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Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 626-A/R ed abbinate.
PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati, da ultimo, approvati gli identici emendamenti Benedetti Valentini 1.16 e Palomba 1.63.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, volevo informare lei e i colleghi deputati che il Comitato dei nove si è riunito e, d'intesa fra tutti, ha trovato una soluzione adeguata che rispetta il voto dell'Assemblea e rappresenta un punto di equilibrio con le altre parti del provvedimento. Segnalo, inoltre, che alcuni colleghi hanno chiesto una breve sospensione di un quarto d'ora della seduta per presentare subemendamenti.
ANTONIO LEONE. Ma chi ha chiesto un quarto d'ora?
ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.
Pag. 48PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, come sanno tutti i colleghi, a partire dall'ex Presidente della Camera, quindici minuti non bastano neanche per raggiungere gli uffici legislativi dei gruppi, accendere il computer, scrivere le proposte emendative, stamparle e tornare in aula. A nome del gruppo di Alleanza Nazionale, chiedo una sospensione di due ore della seduta, affinché siano concessi termini congrui per la presentazione dei subemendamenti.
Stiamo parlando non di piccole questioni, ma del modo di trovare una formula, attraverso la presentazione dei subemendamenti agli emendamenti presentati dalla Commissione, che, nella riduzione da otto a quattro dei componenti dell'Authority, garantisca i diritti delle minoranze. Quando si parla di diritti delle minoranze non vi deve essere fretta, perché la fretta non aiuta.
PRESIDENTE. Poiché la Commissione, a seguito dell'approvazione, questa mattina, degli identici emendamenti Benedetti Valentini 1.16 e Palomba 1.63, ha presentato gli ulteriori emendamenti 1.503 e 2.503, nonché una nuova formulazione dell'emendamento 1.502, ritengo che il termine per la presentazione dei subemendamenti possa essere fissato alle ore 17,30.
ANTONIO LEONE. È troppo poco!
ITALO BOCCHINO. Troppo poco!
MARCO BOATO. Ma se avete chiesto voi un quarto d'ora, in Commissione!
ANTONIO LEONE. Ma chi l'ha chiesto?
PRESIDENTE. I testi relativi sono in distribuzione.
Avverto, altresì, che la Commissione ha ritirato il proprio emendamento 18.500.
MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, poiché il presidente Violante ha detto che è stato raggiunto un accordo, potrebbe anche spiegare in breve, prima della sospensione, quale sia l'equilibrio trovato, proprio in riferimento all'attività emendativa, altrimenti, procediamo al buio.
PRESIDENTE. Onorevole Brigandì, gli emendamenti sono in distribuzione e il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle 17,30.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 17,30.
La seduta, sospesa alle 16,45, è ripresa alle 18.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la V Commissione bilancio sta per terminare l'esame delle proposte emendative avanzate dalla Commissione di merito, ai fini dell'espressione del parere. Subito dopo il Comitato dei nove dovrà riunirsi per prendere atto del parere della V Commissione. Ritengo che i nostri lavori possano riprendere tra circa 15 minuti.
Per questa ragione sospendo nuovamente la seduta (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
La seduta, sospesa alle 18,03, è ripresa alle 18,35.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, mi scuso per il ritardo, che non è dipeso dalla Presidenza, ma dalla necessità di attendere che fossero conclusi i lavori da parte della Commissione.
Avverto che è in distribuzione un fascicolo contenente i subemendamenti presentati. A tale proposito, comunico che il subemendamento Mellano 0.2.503.2 deve Pag. 49intendersi sottoscritto anche dagli onorevoli Villetti e Falomi, a nome dei rispettivi gruppi.
Avverto, inoltre, che la Commissione bilancio ha espresso l'ulteriore prescritto parere, che è distribuito in fotocopia (vedi l'allegato A - A.C. 626-A/R ed abbinate sezione 2).
Avverto, altresì, che la Commissione ha presentato una nuova formulazione del suo emendamento 1.503, che recepisce il parere della Commissione bilancio, assorbendo anche l'emendamento della Commissione 1.500, che risultava da una condizione precedentemente posta dalla stessa Commissione bilancio.
(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1.
Invito la relatrice ad esprimere il parere sui subemendamenti riferiti agli ulteriori emendamenti della Commissione.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro del subemendamento Benedetti Valentini 0.1.502.1, altrimenti il parere è contrario perché l'ipotesi in esso contenuta non è fattibile. Infatti, la Camera e il Senato votano separatamente e, per questo, il meccanismo proposto non risulta praticabile.
La Commissione formula un invito al ritiro del subemendamento Costa 0.1.502.2, altrimenti il parere è contrario perché qui non c'è maggioranza e minoranza, ma si tratta di eleggere i membri di un'autorità di garanzia e il pluralismo è garantito attraverso l'espressione di un'unica preferenza.
La Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 1.502, nella nuova formulazione.
La Commissione formula un invito al ritiro dei subemendamenti Benedetti Valentini 0.1.503.1 e Brigandì 0.1.503.2, altrimenti il parere è contrario. Da questo punto di vista, sottolineo che la cifra che abbiamo proposto corrisponde esattamente alla possibilità di dare all'autorità di garanzia le indennità previste per qualsiasi altra autorità garante.
Infine, la Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 1.503, con le precisazioni già indicate dal Presidente.
Inoltre, la Commissione, modificando il precedente avviso, propone una riformulazione del subemendamento Palomba 1.64, poiché abbiamo compreso che avrebbe portato ad un risultato diverso rispetto a quello che lo stesso presentatore ci aveva dichiarato. Il subemendamento andrebbe riformulato nel senso di aggiungere, alla fine, le parole: «Conseguentemente, allo stesso comma, aggiungere, in fine: "Della Commissione non possono far parte i magistrati in servizio"».
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo accetta gli emendamenti della Commissione, mentre, sui subemendamenti, il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del subemendamento Benedetti Valentini 0.1.502.1.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dalla relatrice.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà (Commenti)...
Chiedo all'Assemblea di consentire all'onorevole Benedetti Valentini di svolgere il suo intervento.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, sarebbe quanto meno ingeneroso ogni segno di insofferenza rispetto alle osservazioni dell'opposizione, perché questa ha dato una disponibilità estrema ad affrontare le gravi incongruenze del testo e dei testi che saranno portati avanti dalla maggioranza con molta pervicacia.Pag. 50
Quindi, scusandomi per la precisazione, faccio presente che il nostro subemendamento non solo potrebbe «funzionare», ma è sorretto da un'intenzione molto costruttiva in quanto mette insieme l'esigenza di garantire le indicazioni che provengono dalle aree politiche e culturali delle maggioranze e minoranze parlamentari con la presenza di entrambi i generi, maschile e femminile, nella rappresentanza della commissione.
Nella nostra visione, per superare le difficoltà costruttivamente e serenamente affrontate del meccanismo, non è indispensabile la parità del numero: anche se un solo uomo od una sola donna (meglio, certo, se fossero due e due) dovesse essere rappresentato nella compagine del collegio di cinque (collegio composto dal presidente più i quattro componenti eletti), la condizione di rappresentatività dei generi risulterebbe soddisfatta.
Si obietta che le due votazioni della Camera e del Senato sono distinte; però, una volta proclamato il risultato, ben potrebbe operare la legge, che, secondo il nostro subemendamento, prevederebbe l'invalidità della elezione definitiva del collegio risultata dalle votazioni di Camera e Senato se non fosse rappresentato uno dei due generi come minimo da un'unità.
Il meccanismo, se sussiste la volontà politica, è ineccepibile: non è valida la votazione fino a quando non siano rappresentati entrambi i generi. Ciò garantisce che vi debba essere un accordo tra gli schieramenti politici per far sì che vi sia la rappresentanza di entrambi i generi; nulla vieta che si possa ripetere la votazione qualora non vi sia stato un accordo preventivo in questo senso.
Quindi, respingo la tesi strumentale e infondata secondo la quale il meccanismo non potrebbe funzionare e aggiungo che vi è pervicacia da parte della maggioranza, che faticosamente cerca di ricompattarsi su un testo che esso, sì, non funzionerà. Infatti questo testo rischierà di non garantire il pluralismo politico, il primo degli obiettivi che in un organismo di garanzia come questo dovrebbe esserlo. Questa è una precisa denunzia politica che mi permetto di fare.
Mentre confermo la disponibilità a costruire un meccanismo che rispecchi i due criteri, chiarisco che il subemendamento da me modestamente presentato insieme ai colleghi verrebbe incontro a tali esigenze; trovo pertanto strumentale la tesi di chi sostiene che non potrebbe comunque funzionare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Benedetti Valentini 0.1.502.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 375
Astenuti 119
Maggioranza 188
Hanno votato sì 111
Hanno votato no 264).
Passiamo al subemendamento Costa 0.1.502.2.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ENRICO COSTA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, il subemendamento tende a recuperare un'equa rappresentatività di maggioranza e di minoranza, che sarebbe stata garantita dal numero di nove componenti della commissione, ma non lo è dalla nuova formulazione dell'emendamento 1.502 della Commissione. Se «passasse» tale emendamento senza l'approvazione del subemendamento Pag. 51verrebbe, sì, garantita la rappresentatività dei generi, ma sicuramente non quella tra maggioranza e minoranza.
MARCO BOATO. Il voto è limitato ad uno!
ENRICO COSTA. Onorevole Boato, questa è la mia valutazione.
Voglio aggiungere in questa sede un'ulteriore considerazione. Ho letto sulle agenzie di stampa una dichiarazione dell'onorevole Mascia: «Senato corregga modifica della Casa delle libertà e Italia dei Valori». Se non sbaglio, l'onorevole Mascia è il relatore sul provvedimento; non so se il relatore su un provvedimento debba avere una così bassa considerazione di un voto da poco espresso dalla Camera dei deputati, da auspicarne immediatamente una modifica in sede di esame al Senato. Quindi, sotto tale profilo, gradirei che il relatore tenesse conto dei voti espressi da questo ramo del Parlamento.
PRESIDENTE. Evidentemente, si tratta dell'espressione di una posizione politica, di una valutazione personale.
FEDERICO BRICOLO. È il relatore, Presidente!
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. La preoccupazione dell'onorevole Costa è fondata; tuttavia, abbiamo espresso parere contrario su questo subemendamento perché il risultato a cui esso mira in realtà viene garantito proprio con il voto limitato ad uno. Se nella norma noi scrivessimo «un'equa rappresentanza», l'aggettivo «equa» a che cosa dovrebbe essere posto in relazione? In relazione alla composizione delle singole forze politiche non sarebbe possibile, perché si prevede di eleggere soltanto due persone per ogni Camera. Raggiungiamo invece l'equa rappresentanza tra maggioranza e minoranza con il metodo che abbiamo scelto, cioè di votare soltanto un nome, che è evidentemente quello che garantisce di più la presenza sia della maggioranza, sia della minoranza.
Questa formula contenuta nel subemendamento in oggetto non è sbagliata, ma rischia di dire troppo rispetto al fatto che le persone da eleggere sono soltanto due. Questa è la ragione per la quale abbiamo invitato al ritiro del subemendamento, rispettando questo principio e ritenendo che il meccanismo di un'equa rappresentanza tra maggioranza e minoranza sia garantito con il voto limitato ad uno: così uno se lo vota la maggioranza, l'altro se lo voterà la minoranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Il nostro gruppo si asterrà nella votazione di questo subemendamento, anche se condividiamo lo spirito della proposta del collega Costa. In realtà, è assolutamente evidente che questo tentativo, così come quello, apprezzabile, effettuato dal collega Benedetti Valentini, scontano tutti un limite, rappresentato dalla riduzione del numero dei componenti, che oggi abbiamo votato.
In realtà, la rappresentanza della maggioranza e dell'opposizione con il voto limitato ad uno è tendenzialmente garantita. L'introduzione delle «quote» potrebbe creare un problema in più. Ad ogni modo si tratta di criteri che si possono coniugare. La questione di fondo è se non sia opportuno - ne abbiamo parlato oggi nel Comitato dei nove - cambiare il sistema di nomina dei componenti di questa Commissione, perché, essendo scesi da 9 a 5, noi avremmo dovuto cambiare anche il sistema di nomina, attribuendo questa responsabilità - così com'era ad esempio per il Consiglio di amministrazione della RAI prima che venisse modificata la legge - ai Presidenti di Camera e Senato, che avrebbero dovuto garantire, su indicazione della legge, il rispetto della parità uomo Pag. 52donna e quello dell'equilibrio fra maggioranza e opposizione.
Qualsiasi sistema assembleare con un numero così ridotto non esclude la possibilità di realizzare queste due finalità, ma lo rende molto più complicato, fino alla possibilità di bloccare l'elezione dei due componenti. Credo che si debba procedere ad una riflessione su questo aspetto. Non so se sarà possibile farlo qui alla Camera o questo avverrà al Senato. Per queste ragioni, comunque, ci asterremo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Ci troviamo in una situazione abbastanza particolare e delicata, nel senso che fra poco ci appresteremo a votare un emendamento che garantisce la parità fra uomo e donna in questa Authority. Noi voteremo questo emendamento, ma con la consapevolezza che in realtà il meccanismo individuato da questa legge potrebbe formalmente, se non sostanzialmente, finire per togliere all'opposizione il proprio eventuale rappresentante in seno alla Commissione. Questo è il tema politico. Noi sappiamo che il subemendamento in esame tecnicamente non può essere inserito in questa norma, perché non esiste un'Authority per la quale venga prevista l'elezione di maggioranza e di opposizione.
Il subemendamento è simbolico, lascia un messaggio e lascia agli atti il fatto che in questo momento noi come opposizione diamo una linea di credito alla maggioranza e votiamo l'emendamento a favore della presenza femminile, sebbene il testo nella nuova formulazione possa comportare l'esclusione dei membri dell'opposizione da questa Authority. Quindi in questo momento compiamo un atto di politica corretta, ovviamente sapendo che poi, in termini di prassi parlamentare, verrà restituito al momento delle nomine dei commissari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Il gruppo Italia dei Valori voterà contro questo subemendamento e voterà invece a favore dell'emendamento proposto dalla Commissione. Noi riteniamo che il medesimo risultato, come sostenevano il presidente Violante ed altri, possa essere raggiunto con il voto limitato. Con ciò si dimostra che con quattro anziché otto componenti eletti si può dare adeguata rappresentatività alla maggioranza ed alla minoranza nonché ai due diversi generi, maschile e femminile.
Vorrei approfittare inoltre del mio intervento per svolgere un'ulteriore considerazione, evitando così di intervenire successivamente. Noi manifestiamo apprezzamento per l'importante lavoro svolto dalla Commissione e dal Comitato dei nove nella riformulazione del provvedimento, sul quale esprimeremo pertanto un voto favorevole. Dichiaro fin d'ora di ritirare tutte le proposte emendative da me presentate, ad eccezione dell'emendamento 1.64 per il quale accetto la riformulazione proposta dalla relatrice, che in proposito ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Costa 0.1.502.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 456
Astenuti 38
Maggioranza 229
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 271).Pag. 53
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.502 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, abbiamo visto che l'emendamento elaborato dalla Commissione è inadeguato. Infatti, esso recepisce il principio della presenza dei due generi, uomo e donna (e poiché su tale principio il gruppo di Alleanza Nazionale concorda, non esprimeremo voto contrario); tuttavia, esso è insufficiente nell'altro e forse perfino più delicato profilo, ossia quello istituzionale, perché la pericolosa tendenza di questa maggioranza, in Commissione e in aula, di brandire come un'arma la possibilità teorica di «escomiare» l'opposizione da determinati ruoli non può essere accettata neppure a livello di ipotesi.
Visto che questa formulazione - dopo che l'Assemblea ha respinto il mio subemendamento 0.1.502.1, che garantiva la possibilità di coniugare i due sistemi - lascia aperto il grave rischio che in un organismo di garanzia possa essere estrusa la minoranza, non possiamo esprimere voto favorevole.
Per tale importante considerazione critica, che tornerà - siamo facili profeti - ad essere dibattuta al Senato e nei passaggi successivi, ed anche per non disdire il principio della presenza sia maschile che femminile nell'organismo, esprimeremo voto di astensione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.502 (Nuova formulazione) della Commissione accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 442
Astenuti 53
Maggioranza 222
Hanno votato sì 433
Hanno votato no 9).
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro dell'emendamento Cota 1.12, formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 1.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 482
Astenuti 16
Maggioranza 242
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 272).
Passiamo all'emendamento Palomba 1.64. Ricordo che il presentatore accetta la riformulazione proposta dalla relatrice.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 1.64 nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 492
Astenuti 5
Maggioranza 247
Hanno votato sì 488
Hanno votato no 4).Pag. 54
Passiamo alla votazione dell'emendamento Costa 1.65. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Onorevole Benedetti Valentini, chiede forse di rallentare...?
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, mi scusi ma noi siamo qui per lavorare costruttivamente. Pertanto, la preghiamo vivamente di «non ingranare la quinta marcia» perché altrimenti siamo costretti a chiedere la parola su tutto e a riportare il dibattito ad una marcia più idonea ad approfondire i vari temi (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo).
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, abbiamo appena votato l'emendamento Palomba 1.64 e ci apprestiamo a votare quello immediatamente seguente, ovvero l'emendamento Costa 1.65.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, vorrei precisare che l'emendamento Costa 1.65 è identico al mio emendamento 1.14.
PRESIDENTE. Onorevole Cota, il suo emendamento 1.14 non è stato segnalato dal suo gruppo.
ROBERTO COTA. Va bene, ne prendo atto. Comunque segnalo che è identico all'emendamento Costa 1.65, su cui pertanto annuncio il voto favorevole del gruppo della Lega Nord Padania.
PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore degli emendamenti Costa 1.65, 1.66 e 1.67 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costa 1.65, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 493
Astenuti 5
Maggioranza 247
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 302).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costa 1.66, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 489
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 294).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costa 1.67, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 470
Astenuti 27
Maggioranza 236Pag. 55
Hanno votato sì 166
Hanno votato no 304).
Ricordo che l'emendamento Palomba 1.68 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione del subemendamento Benedetti Valentini 0.1.503.1. Chiedo al presentatore se accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, manteniamo questo subemendamento, così come, in via generale, manteniamo tutte le nostre proposte emendative che attengono alla spesa, per le ragioni che abbiamo già illustrato nella parte antecedente della seduta. La nostra intenzione è quella di contrarre l'organico in sé e per sé e naturalmente ridimensionare la vastità delle competenze e delle spese della struttura. Ci saranno poi degli emendamenti che, in termini di numero di organico, tentano di dimagrire l'elefantiasi di questo organismo. Invitiamo, quindi, chi è su questa filosofia di maggiore austerità e di spese non necessarie al buon funzionamento, ad approvare questo subemendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Benedetti Valentini 0.1.503.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 494
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 300).
Passiamo alla votazione del subemendamento Brigandì 0.1.503.2. Chiedo al presentatore se accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MATTEO BRIGANDÌ. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, questo subemendamento si basa su una considerazione del tutto elementare. È su tutti i giornali il fatto che i parlamentari guadagnano un sacco di soldi, che sono più che sufficienti per vivere decorosamente. Può anche darsi che l'Authority sia pagata in generale 22 mila euro lorde al mese, però, ritengo che, in questo momento, a seguito di una legge finanziaria che ha messo alla corda tutti gli italiani, che hanno visto diminuire le prestazioni in tema di sanità o di sicurezza, sia uno schiaffo ad una logica comune a tutti andare a proporre uno stipendio che, francamente - ripeto che si parla di oltre 22 mila euro al mese - è davvero eccessivo.
Inoltre, signor Presidente, come abbiamo sentito dai componenti dell'Italia dei Valori, questa mattina, l'esigenza di ridurre il numero dei componenti da 8 a 4 è stata dettata proprio dall'esigenza di spendere meno.
Io personalmente sarei disponibile a rimettere otto persone, purché vengano pagate la metà. Infatti, evidentemente, il pluralismo è sempre un bene. Quest'ultimo è stato sacrificato da questa Camera semplicemente per cercare di diminuire i costi e, in particolare, quelli della politica.
Quindi, credo che il tetto di uno stipendio di un parlamentare sia più che ragionevole per i componenti di questa commissione. Chiedo veramente che si pensi attentamente alla questione; peraltro, Pag. 56che figura facciamo davanti cittadini? Già accusano noi parlamentari di prendere degli stipendi iperbolici; in questo modo daremmo altresì l'immagine di creare dei carrozzoni che vanno a pagare uno sproposito i singoli componenti che ne fanno parte.
Voglio fare riferimento alle battute che sono state fatte in relazione alla tutela dei diritti dell'uomo: il nostro è un gruppo parlamentare favorevole a questa tutela, ma è contrario alla creazione di carrozzoni per i quali si spenda un sacco di soldi.
Esiste un problema etico nei confronti della gente e, pertanto, oltre 22 mila euro al mese sono eccessivi. Faccio appello a quei parlamentari che stamattina hanno ridotto proprio per questo motivo il numero dei componenti, affinché approvino questo subemendamento all'esame. Mi pare che esso sia etico in relazione per l'appunto ai diritti dell'uomo: qualsiasi componente che riceva un'indennità pari a quella di un parlamentare deve essere contento di porsi al servizio del paese e dei diritti dell'uomo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, sono uno dei sottoscrittori del subemendamento in esame e non ho capito perché la relatrice ed il Governo abbiano dato un parere contrario. Esso dispone che, in ogni caso, le indennità nette del presidente e degli altri componenti non possano essere superiori alle indennità nette dei membri del Parlamento. Allora, ciò vuol dire che nella loro mente si annida un animus necandi in quanto si ha l'intenzione di pagare di più i componenti della commissione. Quindi, invito i parlamentari a riflettere su questo. Infatti, dando il parere contrario a questo subemendamento Brigandì 0.1.503.2. significa che si vuole retribuire tali componenti più dei parlamentari.
Il Governo e la relatrice mi dovrebbero spiegare perché queste indennità da corrispondere sono così alte. Infatti, il testo del subemendamento non stravolge niente, ma è volto semplicemente a porre un tetto. È un diritto e una prerogativa di noi parlamentari e dobbiamo farla valere, altrimenti dobbiamo dire chiaramente che vogliamo dare ai membri di questa commissione più di quanto percepiscono i parlamentari. Chi vota contro il subemendamento in esame dimostra di avere chiaramente questa intenzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, sarò molto breve. A seguito della votazione di stamattina, in merito alla quale ho sentito che adesso Brigandì ha un ripensamento, la Commissione - infatti non si tratta della sola relatrice - ha presentato l'emendamento 1.503 (Nuova formulazione), che riduce le previsioni di spesa previste al comma 6, da 2 milioni 340 mila euro a 1 milione 340 mila euro. Tutto il resto mi pare che sia pura demagogia, anche perché in questo modo si alimenta ulteriormente la demagogia esterna al Parlamento che il collega Brigandì richiamava nel suo intervento.
FEDERICO BRICOLO. Non c'entra niente, Boato!
MARCO BOATO. Il collega Barani mi pare che ormai sia diventato un maestro al riguardo. Noi abbiamo inserito in questa norma una previsione che riguarda l'indennità delle autorità di garanzia, che sono pagate meno comparativamente alle altre.
Dunque, ci sembra che questa sia una norma totalmente adeguata ed invito pertanto a bocciare questo subemendamento che ci accingiamo a votare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
Pag. 57
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, il subemendamento del collega Brigandì sicuramente pone un problema che appassiona tutti quanti, vale a dire la riduzione della spesa pubblica. In primo luogo, vorrei tuttavia precisare, in relazione all'intervento del collega, le motivazioni che hanno spinto stamattina il mio gruppo, e poi la maggioranza che lo ha votato, ad approvare l'emendamento che ha portato alla riduzione del numero dei componenti della Commissione.
Non è stata unicamente una valutazione di carattere economico e finanziario, perché altrimenti avremmo impoverito il nostro dibattito. Vorrei rilevare, tra l'altro, che, se avessimo ridotto tutto ciò ad una valutazione esclusivamente economica, avremmo anche vanificato l'intervento legislativo che stiamo cercando di far giungere in porto.
Si è trattato, invece, di una valutazione circa l'efficienza e la capacità realizzativa di un organismo che, se avesse avuto una composizione più ristretta, avrebbe comunque potuto conseguire gli stessi risultati ed essere, grazie alla snellezza della sua organizzazione, anche maggiormente produttivo.
Fatta questa premessa, vorrei tornare ad affrontare la questione delle indennità dei componenti di detto organismo. Il subemendamento in esame pone un problema tecnico, perché cerca di equiparare l'indennità eventualmente percepita da tali componenti a quella dei parlamentari. Vorrei evidenziare che, come ben sappiamo (perché il dibattito è aperto), non vi è un riferimento univoco: quindi, la formulazione è già tecnicamente sbagliata, esistendo una differenza di trattamento tra senatori e deputati.
Vorrei far notare all'Assemblea, inoltre, che il provvedimento in esame individua un plafond complessivo, finalizzato proprio a coprire le spese relative alle indennità, ma non specifica espressamente l'importo delle stesse, facendo riferimento, invece, ai livelli retributivi previsti per i componenti delle altre authority.
Dunque, ricordo sia ai colleghi che hanno presentato il subemendamento Brigandì 0.1.503.2, sia ai colleghi della maggioranza che, da tempo, è stata fatta la promessa di riorganizzare complessivamente tutte le authority, riducendone costi e componenti. Al momento, credo che la formulazione recata dal testo del provvedimento in esame sia la migliore possibile; peraltro, essa potrà subire le conseguenze positive di una eventuale revisione delle indennità relative a tutte le altre authority, vale a dire a tutti quanti gli organismi similari.
Ritengo dunque inopportuno votare a favore del subemendamento in esame, e pertanto preannunzio il voto contrario del gruppo dell'UDC.
PRESIDENTE. Avverto i colleghi che, per intese intervenute tra i gruppi, dopo aver proceduto alla votazione del subemendamento in esame e dell'emendamento 1.503 (Nuova formulazione) della Commissione, si sospenderà l'esame del provvedimento e si aggiorneranno i lavori dell'Assemblea a domani mattina.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, mi sembra che l'onorevole Boato, riferendosi ad alcuni interventi, li abbia tacciati di demagogia. Credo che se, in attesa della rideterminazione delle indennità per tutte quante le authority, decidessimo che quelle previste per l'organismo di cui stiamo discutendo siano comunque non superiori a quelle percepite dai parlamentari, non avremmo fatto della demagogia, ma avremo compiuto, con forte determinazione, un atto di grande giustizia. Dal momento che tutti affermiamo di voler ridurre i costi del settore pubblico, allora sarei dell'avviso di cominciare oggi, approvando il subemendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, preannuncio che, sul subemendamento Brigandì 0.1.503.2, interverrò a titolo esclusivamente personale.Pag. 58
Credo che il suggerimento avanzato dal collega Brigandì sia saggio, perché, in tal modo, garantiamo ai commissari la possibilità di ricevere un'indennità di carica rapportata addirittura a quella percepita dai parlamentari. Quindi, non facciamo un oltraggio ai neocommissari: anzi, attribuiamo loro un livello retributivo pari a quello del parlamentare eletto dal popolo!
Pertanto, signor Presidente e colleghi, annuncio che voterò a favore del subemendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...
PRESIDENTE. La prego di concludere...!
LUCIANO D'ULIZIA. ...ed invito il mio gruppo parlamentare a fare altrettanto, perché si tratta di una proposta emendativa che riduce...
PRESIDENTE. Grazie...!
LUCIANO D'ULIZIA. ...la spesa pubblica e dà dignità!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, esprimo un punto di vista che è non soltanto il mio personale, ma anche quello del gruppo de La Rosa nel Pugno. Anche se si tratta sicuramente di un punto di vista difficile, vorrei dire che riteniamo sia giunto il momento in cui le cose debbano tornare al loro posto.
Non vi deve certamente essere spazio per la demagogia, però non bisogna neanche sottovalutare determinati aspetti. C'è bisogno di coerenza, che non può essere, come si diceva in altre situazioni, a correnti alternate.
Il comitato che stiamo per istituire ha un compito importante. Noi pensiamo, però, che non sia un'Authority (anche se, a proposito di queste ultime assumeremo una iniziativa parlamentare per porre limiti o per ridurre la remunerazione e il trattamento economico nell'ambito di certe istituzioni). Si tratta di istituzioni necessarie, rispetto alle quali non vi è la necessità di un riconoscimento così alto dal punto di vista economico.
C'è una campagna di delegittimazione del Parlamento, i parlamentari quotidianamente sono sottoposti ad un fuoco di fila che riguarda il loro trattamento economico; considerato che i parlamentari si sono autoridotti lo stipendio, essi dovrebbero esportare questa coerenza anche nelle istituzioni che, attraverso gli atti legislativi, vanno ad istituire.
In questo senso, il subemendamento del collega Brigandì ci trova d'accordo. Noi con la Lega abbiamo avuto molti scontri e molti confronti, anche duri, però diamo a Cesare quel che è di Cesare: questo è un subemendamento serio (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord Padania e Democrazia Cristiana-Partito Socialista) e lo è perché non facciamo l'equiparazione con altri, ma con noi, con il nostro trattamento economico! Annuncio nuovamente il voto favorevole della Rosa nel pugno (Applausi dei deputati dei gruppi Rosa nel Pugno, Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord Padania e Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, prendo la parola rivolgendomi anche al presidente della Commissione e al relatore. Credo che i dibattiti parlamentari siano utili anche perché possono suscitare delle riflessioni, magari per mantenere le proprie posizioni o per modificarle. Atteso che siamo arrivati ampiamente oltre l'ora concordata e tenuto conto che le considerazioni avanzate meritano una dovuta attenzione, chiedo formalmente al presidente della Commissione e al relatore di accantonare e rinviare l'esame di questo subemendamento (Dai banchi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, Alleanza Nazio-nale,Pag. 59Lega Nord Padania e Democrazia Cristiana-Partito Socialista si grida: No)...
Signor Presidente, se vi è opposizione, la prego di mettere ai voti la mia richiesta di accantonare l'esame di questo emendamento, di sospendere la seduta e di riprenderla domani mattina con questo voto.
ANDREA GIBELLI. No!
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, capisco il collega, capisco che sia un momento difficile per l'aula, però questo è un brutto segnale. Si intende sottrarre al voto dell'Assemblea un subemendamento che molti si sono determinati a votare, come farò anche io successivamente. Parlo contro questa proposta...
PRESIDENTE. Va bene, allora dopo potrà intervenire qualcuno a favore e la metteremo ai voti...
ANTONIO LEONE. No!
ROBERTO COTA. Non puoi farlo!
TEODORO BUONTEMPO. Già ha parlato qualcuno a favore! Ritengo che si debba proseguire con i lavori dell'aula.
PRESIDENTE. C'è una proposta (Proteste dei deputati dei gruppi di Forza Italia e Lega Nord Padania)... Non capisco i motivi di questa reazione. C'è una proposta di accantonamento (Vivi commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e Lega Nord Padania)... Onorevoli colleghi, siamo tutti stanchi.
Il regolamento prescrive in questi casi che sulla proposta di accantonamento si ascolti...
ANTONIO LEONE. Sull'ordine dei lavori non può non farmi parlare!
PRESIDENTE. ... il parere del relatore. E poi vediamo come procedere (Commenti)... Sì, ma adesso stiamo discutendo di questa proposta!
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Leone.
ANTONIO LEONE. Presidente, le ricordo che in questa fase lei fa il Presidente della Camera !
PRESIDENTE. Non ho bisogno che lei me lo ricordi!
ANTONIO LEONE. No, glielo ricordo perché evidentemente ne ha bisogno (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)! Lei ha dato la parola sull'ordine dei lavori all'onorevole Giachetti. Anch'io gliel'ho chiesta, sempre sull'ordine dei lavori: in primo luogo, non vedo perché non voleva darmela.
ROBERTO COTA. Anche a me la deve dare!
ANTONIO LEONE. In secondo luogo, non è una proposta da mettere ai voti per due ragioni, la prima delle quali è il modo subdolo con cui il collega Giachetti ha portato all'attenzione la richiesta di interruzione dei lavori. È vero che avevamo deciso che alle 19 avremmo dovuto terminare la seduta, ma non può legarlo a questo, quando egli è venuto a chiedermi di proseguire i lavori fino alle 19,30 e adesso a dire di chiuderli perché ha paura che su questa votazione accada qualcosa, come è accaduto stamani (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
Le ricordo, Presidente, che vi sono state già le dichiarazioni di voto su questo subemendamento. Non può interrompere la fase tra la dichiarazione di voto e il voto e ritengo che non debba mettere ai voti nessuna proposta, ma che si debba passare alla votazione di questo subemendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Vorrei invitare i colleghi ad avere una maggiore serenità, perché stiamo affrontando la questione con assoluta serietà. Voglio ricordarle, onorevole Leone, che, di fronte ad una proposta specifica sull'ordine dei lavori, quella proposta viene esaminata per poi passare ad altre.
In questo caso si tratta di una proposta specifica: il regolamento e la prassi ci dicono che, di fronte a casi di questo genere, prima si chiede il parere al relatore e dopo si dà la parola ad un deputato a favore e ad uno contro, ponendo ai voti la proposta medesima (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente...! Presidente!
PRESIDENTE. Questo è ciò che è prescritto dal regolamento ed è confermato da una prassi consolidata.
Chiedo, quindi, il parere su questa richiesta alla relatrice, onorevole Mascia...
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, forse non si è accorto che le ho chiesto la parola!
PRESIDENTE. Su che cosa chiede di parlare?
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, non so a quale prassi lei faccia riferimento, ma mi pare indubitabile che, essendo in fase di votazione, quindi di dichiarazione di voto, non si possa più sospendere la fase in cui ci si trova.
Quindi, lei prima finisca questa votazione, dopodiché potrà decidere tranquillamente se sospendere o meno i lavori: non ho mai visto sospendere o semplicemente rinviare una votazione quando si è già in fase di dichiarazione di voto!
Mi dica lei se sbaglio: sarò pronto ad ascoltarla con molta cortesia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Posso assicurarle che la richiesta di accantonamento presentata anche in una fase di discussione aperta e di dichiarazione di voto ha tantissimi precedenti...
ANTONIO LEONE. Dove stanno?
PRESIDENTE. ... che, come mi confermano gli uffici, sono stati affrontati come io ho proposto di fare: quindi, non stiamo facendo nessuno strappo al regolamento!
Ha chiesto di parlare il presidente Violante. Ne ha facoltà
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Presidente, colleghi, vi prego di fare un po' d'attenzione, solo per capire in quale situazione ci stiamo trovando (Commenti)... La questione è la seguente: la norma stabilisce che le retribuzioni vengono stabilite entro un plafond; quindi ciò che è stabilito nella norma in esame non riguarda le retribuzioni, bensì il plafond massimo entro il quale le stesse vanno stabilite. Qual è il problema (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)? ... Colleghi, se mi ascoltate, potremo capirci.
Qual è il problema, a questo punto? È che qui abbiamo stabilito il plafond dell'Authority che guadagna di meno... E quindi il tema - ed hanno ragione i colleghi Buemi ed altri - è quello della retribuzione dell'Authority: è questa la questione! Ora il problema può esser affrontato in due modi: possiamo cominciare da qui (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Forza Italia)... Un momento...!
CESARE CAMPA. Cominciamo da qua!
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. O, visto che tra un po' avremo il provvedimento del Governo sulle authority, esamineremo quello (Commenti)... Colleghi, se mi fate finire, vi è un certo ragionamento...!
Dunque, da questo punto di vista, l'accantonamento corrisponde a tale esigenza: in Comitato dei nove si è discusso della Pag. 61questione ma non si è trovata ... Alcuni colleghi di Alleanza nazionale hanno detto di no, ma il problema qual è?
Noi chiediamo che alla Commissione sia data la possibilità di rivalutare questa proposta emendativa, per vedere in che termini si possa trovare un punto di equilibrio tra l'esigenza rappresentata da molti colleghi e quella di evitare che vi sia uno squilibrio tra le Authority. Altrimenti, ognuna percepirà lo stipendio stabilito in quel momento: francamente, ciò non mi sembra corretto.
Il problema dell'accantonamento risponde a questa esigenza: cerchiamo di trovare il modo di saldare l'esigenza rappresentata da molti colleghi di vari gruppi parlamentari, di maggioranza e di opposizione, con la necessità di fissare un criterio che non discrimini questa Authority rispetto alle altre: questa è la questione. Ciò non vuol dire che non si passerà ai voti. La prossima votazione riguarderà questo argomento e non un altro.
Pertanto, ha perfettamente ragione il Presidente, quando dice che questa procedura è ammissibile.
Chiederei, perciò, di accantonare la proposta emendativa, per consentirci di riflettere sulle cose dette e per consentire alla Commissione di arrivare ad una formulazione diversa da quella che abbiamo di fronte (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, vorrei ribadire il criterio, già illustrato dal presidente Violante, con cui abbiamo fissato il tetto massimo, utilizzando il prezioso lavoro fornitoci dagli uffici.
Se non facessimo riferimento alle altre Autorità, questa avrebbe un valore inferiore (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
FEDERICO BRICOLO. Non ci deve spiegare l'emendamento! Non deve entrare nel merito!
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Quindi, vi è un problema di credibilità. Tuttavia...
PRESIDENTE. Quindi, sulla proposta di accantonamento...
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Sulla proposta di accantonamento, io sono d'accordo. Così, domani, potremo offrire ulteriori argomentazioni.
PRESIDENTE. Colleghi, per evitare inutili polemiche, confermo che ci sono tantissimi precedenti che vanno nella direzione che prima vi ho indicato.
È possibile, di fronte a richieste di accantonamento anche in corso di dichiarazioni di voto, come si può desumere anche da una pronuncia della giunta per il regolamento.
ANTONIO LEONE. Quando?
PRESIDENTE. ...procedere all'accantonamento.
E, di fronte a una richiesta di accantonamento, ci si comporta come ho detto prima: intervengono un deputato a favore ed uno contro.
Però, visto che c'è una certa eccitazione degli animi, consentirò, in via eccezionale, che un deputato per gruppo si esprima su questa proposta (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia). Darò la possibilità di esprimersi. Alcuni gruppi lo hanno già fatto.
Do ora la parola all'onorevole Gibelli, che ha chiesto di intervenire (Commenti).
La questione è la seguente: c'è una proposta di accantonamento; intervenga un deputato per gruppo; dopodiché, si passerà ai voti.
Prego, onorevole Gibelli, ha facoltà di parlare.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, le rammento che, nell'ambito delle discussioni Pag. 62svolte in sede di Giunta per il regolamento, sono stati individuati criteri che consentono o meno - lei lo sa bene - di arrivare all'accantonamento. Questi casi sono i seguenti: quando c'è un vizio di forma; il fatto che nel Comitato dei nove si preveda una diversa formulazione.
L'intervento del presidente Violante doveva anticipare la discussione sul punto. Invece, è avvenuto esattamente il contrario.
Se non si procede al voto, si crea il precedente politico - e sarà un fatto istituzionale rilevante - che, a seconda delle dichiarazioni di voto, che non sono prevedibili a priori, si decide di sospendere le votazioni per evitare un esito diverso da quello sperato dalla maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale).
Quindi, rispetto alle casistiche cui lei ha fatto riferimento, questo diventa un fatto gravissimo, che peserà sul futuro dei lavori parlamentari per un evidente motivo (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo): qualunque maggioranza si costituirà, ci sarà sempre la possibilità di sospendere i lavori un secondo prima della votazione, quando si prevede un esito diverso, a seconda delle dichiarazioni di voto.
Non a caso, gli esponenti de La Rosa nel Pugno e dell'Italia dei Valori hanno reso dichiarazioni che, evidentemente, erano inaspettate rispetto alla posizione espressa dal presidente Violante. Non può accadere un fatto del genere, perché si va veramente nella direzione di creare un caso politico su una questione di interpretazione regolamentare ben circoscritta dalla Giunta.
Quindi, è assolutamente innegabile la possibilità che in questa circostanza si proceda al voto. Altrimenti, come ho detto, avverrà un fatto gravissimo per il Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia).
PRESIDENTE. Le assicuro, onorevole Gibelli, che, da parte della Presidenza, non vi è alcuna intenzionalità politica (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e Alleanza Nazionale)! Vi è solo l'esigenza di garantire il rispetto del regolamento e di non introdurre delle innovazioni (Una voce dai banchi del gruppo di Forza Italia: Vergogna!) che possano costituire un precedente che non è assolutamente accettabile!
GIANPIERO D'ALIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, capisco bene l'animosità con la quale stiamo affrontando questo tema, ma mi permetto di sottoporre ai colleghi che hanno presentato il subemendamento in esame un'ulteriore considerazione di carattere tecnico più che politico (diventa poi anche una questione di carattere politico) in ordine alla formulazione dello stesso.
Esprimo questa considerazione, perché se vi fosse la possibilità di una riformulazione da parte dei proponenti (Commenti del deputato Gibelli). .. Scusa Gibelli, tu hai parlato, fammi parlare! Abbi pazienza! Se ascolti, forse, riesco a spiegarmi!
Se vi fosse la possibilità di una riformulazione da parte dei proponenti o del Comitato dei nove o del relatore, potremmo anche cambiare il nostro orientamento di voto (Commenti del deputato Dussin)... Non mi scompongo! Se non vuoi ascoltare, girati!
Potremmo, pertanto, cambiare il nostro orientamento di voto sul subemendamento in esame ed esprimere voto favorevole.
La considerazione è la seguente: si tratta di una questione tecnica, perché l'indennità dei parlamentari, come è noto, da tempo non è più autodeterminata dagli uffici interni della Camera, dall'Ufficio di Presidenza. La nostra indennità è determinata in ragione di quanto percepiscono i magistrati di Cassazione, se non ricordo male, tanto è vero che noi non possiamo autodeterminare un aumento delle nostre indennità. È questa una decisione corretta che l'Ufficio di Presidenza nel tempo ha adottato.Pag. 63
La circostanza di ancorare l'indennità dei componenti dell'Authority a quella dei parlamentari è impropria, proprio per questa ragione.
Chiedo, pertanto, ai proponenti di riformulare il subemendamento in esame, considerato che - mi pare di capire - non vi è lo spazio per un riesame più generale delle indennità dei componenti delle Authority; forse, perché ci siamo anche noi, con riferimento a quelle precedenti, e, pertanto, non ci conviene. Si tratta di un ragionamento che non mi piace e, pertanto, presenteremo un ordine del giorno affinché si proceda ad un allineamento di tutte le indennità e chiediamo a tutti i colleghi di votarlo. Tuttavia, se fosse possibile una riformulazione che agganci queste indennità allo stesso meccanismo che riguarda noi, cui facevo riferimento precedentemente, potremmo essere disponibili ad esprimere voto favorevole.
Credo che riflettere sulla questione, con una sospensione (non volete parlare di accantonamento!) di dieci minuti per capire se i proponenti intendano riformulare il testo della proposta emendativa possa essere una soluzione.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi non siamo qui per speculare in maniera particolare sull'esito di un voto.
Se si vota, e questo emendamento viene approvato - si tratta, in particolare, di un emendamento corretto e di buon senso che sarebbe accolto da qualunque cittadino - non sarà merito della Casa della libertà o degli schieramenti dell'opposizione soltanto, ma anche dell'Italia dei valori, de La Rosa nel pugno, di tutti quei colleghi della maggioranza che lo avranno votato!
Non è che qualcuno riporta a capitale il fatto di aver vinto su un principio di buon senso! Vorrei che fosse ben chiaro! Se si verifica anche un occasionale trasversalismo di voto su una questione che è corretta, di moralizzazione, che il cittadino approva, ma cosa c'è di scandaloso! Sono ben altri gli scandali politici che dovremmo tenere d'occhio (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)! È una cosa positiva se si verifica e noi non ci faremo sopra particolare speculazione!
Detto questo, ribadisco che ci troviamo in fase di votazione, onorevole Presidente, mi perdonerà l'insistenza, ma i fatti non possono essere cambiati né dalle autorità né dalle opinioni! Siamo in fase di votazione!
Sono state svolte le dichiarazioni di voto e, giustamente, il collega Gibelli, centrando la questione, ha detto che sarebbero guai se si instaurasse il principio di ascoltare prima le dichiarazioni di voto e poi, capendo di essere in minoranza, si richiedesse e si votasse, a colpi di maggioranza, la sospensione della votazione già in corso. Ciò non può accadere.
Nel merito, alla relatrice che ha detto di prevedere solo il perimetro della spesa necessaria per le retribuzioni, rispondo che non è così, dato che l'emendamento porta conseguenze.
Inoltre, con il subemendamento si afferma soltanto che non si deve elevare a livelli platealmente scandalosi l'indennità, la retribuzione di queste persone che, pure, svolgono un'importante funzione, intendendo parametrarla, al massimo, all'indennità del parlamentare. È un'azione corretta, trasparente e l'opinione pubblica non può che essere favorevole.
Se è questa la realtà, per quale motivo dobbiamo sospendere i lavori dell'Assemblea? A meno che, contrariamente a quanto finora ha fatto la maggioranza (ed anche l'«iperpresidente» della I Commissione) non si dica prima no - lo ripeto: no - per poi indossare, quando si arriva al voto e si vede che qualcosa scricchiola, la pelle dell'agnello e chiedere la sospensione, per riparlarne domani mattina. Questo non è corretto né dal punto di vista regolamentare né nella sostanza. Bisognava pensarci prima; anche stamattina, ma bisognava pensarci prima.Pag. 64
Con tutta chiarezza, onestà di posizione, senza rivendicare alcun merito per l'eventuale approvazione che si determinasse (perché saranno tutti i votanti ad assumerne il merito), diciamo che se si ritirasse la proposta e non ci si costringesse ad un muro contro muro, si creerebbe un clima positivo. Viceversa, ciò non può avvenire quando si sono già compiute le dichiarazioni di voto e si deve passare al voto assumendosi lealmente le proprie responsabilità.
Affermo ciò con molta trasparenza ed onestà, senza strumentalizzazioni. Ho riportato la posizione del gruppo Alleanza Nazionale e invito lei, onorevole Presidente, a dare nel merito dignitosa conclusione alla vicenda, consentendoci di votare e di assumercene, ognuno di noi, senza schieramenti preconcetti, la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, avevo chiesto di intervenire per dichiarazione di voto dopo l'intervento dell'onorevole Mazzoni, ma ora interverrò sull'ordine dei lavori. L'onorevole Mazzoni ha detto (e credo che molti colleghi siano concordi) che esiste un problema di carattere generale di riordino delle retribuzioni dei membri delle autorità indipendenti. Ciò è vero, dato che non possiamo far sì che ciascuna autorità indipendente fornisca una retribuzione diversa ai propri membri.
Tuttavia, da questa considerazione non segue la conclusione di votare il testo al nostro esame. Potremmo fissare un livello, certamente non modesto, ma che potrebbe diventare il punto di riferimento, il parametro per la revisione, che il Governo dovrà compiere, della remunerazione di tutti gli esponenti delle autorità. L'indennità parlamentare non è un parametro sbagliato. Se, oggi, potessimo fissare con una votazione specifica un «paletto» al quale il Governo possa adeguare la remunerazione delle retribuzioni dei membri delle autorità indipendenti, faremmo un'azione molto positiva.
Questa è la ragione per cui, in questo momento, il Parlamento farebbe bene a votare, fissando una remunerazione adeguata e significativa per i membri di questa nuova autorità che si intende istituire.
SERGIO D'ELIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione i suoi richiami al regolamento ed ai precedenti. Mi sono anche consultato con il collega Giovanni Crema, un esperto di vita parlamentare. Non vi sono dubbi che, se fosse posta ai voti la proposta di accantonamento, ciò non rappresenterebbe una violazione al regolamento né ai precedenti.
Mi pare anche evidente che la proposta di rinvio - almeno così mi pare di aver sentito -, avanzata dal collega Giachetti, e che lei, signor Presidente, molto opportunamente e correttamente, ha reinterpretato come proposta di accantonamento, segua il dibattito in cui ci troviamo in questo momento, le espressioni e le dichiarazioni di voto e, quindi, sia stata avanzata per tentare non so che.
In merito alla posizione del presidente Violante, che ha detto - se ho capito bene - che la questione posta da questo subemendamento, (che noi abbiamo appoggiato, in sede di dichiarazione di voto) verrà discussa - e, spero tenuta in considerazione - in sede di Comitato dei nove ( in tal senso mi pare andasse anche la proposta del collega D'Alia), ritengo che, se questi sono i termini della discussione in cui siamo, ben venga una riconsiderazione di questo punto, che vada, tuttavia, nel senso della proposta del collega Brigandì.
Il tempo che avremo a disposizione non servirà compattare nulla in termini di maggioranza, se non su un punto in cui ci si trovi d'accordo - lo ripeto - nel senso della proposta avanzata dal collega Brigandì. Pag. 65Se dovessimo ritornare nella situazione in cui siamo ora, il nostro voto, già annunciato come favorevole su tale proposta emendativa - e credo lo stesso faranno i colleghi del gruppo Italia dei Valori - non cambierà solo perché ora rimandiamo il voto su questa proposta emendativa. Quindi, se lei, signor Presidente, mettesse ai voti la proposta di accantonamento, il gruppo La Rosa nel Pugno voterà a favore.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che la bontà di una proposta che era - e resta - quella dell'accantonamento di un subemendamento, sia anzitutto legata ad una questione anche di carattere tecnico-regolamentare. Mi sembra ovvio che, nella misura in cui l'accantonamento dovesse comportare una non presa visione e non votazione del subemendamento in questione, ne conseguirebbe che anche l'emendamento della Commissione non potrebbe essere votato e pertanto non si potrebbe votare nemmeno l'articolo. È così che nasce la proposta conseguente di un rinvio, in relazione anche ai tempi che erano stati stabiliti e concordati tra i gruppi, nel senso che non era possibile proseguire ulteriormente i lavori per concludere l'esame dell'articolo.
Nel merito, mi pare del tutto evidente che lo stesso intervento dell'onorevole D'Alia, al pari di quello degli altri colleghi, abbia dimostrato la bontà della proposta. Infatti, l'accantonamento non era - e non è - una proposta che intende supplire all'esigenza di una revisione o rivisitazione di un orientamento di gruppi o di singoli parlamentari relativamente all'oggetto in discussione nel subemendamento, ma è semplicemente la presa d'atto che altre materie, e soprattutto una materia nuova, non presa in considerazione precedentemente, è stata introdotta nel dibattito a seguito di ciò che è successo anche stamattina, e ciò probabilmente è un elemento positivo, non è un elemento negativo: fa parte della discussione e delle modalità di discussione in aula. Qual è tale materia? La materia è quella correlata a ciò che ci è stato richiamato anche dal presidente Violante e dalla relatrice, ossia la necessità di un supplemento di verifica per comprendere se sia possibile legare la realtà che oggi sottostà alla proposta di questo provvedimento all'indennità della commissione, se quest'ultima possa essere equiparata alle attuali autorità o se, invece, non debba esserla. Quindi, non è solo un problema legato a ciò che è stato sollecitato in prima istanza dal collega Brigandì, ossia l'equiparazione all'indennità dei parlamentari, ma vi è una novità, anche i temi di materia, che ha bisogno di un supplemento di discussione e di verifica, naturalmente con tutta l'apertura necessaria a fare in modo che, quando la proposta sarà ripresentata in Assemblea, la si possa esaminare anche senza fretta e con l'affidabilità propria di una discussione non sollecitata semplicemente dal calore e dal confronto dell'immediatezza dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Desidero informare l'Assemblea che è a disposizione dei capigruppo la documentazione sui precedenti a cui ho fatto riferimento in precedenza. Infatti, mi preme precisare che il comportamento della Presidenza è stato assolutamente corretto (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia).
L'onorevole La Russa mi ha chiesto, nell'eventualità in cui dovesse essere approvata la proposta di accantonamento, quando potrà riprendere l'esame del provvedimento, facendo esplicito riferimento all'opportunità che ciò avvenga già nella mattinata di domani.
Mi rendo conto del significato di tale richiesta e, per quanto riguarda la Presidenza, non vi è alcuna difficoltà ad assecondarla. Si potrebbero riprendere i lavori partendo dal punto in cui li abbiamo sospesi questa sera, posponendo ovviamente l'altro argomento previsto all'ordine del giorno.Pag. 66
Chiedo quindi al presidente della Commissione, onorevole Violante, di pronunciarsi anche su questa richiesta del presidente La Russa.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Presidente, mi permetta di rispondere prima alla questione sollevata dall'onorevole D'Alia riguardante il fatto se l'accantonamento serva a rivedere il testo o a lasciare le cose come stanno. Naturalmente, l'accantonamento serve a rivedere il testo.
Abbiamo preso atto delle dichiarazioni di voto svolte dai colleghi e occorre anche stabilire cosa si intenda per indennità parlamentare. Come sapete, l'indennità è costituita da varie voci, delle quali alcune sono variabili ed altre fisse; non è così semplice!
GIUSEPPE CONSOLO. Volete dargli di più, allora?
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Inoltre, occorre stabilire che rapporto passa tra tale questione e le altre.
Quindi, intendiamo rivedere la posizione espressa dalla Commissione su questo tema e non abbiamo nulla in contrario a riprendere l'esame di questo provvedimento domani. Anzi, siamo favorevoli, perché così si riesce ad esaminare il testo con continuità. A questo punto, l'esame del provvedimento sulla riforma dei servizi sarà rinviato alla giornata di martedì. Per noi, va bene!
PRESIDENTE. Procediamo dunque alla votazione sulla proposta di accantonamento. Per quanto riguarda la proposta avanzata dal presidente La Russa, sulla quale vi è il parere favorevole del presidente Violante, se non vi sono obiezioni da parte dei gruppi, nel caso in cui venga approvata la proposta di accantonamento, riprenderemo domani mattina con questo argomento. Ciò se non vi sono obiezioni da parte dei gruppi.
Passiamo quindi ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonare l'esame del subemendamento Brigandì 0.1.503.2.
(È approvata).
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intendo solo evidenziare il dissenso a riprendere i nostri lavori domani mattina con il seguito dell'esame di questo provvedimento anziché, com'era già previsto, con quello sulla riforma dei servizi.