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Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni (ore 16).
(Questioni connesse all'applicazione della normativa sui test Invalsi presso l'Istituto comprensivo n. 8 di Bologna - nn. 2-00008 e 3-00028)
PRESIDENTE. Avverto che l'interpellanza Garagnani n. 2-00008 e l'interrogazione Zanotti n. 3-00028, che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni sezione 1).
L'onorevole Garagnani ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00008.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, in particolare - ciò che dirò riguarda direttamente l'interpellanza in esame -, desidero rivolgermi e lanciare un appello alle forze politiche popolari della maggioranza, affinché abbiano la forza di riconoscere il valore della politica che, pur nella differenza delle posizioni, richiede la capacità di comprendere (Commenti)...
KATIA ZANOTTI. Basta!
FABIO GARAGNANI. Quello che sto dicendo è strettamente connesso all'interpellanza: se mi lasciate continuare, capirete.
SANDRO BONDI. Dov'è andato a finire il vostro amore per il confronto politico, per le idee?
LIONELLO COSENTINO. No, per le regole, Bondi!
PRESIDENTE. Onorevole Bondi, lasci proseguire nell'illustrazione dell'interpellanza (Commenti del deputato Bondi)! Onorevole Bondi, la richiamo all'ordine!
ELIO VITO. Richiami anche loro!
PRESIDENTE. Onorevole Garagnani, prosegua pure.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, sono stato interrotto da alcuni colleghi della...
PRESIDENTE. È stato interrotto dall'onorevole Bondi.
ELIO VITO. No!
FABIO GARAGNANI. No, mi hanno interrotto alcuni colleghi!
PRESIDENTE. Vada avanti ...
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FABIO GARAGNANI. Come dicevo, il valore della politica richiede la capacità di comprendere le ragioni degli altri e di rispettare i valori nei quali gli avversari, anche i più lontani, si esprimono.
Il vostro silenzio sarebbe una grave sconfitta della democrazia, della comprensione reciproca, del significato nobile e alto della politica che, come ha ricordato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per recuperare il suo posto fondamentale ed insostituibile nella vita e nella coscienza dei cittadini deve rifuggire da esasperazioni e immeschinimenti, che ne indeboliscono la forza di attuazione e di persuasione, e deve invece esprimere moralità - lo ripeto, moralità -, arricchendosi di nuove motivazioni ideali.
Alla luce di questa riflessione - che condivido pienamente (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia) e che, ovviamente, ritengo essere alla base delle giuste osservazioni del nostro coordinatore nazionale, onorevole Bondi, del capogruppo e del vice coordinatore, onorevole Cicchitto -, vi illustro la mia interpellanza che, non a caso, fa specifico riferimento ad alcune delle riflessioni avviate in questa sede. Essa, infatti, riguarda una situazione di oggettiva intolleranza e di violazione sistematica della legge - nei confronti della riforma Moratti - che in questi cinque anni, ma soprattutto nell'ultimo anno, ha preso piede nella mia regione, l'Emilia-Romagna.
Quindi, colleghi, le cose che ho appena detto collimano perfettamente con quanto affermato in precedenza. La gravissima e sistematica demonizzazione del Presidente del Consiglio dei ministri, portata a compimento attraverso un giornale estero - i premier di Francia ed Inghilterra non avrebbero ritenuto opportuno esprimersi nei confronti del proprio paese attraverso un giornale estero -, è stata posta in essere anche nei confronti del ministro della pubblica istruzione in modo sistematico, settario e fazioso.
La mia interpellanza trae origine da un fatto di cronaca avvenuto a Bologna, la punta dell'iceberg di una situazione più diffusa in Emilia-Romagna. Una dirigente scolastica si è rifiutata di applicare i test Invalsi previsti per le scuole di ogni ordine e grado, in particolare per l'Istituto comprensivo n. 8 di Bologna, ricevendo prima una richiesta di colloquio e una sanzione, come previsto dai regolamenti, dalla direzione scolastica regionale; i giornali ne hanno parlato, come pure ne ha parlato l'intera società civile.
Personalmente, come ho osservato anche nell'interpellanza, ritengo che questa vicenda non rappresenti un fatto isolato, ma sia la punta dell'iceberg di una situazione che vede la totale disapplicazione della normativa esistente - a proposito di valore etico e di rispetto della legge! - che, in questo caso, si è evidenziata attraverso proteste anomale dei sindacati, che sono arrivati a minacciare la dirigenza scolastica regionale, e lettere collettive dei bambini che frequentavano l'Istituto comprensivo - 800 bambini -, molte delle quali (in proposito sono in possesso delle dichiarazioni dei genitori) sono state imposte dal collegio dei docenti e dai genitori più politicizzati.
FRANCESCO FORGIONE. È una tragedia!
FABIO GARAGNANI. In questo contesto, addirittura un dirigente dello Stato ha dichiarato che gli eventuali provvedimenti disciplinari sono stati adottati perché quella dirigente si è rifiutata di applicare la legge dello Stato.
Colleghi, vi invito alla lettura dei verbali, degli atti e dei giornali. Se siamo arrivati al punto che un funzionario dello Stato si rifiuta di applicare una legge dello Stato ed afferma di essere stato sanzionato per questo, vuol dire che lo Stato di diritto non esiste più e che l'Emilia-Romagna si considera avulsa, estranea alla legislazione italiana e libera da ogni condizionamento (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e della Lega Nord Padania).
Guardate che queste non sono affermazioni mie, ma sono state riportate, tra virgolette, sulla stampa di ogni tendenza politica, come pure le dichiarazioni dei genitori che, per amore di quieto vivere, Pag. 10sono stati costretti a sottoscrivere una lettera di solidarietà a questa dirigente.
KATIA ZANOTTI. È falso, Garagnani!
ELIO VITO. Presidente, la richiami!
KATIA ZANOTTI. Sei fazioso!
FABIO GARAGNANI. Zanotti, lei sta mentendo sapendo di mentire (Commenti del deputato Zanotti)! Sta mentendo sapendo di mentire (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia)! La nostra regione è piena di queste situazioni, tanto che quando ho chiesto all'ufficio contenzioso della direzione scolastica regionale gli atti che riguardano questa dirigente, non mi è stato risposto...
KATIA ZANOTTI. Ma è ancora in corso.
ELIO VITO. Ma chi è che risponde?
FABIO GARAGNANI. ...e alla fine mi è stato chiesto, dopo cinque richieste, sulla base di quali motivazioni avevo diritto di verificare gli atti e l'istruttoria che avrebbe portato al provvedimento sanzionatorio. Ho risposto che il mio diritto si basa sul mio dovere di parlamentare dell'Emilia-Romagna - perché si tratta di un procedimento pubblico - e sull'interpellanza presentata in Parlamento.
Ancora oggi (ho con me la richiesta) non ho avuto la possibilità di verificare la documentazione, perché mi è stato detto che vi sono pressioni, da parte della CGIL scuola e di tutto l'ordinamento scolastico dell'Emilia-Romagna, volte a circoscrivere questo fatto, a delimitarlo e, soprattutto, a vanificare la possibilità di esprimere una sanzione nei confronti di una dirigente scolastica che non ha fatto il proprio dovere (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e della Lega Nord Padania).
Al di là dei sentimenti personali nei suoi confronti, viceministro Bastico, debbo sottolineare che lei, nel passato, si è resa protagonista di iniziative volte a boicottare pesantemente la legge di riforma della scuola superiore, compresa la sperimentazione scolastica. Anche questa vicenda è emblematica. Un assessore che si è opposto, non in termini politici ma di diritto, di fattualità, ai decreti attuativi della legge invitando i docenti - ripeto: i docenti - a non applicare nelle scuole la sperimentazione, dimenticandosi che fa parte...
LIONELLO COSENTINO. È la devolution...
FABIO GARAGNANI. Lei stia zitto e mi lasci finire!
PRESIDENTE. Onorevole Garagnani, dell'ordine dei lavori rispondo io che sono il Presidente. Lei sviluppi la sua interpellanza rivolgendosi alla Presidenza e non provochi altri.
FABRIZIO CICCHITTO. Ma è lui che interrompe!
GIORGIO LAINATI. Non sa fare il Presidente! Non l'ha mai fatto! Non sai fare il Presidente!
FABIO GARAGNANI. Presidente, nella mia interpellanza questi sono tutti punti scritti e quindi non sto esulando. Descrivo punto per punto una situazione di disagio globale e desidererei, allora, non essere interrotto.
GIORGIO LAINATI. Non è capace di fare il Presidente!
FABIO GARAGNANI. Questa situazione di disagio non è denunciata soltanto dal centrodestra, ma anche da esponenti della sua parte politica, signor Presidente, che lamentano un'eccessiva politicizzazione che sta caratterizzando la scuola in Emilia-Romagna, la mancanza di libertà e di espressione delle componenti scolastiche (docenti, non docenti e famiglie) di fronte ad un'irreggimentazione che ha preteso di creare, in Emilia-Romagna, una scuola a se stante con i risultati che abbiamo visto: un'alta conflittualità ideologica, la mancanza di un autentico pluralismo Pag. 11scolastico, ma soprattutto la mancata applicazione della legge di riforma in aspetti che sono qualificanti e, aggiungo, obbligatori.
La legge può piacere o meno (il Presidente prima ci ha richiamato al rispetto del regolamento, e colgo l'occasione), ma deve essere applicata. Non può essere disapplicata! Non vi può essere la teorizzazione esplicita della disapplicazione della legge, mentre questo è ciò che si è verificato, purtroppo, con la debolezza o la connivenza della dirigenza scolastica od almeno di molti esponenti della medesima.
Allora, con l'interpellanza si chiede se, in uno Stato di diritto, la legge possa apparire pleonastica, pur non essendo tale. La legge deve essere rispettata e fatta rispettare! Non si sta facendo una caccia alle streghe, si sta chiedendo soltanto di far rispettare la legge!
Nel caso in questione, determinate violazioni della legge sono accertate! Quelli illustrati dai giornali sono atti pubblici e la violazione della legge c'è stata, perché la mancata applicazione dei test Invalsi - che è soltanto una piccola cosa rispetto ad altre plateali disapplicazioni - si è verificata! Quindi, nella interpellanza si chiede se, in presenza di questo accadimento, ci siano state pressioni da parte del Governo - sicuramente dalla CGIL - e da alcune parti politiche per evitare l'applicazione di provvedimenti che sono necessari ed indispensabili, in quanto servono a ripristinare lo Stato di diritto e la regolarità della vita scolastica proprio nel momento della conclusione della scuola.
Potrei aggiungere altre considerazioni. In Emilia-Romagna, da richieste che ho fatto agli ex provveditorati agli studi e alla direzione scolastica regionale, risulta che soltanto il 20 per cento degli istituti scolastici ha ricordato la Giornata della memoria, che, per legge dello Stato, tutte le scuole hanno l'obbligo di ricordare. Giustamente viene ricordato il 25 aprile, ma si dimenticano di citare particolari circostanze: mi riferisco alla violenza del dopoguerra dal 1945 al 1948 (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
Se questa non è una presenza politica nella scuola emiliano-romagnola che tende a definire i contorni, non dico di un regime, ma di una situazione particolare, che prescinde totalmente dal Governo, dalla legge e dalla libertà, ditemi voi che cos'è! Questi che ho citato sono fatti, testimonianze di cui le autorità scolastiche sono in possesso e sulle quali chiedo al Governo una risposta precisa, non opinioni! Questa è la fine di una lunga catena di omissioni ed interferenze!
Credo che questa mia interpellanza, al di là del tono del sottoscritto particolarmente teso - ma perché è tesa la situazione della scuola dell'Emilia-Romagna -, denoti semplicemente una richiesta di chiarezza, di omogeneità nell'applicazione della legge in tutte le regioni d'Italia. Credo che questo sia un dovere di un Governo, a prescindere dalla sua colorazione politica!
Diamo atto al ministro Moratti di aver saputo interloquire evitando di inasprire certe situazioni - per le quali pure chi vi parla la invitava ad intervenire - , per un senso di equilibrio che caratterizzava la sua presenza nella scuola e per non destabilizzare ulteriormente una situazione molto compromessa per effetto - ripeto - di una politicizzazione e di una esasperazione della lotta politica che non si è mai vista in questi anni e che rimane fortissima nella scuola (come pure, in parte, nella magistratura).
Di fronte a un evento del genere, credo che un Governo che si rispetti debba applicare la legge, sanzionare quei dirigenti che l'hanno violata, se del caso inviare ispettori e non farsi condizionare dalla espressione politica che è alla base della sua presenza; altrimenti, lo Stato di diritto verrebbe meno e si giustificherebbero atti di disobbedienza civile, che in questo e in altri casi sarebbero più che mai giustificati.
Qui si violano le coscienze dei bambini - bambini dai sei ai dieci anni - , che arrivano a casa con la protesta già scritta (sono 800! Gran parte l'avranno sottoscritta volentieri, ma non so con quanta consapevolezza siano arrivati a casa bambini Pag. 12di sei o sette anni!)! Quando si viola questa libertà e il ruolo della famiglia, in nome dell'ideologia, in nome della definizione prestabilita di un atteggiamento, cari colleghi, qui non viviamo più nello stesso concetto di democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Prima di dare la parola al rappresentante del Governo, debbo scusarmi con l'Assemblea perché ho dato un'informazione non precisa: la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata per giovedì prossimo alle 17, non al mattino come invece avevo comunicato in precedenza.
Il viceministro dell'istruzione, Mariangela Bastico, ha facoltà di rispondere all'interpellanza Garagnani n. 2-00008 ed all'interrogazione Zanotti n. 3-00028.
MARIANGELA BASTICO, Viceministro dell'istruzione. Signor Presidente, auspico di rispondere in modo chiaro - come richiesto dalle interroganti e dall'interpellante onorevole Garagnani, e con toni di maggiore moderazione rispetto al consigliere Garagnani -, nel merito, rispetto ...
CESARE CAMPA. È deputato, non è più consigliere!
ELIO VITO. Non è più consigliere!
MARIANGELA BASTICO, Viceministro dell'istruzione. ...alle prove Invalsi presso l'Istituto comprensivo n. 8 di Bologna.
La somministrazione delle prove Invalsi trova la sua fonte normativa nella legge n. 53 del 2003, recante delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale, nonché nel decreto legislativo n. 286 del 2004.
Dico subito all'onorevole Garagnani che le direttive n. 52 del 12 luglio 2004 e n. 49 del 6 maggio 2005, emanate dal ministro Moratti ai sensi dell'articolo 2, comma 4, del suddetto decreto legislativo n. 286, rispettivamente per l'anno scolastico 2004-2005 e per quello successivo, hanno conferito progressivamente obbligatorietà alla valutazione per il primo ciclo di istruzione. Quindi, al primo quesito (se fossero obbligatorie) rispondo che hanno conseguito progressivamente obbligatorietà; ciò in relazione alla prescrittività delle indicazioni nazionali riguardanti la riforma del primo ciclo, che deriva dagli articoli 13 e 14 del decreto legislativo n. 59 del 19 febbraio 2004 (recante, appunto, le disposizioni relative al primo ciclo). Le direttive medesime hanno mantenuto, invece, volontaria l'adesione delle istituzioni scolastiche degli altri ordini e gradi di scuola, in quanto era ancora in corso l'iter di emanazione dei provvedimenti delegati riguardanti il secondo ciclo di istruzione.
La somministrazione delle prove per ciascun ciclo scolastico è stata prevista, contestualmente in tutto il territorio nazionale, in un unico periodo, che è stato individuato, per l'anno scolastico 2005-2006, nei giorni 29 e 30 novembre e 1o dicembre 2005. Così è accaduto anche in Emilia-Romagna su disposizione della direzione scolastica regionale, che ha emanato una propria circolare di riferimento.
Per quanto riguarda l'Istituto comprensivo n. 8 di Bologna, il competente dirigente generale dell'ufficio scolastico regionale per l'Emilia-Romagna ha riferito - questi sono i dati che mi sono stati trasmessi dalla dottoressa Stellacci - che presso l'Istituto, in data 6 ottobre 2005, si è svolta una seduta del collegio dei docenti. In tale consesso, alcuni insegnanti hanno discusso sulla validità delle prove Invalsi, invocando a sostegno della tesi della non obbligatorietà delle prove il carattere non definitivo delle indicazioni nazionali, nonché i principi della libertà di insegnamento e dell'autonomia scolastica. Veniva, quindi, messa ai voti una delibera di non somministrazione delle prove, che veniva dichiarata approvata.
Con nota n. 100 del 6 dicembre 2005, la dirigente scolastica, in occasione di specifica rilevazione regionale sull'andamento della somministrazione - come Pag. 13vede, onorevole Garagnani, si procede, in Emilia-Romagna, a tutti gli atti di verifica e di controllo rientranti negli adempimenti degli uffici dello Stato, nel pieno rispetto delle leggi -, comunicava al dirigente del centro servizi amministrativi di Bologna ed alla direzione regionale per l'Emilia-Romagna la non effettuazione delle prove Invalsi nei due plessi della scuola primaria, nonché nella scuola di primo grado Carracci.
Successivamente, il dirigente del centro servizi amministrativi di Bologna interveniva, riaffermando l'obbligatorietà di tali prove ed invitando la dirigente scolastica a fornire un calendario suppletivo per la somministrazione delle prove stesse.
Con una nota dell'11 gennaio 2006, la dirigente in questione comunicava al centro servizi amministrativi di Bologna l'intervenuta somministrazione delle prove secondo un calendario ad hoc predisposto ed a seguito dell'emanazione di appositi ordini di servizio nominativi, così come richiesto dal medesimo dirigente del centro (come vede, onorevole Garagnani, si procede nel rispetto delle leggi). Le prove si sono tenute nelle giornate dell'11, 12 e 13 gennaio, dopo il rientro dalle vacanze natalizie.
La direzione scolastica regionale contestava alla dirigente scolastica inottemperanze ai doveri istituzionali, in quanto sulla medesima incombeva l'obbligo di osservare e di far osservare la normativa vigente; l'ufficio scolastico regionale aveva ritenuto che la medesima si fosse limitata ad una passiva presa d'atto della situazione.
Viceversa - e qui trova spazio la ricostruzione dei fatti, che le voglio illustrare, in base alla quale molte delle sue affermazioni non sono effettivamente rispondenti all'andamento degli eventi -, la dirigente scolastica, nella seduta del 6 ottobre 2005, aveva espresso a verbale le seguenti dichiarazioni, con le quali si dissociava, apertamente e formalmente, dalle posizioni tenute in sede di collegio dei docenti.
Le leggerò una parte del verbale, onorevole Garagnani, che posso successivamente consegnarle: «(...) La dirigente pur prendendo atto della posizione espressa dal collegio, dichiara che sul tema prove Invalsi, non è prevista nessuna delibera di adesione e che procederà all'attivazione di tutte le procedure, perché le prove dovranno comunque essere effettuate (...)».
Vede, se vi fosse stato un dialogo più diretto tra la direzione scolastica regionale e la direzione dello specifico Istituto comprensivo, probabilmente tale passaggio e questa verbalizzazione avrebbero evitato una lunga e complicata procedura di contenzioso (che, peraltro, ha trovato molto spazio anche presso l'opinione pubblica) che invece si è rivelata, nei fatti, assolutamente inutile; tanto è vero che sono in possesso del provvedimento di archiviazione da parte del direttore dell'ufficio scolastico regionale.
La dirigenza di tale ufficio, infatti, ha disposto che il procedimento di accertamento di responsabilità dirigenziale, avviato, con nota di contestazione protocollo n. 69 del 23 marzo 2006, a carico della dirigente scolastica professoressa Giuliana Balboni, è, con il presente atto, archiviato (e questo che le mostro è il dispositivo di archiviazione).
Ciò perché proprio la dissociazione rispetto alle posizioni assunte dal collegio dei docenti, contenuta nel verbale che le ho letto, è stata ribadita e confermata dalla dirigente in questione nel corso di un incontro svoltosi presso la direzione scolastica regionale in data 27 aprile 2006. Come può constatare, onorevole Garagnani, il verbale risaliva invece al 6 ottobre 2005: un dialogo maggiore sarebbe stato davvero proficuo!
Alla luce di quest'ultimo accertamento, il dirigente dell'ufficio scolastico regionale ha archiviato - le ho già letto il testo del provvedimento - il procedimento a carico della dirigente dell'Istituto comprensivo n. 8 di Bologna, attivato sulla base di presupposti non aderenti al reale svolgimento dei fatti. Il Ministero non ha sollevato alcuna obiezione in ordine alle determinazioni assunte dalla direzione scolastica regionale.Pag. 14
Questa è la ricostruzione dei fatti. Vorrei concludere, tuttavia, formulando alcune osservazioni inerenti al merito della questione, con riferimento in primo luogo alle prove Invalsi.
Voglio comunicare a lei, onorevole Garagnani, nonché all'onorevole Zanotti ed alle altre deputate interroganti, che il Ministero ha già avviato un processo di revisione in materia di rilevazione dei livelli di apprendimento, al fine di ricercare, rispetto alla situazione attuale, congruità ed efficacia dei contenuti delle prove somministrate e dei tempi della loro erogazione. Ciò per rendere la rilevazione stessa funzionale sia alla programmazione degli interventi formativi delle scuole, sia alla verifica ed alla ridefinizione degli obiettivi generali del sistema dell'istruzione.
Ciò per quanto concerne le prove Invalsi. Vorrei comunque svolgere, onorevole Garagnani, altre rapidissime osservazioni di merito. Lei ha descritto la realtà dell'Emilia-Romagna in modo assolutamente non conforme né allo stato dei fatti, né all'opinione di tutti coloro che operano nelle istituzioni, nelle associazioni e nell'ambito del sistema scolastico di detta regione.
Ebbene, quanto lei ha affermato non è pertinente, e lei sa bene che, nonostante il notevole lavoro da lei compiuto per evidenziare le illegalità commesse in Emilia-Romagna, mai queste sono state rilevate dagli organi competenti; inoltre, né negli atti legislativi, né tanto meno nei provvedimenti normativi della regione Emilia-Romagna è stato riscontrato, da parte degli organi competenti, un inadempimento della normativa nazionale (ad esempio, per quanto concerne gli atti legislativi, mi riferisco all'attività della Corte costituzionale).
Da ultimo, vorrei sottolineare un aspetto che ritengo importante. Nell'applicazione di riforme così complesse, aventi ad oggetto sistemi scolastici delicati (quali l'istruzione e la formazione) che attengono ai processi educativi dei ragazzi e delle persone, credo che la scelta di operare attraverso i procedimenti disciplinari, determinando un contenzioso, non sia una modalità in grado di conseguire risultati positivi. Per mettere in atto le riforme (qualunque esse siano), a mio avviso, occorrono infatti tempo, dialogo, costruzione e convincimento: ciò non è stato realizzato in modo adeguato, ed i fatti stessi lo dimostrano!
Onorevole Garagnani, lei ha citato la sperimentazione nell'ambito delle scuole superiori. Vorrei ricordare che si trattava di una sperimentazione su base del tutto volontaria: pertanto, chi voleva applicarla poteva farlo, mentre chi non la desiderava era legittimato a non attuarla.
Ebbene, in tutt'Italia - in tutt'Italia! -, 54 su quasi 2 mila istituti di istruzione superiore coinvolti in tale ambito avevano proposto una sperimentazione - peraltro tutta ricollocabile entro l'autonomia scolastica -, il 15 per cento, quindi non anticipatoria rispetto all'impianto della riforma della scuola superiore e - consideri tale aspetto, onorevole Garagnani - talmente inefficace e poco applicata che, proprio per raggiungere una omogeneità di funzionamento per tutto il nostro sistema dell'istruzione, il ministro Fioroni ha ritenuto di procedere alla sua sospensione.
Quindi, onorevole Garagnani, può constatare che anche l'atteggiamento - responsabile - che la regione Emilia-Romagna aveva proposto nel non «forzare la mano» sulla riforma della scuola superiore era giusto, coerente e rispondente con il sentire delle istituzioni scolastiche, delle famiglie e dei ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
KATIA ZANOTTI. Brava!
PRESIDENTE. Il deputato Garagnani ha facoltà di replicare per la sua interpellanza n. 2-00008.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, ovviamente mi dichiaro totalmente insoddisfatto della risposta, per una serie di valutazioni.
Inizio dall'ultima affermazione del viceministro Bastico sulle sperimentazioni: vi è modo e modo di affrontare la riforma Pag. 15della scuola! Quando chi ha responsabilità direzionali della scuola, a livello di assessorato regionale o provinciale, invita esplicitamente a boicottare la riforma, è chiaro che, a mio modo di vedere, il medesimo dimostra scarso senso delle istituzioni. La riforma può piacere o no, ma ritengo che, anche se quest'ultima non proviene dalla stessa forza politica alla quale appartiene un dato dirigente politico delle istituzioni, sia evidente che la posizione di detto dirigente - un assessore, regionale, provinciale o comunale che sia - è diversa da quella di un coordinatore di partito, perché il primo si deve far carico dell'intera esigenza della popolazione scolastica, di un equilibrio che quel medesimo assessore deve, appunto, garantire in nome e per conto della collettività.
Secondo aspetto. Ho parlato anch'io con vari esponenti della scuola, a livello dirigenziale, che vivono o hanno vissuto questa ed altre vicende. Dalle parole del viceministro non ho ascoltato smentite significative in merito, ma soprattutto riconfermo quanto detto: avendo parlato anch'io con la direzione scolastica regionale, so benissimo che il caso della ricordata dirigente non è l'unico; ve ne sono stati altri.
Signor viceministro, lei è sicuramente più importante del sottoscritto: è riuscita ad avere gli atti che io ho richiesto dieci volte - dieci volte! -, ricevendo una risposta insulsa e veramente ridicola da parte dell'ufficio contenzioso, che mi aveva chiesto in base a quale interesse avessi fatto tale domanda. Risposi che, in quanto parlamentare, sono portatore di un interesse generale alla tutela della legalità e della correttezza amministrativa che, nel caso in questione, ritengo violata, e reputo pertanto mio dovere istituzionale far rispettare la legge ovunque essa sia violata. Aggiungo che ho fondati elementi per ritenere che la negazione al sottoscritto dell'accesso agli atti derivi dal timore di un determinato funzionario di incorrere in possibili sanzioni, o guai, nel caso avesse dato al sottoscritto la possibilità di verificare gli atti stessi, che - lo ripeto - mi competono. È inammissibile che l'ufficio scolastico regionale del Ministero della pubblica istruzione dell'Emilia-Romagna mi chieda in base a quale titolo domandi di verificare gli atti! Lei, signor viceministro, li ha avuti. Io non li ho avuti. Eppure, siamo solo stesso piano, perché, quale parlamentare, ho diritto di verificare ciò che avviene nella mia regione, sulla base di atti di sindacato ispettivo che ho presentato al Governo.
Dunque, chiedo perché il Governo ha potuto verificare gli atti ed il sottoscritto no. A questo punto, denunzierò il responsabile per omissione d'atti d'ufficio, ed intendo farlo anche nei confronti della dirigente scolastica succitata, perché non si tratta, invero, di caso singolo e credo occorra riflettere a lungo su un'interpretazione ed applicazione della legge che non può essere accettata: non vi sono sinecure, non vi sono zone di privilegio!
Signor viceministro, al termine della mia replica le consegnerò la documentazione in mio possesso. Credo, onorevoli colleghi, signor Presidente, che sia un problema di dignità di ognuno di noi parlamentari il vedersi negare l'accesso ad atti pubblici, ed in merito non vi è alcuna esigenza di tutela della privacy, in quanto i due atti ispettivi presentati fanno riferimento, con nomi, cognomi e fatti circostanziati, ad episodi verificatisi a Bologna. Non posso pertanto essere inibito dal conoscere gli atti relativi!
Il viceministro Bastico era a conoscenza di atti che al sottoscritto sono stati negati e sono stati soltanto citati in un certo modo, peraltro confermando la mia versione. Arrivo anche a dire che ho ricevuto pressioni discrete dagli uffici scolastici e regionali a lasciar perdere, alla luce del particolare clima politico che sta caratterizzando la situazione politica italiana. Ora, presentando l'interpellanza in esame, non m'illudevo certo che la medesima potesse essere accolta (non era un processo alle intenzioni) ma, stante la politicizzazione esasperata che caratterizza la scuola, non m'illudevo...
KATIA ZANOTTI. Tua, no...?
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FABIO GARAGNANI. ...di questo! Intendo riaffermare un principio di diritto: il principio che un parlamentare ha il diritto di chiedere il rispetto della legge e di denunciare le violazioni della stessa, quando funzionari dello Stato, tenuti verso quest'ultimo ad un obbligo di lealtà e di correttezza - non dimentichiamoci mai questo -, vìolano, in un modo o nell'altro, tranquillamente, le disposizioni che sono tenuti ad applicare. Perché di questo si tratta!
Questo è valso, a suo tempo, per il tempo pieno; è valso, in genere, per tutta una serie di provvedimenti conseguenti alla riforma della scuola secondaria superiore che o sono stati applicati parzialmente o sono stati disapplicati. Allora, un Governo serio, di fronte a queste cose, fino a che la legge è in vigore, deve assumersi le proprie responsabilità e non rispondere con affermazioni scarsamente plausibili, me lo consenta, viceministro Bastico, come lei ha fatto in questa sede dicendo: io mi rendo conto di tutta una pressione politica, della CGIL scuola, degli insegnanti, dei no global, di tutti coloro che si stanno muovendo da anni nella nostra realtà. Tali pressioni probabilmente condizionano e hanno condizionato il suo operato, come pure quello di molti dirigenti dello Stato, i quali temono quelle che vengono dal sindacato o da determinati partiti politici, soprattutto in Emilia-Romagna. Basta ricordare - per inciso - com'è stato celebrato il 2 giugno, festa della Repubblica: in un modo vergognoso, con due parlamentari di provenienza comunista, attualmente ex-diessina, e nessun parlamentare del centrodestra, con la connivenza, in questo caso, anche della prefettura della Repubblica. Così dico chiaramente quel che penso!
DONATA LENZI. C'era Luigi Preti!
FABIO GARAGNANI. Questo è un indice di tale situazione!
Tornando al caso in questione, si tratta di circoscriverlo ad alcuni dati di fatto. Ci sarebbe anche da verificare il caso - mi sono appuntato quello che ha detto il viceministro Bastico a proposito del collegio dei docenti e della direzione scolastica regionale - della non somministrazione delle prove. Sono convinto che le affermazioni rese in questa sede dal viceministro Bastico (mi confondo perché siamo stati entrambi in regione, io allora ero all'opposizione ed il viceministro era assessore) non sono le stesse che la dirigente dell'Istituto comprensivo n. 8 di Bologna ha reso esattamente al Resto del Carlino e alla Repubblica. Allora, c'è una divergenza di fondo: il viceministro in questa sede ha fornito una versione che non corrisponde a quella data dalla dirigente scolastica e dalla CGIL scuola, alla quale appartiene quella stessa dirigente.
La CGIL scuola (l'ho detto all'inizio e lo ribadisco adesso) ha detto che si è scelta la linea della sanzione perché quella funzionaria dello Stato aveva scelto di non applicare la legge Moratti. Parole testuali, che sono apparse su tutti quotidiani! Chiedo pertanto un momento di ripensamento al Governo: qual è la ragione di questa discrasia? Perché tutti i quotidiani locali hanno dato un'interpretazione diversa da quella del viceministro? Perché la stessa dirigente in questione ha dato un'interpretazione diversa e non ha parlato di suoi atteggiamenti di differenziazione rispetto al collegio dei docenti?
Io non faccio processi alle intenzioni - perché credo che sia la realtà -, ritengo che ci sia stata una vicenda ulteriore che ha modificato i contenuti di quella querelle, presentando in questa sede un aspetto edulcorato di una vicenda che invece doveva essere affrontata e sanzionata in termini duri e di rispetto della legge. Soltanto se si ha rispetto della legge avremo veramente il rispetto dei nostri concittadini e favoriremo quel legittimo pluralismo e quel concetto di democrazia che tutti diciamo di condividere.
Questa è la ragione per la quale - signor Presidente, signor viceministro - mi dichiaro totalmente insoddisfatto della risposta fornita dal Governo, ribadendo che, per quanto mi riguarda, la vicenda non si conclude qui, in quanto i contorni oscuri Pag. 17c'erano, permangono e sono stati ulteriormente aggravati dalla risposta resa in questa sede.
PRESIDENTE. L'onorevole Zanotti ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00028.
KATIA ZANOTTI. Signor Presidente, l'onorevole Garagnani si conferma sempre per la sua faziosità. Il viceministro Bastico, tuttavia, ha smentito tutti gli elementi contenuti nell'interpellanza del collega Garagnani.
D'altra parte, il balbettio emerso nella replica dell'interpellante dimostra che lei, onorevole Garagnani, ha dovuto prendere atto...
FABIO GARAGNANI. Non mi pare di aver balbettato!
KATIA ZANOTTI. Lei ha balbettato, perché ha parlato solo del fatto che le hanno negato la possibilità di disporre degli atti di un'inchiesta amministrativa, peraltro ancora in corso. Dunque, sussistevano tutti gli elementi per la tutela della privacy. Ma non voglio dialogare con lei, onorevole Garagnani, in quanto ciò risulta impossibile, vista la sua faziosità!
SIMONE BALDELLI. Risponda al Governo!
FABIO GARAGNANI. Lei ha il monopolio della verità...!
KATIA ZANOTTI. A questo punto, vorrei sottolineare - mi rivolgo in primo luogo al viceministro Bastico - che mi dichiaro completamente soddisfatta della risposta fornita per la ricostruzione lineare della vicenda, che dà atto di un comportamento della dirigente scolastica Balboni assolutamente lineare. Altro che cose oscure da svelare - il peso della CGIL e i no global -, in quanto non si sa cosa ci sia dietro!
Ritengo che la dirigente scolastica abbia avuto il merito di aver tentato di evitare l'uso di strumenti di carattere gerarchico, o addirittura coercitivo, per imporre lo svolgimento dei test Invalsi, peraltro - come ricordato dal viceministro - progressivamente resi obbligatori nella scuola primaria. Do atto alla dirigente Balboni di aver deciso che la scuola non si può governare con provvedimenti coercitivi, in quanto dovrebbe essere luogo di condivisione di intenti, di proposte. La dirigente ha deciso di non eseguire un ordine impartito in via gerarchica, scegliendo la via della relazione con il collegio dei docenti che si era espresso in merito, insieme a numerosi genitori che non erano stati «assoldati» per andare contro - come afferma lei, onorevole Garagnani -, ma che erano scesi in piazza autonomamente, in Emilia-Romagna, tante volte contro la legge Moratti. Si tratta di genitori attenti ai livelli ed alla qualità educativa dei loro figli, onorevole Garagnani!
Sta di fatto che, poi, la dottoressa Balboni ha provveduto attraverso 39 ordini di servizio e i test Invalsi sono stati eseguiti l'11, il 12 e il 13 gennaio, dopo le vacanze natalizie.
Ritengo che la chiusura di questa inchiesta costituisca un segnale molto importante, in quanto fuga l'idea che, dietro tale inchiesta, vi fosse una contestazione per riportare all'ordine, all'obbedienza, ogni espressione di dissenso e di rispetto del pensiero delle persone nei confronti dei provvedimenti assunti dall'ex ministro Moratti.
Peraltro, sono ulteriormente soddisfatta in quanto dalla risposta del Governo ho appreso la messa in discussione dello strumento dei test Invalsi.
Si è discusso, ci sono ampie pagine di discussione circa la scientificità di questo strumento. Credo soprattutto che, opportunamente e legittimamente, docenti e genitori si chiedessero se fossero queste le modalità più opportune di controllo della qualità educativa e formativa e dei loro figli.
Penso che dietro a questa vicenda, onorevole Garagnani, ci sia un problema di principio molto importante, che riguarda l'articolo 33 della Costituzione, riferito esattamente alla libertà di insegnamento Pag. 18e all'autonomia della scuola, nella costruzione di percorsi condivisi.
Penso in realtà che il rischio (che è stato anche rappresentato in fase di discussione sui test Invalsi durante il Governo di centrodestra del ministro Moratti) fosse esattamente questo: che i test potessero persino servire per dare un giudizio sull'operato degli insegnanti.
Considero che la vicenda si sia conclusa nel modo giusto, riconoscendo ad essa un percorso lineare. Credo di dover dare atto in quest'aula alla dirigente Balboni che, in una vicenda complicata, ha prodotto un esito di assoluta linearità, confermato appunto dalla chiusura dell'inchiesta.
Concludo, dicendo che sulle vicende della scuola emiliana anch'io, onorevole Garagnani, voglio evidenziare alcuni dati di «illegalità», così come lei l'ha chiamata. Le cito i miei dati di illegalità. Essi consistono nei 2526 bambini in lista di attesa nella scuola materna; sono le 64 sezioni di scuola materna che dopo la Moratti erogano la metà del servizio, con il servizio orario ridotto; sono le 80 classi a tempo pieno in meno. Grazie ai provvedimenti della legge Moratti, 64 di queste classi sono solo a Bologna. Sono esattamente 127 le classi della scuola secondaria scoperte...
CESARE CAMPA. Sono dati che deve citare il Governo!
PRESIDENTE. Onorevole Zanotti, concluda.
KATIA ZANOTTI. Concludo, Presidente. Volevo dire che, a proposito di illegalità, io penso che la legge Moratti abbia, come si dice, mandato in piazza molte persone, ma le ragioni che hanno portato in piazza queste persone sono spiegate anche dai numeri che io ho cercato di fornire nel poco tempo a disposizione a conclusione del mio intervento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento l'onorevole Baldelli; con riferimento a quale articolo, onorevole Baldelli?
SIMONE BALDELLI. Agli articoli 8 e 59.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, mi riferisco al suo dovere di condurre la seduta in modo da evitare che accadano fatti quali quelli ora verificatisi. Non entro nel merito della discussione, che pure c'è stata, riguardo agli interventi dell'onorevole Bondi e dell'onorevole Cicchitto. La discussione è agli atti, è rappresentata attraverso gli strumenti scelti dal Parlamento per la propria pubblicità dei lavori. Mi permetta però, Presidente, da giovane deputato, parlamentare alla prima legislatura, di esprimere la mia sorpresa per il clima con cui si svolgono certe discussioni, e anche per il tono (mi permettano i membri del Governo) con il quale i rappresentanti del Governo si rivolgono ai deputati che svolgono le interpellanze e le interrogazioni. Presidente, quando il deputato Garagnani stava illustrando la sua interpellanza, ed è stato interrotto dalla collega dell'opposizione, lei ha richiamato il deputato Garagnani e non chi lo ha interrotto.
KATIA ZANOTTI. Siamo della maggioranza e non dell'opposizione!
SIMONE BALDELLI. Sì, è vero, io faccio sempre appello alla maggioranza del paese. È vero, siete la maggioranza parlamentare. Sembra curioso, Presidente, che, per l'appunto, quando un deputato dell'opposizione interpella il Governo su un argomento e viene interrotto da un deputato della maggioranza parlamentare, la Presidenza della Camera, anziché richiamare il collega che disturba l'intervento dell'onorevole interpellante, richiami appunto l'interpellante stesso. Quindi, su questo aspetto, Presidente, la invito, senza polemica alcuna, a mantenere un maggiore equilibrio, perché i diritti dell'opposizione...
GABRIELE FRIGATO. Complimenti!
Pag. 19SIMONE BALDELLI. Grazie, collega... I diritti dell'opposizione sono il sale della democrazia. La carica che lei ricopre, Presidente, le impone questo ruolo. Quindi, Presidente, la invito ad attenersi maggiormente al rispetto delle prerogative dei deputati dell'opposizione, e spero quindi che episodi del genere non accadano in seguito. Grazie.
PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, non posso accettare questo rilievo. Credo di essere stato assolutamente tollerante con gli interventi dell'opposizione.
SIMONE BALDELLI. Ha richiamato l'onorevole Garagnani!
PRESIDENTE. L'articolo 59, come lei sa, stabilisce che quando «un deputato pronunzia parole sconvenienti oppure turba col suo contegno la libertà delle discussioni o l'ordine della seduta, il Presidente lo richiama (...)».
SIMONE BALDELLI. L'ho letto; lo legga anche lei, Presidente!
GABRIELE FRIGATO. Rispetta il Presidente, Baldelli!
SIMONE BALDELLI. Stava parlando l'onorevole Garagnani!
PRESIDENTE. Ebbene, ho richiamato l'onorevole Garagnani perché mi sembrava che il tono del suo intervento meritasse questo richiamo.
SIMONE BALDELLI. È stato interrotto lui!
GABRIELE FRIGATO. Prendetevi delle vacanze!