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Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casini (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Scusate il disturbo, onorevoli colleghi, ma il Parlamento è anche opposizione, non è solo maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).
ANDREA LULLI. Anche per te!
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, prendo atto della decisione del Presidente della Camera, che rispetto, di non aprire il dibattito che abbiamo richiesto in questa sede. Naturalmente obbedisco, Presidente, perché so che questo è il compito dei parlamentari. Tuttavia, se mi consente, signor ministro, il mio è un intervento sull'ordine dei lavori.
Ho sentito quello che lei ha detto sulla legge finanziaria, descrivendo l'intenzione di ascolto del Governo, la concertazione nel rispetto dei ruoli, l'elaborazione (Una voce dai banchi di Forza Italia: «Non ti ascolta!»)... Non mi interessa se mi ascolta o non mi ascolta. Io parlo per il Parlamento e per i parlamentari! Il ministro decide in base alla sua sensibilità se ascoltarmi o meno (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Prego i colleghi vicini ai banchi del Governo di non disturbare il ministro (Commenti dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale)...
GIORGIO JANNONE. Girati! Questo è il rispetto?
PRESIDENTE. Un po' di calma e di serenità! Colleghi, vi prego!
PIER FERDINANDO CASINI. Presidente, mi accontentavo soltanto di svolgere il mio intervento, anche perché mi sembra che il ministro - visto che lo stesso ha fatto una battuta sui comandamenti, ne faccio una anch'io -, in questa circostanza, abbia recitato alla perfezione il suo ruolo di Alice nel paese delle meraviglie (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo), perché ha descritto un paese contento e lieto di una legge finanziaria...
DARIO FRANCESCHINI. Sull'ordine dei lavori!
PIER FERDINANDO CASINI. Gli enti locali hanno partecipato con la concertazione all'elaborazione della legge finanziaria. Le imprese sono contente. C'è un piccolo particolare: gli enti locali, la Confindustria e le principali associazioni di categoria si stanno ribellando ad una finanziaria iniqua (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Sull'ordine dei lavori!
PRESIDENTE. Onorevole Casini, mi consenta, ma sono costretto...
PIER FERDINANDO CASINI. Arrivo al sodo. Sto terminando. Non posso svolgere un intervento sul contenuto, faccio un intervento sull'ordine dei lavori.Pag. 27
Chiedo al ministro - dal momento che questa è una sede politica - un impegno, appunto, politico. Lei ha detto che ha concertato con le parti sociali e che ha recepito un'intenzione di ascolto. Noi chiediamo al ministro, alla maggioranza e al Governo di non blindare questa legge finanziaria e di aprirsi all'ascolto del Parlamento. Il Parlamento è anche l'opposizione; e l'opposizione presenterà propri emendamenti per cambiare profondamente questa legge finanziaria. Mi auguro che l'intenzione di ascolto non si fermi alle parti sociali, ma riguardi anche chi svolge un ruolo determinante di opposizione democratica (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. La ringrazio, Presidente. Devo dire che l'intervento dell'onorevole Casini...
PRESIDENTE. Onorevole Giorgetti, permetta a chi sta presiedendo questa Assemblea di interromperla. Ho verificato quanti colleghi hanno chiesto di parlare sull'ordine dei lavori e ho compreso ciò che sta accadendo (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Applausi). Consentitemi di terminare. Fermo restando che la legge 1o marzo 1964, n. 62, ed il regolamento della Camera non configurano alcun diritto per i parlamentari di intervenire dopo l'esposizione del ministro, poiché ho visto che vi sono numerose richieste di intervento sull'ordine dei lavori, per evitare una finzione, in via del tutto eccezionale, senza che questo configuri alcun precedente, ascoltato il Presidente della Camera Fausto Bertinotti...
DARIO FRANCESCHINI. No!
PRESIDENTE. ...per alleggerire la tensione dell'Aula - e questa è prerogativa del Presidente dell'Assemblea, onorevole Franceschini - ritengo di poter autorizzare un intervento per gruppo, per una brevissima durata (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Alleanza Nazionale), senza che - lo ripeto - questo configuri alcun precedente. Lo scopo è solo quello di alleggerire la tensione del dibattito. Darò quindi la parola ad un oratore per gruppo che ne faccia richiesta.
Ha facoltà di parlare l'onorevole Alberto Giorgetti.
ALBERTO GIORGETTI. La ringrazio a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, Presidente, per questa sua determinazione.
Il ministro ha svolto una relazione che ha contenuti non solo tecnici, ma anche politici di grave considerazione nei confronti dell'operato svolto dal precedente Governo. Ciò merita delle risposte.
Una prima battuta sul tema è legata al richiamo del ministro ai comandamenti. Noi invitiamo a rispettare l'ottavo e il decimo comandamento, che riguardano, rispettivamente, la falsa testimonianza e l'accaparramento dei beni altrui. Questa legge finanziaria - così com'è esposta - non è coperta per più della metà delle risorse e colpisce in misura pesante le tasche dei contribuenti e dei cittadini italiani.
Noi vogliamo discutere delle scelte concrete, punto per punto; di quale sarà il percorso di sviluppo del paese; della concreta definizione, più in generale, del tema del trattamento di fine rapporto per i lavoratori dipendenti. Vogliamo individuare, quindi, percorsi virtuosi per la crescita del paese.
PRESIDENTE. Grazie...
ALBERTO GIORGETTI. Pochi argomenti, Presidente, ma sui quali vogliamo svolgere un dibattito vero (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)...
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PRESIDENTE. Grazie, onorevole.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ventura. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA. Signor Presidente, sono dell'opinione che su un provvedimento importante quale la legge finanziaria sia auspicabile il più largo confronto. Quindi, alle richieste dei colleghi dell'opposizione e del presidente Casini credo si possa rispondere: confronto ampio.
Ma al riguardo solleverei, Presidente, un'altra questione. Ritengo, infatti, che noi non possiamo trasformare la Camera dei deputati in un'indistinta Assemblea che si dà delle regole giorno per giorno nell'assenza di presupposti precisi che ne regolino la vita (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo). Ciò è quanto accade in vasti settori della società quando spesso si osserva: non si può, ma si consente; si consente, ma sarebbe meglio che il dibattito venisse ordinato prima!
Pertanto anche se non nei suoi confronti, Presidente, sollevo pur tuttavia un'obiezione, nel senso che maggioranza ed opposizione debbano conoscere le regole poste a presidio dei lavori parlamentari. Stupisce che continuamente tali questioni relative al regolamento siano poste da presidenti di gruppi dell'opposizione che sanno benissimo - ce lo hanno ricordato più volte non più tardi di sei mesi fa - quali siano le norme dei regolamenti parlamentari. Quindi, bando all'ipocrisia ed individuiamo le sedi adatte per un dibattito di merito sulla finanziaria. Giochetti come questi non sono né convincenti né edificanti né positivi per un confronto serio in questa Assemblea e in sede di Commissione (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Martino. Ne ha facoltà.
ANTONIO MARTINO. Signor ministro, io credo che lei possa confermare che in tempi non sospetti chi parla le ha sempre testimoniato la sua stima e la sua ammirazione; perciò molto mi ha stupito ascoltare le parole che lei ha pronunciato oggi in Assemblea.
Lei è stato un'economista di banche centrali, della Banca d'Italia e della Banca centrale europea; ma ha parlato, in questa Assemblea, di una zona di pericolo dei conti pubblici. Lei sa benissimo che tale espressione non ha senso comune; avrebbe dovuto - e ciò, infatti, ci saremmo attesi - precisare meglio di cosa stava parlando.
Non solo. Ha presentato un quadro di dissesto per l'Italia che sarebbe stato ereditato dalle politiche dei Governi precedenti: lei sa benissimo che i provvedimenti di politica economica producono effetti con un ritardo che non è calcolabile in anticipo ma che può essere di mesi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Il boom attuale delle entrate è dovuto alla politica fiscale del Governo Berlusconi, e questo lei lo dovrebbe sapere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
L'occupazione è aumentata, raggiungendo livelli che non hanno precedenti nella storia d'Italia, grazie alle nostre politiche; lei ha mentito deliberatamente presentando un quadro pessimistico.
Non ho mai ascoltato, signor ministro, un economista, quali che fossero le sue opinioni politiche, sostenere che si può promuovere lo sviluppo aumentando la tassazione. Nessuno mai! Lei lo ha fatto oggi in Parlamento: si vergogni (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, sono piuttosto stupito dalla decisione della Presidenza di autorizzare un dibattito; in un certo senso, comprendo le considerazioni svolte dall'onorevole Ventura, ma la richiesta che io avrei avanzato oggi sarebbe stata di posporre l'esposizione finanziaria del Governo al momento in cui i parlamentari conoscessero i testi sui quali l'esposizione si svolgeva.
È vero quanto si è ricordato; ho avuto nel pomeriggio la relazione previsionale e programmatica, che reca taluni dati; la relazione finanziaria, poi, l'avevo avuta giàPag. 29stamattina. Ma il testo del decreto-legge che contiene le misure fiscali che sono il cuore di questa politica non è stato ancora stampato e non è pervenuto alla Camera dei deputati. Noi, quindi, abbiamo ascoltato l'intervento del ministro in merito all'esposizione economico-finanziaria ed all'esposizione relativa al bilancio di previsione senza avere a disposizione un documento fondamentale.
Presidente, lei ha perfettamente ragione nel dire che l'esame dei testi legislativi deve avvenire prima in Commissione e poi in Assemblea, ma che il Governo parli su un provvedimento (il decreto-legge citato) di cui il Parlamento non è informato perché il testo non è ancora disponibile a me pare una violazione importante, a cui non si rimedia dando spazio ad un breve e stentato dibattito. Sarebbe stato più opportuno che il Governo avesse reso questa informativa all'indomani dell'emanazione di quel decreto-legge.
Al ministro dico che, se fosse vero quello che egli ha appena detto, le cifre relative alla crescita prevista, da lui e dal Governo, per gli anni 2007-2011 sarebbero ben diverse da quelle riportate sui vostri documenti: quel misero 1,5, 1,6 e 1,7 per cento è la dimostrazione che quelle che voi farete non solo non sono politiche per la crescita ma finiranno per non essere neanche politiche per l'equità.
PRESIDENTE. Onorevole La Malfa, proprio per questa ragione avevo assunto in un primo tempo una posizione diversa, per poi preferire - smentendomi, lo riconosco - seguire un'altra strada al fine di alleggerire la tensione in aula. Non c'è dubbio, infatti, che il suo intervento conferma l'inutilità di un dibattito in questa fase.
Ricordo che l'esposizione economico-finanziaria e quella relativa al bilancio di previsione svolte dal ministro all'inizio della sessione di bilancio hanno carattere informativo. Da tale caratteristica discende, quindi, che ad esse non debba seguire alcun dibattito. In ogni caso, mi pare che le richieste di intervento siano state soddisfatte.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, sono certamente un pessimo economista perché è noto a tutti che una buona formazione produce effetti positivi nel tempo, nel corso di tutta una vita, mentre una pessima formazione produce pessimi effetti. Avendo studiato all'università le nozioni di economia sui testi scritti da un signore che oggi gioca a fare il Presidente del Consiglio dei ministri (Commenti), è evidente che io non posso che essere un pessimo economista.
Sono rimasto allibito nel leggere sugli organi di stampa e nell'ascoltare alcune affermazioni quali, ad esempio, «effetto redistributivo», «impegno per lo sviluppo», e così via. L'evidenza dei fatti è che una grande operazione di questa finanziaria è quella...
PRESIDENTE. Onorevole Neri, ha esaurito il tempo a sua disposizione: lei è iscritto ad una componente del gruppo Misto ed anche altri colleghi di tale gruppo hanno chiesto di intervenire.
SEBASTIANO NERI. Va bene, Presidente, ci riserviamo di intervenire nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo in risposta ad alcune affermazioni del ministro Padoa Schioppa che, a mio avviso, non sono veritiere. In particolare, si è affermato che questa grande manovra presenta una componente forte di tagli fiscali. Ebbene, sia chiaro: ciò non è assolutamente vero! Infatti, sono computati come tagli alla previdenza gli aumenti dei contributi dei lavoratori autonomi; ma questi, come è evidente, non sono tagli ma tasse in più. Così come non può essere considerato un taglio il trasferimento all'INPS del TFR, in quanto trattasi di una partita di debito. Allo stessoPag. 30modo, non possono essere considerati tagli sia quelli operati alla sanità, se poi si consente di imporre dei ticket sanitari, sia quelli imposti agli enti locali, perché sappiamo tutti che gli enti locali quei 4,3 miliardi di euro in meno li andranno a chiedere ai cittadini. Signor ministro, è meglio che lei rifaccia i conti!
Questa manovra, così come è impostata, produrrà due conseguenze importanti: darà la mazzata definitiva alle piccole e medie imprese, che sono già in uno stato di grande sofferenza a causa della concorrenza proveniente dalle imprese estere, e porrà la parola fine sul federalismo fiscale così come è stato inteso fino ad ora.
Il federalismo fiscale della sinistra è semplicemente la possibilità per gli enti locali di aumentare le tasse. La Lega, su ciò, non sarà mai d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ricci. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Signor Presidente, anche noi avremmo ritenuto più opportuno che si rispettasse la prassi consolidata che il Presidente aveva chiarito all'inizio del dibattito oppure che si definisse in anticipo, con chiarezza e trasparenza, prima dell'esposizione del ministro, la volontà di innovare la prassi consolidata, perché anche questa è una possibilità.
D'altra parte, il Parlamento avrà la possibilità, ma anche il dovere, di discutere, approfondire, modificare, approvare il disegno di legge finanziaria ed i documenti ad esso collegati, in circostanze meno provvisorie di quelle in cui si sta svolgendo l'attuale dibattito. Tuttavia, ciò che ci sorprende di più, dopo che siamo addivenuti al dibattito sull'esposizione del ministro dell'economia, è il comportamento dell'opposizione. Il ministro Padoa Schioppa ha svolto un'esposizione importante, approfondita e di alto contenuto e profilo, indipendentemente da come può essere giudicata sul piano dei contenuti politici, come, d'altra parte, la manovra economico-finanziaria è una manovra di svolta importante, di alto contenuto, che valutiamo complessivamente in maniera positiva, ma che vogliamo discutere in modo approfondito nelle sedi appropriate, a cominciare dalla Commissione competente e dalle altre Commissioni, anche per migliorare il testo.
Credo che, sin da domani, il Parlamento, attraverso la discussione nelle Commissioni e in Assemblea sulla nota di aggiornamento al DPEF, abbia la possibilità di svolgere il proprio compito meglio di quanto non sia possibile farlo in questa sede. Riserviamo, quindi, ai prossimi passaggi parlamentari l'esame più compiuto del provvedimento, che merita una grande attenzione ed un grande impegno da parte di tutti i parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, signor ministro, le parlo - e credo di rappresentarli tutti - a nome dei sindaci d'Italia. Sono sindaco da sedici anni, signor ministro. Lei ci sta trasformando in esattori: sta trasformando i comuni d'Italia, che sono il baluardo vero dello Stato sociale, in amministrazioni che devono aumentare tutte le loro tasse e tariffe, dai servizi a domanda individuale, alle mense, ai pulmini, agli estimi catastali, all'addizionale IRPEF, all'ICI, alla tassa di soggiorno, alla tariffa sui rifiuti solidi urbani, alle tariffe di occupazione del suolo pubblico, all'autovelox. Lei, per mantenere i servizi, ci spinge a fare ciò che, nel Medioevo, facevano gli sceriffi, che portavano via i soldi alla povera gente.
Signor ministro, la invito a riflettere. Prima ha fatto riferimento al settimo comandamento. L'evasione è cosa bruttissima. Certo, anche l'ottavo comandamento va rispettato e deve essere detta la verità, soprattutto al Parlamento. Quando si esaminerà il disegno di legge finanziaria, ho deciso che entrerò in Assemblea con la fascia tricolore del sindaco della città che rappresento per dire «no» a nome diPag. 31tutti: siamo contrari a fare gli esattori per conto dello Stato. Sul resto non discuto, ma non può permettere che le amministrazioni comunali diventino enti esattori. La invito a riflettere, magari non rispettando il nono comandamento: non lo rispetti e riveda la sua legge. Sono convinto che, sfogandosi, la cambierà in meglio (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista)!
PRESIDENTE. Constato che c'è una diffusa conoscenza della legge di Mosè, meno del regolamento: insomma, è importante che si conoscano i comandamenti...!
LELLO DI GIOIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, desidero esprimere la mia piena solidarietà al ministro dell'economia e delle finanze. Credo che egli abbia svolto con grande onestà, all'interno di quest'aula, l'esposizione chiara di un disegno di legge finanziaria che dovremo esaminare nei prossimi giorni e sul quale tutti saremo chiamati ad esprimere il nostro giudizio, di dissenso o di consenso.
Per ciò che mi riguarda, c'è pieno consenso. Credo, infatti, che l'impostazione sia stata chiara, in conformità al programma che il centrosinistra si è dato: riequilibrare i conti pubblici; creare maggiore equità sociale; definire un percorso di sviluppo della nostra società. Ritengo che l'esposizione del ministro non abbia tradito questa ispirazione.
D'altro canto, mi corre l'obbligo di chiedere - rivolgendomi al Presidente della Camera, il quale, così democraticamente, ha concesso a tutti, in precedenza, la facoltà di parlare - che quanto è accaduto non diventi una consuetudine: ci siamo dati dei regolamenti che dobbiamo rispettare e che devono essere rispettati da tutti. Vi saranno occasioni per discutere il disegno di legge finanziaria in Parlamento (lo faremo, innanzitutto, in Commissione), dove potremo esprimere le nostre diverse opinioni; avremo occasioni per discuterne anche con i cittadini italiani.
Saranno costoro, al di là delle considerazioni che noi possiamo esprimere in quest'aula, a giudicarci, a giudicare il centrosinistra, a giudicare se il disegno di legge finanziaria vada nella direzione che abbiamo indicato nel nostro programma all'inizio della campagna elettorale. Noi siamo convinti che esso sia conforme all'indirizzo individuato nel programma e che sarà accettato con grande entusiasmo anche dai cittadini italiani, in quanto volto a determinare stabilità nei conti pubblici e, soprattutto, crescita per il nostro paese e maggiore occupazione stabile (non precaria), per dare maggiore giustizia, appunto, ai cittadini italiani.
PRESIDENTE. È così terminata questa discussione informale, che è servita (ciò vale sicuramente per la Presidenza, ma credo anche per l'Assemblea) per confermare la convinzione secondo la quale quando si è fermi nel pretendere il rispetto del regolamento e delle prassi non si sbaglia mai.
Passiamo, pertanto, al successivo punto all'ordine del giorno.