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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Intenzioni del Governo in merito alla deindustrializzazione e al rilancio del polo chimico di Priolo-Siracusa - n. 3-00578)
PRESIDENTE. L'onorevole Prestigiacomo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione Pag. 48n. 3-00578 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
STEFANIA PRESTIGIACOMO. Nel dicembre del 2005 è stato firmato a Palazzo Chigi l'accordo di programma per la qualificazione e la deindustrializzazione del polo petrolchimico di Priolo. Si tratta di un'importante intesa, frutto di un lavoro molto lungo e molto paziente da parte del precedente Governo con le imprese e con le parti sociali, che prevede interventi di tipo infrastrutturale sull'energia, sull'innovazione, sulla bonifica dei vari siti, sulla sicurezza e sulle infrastrutture e i servizi di sito finalizzati a migliorare il grado di attrattività dei territori, creando condizioni di ambiente favorevoli all'investimento produttivo per nuovi interventi.
Dal dicembre del 2005 non vi è però più traccia di impegno da parte del Governo per l'attuazione di questo accordo di programma. Cresce quindi l'inquietudine e la tensione tra i lavoratori di quel sito produttivo, proprio perché ormai è passato più di un anno. Si registra una totale distanza da parte dell'attuale Governo da questa delicatissima questione, che è anche strategica per lo sviluppo del paese. Quindi chiedo di sapere quali siano le reali intenzioni del Governo, quali fondi siano stati stanziati in finanziaria per attuare questo accordo di programma e quando pensiate di dare un segno di vita, battendo un colpo e cominciando ad avviare la progettualità al riguardo.
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Non intendo cogliere questa occasione per fare polemiche, che non interessano i cittadini e i lavoratori, su come si «ripartiscano» gli eventuali ritardi, dal momento che il Governo si è insediato dalla fine di maggio. Voglio invece rispondere alle questioni che gli interroganti hanno posto.
Innanzitutto, il Governo, nel suo insieme, conferma l'impegno per l'attuazione dell'accordo di programma. Questo accordo ha il nostro interesse, lo condividiamo e, quindi, siamo e saremo impegnati ed attuarlo.
In secondo luogo, con la legge finanziaria per il 2007 sono stati stanziati fondi e risorse per le attività industriali, per la chimica, per le attività di ricerca e, dunque, a questi fondi si farà riferimento per attuare l'accordo di programma ricordato. Del resto, onorevole Prestigiacomo, lei sa che il previsto intervento dello Stato e delle istituzioni non è così massiccio: entro il 2008 devono essere effettuati investimenti per la qualificazione e la reindustrializzazione per 1,4 miliardi di euro da parte delle imprese e per 220 milioni di euro da parte dello Stato e della regione. Perciò, siamo in grado di mantenere questi impegni finanziari.
In terzo luogo, per quanto riguarda le realizzazioni è stato convocato un incontro, il prossimo 7 febbraio, tra rappresentanti del Ministero dello sviluppo economico, dell'Osservatorio chimico, del Ministero del lavoro e delle organizzazioni sindacali per effettuare una prima verifica sullo stato di attuazione, su quanto le imprese hanno realizzato e su quanto è stato attuato ai vari livelli istituzionali. Subito dopo, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri si svolgerà una riunione con la partecipazione di tutti coloro che hanno sottoscritto l'accordo di programma, cioè rappresentanti del Governo e dei vari ministeri, delle regioni, degli enti locali e delle parti sociali, sulla base di questa istruttoria, per verificare lo stato di attuazione, le nuove misure necessarie e l'ammontare delle risorse da corrispondere. Come ripeto, il Governo attuerà l'accordo di programma, per quanto gli compete, e ci sono le risorse necessarie.
PRESIDENTE. L'onorevole Prestigiacomo ha facoltà di replicare.
STEFANIA PRESTIGIACOMO. Signor Presidente, innanzitutto vorrei capire che cosa c'entri il ministro per i rapporti con Pag. 49il Parlamento con una questione di tipo economico. Semmai, avrebbero dovuto essere presenti, per rispondere, il ministro dell'ambiente, il ministro delle attività produttive o il ministro dell'economia e delle finanze. Sinceramente, ministro Chiti, la ringrazio per la sua presenza e per la sua cortesia. Tuttavia, la sua risposta non può non essere di tipo burocratico e nulla aggiunge, sostanzialmente, a quanto già sapevamo, cioè che non vi è alcuna traccia di quei 220 milioni di euro che a lei sembrano pochi ma che - le assicuro - per quel territorio sono moltissimi e avrebbero messo in moto un circuito di investimenti privati che, in termini di finanziamento, ammontano ad oltre 1,4 miliardi di euro.
Francamente, signor ministro, ciò conferma, purtroppo, tutte le preoccupazioni e non può non alimentare ancora di più la tensione già esistente sul territorio. Il fatto che sia stata convocata una riunione per il 7 febbraio non dice nulla. Infatti temiamo fortemente che si ricominci daccapo e si allontani sempre più il momento in cui, finalmente, si darà avvio alla attuazione di questo accordo di programma scongiurando i licenziamenti e la chiusura di molte imprese che operano in quel sito, nell'indotto.
Lei afferma, signor ministro, che avete avuto appena sei mesi di tempo. Però, avete approvato una legge finanziaria e in quella legge avremmo dovuto trovare traccia di questo impegno che lei, a parole, ribadisce in questa sede. Vorrei tanto crederle ma, onestamente, quanto lei afferma non ha alcun riferimento con la progettualità e con il vostro programma per quest'anno. Tant'è che rappresentanti della sinistra provenienti da quel territorio, molto preoccupati, hanno presentato ordini del giorno e proposte emendative, in sede di esame del disegno di legge finanziaria, volti proprio ad impegnare il Governo a «battere un colpo».
Vorrei rammentare che, nella scorsa legislatura, in ogni question time voi avete tenuto «lezioncine» al nostro Governo sul modo in cui si deve rispondere alle interrogazioni a risposta immediata. Adesso, il ministro per i rapporti con il Parlamento ci viene a parlare di delicatissime questioni economiche, in merito alle quali, sostanzialmente, non ha detto nulla: soltanto parole vuote che, purtroppo, siamo abituati a sentire, ogni giorno, da parte vostra (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).