iscrivono ormai quasi più alle liste di collocamento. D'altra parte, sono sempre di più i giovani che riprendono la via dell'emigrazione verso il centro-nord.
Consideriamo utili misure come quelle previste nel disegno di legge finanziaria finalizzate a consentire l'ingresso nelle imprese del Mezzogiorno di 30 mila giovani laureati come stagisti. Credo, tuttavia, che tale misura non sia sufficiente in tal senso e riteniamo che un consistente contributoPag. 24possa venire dal ripristino della misura del credito d'imposta per nuove assunzioni a tempo indeterminato.
In tal senso, al Senato Sinistra Democratica ha già presentato un emendamento al disegno di legge finanziaria, che prevede la corresponsione alle imprese del Mezzogiorno di un credito di imposta pari a 400 euro mensili per ogni nuova assunzione in più rispetto alla base occupazionale media nelle aree dell'obiettivo Convergenza e di 300 euro in più nelle altre regioni del Mezzogiorno.
(Iniziative in ordine alla lettera della federazione regionale Emilia Romagna degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri relativa agli impianti di termovalorizzazione - n. 3-01351)
PRESIDENTE. La deputata Francescato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01351, concernente iniziative in ordine alla lettera della federazione regionale Emilia Romagna degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri relativa agli impianti di termovalorizzazione (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 14).
GRAZIA FRANCESCATO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi, qual è il compito di un medico? È ovvio: curare i malati e occuparsi della salute della gente. È lapalissiano.
Preoccuparsi della salute dei cittadini è esattamente ciò che hanno fatto i medici dell'Emilia Romagna, che hanno segnalato, in una lettera inviata il 10 settembre scorso agli amministratori della loro regione, i rischi per la salute e per l'ambiente connessi agli inceneritori. Apriti cielo! Il Ministro Bersani li ha subito bacchettati e ha anche chiesto ai suoi colleghi Turco e Mastella di adottare misure contro tali medici.
Signor Ministro, siamo convinti e sicuri che lei tiene quanto noi alla salute dei cittadini. Siamo convinti che sia necessario andare oltre le polemiche e vogliamo essere costruttivi. Siamo, quindi qui a chiederle se intende rinunciare alla richiesta di tali misure sanzionatorie, ascoltare anche la voce di questi medici, di tanti comitati...
PRESIDENTE. Deputata Francescato, la prego di concludere.
GRAZIA FRANCESCATO. ... di cittadini, esperti e specialisti e cogliere l'occasione per impegnare il Governo ad un serio monitoraggio sugli effetti dannosi, non solo degli impianti, ma di tutto il ciclo dei rifiuti.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, ringrazio per l'occasione che mi è data di chiarire alcuni punti. In primo luogo, non sottovaluto certo la salute pubblica, come qualcuno fuori di qui - in modo anche per me offensivo - ha voluto sostenere. Vorrei solo che la salute pubblica fosse garantita da chi deve garantirla e anche alla luce delle più recenti acquisizioni scientifiche.
In secondo luogo, qualunque cosa si pensi dei termovalorizzatori, è bene sapere che in Italia ve ne è un utilizzo marginale (il 12 per cento dei rifiuti, mentre in Germania il 22 per cento, in Francia il 35 per cento, in Svezia il 45 per cento) e che le regioni italiane con il più alto tasso di raccolta differenziata sono anche quelle che hanno i termovalorizzatori.
Inoltre, l'incentivo ai termovalorizzatori CIP/6 non c'è più da quando lo abolii nel 1997, mentre l'incentivo dei «certificati verdi» nell'ultima finanziaria è stato ridotto, secondo le norme europee, alla parte biodegradabile e ogni procedura autorizzativa per i termovalorizzatori in Italia, come in Europa, prevede l'intervento pubblico attraverso valutazione di impatto ambientale, VAS, conferenza di servizi, autorizzazioni regionali, e via dicendo.Pag. 25
In terzo luogo, onorevole Francescato, i medici sono una cosa, gli ordini dei medici un'altra. Le ASL sono una cosa, le ARPA un'altra, l'ordine dei medici un'altra ancora. Se si perdesse questa piccola distinzione, dovremmo convenire che è legittimo per l'ordine degli avvocati di Vercelli dire la sua sulla colpevolezza o meno del giovane di Garlasco.
Per di più, la federazione dell'ordine dei medici dell'Emilia Romagna non ha invitato alla prudenza, ma ha pubblicamente invitato le amministrazioni pubbliche a sospendere i nulla osta autorizzativi, anche quelli in corso di valutazione da parte di ASL, ARPA e istituti che hanno al loro interno dei medici che credo sappiano fare il loro mestiere.
Pertanto voglio chiarire, onorevoli colleghi, che non c'è nessuna volontà punitiva nella mia iniziativa. Ho solo voluto mettere un «alt», perché i cittadini in Italia sono già di fronte a procedure di cui non comprendono la linearità e il punto di chiusura per il sì o per il no; sono sempre di fronte alla delegittimazione degli istituti che devono garantire la loro certezza e la loro sicurezza.
L'ordine dei medici, finché rimane un ordine e non una libera associazione, deve fare l'istituzione: se ha qualcosa da dire, sanzioni quei medici che non si sono comportati correttamente in una procedura.
Per il resto, invece, vi è la libertà delle associazioni, dei cittadini - medici o meno che siano - delle formazioni politiche di opporsi a un termovalorizzatore, secondo i loro argomenti.
PRESIDENTE. Ministro Bersani, la invito a concludere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Facciamo attenzione, però, perché se dilaga questo modo di intervenire confondendo le carte davanti all'opinione pubblica, in questo Paese aggiungeremo confusione a confusione.
Tutto qui: ho voluto impedire che dilagasse, come spesso succede in Italia, un modo improprio di dialogare fra istituzioni. Per il resto, non c'è nessun intervento punitivo.
PRESIDENTE. La deputata Francescato ha facoltà di replicare, per due minuti.
GRAZIA FRANCESCATO. Signor Ministro, ci fa piacere che non ci sia nessuna intenzione punitiva e che, quindi, lei receda dalle richieste sanzionatorie.
In secondo luogo, ho detto a chiare lettere che ritengo che lei, come tutti noi, sia interessato alla salute dei cittadini e, quindi, proprio perché è interessato alla salute sia dell'ambiente sia dei cittadini (che sono intrecciati come le dita delle due mani), è importante ricordare che gli inceneritori emettono 3 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di rifiuto bruciato. Le ricordo che essi vanno quindi nella direzione opposta alla riduzione delle emissioni richiesta dal Protocollo di Kyoto e dalle politiche energetiche europee.
Ma non basta: questi impianti producono un cocktail di veleni: cadmio, mercurio, diossine, furani e particolato sottile.
Pertanto, invece di premere l'acceleratore sugli inceneritori, perché, come predicano le direttive europee e il troppo spesso dimenticato programma dell'Unione, non dobbiamo puntare con decisione sulle tre «r»: riduzione dei rifiuti all'origine, raccolta differenziata - cito la sua Emilia Romagna, dove il nostro assessore Pinuccia Montanari a Reggio Emilia ha raggiunto il 70 per cento della raccolta: si può fare se si vuole - e riciclo. Poi - perché no? - quello che rimane può avere un trattamento d'avanguardia, come, per esempio, quello biologico.
Dunque, è arrivato il momento - lo ripeto - di fare un serio programma di monitoraggio di questi impianti, con indicatori precisi e analisi di rischio su tutto il ciclo dei rifiuti, come prevede l'Unione europea.
Quanto al CIP/6, lei sa meglio di me che si è trattato di una truffa; sa meglio di me che gli inceneritori riescono a rimanere sul mercato perché ogni anno, tramite il pagamento delle nostre bollette,Pag. 26vengono raccolti circa 2,4 miliardi di euro che dovrebbero essere destinati alle fonti rinnovabili e vanno invece ad alimentare la produzione di energia dai rifiuti. È la famigerata truffa del CIP/6, alla quale è arrivato certamente il momento di dire basta.
Pertanto, non prendiamocela con i medici che fanno il loro lavoro, che sia l'ordine dei medici o i medici. Mi rendo conto che sussiste una distinzione e sono d'accordo, ma comunque l'importante è che possano esprimere la loro opinione e fare il loro mestiere, che è quello di difendere la salute e l'ambiente dei cittadini, che sono prioritari rispetto a qualunque altra considerazione.
Difendiamo l'ambiente e la salute dei cittadini e magari anche le loro tasche (Applausi dei deputati del gruppo Verdi)!
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,50 dopo una breve ripresa della riunione del Parlamento in seduta comune ai fini della comunicazione dell'esito della votazione per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale.
La seduta, sospesa alle 16,40, è ripresa alle 17.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI