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Seguito della discussione delle mozioni Volontè ed altri (Nuova formulazione) n. 1-00071, Bertolini ed altri n. 1-00073, Fabris ed altri n. 1-00075, Maroni ed altri n. 1-00077, Villetti ed altri n. 1-00078, Bonelli ed altri n. 1-00080, Migliore ed altri n. 1-00081, Del Bue ed altri n. 1-00082, La Russa ed altri n. 1-00084 e Franceschini ed altri n. 1-00087 in tema di famiglia (ore 17).
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bezzi. Ne ha facoltà.
GIACOMO BEZZI. Signor Presidente, egregi colleghi, la questione dei Pacs sta animando il dibattito politico di questi giorni. Si tratta di un tema delicato e difficile, che appassiona, come tutte le questioni che hanno in qualche modo a che fare con etica e coscienza. Condivido al riguardo la linea autonomista, rispettosa dei valori della dottrina sociale della Chiesa e dell'articolo 29 della Costituzione, da sempre sostenitrice dell'istituto del matrimonio quale unica forma di unione riconosciuta e riconoscibile.
Esprimo contrarietà rispetto alle proposte di allargare alle coppie di fatto gli stessi diritti delle coppie unite in matrimonio. Sarebbe come ufficializzare una sorta di istituto alternativo al matrimonio, che in realtà esiste anche nella forma laica del matrimonio civile. Mi spiace però constatare, come purtroppo spesso accade in questi contesti, che una questione così delicata si stia sempre più intensamente colorando delle tinte cupe e tristi della demagogia e della strumentalizzazione politica. Insistendo e surriscaldando il clima sulle coppie di fatto, mi sembra si cerchi di mascherare ed aggirare in modo ipocrita e sleale la questione, squisitamente politica, che prevede l'allargamento degli stessi diritti della coppia eterosessuale alle coppie omosessuali. Non condivido la posizione che prevede di istituzionalizzare una forma di unione di questo tipo, che comporterebbe conseguenze sul piano sociale e che credo andrebbe valutata con maggiore serietà.
Siamo sicuri che la società italiana sia pronta per queste soluzioni? Non si verificherebbe una situazione caotica di disorientamento? L'ipotesi di prevedere la possibilità di adozione per le coppie omosessuali o l'inserimento delle stesse coppie nelle graduatorie per l'assegnazione di assegni familiari o di immobili agevolati, per fare solo qualche esempio, mi sembra poggiare su un terreno instabile, mi sembra una strada difficilmente percorribile e credo che la società italiana non sia assolutamente Pag. 64pronta per orientamenti così azzardati e progressisti. Tuttavia, ritengo che scelte in materia così delicata incidano in modo non molto significativo sulla struttura stessa della società. Al di là della mia posizione personale o di quella dei singoli partiti, dovrebbero essere adottate attraverso una allargata consultazione delle parti sociali, perché è la legge che deve adeguarsi alla società e alle sue vere esigenze, non viceversa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brugger. Ne ha facoltà.
SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo ritenuto non necessaria la presentazione di una mozione autonoma in materia di famiglia, nonostante ci sia da parte nostra una profonda attenzione e un grande interesse per il tema affrontato in questa sede. Un argomento di tale delicatezza non dovrebbe essere strumentalizzato politicamente, come purtroppo sta avvenendo. A nostro parere, il confronto che necessariamente si deve svolgere su una tematica di tale importanza non dovrebbe lasciare spazi a speculazioni politiche. Pertanto, ho preferito limitare la mia iniziativa ad un intervento in questa discussione, in attesa di prendere una netta posizione nel momento in cui il Governo presenterà l'annunciato disegno di legge.
Comunque, mi preme ribadire i valori in cui crediamo e che sono alla base della cultura della comunità dalla quale proveniamo. La famiglia, come disciplinata dalla nostra Costituzione, si basa sul matrimonio ed è questa la base sulla quale, da sempre, poggia la nostra società. Mi rendo conto del fatto che le convivenze more uxorio sono una realtà con la quale ci si deve confrontare in un'ottica di grande rispetto nei confronti dei diritti individuali, ma a questo proposito ritengo che quanto contenuto attualmente nel nostro codice civile preveda già numerosi istituti per il riconoscimento dei diritti degli individui che fanno parte di queste nuove unioni tra singoli. Pertanto, non condivido iniziative legislative che mirano a raggiungere una parificazione completa delle unioni di fatto al matrimonio.
L'accertamento e la certificazione della vigente unione tra singoli può trovare uno spazio nella nostra visione della società ma deve essere, comunque, uno spazio ben distinto da quello tradizionalmente assegnato alle coppie il cui legame risulta suggellato dal matrimonio. Non saremo contrari ad una contenuta integrazione di tali diritti. Ad esempio, si potrebbero riconoscere i diritti di successione nei contratti di locazione e di assistenza sanitaria, la possibilità di far visita in carcere al compagno detenuto e così via.
Ritengo, però, non si possa mai arrivare, comunque, a riconoscere alle coppie omosessuali la possibilità di adottare i figli o di ottenere la reversibilità della pensione per la parte della coppia che sopravvive all'altra. Invece, si potrebbero reintrodurre nel nostro ordinamento disposizioni innovative come i contratti matrimoniali e i patti successori, con i quali realizzare il completamento di quel pacchetto di diritti che garantirebbe a questi individui una convivenza e una sopravvivenza dignitosa.
Dalle anticipazioni apprese dalla stampa in merito ai suoi contenuti, ci sembra che il disegno di legge cosiddetto Bindi-Pollastrini muova nella direzione giusta anche se, a mio avviso, rimane fondamentale garantire, nella materia in esame, un approfondito e costruttivo confronto parlamentare con il quale - mi auguro - si raggiungerà l'auspicata sintesi tra le posizioni attualmente contrapposte.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, non avrei voluto sviluppare, quest'oggi, una polemica con il Governo, ma il ministro Bindi, esprimendo un parere contrario sulla mozione n. 1-00082, di cui sono primo firmatario, mi induce a farlo. Non comprendo le motivazioni di questo parere rispetto ad una mozione che, prendendo le distanze dalle altre mozioni presentate Pag. 65dall'opposizione, si limita ad auspicare che il Governo presenti un disegno di legge coerente con le esigenze esposte in premessa e che affermi che la famiglia deve essere fondata, innanzitutto, sull'amore tra i partner e così via.
La ringrazio, perché, in qualche misura, unisce i liberalsocialisti, nel senso che ha trattato allo stesso modo una mozione dell'opposizione e una della maggioranza, favorevoli a disciplinare, dal punto di vista legislativo, le coppie di fatto. Credo che questo intervento mi induca a trarre le logiche conseguenze, cui esso rimanda, che sono le seguenti: il Governo vuole proporre una logica di maggioranza all'interno di questa legge che propone alle Camere. Il ministro Mastella, che ha segnato una sua distinzione all'interno della maggioranza, con una posizione simile a quella di molte altre mozioni della minoranza, ha affermato che questa materia non dovrebbe essere di competenza del Governo, come non furono, in passato, di competenza del Governo leggi, quali quelle sul divorzio e sull'aborto. Se, però, voi fate di questa legge un disegno di legge di iniziativa governativa e segnate su questo i confini della maggioranza, prendete atto che, se vi saranno dissociazioni all'interno della maggioranza stessa, noi saremo obbligati a chiedere la crisi di Governo. Ci pare inevitabile conseguenza di un ragionamento che voi ci proponete quest'oggi.
Per quanto riguarda, invece, il merito delle questioni, si osserva da parte di qualcuno che il riconoscimento giuridico delle cosiddette coppie di fatto è questione marginale. Si tratterebbe insomma di minutaglia, non di problemi fondamentali della società italiana.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 17,25)
MAURO DEL BUE. Dunque, non si comprende perché il Parlamento dovrebbe occuparsene. Dalla stessa parte, però, viene poi promossa una vera e propria campagna di principio contro una legge che, si ammonisce, rischia di sfaldare la famiglia. Mettiamoci d'accordo, dunque, onorevoli colleghi: perché sprecare i principi, se si tratta di questione di così scarsa rilevanza sociale? Si osserva che una legge potrebbe formare un comportamento e, dunque, la legittimazione delle coppie di fatto potrebbe costituire un istituto alternativo al matrimonio. Le leggi di uno Stato laico non sono mai modelli, ma rappresentano risposte a fatti e, come quando affrontammo divorzio o aborto, noi non abbiamo mai indicato valori, ma soluzioni a drammi individuali e di coppia. Qui, dovremmo essere anche più chiari: quale alternativa al matrimonio? Le coppie omosessuali, come è noto, non possono sposarsi. Dunque, una regolamentazione dei diritti e dei doveri delle loro unioni non costituisce alternativa ad alcunché e nessuno oggi propone, per loro, l'istituto del matrimonio, che, pure in altri paesi, come la Spagna, è, invece, stato istituito per legge. La verità è che, verso di loro, continua ad esistere una sorta di condanna morale, la ghettizzazione e il conseguente non riconoscimento giuridico. Esiste un pregiudizio, che è peggio di un giudizio. Quel che si dice può eventualmente riguardare le coppie di fatto eterosessuali che, invece, hanno due possibilità di regolare i loro rapporti di unione: il matrimonio religioso e quello civile. Da qui nasce il problema di non istituire un terzo istituto che si contrapponga a quelli esistenti, e il richiamo alla Costituzione, che intende la famiglia fondata sul matrimonio, appare eventualmente da applicare in questa sola situazione. Osservo, però, che anche il matrimonio deve essere una scelta consapevole e non la semplice conseguenza di uno stato di necessità. Che strana concezione del matrimonio è mai questa, se esso viene concepito come una necessità e non come una scelta consapevole. Se volete la vostra unione abbia dispositivi giuridici, allora, sposatevi; altrimenti ne sarete privi. Non mi pare convincente, esaltante e, soprattutto, non mi sembra un'idea fondata sul rispetto della libertà di scelta di sposarsi e anche di non Pag. 66sposarsi che, a mio avviso, deve costituire la base della civile convivenza regolata da uno Stato laico.
L'idea, insomma, che il matrimonio sia insidiato da una forma di riconoscimento di unioni di persone non sposate, in fondo la ritengo, signor ministro, il peggior servizio che si possa fare al matrimonio che resta una scelta libera di coronamento di un amore e non una necessità per affermare regole di convivenza.
Noi non siamo peraltro fuori dal mondo e neppure fuori dall'Europa. Uno sguardo ci può essere utile. Complessivamente, in 20 paesi europei vi sono disposizioni per le coppie di fatto. Solo pochi paesi europei ne sono tuttora privi: in Irlanda, in Austria, in Grecia, però si stanno attrezzando, mentre in Slovenia, in Croazia, nella Repubblica Ceca, in Ungheria sono state già introdotte disposizioni giuridiche.
Dunque, non è scandaloso occuparci di questo stesso tema oggi in Italia. E, a proposito della Costituzione, vero è che la famiglia è fondata sul matrimonio, ma è altrettanto vero che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, senza distinzione di religione e di sesso, come recita la Costituzione.
È altresì vero che i problemi dell'Italia del 1947 non sono i problemi dell'Italia di oggi. Il paese è cambiato, e il costume - piaccia o meno - si è di molto evoluto. Ciò che appariva - e forse non lo era neppure allora - assolutamente marginale, oggi non lo è più. A quell'epoca, certi temi non si potevano affrontare e oggi - se Dio vuole - è possibile. Allora, il divorzio e l'aborto erano peccati gravi anche per lo Stato. Si trattava di uno Stato etico che si contrapponeva ad un'altra idea di Stato etico basato sulle teorie marxiste, mentre oggi divorzio e aborto sono leggi di uno Stato democratico.
L'Italia è praticamente il solo paese dove ci si divide su un caso come quello di Welby, che ha perfino diviso la chiesa e messo di fronte le tesi del cardinal Martini a quelle del cardinal Ruini. Cito questo interessante confronto perché esso testimonia che nella chiesa, su argomenti come questi, esiste un confronto e non un'identità di posizioni.
Questo vale anche per la questione del testamento biologico, un tema che spero approderà alla Camera, così come vale sulle coppie di fatto, attorno alle quali già si era avuta l'autorevole dissociazione del cardinal Pompedda - recentemente scomparso -, oltre che la presa di posizione di autorevoli esponenti del mondo cattolico. Mi piace tra questi ricordare quella del segretario della Democrazia cristiana, Gianfranco Rotondi.
La soluzione al vostro drammatico problema, ministro Bindi e Pollastrini, vale a dire certificazioni o registro, è stata offerta da un decreto della vecchia DC. Essa, rispetto ai partiti di oggi, appare persino un vero e consolidato partito laico.
Si tratta di un regolamento anagrafico della popolazione residente, vergato da tre ministri democristiani nel dicembre del 1989, laddove per famiglia s'intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, che siano coabitanti ed aventi dimora nello stesso comune.
Era così difficile arrivare a questa elementare conclusione? In sostanza, quando esiste un'unione qualsiasi, vincolata da affetti e da coabitazione, lì deve esserci una regola che sancisca diritti e doveri. La DC la pensava in questo modo. Questo Parlamento italiano come la pensa? Tragicamente ridicolo è questo astruso arrampicarsi su giustificazioni che mascherano prevenzioni ideologiche e che deviano dal principio fondamentale, cioè se bisogna o meno rispettare la volontà della persona, quando questa non sia nociva per la libertà degli altri.
Bisogna ritornare a Voltaire e al suo secolo dei lumi, assai più chiarificatore e convincente delle nostre assurde distinzioni e giustificazioni. Rispettare la volontà della persona per chi si vanta di una solida cultura liberale, è l'unica strada per uscire da tutti gli impasse. Rispettare la volontà della persona che decide di morire tra atroci sofferenze, perché pensa che la Pag. 67morte sia un viatico che ci avvicina a Dio; rispettare la persona che invece ritiene che la vita ci appartenga e non appartenga, invece, a nessun essere superiore e che la morte, dunque, possa e debba essere una scelta consapevole; rispettare la volontà della persona che intende concepire il matrimonio come indissolubile, così come quella che lo ritiene invece un vincolo formale; di chi intende ricorre al matrimonio per segnare i confini di un amore e di chi invece non intende ricorrervi, amando ugualmente il proprio partner; ancora, rispettare la volontà anche di chi intende amare una persona e vivere con lui con slancio e generosità...
PRESIDENTE. La prego di concludere, per favore.
MAURO DEL BUE. ... spesso sfidando incomprensioni e pregiudizi familiari e sociali.
Resto fermamente convinto della necessità di difendere la libertà consapevole della persona, quella che società totalitarie, naziste, fasciste o comuniste che fossero hanno sempre negato, negando anche le diversità, criminalizzandole, facendo tutt'uno insomma del partito unico e del modello unico di vita. È in questo modo, con questa concezione della vita ispirata alla tolleranza, al rispetto delle idee e delle scelte e contestando le leggi dell'impedimento e delle discriminazioni, dell'integralismo e del totalitarismo, che porteremo avanti la nostra battaglia, per rendere l'Italia un paese più libero e più giusto (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista e La Rosa nel Pugno)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabris. Ne ha facoltà.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, colleghi, nella mozione finale del III Congresso nazionale dell'Udeur del gennaio 2006 risultava scritto: «Si dà mandato al segretario nazionale di adoperarsi, affinché nel programma dell'Unione siano inseriti i seguenti punti: la famiglia basata sul matrimonio, quale fondamento del vivere comune a cui sono affidate funzioni insostituibili, con altre forme di istituzioni sociali» e si dava mandato di non sottoscrivere quella parte del programma dell'Unione in contrasto con questa nostra impostazione.
All'ANSA dell'11 febbraio 2006, il segretario nazionale dell'Udeur, entrando nella Convention programmatica dell'Unione dichiarò: «Ho firmato il programma con l'unica eccezione dei Pacs, argomento sul quale chiedo libertà di coscienza per i miei parlamentari».
Sempre in quella data all'APcom il segretario dichiarò: «Bene Prodi, bene il programma, ma i Pacs per noi non appartengono al programma né dei primi giorni né del futuro. Rispetterò qualsiasi maggioranza diversa dalla mia, come è sempre stato, ad esempio, sull'aborto e sul divorzio. Sono un cattolico laico, accetto qualsiasi responso, ma, senza ipocrisie, con molta franchezza, dico: sulle unione di fatto, libertà di coscienza e libertà di espressione al voto».
La nostra posizione, dunque come emerge dalla mozione che vi chiediamo di votare, non è nuova, non nasce oggi da un vezzo. Abbiamo sempre coerentemente detto agli elettori e ai nostri alleati che il Governo non può contare su di noi per una legge in questa materia. Anzi, abbiamo chiesto al Governo, proprio perché è anche il nostro Governo, di non avanzare proposte su una materia che noi riteniamo non soggetta a vincoli di coalizione o di partito, in quanto tocca questioni valoriali, convinzioni personali che devono essere lasciati alla personale assunzione di responsabilità, alla coscienza del singolo parlamentare.
Le coalizioni di Governo per noi non possono, dunque, definire una comune visione sulle questioni etiche. D'altra parte, non siamo stati noi a porre il problema: siamo qui perché le mozioni poste in votazione sono state presentate da un partito di opposizione, l'UDC, la cui mozione voteremo, così come voteremo il documento di indirizzo presentato dal Pag. 68gruppo di Forza Italia. Siamo qui a discuterne, anche perché, durante l'iter della legge finanziaria al Senato, era stato introdotto, senza consultarci, un emendamento che estendeva ai conviventi alcune provvidenze destinate alle famiglie. In cambio dell'abbandono di quell'emendamento, il Governo si impegnò, con un ordine del giorno mai votato, a presentare un testo sulle coppie di fatto entro gennaio. Noi, dunque, non abbiamo fatto nessuna forzatura, nessuna provocazione sul tema!
Chi accusa l'Udeur di non voler rispettare il programma dell'Unione, da noi non sottoscritto in questa parte, o di opporci ad un impegno assunto dal Governo, ma mai ratificato da un voto parlamentare, pur di opporci ad un intervento governativo sui Pacs, si sbaglia!
Nell'Unione altri hanno tentato forzature improprie e dunque a questi altri va attribuita la responsabilità politica di creare fratture nella maggioranza con il voto di oggi. A questi nostri alleati diciamo con molta serenità, ma con grande fermezza, che sui temi eticamente sensibili non si procede con le forzature, con le minacce o inviti alle dimissioni per il ministro Mastella.
Lo richiede innanzitutto il richiamo fatto dal Presidente Napolitano per trovare una sintesi, ma lo richiede anche il buonsenso, considerato, se non altro, i numeri di cui la maggioranza può disporre alla Camera e al Senato.
Questa è una materia da trattare con attenzione, perché riguarda la concezione di società cui ogni parlamentare ed ogni forza politica riferisce la propria azione pratica.
A quanti impropriamente accusano la Chiesa di voler imporre o interferire con la propria posizione sulle libertà del Parlamento, noi rispondiamo che non si può impedire alla Chiesa di indicare obiettivi morali e che, per i cattolici, vale il principio che tali obiettivi possono essere liberamente perseguiti nell'attività politica, secondo una propria autonoma responsabilità, senza trasformarci, come diceva Don Sturzo, da partito politico in ordinamento di Chiesa e senza avere il diritto di parlare in nome della Chiesa.
Non c'è dunque obbligo o costrizione per alcuno, tanto meno per chi non crede. Nel decidere cosa fare ognuno risponde agli elettori e alla propria coscienza.
Non è un caso, allora, se nel centrosinistra, come nel centrodestra, le posizioni siano molto differenziate, al punto che un po' tutti invochino libertà di coscienza nel voto.
Noi dunque non accetteremo imposizioni su questo terreno. Peraltro, ai cultori delle imposizioni, voglio dire che il problema di trovare una convergenza nella maggioranza, o una intesa in Parlamento sul punto, non verrà comunque superato dal voto di oggi, qualsiasi esito esso abbia.
La discussione vera, nel merito, si avrà quando un testo arriverà nelle aule del Parlamento. Conviene dunque al Governo, noi ci chiediamo, insistere per portare un proprio testo, rischiando ricadute sullo stesso Esecutivo?
Noi vogliamo comunque ringraziare il ministro Bindi per lo sforzo che sta facendo, perché noi condividiamo con lei un comune sentire in tema di famiglia. Pensiamo che la ministra si sarebbe occupata molto più volentieri ad applicare, nell'azione di Governo, non le sette righe che il programma dell'Unione dedicate ai Pacs, ma le sette pagine che lo stesso programma dedica alle persone e alla famiglia, quando si specifica che l'Unione si impegna a modificare lo stato di disuguaglianza in cui versano le famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur e di deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro), Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
Un'ultima questione sul merito: non è vero che noi non vogliamo affrontare il problema, che secondo l'ISTAT riguarda 550 mila coppie italiane, di cui la metà formata da giovani che scelgono la convivenza prima di contrarre, in gran parte, matrimonio. Noi vogliamo che i diritti Pag. 69individuali delle persone che costituiscono le coppie di fatto siano riconosciuti senza discriminazioni.
Quello che non vogliamo è che la tutela di questi diritti individuali passi per un riconoscimento pubblico, che farebbe diventare tali coppie un nuovo soggetto giuridico, diverso dalla famiglia riconosciuta nella Costituzione, quale società naturale fondata sul matrimonio.
Noi vogliamo difendere questa concezione di famiglia, intesa, non come semplicisticamente qualcuno vorrebbe, uguale ad un contratto, un negozio giuridico, di contenuto patrimoniale, ma quale istituto su cui articolare, in base al principio di sussidiarietà, le successive strutture sociali.
Da questa visione del ruolo della famiglia nella società, discende anche la netta presa di posizione contenuta nella seconda parte della nostra mozione, quando chiediamo al Governo di non adottare iniziative legislative che comportino la parificazione delle convivenze omosessuali a quelle eterosessuali, ad esempio in materia di adozioni.
Per queste ragioni noi vi chiediamo di votare la nostra mozione, uscendo dalla logica degli schieramenti, che nulla c'entrano su materie eticamente sensibili, come quelle che riguardano la concezione della famiglia e della società. Grazie. (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur e di deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro), Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, signor ministro, onorevoli colleghi, in tutti i paesi d'Europa il riconoscimento delle unioni civili è una realtà da molti anni. Questo riconoscimento è avvenuto anche con governi a guida conservatrice. Perché impedire a chi si vuole unire senza contrarre matrimonio di avere gli stessi diritti? Si dice che il riconoscimento delle unioni civili sarebbe un attacco alla famiglia, una disgregazione della famiglia stessa.
La disgregazione della famiglia però, voglio fare osservare ai colleghi e alle colleghe, è causata ed è stata causata in questi anni non certo dalle unioni civili, ma da politiche economiche e sociali che negli anni precedenti, e con il Governo precedente, hanno reso povere economicamente le famiglie italiane.
I genitori guardano con ansia al futuro dei propri figli, per le difficoltà nel cercare lavoro; i giovani non possono sposarsi o vivere insieme, a causa della precarizzazione del lavoro, che impedisce di programmare il loro futuro, di fare un mutuo per acquistare la casa. Sono queste le vere cause che destabilizzano la famiglia, e non le unioni civili. Ci vorrebbe un po' meno ipocrisia su tali questioni e bisognerebbe parlare veramente dei veri problemi che le famiglie italiane oggi hanno nel paese.
Però colleghi, è di tutta evidenza che c'è una politica oscurantista, una politica che vuole impedire di fare progressi sociali a questo paese, che vuole impedire a persone che si amano e che reciprocamente si assistono, indipendentemente anche dagli orientamenti sessuali, di vedere riconosciuti loro dei diritti.
Vedete, esiste un'ipocrisia anche tra noi parlamentari ed è bene che gli italiani lo sappiano. Un'ipocrisia che fa sì che molti di questi parlamentari, separati o divorziati, poi contraggano unioni civili usufruendo di diritti che solo a loro sono riconosciuti (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e La Rosa nel Pugno). Noi parlamentari abbiamo questi diritti, mentre i cittadini italiani non li possono avere! Tutti siamo uguali di fronte alla legge e questa ipocrisia è inaccettabile!
Onorevoli colleghe e colleghi, il Parlamento è eletto dal popolo italiano, il Parlamento è sovrano, il Parlamento non può subire condizionamenti ed inviti a non legiferare! Onorevole Fabris, noi riteniamo legittimo che la Chiesa indichi obiettivi morali, anzi li ascoltiamo con Pag. 70grande attenzione. Tuttavia, non si può impedire al Parlamento italiano di legiferare e non si può impedire ad un Governo, che è stato eletto sulla base di un programma, di applicarlo quand'anche fossero nove righe! Pertanto, apprezziamo il lavoro che i ministri Bindi e Pollastrini stanno svolgendo in questa direzione.
Appare non più procrastinabile un intervento per eliminare un vuoto legislativo che comporta una limitazione dei diritti delle centinaia di migliaia di persone che hanno liberamente fatto una scelta che rientra nella sfera della propria autonomia individuale e che, pertanto, non può essere motivo di discriminazione, ai sensi di quanto disposto dagli articoli 2 e 3 del dettato costituzionale, nonché di quanto stabilito dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, tenendo conto inoltre dei principi inseriti nella Costituzione europea, approvata a stragrande maggioranza dal Parlamento italiano, che si ispira ai valori della Carta di Nizza.
Riteniamo pertanto necessario, urgente, prioritario un intervento in tal senso da parte del legislatore. Certo, se non vi fosse stato questo ostruzionismo da parte di forze politiche che non definisco conservatrici ma oscurantiste... Tra l'altro, trovo singolare che deputati del centrodestra, che sempre si sono appellati ai diritti civili, annuncino oggi di votare tatticamente contro la mozione che intende attribuire questo mandato al Governo. Non comprendiamo come si possa fare tattica sui diritti civili!
Noi Verdi avevamo presentato una mozione e, per senso di responsabilità e per evitare di fornire alibi a coloro che non vorrebbero che il Parlamento legiferasse in tale direzione, l'abbiamo ritirata per esprimere, dopo averla sottoscritta, un voto favorevole sulla mozione Franceschini ed altri n. 1-00087.
Pertanto, invitiamo gli amici dell'UDEUR e della Rosa nel Pugno a ritirare le proprie mozioni per favorire questa convergenza unitaria, per il bene del paese e della coalizione. Non parteciperemo al voto sulla mozione della Rosa nel Pugno, pur condividendone il merito, in quanto non ne condividiamo il metodo. La pensiamo alla stessa maniera, quindi non diamo alibi a chi in questo paese vuole impedire che si faccia una grande conquista sociale in materia di diritti civili; cerchiamo di favorire processi unitari per il bene della coalizione (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bellillo. Ne ha facoltà.
KATIA BELLILLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora ministro, noi Comunisti Italiani siamo leali: voteremo la mozione che ripropone, sulle questioni della famiglia, il programma con il quale l'Unione si è presentata agli elettori ed ha vinto le elezioni.
Ciò non vuol dire che rinunceremo a batterci nella società, come già stiamo facendo, per ciò in cui crediamo fermamente: dare piena attuazione all'articolo 3 della Costituzione e cancellare le infami discriminazioni che, in questo paese, ancora oggi vengono inflitte alla minoranza di cittadini omosessuali rispetto a quelli eterosessuali.
Alcuni, dentro quest'aula e fuori da essa, brandiscono l'articolo 29 della Costituzione per sostenere che non c'è famiglia fuori dal matrimonio e che le persone di diverso orientamento sessuale non possono sposarsi né avere famiglia. Guardate che state sbagliando! Il fatto che la Repubblica riconosca i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio non vuol dire che vi sia una sovrapposizione tra società naturale e matrimonio: la nostra Costituzione, cari colleghi, riconosce la famiglia come società naturale indipendentemente dal matrimonio, che, per le sue caratteristiche giuridiche, ne può rafforzare, semmai, la protezione.
Indicateci, diteci dove la Costituzione pone ostacoli al riconoscimento delle convivenze more uxorio! Diteci dov'è il divieto al riconoscimento del matrimonio tra persone Pag. 71dello stesso sesso! Anzi, una legge in tal senso sarebbe conforme tanto al principio di uguaglianza formale, di cui al primo comma dell'articolo 3 della Costituzione, quanto al principio di uguaglianza sostanziale, di cui al secondo comma della medesima disposizione.
Quello che i cittadini ci chiedono, cari colleghi, ministri del Governo, non è di rinunciare alle nostre personali convinzioni. Se la sessualità per molti di voi è peccato, siete liberi di pensarlo e di agire di conseguenza; tuttavia, lo Stato non può trasformare ciò che è peccato per alcuni in un reato per tutti...
LUCA VOLONTÈ. Non è reato!
KATIA BELLILLO. ... o permettere pratiche di discriminazione nei confronti di tutta la popolazione. La libertà di religione è un diritto inviolabile; ma un Stato laico e democratico ha il dovere di limitarla: questa libertà ...
LUCA VOLONTÈ. Intollerante!
KATIA BELLILLO. ... come quella di opinione e di coscienza, non può essere illimitata se lo Stato è laico e democratico!
Dobbiamo - perché questo ci chiedono i cittadini - attuare il dettato costituzionale, ma storicizzandolo nel contesto sociale e culturale dell'Italia del 2007. Signori, siamo nel 2007, e lo scenario è profondamente mutato negli ultimi sessant'anni! Vi sarete accorti, cari signori, magari anche gettando uno sguardo distratto nei vostri nuclei familiari - più o meno di fatto - che si sono avute profonde trasformazioni nelle dimensioni quotidiane ed intime della vita e delle relazioni, nei rapporti tra i sessi, nel modo di fare famiglia, nel matrimonio, nella procreazione! Ormai è radicata nel vissuto di tutti - anche dei Papaboys, pensate! - la separazione tra sessualità e riproduzione, ma anche tra sessualità e matrimonio! Ciò non vale solo per gli uomini, come in passato, ma anche per le donne: è cambiato il ruolo sociale della donna, cari signori, in questo paese! Il divorzio ha modificato lo statuto del matrimonio: sebbene sia istituzione ancora fortemente normata, sempre per la vostra testardaggine, non è più irreversibile.
Ma ciò che più è grave è che vi ostinate a riproporre un'interpretazione rigida della Costituzione ed a sostenere - come fosse un mantra - che la famiglia è unicamente quella fondata sul matrimonio e costituita da eterosessuali: non soltanto non è scritto, come ho già detto, in alcun articolo della Costituzione o delle nostre leggi che è vietato il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso, ma con la vostra posizione discriminatoria state minando anni di battaglie per il riconoscimento sociale della dignità delle coppie di fatto!
Ma non solo! Vi state arroccando su posizioni difensive che non hanno nulla, ma nulla di propositivo! Attenzione, riflettete! Questo vostro ragionamento può portare ad un paradosso, ossia che una madre singola con un figlio - e badate, ce ne sono tante in questo nostro paese ed io sono una tra queste - non costituisca un nucleo famigliare, perché non si fonda sul matrimonio!
Fermatevi! State portando il paese indietro di quarant'anni e vi ricordo che molti aspetti sono stati già riconosciuti da tempo dalla Corte costituzionale! Pensate alla sentenza n. 2 del 1998, che ammette la rilevanza costituzionale della famiglia di fatto e, di conseguenza, la cosiddetta famiglia legittima, di cui vi riempite tanto la bocca, ha perso quel carattere di esclusività che voi vorreste imporre!
Sì, è cambiato il modo di fare famiglia, ma questo non significa che si vada nella direzione della totale casualità e irresponsabilità nei rapporti, anzi, noi, Comunisti italiani, sosteniamo proprio il contrario. La politica per la famiglia non può qualificarsi per un insieme di proclami ideologici o, peggio, con leggi ed atti amministrativi, anche se apparentemente neutri, che, invece, rischiano di ledere diritti e garanzie costituzionali delle persone in carne ed ossa!Pag. 72
Allora, i nuclei familiari etero o omosessuali, more uxorio o legati da vincoli matrimoniali civili o religiosi, vanno sostenuti per il lavoro di cura che essi svolgono e gli Stati devono definire norme di intervento, affinché ogni persona, uomo o donna, di qualunque orientamento sessuale, vecchio o giovane, sano o malato, abbia l'opportunità di scegliere come vivere la propria vita, veda considerati come inviolabili i confini del proprio corpo e sia protetto contro le aggressioni, compresa quella sessuale, l'abuso sessuale infantile e la violenza domestica! Chiunque deve avere la possibilità di godere del piacere sessuale e di scelta in campo di riproduttivo! Sono le persone che devono scegliere!
Poter provare affetto per cose o persone, oltre che per se stessi, amare coloro che amiamo e che si prendano cura di noi e non vedere il proprio sviluppo emotivo distrutto da ansie e paure eccessive, questo si chiede allo Stato! Questo è ciò che si chiede al Governo! Si chiede di avere basi sociali per il rispetto di sé, per non essere umiliati, per essere trattati come persone dignitose, il cui valore eguaglia quello degli altri!
Questo, cari colleghi, significa, nel 2007, nell'Italia dell'Europa, garantire la famiglia e le protezioni contro le discriminazioni delle persone, per sconfiggere il razzismo, il sessismo, l'omofobia e sostenere diritti e la libertà per tutti, contro i fondamentalismi. Fra la difesa dei diritti e le tradizioni, sono quest'ultime, cari colleghi, che devono soccombere!
Allora, noi, Comunisti, chiediamo anche gli amici dell'UDEUR e ai compagni della Rosa nel Pugno, con i quali condividiamo tutto quello che è stato scritto nella mozione, di compiere uno sforzo, come lo stiamo facendo noi, e di lavorare insieme, da subito, per costruire, anche con tanti colleghi che si trovano nella Casa delle libertà, un fronte, una relazione, che, sui temi della laicità, della democrazia, dei diritti individuali, possa finalmente far fare un balzo in avanti all'Italia, a questo paese, e lo metta a fianco dei grandi paesi civili dell'Europa (Applausi dei deputati dei gruppi Comunisti Italiani, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, La Rosa nel Pugno e Verdi)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, il confronto che avviene sulle mozioni in tema di famiglia e di unioni di fatto verte su principi fondamentali.
Il premier spagnolo, Zapatero, nel suo discorso alle Cortes, per sostenere il matrimonio gay [Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]...
Il premier spagnolo Zapatero, dicevo, nel suo discorso alle Cortes per sostenere il matrimonio gay ha affermato che si possono e si devono estendere i diritti senza limitare quelli degli altri. Questo è un principio cardinale della democrazia liberale. Per la Chiesa anche chi ha contratto un secondo matrimonio, in realtà, pratica un'unione di fatto.
LUCA VOLONTÈ. Lasciala stare, la Chiesa!
ROBERTO VILLETTI. I cattolici liberali sono coloro che, nella propria vita privata, seguono i dettami della Chiesa cattolica. I cattolici clericali, invece, sono quelli che nella propria vita privata non seguono i dettami della Chiesa ma li vogliono imporre, paradossalmente, agli altri. Non si può essere paladini del matrimonio indissolubile secondo i dettami della Chiesa, come già si disse nella famosa campagna referendaria, per poi praticare per sé il divorzio contro il quale ci si è battuti.
Non si può, oggi, essere contro il riconoscimento delle coppie di fatto, dentro e fuori questa aula, e poi, nella vita privata, praticare un'unione di fatto. Siamo di fronte ad un vero e proprio velo di ipocrisia che dev'essere squarciato.
Non sono pochi i leader politici che si sono gettati pubblicamente a capofitto Pag. 73contro il riconoscimento delle unioni di fatto e che, privatamente, convivono in un'unione di fatto (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani e di deputati dei gruppi L'Ulivo e Italia dei Valori).
Ebbene, oggi, un giornale che certo non appartiene al campo del centrosinistra (Berlusconi direbbe che non è comunista), Libero, diretto da Vittorio Feltri, ha pubblicato un articolo di Barbara Romano con questo titolo: «I divorziati del centrodestra. Le allegre famiglie degli onorevoli no-pacs», con il sottotitolo: «Difendono il matrimonio, ma loro per primi lo hanno sfasciato». Neppure io sarei così drastico nel giudizio. Vi è un lungo elenco di nomi, di persone che sicuramente hanno affrontato con la rottura del proprio legame coniugale veri e propri drammi (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani e di deputati del gruppo L'Ulivo - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).
Vanno compresi. Ci aspetteremmo, tuttavia, proprio da chi ha vissuto questi travagli, un po' di comprensione per vicende, non meno drammatiche, ma di altri e spesso di altri che non hanno le condizioni economiche ed i privilegi che abbiamo noi! (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani e di deputati dei gruppi L'Ulivo, Italia dei Valori e Verdi) e che sono in condizioni molto spesso di difficoltà economica (Una voce dai banchi del centrodestra: I nomi!).
Volete che faccia i nomi in questa aula? (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania - Dai banchi del centrodestra: Sì!). Non ho alcuna esitazione nel fare i nomi, almeno con riguardo ai principali leader politici; del resto, li conoscete tutti, sono noti.
In testa vi è il leader del centrodestra, Silvio Berlusconi. Tra questi ve ne è uno che ha firmato la mozione presentata dal gruppo UDC, di cui è leader, che come sapete si scaglia contro le convivenze more uxorio: si tratta dell'ex Presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, caro onorevole Volontè! (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani e di deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania) Si tratta di un bell'esempio di cosa significhi un vecchio motto che parlava di vizi privati e di pubbliche virtù (Applausi dei deputati dei gruppi La rosa nel Pugno e di deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti del deputato Floresta)!
IGNAZIO LA RUSSA. Vergognati! Vergognati!
ROBERTO VILLETTI. Di che cosa mi devo vergognare? Dovreste fare una riflessione sulla vostra coscienza perché con l'ipocrisia non si conducono battaglie politiche (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani e di deputati dei gruppi L'Ulivo e Italia dei Valori - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!
ROBERTO ROSSO. Cretino!
PRESIDENTE. Colleghi, lasciate proseguire l'onorevole Villetti.
ROBERTO VILLETTI. Un conto è se mento, ed allora avreste il diritto di dirmi che mi devo vergognare, ma se vi è qualcuno in Parlamento che è ipocrita è lui a doversi vergognare! (Applausi dei deputati Pag. 74dei gruppi La Rosa nel Pugno, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani e di deputati del gruppo L'Ulivo - Vivi commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).
PIETRO ARMANI. Vergognati!
PRESIDENTE. Onorevole Villetti, si rivolga alla Presidenza e prosegua nel suo intervento.
ROBERTO VILLETTI. Cari colleghi, abbiamo affrontato e vogliamo affrontare una discussione parlamentare con tutti.
Voteremo convintamente contro la mozione Volontè n. 1-00071
(Nuova formulazione), presentata dagli esponenti dell'UDC, ma anche contro la mozione Fabris n. 1-00075, presentata dal gruppo Popolari-Udeur che ne risalta sostanzialmente i contenuti.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ROBERTO VILLETTI. Voteremo invece favore della nostra mozione, che esprime con molta chiarezza la nostra posizione sulle unioni di fatto; voteremo anche a favore della mozione presentata da L'Ulivo perché, nonostante non ne condividiamo tutti i contenuti, lascia aperta la porta - come è scritto nel programma de l'Unione - al riconoscimento delle unioni di fatto.
È un voto che esprimiamo in piena coscienza, non solo per estendere i diritti ad altri, senza intaccare quelli di nessuno, ma anche per difendere il principio fondamentale - lo ripeto: fondamentale! - della laicità dello Stato (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani e Verdi e di deputati del gruppo de L'Ulivo - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Donati. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, credo che il ruolo, la funzione dello Stato e dei suoi organismi costituzionalmente fondamentali (penso al Governo e alla Repubblica) si racchiuda in una parola apparentemente semplice e banale, ossia quella di regolatore.
Credo che, in questa parola, in realtà, vi sia tutto il senso di quanto vi è di nobile e pregnante nell'azione del Governo e nell'azione di chi...
Signor Presidente, se lei potesse richiamare all'ordine i colleghi, perché così è veramente difficile parlare...
Come dicevo, mi riferivo a quanto veramente di nobile e pregnante vi sia nell'azione di «regolare». Regolare significa disciplinare le relazioni tra soggetti privati nei loro rapporti civili, nei loro rapporti economici...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, dovete fare silenzio e consentire a chi parla di farlo con la massima tranquillità.
MASSIMO DONADI. ...nei loro rapporti sociali. Significa intervenire affrontando tutte queste problematiche, ovviamente, senza prescindere da quei valori, da quelle tematiche, anche di carattere etico, morale, religioso, che implica l'affrontare ognuno di questi rapporti da regolare. In ciò sta l'attività veramente nobile e pregnante dell'azione di Governo e dell'azione legislativa. Alla fine, però, compito ed elemento discriminante di questa azione è sempre e comunque il regolare. Il Governo e il Parlamento non hanno il compito di dirimere, di pronunciare l'ultima parola su una serie di questioni etiche, religiose, che coinvolgono principi superiori.
Il Governo ha il dovere di prendere atto, di esaminare, di interpretare, di capire, di analizzare la società che è chiamato a governare, ad amministrare e a rappresentare, dando risposte in termini di diritti e di tutele ed in termini - perché no? - anche, talora, di divieti, quando le azioni, le relazioni, i rapporti non sono compatibili con gli interessi, i fini, il bene della collettività.Pag. 75
Allora, rispetto a questa azione sicuramente importante e sicuramente di sintesi dei principi e dei valori, il fatto che in tale dibattito - che si svolge non solo e non tanto all'interno di questa aula, ma in tutto il paese - tutti i soggetti in qualche misura interessati facciano sentire con importanza ed autorevolezza la loro voce credo sia sicuramente importante.
Ritengo che l'intervento della Chiesa, che può suscitare reazioni, a volte, contrapposte, sia un utile contributo. Ritengo sia un contributo importante...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, fate silenzio.
MASSIMO DONADI. ...anche quando possono non essere condivise l'integrità delle affermazioni e dei punti di vista.
Alla fine, dobbiamo prendere atto che, fuori da quest'aula, nel paese e forse - perché no?- anche all'interno di quest'aula, ci sono centinaia di migliaia di persone che vivono una vita basata su rapporti - che possono essere affettivi, di assistenza, di tipo mutualistico - che hanno bisogno di disciplina e di tutela. Questa è la risposta, e in ciò consiste l'attività di regolatore alla quale il Governo e credo anche il Parlamento non possono e non devono sottrarsi, pena il venir meno al loro più alto e nobile dovere.
Allora, credo che sarebbe molto importante - forse, in questo senso, oggi non stiamo facendo la migliore delle opere possibili -, rendere questo confronto e questo dibattito scevri da tutti gli aspetti emozionali, ideologici e di carattere etico, di quell'etica astratta, che prescinde dagli impegni concreti.
PRESIDENTE. La prego...
MASSIMO DONADI. Noi crediamo - e, per questo, daremo il nostro voto favorevole alla mozione che, insieme all'Ulivo e ai Comunisti italiani abbiamo presentato e sottoscritto - che sia importante riconoscere diritti, prerogative e tutela a quei soggetti che, talora anche in una relazione affettiva, si rivelano i soggetti deboli, ai quali bisogna dare tutela, ascolto e riconoscimento. Crediamo che lo si possa e lo si debba fare, senza insidiare il significato, il valore e il ruolo della famiglia fondata sul matrimonio, che, anche per noi, costituisce il perno permanente e indissolubile dell'unione tra un uomo e una donna nel nostro paese, della storia, della cultura e del sentire profondo di tutto il nostro popolo.
Anche per questo, rivolgiamo ancora una volta, forse in modo superfluo - ma spero che non lo sia, per le parole che ho sentito pronunciare dall'onorevole Fabris, in conclusione del suo intervento -, un invito ai colleghi a rinunciare alla loro mozione. Impegnatevi insieme a noi, dentro l'Unione, nel tavolo di confronto che ci sarà in tutto il Parlamento...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MASSIMO DONADI. ... affinché una legge possa essere approvata, così come voi avete detto, così come noi la vogliamo: una legge giusta, che riconosca i giusti diritti di chi ne ha bisogno, non una legge che crea matrimoni di serie A e matrimoni di serie B (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, questo dibattito, voluto dalla minoranza, mette chiaramente in evidenza quante contraddizioni ci siano all'interno dello schieramento dell'Unione. Quanta ipocrisia e strumentalizzazione ho sentito nelle parole di alcuni esponenti come, ad esempio, nelle ultime parole di Bonelli, esponente dei Verdi!
È opportuno, quindi, fare alcuni ragionamenti, se si riesce a farli scevri dall'ideologia che impregna i discorsi di chi interviene per conto dell'Unione.
La nostra Costituzione, ministro Bindi, come lei ben sa, agli articoli 29 e 30 sancisce, in modo inequivocabile, il regime preferenziale della famiglia quale nucleo Pag. 76fondamentale della nostra società. La famiglia naturale l'unione tra un uomo e una donna - fondata sul matrimonio ha una funzione sociale, in virtù della quale la nostra Costituzione le riconosce una tutela giuridica rafforzata. La famiglia è un pilastro su cui si fondano le comunità locali, il sistema educativo e la produzione di reddito ed entro cui si contengono alcune forme di disagio sociale.
Ora, ministro Bindi, dovreste avere il coraggio di dire che tutte queste discussioni hanno, purtroppo, lo scopo di minare profondamente l'istituto della famiglia come cellula fondamentale della nostra società.
Sinceramente, sono stufa. Sono stufa di sentire affermazioni secondo cui il riconoscimento giuridico delle unioni civili servirebbe a rimuovere le discriminazioni, riconoscendo alcuni diritti individuali.
In realtà, il riconoscimento pubblico delle unioni civili vuole, di fatto, creare dei modelli alternativi alla famiglia e per questo tali modelli alternativi sono dannosi e pericolosi per la famiglia. Voi volete delegittimare la famiglia.
Quello delle libere convivenze - è bene dirlo con chiarezza ai cittadini italiani, sulla cui emotività state giocando - è un falso problema. Perché oggi esistono le libere convivenze eterosessuali? Si convive perché, magari, si è contratto un precedente vincolo matrimoniale, che ancora non è stato sciolto. Ma, allora, il riconoscimento giuridico delle unioni civili nel vostro disegno di legge non si applicherebbe a queste unioni, che sono ancora in attesa di uno scioglimento del vincolo matrimoniale.
Le altre libere convivenze si basano proprio sul concetto della libertà. Si tratta di persone che liberamente decidono di convivere e che liberamente decidono di sottrarsi alla tutela rafforzata che la nostra Costituzione riconosce alla famiglia fondata sul matrimonio. E voi volete intervenire con una legge su una sfera di diritto privato! Ma allora dovete dire che quello che state facendo non occorre per le libere convivenze eterosessuali, il vostro unico scopo è equiparare al matrimonio le convivenze eterosessuali per legittimare le unioni omosessuali [Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]! È lo strumento per arrivare di fatto al matrimonio omosessuale, dobbiamo dirlo chiaramente [Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]! Vedete, alle libere convivenze eterosessuali (Commenti dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)... Fatemi parlare...
PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di consentire all'onorevole Lussana di parlare.
CAROLINA LUSSANA. Io accetto il dialogo. Le libere convivenze hanno già una tutela giuridica, riconosciuta in parte dalla giurisprudenza, ma anche dallo stesso legislatore. Signori miei, nella tanto contestata legge sulla procreazione medicalmente assistita - per farvi uno dei mille esempi - varata dal centrodestra, che voi avete contestato, abbiamo dato la possibilità alle coppie conviventi di accedere alla fecondazione medicalmente assistita; lo dobbiamo dire, questo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e di Forza Italia)! Quindi, dei diritti sono riconosciuti dalla giurisprudenza e dal legislatore, senza però mai arrivare ad una equiparazione. Non si possono trattare allo stesso modo situazioni giuridiche che sono diverse.
Ministro Bindi, non occupiamoci dell'egoismo degli adulti, qui non c'entra niente la rimozione delle discriminazioni nei diritti delle persone, qui gli adulti liberamente decidono di convivere; occupiamoci eventualmente - ministro Bindi, mi ascolti - delle problematiche relative ai bambini, ai figli naturali. Ministro Bindi, so che lei è impegnata su questo fronte, però, invece che perdere tempo a presentare questo provvedimento il 31 gennaio, il 15 febbraio, avremmo gradito vedere qui in aula prima un provvedimento volto ad eliminare le discriminazioni tra i figli...
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. La prossima volta!
CAROLINA LUSSANA. ...che finalmente lei ha definito nati nel matrimonio e quelli nati al di fuori del matrimonio [Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
Ma allora a che cosa serve andare al di là? Si sostiene di voler risolvere alcune problematiche, in relazione ad alcuni diritti individuali e si parla di assistenza sanitaria: collega Villetti, siamo d'accordo! Sul diritto del compagno di scegliere da chi essere assistito, sulla possibilità di decidere in merito al testamento biologico - se arriveremo ad approvarlo - siamo d'accordo! Siamo d'accordo sui contratti d'affitto (è già possibile), ma legittimiamo queste situazioni con dei provvedimenti legislativi ad hoc, visto che voi sostenete che la forma del contratto di diritto privato, che secondo il nostro giudizio è preferibile, non è opponibile a terzi! Occorre andare oltre, prevedere degli interventi legislativi correttivi e arrivare ad una legge ad hoc, come giustamente ha detto la CEI, come giustamente ha detto la Chiesa, che si è dimostrata quella con la posizione più equilibrata e più corretta.
Agiamo eventualmente sul piano dei diritti individuali modificando le leggi attuali, ma non creiamo una legislazione ad arte, un riconoscimento giuridico di diritto pubblico [Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)], che serve unicamente ad equiparare le convivenze al matrimonio e, quindi, a legittimare il matrimonio omosessuale.
E qui emerge la nostra differenza profondamente ideologica, perché per noi la famiglia resta l'unione di un uomo e di una donna, per cui ognuno può seguire l'orientamento sessuale che vuole, sotto le lenzuola è libero di fare quello che vuole, ma non può pretendere di essere considerato una famiglia [Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]. Infatti, da una serie di diritti le lobby omosessuali, ministro Bindi, che siedono anche in questo Parlamento, arriveranno poi a chiedere di più e arriveremo anche a discutere di adozione (Commenti dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea) dei bambini [Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
Facciamo altre riflessioni. Nel disegno di legge, ministro Bindi, lei pensa di riconoscere dei diritti patrimoniali ed economici nell'ambito delle convivenze, e su questo noi non siamo assolutamente d'accordo; si parla di pensioni di reversibilità, si parla di parità rispetto alle famiglie nell'accesso agli alloggi popolari, e allora mi domando, ministro: che esempio diamo ai nostri giovani? Nessun giovane vorrà più sposarsi! Oggi basta sottoscrivere i Pacs per ottenere diritti economici e patrimoniali, e questo crea dei gravi svantaggi alla famiglia; porteremo avanti una cultura, che non è la cultura della libertà, ma è la cultura dell'assenza di responsabilità. Oggi, i nostri giovani rivendicheranno solo diritti senza assumersi i doveri, e ciò è sbagliato, signor ministro, è sbagliato!
Non si può, del matrimonio, scegliere quanto piace, ovvero i diritti patrimoniali ed economici, e scartare quanto non piace, doveri e responsabilità [Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]! Su ciò dobbiamo aprire un dibattito, dobbiamo confrontarci.
In questo modo, noi creeremo una sorta di concorrenza economica con quelle famiglie, ministro, che non riuscite a sostenere; cosa dichiara al riguardo il ministro Padoa Schioppa? Non abbiamo soldi per sostenere le famiglie italiane, quelle numerose, ma anche quelle meno numerose costituite, onorevole Bellillo, dalle single con un figlio. Noi siamo a difesa anche di quei nuclei familiari; per Pag. 78noi si tratta infatti di nuclei familiari. Cara onorevole Bellillo, questo ricordatelo bene!
Dunque, ministro, non vi sono risorse per la famiglia; avete abrogato il cosiddetto bonus bebé e ben sappiamo quanto sia stato pesante l'impatto di questa finanziaria sulle famiglie italiane. Penso agli interventi di alcuni autorevoli esponenti del Governo, anche donne; il ministro Bonino, ad esempio, che pensa di innalzare a 65 anni l'età pensionabile per le donne. Ebbene, voi dichiarate che adesso darete la pensione di reversibilità a tutti, ai liberi conviventi ed alle coppie omosessuali: ma cosa ci state raccontando, signor ministro...
ANDREA GIBELLI. Vergogna!
MAURIZIO FUGATTI. Vergogna!
CAROLINA LUSSANA. ...purtroppo, state veramente giocando sull'emotività e gettando fumo negli occhi della gente.
PRESIDENTE. Deve concludere...
CAROLINA LUSSANA. Dunque, bisogna che chiariate, e dovete avere il coraggio di dirlo, che non c'entrano niente - lo ribadisco - i diritti delle persone; qui è in ballo un progetto molto più grave, scardinare la famiglia come cellula fondamentale della società, come trasmissione della nostra identità. Ciò avviene, peraltro, anche in nome di una società multiculturale (infatti, vi aprite anche all'immigrazione), una società relativista che sarà la fine del nostro sistema di valori e che porterà ad una degenerazione di cui voi siete responsabili.
Certamente, noi non ne saremo complici [Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro - Congratulazioni)]!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, anzitutto vorrei dare una notizia all'onorevole Bonelli, invitandolo ad informarsi prima di dare comunicazioni del genere di quelle poc'anzi rese; l'assistenza sanitaria integrativa, che spetta ai deputati come a chiunque scelga di depositare una parte del proprio stipendio, può essere - è vero - destinata anche ai conviventi more uxorio, come avviene per i dipendenti di tantissimi altri enti; la reversibilità, invece - regolamento alla mano -, può andare solo ai coniugi ed ai figli. Quindi, non diamo all'esterno notizie che poi non trovano fondamento nella realtà del regolamento e nell'ordine dei nostri lavori.
Signor Presidente, onorevoli ministri, il nostro gruppo ha chiesto fin dal 20 dicembre di discutere sulla famiglia. Cos'è la famiglia? La nostra Costituzione ne dà una definizione, frutto del lavoro del costituente. Da La Pira a Togliatti, da Moro a Nilde Iotti, vennero condivisi i valori fondamentali che sono la cifra della nostra civiltà.
Non può esserci il minimo dubbio sul favor familiae della nostra Costituzione; eppure, alcuni, in questa Assemblea, hanno tentato ideologicamente di mistificarlo. Vi è chi ritiene che essere politici veramente democratici e politicamente corretti significhi rinunciare alle proprie convinzioni forti ed ai propri valori, dimenticando colpevolmente che una democrazia senza valori cade vittima della corruzione e anche della violenza o del dileggio. Abbiamo in questa sede sentito l'onorevole Bellillo annunciare, invocare, la limitazione del diritto di libertà religiosa e di opinione, e nessuno, nessuno ha battuto ciglio!
Il risultato non può che essere la decadenza della democrazia ed il rischio di forme più subdole e raffinate di intolleranza. Lo dicevano i padri fondatori, lo diceva Abramo Lincoln, non il Santo Padre!
Nella nostra società prevalgono gli interessi particolari sul bene comune, i vincoli comunitari si allentano, il tasso di natalità è da estinzione, i giovani sono confusi nei loro orientamenti morali, nessuno Pag. 79è più incoraggiato ad innamorarsi, a sposarsi, a generare figli e ad investire sul futuro. Il fisco è iniquo, specie per le famiglie monoreddito e per quelle numerose, come riconosce anche la Corte costituzionale; non si pagano le tasse in base al numero dei figli, i servizi locali e le tariffe vedono penalizzate le famiglie e in alcuni casi il single o il convivente preferisce rimanere in tale situazione per mantenere un'agevolazione. La famiglia italiana è penalizzata in confronto a quelle europee. Siamo agli ultimi posti per quanto riguarda le tasse, la legislazione sui tempi di conciliazione di lavoro e famiglia, e gli aiuti alle giovani coppie. Ripeto ancora un volta tutta la nostra disponibilità ad un confronto sulle politiche familiari e per la natalità, che sono una reale emergenza del paese, al pari delle liberalizzazioni e della competitività. Quindi, la difesa della famiglia è per lo sviluppo della famiglia. Nel nostro Paese, dove diventare genitori è una scelta eroica, ci sono 22 milioni di famiglie e solo 564 mila sono i conviventi, l'80 per cento dei quali lo fa per necessità.
Già questi semplici dati forniti dall'Istat dicono che l'Italia è un paese diverso dagli altri paesi europei, dove le convivenze arrivano fino a milioni, mentre qui sono per lo più un passaggio per il matrimonio. Quindi, la realtà ci conferma che è alle famiglie che dobbiamo attenzione. Dobbiamo loro innanzitutto quell'attenzione e non invece a quei 10-15 mila conviventi che, forse, chiederanno di certificarsi all'anagrafe. Vorrebbero uno status privilegiato perché significherebbe rispondere ad un'esigenza sociale che non esiste, non è organizzata né rappresentata. Volete forse attribuire privilegi ad hoc per ogni associazione o lobby che abbia 10-15 mila iscritti? Chi chiede un surplus di soli diritti, non potendo nascondersi dietro il paradosso dei diritti individuali che si acquisterebbero solo quando si convive, si appelli al criterio di giustizia e di eguaglianza!
I conviventi consapevolmente scelgono un legame diverso dal matrimonio, quindi sarebbe iniquo che ne vogliano i diritti. Attribuire ad una coppia di fatto i diritti che spettano ad una coppia di diritto significa equiparare la convivenza al matrimonio senza volerlo contrarre. Scegli liberamente un regime giuridico e ne avrai, i diritti! Gli stessi conviventi, nel preferire un rapporto di fatto, dimostrano di non volere assumere i diritti ed i doveri nascenti dal matrimonio.
In Italia esiste l'assoluto rispetto dei diritti individuali e del principio di eguaglianza, di dare a ciascuno il suo, diversamente dalla falsa propaganda che abbiamo ascoltato in questi mesi ed ancora in queste ore. Vi è una sola ragione: avete preso un impegno elettorale verso le associazioni - legittime - dell'Arcigay e dell'Arcilesbica. Prodi lo ha fatto a marzo, Fassino lo ha fatto a dicembre. Si dica la verità: si vuole ideologicamente rispondere ad un impegno di quelle associazioni che pretendono, dal loro punto di vista legittimamente, un privilegio. Privilegi come sembrerebbero quelli attribuiti ad alcuni transessuali ed omosessuali dalla regione Toscana nei concorsi pubblici e nelle assunzioni.
Non esiste alcun diritto individuale mancante nel nostro Paese. Forse qualcuno non se ne è accorto, ma non siamo vissuti fino ad ora nella Repubblica sovietica di Stalin [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]! Se passa questa idea, domani si chiederà necessariamente l'adozione e poi l'inseminazione artificiale e via di seguito, perché quando i desideri diventano diritti, il «diritto diventa storto» ed anche insaziabile.
In Italia i diritti dei figli sono sostanzialmente parificati. Vi è già la successione nel contratto di affitto. La visita in carcere o in ospedale è già garantita da diverse sentenze. Nel testamento vi è già una parte disponibile da attribuire al proprio convivente. Certo, la pensione di reversibilità evidentemente confliggerebbe con i diritti della famiglia legittima, ma produrrebbe anche un forte storno di risorse pubbliche.
Tutti i dati statistici recenti e disponibili, in Francia, Stati Uniti, Svezia, Norvegia, Paesi Bassi, rivelano che il tasso di Pag. 80separazione dei conviventi è tre o quattro volte superiore a quello dei coniugati, con la conseguenza che le donne sole impoveriscono di oltre il 20 per cento ed i figli hanno maggiori problemi scolastici, di alcolismo e di droga. Nella sola Inghilterra i costi dello sfascio della famiglia si calcolano intorno ai 30 miliardi di euro nei prossimi anni.
Cari colleghi, se vogliamo guardare all'Europa prendiamo ad esempio le politiche a favore della natalità e della famiglia e non certo gli esperimenti costosissimi e fallimentari di equiparazione, diretta o indiretta, con le convivenze! Siamo al punto in cui «le spade devono essere sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi d'estate». Con questo paradosso si compie la profezia di cento anni fa fatta da Chesterton.
Tutta l'evidenza della realtà ci invita a non procedere, a difendere il buon senso, la Costituzione, la tradizione civile, i valori della nazione. I giovani italiani desiderano sposarsi e il Parlamento, invece che aiutarli a superare gli impedimenti, propone loro le convivenze precarie! Una pratica di soli diritti e senza doveri, in cui i soggetti deboli soffrono di più! E lo Stato, mentre oggi non ha i soldi per le famiglie in difficoltà, domani si troverebbe a far fronte ad un ingente aumento di spesa sociale.
PRESIDENTE. La invito a concludere, deputato Volontè.
LUCA VOLONTÈ. Per alcuni della maggioranza tutto il mondo gira intorno ai Pacs. L'avvocato Bernardini De Pace, e non la badessa delle Orsoline, ha detto che il diritto privato già oggi può tutelare i conviventi. Noi lo diciamo da tempo. Non c'è bisogno di procedere. Usciamo dalle gabbie chiuse del bipolarismo, almeno per la famiglia! Onorevoli rappresentanti del Governo, sono d'accordo con il discorso di investitura del Presidente Prodi, tutto concentrato sulla famiglia, sul suo bisogno di sicurezza.
PRESIDENTE. Deve proprio concludere, deputato Volontè.
LUCA VOLONTÈ. Vi prego, partiamo da qui. Rinunciamo all'obbrobrio che state facendo anche con questo voto (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, certo, se a definire la nostra posizione bastasse indicare il discorso di altri, potrei dire che nella sua inquietante chiarezza potremmo definirci esattamente agli antipodi, all'opposto, rispetto all'intervento qui reso dalla deputata Lussana.
MAURIZIO FUGATTI. Per fortuna!
GENNARO MIGLIORE. Ma siccome siamo chiamati a discutere e a votare una mozione di tanto interesse per la collettività nel nostro paese, mi rivolgo innanzitutto a lei, signor ministro. Signora ministro, non le nascondo che dopo il suo intervento ho avuto sentimenti ambivalenti. Certamente, ho apprezzato in primo luogo il fatto che il Governo, attraverso la sua dichiarazione, abbia mantenuto un patto elettorale, che non è sottoposto alle lobby clericali, collega Volontè, ma alla consapevole e piena coscienza della nostra coalizione di dotarci di uno strumento legislativo adeguato.
Ho apprezzato molto il fatto che questo Governo si sia dedicato a realizzare in tempi brevi, così come era stato preannunciato dal Presidente del Consiglio, un disegno di legge che però dovrà essere discusso in queste aule parlamentari. Ho apprezzato il riferimento alla laicità che contiene valori, e non solamente li esclude, come qualcuno propagandisticamente qui intende affermare. Ho apprezzato moltissimo il riferimento all'articolo 2 della nostra Costituzione. Io sono parte di quella maggioranza, almeno a sentire i sondaggi, anche tra i cattolici, che non Pag. 81considera né uno scandalo né un'eccentricità il riconoscimento del valore delle unioni di fatto come valore fondante anche di questa nostra democrazia. Faccio parte anche di coloro che sanno perché siamo arrivati fin qui, di coloro che sanno che dobbiamo dire un «grazie» ai movimenti dei diritti civili, ai movimenti femministi, ai movimenti di gay, di lesbiche, di bisessuali, di transessuali, di queer, di coloro che sanno che attraverso la lotta di chi questo diritto non lo aveva essi ci hanno fatto raggiungere questo risultato ed arrivare fin qui [Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]!
Non ci sarebbe stata, se non attraverso una piena affermazione di quel principio che è il ribaltamento del diritto negato alle minoranze, un allargamento più ampio della nostra democrazia, che si può giovare, grazie soprattutto a quelle lotte, di una ricchezza in più, che riguarderà l'intera nostra comunità. È una vittoria che noi rivendichiamo, che rivendicheremo e che nel concreto iter parlamentare ci porterà a dire - lo dico con sobrietà, senza utilizzare enfasi eccessive - che quello che qui è possibile per i nostri privilegi di parlamentari debba essere possibile per l'intera comunità del nostro paese. Mi rivolgo ai colleghi dell'opposizione, dell'Udeur e chiedo loro di far posto alla passione civile dell'allargamento della sfera dei diritti e di far posto a questa passione contro il freddo calcolo delle convenienze e delle alleanze, che voi qui strumentalmente volete utilizzare.
Chi vuole minacciare la famiglia? Chi lo ha scritto, chi lo ha detto? Noi vogliamo tutelare la pluralità delle forme di relazione affettiva che ci sono nel nostro paese. È vero che l'articolo 29 della nostra Costituzione disciplina il matrimonio ma, nella stessa Costituzione, oltre all'articolo 2 c'è l'articolo 3. L'universalismo dei diritti all'erogazione dei servizi è quanto ci serve e, siccome - lo ha ricordato il presidente Volontè - il nostro ordinamento già prevede una serie di tutele per gli individui, abbiamo necessità di una legge, perché una unione di fatto non è una coppia di single ma è una coppia riconosciuta da questa società e della quale bisogna riconoscere il valore civile (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani - Commenti dei deputato Volontè)! Noi dobbiamo tutelare un progetto di vita condiviso. Giustamente, signor ministro, lei ha parlato di beni indisponibili anche nell'attività legislativa. Noi pensiamo che le unioni tra due persone siano un bene sociale comune da rivendicare e non da produrre come una violenza e una discriminazione contro chi questi diritti non li ha. Il valore sociale, civile e politico delle unioni tra persone ci parla dell'amore - termine spesso estraneo alle nostre discussioni - tra due persone. Il legislatore non può che prendere atto di una realtà viva e presente nel nostro paese. Non condanniamo alla clandestinità queste forme di relazione, non releghiamo in diritti di cittadinanza inferiori quello che è dovuto. Il nostro ordinamento deve riconoscere la pari dignità, i diritti e i doveri di chi vuol vivere al di fuori del vincolo matrimoniale. Questo diritto deve essere garantito soprattutto - lo dico perché non possono sposarsi - alle coppie omosessuali, al di fuori di ogni semplificazione e mistificazione. Nel nostro programma abbiamo parlato di assistenza morale e materiale, di regolazione del regime patrimoniale, di estensione del diritto alla reversibilità della pensione, di estensione al convivente extracomunitario del permesso di soggiorno, della necessità di garantire l'assistenza sanitaria. Noi diciamo questo anche perché è nostro dovere tutelare, nell'ambito della coppia, la parte economicamente debole che, altrimenti, non potrebbe essere difesa. È una misura di equità, non solo di uguaglianza. Il programma dell'Unione, riconoscendo i diritti delle persone che compongono le unioni di fatto, si riferisce esplicitamente alla assenza di discriminazione sull'orientamento sessuale. Questa discriminazione avviene sempre più di frequente in forme mascherate. Invece, noi dobbiamo valorizzare quel patrimonio straordinario costituito dalla relazione Pag. 82sentimentale e dall'assistenza solidaristica. Quando parliamo di stabilità e volontarietà vogliamo fare riferimento anche alla complessa materia della costruzione e ricostruzione dei legami civili all'interno di una società polverizzata e ferita dalle disunioni e dalle diseguaglianze. Questi sono gli arbitri che forse qualcuno che vuole continuare ad esercitare. Come lei ha affermato, presidente Volontè, ci sono soltanto 560 mila unioni di fatto in Italia: penso che siano fin troppi coloro ai quali è negato un diritto (Commenti dei deputato Volontè) e penso che una democrazia è matura se neppure una sola persona è privata di un diritto! Per questo motivo, abbiamo espresso alcune critiche rispetto all'atteggiamento, certamente invadente, delle gerarchie ecclesiali e, pur rispettandone la libertà, abbiamo richiamato la differenza tra magistero ed interferenza negli affari dello Stato laico. Penso che questo sia un valore dei cattolici e dei laici che in questa Repubblica si riconoscono e non un elemento opportunistico da utilizzare nelle polemiche politiche, perché così si vantano «padrinaggi» eccellenti. Noi intendiamo esercitare il nostro diritto fino in fondo ed è per questo motivo che abbiamo ritirato la nostra mozione. Riteniamo, infatti, che l'impegno principale e la vittoria di questi movimenti per i diritti civili siano innanzitutto costituiti dalla presentazione di un disegno di legge sul quale noi ci confronteremo e del quale chiederemo anche un miglioramento.
Voglio dire al collega Fabris che, in qualche modo, ha voluto sottolineare l'eccezione di coscienza, che non è così! Il resto dell'Unione ha riconosciuto, convergendo sulla mozione a prima firma Franceschini, che è un problema politico e che è giusto che il nostro Governo si pronunci con un disegno di legge. È per questo - lo dico anche ai colleghi de La Rosa nel Pugno - che noi non parteciperemo al voto sulla loro mozione, per non avere l'obbligo di esprimerci nel merito, ma per sottrarci ad uno schematismo ideologico. Ovviamente, voteremo contro tutte le altre mozioni.
Di qui a poco, potremmo scrivere una pagina importante per restituire un po' di futuro e diritti di felicità - altra parola, spesso estranea alla politica - e noi, questo obiettivo, questa ambizione, la dobbiamo conservare intatta come patrimonio di un cambiamento che vogliamo portare avanti con la nostra coalizione (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Ulivo, Comunisti Italiani e Verdi - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Alleanza Nazionale ha presentato la sua mozione, distinta da quella dei partiti del centrodestra, ma dichiaro subito che è assolutamente pronta a votare a favore della mozione presentata dagli amici dell'UDC, di quella presentata dalla Lega e di quella a prima firma Della Vedova. Ancor di più, riguardo a quest'ultima, chiedo di prendere nota che intendo, insieme a molti colleghi del gruppo, di sottoscriverla, aderendo a quanto in essa espresso, laddove chiede al Governo di lasciare al Parlamento il compito di affrontare questa materia e di non cercare, attraverso un meccanismo, - che apparentemente è di aiuto, ma che in realtà è un tentativo di saldare un certo equilibrio interno -, di interferire su una materia così sensibile con il naturale e libero confronto di questo Parlamento. Alleanza Nazionale voterà, poi, anche perché una parte dell'impegno è identico, la mozione presentata da un gruppo di maggioranza, quella dell'Udeur, che, meglio di ogni parola che potrò pronunziare, testimonia l'enorme frattura che vi è all'interno di questo Governo. Ciascuno di noi è in grado votare la mozione degli altri, mentre voi non siete in grado di unificare le vostre posizioni con un'unica mozione. La mozione di Alleanza Nazionale impegna il Governo a non assumere iniziative, anche surrettizie, che comportino l'equiparazione fra le unioni di fatto e la famiglia; impegna il Governo non Pag. 83equiparare le convivenze omosessuali alle unioni di fatto eterosessuali, con particolare riguardo alla legittimazione all'adozione di bambini e alla possibilità di ricorso alle tecniche di procreazione; impegna a ribadire, per i figli nati fuori dal matrimonio, come già sancito dalla Costituzione, ogni forma di tutela, al fine di riconoscere agli stessi, in ogni caso - onorevole Bindi, in ogni caso -, i medesimi diritti dei figli nati nel matrimonio; infine - e ci saremmo aspettati che il Governo, prioritariamente, pensasse a questo - impegna a promuovere concrete iniziative di carattere sociale, fiscale ed economico a tutela della famiglia fondata sul matrimonio, in base a principi che, prima ancora delle leggi vigenti, derivano dal diritto naturale.
Ha fatto molto discutere che, oltre a questi quattro punti, Alleanza Nazionale abbia inserito nella mozione la seguente dizione: impegna il Governo a procedere ad un'attenta ricognizione della normativa esistente, in ordine alla tutela dei diritti individuali delle persone conviventi e, qualora se ne riscontrasse un'effettiva carenza, a prevedere gli opportuni interventi. Ribadiamo assolutamente anche questo punto e chiariamo subito che non può essere letto in maniera distinta dal resto. In nessun caso può esistere l'equiparazione tra le famiglie fondate sul matrimonio e le unioni di fatto o, peggio, le convivenze omosessuali.
Onorevole Villetti, io mi sono veramente vergognato di stare in un'aula in cui lei potesse pronunziare le parole che ho sentito. Mi sono vergognato per lei e per tutti noi (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia, Lega Nord Padania) per il basso livello, mai verificatosi in precedenza, in cui lei è scivolato (non è mai successo, neanche ai tempi di «mani pulite»!), ma soprattutto per l'enorme ignoranza che si celava dietro le sue parole.
«Voce del verbo ignorare», diceva un autorevole esponente di questo Parlamento (Commenti)...
ROBERTO VILLETTI. Vergogna! Vergogna!
IGNAZIO LA RUSSA. Mi lasci parlare e mi faccia recuperare il tempo, signor Presidente. Perché parlo di ignoranza? Perché - vede - l'articolo 2 della Costituzione chiarisce benissimo la differenza. Le interpretazioni della Corte costituzionale hanno chiarito mille volte qual è la tutela che spetta alla famiglia e la differenza con le convivenze more uxorio.
Ma lei, nel fare un paragone sulle persone che hanno interrotto il loro rapporto matrimoniale, che cosa ha voluto dire? Non si è reso conto di inserire nel dibattito una questione che non c'entra assolutamente nulla.
Nessuno ha mai detto che vanno tutelate le famiglie che si fondano solo sul matrimonio religioso. Lei sa benissimo che, dopo un primo matrimonio e dopo il divorzio, è possibile un secondo matrimonio civile che, per la legge italiana, ha la stessa tutela del matrimonio non religioso. Quindi, di che cosa parlava? Così come non si è reso conto, onorevole Villetti, parlando di questo, che pretendere una tutela dello status di convivenza delle coppie eterosessuali, in maniera obbligatoria, porterebbe ad un paradosso.
Se noi volessimo a tutti costi dire che dalla convivenze discende un riconoscimento pubblico delle coppie di fatto eterosessuali, obbligheremmo chi ha scelto quella strada proprio per non avere obblighi, proprio perché intende rapportarsi liberamente e senza limiti di tempo al partner, a dover avere, per scelta dello Stato, un obbligo che non intende - né mai ha inteso - assumere.
È pur vero, lei mi dirà, che vi sono però coppie conviventi eterosessuali che a quel riconoscimento ambiscono. Bene, le do una notizia. Esiste, nel nostro ordinamento, il rimedio già pronto: le coppie conviventi eterosessuali che non vogliono solo diritti, ma anche doveri e che vogliono un riconoscimento pubblico, trascorso il tempo minimo di tre anni, possono sposarsi. L'istituto del matrimonio civile c'è già e non ha bisogno di altri argomenti e Pag. 84di altri elementi sostitutivi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
Allora, credo che questo rischio di obbligare qualcuno ad avere un limite, un vincolo che non vuole, possa essere compreso nel vostro ragionamento. Per quale motivo? Perché voi utilizzate l'argomento delle coppie di fatto eterosessuali per arrivare ad altro. Infatti, non ho visto folle di coppie che possono sposarsi, venire a chiedere altri diritti. Voi vi vergognate di porre il vostro vero scopo in primo piano (ma non c'è un motivo di vergognarsene, in quanto è un atteggiamento assolutamente lecito e comprensibile, secondo certe impostazioni culturali; non è condivisibile, ma non ve ne dovete vergognare). Ditelo chiaramente, allora! Voi volete arrivare alla parificazione della coppia omosessuale con la coppia eterosessuale, sposata o non sposata (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia)!
Purtroppo, non può essere così! Infatti, l'istituto della famiglia, anche storicamente, è nato non per garantire le persone, ma per garantire le generazioni attraverso i diritti che hanno reciprocamente i coniugi. Si tratta di diritti e previdenze che vengono implicitamente riconosciute alla famiglia che porta - almeno in teoria - a nuovi figli. Questo, ahimè, non è minimamente possibile in una coppia omosessuale.
Ritenete forse che vi sia nel nostro animo l'intento che, per questi motivi, vogliamo discriminare scelte che appartengono alla sfera sessuale? Ebbene, dichiaro qui pubblicamente - e spero che nessuno fraintenda - di essere pronto a scendere in piazza a manifestare con chiunque, nel caso una persona venisse, in quanto omosessuale, discriminata nel suo lavoro, nei suoi rapporti, nella possibilità di fare una qualunque attività, sia lavorativa, sia ludica o di qualsiasi genere.
Lungi da noi l'immaginare che possa esservi una qualsiasi discriminazione per una scelta sessuale che appartiene al singolo e all'individuo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)! Ma cosa c'entra questo con il riconoscimento pubblico della coppia di fatto?
Abbiamo detto invece, e non ne abbiamo timore, anche a costo di essere incompresi da qualcuno della maggioranza, che vogliamo fare una attenta ricognizione, ministro Bindi, dei diritti individuali, non di quelli che nascono dall'essere una coppia, di chi forma una coppia di fatto o dà vita ad una convivenza. Ed il riconoscimento è semplice: a tale proposito vi sono sono giornali interi che ne parlano! C'è D'Agostino, un esimio professore, ma se volete una persona laica; vi è l'avvocatessa Annamaria Bernardini De Pace che dice: Legge sbagliata: ai conviventi basta un contratto!
Vi sono decine di elenchi di diritti che sono già tutelati dal nostro ordinamento privato, e addirittura non solo privato.
PRESIDENTE. La prego di concludere!
IGNAZIO LA RUSSA. Ebbene, però ve n'è qualcuno che è sfuggito alla casistica, oppure vi sono diritti individuali che sono tutelati - questo è vero! - dalle sentenze, dai fermi giurisprudenziali, ma non dalle leggi: mettiamoci riparo! Nessuno vuole che una persona non possa visitare l'ammalato o qualcuno in carcere; nessuno vuole che sia «cacciato» quando muore il convivente: facciamo i contratti ad hoc, i contratti tipo.
PRESIDENTE. La prego..!
IGNAZIO LA RUSSA. Nessuno vuole che vi siano discriminazioni, anzi, facilitiamo le pensioni volontarie e le assicurazioni volontarie! Vogliamo parlare della pensione di reversibilità? Prima di parlarne, quanto costa allo Stato? Il ministro dell'economia ci dica se è materia di cui possiamo discutere o se è materia di cui non possiamo neanche discutere: e dopo affronteremo questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale). Siamo pronti ad esaminare qualunque questione che attenga al diritto dell'individuo di non avere un danno inutile.Pag. 85
Siamo ferocemente contrari non solo all'adozione, che prima o poi qualcuno tirerà fuori (perché è un altro degli obiettivi), ma siamo anche ferocemente contrari alla possibilità che, attraverso sistemi surrettizi, venga messa in discussione la sacralità del matrimonio, che è tale sia in sede religiosa che in quella civile (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bondi. Ne ha facoltà.
SANDRO BONDI. Onorevoli colleghi, non è facile intervenire sulla questione oggetto della nostra discussione per una ragione di fondo: ad oggi manca infatti un testo presentato ed annunciato dal Governo al quale riferirsi.
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Dite che non si deve presentare!
SANDRO BONDI. Non è un caso: è la conseguenza dello stato di confusione permanente nel quale si trova la maggioranza, per la quale l'unico modo per non lacerarsi è sempre quello di rinviare le decisioni, praticare una politica dell'annuncio al quale non seguono i fatti, oppure seguire compromessi che, più che affrontare i problemi, sono finalizzati al mantenimento dell'unità della coalizione.
In mancanza di un testo dobbiamo accontentarci delle comunicazioni del Governo e delle forze politiche della sinistra, tese ad accreditare i cosiddetti Pacs come l'ultima tappa di una strategia attraverso la quale si vorrebbero affermare diritti civili ingiustamente compromessi da un assetto sociale ed istituzionale tradizionalista, quando non addirittura oscurantista.
Le cose in realtà, a nostro avviso, non stanno così: le questioni reali sottostanti il tema delle unioni civili hanno una valenza molto concreta. Per questo possono e debbono essere affrontate in modo pragmatico, senza cercare di imporre un disegno astratto di rivoluzione sociale che scardini l'istituto della famiglia, sul quale è stato nei secoli costruito il modello della società occidentale e sul quale poggia la nostra Costituzione.
Un'altra grave anomalia che caratterizza questo dibattito, pure importante, è il fatto che siamo proprio in attesa di un testo del Governo.
La mia, la nostra opinione - quella di Forza Italia -, è, al contrario, che non è possibile e non è corretto discutere di questioni che riguardano la sfera morale ed etica imponendo ai parlamentari di ciascun partito il vincolo di maggioranza, a sostegno del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia), oppure l'obbligo della fedeltà al proprio partito. Tali questioni devono essere riservate esclusivamente alla libera discussione e volontà del Parlamento, e sul punto ci riconosciamo nelle proposte del ministro Mastella, così come è accaduto nella precedente legislatura in merito alla legge n. 40 del 2003. Per Forza Italia, in questa materia la contrapposizione non è tra laici e cattolici, tra modernisti e tradizionalisti, ma tra quanti credono che la libertà sia fondata anzitutto sulla responsabilità individuale e coloro che, invece, credono che libertà equivalga alla soddisfazione, per mezzo dello Stato, di ogni desiderio individuale [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)], una cultura dell'individualismo libertario, denunciata da credenti, come padre Enzo Bianchi o Sergio Pezzotta, orientati politicamente a sinistra, ed anche da non credenti, una cultura che rappresenta una anomalia sia rispetto alla storia del cattolicesimo democratico e liberale italiano sia rispetto alla stessa tradizione comunista italiana e perfino alla tradizione socialista, che oggi l'onorevole Villetti non ha rappresentato con dignità (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
Forza Italia ha storicamente rappresentato il primo tentativo di annullare la valenza politica della contrapposizione tra credenti e non credenti. Da tale primato Pag. 86deriva che il riferimento alla coscienza ed alla sua libertà, alla libertà di coscienza invocata dal Presidente Berlusconi in materie come queste, per noi non può essere eluso, ci viene imposto dalla nostra stessa storia. Ma il richiamo alla coscienza non significa un preventivo ed indistinto «sciogliete le file». Se qualcuno tra i nostri alleati lo ha così inteso si è sbagliato e se qualcuno dei nostri avversari politici lo ha così interpretato si è illuso. Da quel richiamo ci proviene, nell'attuale fase politica, in primo luogo il dovere di rilanciare la collaborazione tra laici e cattolici al cospetto delle questioni etiche che, sempre più numerose, affollano l'agenda della politica, per giungere uniti ad affrontare la sfida ideologica che, surrettiziamente, la sinistra sta cercando di imporre a tutto il paese.
A tal fine, occorre preliminarmente sgombrare il campo da un equivoco diffuso quanto insidioso. A ben vedere, il tema della tutela giuridica delle unioni di fatto riguarda essenzialmente le unioni omosessuali, almeno questa è la mia personale opinione. Ciò, per il semplice, ma dirimente, motivo che una coppia eterosessuale che voglia ottenere un riconoscimento giuridico pubblicistico ed i connessi diritti e doveri non avrebbe ostacoli a contrarre matrimonio. Un uomo e una donna che, anziché contrarre matrimonio, decidono di convivere, esercitano una propria incomprimibile facoltà e prevedere che i medesimi possano essere sottoposti ad un regime di tutela rischia di tradursi in una perdita secca di libertà individuale (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). Né si pongono esigenze specifiche di tutela dei figli nati da unioni di fatto, giacché il nostro ordinamento appronta per i medesimi un regime giuridico del tutto uguale a quello riservato ai figli nati in un matrimonio.
Per quel che concerne il fenomeno delle coppie omosessuali, in premessa va chiaramente riconosciuto come per esse non si pongano le medesime esigenze sociali che hanno storicamente determinato l'evoluzione del diritto di famiglia, basti pensare agli specifici istituti giuridici che vengono normalmente associati al riconoscimento dei Pacs. La pensione di reversibilità si è, ad esempio, affermata come strumento di tutela del coniuge, normalmente la moglie, che, dedicando tutte - o, comunque, la gran parte - delle proprie energie lavorative al lavoro domestico e alla crescita dei figli, non ha avuto la possibilità di accumulare contributi previdenziali sufficienti a garantirgli un'esistenza dignitosa durante la vecchiaia, nel caso di scomparsa dell'altro coniuge.
Analoga ragione possiamo riscontrare con riferimento al diritto agli alimenti in caso di separazione o divorzio o alla successione necessaria. Al di là dell'esigenza di mantenimento dei figli si poneva, anche in questi casi, una specifica necessità di tutelare il coniuge più debole. Nessuna di queste situazioni trova una qualunque forma di corrispondenza nel caso delle coppie omosessuali.
Ciò, naturalmente, non significa avallare odiose posizioni culturali discriminatorie. Queste non meritano alcuna condiscendenza e, piuttosto, richiamano anche da parte nostra ad un impegno attivo in difesa del più rigoroso rispetto della libertà personale. In questo impegno siamo certi di trovarci accanto alla parte meno ideologizzata della comunità omosessuale, pienamente consapevole dei rischi insiti nell'inseguire goffamente l'obiettivo di un riconoscimento statuale della propria condizione.
Ciò non equivale in alcun modo a negare che vi possa essere lo spazio concreto per un intervento riformatore, che affronti alcune situazioni nelle quali l'attuale ordinamento, fondato sulla centralità della famiglia, non riesce a dare risposte efficaci a concrete esigenze di quanti non siano uniti in un vincolo matrimoniale.
Lo dico ancora più chiaramente: non saremo mai - quali componenti laici e cattolici insieme del gruppo di Forza Italia - favorevoli a soluzioni che equiparino o cerchino surrettiziamente di equiparare le unioni di fatto alla famiglia naturale fondata sul matrimonio e riconosciuta dalla nostra Carta costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).Pag. 87
In conclusione, si tratta di proporre e porre in atto interventi mirati che, uniti ad altri che possono andare nella medesima direzione, rappresentino una risposta laica e liberale per affrontare i problemi posti dalla diversificazione dei modelli di vita.
Forza Italia e le altre forze politiche moderate, liberali, cattoliche e riformiste devono presentarsi unite alla sfida con una propria proposta di legge, senza cedere alla tentazione di inseguire la sinistra sul terreno della sua nuova ideologia: quell'individualismo libertario che trova nello «zapaterismo» la sua più matura incarnazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
Lo ribadiamo: in questa materia la contrapposizione non è fra laici e cattolici, ma fra quanti credono che la libertà sia fondata innanzitutto sulla responsabilità individuale e coloro che, invece, credono che la libertà equivalga alla soddisfazione, per mezzo dello Stato, di ogni desiderio. Noi, per storia e per ragione, facciamo parte, senza distinguo, del primo partito (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucà. Ne ha facoltà.
MIMMO LUCÀ. Signor Presidente, il gruppo de L'Ulivo esprimerà un voto favorevole sulla mozione Franceschini, Sgobio, Donadi, Migliore e Bonelli n. 1-00087 ed esprimerà un voto contrario su tutte le altre.
La ragione di tale voto sta nel contenuto del nostro documento, che riporta il programma elettorale della coalizione di centrosinistra in tema di politiche per la famiglia e di unioni civili, con il quale abbiamo vinto le elezioni. Quel programma rappresenta per noi un riferimento imprescindibile, perché contiene una forte assunzione di responsabilità sui temi della famiglia, dopo anni di abbandono, di indifferenza, di fuga dalle responsabilità e dall'impegno.
Anche in questo dibattito, signor Presidente, abbiamo ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi dell'opposizione e devo dire che ho trovato persino ammirevole la passione e il fervore con cui gli onorevoli Lussana, Volontè e La Russa hanno espresso i tanti buoni propositi per il futuro, le belle parole su quanto si potrebbe fare per l'unità, la stabilità della famiglia, per il suo maggiore benessere, per incrementare la natalità, ridurre le tasse, contrastare le povertà, assegnare la case alle giovani coppie.
C'è di tutto, cari colleghi del centrodestra! Adesso che siete all'opposizione, c'è davvero tutto quello che non avete fatto stando al Governo per cinque anni (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori e Verdi)!
Non c'è un solo cenno di autocritica sui ritardi, sulle inadempienze, sulle omissioni! E così, oggi, le condizioni sociali delle famiglie italiane si sono aggravate. Noi stiamo cercando di invertire questa tendenza, di riempire questo vuoto. La legge finanziaria rappresenta il primo passo importante in questa direzione: segno non ancora sufficiente - certo - di una svolta, di un impegno in relazione al quale sollecitiamo, anche con la nostra mozione, la responsabilità del Governo, in vista della definizione di un'agenda concreta di lavoro. Non c'è contrasto, vedete, tra questo programma in favore delle famiglie, e l'obiettivo di riconoscere alle persone che fanno parte delle unioni di fatto diritti e prerogative. Sarebbe assurdo ritenere, contro la stessa normativa costituzionale, che l'unione di due persone che si apre alla genitorialità, o che si riconosce, nei fatti, entro una cornice di affetti, di reciproca solidarietà, di assistenza, di mutua responsabilità, sia vista dall'ordinamento con disfavore, e sanzionata mediante il divieto di interventi di sostegno alle persone che ne fanno parte, di riconoscimento di diritti ed anche di obbligazioni.
Conosciamo anche noi, colleghi dell'opposizione, gli articoli della Costituzione dai quali si ricavano il particolare valore e la specifica rilevanza che il costituente ha Pag. 88attribuito alla famiglia fondata sul matrimonio - che non abbiamo alcuna intenzione di disconoscere -, ma il particolare rilievo riconosciuto con l'articolo 29 non vale ad escludere né l'esistenza né la garanzia di altre forme di convivenza tra persone che non sono indifferenti né al diritto né alla Costituzione e che in questa trovano tutela, con riferimento particolare agli articoli 2, 30 e 31. Le numerose sentenze della Corte costituzionale stanno lì a dimostrarlo!
Dunque, non possiamo che respingere l'invito dell'opposizione a non includere le unioni di fatto tra quelle riconosciute e garantite dall'articolo 2 della Costituzione, in quanto quelle mozioni invitano il Parlamento a votare contro la Costituzione, come interpretata in modo inequivoco dalla Corte costituzionale. In altre parole, noi ci muoviamo in una logica di valorizzazione dei diritti, di ampliamento delle libertà, di promozione delle responsabilità, di riduzione delle disuguaglianze, di superamento di ogni forma di discriminazione, comprese quelle fondate sull'orientamento sessuale delle persone. Non si tratta di introdurre nel nostro ordinamento percorsi di equiparazione o di stabilire norme a fondamento di un matrimonio di minore valenza costituzionale.
Questa è la portata del disegno di legge del Governo sui diritti delle persone nelle unioni di fatto, che non subirà alcun rinvio, onorevole Bondi, e che noi abbiamo chiesto sia presentato alle Camere entro il prossimo 15 febbraio. I ministri stanno svolgendo un lavoro serio, in merito al quale il nostro gruppo esprime tutto il suo apprezzamento, finalizzato alla definizione di un testo senza blindature ed in grado di rappresentare un valido punto di equilibrio tra varie posizioni e sensibilità. L'argomento è troppo importante per alimentare dispute ideologiche o per sollecitare contrapposizioni identitarie. La famiglia ed i diritti delle persone non sono una bandiera da sventolare gli uni contro gli altri per convenienze politiche. Dovremmo evitare le esasperazioni strumentali e le inutili lacerazioni, esplorando, come ha detto bene il ministro Bindi, se possibile, anche l'eventualità di percorsi condivisi.
Possiamo trovare una sintesi adeguata anche su una questione delicata, sul piano etico, come quella di cui ci stiamo occupando. Condividiamo, da questo punto di vista, il richiamo autorevole del Capo dello Stato circa l'esigenza di ricercare una soluzione nel dialogo con la Chiesa cattolica e tenendo conto delle diverse tradizioni culturali presenti tra le forze politiche. Non è in gioco il principio di laicità. Il diritto di tutti ad esprimersi nella sfera pubblica è fuori discussione: anche delle Chiese. Scegliere la libertà religiosa come valore vuol dire riconoscere il rilievo che le fedi religiose hanno nella vita delle persone e delle comunità, il loro contributo alla soluzione di problemi importanti per la convivenza civile.
Ma, lo voglio dire in maniera altrettanto netta e chiara: le chiese, a loro volta, sono tenute a riconoscere e a rispettare la laicità e l'autonomia della politica, la sua preminente responsabilità nel decidere e determinare gli indirizzi ed il contenuto della legislazione (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)!
PRESIDENTE. La prego...
MIMMO LUCÀ. A questi principi - sto per concludere, Presidente - cercheremo di attenerci scrupolosamente nell'attività parlamentare dei prossimi mesi, con la massima disponibilità al dialogo, all'ascolto di tutti, con tutti, con la ferma volontà di operare per cambiare in meglio la vita concreta dei cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e La Rosa nel Pugno)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, il ministro Bindi ha dichiarato che la legislazione deve nascere dall'incontro e da un compromesso fra i valori. Penso che Pag. 89questo possa essere materia di equilibrio all'interno di una maggioranza o di un Governo, ma il compito della legislazione è più ampio; essa non può riflettere l'equilibrio tra i valori, ma deve creare un quadro nel quale la libertà dei nostri cittadini possa avere la più ampia tutela.
Se il Governo o la maggioranza intendono creare un punto di legislazione che sia di equilibrio fra valori diversi, essi mancheranno al compito essenziale, che è quello di allargare la libertà dei cittadini del nostro paese, compatibilmente con il rispetto della libertà altrui.
PRESIDENTE. La prego...
GIORGIO LA MALFA. Da questo punto di vista, signor Presidente, voteremo a favore della mozione Del Bue ed altri n. 1-00082, che abbiamo firmato, della mozione Villetti ed altri n. 1-00078. Avremmo anche votato a favore delle mozioni Bonelli n. 1-00080 e Migliore n. 1-00081. Non comprendiamo perché questi colleghi abbiano ritirato le loro mozioni, di fronte alla mozione Franceschini ed altri n. 1-00087; perché se la maggioranza, onorevoli colleghi, avesse avuto una posizione su queste materie, essa avrebbe approvato quel testo della finanziaria...
PRESIDENTE. Deputato La Malfa, deve concludere...
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, sapete benissimo che questa discussione non prelude ad una legislazione in questa materia, ma ad un rinvio sine die della legislazione su questa materia.
Allora, chiariamo le posizioni di tutti in quest'aula. Noi siamo per un ampliamento della libertà dei cittadini, omosessuali o eterosessuali, coppie di fatto o coppie stabilite sotto la legge del matrimonio, e questo noi diremo con il nostro voto (Applausi dei deputati del gruppo Rosa nel Pugno)!
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Villari rinunzia alla sua dichiarazione di voto.
Avverto che la risoluzione Turco n. 6-00015 è stata sottoscritta dal deputato Villetti.
Avverto, altresì, che è stata chiesta la votazione nominale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Volontè ed altri n. 1-00071
(Nuova formulazione), non accettata dal Governo...
Vi prego di attendere, colleghi: vi è un evidente problema tecnico, che non ci aspettavamo.
LUCA VOLONTÈ. È la provvidenza!
PRESIDENTE. Stiamo provvedendo...
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 572
Votanti 559
Astenuti 13
Maggioranza 280
Hanno votato sì 249
Hanno votato no 310).
Avverto che è stata richiesta la votazione per parti separate della mozione Fabris ed altri n. 1-00075, nel senso di votare il secondo capoverso del dispositivo distintamente dalle restanti parti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fabris ed altri n. 1-00075, limitatamente alla premessa ed al primo capoverso del dispositivo, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 573
Votanti 566
Astenuti 7
Maggioranza 284
Hanno votato sì 259
Hanno votato no 307).Pag. 90
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla restante parte della mozione Fabris ed altri n. 1-00075, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 576
Votanti 570
Astenuti 6
Maggioranza 286
Hanno votato sì 262
Hanno votato no 308).
Prendo atto che il deputato Pedrini avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Maroni ed altri n. 1-00077, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 575
Votanti 563
Astenuti 12
Maggioranza 282
Hanno votato sì 249
Hanno votato no 314).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Villetti ed altri n. 1-00078, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 470
Astenuti 11
Maggioranza 236
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 448).
Prendo atto che il deputato Fasolino avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Del Bue ed altri n. 1-00082, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 525
Votanti 494
Astenuti 31
Maggioranza 248
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 325).
Prendo atto che i deputati Angelino Alfano, Riccardo Conti, Gamba, Consolo, Menia, Conte, Galletti, D'Alia, Compagnon, Marinello, Ravetto e La Loggia avrebbero voluto esprimere un voto contrario. Prendo atto altresì che i deputati D'Elia e Mancini avrebbero voluto esprimere un voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione La Russa ed altri n. 1-00084, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 562
Votanti 543
Astenuti 19
Maggioranza 272
Hanno votato sì 235
Hanno votato no 308).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Franceschini ed altri n. 1-00087, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, Comunisti Italiani e Verdi e di deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
(Presenti 577
Votanti 567
Astenuti 10
Maggioranza 284
Hanno votato sì 301
Hanno votato no 266).
Prendo atto che il deputato Nicchi non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto favorevole. Prendo atto altresì che il deputato D'Agrò ha erroneamente espresso un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario e che la deputata Lanzillotta ha erroneamente espresso un voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Della Vedova e Bertolini, sottoscritta anche dal deputato La Russa, n. 6-00014, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 572
Votanti 557
Astenuti 15
Maggioranza 279
Hanno votato sì 250
Hanno votato no 307).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Turco n. 6-00015, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 517
Votanti 507
Astenuti 10
Maggioranza 254
Hanno votato sì 19
Hanno votato no 488).
Prendo atto che i deputati Pedrini e Lamorte avrebbero voluto esprimere un voto contrario. Prendo atto altresì che il deputato Mancini avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, le chiedo scusa: intervengo per una disattenzione personale. Vorrei che mi ripetesse con quanti voti è stata approvata la mozione Franceschini ed altri n. 1-00087.
PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Signor Presidente, intervengo per una precisazione in merito ad una delle votazioni sulle mozioni precedenti. Con riferimento alla mozione Del Bue ed altri n. 1-00082, per un errore di interpretazione, alcuni deputati del gruppo di Alleanza Nazionale, come chi vi parla, hanno erroneamente espresso un voto favorevole.
PRESIDENTE. Sta bene.
Onorevole Volontè, la mozione Franceschini ed altri n. 1-00087 è stata approvata con 301 voti favorevoli, 266 contrari e 10 astenuti.