Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Si riprende la discussione (ore 11,19).
(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame del subemendamento 0.1.503.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, desidero esprimere l'apprezzamento mio e del gruppo per la saggezza che hanno dimostrato, ieri, il Parlamento ed il Comitato dei nove e, oggi, la Commissione, proponendo il subemendamento 0.1.503.3 in esame. È stato saggio fare affidamento sulla persuasione che il Comitato avrebbe tenuto conto delle indicazioni emerse in Assemblea ed avrebbe formulato una proposta accettabile. Quindi, abbiamo fatto bene, ieri, a chiedere e a votare per l'accantonamento. Oggi, la Commissione ha dimostrato di avere recepito ampiamente le indicazioni del Parlamento formulando un subemendamento che noi condividiamo totalmente, anche perché la retribuzione base è quella del presidente di sezione della Corte di Cassazione, alla quale è in qualche modo collegata anche l'indennità dei parlamentari.
A tale proposito, desidero porgere ai colleghi i dati, fornitimi dal mio capogruppo (il quale li ha ottenuti, a sua volta, dal Ministero), relativi alla retribuzione lorda, mensile ed annuale, del presidente di sezione della Corte di cassazione: la retribuzione mensile è di 10.194 euro, che, moltiplicato per tredici mensilità, dà un ammontare annuo di circa 131 mila euro. Mi sembra una retribuzione giusta, adeguata e, secondo noi, opportunamente inferiore a quella che era stata elaborata in un primo tempo. Ci sarà, evidentemente...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Palomba se la interrompo, ma devo invitare i colleghi a contenere il brusio perché molti non riescono ad ascoltare l'oratore.
Prego, onorevole Palomba.
FEDERICO PALOMBA. Dicevo, signor Presidente, che, poiché c'è una decurtazione, una riduzione (sia pure entro limiti di grande dignità) della retribuzione dei componenti della Commissione nazionale, ci sarà, evidentemente, a rendiconto, una differenza rispetto alla somma prevista; tuttavia, non ci saranno problemi, perché la differenza potrà essere stornata e restituita.
Sta di fatto che il subemendamento proposto dalla Commissione è determinatoPag. 11da una scelta di grande saggezza, che noi condividiamo. Inoltre, esprimiamo grande soddisfazione ed apprezzamento per l'importante lavoro svolto dal presidente Violante e da tutta la Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, desidero soltanto puntualizzare taluni aspetti e svolgere alcune considerazioni che ritengo utile sottoporre all'Assemblea in vista di un voto sul subemendamento in esame che già annuncio essere favorevole.
La prima considerazione riguarda una questione di forma. Premesso che, con assoluta correttezza, ci conformeremo alle decisioni assunte dai nostri rappresentanti nel Comitato dei nove - del resto, non casca il mondo se faccio notare che ieri c'è stato, in quest'aula, un momento di particolare agitazione e tensione, quando si è registrata una condivisione dei criteri che il mio subemendamento aveva proposto più trasversale di quella che era prevista -, sarebbe stato opportuno, a mio avviso, anche sul piano della correttezza, lasciare un briciolo di spazio alla possibilità di consultare quanto meno i presentatori (anche in questo caso, trasversali) del predetto subemendamento.
È chiaro che il criterio generale secondo il quale i componenti della Commissione nazionale non vanno strapagati è stato recepito. È altrettanto chiaro che siamo ben distanti da quello che si era detto.
Un ulteriore aspetto da precisare concerne il fatto che la legge la quale stabilisce il trattamento economico dei parlamentari dispone che le quote mensili vengono determinate dagli Uffici di Presidenza delle due Camere in misura tale da non superare il dodicesimo del trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di sezione della Corte di cassazione ed equiparate. Secondo me, male ha fatto il legislatore a non accordarle direttamente - ogni volta che c'è un aumento, c'è il finimondo su tutti i giornali -, perché la retribuzione dei parlamentari finisce per essere più bassa di quella dei presidenti di sezione della Corte di cassazione.
Di più, signor Presidente: all'interno di questa retribuzione ci sono da calcolare un paio di voci, che valgono 2 o 3 mila euro, quali l'assegno di solidarietà e l'assegno per la sanità, che evidentemente incidono per una certa parte.
Come tutti sappiamo, la nostra retribuzione ammonta a circa 5 mila euro netti: non è, certamente, una retribuzione bassa. Tuttavia, credo che la Presidenza, anche rispetto all'approvazione di un ordine del giorno sulla tutela dell'immagine di questa Camera, si debba adoperare, affinché questo dato sia conosciuto nella sua precisa entità e non nell'ammontare enormemente difforme che si legge sui giornali.
Ciò detto, signor Presidente, credo che in questo momento ci troviamo di fronte a due alternative: votare a favore di questo subemendamento, che comunque segue la linea di quello da noi precedentemente presentato; oppure, esprimere un voto contrario. In questo caso, si tornerà alla norma iniziale, che fissa un ammontare estremamente più oneroso rispetto a questo.
Pertanto, con riferimento al criterio del male minore, prendendo atto dell'assoluta impossibilità di ottenere, per motivi di forma, una giustizia sostanziale, non essendovi la possibilità di presentare un subemendamento, ritengo che questo sia comunque un risultato. Per queste ragioni, esprimerò un voto favorevole sul subemendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Elia. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, credo che bisogna avere molto rispetto per il lavoro che i colleghi svolgono nelle Commissioni competenti, lavoro relativo ai provvedimenti che giungono in Assemblea. Credo anche che bisogna avere altrettantoPag. 12rispetto per il lavoro che i colleghi svolgono in quest'aula.
Se ieri si è aperta una discussione su un subemendamento che noi de La Rosa nel Pugno abbiamo condiviso - mi riferisco a quello del collega Brigandì - credo ciò sia servito a perfezionare un provvedimento che condividiamo.
Quelli della democrazia non sono costi su cui si possono concedere sconti, tanto più se stiamo parlando dell'istituzione di una Commissione volta a monitorare e tutelare il rispetto dei diritti umani nel nostro Paese. Quindi, nessuno sconto su questo!
Mi è dispiaciuto ieri ascoltare - anche se non manifestati pubblicamente - reazioni e commenti di colleghi che ci accusavano di aver fatto una mossa demagogica, ossia di aver aperto una discussione relativa ai costi della politica. Un conto sono i costi della politica - che spesso sono costi dell'antipolitica e dell'antidemocrazia - un conto sono i costi della democrazia. Questo provvedimento rientra nei costi sostenibili della democrazia.
Il dibattito di ieri, che abbiamo sollecitato con una dichiarazione di voto anche sul subemendamento del collega Brigandì (che, personalmente, ho anche sottoscritto per consentire il raggiungimento della quota dei 30 deputati necessari affinché lo stesso potesse essere depositato), ci ha aiutato a migliorare un punto incerto del provvedimento in esame.
Ora, lo stipendio dei membri della Commissione nazionale è stato parametrato in maniera precisa a quello del presidente di sezione della Corte di cassazione. Credo che, quantomeno, questo punto sia stato precisato; non so se abbiamo dimezzato o ridotto di un terzo l'ammontare di quello che sarebbe potuto essere nella sua imprecisione lo stipendio dei membri della Commissione. Ora, però, c'è un paletto a cui riferirsi e di ciò siamo contenti. Nessuna iniziativa demagogica, ma la certezza del diritto anche nell'esercizio di una funzione importante per la democrazia del nostro Paese!
Per questo motivo, La Rosa nel Pugno esprimerà un voto favorevole sul subemendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole dei Verdi sul subemendamento 0.1.503.3 della Commissione, che in sede di Comitato dei nove, nella riunione tenutasi ieri sera, abbiamo condiviso all'unanimità.
Inoltre, intendo ricordare a qualche collega dell'opposizione, che se lo è dimenticato, che nella scorsa legislatura è stata approvata dal Parlamento una legge elettorale totalmente nuova, per la Camera e per il Senato, in base a due emendamenti della maggioranza di centrodestra di allora e in base ad una serie di subemendamenti condivisi solo dalla suddetta maggioranza, sui quali ci è stato formalmente vietato di presentare in qualità di opposizione ulteriori subemendamenti.
Quindi, l'intera legge elettorale, sulla cui base è stato eletto questo Parlamento, è stata approvata in base a due maxiemendamenti e ad una serie di subemendamenti esclusivamente presentati dalla maggioranza di centrodestra. In ogni caso, questa è una discussione che potremo riaprire in sede di Giunta per il regolamento.
Confermo comunque il voto favorevole dei Verdi sul subemendamento in esame (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la vicenda si conclude in maniera abbastanza paradossale e sulla stessa il nostro gruppo preferisce rimanere in compagnia della propria coerenza.
Intanto, il fatto che sia previsto un limite è un bene perché, se venisse menoPag. 13il subemendamento, non sarebbe previsto alcun tetto; pertanto, sarebbe assurdo esprimere un voto contrario sullo stesso.
Tuttavia, il fatto che si preveda un'indennità che aumenta e non diminuisce è dimostrato da una considerazione semplicissima. Il mio emendamento 1.17 prevedeva la diminuzione dell'onere complessivo per le indennità da 2.340.000 euro a 1.340.000 euro. Ciò sulla base del presupposto che la compagine sarebbe stata dimezzata da otto a quattro membri.
Poiché l'emendamento della Commissione 1.503 prevede pedissequamente ciò che stabilisce il mio emendamento, pur dimezzando il numero dei componenti l'onere resta lo stesso. Pertanto, anche il più sprovveduto comprende che stiamo preconizzando un aumento e non certo una diminuzione dell'indennità. Quindi, messi di fronte alla propria coerenza, non si può esprimere un voto favorevole sul presente subemendamento.
Concludo col dire che l'onorevole Violante, come sempre assai abile nell'argomentare, insiste nell'affermare che vi è lo sbarramento del subemendamento perché su di esso si raggiunge un accordo. Tuttavia, come affermato dal collega Cota, se vi è un subemendamento interamente sostitutivo della formulazione di un precedente testo, solo astrattamente si può parlare di un subemendamento, in quanto in realtà si tratta di un emendamento ex novo.
Per questa ragione, che non è minimamente preconcetta, ma che ho dimostrato con cifre alla mano - e se qualcuno le può smentire lo prego di farlo -, anche a costo di votare da soli insieme alla nostra coerenza, per rispetto dell'opinione pubblica e di ciò che abbiamo affermato ieri, noi tuttalpiù possiamo astenerci.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amici. Ne ha facoltà.
SESA AMICI. Signor Presidente, a nome del gruppo dell'Ulivo, annuncio il voto favorevole sul subemendamento 0.1.503.3 della Commissione. Questo voto è non soltanto sorretto da convinzione ma anche utile a ristabilire, in questa fase abbastanza concitata del nostro dibattito, la chiarezza su alcuni criteri che credo debbano, non soltanto informare il prosieguo della discussione di questo testo, ma costituire una regola di ordine generale. Nella giornata di ieri non abbiamo proceduto alla votazione del subemendamento Brigandì 0.1.503.2 e non avendo proceduto a quel voto ci siamo assunti una responsabilità, ma abbiamo assolto anche il dovere di tenere conto della discussione che si è aperta in Assemblea. In tal modo, si è potuto lavorare nel Comitato dei nove alla luce dell'esigenza che era stata posta in questa sede. Lo ha ricordato con grande nettezza e correttezza il presidente Violante. Ritengo, però, che spetti a ognuno di noi, quale componente del Comitato dei nove, il compito di ristabilire un reciproco rispetto.
Secondo la nostra valutazione, quella proposta emendativa poneva non soltanto la questione dell'entità dell'indennità del presidente della Commissione, stabilendo che non dovesse essere superiore a quella dei parlamentari, ma contestualmente dava avvio ad una discussione per stabilire se dovessimo riferirci ad una indennità o ad una retribuzione. Abbiamo esaminato una serie di testi e siamo giunti alla formulazione del subemendamento in esame, che in qualche modo tiene conto della sostanza della questione politica che è stata posta e permette di dire una verità che spesso viene taciuta, cioè che l'indennità dei parlamentari non ha una configurazione legislativa, essendo agganciata a quella dei magistrati con funzioni di presidente di sezione della Corte di cassazione. Al collega Benedetti Valentini è stato chiesto, come a tutti gli altri, di pronunciarsi nel merito di questa riformulazione. Abbiamo concluso la discussione stabilendo che saremmo tornati in Assemblea con un elemento di unitarietà approvato dall'intera Commissione.
Anche sulla questione da ultimo posta dal collega Benedetti Valentini riguardo alla determinazione del budget complessivo, credo che dobbiamo dire alcunePag. 14verità. Il budget complessivo necessario all'istituzione di questa commissione non riguarda esclusivamente le indennità del presidente e degli altri componenti ma è finalizzato a consentire lo svolgimento dei compiti che stiamo prevedendo e a cui questa istituzione dovrà fare fronte. Altrimenti, anche su questo avrebbe ragione il collega Benedetti Valentini. Si può anche decidere che l'istituzione di una commissione serva soltanto a prevedere un appannaggio per i suoi componenti e per il presidente. Su questo, però, L'Ulivo e l'intero centrosinistra non sarebbero d'accordo e, siccome abbiamo lavorato per tutt'altro, credo che questo sia l'elemento più convincente per votare a favore di questo subemendamento (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, nel corso della seduta di ieri ho sollevato il problema delle proposte di legge relative al garante per l'infanzia. Giustamente, la Presidenza ha risposto che questi problemi devono essere affrontati in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo; non c'è dubbio al riguardo. Tuttavia, sollecito la Presidenza della Camera a fare presente in quella sede che ci sono proposte di legge relative al garante per l'infanzia sulle quali si sono pronunciati favorevolmente sia il Governo, sia l'Unione europea, sia l'ONU. Anzi, l'Italia è stata censurata più volte per non avere ancora istituito la figura del garante per l'infanzia. La Camera approverà l'istituzione del Garante per i detenuti e questo certamente è un elemento di garanzia dei diritti umani. Però, mi sembra incredibile che rimanga nei cassetti la questione del garante per l'infanzia.
Esprimerò con decisione voto contrario su questo subemendamento sia perché costituisce una alterazione dell'orientamento sul quale l'Assemblea si stava esprimendo nella giornata di ieri, sia perché non mi piacciono queste manovre generali di «soccorso rosso» che intervengono per salvare la sinistra quando è un po' in imbarazzo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, intervengo nel dibattito che si è aperto nuovamente questa mattina, per fare qualche rapida considerazione. Ritengo che il ruolo dell'opposizione possa essere svolto in maniera più adeguata attraverso posizioni di merito comprensibili.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 11,40)
ERMINIA MAZZONI. Stamattina ciò non è avvenuto, perché non ho colto, negli interventi dei colleghi, alcun elemento che potesse farmi cambiare idea rispetto alle posizioni che abbiamo assunto responsabilmente ieri nell'ambito del Comitato dei nove.
Aggiungo, peraltro, che questo tipo di atteggiamento produce unicamente una delegittimazione del Parlamento, nelle sue articolazioni funzionali, dei gruppi parlamentari, nella loro funzione di raccordo democratico nell'esercizio della funzione parlamentare, e, tra l'altro, anche dei singoli parlamentari che, a nome dei gruppi, partecipano ai lavori di tali organismi per svolgere la funzione parlamentare.
Non credo che la funzione del parlamentare si possa esaurire all'interno di quest'aula, dove si fa più rumore che sostanza, mentre, nelle Commissioni, si lavora in maniera molto più seria.
Ieri, nel Comitato dei nove, ci siamo fatti carico delle preoccupazioni rappresentate nel subemendamento dell'onorevole Brigandì e del senso del dibattito che si era sviluppato nell'aula ieri sera. In particolare, vi erano una questione politica e una di merito.Pag. 15
Per quanto riguarda la questione politica, credo che essa possa avere il suo fascino e il suo appeal, perché, attraverso quella formulazione del subemendamento, prevedendo cioè un aggancio alle indennità dei parlamentari, si rappresentava quanto ci sia di sproporzionato nella mentalità comune sui costi della politica e quanto i costi della politica, ossia le indennità e le retribuzioni dei parlamentari, siano, in effetti, molto più bassi delle indennità che invece vengono riconosciute per altre funzioni amministrative dello Stato, che rimangono nell'ombra.
Quindi, si trattava di un messaggio condivisibile, che poneva la questione politica dell'esigenza della riduzione dei costi.
Per quanto concerne la questione di merito, invece, anche ieri sera mi ero permessa di formulare delle obiezioni in relazione al subemendamento, così com'era formulato e proposto all'aula. Ritenevo, così com'è stato condiviso anche dal Comitato dei nove, che quella formulazione non fosse adeguata a raggiungere l'obiettivo della riduzione dei costi che ci proponevamo, perché vi era un riferimento improprio all'indennità dei parlamentari, che, come tutti sappiamo, non è univocamente individuabile, e vi era, inoltre, un riferimento all'indennità netta, che costituisce un dato improprio se inserito all'interno di un testo di legge.
Rispetto a questo problema, ieri sera abbiamo lavorato nel Comitato dei nove, proponendo una riformulazione del subemendamento, che riproduce esattamente la formulazione che porta ad individuare e a calcolare l'indennità dei deputati e dei senatori.
Credo che, in tal modo, abbiamo raggiunto l'obiettivo che si proponeva l'onorevole Brigandì e quello che ci proponiamo tutti quanti, ossia la riduzione dei costi. Abbiamo svolto un lavoro che oggi non merita di essere messo in discussione.
Quindi, nell'annunciare il voto favorevole del gruppo dell'UDC rispetto a questo subemendamento della Commissione, mi permetto di annunciare, riproponendo quanto già detto ieri in quest'aula, che presenterò un ordine del giorno - sperando che il regolamento della Camera me lo consenta -, per invitare il Governo, a maggior ragione dopo l'approvazione di questo subemendamento, a provvedere immediatamente al riordino delle authority, affinché si raggiunga quell'obiettivo complessivo della riduzione dei costi.
PRESIDENTE. Onorevole Mazzoni, nel ringraziarla, le segnalo che il gruppo dell'UDC ha esaurito i tempi a disposizione previsti nel contingentamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, stiamo assistendo al festival dell'ipocrisia.
Questa legge è assolutamente sbagliata, perché crea un inutile «carrozzone», che serve - lo abbiamo visto - per sistemare chi non è riuscito ad essere sistemato nel giro dei 102 sottosegretari e ministri e nel giro delle nomine governative.
Vorrei però ricordare, brevemente, ciò che è successo ieri.
Il gruppo della Lega ha presentato una proposta emendativa per contenere i costi di questo «carrozzone», per stabilire che i componenti l'Authority o la pseudo Authority non potessero guadagnare più dei parlamentari.
Ieri si è fatto ricorso ad uno stratagemma, grazie al quale è stato impedito il voto dell'Assemblea e siamo stati costretti a rinviare il seguito dell'esame del provvedimento; in seno al Comitato dei nove la maggioranza ha poi cercato di salvarsi la faccia, riproponendo, con altre parole, esattamente il nostro emendamento. Per questo abbiamo votato a favore, e non perché siamo stupidi! Le «altre parole» sono quelle contenute nel testo di legge che stabilisce l'indennità dei parlamentari. Per questo, la proposta ha avuto questa formulazione. Loro sono stati costretti ad accettare il nostro emendamento; lo ripeto, sono stati costretti!
Tuttavia...
PRESIDENTE. Onorevole Cota, la invito a concludere.
Pag. 16
ROBERTO COTA. Tuttavia, visto che non sono disattento, vorrei segnalare un errore materiale nella stesura del subemendamento. Infatti, quando si parla di «trattamento», si deve specificare che il trattamento deve essere riferito a 12 mensilità, non al «trattamento complessivo».
Segnalo che ieri, nella riunione del Comitato dei nove, - dato che sono stato attento e non sono stato lì a giocare -, il presidente Violante ha letto il testo esattamente corrispondente a quello contenuto nella legge con riferimento alle indennità parlamentari! Voglio che sia posto in votazione quel testo esatto! Perché ieri - ripeto - nella riunione del Comitato dei nove, si è letto esattamente quel testo (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo) e non il testo che oggi è stato stampato e riportato!
È così! E chiamo a testimoniare tutti componenti del Comitato dei nove (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Presidente Violante, vuole aiutarci in questa situazione?
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, ho letto testualmente sia il testo della legge sia il subemendamento. Il subemendamento in esame è stato letto a tutti e l'onorevole Cota ha detto che andava bene. È chiaro? E questo credo possano dirlo tutti i colleghi qui presenti: è stato letto il subemendamento e Cota ha detto che andava bene. Se ha cambiato idea sono fatti suoi e dei suoi rapporti con il gruppo, ma ho l'impressione che in questo Parlamento ci voglia un po' di coerenza.
Lo ripeto: il subemendamento è stato già letto come presentato in aula e Cota era d'accordo in quella sede; ora ha cambiato idea, ma questi sono fatti suoi e non credo che interessi all'Assemblea.
ROBERTO COTA. No, sono d'accordo, ma l'hai letto così!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, numerosi colleghi che sono intervenuti prima di me hanno riassunto i lavori della Commissione e del Comitato dei nove di ieri. Effettivamente, il Comitato dei nove ha recepito l'indicazione dei gruppi parlamentari e riscritto la norma; per un motivo ovvio di eleganza, abbiamo preferito non far riferimento direttamente ai parlamentari, ma alla norma che riguardava i parlamentari. Per la verità, il testo, che è stato letto in definitiva in Commissione è esattamente quello che è stato riproposto oggi, su cui Forza Italia, in sede di Comitato dei nove, ha espresso parere favorevole. Per questo, esprimeremo voto favorevole sul subemendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frias. Ne ha facoltà.
MERCEDES LOURDES FRIAS. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea sul subemendamento della Commissione, se non altro per rispetto nei confronti di una decisione che abbiamo preso collettivamente in Commissione, anche alla luce di quello che era stato il dibattito in aula di ieri pomeriggio.
Vorrei far notare che più del novanta per cento del tempo utilizzato per la discussione sull'istituzione di una Commissione per la tutela dei diritti umani e per le garanzie delle persone private della libertà, è stato impiegato in realtà per una discussione di carattere prettamente economicista. Si potrebbe pensare che, in fondo, siamo tutti d'accordo sulla sostanza, ma temo che non sia così e l'intervento dell'onorevole Cota lo conferma. Vi sono persone che pensano sia inutile; ovviamente è nel diritto di ognuno di noi pensarla come ci pare, ma è stato utilizzato a pretesto un problema serio per cercare di demolire la sostanza di un provvedimento che molti di noi ritengono sia fondamentale per il paese.
Dunque, vi sono grandi problemi di costi della politica, della burocrazia e dellaPag. 17pubblica amministrazione che vanno affrontati nella sede opportuna; in questo senso, salutiamo con favore l'annuncio della collega dell'UDC sull'atto di indirizzo che il suo gruppo intende presentare, e penso che dobbiamo muoverci in questo senso. In ogni caso, non possiamo sistematicamente travisare la sostanza della questione che stiamo discutendo, utilizzando argomentazioni di questo tipo.
Penso che molti colleghi potranno dire alla loro base, al loro elettorato, quanto tali argomentazioni siano state determinanti per moralizzare la politica: sono comunque dell'idea che ci sia molta poca serietà in tutto questo. Infatti, la questione dei costi della politica va affrontata integralmente - magari partendo da noi stessi -, evitando di utilizzare pretestuosamente uno strumento fondamentale anche per la civiltà e la qualità della democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo, Verdi e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Adenti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO ADENTI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole, da parte del gruppo Popolari-Udeur, sul testo riformulato dalla Commissione. Confermo che quest'ultimo è stato condiviso all'unanimità e che si tratta di una apprezzabile soluzione, la quale, a nostro parere, lancia alcuni messaggi che debbono sicuramente essere raccolti. Mi riferisco alla revisione, al riordinamento delle authority, anche dal punto di vista del trattamento economico, ed al rigore economico, elemento che, a mio parere, è stato comunque tenuto in debita considerazione dal provvedimento in esame: ciò, tra l'altro, si potrà rilevare dal prosieguo del dibattito.
Nel corso della lunga - troppo lunga - discussione di questa mattina, è emerso ancora un problema regolamentare, per cui auspichiamo si metta mano anche al regolamento della Camera, al fine di renderlo più snello ed efficace.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente intervengo per annunciare anche il voto favorevole del gruppo al quale appartengo sul subemendamento in esame: è necessario, comunque, fare alcune considerazioni. In primo luogo, mi riferisco ai colleghi della Lega Nord, in particolare all'onorevole Cota. Abbiamo firmato insieme un subemendamento e insieme lo dovevamo ritirare, quindi riteniamo che sia stato fatto uno sgarbo al nostro gruppo.
A parte questo, ho sentito l'intervento dell'onorevole Mazzoni per l'UDC, ma ho anche ascoltato il suo intervento di ieri che rileggo: «Al momento credo che la formulazione recata dal testo del provvedimento in esame sia la migliore, peraltro non potrà subire le conseguenze positive di una eventuale revisione dell'indennità relativa a tutte le altre authority, vale a dire a tutti quanti gli organismi similari; pertanto, preannuncio il voto contrario del gruppo UDC». Stiamo parlando dell'unico gruppo che si è schierato contro quella proposta emendativa, tant'è che se oggi abbiamo a che fare con il subemendamento della Commissione, condiviso praticamente da tutti, lo dobbiamo al dibattito e non certamente ad un gruppo che si era già schierato contro a prescindere.
Noi ci complimentiamo, poiché a volte si può cambiare idea in meglio. Si trattava di una considerazione che dovevo fare perché ieri, attraverso gli interventi dell'onorevole Brigandì e del sottoscritto, siamo arrivati a questo subemendamento; ciò, perché ci abbiamo creduto lottando fino in fondo ed oggi, al riguardo, c'è una larga condivisione.
L'onorevole Violante mi deve permettere un'ultima considerazione; egli è molto abile, capace e preparato, sicuramente collocato una spanna sopra tutti noi. In ogni caso, non mi è piaciuta una sua considerazione che, tra l'altro, ha portato ad un applauso dell'Unione, anch'esso non gradito. Egli ha sostenuto che il primatoPag. 18della politica non si misura su mille euro; io dico che il primato della politica si misura anche su mille euro: basti pensare ai milioni di italiani che percepiscono molto meno di quella cifra non riuscendo per questo ad arrivare a fine mese. Credo che il primato della politica si misuri anche su cento euro se tale cifra va a finire nelle tasche giuste, è questo il nostro compito. Quindi, anche quando riusciamo a risparmiare un euro abbiamo svolto il nostro compito ed oggi, grazie alla nostra proposta emendativa, abbiamo svolto il nostro dovere di parlamentari (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel confermare il voto di astensione preannunciato dall'onorevole Benedetti Valentini, per le ragioni di tutta evidenza che sono emerse anche in quest'ultima parte del dibattito, vorrei tranquillizzare la collega Frias, con la quale concordo sulla prima parte del suo intervento, perché credo che su questo provvedimento (non sul subemendamento) non vi sarà il voto contrario di nessuno dei gruppi della maggioranza, né dell'opposizione, perlomeno del gruppo di Alleanza Nazionale. Tuttavia non bisogna trovare un alibi per non capire quello che è successo politicamente in quest'aula su questo provvedimento.
Non è un caso che il Governo su questo provvedimento sia caduto, e ciò è capitato solo tre volte dall'inizio della legislatura. È caduto non sul merito, cioè sulla tutela, della quale possiamo discutere nelle forme, ma è caduto su un dato che noi abbiamo denunciato, cioè sul tentativo di cavalcare questo importantissimo argomento per farne terreno di spartizione delle poltrone (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale). Credo che questo dato sia un dato politico di fondo, che non va certo ad onore di chi, approfittando o utilizzando impropriamente un argomento così sensibile, spera di sistemare una maggioranza che si dimostra del tutto traballante (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.503.3 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 420
Astenuti 70
Maggioranza 211
Hanno votato sì 414
Hanno votato no 6).
Prendo atto che il deputato Marinello non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.503 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi auguro che con questo voto, almeno per questa mattina, chiudiamo una parte dell'argomento, cioè quella che attiene agli oneri e alle spese, che non è affatto una parte secondaria. Si tratta infatti di una parte incisiva - ieri non abbiamo parlato a vuoto -, e questo non per sottovalutare la portata del merito, tutt'altro.
Prima di fare la mia dichiarazione di voto sull'emendamento in esame, chiedo in primo luogo alla Presidenza di valutare se non sia il caso di posticipare l'esame di questo emendamento a quando esamineremo l'articolo 18, perché le conseguenze del voto, come il Presidente può vedere, ricadono, per la maggior parte addirittura, appunto sull'articolo 18. Se risultasse approvatoPag. 19questo emendamento, poi tutti gli emendamenti al successivo articolo 18 resterebbero completamente tagliati fuori.
Mi chiedo quindi se questo voto non debba essere posticipato per l'appunto all'esame della conclusiva norma sulla copertura finanziaria. Se su questo punto la Presidenza intende pronunciarsi, io mi esimerei anche dal motivare il voto sull'emendamento stesso, se invece si ritiene che questa richiesta non sia accoglibile, allora mi pronuncerò sul voto di questo emendamento.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Vorrei specificare che l'emendamento 1.503 (Nuova formulazione) della Commissione è il risultato della condizione posta nel parere espresso dalla Commissione bilancio. Così ci è stato proposto e così noi ci siamo adeguati. Precedentemente si trattava di due emendamenti distinti; adesso quello al nostro esame è frutto della condizione posta ieri dalla Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Avverto i colleghi che, dall'eventuale approvazione dell'emendamento 1.503 della Commissione, secondo la nuova formulazione, risulterebbero assorbiti gli emendamenti Benedetti Valentini 1.17 e l'emendamento 1.500 della Commissione; risulterebbero altresì preclusi gli emendamenti Cota 1.15 e tutte le altre proposte emendative riferite all'articolo 18, ad eccezione dell'articolo medesimo, che invece sarà regolarmente posto in votazione. Ciò è conseguenza di una evidente e chiara decisione della Commissione e del Comitato dei nove di presentare l'emendamento riferito all'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, non ne facciamo una questione fondamentale, ma è comunque corretto farla presente. Siamo pronti a passare al voto, ma mi sembra comunque corretto segnalare il problema dell'assorbimento dei successivi emendamenti. È giusto che i deputati sappiano che dell'articolo 18 non si parlerà più che si procederà direttamente alla sua votazione.
Con estrema sintesi faccio presente che non possiamo votare a favore dell'emendamento 1.503 della Commissione, non soltanto perché in qualche modo esso ha recepito in maniera strumentale solo una parte, per le ragioni che ho già detto, aumentando in sostanza le indennità, ma anche perché in esso non viene accolto l'emendamento, che avevo presentato insieme ad altri colleghi del gruppo, volto ad abbattere l'onere complessivo di 6 milioni 990 mila euro fino ad una cifra pari a 4 milioni di euro. La nostra motivazione fondamentale è che questo organismo debba essere asciutto, snello, a costi bassi e si debba occupare dei casi gravi, perché delle singole posizioni di diritto soggettivo si devono occupare la magistratura di sorveglianza, che non deve essere privata dei propri compiti, o le autorità amministrative.
Si va quindi ad un'ampliamento delle funzioni, che porterà ad un depotenziamento e ad un'inflazione sostanziale del ruolo della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani. Per questa ragione, che è di sostanza e non solo di carattere economico, voteremo contro l'emendamento della Commissione, che riguarda in maniera essenziale il finanziamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.503 (Nuova formulazione) della Commissione, come subemendato, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 489
Votanti 476
Astenuti 13
Maggioranza 239
Hanno votato sì 402
Hanno votato no 74).
Prendo atto che il deputato Laratta ha espresso erroneamente un voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.
Come già preannunciato, sono conseguentemente assorbiti gli emendamenti Benedetti Valentini 1.17, l'emendamento 1. 500 della Commissione ed è precluso l'emendamento Cota 1.15 nonché tutte le proposte emendative riferite all'articolo 18.
Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Vorrei soltanto dire che voteremo contro l'articolo 1, così come formulato, perché riteniamo che questo sia l'articolo centrale, che individua la composizione della Commissione, che, come ho già specificato nell'intervento di poco fa, risulta essere un inutile carrozzone, che non ha alcuna utilità pratica, se non quella di sistemare gli «amici degli amici», ossia persone che non si è riuscito a sistemare nel Governo, tra i centodue ministri e sottosegretari, o con altri incarichi di sottogoverno.
Allora, bisogna costituire un organismo con competenze che, per certi versi, sono molto fumose e, per altri versi, si intersecano e si sovrappongono alle funzioni della magistratura di sorveglianza.
Per questo motivo, riteniamo che l'inutilità dell'organismo e la sua sovrabbondanza motivino il nostro voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, intervengo soltanto per annunciare il voto favorevole del gruppo dei Verdi sull'articolo 1 , che è quello che dà l'impronta a tutto il provvedimento. Noi stiamo istituendo la Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani, che avrà anche una sezione specializzata per la tutela dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale. Io credo sia semplicemente indecente quello che abbiamo ascoltato poco fa, vale a dire che si tratti di un carrozzone per sistemare qualcuno. Fra l'altro, la composizione della Commissione - ovviamente - sarà paritetica fra le persone indicate sia dalla maggioranza che dall'opposizione. Ma, soprattutto, assolveremo ad un compito, ad una responsabilità nei confronti dell'Assemblea delle Nazioni Unite che ha sollecitato tutti gli Stati ad istituire un organismo analogo fin dal 1993. E l'Italia era rimasto l'unico paese in tutta Europa a non averlo ancora fatto.
Quindi, ciò che abbiamo sentito in precedenza è semplicemente - lo ripeto - indecente rispetto all'importanza della Commissione che stiamo istituendo. Confermo pertanto il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 435
Astenuti 55
Maggioranza 218
Hanno votato sì 411
Hanno votato no 24).
Prendo atto che i deputati Alessandri e Simeoni non sono riusciti a votare.
Prendo atto altresì che il deputato Sgobio si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.Pag. 21
Secondo quanto convenuto nella riunione di ieri della Conferenza dei presidenti di gruppo, essendo stato votato l'articolo 1, rinvio il seguito del dibattito ad altra seduta.