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Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1179 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla protezione e la promozione delle diversità delle espressioni culturali, fatta a Parigi il 20 ottobre 2005 (Approvato dal Senato) (A.C. 2081) (ore 19,20).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2081)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Intervengo molto velocemente, perché ho già espresso la gran parte delle argomentazioni nell'illustrazione dell'ordine del giorno, che, non a caso, è stato sottoscritto anche dall'onorevole Giulietti. Si trattava, quindi, di una iniziativa assolutamente bipartisan.
Stiamo ratificando la Convenzione che riguarda la protezione e la promozione delle diversità delle espressioni culturali, fatta a Parigi il 20 ottobre 2005. Non abbiamo ancora ratificato, però, la Convenzione che riguarda la protezione del patrimonio intangibile, che è stata redatta due anni prima.Pag. 94
Sia la Convenzione per la diversità delle espressioni culturali, sia quella per la protezione del patrimonio intangibile, fanno parte di quell'impianto, costruito nel 1972, con l'approvazione della lista del patrimonio naturale e culturale, che costituisce la base di protezione della cultura nelle sue varie espressioni, sia di carattere materiale, sia immateriale, che occorre tutelare a livello planetario.
Sembra paradossale che l'Italia, che è la nazione che, al momento, ha il massimo numero di siti iscritti nella lista del patrimonio naturale e culturale (primato che abbiamo conquistato durante il Governo del centrodestra nel 2003), possa non aver ancora ratificato la lista del patrimonio intangibile, avendo noi decine, se non centinaia, di siti interessati al riconoscimento. Si tratta, infatti, di riconoscere quelle tradizioni popolari e di cultura immateriale, trasmesse nel tempo, quali, per esempio, i pupi siciliani, ma anche i ceri di Gubbio e il canto a tenore sardo, ossia tante manifestazioni che devono essere tutelate e che non possono esserlo fin quando l'Italia non avrà ratificato questa Convenzione.
Quindi, nel momento in cui ratifichiamo la Convenzione sulle diversità culturali, per la quale esprimo, naturalmente, a nome di Alleanza nazionale, il voto favorevole, vogliamo ribadire con forza che il Governo e il Parlamento devono effettuare al più presto tutte le procedure connesse alla ratifica della Convenzione del patrimonio intangibile.
L'Italia non può restare indietro sul terreno così delicato della tutela del patrimonio immateriale, soprattutto, perché ha interessi da difendere e tutelare in questo campo, nell'ambito del più ampio interesse mondiale della tutela del patrimonio culturale e immateriale.
Per questo motivo, rivolgiamo un'ulteriore sollecitazione al Governo per accelerare le procedure e per fare sì che, in tutti i modi, si arrivi alla ratifica del provvedimento, proprio perché maggio è l'ultimo appuntamento utile per dare un contributo concreto alla redazione dei criteri per l'iscrizione dei siti nella lista del patrimonio intangibile.
Con queste premesse, con questi chiarimenti, dichiaro il voto favorevole del gruppo di Alleanza nazionale alla ratifica della Convenzione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Folena. Ne ha facoltà.
PIETRO FOLENA. Signor Presidente, questo può sembrare un atto formale, ma non è così. Al nostro esame vi è una delle più importanti convenzioni sottoscritte dal nostro paese - è stato ricordato dal collega Bono - nella scorsa legislatura, dal Governo di centrodestra. La grande convergenza che c'e attorno ai principi di questa convenzione, a mio modo di vedere, rende onore al Parlamento e a tutte le forze politiche.
È una convenzione di grande importanza perché con questo voto - il Senato ha già votato - l'Italia potrà entrare nel gruppo di quei paesi che hanno già reso possibile l'entrata in vigore della Convenzione - si è superato il tetto previsto delle 30 nazioni - e in questo modo rispondere anche ad una larghissima sollecitazione venuta dagli artisti, dai cineasti, dagli attori, dai musicisti, dalle associazioni culturali italiane e di tanti paesi europei e non europei, che avevano sollecitato i Parlamenti a muoversi con decisione a favore di questa ratifica.
È noto che vi sono delle nazioni che non hanno voluto questa Convenzione, tra queste, purtroppo, gli Stati Uniti d'America e altri paesi nei quali operano grandi industrie culturali o grandi industrie di contenuti culturali che, nel corso di questi ultimi decenni, hanno sempre più teso a considerare la cultura una merce, provocando processi crescenti di omologazione, di dispersione e di annullamento delle diversità culturali.
Questa convenzione mette un argine, senza nessun antiamericanismo, senza nessuno spirito - per quello che riguarda Pag. 95l'Europa - eurocentrico, mette un freno a questa tendenza all'omologazione, di cui del resto le produzioni televisive del nostro paese sono - ahimé! - una pessima rappresentazione (mi riferisco purtroppo anche a larga parte della produzione del servizio pubblico). Con l'approvazione della convenzione sulle diversità culturali si sottolinea per la prima volta un contrasto rispetto all'ideologia che voleva che l'Organizzazione mondiale del commercio - il cosiddetto WTO - diventasse il luogo fondamentale in cui la cultura ridotta a merce potesse essere scambiata. La cultura non è una merce, la cultura è un grande bene comune, ha una grande organizzazione mondiale che è l'Unesco, che serve per tutelarla, e in Italia c'è un'organizzazione dell'Unesco, l'Iccrom, che si occupa del restauro e che è parte integrante della visione propria dell'Unesco. Credo che il Governo e il Parlamento, approvando questa convenzione, si impegnino anche a correggere una serie di norme, che purtroppo non hanno messo un freno a questa estrema mercificazione della cultura.
In questo contesto, parlare di diversità culturali significa anche parlare di culture indigene, di diritti al riconoscimento delle proprie tradizioni e produzioni culturali di popoli che vengono costretti, nella logica della mercificazione, a perdere le loro autenticità. Ciò riguarda anche l'Italia.
L'Italia è una grande nazione, ha un grande sentimento patriottico. È, tuttavia, un paese fatto di tradizioni dialettali, di esperienze culturali e linguistiche che hanno un grande radicamento. Assistiamo, in questi anni, ad un movimento di comuni volto a recuperare radici culturali antiche, persino radici gastronomiche antiche; ad esempio, si valorizzano vitigni che non venivano più coltivati da lunghissimo tempo. Tutto questo appartiene ad un movimento di riscoperta di tradizioni culturali che guarda non indietro ma avanti, verso l'innovazione.
Ecco, ritengo che approvando questa misura noi segnaliamo, ad esempio, che il servizio pubblico della RAI deve cambiare e puntare sulla qualità e sulle diversità culturali; diciamo a tutta l'industria culturale del nostro paese di darsi una scossa e di farsi aiutare ad uscire da una omologazione nella globalizzazione che fa perdere sé stessi e le proprie radici.
Infine, convengo con i colleghi Bono e Giulietti che hanno presentato l'ordine del giorno; anch'io voglio sollecitare un rapido esame da parte del Parlamento dell'altra Convenzione, in qualche modo gemella rispetto a quella che oggi ratifichiamo, sul patrimonio immateriale, intangibile. Si tratta delle grandi tradizioni di spettacolo, di musica, di arti e tradizioni popolari di cui il nostro paese è molto ricco; il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Mazzonis, che è stata protagonista anche dello 'sblocco' di questa Convenzione da parte, appunto, dei Beni culturali, ci ha assicurato in Commissione che sta facendo di tutto perché il più rapidamente possibile il Parlamento sia messo in grado di ratificare anche quest'altro accordo.
Per tali ragioni, il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea vuole sottolineare, non con retorica ma con grande convinzione, che questa convenzione oggi ratificata è in qualche modo una risposta alla logica della merce e della globalizzazione selvaggia e conferisce nuovamente alla cultura il valore di grande bene comune da tutelare, in tutto il pianeta e anche nel nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Forlani. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FORLANI. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del mio gruppo parlamentare su questo provvedimento e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.Pag. 96
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mancini. Ne ha facoltà.
GIACOMO MANCINI. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo La Rosa nel Pugno, sulla base di una lunga serie di argomentazioni che risparmio ai colleghi, e chiedo pertanto che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Zulueta. Ne ha facoltà.
TANA DE ZULUETA. Signor Presidente, anch'io annuncio il voto favorevole e molto convinto del gruppo dei Verdi e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.