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Sull'ordine dei lavori.
PAOLA GOISIS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLA GOISIS. Signor Presidente, desidero riferire su un fatto. Ho appena ricevuto una notizia pubblicata dall'Ansa secondo la quale questa notte il consiglio comunale di Padova ha approvato l'introduzione del riconoscimento anagrafico delle coppie di fatto, sia etero sia omosessuali (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, La Rosa nel Pugno e Comunisti Italiani - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, applaude a questa notizia (Commenti) dicendo che quella di Padova gli sembra una buona idea e che è importante che iniziative simili si moltiplichino. Aggiunge, inoltre, che lo stimolo al Governo a iscrivere il prima possibile nella sua agenda il tema deve arrivare dal territorio.
Appresa questa notizia, noi della Lega Nord Padania che, come sapete bene, abbiamo degli ideali ben chiari e ben precisi per quanto riguarda la famiglia costituita da un uomo, da una donna e dai figli, chiediamo al Governo di svolgere su tale vicenda un'informativa urgente al fine di conoscere, visto che un ministro si è espresso in questi termini, il suo parere.
In campagna elettorale tutti i candidati dell'Unione hanno sempre affermato che nel loro programma non erano previsti interventi sulla famiglia omosessuale. Io, leggendo quel programma elettorale, avevo capito benissimo che invece tali interventi erano previsti. Noi non vogliamo giungere alla dissoluzione della nostra società occidentale che, come abbiamo visto, si sta Pag. 12man mano portando avanti, e quanto accaduto a Padova ne rappresenta il primo passo.
Chiediamo, lo ripeto, al Governo di svolgere un'informativa urgentissima su tale vicenda perché riteniamo che il problema che si è creato sia troppo grave e troppo pressante. Noi non possiamo tollerare che da questi banchi si applauda a queste notizie! In questo modo voi ci state dicendo che siete dei bugiardi perché in campagna elettorale avete sempre detto che non avreste mai accettato e che non era vero che avreste postulato la famiglia omosessuale! Le possibilità sono, quindi, due: o siete stati bugiardi allora, o siete bugiardi adesso; per me siete solo e sempre bugiardi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale )!
GIUSTINA MISTRELLO DESTRO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSTINA MISTRELLO DESTRO. Signor Presidente, quanto accaduto ieri sera in consiglio comunale a Padova è certamente una cosa veramente vergognosa (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e La Rosa nel Pugno). Sì, proprio vergognosa!
La mozione, presentata in consiglio comunale a Padova, deve essere esaminata partendo da lontano. L'idea che aveva il consigliere Zan, presidente dell'Arcigay del Veneto, era una proposta totalmente diversa. Essa è stata, infatti, modificata con l'intervento dei consiglieri della Margherita ed è stato trovato, con grande ambiguità, un punto di incontro. A tale proposito, ricordo all'Assemblea le dichiarazioni del consigliere Verlato che, pur dichiarando la sua cattolicità (cita il cardinale Tettamanzi), conclude il suo intervento sull'argomento su La Stampa dei giorni scorsi, sostenendo che è meglio essere cristiani senza dirlo che proclamarlo senza esserlo.
Signor Presidente, ritengo anch'io che il Governo, dopo le dichiarazioni rilasciate da un suo importante esponente, il ministro Ferrero, debba assumere una posizione e dare una sua chiara interpretazione su quanto sta avvenendo in quella città. Penso che la maggioranza dei padovani, senz'altro - sono convinta di ciò - riconosca ancora nella famiglia il nucleo della società, così come sancito dalla Costituzione; la famiglia, però, come la intendevano i padri costituenti, i quali ci hanno lasciato un modello di società che ci ha permesso di vivere in relativa concordia per oltre mezzo secolo. Ritengo che ogni modifica debba partire dal Parlamento nazionale: il compito di modificare la Costituzione deve essere assolutamente ricondotto al Parlamento.
La Costituzione deve valere per tutto il popolo italiano, senza pretendere che Padova possa avere il primato, fra tutti i comuni, nel dibattere dell'argomento. Cari colleghi, sono veramente preoccupata perché ritengo che una città come Padova possa vantare ben altri argomenti di primato. Penso alle sue punte di eccellenza, come la sanità, le categorie produttive e la sua università mentre oggi, invece, sembra che i problemi principali si debbano ricondurre ad un tema come questo o, addirittura, a quello degli spritz.
Chiedo fortemente, quale rappresentante di questo Parlamento - ma anche come ex sindaco della città - una posizione chiara del Governo su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, come è noto mi considero molto retrogrado su questa materia; tuttavia, penso che la richiesta dei colleghi possa - debba - essere valutata anche dalla Presidenza. Infatti, al di là di quanto anticipato dai colleghi di Forza Italia e della Lega, sarebbe utile che il ministro dell'interno facesse una «capatina» in quest'aula per Pag. 13chiarire che questa mozione non può avere alcun effetto, non perché lo dica l'opposizione ma perché è noto che, per quanto riguarda l'anagrafe, non basta una mozione o risoluzione di un consiglio comunale per modificare un provvedimento dello Stato. Questo, ad onor del vero, potrebbe anche indurre ad una migliore trasparenza nelle battaglie politiche ed evitare che si scambino, anche negli enti locali, battaglie politiche come grandi conquiste di cosiddetta civiltà che, invece, semmai, dovranno essere discusse con modifiche legislative all'interno del Parlamento italiano.
RICCARDO PEDRIZZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCARDO PEDRIZZI. La mozione richiamata suscita anche in me una grande preoccupazione, così come approvata, a notte inoltrata, dal consiglio comunale di Padova. Oltretutto, si tratta di una mozione equivoca e contraddittoria perché nella prima parte si fa riferimento - probabilmente per attirare e captare il consenso dei cattolici dell'Ulivo - all'articolo 29 della Costituzione, laddove esso recita che la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Poi, però, si fa riferimento agli articoli 2 e 3 della Costituzione per i quali tutti quanti noi sappiamo che i costituenti non vollero assolutamente - in quei due articoli - fare riferimento ad alcuna tipologia di famiglia bensì alle cosiddette formazioni sociali (cioè, i sindacati, quelle che una volta erano le corporazioni; insomma, le cosiddette comunità intermedie e non la principale comunità o corpo sociale intermedio naturale che è la famiglia).
È evidente che si tratta di una strategia che parte dalla periferia per arrivare al centro. Una strategia scientifica, elaborata a tavolino che mette sotto attacco la famiglia naturale, tradizionale: non quella religiosa, bensì quella prevista dal diritto naturale secondo cui il nucleo famigliare deve essere costituito e formato da un maschio e da una femmina e non da due omosessuali (i quali possono avere diritti e riconoscimenti, in quanto persone, attraverso il diritto civile, privato, volontario così come previsto dal nostro ordinamento).
Tuttavia, io sono d'accordo con la parte finale della citata mozione, la quale afferma che si intende sollecitare il Parlamento, attraverso i Presidenti di Camera e Senato, ad affrontare il tema del riconoscimento giuridico dei diritti, dei doveri e delle facoltà delle persone che fanno parte delle unioni di fatto.
Non è possibile, allora, che un ministro della Repubblica esprima le proprie opinioni su un tema così importante, che il Governo non intervenga in quest'aula, in tutta la sua collegialità, a riferire qual è la sua linea politica, il suo atteggiamento ed il suo orientamento su questo tema!
Desidero rivolgermi, in particolare, ai cattolici dell'Ulivo, vale a dire ai cattolici «maturi» - come li definisce Prodi -, per conoscere la loro posizione su tale argomento. In questo momento, infatti, la famiglia, nell'ambito di un disegno «zapateriano» o «zapaterista», è messa sotto attacco da parte di forze sovversive, che vogliono annullare la tradizione culturale e religiosa sia di questo paese, sia dell'Europa cristiana (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
FRANCO GRILLINI. Chiedo di parlare (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore!
Prego, deputato Grillini, ha facoltà di parlare.
FRANCO GRILLINI. Signor Presidente, credo che i colleghi finora intervenuti avrebbero fatto meglio a studiare l'atto di indirizzo approvato dal consiglio comunale di Padova ed a seguire meglio il dibattito che si è svolto in quella città. Si è trattato, infatti, di un dibattito ampio, appassionato e dettagliato, ed ha coinvolto la città prima ancora che il consiglio comunale.Pag. 14
Vorrei ricordare, colleghi, che non è la prima volta che un consiglio comunale è stato chiamato a discutere del problema delle coppie di fatto ed anche - perché no? - dei diritti delle coppie formate da persone dello stesso sesso. Hanno diritti anche loro, checché ne diciate!
Ciò perché la nostra Costituzione statuisce, innanzitutto, che tutti i cittadini sono uguali. Nella nostra Carta costituzionale, infatti, il principio di uguaglianza è contenuto nei suoi primissimi articoli, ed è per tale motivo che dobbiamo essere fieri di avere questa Costituzione (Applausi del deputato Ottone)!
Come già detto, non è la prima volta che un consiglio comunale discute di tali temi. Sono moltissimi, infatti, i comuni che hanno approvato la costituzione dei registri delle coppie di fatto, di cui cinquanta solo in Toscana: è strano che ve ne accorgiate soltanto adesso! Vorrei segnalare, inoltre, che più di duecento città hanno approvato mozioni che sollecitano il Parlamento ad intervenire su questo tema.
Sono moltissimi, infine, i comuni che hanno adottato la soluzione prescelta dal comune di Padova e, prima ancora, da quello di Bologna. Si tratta, in altri termini, dell'idea di fare riferimento a ciò che è previsto dalla legge in materia di anagrafe, risalente al 1954. Cari Volontè e Pedrizzi, quella legge fu voluta dall'allora Democrazia Cristiana ed essa stabilisce, quando si parla di famiglia, che, ai fini anagrafici, va considerato come una famiglia tutto ciò che rientra tra le mura domestiche (Commenti del deputato Volontè)! Vorrei evidenziare che «si fa famiglia» tra le mura domestiche per numerosi motivi, tra cui quelli affettivi. Il comune di Padova rilascerà, dunque, una certificazione di convivenza affettiva, la quale dichiarerà semplicemente che due persone stanno insieme!
Ricordo che vi è una giurisprudenza relativa ai conviventi e che sono già riconosciuti ad essi alcuni diritti. Uno di tali diritti l'avete approvato persino voi, con l'orrida legge n. 40 del 2004 sull'inseminazione assistita! L'avete votato tutti, tranne la Lega (Commenti del deputato Volontè)!
Perché meravigliarsi, allora, quando un comune stabilisce che, sul nostro territorio, esistono persone conviventi che godono di diritti, che costituiscono delle famiglie e che sono essere umani uguali a tutti gli altri?
Vorrei pertanto dire alla collega della Lega ed agli altri deputati che hanno fatto interventi un po' esagitati di stare tranquilli, perché, all'interno del programma dell'Unione, vi è un capitolo che si intitola «unioni civili». In tale capitolo si sostiene che bisogna riconoscere i diritti delle persone che costituiscono le unioni di fatto, senza discriminazione per orientamento sessuale.
Leggete bene il programma - mi rivolgo a chi sa leggere - e prendete atto del fatto che la nostra coalizione, cioè l'Unione, su questo punto ha un programma preciso, un programma al quale darà soddisfazione. In questo Parlamento se ne discuterà. È già stata calendarizzata, in sede di Commissione giustizia, la discussione sui PACS e sulle altre proposte di legge in materia ed è stata annunciata, da parte del Governo, la presentazione di un disegno di legge sulle unioni civili. Perciò, questo Parlamento ne discuterà. Dov'è la sorpresa, dov'è il problema? Evitiamo di utilizzare la Costituzione come una clava. Ho già avuto modo di intervenire in questo Parlamento per dire che la lettura discriminatoria dell'articolo 29 della Costituzione non è accettabile. Andate a leggere ciò che i costituenti hanno scritto: persino la allora responsabile del centro italiano femminile affermò che bisognava riconoscere anche le famiglie irregolari! Era il 1948: voi siete più arretrati dei costituenti democristiani del 1948 (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Commenti del deputato Volontè)! Persino Fanfani, a suo tempo, disse che bisognava occuparsi delle famiglie irregolari. L'articolo 29 della Costituzione fu scritto per difendere la famiglia dall'intromissione dello Stato, non certo per discriminare altre forme di famiglia. Leggete la Costituzione, Pag. 15leggete quel dibattito e studiate! Non dite stupidaggini (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Onorevole Grillini, deve concludere.
FRANCO GRILLINI. Questa è la proposta del centrosinistra! Questa la proposta unitaria dell'Unione!
PRESIDENTE. Onorevole Grillini...
FRANCO GRILLINI. Su questo terreno non riuscirete a dividerci (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, La Rosa nel Pugno e Verdi)!
ANGELA NAPOLI. Vergognati!
KATIA BELLILLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
KATIA BELLILLO. Signor Presidente, è veramente incredibile che in questa Assemblea sia richiesta una informativa per censurare l'attività, il confronto e il dibattito che si sono svolti in un libero comune, sopratutto se la richiesta proviene da una forza come la Lega Nord Padania, che, da sempre, si impegna e lotta, almeno a parole, per avere il cosiddetto federalismo, per l'autonomia. Come affermava il collega Grillini, non vi siete accorti oggi del fatto che a Padova - la libera Padova, la civile Padova - finalmente si è svolto un grande dibattito e un confronto, che sicuramente non è iniziato ieri sera e che ha avuto il contributo delle associazioni, dei cittadini, degli abitanti di quella civile città. In questa città esiste una parte, sebbene minoritaria, della popolazione che è di diverso orientamento sessuale. Quale diritto avete voi di pretendere che questi cittadini, in quanto minoritari, debbano soffrire, non debbano avere gli stessi diritti dei cittadini eterosessuali? Questo comune, fortunatamente, è molto più avanti di voi. Ci sono comuni che da oltre dieci anni, ormai, operano e si impegnano per cercare di evitare il più possibile sofferenze a questi cittadini. Certamente, bisogna aprire un confronto in Parlamento. Nel suo programma, come ricordava Grillini, l'Unione è stata molto chiara. Abbiamo bisogno di trovare, finalmente, sintonia con il Parlamento europeo e con le direttive europee. Del resto, già dal 2000, queste direttive indicano...
ELISABETTA GARDINI. Non è materia di competenza europea! Ma che cosa dici?
LUCA VOLONTÈ. Non ci sono direttive!
KATIA BELLILLO. ...a tutti i paesi membri che bisogna intervenire per cancellare le odiose discriminazioni che, purtroppo, in Italia le minoranze omosessuali ed anche eterosessuali che non accedono all'istituto del matrimonio devono subire. Sono i cittadini a dover decidere come debbano relazionarsi tra di loro nell'ambito della famiglia. L'importante è che ci sia l'affetto e la solidarietà di intenti. Non può essere lo Stato, né, tanto meno, un partito a decidere come questi cittadini debbano vivere la vita affettiva e come debbano affrontare la vita insieme.
Abbiamo bisogno in questo paese di fare un salto di qualità. Abbiamo bisogno di raggiungere di nuovo il livello di civiltà che l'Europa ci indica. Siamo agli ultimi posti nella graduatoria dei paesi europei e, forse, in quella mondiale per quanto riguarda la garanzia dei diritti civili. I diritti delle persone di diverso orientamento sessuale oggi non possono più aspettare.
Voi vi riferite ai valori cristiani. Certo, non posso essere io a ricordare questi valori e a ridar loro forza, ma so perfettamente che il cristianesimo è soprattutto amore, accettazione delle persone e della loro diversità e, soprattutto, tolleranza.
Vorrei ricordare che la nostra Costituzione, al secondo comma dell'articolo 3, parla molto chiaramente: ogni cittadino italiano ha diritto all'uguaglianza. Quindi, dobbiamo operare per cancellare ogni tipo Pag. 16di discriminazione, che oggi veramente non è più sopportabile (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
LUANA ZANELLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, è del tutto evidente che il dibattito, così com'è stato aperto questa mattina, è strumentale e anche un po' stravagante. Infatti, il tema delle unioni civili e dei PACS meriterebbe davvero un approccio più serio e, soprattutto, molta sincerità, care colleghe e cari colleghi.
È evidente che un provvedimento, un regolamento o una decisione assunta da un consiglio comunale non può che essere conforme alla normativa vigente e alla Costituzione, pena la sua totale inefficacia e l'impossibilità di regolare i rapporti.
Lo voglio dire guardando negli occhi, se possibile, le mie colleghe e i miei colleghi. Chi è che ha trasformato, travolto e stravolto le unioni familiari in Italia? Io sono una di quelle persone! Io mi denuncio come una persona che ha infranto il vincolo del matrimonio, perché, a 27 anni, mi sono separata legalmente dal primo coniuge e, a trent'anni, mi sono unita con un'altra persona. Sono stata unita per quattro anni con questo mio compagno e ho avuto da lui un secondo figlio.
Lo voglio denunciare, perché, insieme a tante donne, ho lottato per il divorzio e perché fosse legittimo abortire, senza morire e senza entrare in galera (Commenti della deputata Goisis).
Voi signori e lor signore, una volta tanto, abbiate il coraggio di dire la verità! Quante di noi vivono insieme ad un compagno senza essere sposate? Quante di noi hanno avuto figli? Quante persone manteniamo con la nostra assicurazione, anche se non siamo sposate? Abbiamo il coraggio di dire la verità in questo luogo, in cui vi è troppa falsità, troppa mistificazione, troppa doppia morale e doppia etica (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno e Comunisti Italiani)!
Qui, quando si parla di unioni o di PACS, facciamo dei distinguo, come Unione. Cosa chiediamo? Chiediamo che due persone, dello stesso sesso o di sesso diverso, possano avere una manciata di diritti! Sapete che adesso, per due persone che sono unite more uxorio, di sesso diverso, con figli, non vi è nemmeno una giurisprudenza sufficiente a garantire un giusto processo?
Non hanno regole per essere garantiti nel prosieguo della propria scelta. Ancora una volta, l'elemento più debole è spesso quello femminile che non ha la possibilità di difendersi nei luoghi deputati, nei processi: in questa sede ci sono fior fior di avvocati che lo sanno benissimo. Come mai a fronte di un atto di indirizzo, simbolicamente pregnante ma dal punto di vista degli effetti acqua fresca (perché questo è), facciamo tutto questo can can?
Cari colleghi e colleghe, guardiamoci negli occhi, diciamo la verità. Guardiamo noi stesse e noi stessi, cara collega Gardini, e partiamo dall'esperienza reale per proporre una legge degna di questo nome (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, La Rosa nel Pugno e Comunisti Italiani).
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, colleghe e colleghi deputati, mi dispiace che si sia cominciato a parlare di tale argomento in maniera strumentale e spero che quando vi sarà il dibattito parlamentare sulle unioni civili possiamo tutti avere la giusta calma per discutere di un argomento così importante.
Non è la prima volta che un comune decide di rappresentare tutti i suoi cittadini, nessuno escluso: è avvenuto ad Empoli per la prima volta e Padova è solo l'ultimo esempio. Gli enti locali, i comuni e le regioni si sono contraddistinti fino adesso per essere stati più avanti rispetto Pag. 17al Parlamento nazionale e per aver fatto in modo di allargare i servizi sociali a tutte le forme di convivenza, senza alcuna discriminazione.
Credo a questo punto sia utile rileggere, perché molti lo usano a livello strumentale, l'articolo 29 della nostra Costituzione secondo cui «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare». Come vedete, non si parla neanche di uomo e donna (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)). Zapatero ha dovuto apporre una modifica costituzionale per cambiare i termini da «marito e moglie» a «coniugi». Nella nostra Costituzione non vi è questa specifica. Quello, invece, di cui si parla nell'articolo 29 è la società naturale. Per «naturale» cosa intendete? Intendete la capacità di procreare? Il fatto che debbano obbligatoriamente esservi un uomo ed una donna che procreino? Allora, voglio dare tutta la mia solidarietà non solo alle coppie di persone anziane, che non possono più fare figli e decidono comunque di sposarsi, ma anche a quelle coppie sterili che non possono procreare. Una legge assurda come quella sulla fecondazione medicalmente assistita, che vieta la fecondazione eterologa, fa in modo che oggi soltanto chi ha i soldi e può permettersi di pagare viaggio e cliniche private in Spagna possa procreare, denigrando e calpestando il diritto delle persone di essere genitori anche se naturalmente sterili (Commenti della deputata Gardini). Quello che è naturale, care colleghe e cari colleghi, è l'amore. È l'amore che oggi vedete come elemento sovversivo. Ciò che è innaturale è non riconoscere questo amore; ciò che è innaturale è non vedere in faccia la realtà.
I padri costituenti della nostra Costituzione hanno scritto che la Repubblica riconosce i diritti perché compito della Repubblica è riconoscere, non inventare fenomeni sociali. Nel 1948 gli omosessuali avevano addirittura paura di dichiararsi tali, pensate soltanto se potevano chiedere diritti per le proprie convivenze! Oggi, le cose sono cambiate: secondo i dati dell'Istat il 4 per cento della nostra popolazione è formata da coppie di fatto e non voler riconoscere questo dato, non voler affrontare questa realtà, fa in modo che la politica diventi come uno struzzo che cerca di nascondere la propria testa sotto terra per non vedere in faccia la realtà.
In questa realtà, care colleghe e cari colleghi, che avete così tanto osteggiato questa decisione del comune di Padova, ci sono anche le vittime di Nassiriya, c'è anche quella donna, vedova di Stefano Rolla, regista ucciso a Nassiriya, che si chiama Adele Parrillo, la quale, essendoci un vuoto legislativo che le vieta di sentirsi una compagna come le altre, non essendole riconosciuto il danno parentale, oggi si vede discriminata nel dolore rispetto alle altre vedove dei militari morti a Nassiriya. Tra queste coppie non riconosciute, c'è anche il convivente di Hina, la ragazza pakistana uccisa, il quale non può decidere nulla sul rito funebre di questa persona.
Care colleghe e cari colleghi, bisogna distinguere: fare politica per le famiglie, vuol dire aiutare le famiglie, vuol dire fare modo che le stesse possano arrivare a fine mese, vuol dire regolare i tempi del lavoro con i tempi necessari ad accudire i propri figli, ma non vuol dire familismo e non vuol dire agitare lo spettro e creare allarme e panico sociale. Le famiglie italiane non hanno paura dei PACS, ma hanno paura di non arrivare a fine mese.
Care colleghe e cari colleghi, vi invito a non usare il familismo come arma di distruzione di massa (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo, Verdi e Comunisti Italiani).
SERGIO D'ELIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, manifesto tutta la mia perplessità, anzi, la Pag. 18mia contrarietà rispetto al nostro modo di procedere. Non è la prima volta che i lavori parlamentari si interrompono mentre si stanno discutendo provvedimenti di legge, inibendo o, in qualche modo, ritardando il procedimento legislativo, per parlare d'altro. Non voglio assolutamente, come hanno già fatto alcuni colleghi della maggioranza, entrare nel merito della questione delle unioni civili o delle coppie di fatto, che non dobbiamo assolutamente discutere in questo momento. È assolutamente legittimo che colleghi dell'opposizione, come la collega della Lega che è intervenuta, chiedano al Governo di riferire in aula, ma non possiamo assolutamente anticipare ora un dibattito, che ci sarà al momento opportuno, quando il Governo riferirà sul tema e quando le Commissioni competenti discuteranno il provvedimento ad esso attinente. È altrettanto legittimo che un consiglio comunale svolga le sue discussioni e presenti i suoi atti di indirizzo - ho letto attentamente la mozione del consiglio comunale di Padova - nel rispetto delle leggi dello Stato e della Costituzione, chiedendo, in un dispositivo, al Parlamento di occuparsene e al Governo di riferire in aula.
Chiederei, quindi, ai colleghi di non usare il tempo a disposizione, che, tra l'altro, è poco, per proseguire nell'esame dei provvedimenti all'ordine del giorno ed invito anche i colleghi dell'opposizione ad essere più coerenti con la richiesta di informazioni o di dibattito su questioni, quando esse vengono affrontate nelle Commissioni competenti. È accaduto, infatti, che, nella Commissione affari sociali, nel corso dell'indagine conoscitiva sulla famiglia, l'opposizione abbia abbandonato i lavori, solo perché tra i soggetti auditi vi era l'Associazione delle coppie di fatto. Coerenza e correttezza, anche questo è un invito ai colleghi dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ringrazio l'onorevole D'Elia e i colleghi intervenuti. Riferirò al Presidente della Camera sull'oggetto della discussione...
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Marinello, mi lasci concludere. Ho già dato la parola ad un deputato per gruppo.
Riferirò al Presidente della Camera sia in relazione ad eventuali iniziative del Governo, sia per ciò che riguarda l'attività legislativa vertente sul tema evocato, atteso che non poche sono le proposte di legge in materia assegnate alla II Commissione giustizia.
Però, vorrei anche interloquire con l'onorevole D'Elia, il quale all'inizio del suo intervento ha posto un problema di organizzazione dei lavori.
Penso che nell'ambito della Conferenza dei capigruppo si dovrà tornare a valutare la possibilità che dibattiti di questo tipo si svolgano conformemente a quanto fu deciso il 24 ottobre 1996, in maniera unanime, dalla Giunta per il regolamento ed a quanto fu indicato nella lettera del Presidente Casini del 14 novembre 2003. Tutti convenimmo cioè che discussioni di tal genere dovessero aver luogo a fine seduta.
La Presidenza è stata sollecitata da un intervento volto a richiedere un'informativa da parte del Governo; poi, come sempre accade in casi analoghi, vi sono state richieste di altri interventi, che abbiamo disciplinato dando la parola ad un deputato per ciascun gruppo e non accedendo alla possibilità di autorizzare altri interventi.
La Presidenza ritiene - sottoporrò, ovviamente, la questione al Presidente Bertinotti - che si debba tornare all'orientamento assunto ed alla prassi instaurata, secondo cui richiami e discussioni di questo tipo vanno svolti a fine seduta.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Se lei intende intervenire sul tema già affrontato, non posso darle la parola...
Pag. 19GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. No, si tratta di un problema tecnico. Volevo semplicemente segnalarle che nel corso del dibattito appena concluso si è riscontrato, a mio avviso, qualche problema concernente l'audio della seduta. Infatti, non si sono uditi gli interventi del gruppo parlamentare Popolari-Udeur e della Margherita, della parte cattolica...
ROLANDO NANNICINI. Fai ridere!
PRESIDENTE. Onorevole Marinello, le tolgo la parola.