Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,07).
(Gestione dell'emergenza rifiuti in Puglia - n. 2-00341)
PRESIDENTE. L'onorevole Fitto ha facoltà di illustrare l'interpellanza Leone n. 2-00341 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 1), di cui è cofirmatario.
RAFFAELE FITTO. Presidente, la scorsa settimana abbiamo accettato di aggiornare ad oggi l'interpellanza in esame, avendo il Governo chiesto un approfondimento. Ci auguriamo pertanto che le risposte vadano nella direzione auspicata, anche se l'aggiornamento su tali temi è costante ed immediato. Infatti, già da questa mattina vi sono novità preoccupanti e serie, che indicheremo in modo specifico all'attenzione del Governo e che, presumo, non potranno essere oggetto delle comunicazioni odierne del sottosegretario Naccarato, al quale per questo motivo chiederò di rispondere nei prossimi giorni, anche in forma scritta, purché vi sia una posizione chiara.
La presente interpellanza, che ho presentato insieme al collega Leone ed ai colleghi pugliesi, deriva da una serie di considerazioni di cui abbiamo già discusso in una precedente interpellanza, in cui era stata posta una parte del problema. Il tema viene ora esplicitato completamente nel quadro delle nostre preoccupazioni sul tema della gestione dei rifiuti, rispetto al quale vi chiediamo di dare una risposta specifica.
La situazione della nostra regione è molto particolare: avevamo già detto, in occasione dell'esame della precedente interpellanza, quali fossero i rischi cui la Puglia andava incontro e anche quali fossero le gravi responsabilità ed omissioni - e sottolineo «omissioni» - che sono state compiute nella gestione del sistema dei rifiuti della nostra regione.
La regione Puglia aveva un sistema di gestione dei rifiuti individuato con procedure di gara sulle quali non tornerò perché sono note al Governo. Su tale sistema di gestione dei rifiuti e sul loro trattamento vi sono una serie di ricorsi sui quali la regione in tutte le sedi competenti ha avuto ragione nel merito. Ciò ha portato la nostra regione a poter completare, entro undici mesi dall'espletamento delle gare, la realizzazione di sistemi impiantistici per il trattamento dei rifiuti.Pag. 36
Su questo avvengono fatti piuttosto curiosi per cui nella precedente occasione abbiamo chiesto al Governo di dare risposte precise, che ci auguriamo di avere oggi.
Risulta vero che, nella costituzione che la regione Puglia ha fatto insieme al commissario per l'emergenza, quest'ultimo, che coincide nella persona del presidente della regione, si costituisce per il tramite della Avvocatura generale dello Stato, mentre la regione Puglia, che finanzia i progetti, si costituisce con un avvocato del libero foro?
Risulta essere vero (ciò che abbiamo dimostrato anche allegando un dossier consegnato al Governo) che la regione Puglia - al TAR, dove era costituita con nomina della precedente giunta comunale, e al Consiglio di Stato - si è costituita in tutti i ricorsi, tranne uno, nel quale «casualmente» le sarà sfuggito di costituirsi, mentre a differenza di tutti gli altri ha addirittura cambiato gli avvocati?
Risulta essere vero che in questa direzione, su tale vicenda, nel momento in cui l'impresa che gestisce l'impianto della Sud Gas di Poggiardo e sostanzialmente quasi tutte (tranne una) le discariche della provincia di Lecce, ha presentato un ricorso al TAR e al Consiglio di Stato, abbia perso al TAR e che, in quel ricorso nel quale la regione si è «dimenticata» di costituirsi presso il Consiglio di Stato, essa abbia avuto la capacità, affiancando al suo avvocato lo studio dell'avvocato Pellegrino (che ricordiamo essere nella persona del presidente della provincia di Lecce), di ottenere un risultato positivo, grazie alla non costituzione della regione?
Risulta essere vero che, nei mesi scorsi, lo studio Pellegrino - di cui è titolare il presidente della provincia di Lecce il quale, in questi giorni, dovrebbe, terminata la fase commissariale, subentrare nelle competenze sui rifiuti - ha predisposto un altro ricorso avverso la firma dei contratti che risolverebbero l'emergenza sulla base delle gare predisposte? È vero che oggi esiste una situazione in base alla quale i rifiuti, per scelta del commissario e del presidente della provincia di Lecce, indicata sui giornali ai quali viene comunicata, vengono inviati all'impianto di biostabilizzazione della società Sud Gas - facente parte dello stesso gruppo industriale cui ho fatto riferimento - per una trattamento di biostabilizzazione da noi indicato, signor sottosegretario, nei giorni scorsi, come un trattamento inadeguato?
Nelle giornate di oggi e di ieri, il sindaco di Grottaglie, un sindaco non dello stesso nostro colore politico - circostanza che può giovare alla comprensione dei fatti - ha valutato l'opportunità di chiamare i carabinieri del NOE per un prelievo della spazzatura verificando come essa, a quanto pare, non verrebbe trattata nei modi indicati dalla legge. Nel caso della discarica del comune di Fragagnano, il sindaco ha addirittura respinto i rifiuti perché non trattati nel modo adeguato.
Inoltre, è possibile tollerare tali avvenimenti in una situazione nella quale la Protezione civile destina 4 milioni di euro - e forse ancora di più - alla copertura del costo aggiuntivo di 47 comuni che conferiscono i rifiuti a tale impianto di biostabilizzazione? Ciò, peraltro, per un trattamento inutile: infatti, come il Governo sa molto bene e come abbiamo indicato nell'interpellanza, con il decreto legislativo n. 36 del 2003 si obbligherebbero i comuni e le regioni ad effettuare il trattamento di biostabilizzazione ma ogni anno è stata prorogata la disciplina preesistente. Si domanda, poi, se l'ufficio del commissario abbia autorizzato l'utilizzo di tale impianto anche in presenza di deroga, antecedente a tale autorizzazione, che non obbliga il trattamento di biostabilizzazione del rifiuto.
Sono tutte questioni molto gravi, che stiamo denunciando da giorni e sulle quali riteniamo vi sia un atteggiamento o di disinteresse o di presa d'atto automatica delle indicazioni e delle notizie che vengono comunicate dal livello territoriale. Stiamo indicando tutto ciò da tempo e sulle questioni indicate abbiamo puntualmente consegnato tutti i documenti atti a dimostrarne la veridicità.
Ci chiediamo se non sia il caso che il Governo dedichi maggiore attenzione alla vicenda per capire se e come venganoPag. 37spese queste risorse e se, con tali presupposti, sia necessario ed opportuno continuare nei finanziamenti. Non sarebbe piuttosto il caso che il Governo valutasse con la massima attenzione se nominare o meno un nuovo commissario per l'emergenza? Si è sostenuto che la situazione di emergenza è terminata; il dottor Bertolaso, responsabile della protezione civile, in una pubblica intervista, ha dichiarato di prendere atto delle dichiarazioni della presidente della regione che per lui fanno fede.
Noi invece stiamo evidenziando, dal giorno in cui ciò è accaduto, una serie di problemi seri che rischiano nei prossimi giorni di determinare una situazione di caos e soprattutto possono condurre la nostra regione in una condizione nella quale purtroppo si possono intravedere i fantasmi di quanto è accaduto in altre regioni d'Italia, in particolare nella Campania. Mi riferisco alla possibilità che questi rifiuti 'vaghino'; e da qualche ora, infatti, alcuni camion di rifiuti 'vagano' tra una discarica ed un impianto senza sapere di chi sia, ad oggi, la competenza su di essi. Chi è responsabile della gestione dei rifiuti? Chi autorizza?
Con dichiarazioni pubbliche, i sindaci, i presidenti dell'ambito territoriale, i presidenti delle province si chiamano fuori dalla questione e sono in attesa di sapere da parte del Governo - e quindi della Protezione civile - di chi sia oggi la competenza sui rifiuti. In teoria, su tali questioni, in modo particolare e diretto, sarebbe delle province; in pratica, però, attendiamo di avere chiarimenti. E lo faremo incalzando il Governo, ma non (lo ribadisco) per mero spirito polemico di carattere politico ed irresponsabile auspicando il tanto peggio, tanto meglio. No, lo facciamo, lo faremo e continueremo a farlo perché, qualora dovesse, come riteniamo, realizzarsi una situazione di caos purtroppo dovremo dire: ve l'avevamo detto! A meno che il Governo, responsabilmente - e questo è l'appello rivolto con l'interpellanza -, non prenda atto della situazione e provveda concretamente intervenendo e assumendosi alcune responsabilità. Meglio, signor sottosegretario, agire adesso che dopo, di fretta, quando la situazione ormai è degenerata, tra uno o due mesi.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Paolo Naccarato, ha facoltà di rispondere.
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, dico subito all'onorevole Fitto e agli altri interpellanti con molta franchezza che il Governo è assolutamente aperto ad ogni ulteriore approfondimento, perché è interessato alla massima trasparenza su tutta questa complessa materia. Naturalmente, come gli interpellanti sanno, vi sono delle strutture che riferiscono ad altre strutture che rielaborano ed assemblano. Del resto, la stessa situazione è in evoluzione ad horas, come l'onorevole Fitto segnala; quindi, posso confermare e ribadire che il Governo è assolutamente disponibile ad ulteriori e più rigorosi approfondimenti, qualora non giungessimo ad una prima soddisfacente soluzione. In effetti, su alcuni aspetti, onorevole Fitto, al Governo non sono stati forniti elementi.
Per quanto riguarda il quesito concernente la presunta necessità di revocare i provvedimenti del commissario delegato n. 51/CD del 21 dicembre 2006 e n. 53/CD del 2 gennaio 2007, riguardanti l'utilizzo degli impianto di Poggiardo della Sud Gas srl e quello riguardante la scelta del commissario delegato di passare alle modalità di trattamento dei rifiuti denominata biostabilizzazione, il Governo rappresenta quanto segue.
È necessario premettere che nel settembre 2004 veniva sottoscritto un accordo per l'utilizzo della discarica di Nardò al servizio del bacino di Lecce 2, a condizione che la stessa cessasse l'attività entro il mese di luglio del 2006. I notevoli ritardi accumulati nelle procedure di gara europea per affidare il servizio di gestione dei rifiuti urbani, a valle della raccolta differenziata, hanno portato alla crisi diPag. 38fatto del bacino, con la conseguente necessità di dover provvedere ad assicurare in forma diversa la corretta gestione dei rifiuti fino all'avvenuta realizzazione di nuovi impianti pubblici programmati.
I ritardi nella definizione delle gare sono state connessi a contenziosi, come ricordava l'onorevole Fitto, attivati prima dinanzi al TAR della Puglia e successivamente dinanzi al Consiglio di Stato, in merito sia alle procedura di gara sia alle successive aggiudicazioni. I contenziosi si sono risolti con esiti contrastanti solo nell'aprile del 2006.
Ove non si fossero attese le definizioni conclusive dei ricorsi, si sarebbe rischiato di gravare la pubblica amministrazione di consistenti richieste di danni da parte dei soggetti contraenti, eventualmente non più titolati a seguito delle decisioni della giustizia amministrativa. Nel luglio del 2006, in concomitanza con la sottoscrizione dei contratti per la realizzazione del sistema impiantistico di gestione dei rifiuti urbani a regime nel territorio della provincia di Lecce, si sono tenuti diversi incontri presso la prefettura di Lecce, volti a determinare le possibili soluzioni di intesa fra regione, provincia e comuni interessati.
Durante tali incontri, sono emerse due possibili soluzioni per affrontare la crisi già allora ritenuta imminente: la possibilità di ricorrere agli impianti per la gestione dei rifiuti urbani presenti in altri ambiti territoriali, sia della stessa provincia di Lecce che delle altre province pugliesi, oppure il ricorso temporaneo agli eventuali impianti privati per la gestione dei rifiuti speciali esistenti nell'ambito del territorio del bacino LE2.
In relazione alle uniche possibilità sopraindicate, il commissario delegato ha ritenuto opportuno scartare la prima per evitare di allargare a macchia d'olio la situazione di emergenza nei territori limitrofi interessati dallo stesso ritardo nella realizzazione degli impianti pubblici a regime.
È stata dunque scelta la seconda soluzione, provvedendo con ogni opportuna urgenza e mediante avviso pubblico ad una ricognizione degli impianti di trattamento dei rifiuti speciali esistenti per la gestione temporanea dei rifiuti urbani indifferenziati del bacino LE2.
La valutazione tecnica delle quattordici manifestazioni di interesse pervenute, operata unitamente alla provincia e all'autorità per la gestione dei rifiuti urbani nel bacino LE2, ha condotto all'individuazione dell'impianto di trattamento esistente a Poggiardo di proprietà della Sud Gas Srl, per il quale si era manifestata l'esigenza di effettuare un'integrazione impiantistica consistente nella realizzazione delle linee di biostabilizzazione per assicurare il trattamento dell'intera produzione dei rifiuti urbani indifferenziati a valle della raccolta differenziata.
Il commissario delegato ha fatto presente che all'epoca dei fatti vigeva l'obbligo, già previsto nell'articolo 7, comma 1 del decreto legislativo n. 36 del 2003, di provvedere entro il 31 dicembre 2006 ad evitare il conferimento dei rifiuti indifferenziati negli impianti di discarica. Del resto, allora non si poteva immaginare che nella legge finanziaria 2007, approvata di recente, fosse contenuta una proroga dell'entrata in vigore di tale norma al 31 dicembre 2007.
Va inoltre sottolineato che le attivate modalità di trattamento dei rifiuti (biostabilizzazione e selezione) consentono una migliore gestione ambientale dei rifiuti urbani ed una migliore utilizzazione delle discariche, o almeno così dovrebbe essere.
RAFFAELE FITTO. Così va meglio!
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il commissario delegato ha fatto altresì presente che, nel corso delle numerose riunioni riguardanti il percorso per affrontare l'emergenza, tutte condivise con il complesso delle autonomie locali, si è definito il ciclo temporaneo di gestione dei rifiuti urbani indifferenziati del bacino LE2 presso l'impianto privato di Poggiardo, di proprietà, appunto, della Sud Gas srl, ricorrendo per il successivo smaltimento agli impianti di discarica per rifiuti speciali.Pag. 39
Da quanto precede, nelle more della realizzazione del sistema che servirà a regime i comuni del bacino LE2, l'utilizzo dell'impianto della società Sud Gas è di tutta evidenza correlato ad una situazione transitoria determinata dalla crisi ambientale in atto, non potendosi ritenere tale scelta avulsa dal contesto emergenziale.
La non perfetta adesione della soluzione adottata alle previsioni del piano a regime concernente il bacino LE2, peraltro, non solo è determinata dalla rappresentata necessità di provvedere in termini di urgenza, ma anche dal fatto che il piano regionale che disciplina il funzionamento degli impianti appositamente realizzati per il trattamento dei rifiuti è posteriore alla realizzazione dell'impianto della Sud Gas, che, tuttavia, è in grado di assicurare il trattamento preliminare dei rifiuti urbani tal quali per abbattere il livello di umidità e, conseguentemente, per mitigare l'impatto del conferimento finale dei rifiuti trattati negli impianti di discarica individuati e cioè le discariche per i rifiuti non pericolosi site a Grottaglie ed a Fragagnano.
Per quanto riguarda invece la questione relativa alla sperimentazione relativa all'impianto della Sud Gas, è importante chiarire che tale sperimentazione concerneva esclusivamente la possibilità di sottrarre quote di rifiuti urbani trattati dal circuito di smaltimento per destinarli ad attività di recupero e di ripristino ambientale e non già a valutare la funzionalità dell'impianto, come rappresentato dall'onorevole interrogante.
Gli esiti della sperimentazione ad ora acquisiti hanno dimostrato che la citata possibilità di riutilizzo e di recupero delle quote di rifiuti non è consentita e, pertanto, i rifiuti pretrattati nell'impianto di Poggiardo vengono oggi destinati allo smaltimento in discarica per rifiuti non pericolosi. Al riguardo si evidenzia che la suddetta destinazione in discarica non è in contrasto con la normativa nazionale vigente, in particolare con il decreto legislativo n. 36 del 2003, menzionato proprio dall'onorevole Fitto.
Circa l'aspetto finanziario, si rende noto che, allo stato, con l'articolo 9 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 settembre 2006, n. 3545, sono stati stanziati, a titolo di anticipazione, 2 milioni di euro, a carico del fondo della protezione civile, subordinatamente ad un'apposita integrazione da parte del Ministero dell'economia e delle finanze. Tali fondi sono stati assegnati al commissario delegato, per consentire l'adozione di misure di carattere urgente, finalizzate alla rimozione della situazione di elevato rischio igienico ambientale, determinatosi nei comuni della provincia di Lecce.
Riguardo a tali risorse economiche, il commissario delegato ha sottolineato che le stesse risultano utili per sostenere le pubbliche amministrazioni, a causa dell'incremento tariffario relativo ai maggiori oneri connessi al trattamento dei rifiuti indifferenziati. Tali maggiori oneri sono il risultato dei costi di trattamento, eventuale recupero e smaltimento presso gli impianti di discarica dei rifiuti speciali e vedono la partecipazione di una serie di soggetti diversi.
Del resto, i costi derivanti dai bandi di gara e, più in generale, dal ciclo completo e moderno dei rifiuti, sono senz'altro più elevati dei costi del tradizionale conferimento in discarica dei rifiuti urbani, elemento questo che rafforza la necessità strategica di aumento della percentuale di raccolta differenziata, anche alla luce della necessità di realizzare maggiori economie da parte dei comuni, per quanto attiene alle operazioni di smaltimento.
Nel corso dei citati incontri con le autonomie locali, il commissario delegato ha assunto l'impegno di verificare la possibilità di sostenere economicamente i comuni per l'aumento tariffario che ne sarebbe conseguito e, nella stessa sede, lo stesso commissario ha chiesto ai comuni di impegnarsi per raggiungere percentuali di raccolta differenziata di almeno il 30 per cento, al fine di evitare ulteriori aggravi di costi e di consentire l'avvio al trattamento di un minore quantitativo di rifiuti.Pag. 40
Circa, invece, la procedura utilizzata per la valutazione di impatto ambientale, in relazione all'impianto di Poggiardo, si fa presente che il commissario delegato ha autorizzato le deleghe previste dal normativa comunitaria in caso di urgenza, ovvero la direttiva 85/377/CE, articolo 2, comma 3, lettera c), e che la relativa preventiva comunicazione alla Commissione europea è stata effettuata prima di procedere all'approvazione del potenziamento dell'impianto di Poggiardo, intervenuto con un'ordinanza commissariale (n. 46 del 2006).
Si ribadisce, pertanto, anche in questo caso, il ricorso a procedure strettamente connesse ad una situazione di grave emergenza.
Le procedure ordinarie per la VIA hanno, invece, riguardato la gestione a regime dei rifiuti urbani. Al riguardo, si rappresenta che il progetto relativo al trattamento di base dei rifiuti urbani del bacino LE2, con localizzazione dei relativi impianti pubblici a Poggiardo e a Corigliano d'Otranto e il progetto riguardante l'impianto di produzione del combustibile, derivato dai rifiuti, denominato CDR, a Cavallino, sono stati approvati dal commissario delegato a valle delle procedure di VIA e come risultanti dalle gare attivate dalla precedente gestione commissariale, in data del 31 gennaio 2007, con i provvedimenti commissariali nn. 44 e 47 del 2007.
Infatti, il contenzioso relativo alle suddette procedure di gara, bandite nel dicembre 2003 dall'allora commissario delegato, di cui fa menzione l'onorevole interpellante, è stato definito con sentenza del Consiglio di Stato lo scorso aprile 2006, così che, a seguito delle procedure di VIA, si è potuti finalmente giungere all'approvazione di progetti con i citati decreti del 31 dicembre 2007.
In particolare, circa il contenzioso della società Monteco S.r.l., contro gli atti dell'ex commissario delegato, onorevole Fitto, concernente le procedure di gara relative all'affidamento della gestione dell'impianto complesso al servizio del bacino LE3 e LE2, il commissario delegato ha fatto presente, con un comunicato stampa del 30 gennaio 2007, di essersi costituito in giudizio per il tramite dell'Avvocatura dello Stato, per resistere al gravame proposto dalla ditta interessata davanti al Consiglio di Stato.
Si sottolinea, inoltre, che dinanzi al dispositivo della sentenza del Consiglio di Stato che ha censurato aspetti procedurali del bando di gara, il Commissario delegato afferma di avere provveduto a sanare le irregolarità riscontrate nelle procedure, confermando successivamente gli esiti delle procedure di gara. Contro quest'ultima decisione del Commissario delegato, la società Monteco ha proposto un nuovo ricorso.
Riguardo alle procedure d'urgenza e ai poteri di gestione commissariale, si fa presente che, con nota protocollo n. 223/CD del 15 gennaio scorso, il Commissario delegato ha comunicato al Dipartimento della protezione civile l'esigenza di porre termine ad una gestione commissariale nel delicato settore dei rifiuti e delle bonifiche, nonchè la contestuale necessità di assicurare, attraverso una gestione stralcio specificatamente disposta e disciplinata dal Governo nazionale, la continuità amministrativa concernente le procedure relative a puntuali iniziative di bonifica delle aree di interesse nazionale ricadenti in Puglia, individuate specificatamente dal Commissario delegato nell'area di Manfredonia, dove si deve completare l'opera di bonifica dei siti ove si trovano le discariche «Pariti 1- liquami» e «Pariti 2». In particolare, il Commissario delegato ha sottolineato la necessità di bonificare la discarica «Pariti 1- liquami», caratterizzare la discarica «Pariti 2» e le aree marine dei siti di Taranto, Brindisi e Manfredonia.
Il Commissario delegato ha, altresì, evidenziato come la questione rifiuti non sia risolta.
C'è ancora da perseguire, infatti, importanti obiettivi: garantire la chiusura conclusiva del ciclo di gestione dei rifiuti, con la definizione delle necessarie intese per l'utilizzazione di tutto il CDR (combustibile derivato dai rifiuti) prodotto in alcuni ambiti territoriali, come l'area nordPag. 41barese, l'area metropolitana di Bari, Brindisi; sviluppare al massimo la raccolta differenziata ed il connesso recupero di materia, che offre importanti prospettive socio-economiche al nostro territorio; assicurare la presenza sul territorio di impianti di compostaggio, essenziali per il trattamento della frazione umida da raccolta differenziata.
Questi obiettivi, però, non necessitano della presenza di poteri speciali commissariali, perché sono obiettivi che si perseguono attraverso la ricerca di concertazioni ed intese, attraverso la specifica gestione dei servizi di raccolta. È il momento che entrino in campo responsabilmente gli enti locali e gli ATO rifiuti affinché la regione, insieme alle province, si riappropri delle proprie specifiche funzioni e capacità di definizione di adeguate politiche ambientali del settore dei rifiuti.
Ciò detto, si rappresenta che, a seguito della richiesta del commissario delegato, la dichiarazione dello stato di emergenza in scadenza alla data del 31 gennaio 2007 non è stata prorogata e che è in corso di predisposizione un'ordinanza di protezione civile ai sensi dell'articolo 5, comma 3, della legge n. 225 del 1992.
Tale provvedimento normativo non derogatorio alla vigente legislazione verrà emanato al fine di consentire il completamento degli interventi programmati, assicurando la necessaria continuità amministrativa e di monitoraggio sull'attuazione delle attività poste in essere in regime straordinario. Ciò al fine di superare il contesto critico provocato dalla gestione dei rifiuti urbani nel territorio della regione Puglia.
In particolare, il Commissario delegato intende provvedere alla chiusura del ciclo di smaltimento attraverso l'utilizzazione del CDR ed alla bonifica dei siti di interesse nazionale di Brindisi, Manfredonia e Taranto.
Infine, riguardo ai quesiti in merito alle dichiarazioni del consigliere regionale pugliese della Margherita e al presunto conflitto di interessi del presidente della provincia di Lecce, si ritiene che tali questioni non attengono alle competenze del commissario delegato e non riguardano neanche le attribuzioni conferite dalla vigente legislazione al Dipartimento della protezione civile.
PRESIDENTE. L'onorevole Fitto ha facoltà di replicare.
RAFFAELE FITTO. Signor Presidente, chiaramente non posso dichiararmi soddisfatto, non fosse altro perché tutto ciò che è stato detto dal sottosegretario Naccarato lo abbiamo già letto, nei giorni scorsi, sui giornali, sui quali sono riportate le posizioni che il commissario ha manifestato pubblicamente.
Chiediamo - ed insistiamo su questo punto - che il Governo, in forma autonoma, onde evitare di doverlo fare quando la situazione sarà degenerata, presti oggi attenzione a tale questione. Perché? Parto dalla conclusione.
Lei sa, signor sottosegretario, che il presidente della provincia di Lecce oggi dovrebbe avere competenza piena, così come lei ci ha appena detto, e che lo studio legale dello stesso presidente difende il principale ed unico gestore delle discariche della provincia di Lecce? Forse non lo sa; glielo dico io, in modo che rimanga agli atti. Leggendoli, forse potrà comprendere come oggi sia difficile pensare che il presidente della provincia di Lecce, Pellegrino, sia in condizione di determinare l'apertura o meno di una discarica di un impianto senza incidere direttamente sugli interessi di un grande assistito del suo studio.
Allo stesso modo, le voglio sottoporre, molto tranquillamente, un'altra questione, che farebbe bene ad approfondire nell'interesse generale. Il consigliere regionale al quale si fa riferimento è stato direttore dell'impresa Monteco Srl - che viene difesa dal presidente della provincia - fino al giorno della sua elezione ed è consigliere di amministrazione di tale società; egli ha lanciato, prima che lo facesse il commissario, l'idea di utilizzare questi impianti, così come poi è avvenuto.
Aggiungo un altro elemento. La domanda sulla quale ho riposto molta attenzionePag. 42non ha ricevuto una risposta, perché la struttura commissariale utilizza l'Avvocatura dello Stato. La regione Puglia, che ha finanziato gli interventi, utilizza invece gli avvocati. Cosa è accaduto, fino ad oggi, in tutti i ricorsi? È successo che la regione Puglia e la struttura commissariale hanno avuto due legali: un avvocato dell'Avvocatura dello Stato per conto del commissario ed un avvocato del libero foro per conto della regione.
La sua risposta non mi convince perché in tutti i ricorsi, tra il TAR ed il Consiglio di Stato, la regione ha addirittura cambiato il proprio avvocato! In altri termini, su venti ricorsi la regione Puglia ha cambiato diciannove avvocati, mentre su uno gli è «sfuggito»! Qual è questo ricorso? Quello relativo all'impresa alla quale ho fatto riferimento!
Sono tutte circostanze e coincidenze che io evidenzio alla sua attenzione perché sono alla base del problema, così come lo è la valutazione di impatto ambientale alla quale ha fatto riferimento. Non è così, perché si è seguito per un impianto di un privato una procedura «veloce», durata 7 giorni, mentre per tutti gli altri impianti oggetto delle gare alle quali ha fatto riferimento non è bastato un anno e mezzo per completare l'iter della procedura di valutazione di impatto ambientale! Anche questo, allora, rappresenta un elemento che suscita grande preoccupazione.
Vi è un'altra questione. In questo caso, si tratta di una competenza diretta del Governo, perché lei ha detto che la protezione civile destinerà 2 milioni di euro - si dice che saranno 4 e forse se ne chiederanno 9: non lo so, mi attengo alla cifra di 2 milioni di cui lei ha parlato - per finanziare un intervento: si tratterebbe del trattamento dei rifiuti in un impianto senza che ve ne sia bisogno.
Vorrei infatti dirle, in modo che anche ciò rimanga agli atti per i prossimi giorni, che il termine di scadenza del regime transitorio della normativa sulle discariche di cui al decreto legislativo n. 36 del 2003 è stato prorogato dalla legge finanziaria per il 2007, approvata il 20 dicembre 2006 e pubblicata il 27 dello stesso mese.
Lei sa cosa è accaduto? Il 21 dicembre, vale a dire il giorno dopo, il commissario ha firmato l'ordinanza alla quale lei ha fatto riferimento (l'ordinanza n. 51), sostenendo - lo ricordo perché lo abbiamo ascoltato - che non sapeva che vi era tale proroga, che immaginava che non avrebbe potuto essere disposta (segnalo che noi l'avevamo già approvata) e che firmava tale ordinanza considerando che la proroga non era stata stabilita. È accaduto che, a partire dal 28 dicembre - vale a dire, il giorno dopo la pubblicazione della legge finanziaria -, si è deciso di conferire i rifiuti a tale impianto: non le sembra molto strano e curioso?
Peraltro, non le sembra curioso che si utilizzi detto impianto quando in tutta la regione, invece, i rifiuti giungono in discarica «tal quali», a differenza di questo? La conseguenza è che la protezione civile, paradossalmente - qui la chiamo in causa, così come chiamo in causa il Governo e direttamente la protezione civile -, stanzia due milioni di euro, o forse di più, per coprire i maggiori costi! Sa quali sono questi maggiori costi? Sono quelli sostenuti per portare i rifiuti di quarantasette comuni a Poggiardo per utilizzare tale impianto: unica situazione in tutta la regione!
Sa, quindi, dove vanno a finire questi soldi? Vanno ad aumentare ingiustificatamente i pagamenti a favore dell'azienda di cui sopra: quella difesa da uno studio legale, quella autorizzata da un incontro in prefettura tra il commissario e il presidente della provincia, quella che ne ha un beneficio che potrebbe essere coperto o con le risorse finanziarie della protezione civile o con la triplicazione, solamente per quarantasette comuni, della tariffa per lo smaltimento dei rifiuti!
Allora, signor sottosegretario, dopo averle posto problemi seri, le rammento che, come ho accennato in precedenza - e voglio ribadirlo in chiusura della mia replica -, i sindaci dei comuni di Grottaglie e Fragagnano o hanno mandato via i camion con la spazzatura (il primo) o li hanno fatti accedere alla discarica (il secondo), a condizione, però, che i carabinieriPag. 43del NOE prelevassero un campione al fine di verificare la natura del rifiuto trattato.
Perché ho voluto dirle queste cose, signor sottosegretario? Ebbene, le sembra normale che si autorizzi un impianto privato senza che sia stata fatta, preventivamente, la sperimentazione? Non è vero, poi, quanto ha affermato poc'anzi - per meglio dire, quanto le hanno riferito - signor sottosegretario. Infatti, se verificherà, si accorgerà che nell'interpellanza è scritto che i sindaci dei bacini interessati hanno espresso un giudizio negativo sull'utilizzo dell'impianto. Ciò nonostante, cinque giorni dopo è stato pubblicato l'avviso del commissario delegato, che dava alle ditte interessate soltanto dieci giorni di tempo per far conoscere la loro volontà (ed è risultata aggiudicataria l'azienda che ho già indicato).
Mettendo insieme i predetti fatti, ne traggo la seguente considerazione finale: le risorse della Protezione civile vanno utilizzate per le esigenze reali, per le situazioni che potrebbero diventare esplosive. Aggiungo, altresì - consegno a lei questa ulteriore considerazione, signor sottosegretario -, che il Dipartimento della protezione civile, in questi giorni, dovrà seguire con attenzione quanto sta accadendo, anche perché, da ieri ad oggi, sono intervenute tante novità. In una situazione di caos generalizzato, camion pieni di rifiuti vanno di qua e di là sul territorio della regione!
Come può vedere, signor sottosegretario, sono in gioco interessi enormi, che non sono estrapolati dal contesto locale, amministrativo, politico e, in alcuni casi, professionale, ma sono ad esso molto legati.
Allora, signor sottosegretario, desideriamo consegnare alla sua attenzione la seguente riflessione: la cosa migliore sarebbe che il Governo e il Dipartimento della protezione civile leggessero con attenzione il resoconto stenografico del dibattito svoltosi oggi. Ritengo, infatti, che la presentazione di una nuova interpellanza, di contenuto analogo, farebbe perdere tempo a noi ed a lei: conoscendo le procedure, posso immaginare che lei chiederebbe notizie, che le amministrazioni interessate le indicherebbero tutta una serie di questioni non rispondenti al vero e che io ascolterei con ritardo, forse, in occasione della trattazione dell'interpellanza, ciò che sarebbe già emerso dal «dibattito» svoltosi, nel frattempo, sui giornali!
Perciò, è importante sapere se il Governo sia consapevole del livello di gravità della situazione. È vero che la gestione commissariale e le competenze sono territoriali; tuttavia, il Governo non dimentichi mai che l'azione del commissario e tutto quello che ho riferito sono frutto di un'ordinanza commissariale che consente al commissario medesimo di muoversi in deroga a tutte le leggi: è da questo punto che bisogna partire!
Nel consegnare le nostre considerazioni alla sua riflessione, signor sottosegretario, ribadiamo che non ci riteniamo affatto soddisfatti, perché i problemi da noi indicati rimangono senza risposta alcuna (soprattutto quelli che presentano interrelazioni molto preoccupanti...). Vi chiediamo di effettuare le dovute verifiche, perché dovremo interrogarci tutti al riguardo (e, soprattutto, dovremo interessarci tutti dei problemi indicati). Temo che la questione sollevata potrà creare molti problemi al territorio della nostra regione.
Confido nell'unico elemento positivo emerso dal confronto odierno, vale a dire nella sensibilità del sottosegretario, al quale chiediamo di comprendere la gravità della situazione e di sensibilizzare nel modo giusto le istituzioni alle quali spetta intervenire. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).