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Si riprende la discussione.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2114)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (vedi l'allegato A - A.C. 2114 sezione 5).
Avverto che è in distribuzione la nuova formulazione degli ordini del giorno Franci ed altri n. 9/2114/5, Vannucci ed altri n. 9/2114/7 e Di Gioia ed altri n. 9/2114/8.
Avverto che l'ordine del giorno Burtone n. 9/2114/3 è stato sottoscritto dall'onorevole Incostante, che l'ordine del giorno Motta e Bellanova n. 9/2114/6 è stato sottoscritto dall'onorevole Zunino e che l'ordine del giorno Margiotta ed altri n. 9/2114/11 è stato sottoscritto dall'onorevole Gianfranco Conte.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del regolamento, in quanto relativo ad argomenti estranei rispetto all'oggetto del provvedimento in esame, l'ordine del giorno Grassi e Lenzi n. 9/2114/2, volto a far sì che i contributi riguardanti i trattamenti di fine rapporto siano ricompresi tra i contributi previdenziali e assistenziali
L'onorevole Incostante ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Burtone ed altri n. 9/2114/3, di cui è cofirmataria.
MARIA FORTUNA INCOSTANTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nell'esame di questo ordine del giorno, cerchiamo di portare all'attenzione dell'Assemblea alcune norme che riguardano disposizioni per benefici previdenziali a favore delle imprese agricole che sono state investite dalla crisi dell'influenza aviaria. Tutti ricorderanno che, anche nell'ambito del dibattito svoltosi in Commissione in sede referente, si è parlato di concessioni ed agevolazioni fiscali a favore dei soggetti danneggiati da altri eventi, come, ad esempio, l'alluvione del Piemonte del 1994.
Orbene, la legge n. 296 del 2006 contiene la disposizione per l'abbattimento dei contributi al 50 per cento proprio per quei soggetti che erano destinatari di questa ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri. La norma, ad avviso mio e del collega Burtone, non lascia alcun dubbio sull'interpretazione, che voleva essere considerata la definizione di una posizione dei soggetti destinatari dell'ordinanza, relativamente Pag. 55agli adempimenti e ai versamenti, tramite la corresponsione dell'ammontare, che loro avrebbero dovuto versare per i contributi a titolo capitale. Abbiamo riscontrato che, ad esempio, su disposizioni dell'Agenzia delle entrate di Palermo, gli uffici finanziari ritengono che la normativa sia limitata ai soli contributi e che, quindi, non possano essere disposti annullamenti delle cartelle esattoriali per i pagamenti delle imposte.
Pertanto, quest'ordine del giorno è volto ad impegnare il Governo a verificare gli strumenti che ritiene opportuno mettere in campo, dal punto di vista delle iniziative, relativamente all'articolo 1, comma 1011, della legge n. 296 del 2006, perché si è convinti che essa vada applicata a tutti i tributi e contributi, i cui versamenti ed adempimenti correlati siano stati sospesi dai soggetti destinatari dei provvedimenti di sospensione dei termini.
In sostanza, si auspica che la posizione tributaria e previdenziale dei soggetti precedentemente citati per le rate scadute e non pagate nel 2006 possa essere consentita entro il 30 giugno 2007, utilizzando il ravvedimento operoso, e che la regolarizzazione del residuo debito per i contributi e i tributi, relativamente alle date aventi scadenza successiva all'entrata in vigore della legge n.296 del 2006, possa essere disposta per l'importo ridotto del 50 per cento, ferme restando le vigenti modalità di realizzazione.
È evidente che l'impegno che viene richiesto al Governo è relativo alla ratio contenuta nella disposizione che ha ritenuto un danneggiamento per queste imprese la diffusione dell'influenza aviaria, con l'abbattimento anche di bestiame malato, venendo incontro alle aziende sul versante dei tributi e dei contributi.
Confidiamo che il Governo possa prendere in considerazione il nostro ordine del giorno, disponendo tutti quegli interventi opportuni a risolvere questa situazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Zunino ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Motta ed altri n. 9/2114/006, di cui è cofirmatario.
MASSIMO ZUNINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'ordine giorno n. 9/2114/006, a prima firma dell'onorevole Motta, fa riferimento all'articolo 8-bis del provvedimento in esame, che reca disposizioni in materia di lavoratori e di lavoro portuale. In particolare, l'articolo 8-bis differisce al termine del 31 luglio 2007 previsto dall'articolo 1 del decreto del Ministero dei trasporti e della navigazione, approvato il 19 ottobre 1998.
Lo scopo dell'ordine del giorno in esame è quello di fare riferimento alla tematica più generale del lavoro portuale e della portualità per sollevare un problema altrettanto rilevante, come dirò poi nella seconda parte del mio intervento, che è quello relativo al settore delle cooperative impegnate nella logistica, e operanti all'interno dei porti del nostro paese.
Faccio un passo indietro per riagganciarmi alla questione più generale della portualità, riconoscendo a questo Governo di aver compiuto nella recente finanziaria una vera e propria «rivoluzione» in materia di lavoro portuale e di portualità in genere.
Perché dico una vera e propria rivoluzione? Perché per la prima volta nella legge finanziaria - questo è uno dei capitoli, secondo me, più importanti che vi sono nel testo nel suo complesso - si affronta in modo completo il tema dello sviluppo di un'attività, che è vitale per il nostro paese e che può essere motore di sviluppo importante per il nostro futuro, quella portuale per l'appunto. E lo si affronta non tanto rispondendo alla problematica del lavoro e dei lavoratori portuali: a tale proposito vorrei citare ad esempio tutti i temi legati alla sicurezza o al lavoro portuale vero e proprio, che trovano spazio nella legge finanziaria con un apposito finanziamento relativo alla Cassa integrazione per i lavoratori portuali che prestano lavoro temporaneo.
Non solo questo è previsto nella legge finanziaria: in essa si dà spazio importante agli investimenti per la portualità del nostro paese, prevedendo importanti risorse sia per i grandi hub portuali, che possono diventare una vera e propria piattaforma Pag. 56del Mediterraneo per accogliere i grandi traffici provenienti dalla Cina e dal Medio Oriente, sia più in generale per le opere portuali produttive, proponendo appositi finanziamenti che consentono all'autorità portuale, anche in concorso con i privati, di realizzare altre importanti opere strategiche e produttive nel nostro paese.
Ma vi è poi un'attenzione più completa e più generale in ordine al tema complessivo del finanziamento e dell'autonomia delle autorità portuali. Si mette in movimento un meccanismo virtuoso che produrrà, mi auguro in breve tempo, la completa autonomia finanziaria non soltanto gestionale, ma anche relativa agli investimenti, delle autorità portuali sul nostro territorio.
È una vera e propria rivoluzione, all'interno della quale si colloca, come ricordavo, la richiesta di prestare attenzione al lavoro portuale, come si afferma nella prima parte dell'ordine del giorno. In essa, che richiama i risultati positivi realizzati in questo settore, si chiede al Governo di prestare un interesse particolare alle imprese coinvolte dalla normativa richiamata dal decreto, tra cui rientrano anche le molte realtà cooperative impegnate nel settore della logistica, che riguardano oltre 140 mila lavoratori nel nostro paese, alle quali chiediamo che il Governo presti analoga ed importante attenzione.
Siamo certi che ciò avverrà, perché anche questo lavoro rientra in quello più complessivo che viene svolto all'interno di altre realtà importanti per lo sviluppo economico del paese.
PRESIDENTE. L'onorevole Franco Russo ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Formisano ed altri n. 9/2114/9, di cui è cofirmatario.
FRANCO RUSSO. Signor Presidente, ho sottoscritto l'ordine del giorno Formisano n. 9/2114/9, in cui si riprende la discussione svolta in quest'aula relativa alla proroga al 2009 per i possessori di laurea, conseguita secondo ordinamenti didattici antecedenti la riforma del 1999, della possibilità di svolgere le prove degli esami di Stato per le professioni di dottore agronomo, forestale, architetto, assistente sociale, attuario, biologo, chimico, geologo, ingegnere e psicologo secondo le modalità vigenti prima del 2001.
Questa disposizione è il contenuto di un emendamento che è stato approvato; quindi, la presentazione di tale ordine del giorno sarebbe inutile, ma, come già preannunziato dall'onorevole Folena, presidente della Commissione cultura, si impegna il Governo a monitorare la situazione per verificare se effettivamente tutte le persone, che hanno seguito gli ordinamenti didattici antecedenti la riforma del 1999, hanno potuto svolgere l'esame di Stato di abilitazione relativo ai propri ordini professionali, usufruendo delle vecchie norme.
Da questo punto di vista mi pare che l'onorevole Folena abbia mantenuto il suo impegno; ha trovato la mediazione con il suo emendamento ed ha rinnovato il suo impegno per garantire a tutti coloro che hanno svolto i propri studi e conseguito la laurea secondo gli ordinamenti vecchi la possibilità di sostenere, con i vecchi ordinamenti, l'esame per l'esercizio delle professioni. Augurandomi che il Governo accetti questo ordine del giorno, vorrei svolgere anche alcune considerazioni a favore dell'ordine del giorno relativo all'istituzione delle province di Monza e della Brianza, di Fermo e di Barletta-Andria-Trani. In particolare, le somme necessarie all'istituzione di queste province sono distolte dalla loro finalità naturale; pertanto, si impegna il Governo a reperire i fondi necessari affinché sia possibile il ripristino delle risorse necessarie alla istituzione delle citate province.
Non è in discussione la questione generale, vale a dire se siano utili o meno tali province; siamo di fronte a degli atti dovuti e successivamente vedremo, quando metteremo mano al codice dell'autonomia, se effettivamente le province debbano continuare a sussistere e con quali funzioni. L'opzione comunque del codice dell'autonomia, per quanto abbia potuto leggere in questi giorni, va nella direzione di individuare nuovi compiti a favore delle province. Pag. 57Quindi, si avverte la necessità di reperire le somme distolte dalla loro originaria destinazione.
Da ultimo, vorrei dare atto al presidente dell'VIII Commissione ambiente, Realacci, di aver sottoscritto l'ordine del giorno n. 9/2114/11 relativo al comma 4 dell'articolo 3, che conteneva una proroga fino al dicembre 2007 approvata dall'Assemblea. Grazie al collega Andrea Ricci, attento su tali argomenti, il nostro gruppo aveva sollevato alcune perplessità superate solo dal fatto che il presidente della Commissione ambiente aveva preannunciato la presentazione dell'ordine del giorno che ci apprestiamo ad approvare. Il problema riguarda la messa in sicurezza e a norma di imprese non solo industriali (pur importanti, perché vi operano lavoratori e lavoratrici) ma anche alberghiere.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
FRANCO RUSSO. Signor Presidente, ho concluso.
Quindi, per quanto riguarda gli alberghi si tratta di sicurezza pubblica. Molto volentieri abbiamo approvato l'emendamento ed ancor più volentieri voteremo in senso favorevole all'ordine del giorno in quanto impegna il Governo, e moralmente l'intera Assemblea, a non procrastinare ulteriormente la messa in sicurezza di tali impianti.
PRESIDENTE. L'onorevole Margiotta ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2114/11.
SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, colleghi deputati, questo ordine del giorno è stato annunciato dal presidente della Commissione ambiente, Realacci, ed oltre alla mia firma reca quella del capogruppo dell'Ulivo presso l'VIII Commissione, onorevole Raffaella Mariani. Tale ordine del giorno nasce dall'iter stesso che il decreto-legge ha avuto in Parlamento, in particolar modo da quello percorso presso l'VIII Commissione. Toccò infatti a me in quella sede, in qualità di relatore, esprimere il parere su tutti gli aspetti di carattere ambientale connessi all'intero provvedimento che oggi stiamo esaminando alla Camera. Tra gli altri, le previsioni dell'articolo 3, comma 4, hanno particolare valenza. Esse infatti si riferiscono alla messa in sicurezza e agli adempimenti connessi alla necessità di mettere in sicurezza impianti e strutture relativi ad imprese ricettive.
Ovviamente si capisce bene quale rilievo abbia tale misura. L'Italia è un paese in cui vi sono numerose strutture ricettive e molte di esse hanno un ingente numero di posti letto. Sappiamo dunque che la sicurezza di tali strutture è di straordinaria importanza. La mancanza di tali misure di sicurezza, come peraltro in altri comparti del nostro Paese, mette in pericolo vite umane e la stessa incolumità di tante persone.
L'ordine del giorno richiama un obbligo di legge previsto all'articolo 3-bis del decreto-legge n. 411 del 2001. Purtroppo tale norma è stata soggetta ad innumerevoli proroghe. Dopo un lungo elenco di rinvii, di proroga in proroga, siamo arrivati al 2007. L'ultima proroga è quella contenuta nell'articolo 5 del decreto-legge n. 273 del 2005.
Il testo originario del decreto-legge prevedeva la proroga al 30 aprile 2007 e la Commissione ambiente, nell'esprimere il parere, sottolineò la necessità che si trattasse davvero dell'ultimo differimento. Lo dicevamo anche dal punto di vista temporale e non solo relativamente alla proroga in sé. Ci sembrava quindi che il termine dovesse essere in qualche modo ultimativo. Esprimemmo tali considerazioni nel parere per le citate esigenze di sicurezza alle quali abbiamo fatto riferimento.
Vero è che tale proroga si estende solo alle imprese che abbiano avuto un comportamento virtuoso almeno nel presentare istanza ai vigili del fuoco. Infatti, essa si applica solo alle imprese che al 30 giugno 2005 ne abbiano fatto domanda. È noto che molte di tali imprese non hanno potuto ottemperare agli obblighi, non tanto per propria negligenza, quanto per lungaggini burocratiche ed amministrative. Pag. 58Molte di queste lungaggini sono state causate dalla pubblica amministrazione e in qualche caso anche dai vigili del fuoco.
È di tutta evidenza, dunque, che non si può colpire un'impresa incolpevole, che non abbia cioè potuto effettivamente dar corso ai lavori per mancanza delle autorizzazioni necessarie.
Con questo ordine del giorno, come già annunziato dal presidente Realacci, abbiamo voluto provare ad impegnare il Governo, affinché ogni impedimento che separa l'inizio dei lavori dal completamento degli stessi sia effettivamente cancellato. Il nuovo termine del 31 dicembre 2007, sul quale unanimemente l'Assemblea si è espressa sulla base del parere favorevole del Governo e della Commissione è tale che oggi le imprese possono rispettarlo, adeguandosi. Con questo ordine del giorno vogliamo soltanto precisare che davvero tale termine deve essere ultimativo, perentorio e non più differibile.
PRESIDENTE. L'onorevole Di Gioia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2114/8 (nuova formulazione).
LELLO DI GIOIA. Prima di illustrare il mio ordine del giorno, vorrei sottolineare un aspetto importante, che ha sicuramente rilevanza.
Questo decreto-legge, a differenza di tanti altri che abbiamo esaminato nella scorsa legislatura, è stato giustamente ridimensionato nella sua portata, rispettando così i requisiti di un decreto-legge che prevede la proroga dei termini. Dobbiamo dare atto al presidente della I Commissione, Violante, nonché alla relatrice, di avere avuto la fermezza di porre un argine a tutta una serie di possibili proposte di modifica, che potevano sconvolgere lo stesso decreto.
È per questo che noi abbiamo ritenuto, proprio nello spirito di mantenere la ristrettezza di un decreto-legge recante la proroga di termini, di non presentare un emendamento riguardante problemi importanti del nostro paese. Mi riferisco ai problemi dell'occupazione, con la gente che viene licenziata dalle imprese e che non trova più la possibilità di essere collocata, a prescindere dal fatto che abbia o meno la possibilità di ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione o la mobilità.
Con questo ordine del giorno vogliamo quindi che il Governo si impegni in modo forte e netto su un problema che investe moltissime attività aziendali. Mi riferisco a quegli enti non commerciali, che non vedono riconosciuti alcuni diritti. A tal fine, abbiamo fatto riferimento all'articolo 1 del decreto-legge 11 giugno 2002, n. 108, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2002, n. 172.
In buona sostanza, si chiede al Governo di fare in modo che sia assunto un impegno forte, affinché, anche con opportune disposizioni di proroga, sia consentito di poter accedere agli ammortizzatori sociali (come può essere la mobilità) anche a coloro i quali sono stati licenziati entro il 31 dicembre 2005 da enti non commerciali operanti nelle zone rientranti nell'obiettivo 1 e nell'obiettivo 2, e come ben si sa l'obiettivo 1 riguarda soprattutto le aree del Mezzogiorno d'Italia.
Sono convinto che il Governo sia sensibile a questi problemi che riguardano l'occupazione e alla possibilità di rimettere in circolo i lavoratori che sono stati licenziati. Sono convinto che si potrà accettare questo ordine del giorno, che prevede che i lavoratori di enti non commerciali - aziende sanitarie -, licenziati al 31 dicembre 2005, possano essere presi in considerazione per la mobilità.
PRESIDENTE. Avverto che l'ordine del giorno Giovanardi n. 9/2114/1 deve intendersi riformulato aggiornando il termine contenuto nella premessa al 28 febbraio 2007, a seguito dell'approvazione di un apposito emendamento.
Invito il rappresentate il Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine Pag. 59del giorno Giovanardi n. 9/2114/1, così come riformulato con riferimento alle novità che si sono determinate, nonché l'ordine del giorno Burtone ed altri n. 9/2114/3.
Il Governo accetta altresì l'ordine del giorno Martinello n. 9/2114/4, a condizione che il presentatore riformuli l'inizio del dispositivo nel senso di sostituire le parole «ad adottare le opportune iniziative» con le seguenti: «a verificare l'opportunità di adottare le iniziative»; altrimenti, il Governo lo accoglie come raccomandazione.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Franci ed altri n. 9/2114/5, Motta ed altri n. 9/2114/6e Vannucci ed altri n. 9/2114/7 (nella sua nuova formulazione). Il Governo poi accetta l'ordine del giorno Di Gioia n. 9/2114/8
(Nuova formulazione), a condizione che il presentatore lo riformuli nel senso di sostituire, nel dispositivo, le parole: «ad adottare» con le seguenti: «a verificare l'opportunità di adottare», visto che già nella premessa vi è un riferimento di necessità.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Formisano ed altri n. 9/2114/9, sperando che sia possibile avvisare tempestivamente tutti coloro che si trovano in questa condizione.
Il Governo, infine, accetta gli ordini del giorno Grimoldi n. 9/2114/10, Margiotta ed altri n. 9/2114/11, Marinello e Misuraca n. 9/2114/12 e Misuraca e Mariniello n. 9/2114/13, che peraltro è superato perché il ministro dell'agricoltura di fatto ha già sottoscritto un'intesa.
PRESIDENTE. Secondo la prassi, gli ordini del giorno accettati dal Governo non si pongono in votazione.
Prendo atto che l'onorevole Martinello accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2114/4 proposta dal rappresentante del Governo.
Chiedo all'onorevole Di Gioia se accetti la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2114/8 proposta dal Governo.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, chiederei al Governo di rivedere il suo giudizio, poiché ritengo che la ratio del mio ordine del giorno, così come riformulato, venga ad essere sostanzialmente modificata Tale ordine del giorno ha una sua specificità. Esso si riferisce a tutti quei lavoratori di enti non commerciali, delle aziende sanitarie, che contano oltre 2 mila dipendenti, e impegna il Governo ad adottare ogni possibile iniziativa per esplicitare la legge cui facevo riferimento.
Mi pare che non sia un grosso sforzo, proprio perché il Governo anche in altre circostanze ha già dimostrato una grande sensibilità al riguardo. Occorre fare in modo che vi sia la possibilità di offrire garanzie a questi lavoratori, che oggi obiettivamente non sono tutelati.
Ecco il motivo per cui chiedo al Governo di rivedere il proprio parere. Infatti, con tale riformulazione, si svilisce il senso complessivo del mio ordine del giorno.
In caso contrario, insisto per la votazione del mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo?
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, noi avevamo proposto una riformulazione dell'ordine del giorno Di Gioia n. 9/2114/8 per evitare la contraddizione fra la parte motiva dell'ordine del giorno e il dispositivo che impegna il Governo. Per noi è indifferente modificare l'una o l'altra parte. Non si può dire che occorre garantire una determinata interpretazione e, nello stesso tempo, impegnare il Governo ad adottare ogni possibile iniziativa, anche di carattere normativo, per fornire tale garanzia: ciò, infatti, diventerebbe un obbligo.
Poiché si fa riferimento alle iniziative normative propongo di sostituire, nella parte motiva, le parole: «occorre garantire, anche con opportune» con le seguenti: «è opportuno favorire con», oppure di modificare il dispositivo utilizzando le parole «verificare l'opportunità di adottare iniziative in conformità».
Tutto ciò al fine di poter accettare integralmente l'ordine del giorno e non Pag. 60solo accoglierlo come raccomandazione. Questa era la richiesta formulata dal Governo.
PRESIDENTE. Onorevole Di Gioia?
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, accetto la proposta di riformulazione del mio ordine del giorno con riferimento alla parte motiva, lasciando immutato il dispositivo.
PRESIDENTE. Quindi, l'ordine del giorno Di Gioia n. 9/2114/8, nel testo ulteriormente riformulato, va inteso come accettato dal Governo.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi parlamentari, il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.