Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni (ore 16).
(Recenti dichiarazioni del ministro della salute sulla sperimentazione della pillola abortiva RU486 - n. 2-00004 e n. 3-00004)
PRESIDENTE. Avverto che l'interpellanza Volontè n. 2-00004 e l'interrogazione Migliori n. 3-00004, che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni sezione 3).
L'onorevole Volontè ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00004.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, la nostra interpellanza prende atto di alcune dichiarazioni del ministro competente, oggi autorevolmente sostituito dal sottosegretario, e ricorda che la Food and drug administration, l'11 maggio 2006, ha organizzato un convegno sulla morte di cinque donne statunitensi e di una canadese direttamente correlata all'uso della pillola RU486. Lo stesso «padre» della pillola RU486, Etienne-Emile Baulieu, ha recentemente scritto una lettera ufficiale al New England Journal of Medicine in cui afferma che l'aborto chimico ha tassi di mortalità dieci volte più alti di quello chirurgico.
In merito a questo è bene prendere atto di importanti studi che vengono dai paesi occidentali: (americani, come ho citato prima, ma anche di altre nazioni). Come è noto, la mortalità per aborto chirurgico è dieci volte inferiore a quella provocata da aborto con la pillola RU486 e le complicanze con ospedalizzazione sono triple con l'uso della pillola RU486. Dai 600 eventi avversi segnalati dalla Food and drug administration dal settembre 2000 al settembre 2004 siamo giunti ai 950 fino al marzo 2006. Il rischio di sanguinamento nelle donne che usano la suddetta pillola è di 3,27 volte maggiore rispetto a quelle che ricorrono all'aborto chirurgico; il rischio di dolore addominale è maggiore dell'1,63 per cento; vi è l'1,6 per cento in più di febbre e vertigini e l'aumento del 7 per cento della durata del sanguinamento.
Da un'indagine compiuta dal Ministero della salute inglese risulta che l'aborto chirurgico ha effetti di reazione d'ansia molto inferiori rispetto a quello farmacologico provocato dalla pillola RU486. Nello stesso tempo i dati inglesi, ma anche quelli che ci vengono dalla Svezia e dalla Francia, ci fanno notare come in circa dieci anni dall'introduzione di questa pillola il Pag. 22tasso di abortività sia aumentato quasi del 50 per cento in Gran Bretagna.
Ho già citato la lettera dello scopritore della pillola RU486 ed il commento che il New England Journal of Medicine fa dell'idea di aggiungere alla pillola RU486 alcuni antibiotici che vengono da questa autorevole rivista di medicina internazionale segnalati come causa ulteriore di effetti collaterali pericolosi per la donna.
La pillola abortiva RU486 in Italia è considerata, da una parte dell'opinione pubblica, sicura ed in grado, con un atto semplice ed indolore, di interrompere una gravidanza indesiderata.
In alcuni ospedali italiani si sta da tempo sperimentando la pillola, anche se l'azienda che la produce non ha ancora avviato la procedura di commercializzazione nel nostro paese e, qualora lo facesse, dovrebbe corredarla di dati scientifici attuali, non quelli degli ultimi vent'anni, riguardanti la sua sperimentazione.
È noto che la legge n. 194 del 1978, all'articolo 1 e all'articolo 8, prevede che lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana fin dal suo inizio. Allo stesso tempo, lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché le altre iniziative necessarie per evitare che l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.
All'articolo 8 - come è certamente noto al sottosegretario - si afferma che l'interruzione della gravidanza è praticata da un medico del servizio ostetrico-ginecologico presso un ospedale generale tra quelli indicati all'articolo 20 della legge n. 132.
Chiediamo di interrogare il Governo per sapere se sia a conoscenza dei recenti rilievi, esclusivamente medici e scientifici, sollevati da istituzioni e istituti di ricerca riconosciuti a livello internazionale nei confronti dell'assunzione di quella che negli Stati Uniti, notoriamente, ormai purtroppo è conosciuta come kill pill, la pillola che uccide; se non ritenga affrettate, prive di cautela e, forse, anche avventate le dichiarazioni del ministro della salute, Turco, su una materia così delicata, quando, negli ultimi anni, nessuna novità scientifica vi è stata riguardo ad un farmaco che da abortivo si può facilmente trasformare, per le sue caratteristiche e per la sua pubblicità, in contraccettivo; se ritenga sufficiente, infine, assicurare che la sperimentazione avverrà nello spirito della legge n. 194 del 1978 per garantire una sua corretta applicazione e l'assenza di rischio per la salute delle donne.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, Antonio Gaglione, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO GAGLIONE, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, colleghe e colleghi, onorevole Volontè, il Governo approfondirà ulteriormente il problema della pillola abortiva, ma una prima risposta tecnica all'argomento dell'interpellanza e dell'interrogazione è doverosa, almeno per fare alcune precisazioni.
In primo luogo, il Ministero della salute smentisce di aver affermato l'intenzione di liberalizzare la sperimentazione della pillola abortiva. Al contrario, si precisa, in risposta ad una domanda posta da un organo di stampa sull'intenzione del ministero rispetto all'attuale sperimentazione in corso in Italia, che si è ritenuto esclusivamente di confermare le decisioni precedentemente assunte nel corso dell'anno 2005, nel rispetto delle disposizioni previste dalla legge 22 maggio 1978, n. 194, che lei ha citato.
Per maggiore chiarezza, appare utile fornire un riepilogo di quanto già determinato nelle diverse sedi istituzionali in merito alla sperimentazione clinica in atto della pillola suddetta.
La pillola RU486 è stata per la prima volta commercializzata in Francia nel 1988 e oggi risulta disponibile in Svizzera, Olanda, Inghilterra, Germania e in altri paesi europei, oltre che negli Stati Uniti, Australia e Cina.Pag. 23
Al momento essa non risulta disponibile in Italia, Portogallo e Irlanda. Non è come lei, onorevole Volontè, ha detto nella sua interpellanza, in quanto essa non è in commercio in Italia, poiché né la ditta produttrice, né altre aziende, hanno mai presentato nel nostro paese la relativa domanda di commercializzazione. Se lei ce l'ha, ce la faccia vedere...
LUCA VOLONTÈ. Forse lei non ha letto ciò che è scritto nell'interpellanza. Non ha neanche ascoltato!
ANTONIO GAGLIONE, Sottosegretario di Stato per la salute. No, onorevole Volontè, le dico io come avviene la sperimentazione quando un farmaco non è commercializzato in Italia.
Com'è noto, presso l'Ospedale Sant'Anna di Torino, è in corso una sperimentazione clinica avente come specifico obiettivo clinico e terapeutico la valutazione dell'efficacia e della sicurezza della pillola a un dosaggio minore rispetto a quello contenuto nella confezione da 600 mg, in commercio in altri paesi.
Con riferimento a tale sperimentazione clinica è opportuno ricostruire il susseguirsi degli eventi e dei provvedimenti che hanno interessato nel tempo il Ministero della salute, l'Agenzia italiana del farmaco e il Consiglio superiore di sanità.
A seguito dell'approvazione di uno specifico protocollo di sperimentazione clinica presso l'ospedale torinese da parte del comitato etico locale, in data 11 dicembre 2002, funzionari dell'allora direzione generale dei medicinali del Ministero della salute (ora AIFA) effettuarono un'ispezione sull'osservanza delle norme di buona pratica clinica e della normativa vigente inerente alla sperimentazione dell'interruzione volontaria di gravidanza con la pillola RU486, alla luce delle norme contenute nella legge n. 194 del 1978.
In data 21 gennaio 2004 è stato richiesto uno specifico parere al Consiglio superiore di sanità, che, nella seduta del 18 marzo 2004, ha pronunciato il seguente parere conclusivo: alla luce delle conoscenze disponibili i rischi per l'interruzione farmacologica della gravidanza si possono considerare equivalenti ai rischi dell'interruzione chirurgica solo se l'interruzione di gravidanza avviene totalmente in ambiente ospedaliero.
La direzione generale competente, in data 9 luglio 2004, comunicò al direttore generale della suddetta struttura ospedaliera che l'esecuzione della sperimentazione di cui trattasi può ritenersi legittima - e cioè conforme all'articolo 8 della legge n. 194 del 1978 - solo nel caso in cui essa si svolga in ambito ospedaliero fino a completamento dell'aborto e delle cure del caso.
Con nota dell'8 settembre 2005 l'azienda ospedaliera ha trasmesso copia della notifica datata 31 agosto 2005 con la quale veniva comunicata l'attivazione dello studio.
Ai fini della tutela della salute delle pazienti coinvolte e della verifica della correttezza della sperimentazione, su richiesta del ministro della salute pro tempore, fu eseguita, nei giorni 13-15 settembre 2005, un'ispezione da parte dell'AIFA. La relazione degli ispettori evidenziava che la procedura di interruzione della gravidanza non veniva condotta interamente all'interno della struttura ospedaliera. Fu rilevata, inoltre, la necessità che l'intero protocollo sperimentale prevedesse il ricovero delle pazienti fin dalla prima somministrazione del farmaco, onde evitare che un'interruzione totale o parziale della gravidanza a livello domiciliare potesse comportare il rischio di emorragie e di infezioni gravi.
In data 21 settembre 2005 fu, pertanto, emanata l'ordinanza di sospensione della sperimentazione, la quale peraltro è ripresa regolarmente nel mese di ottobre 2005, poiché l'ospedale Sant'Anna ha adottato un nuovo protocollo sperimentale che contemplava il ricovero della paziente per tutta la durata dell'intervento farmacologico.
In risposta a quanto richiesto da lei e dagli altri parlamentari che hanno sottoscritto gli atti di sindacato ispettivo appare opportuno, proprio in questa sede istituzionale, Pag. 24riaffermare la necessità di garantire la correttezza metodologica nella conduzione della sperimentazione in esame, nel rispetto della legislazione vigente e con l'obiettivo prioritario ed imprescindibile della tutela della salute femminile.
PRESIDENTE. Il deputato Volontè, al quale ricordo che ha dieci minuti di tempo a disposizione, ha facoltà di replicare per la sua interpellanza n. 2-00004.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, questa risposta mi sembra importante. Non posso dire di essere soddisfatto, ma mi sembra che il sottosegretario abbia chiarito alcuni aspetti.
Signor sottosegretario, non è colpa dell'interpellante se tutti i quotidiani italiani hanno riportato una dichiarazione attribuita al ministro Turco e non smentita (se non in questo momento) risalente al 22 maggio 2006, in cui si parlava di pillola abortiva liberalizzata.
ANTONIO GAGLIONE, Sottosegretario di Stato per la salute. È stata una interpretazione molto soggettiva.
LUCA VOLONTÈ. Prendo atto, quindi, di questa importante dichiarazione: non vi è liberalizzazione della pillola RU486, perché si rispettano le procedure già attivate dal Governo precedente.
Secondo elemento importante: non è stato autorizzato nessun altro protocollo di sperimentazione. Ciò, in qualche modo, contrasta con quanto affermato nelle dichiarazioni pubblicate nei giorni che vanno dal 21 al 23 maggio 2006, e - lo ripeto - fino a questo momento attribuite alla diretta voce del ministro della salute, onorevole Turco.
Posso fare però una semplice osservazione? Il rispetto dell'articolo 8 della legge n. 194 - citato anche per la sua violazione e quindi per la conseguenza della sospensione - comporta l'ospedalizzazione totale per le donne che decidono di sperimentare la RU486. Solo se questa pillola venisse sperimentata infatti in una situazione di totale ospedalizzazione si potrebbe far fronte a quelle emergenze che ho citato prima, non per opinione personale ma perché sono dati della realtà scientifica incontrovertibili: grave danno per la donna, grave danno fisico, con rischio anche di morte - perché oramai dobbiamo dire le cose come sono - e grave danno superiore.
Vorrei vedere questo rapporto di cui lei signor sottosegretario ha parlato, laddove le dicono che ci sono rischi equivalenti nella somministrazione della pillola RU-486 e nell'aborto chirurgico.
Questo non risulta agli atti delle maggiori riviste scientifiche internazionali...
ANTONIO GAGLIONE, Sottosegretario di Stato per la salute. Bisogna leggere per intero i lavori, non solo due righe!
LUCA VOLONTÈ. ...però se lei vorrà fornircene una copia, visto che anche a lei lo hanno fornito, ciò sarebbe interessante sia per la ricerca scientifica internazionale sia anche per il dibattito del Parlamento.
ANTONIO GAGLIONE, Sottosegretario di Stato per la salute. Si legge una lettera e non l'intero lavoro!
LUCA VOLONTÈ. Lei forse non è abituato: quando ha finito di parlare deve far parlare gli altri, altrimenti andiamo avanti in un ping-pong che francamente non mi interessa, perché lei quello che doveva dire lo ha già detto e ha fornito delle importanti novità.
ANTONIO GAGLIONE, Sottosegretario di Stato per la salute. Le importanti novità sono contenute nel lavoro!
PRESIDENTE. Onorevole sottosegretario, lasci parlare l'interpellante.
LUCA VOLONTÈ. Importanti novità per l'opinione pubblica nazionale, caro sottosegretario! Io non leggo i giornalini che forse qualcun altro legge!
Pag. 25ANTONIO GAGLIONE, Sottosegretario di Stato per la salute. New England Journal of Medicine! Lo legga per intero!
LUCA VOLONTÈ. Ho letto, come tutto il paese, i quotidiani nazionali, dove abbiamo letto quello che ha detto il ministro della salute. Lei ha detto il contrario ed io sono qui a dire che sono favorevolmente impressionato da questi suoi nuovi elementi. Sono anche interessato, glielo sto dicendo e glielo ripeto, a questo importante studio che lei attribuisce a qualche centro di ricerca o a qualche collaborazione che ha il Ministero (anche del Governo precedente), che sostiene che i rischi tra aborto chirurgico ed utilizzo della RU486 sono identici.
A me risulta invece, dalle riviste scientifiche internazionali e dalla sperimentazione in atto da più di dieci anni nei paesi europei ed extraeuropei, che non è così! Allora è importante che lei ne fornisca, tramite la Presidenza della Camera, una copia all'interrogante ed anche all'opinione pubblica, perché questo non risulta. Quindi si tratta elementi provenienti da scienziati italiani, che il resto del mondo non conosce.
Detto questo, avrò il piacere di interrogarla di nuovo, magari tra un mese, un mese e mezzo, quando il Governo avrà approfondito questi elementi ed avrà preso una decisione ulteriore sull'opportunità - visti i rischi scientifici che le ho citato, non le opinioni personali!- di introdurre anche nel nostro paese una procedura che non solo (se non ha le caratteristiche dell'ospedalizzazione) violerebbe l'articolo 8 della legge n. 194, ma provocherebbe, come provoca in tutto il mondo, un rischio di mortalità dieci volte superiore per le donne che decidessero di usufruire di questa pillola.
Un'ultima osservazione, se mi permette, di merito. Nella mia interrogazione, onorevole sottosegretario, non c'è scritto che la società che produce la pillola la commercializza nel nostro paese. C'è scritto invece che questa società, se volesse chiedere la possibilità...
ANTONIO GAGLIONE, Sottosegretario di Stato per la salute. Non l'ha fatto! Si attenga all'obiettività!
PRESIDENTE. Onorevole sottosegretario, la prego di lasciar parlare l'interpellante.
LUCA VOLONTÈ. Infatti! Abbiamo detto la stessa cosa ed è per questo che mi sono permesso di dirle, quando lei ricordava che non lo ha fatto, che appunto nessuno di noi ha mai messo in dubbio il fatto che questa società avesse mai chiesto l'autorizzazione alla commercializzazione. Sono altri gli elementi di grande interesse che lei, invece, ha finalmente portato all'attenzione dell'opinione pubblica italiana che, in qualche modo, risultano confortanti rispetto alle precedenti dichiarazioni apparse.
In conclusione, la invito - ancora una volta - a fornirci i dati secondo i quali risulterebbero un'equivalenza tra le due procedure di aborto chirurgico e chimico. Nei confronti degli interpellanti e di una parte del mondo scientifico ciò rappresenterebbe un dato di grande novità, perché a noi risulta - spero risulti anche a qualcuno dei suoi uffici - che il pericolo di mortalità delle donne è almeno dieci volte superiore.
La ringrazio in anticipo dei dati che vorrà fornire alla Presidenza e che quest'ultima, cortesemente, vorrà fornire a noi e a tutti gli interessati a questa importante novità.
PRESIDENTE. L'onorevole Migliori ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00004.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, colleghi, a nome del gruppo di Alleanza nazionale ho presentato questa interrogazione per avere nella più alta sede istituzionale - qual è quella che noi rappresentiamo - un parere definito e, per quanto possibile, definitivo da parte del Governo su una materia rispetto alla quale, soprattutto nella parte finale della Pag. 26scorsa legislatura, si è sviluppato (anche in quest'aula) un forte contrasto politico.
Questa interrogazione prende le mosse dalla semplice lettura di un'intervista rilasciata dal ministro Turco, peraltro non smentita, nel corso della quale il ministro stesso annunciava, di fatto, la liberalizzazione della sperimentazione della pillola RU 486.
Partendo da questa intervista - che, lo ripeto, è stata smentita autorevolmente in quest'aula solo pochi minuti fa dal sottosegretario per la salute -, si sosteneva, di fatto, che le procedure straordinarie in atto in Piemonte ed in Toscana a livello sperimentale venivano potenzialmente estese a tutto il territorio nazionale, con ciò, a nostro avviso, aggirando gli aspetti di prevenzione dell'aborto presenti nell'articolo 1 della legge n. 194 del 1978.
Chiedevamo cioè di sapere in termini di chiarezza di prospettiva qual era la reale volontà del Governo, al di là dell'intervista del ministro Turco, relativamente ad una questione che concerne sia l'applicazione della citata legge n. 194 sia la doverosa tutela delle donne; ciò, viste e considerate le riflessioni anche di carattere critico che parte della comunità scientifica, in modo molto autorevole, continua a svolgere circa gli effetti potenzialmente perniciosi della pillola RU 486.
La risposta del Governo al riguardo a noi pare politicamente ambigua, e da questo nasce la nostra insoddisfazione, perché il sottosegretario ha legittimamente e, oserei dire, onestamente sostenuto che da parte dell'esecutivo vi è la necessità di un ulteriore approfondimento su questa materia, con ciò, evidentemente, contraddicendo in modo evidente le dichiarazioni del ministro.
Personalmente, ho apprezzato nella risposta del sottosegretario il recupero della bontà dell'atteggiamento che il ministro della salute Storace - fortemente contestato sul punto dall'opposizione di allora - aveva assunto in forza del suo incarico. Mi riferisco ad una grande attenzione e prudenza sugli effetti della sperimentazione, all'esigenza di evitare un possibile aggiramento della legge n. 194, all'esigenza di evitare altresì pressappochismi circa la natura effettiva della pillola in questione, tenendo conto anche e soprattutto che l'azienda che produce tale pillola, come è stato ricordato, fino ad oggi si è rifiutata di chiedere all'EMEA un riconoscimento unitario in sede europea e non ha richiesto alle autorità sanitarie del nostro paese l'introduzione di questo medicinale all'interno della cornice nazionale di inserimento dei farmaci.
Questo vorrà pur dire qualcosa. Il fatto che il sottosegretario abbia sottolineato questo elemento, a differenza dell'improvvida dichiarazione del ministro Turco, è un elemento che sottolinea la riacquisizione di consapevolezza da parte del Governo circa la complessità, da un lato, ma anche la pericolosità potenziale per la salute della donna, dall'altro, di questo medicinale.
Pur rilevando un «bilinguismo» pericoloso da parte del Governo su questa materia, rivendico al nostro gruppo il merito di essere stato elemento di chiarificazione su un fatto: le dichiarazioni del ministro Turco sono inseribili all'interno di quella babele di lingue e di dichiarazioni che ha contrassegnato in modo sfortunato l'avvio del Governo Prodi nel corso della presente legislatura, e non debbono essere prese sul serio.
Ringrazio il sottosegretario perché la materia necessita di una riflessione seria e di un approfondimento, che la comunità scientifica sta in questa fase producendo, e non certo di facili propagandismi e - mi si consenta - neppure di battute e di dichiarazioni sprovvedute che, provenendo dal ministro della salute, mi auguro siano in futuro evitabili.