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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative volte a sostenere l'avanzamento dei lavori del progetto Mose - n. 3-00316)
PRESIDENTE. L'onorevole Picano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00316 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).
ANGELO PICANO. Signor Presidente, la salvaguardia di Venezia e della sua laguna è un problema di rilevanza internazionale. Per tale motivo, dopo lunghi studi e comparazioni di progetti, il Governo Amato, nel marzo del 2001, ha varato il progetto Mose che è stato finanziato per più di millecinquecento milioni di euro, dei quali 1.167 già spesi. L'opera è in fase avanzata per più del 25 per cento e alla sua realizzazione sono impegnate più settecento persone.
Vorremmo sapere dal ministro, anche alla luce della risoluzione approvata in Commissione che era alternativa alla nostra, quali provvedimenti intende assumere affinché tale opera sia portata avanti rapidamente.
PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO DI PIETRO, Ministro delle infrastrutture. È vero. Nella seduta del 20 luglio scorso del Comitato di indirizzo e controllo, cosiddetto «comitatone», il comune di Venezia ha presentato una serie di proposte alternative al sistema Mose. Il comitatone, invece, ha stabilito che i lavori avviati proseguissero regolarmente senza alcuna interruzione limitatamente alle fasi esecutive già consegnate. Esso ha anche stabilito di rinviare ad altra seduta la valutazione di eventuali modifiche o integrazioni che il comune di Venezia riterrà di apportare all'opera in corso di esecuzione.
La prosecuzione dei lavori, comunque, va avanti come dal «cronoprogramma» concordato.
Vi segnalo - altrimenti sarebbe una mera comunicazione di prassi - che nell'adunanza del 29 settembre scorso sono state sottoposte al vaglio sia del comitato tecnico del magistrato delle acque di Venezia, sia del Consiglio superiore dei lavori pubblici, le proposte alternative del comune di Venezia al progetto Mose. Entrambe sono state esaminate nell'adunanza svolta nella stessa data dal comitato tecnico del magistrato delle acque, di cui abbiamo già conoscenza dell'esito, che è il seguente: la modifica del progetto Mose nel senso indicato dal comune di Venezia comporterebbe la quasi totale demolizione o modifica di quanto realizzato e non sussistono particolari vantaggi nell'adozione di soluzioni alternative al sistema Mose, anzi, dato il suo stato di avanzamento, siPag. 40avrebbero danni economici rilevantissimi e ritardi altrettanto significativi.
Su mia richiesta, il Consiglio superiore dei lavori pubblici domani depositerà il proprio parere ed io ho già provveduto, nei giorni scorsi, a dare formale comunicazione al Presidente Prodi dell'adempimento di quanto richiesto dal «comitatone» scorso e ho sollecitato la convocazione di una sua riunione, che dovrebbe avvenire entro il mese.
Peraltro, ricordo a tutti che i lavori relativi al Mose hanno già raggiunto un livello di esecuzione pari al 35 per cento. Quindi, nella prossima riunione del «comitatone», che avverrà entro questo mese, come mi è stato assicurato - ma che deve comunque essere convocata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - si stabiliranno anche le decisioni relative al progetto del comune di Venezia, per il quale abbiamo ricevuto entrambi i pareri, del comitato tecnico della magistratura, di cui già conosciamo l'esito, e del Consiglio superiore dei lavori pubblici, di cui conosceremo l'esito domani.
Segnalo - non fa parte dei miei appunti - che, per poter fare il Mose, bisogna metterci i soldi. In questo senso...
PRESIDENTE. Ministro, la invito a concludere.
ANTONIO DI PIETRO, Ministro delle infrastrutture. ...mi auguro che, in fase di discussione della legge finanziaria, sia previsto uno specifico capitolo per il rifinanziamento del Mose.
LUANA ZANELLA. E la salvaguardia di Venezia la facciamo?
PRESIDENTE. Il deputato Fabris, cofirmatario dell'intererogazione, ha facoltà di replicare.
ANTONIO DI PIETRO, Ministro delle infrastrutture. Signor Presidente, mi manca poco per finire. Manca la parte relativa a Venezia.
PRESIDENTE. Non può, signor ministro, il tempo nel question time è molto rigido.
La prego, deputato Fabris.
MAURO FABRIS. Voglio comunque rassicurare il ministro e tranquillizzarlo. La ringraziamo molto per il suo intervento, che ci rasserena e ci tranquillizza, visto che in Commissione avevamo contrastato una iniziativa che aveva una finalità diversa. A noi sembrava che si volessero fermare i lavori già avviati che, come lei ricordava, sono stati realizzati addirittura per il 35 per cento.
Il parere, che lei ha ricordato, del comitato tecnico di magistratura e quello atteso da un'apposita commissione istituita in seno al Consiglio superiore dei lavori pubblici non potranno che confermare quanto siano sentite le parole che lei ha detto, alla luce proprio di risultanze tecniche e di pareri fondati sulle valutazioni che sono state svolte.
Vorrei ricordare a tutti - ringrazio il ministro, che con tenacia tiene fermo questo punto del programma della maggioranza attuale di Governo -, che non sta scritto in alcuna parte del programma della maggioranza lo stop ai lavori per la salvaguardia di Venezia e, in modo particolare, al cosiddetto sistema Mose. Ciò non è scritto, come non è scritto niente di specifico riguardo agli interventi sull'alta velocità.
Si continuano a fare polemiche, anche in sede locale, ma non solo, perché l'opera, come ricordava il collega Picano, è di valenza internazionale; si sostiene che l'Unione avrebbe particolare interesse a impedirne la realizzazione. Ma, al di là dei contrasti che ci sono legittimamente in sede locale, noi, come gruppo consiliare, abbiamo espresso una posizione diversa dalla maggioranza che governa la città e siamo favorevoli a sostenere l'azione del ministro, affinché vada avanti, perché è un impegno che abbiamo assunto.
Mancano pochi giorni al quarantennale dell'acqua alta a Venezia del 4 novembre 1966: sarebbe veramente grave che questo Governo...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MAURO FABRIS. ...si macchiasse della responsabilità di fermare opere di cui si discute da decenni ed in ordine alle quali si è realizzata una convergenza di valutazioni positive a livello nazionale ed internazionale. Ringrazio il ministro.