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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Presunte irregolarità nell'esercizio dell'attività televisiva da parte dell'emittente Catalan TV, con sede ad Alghero - n. 3-00574)
PRESIDENTE. L'onorevole Vacca ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00574 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
ELIAS VACCA. Signor Presidente, il mio intervento sarà breve, perché il contenuto della mia interrogazione riflette un percorso stupefacente per me che l'ho vissuto soltanto nella sua fase terminale.
Signor ministro, si tratta di un cittadino disinteressato - quindi, non interessato ad acquisire frequenze radiotelevisive - che solleva un problema di legalità. Il Pag. 42problema attiene al meccanismo attraverso il quale una televisione possa accedere alle norme che tutelano le minoranze linguistiche.
Personalmente, provenendo da una città peculiare per connotazione linguistica, sono contemporaneamente interessato alla tutela di quelle minoranze, ma anche al rispetto delle regole sull'assegnazione delle frequenze nel sistema radiotelevisivo, e nondimeno alla pluralità nella informazione.
Mi sono visto costretto a proporle questa interrogazione perché si corre il rischio che una richiesta di informativa dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni - rivolta al Ministero per dare impulso alla pratica, altrimenti l'avrebbe archiviata - rimanga inevasa. Questo è il senso della mia interrogazione e queste sono le ragioni della sua urgenza.
PRESIDENTE. Il ministro delle comunicazioni, Paolo Gentiloni Silveri, ha facoltà di rispondere.
PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro delle comunicazioni. Signor Presidente, ricordo che la partecipazione delle minoranze nazionali all'uso delle emittenti televisive è stato previsto dalla legge n. 78 del 1999, la quale stabiliva che l'esercizio di emittenti televisive che trasmettevano nelle lingue delle minoranze linguistiche riconosciute era consentito, previa autorizzazione del Ministero delle comunicazioni.
Come è noto, la legge quadro n. 482 del 1999 individua le minoranze linguistiche storiche nel nostro paese, tra le quali il catalano.
Il decreto legislativo n. 177 del 2005 ha stabilito che è il Ministero delle comunicazioni ad autorizzare le emittenti televisive che trasmettono nelle lingue delle minoranze linguistiche storiche - tra cui appunto il catalano - equiparandole alle emittenti televisive a carattere comunitario a radiodiffusione in ambito locale, costituite in forma di associazione riconosciuta o non riconosciuta, che trasmettano programmi originali autoprodotti a carattere culturale, etnico, politico e religioso, e che si impegnano ad alcune condizioni stringenti: a non trasmettere più del 5 per cento di pubblicità per ogni ora di diffusione, a trasmettere i predetti programmi per almeno il 50 per cento dell'orario giornaliero compreso tra le ore 7 e le ore 21.
Dopo la denuncia effettuata dal comitato regionale sardo per il servizio radiotelevisivo e l'ulteriore sollecitazione ad opera degli onorevoli interroganti, il Ministero ha disposto la trasmissione degli atti concernenti la Catalan TV all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, riattivando così la procedura per l'accertamento sulla programmazione. Sarà possibile, dunque, verificare in tempi rapidi l'eventuale violazione dell'attuale normativa, visto che la legge stabilisce che spetta all'Autorità per le comunicazioni la vigilanza sul rispetto della tutela delle minoranze linguistiche riconosciute nell'ambito del settore delle comunicazioni di massa.
PRESIDENTE. L'onorevole Vacca ha facoltà di replicare.
ELIAS VACCA. Signor ministro, la ringrazio per la risposta e mi dichiaro soddisfatto - naturalmente, già conoscevo il quadro normativo di riferimento -, in quanto lei ha dispiegato l'attività necessaria per dare impulso alla pratica. Adesso l'Autorità garante ha ricevuto dal suo Ministero quanto occorreva e saprà applicare le norme di legge.
La soddisfazione nasce dal fatto che, seppure in questo periodo lei si sta occupando di norme sul sistema radiotelevisivo sicuramente ben più impegnative ed importanti della vicenda di un'emittente locale, ha prestato tempestivamente la dovuta attenzione al problema che abbiamo sollevato. Credo, infatti, che lei abbia inteso che, nel sistema radiotelevisivo, si muovono due tipologie di furbi: ci sono i grandi furbi, che hanno anche la capacità di manovrare politicamente la situazione e di piegare il legislatore alle loro esigenze, e ci sono i piccoli furbi, che si muovono nelle pieghe della legge, formalmente magari Pag. 43osservando le norme, ma, sostanzialmente, violandole o addirittura, come mi sembra in questo caso, speculando su una certa inerzia e un rimpallo di missive, di contenuto interlocutorio, quando non anche evasivo.
A tutte queste furberie vorrei che fosse posta fine attraverso l'azione che l'Autorità garante non mancherà di esercitare, in modo tale da ripristinare - lo ripeto - sia il diritto di una minoranza linguistica ad avere un'emittente, che dispieghi anche attività culturali, sia il diritto della nostra comunità algherese, che è anche una comunità italiana, ad avere pluralità di informazione e, quindi, una corretta possibilità di accesso alla formazione delle opinioni.