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Sull'ordine dei lavori.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Presidente, come lei sa, sono due giorni che il nostro gruppo sollecita qualcosa che non ci saremmo mai aspettati di dover ancora sollecitare adesso, alle ore 15.
È da ieri che, in tutte le agenzie di stampa, sui giornali e nelle televisioni, si parla della importantissima operazione di polizia e di magistratura che ha reso possibile l'arresto di quindici brigatisti, un'operazione vasta, profonda, che ha interessato diverse regioni del nostro paese; e sembra altresì, secondo le notizie che, più estesamente, sono state diffuse, anche da ambienti governativi, che fossero in corso di avanzata preparazione operazioni nei confronti del presidente del primo partito del nostro paese, di direttori di giornali, di professori universitari, di sedi di importanti aziende del ramo televisivo.
Ebbene, Presidente, quando vi è una minaccia, un intendimento così grave da parte del terrorismo, è tradizione che il Governo venga immediatamente a riferirne in Parlamento. E, quindi, non ci saremmo aspettati, Presidente, che sulla nostra richiesta vi fosse uno strano tergiversare, uno strano silenzio, poiché immaginavamo che tale sensibilità fosse presente nel ministro dell'interno, che conosciamo essere persona intelligente e abituata alle pratiche parlamentari.
Oggi circola, invece, Presidente, una notizia che ci preoccupa ancora di più, confermata da una comunicazione resa dal Governo alla Conferenza dei capigruppo al Senato, e cioè che tali comunicazioni sarebbero rese dal Governo non oggi, ma addirittura giovedì, alla fine dei lavori parlamentari, e non dal ministro dell'interno, come è, ovviamente, assolutamente necessario, ma dal viceministro Minniti.
Ecco, Presidente, per quanto ci riguarda, nel caso fosse vera tale indiscrezione, tale notizia che circola, e che pare ci debba essere comunicata domani mattina in sede di Conferenza dei capigruppo, noi esprimiamo la nostra più totale insoddisfazione, la nostra amarezza anche per il disprezzo che in questo modo il Governo mostra nei confronti del Parlamento. Quando si verificano questi fatti, Presidente, le forze politiche - è stato autorevolmente ricordato - non debbono dividersi, ma non debbono dividersi non nel segreto delle stanze o nei corridoi, ma davanti al paese.
È quindi opportuno che il Governo venga al più presto in Parlamento, che queste comunicazioni vengano rese oggi davanti alla Camera dal ministro dell'interno e che ciò avvenga in diretta televisiva, Presidente, perché questo è l'unico modo utile a far conoscere nella sede propria, istituzionale, quella del Parlamento, a quale punto di concretezza sia arrivata questa gravissima minaccia terroristica e quale sia la situazione attuale; ancora poche ore fa, vi è stata una rivendicazione al Corriere della sera e, sempre poche ore fa, è giunta una lettera minatoria ad un funzionario della regione Lazio che si occupa delle garanzie dei detenuti a Roma, per cui, Presidente, le notizie che ci giungono sono francamente preoccupanti.
Noi riteniamo che non sia possibile far finta di nulla; se il Governo intende farlo, non intendiamo farlo noi, e avremmo - come dire? - un certo disagio a proseguire nella normalità dei nostri lavori parlamentari senza aver ricevuto un'adeguata risposta da parte della Presidenza, certo non sua personale, sull'ora in cui il ministro dell'interno Amato intende venire a fare il suo dovere di riferire al Parlamento Pag. 29(Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
ANNA TERESA FORMISANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su quale argomento?
ANNA TERESA FORMISANO. Intendo intervenire su un'altra questione concernente l'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Allora, le darò la parola successivamente.
MARCO BOATO. Chiedo di parlare sullo stesso argomento sul quale è intervenuto il collega Elio Vito.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, voglio evitare qualunque accenno polemico rispetto a ciò che ha affermato il collega Elio Vito; tuttavia, mi associo - anche se so che è stata convocata per domani mattina la Conferenza dei presidenti di gruppo - alla richiesta testé avanzata.
Non è detto che ciò debba avvenire oggi stesso, ma vorrei che tempestivamente, il più presto possibile, il Governo venga a riferire in Parlamento. Ciò, ovviamente, nel pieno rispetto dell'autonomia della magistratura, poiché vi è un'inchiesta in corso che si trova in una fase ancora molto «calda».
Sono convinto anch'io, comunque, che sia opportuno che venga resa una comunicazione al Parlamento da parte del Governo, compatibilmente con i suoi impegni istituzionali (che sinceramente non conosco). Se il ministro dell'interno si trova qui a Roma, ed è possibile che partecipi all'attivazione di questo rapporto con il Parlamento, ritengo opportuno anch'io che sia egli stesso a riferire alle Camere.
Lascerei stare, Presidente, i discorsi sulla diretta televisiva perché, come lei sa - ahimè - abbiamo una lunga esperienza di tempestivi interventi da parte del Governo, attraverso i vari ministri dell'interno pro tempore, ma ciò non è mai avvenuto con dirette televisive, le quali possono dare un altro significato a ciò che, invece, è solo un rapporto tempestivo tra Esecutivo e Parlamento rispetto ad una situazione assai difficile e delicata.
Pertanto, mi associo alla richiesta formulata, ma usando un tono un po' più «dialogico» rispetto al ruolo della Presidenza della Camera, che dovrà farsi tramite, se lo ritiene, di tale richiesta presso il Governo. Esso, ovviamente, dovrà tempestivamente rispondere ad una sollecitazione alla quale, come già detto, anch'io mi associo.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei innanzitutto far notare a lei ed ai colleghi che, per fortuna, affrontiamo questo argomento a fronte di un'iniziativa della magistratura e delle forze dell'ordine che ha consentito di evitare che si perpetrassero tragedie. Ricordo che in altri momenti, purtroppo, ci siamo trovati in quest'aula a dover chiedere al Governo di rendere informative su fatti già accaduti.
Quindi, da parte nostra, desideriamo approfittare di questa occasione per rivolgere innanzitutto un ringraziamento ed un plauso alle forze di polizia, alle forze dell'ordine ed alla magistratura, che ci consentono di poter chiedere all'Esecutivo di rendere un'informativa al Parlamento in un momento ed in un contesto diversi da altri.
Ovviamente anche noi, signor Presidente, ci associamo alla richiesta avanzata dal presidente Elio Vito, poiché anche il nostro gruppo, naturalmente, aveva rappresentato l'esigenza di far intervenire il Governo in Assemblea per riferire in ordine a tale questione. Lasciatemi francamente dire che, in talune occasioni, non si capiscono, soprattutto nell'ambito di questo contesto, alcuni toni ed alcune polemiche assolutamente gratuiti.Pag. 30
Penso che il ministro dell'interno ed il Governo siano assolutamente consapevoli dell'esigenza di informare il Parlamento nei limiti massimi del dettaglio cui si può arrivare, tenendo conto, ovviamente, che si tratta di un'inchiesta che non è sicuramente partita ieri, ma è tuttora in corso. Ciò, quindi, obbligherà necessariamente il ministro a tenere conto anche di elementi di riservatezza, che non saranno riferibili.
Ritengo giusto soprattutto che, di fronte ad una questione così importante, la risposta - che anch'io auspico venga resa dal ministro - non sia magari improvvisata, ma sia in grado di contenere tutti gli elementi che è possibile fornire al Parlamento e, attraverso di noi, al paese.
Credo, dunque, che il Governo, sapendo perfettamente quale sia l'urgenza dell'informazione che deve dare, conosca anche i tempi più adeguati per rendere un'informativa seria, dettagliata al massimo ed in grado di fornire effettivamente risposte che possano rasserenarci rispetto ad una situazione che, indubbiamente, desta grande preoccupazione (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, mi associo alle parole pronunciate dal presidente Elio Vito, rivolgendo una raccomandazione sia alla Presidenza, sia ai colleghi parlamentari.
Rispetto ai fatti accaduti, diffusi dai giornali e dalle televisioni, risulta singolare il fatto che il Parlamento venga considerato l'ultimo termine di una «filiera» di informazioni. Sui giornali, infatti, vengono addirittura riportati, con la pubblicazione di intercettazioni telefoniche, alcuni confronti o dialoghi tra terroristi e presunti tali.
Ciò, evidentemente, ha permesso il successo delle indagini, in ogni caso è altrettanto vero che l'urgenza sottolineata in quest'aula - per tale motivo non mi trovo d'accordo con quanto sostenuto dall'onorevole Giachetti - richiede che il Parlamento ed il paese siano informati rispetto ad un fatto gravissimo.
Ritengo sia opportuno che il Presidente di turno, onorevole Tremonti, informi il Presidente della Camera circa la necessità che il ministro Amato si presenti a riferire in Parlamento rispettando una tempistica certa; ciò, affinché non si sia costretti ad acquisire nuove informazioni su una questione così delicata sempre mediante la stampa.
Per quanto riguarda la diretta televisiva, potremmo anche citare tutta una serie di precedenti, riguardanti l'utilizzo o meno dello strumento televisivo; in ogni caso, di fronte ad un fatto del genere, se non si intende nascondere nulla, permettendo al Parlamento di rappresentare il luogo della politica, è corretto informare esattamente i cittadini circa le posizioni politiche su tale questione. Quest'ultima non deve dividere, anche se vi sono dei risvolti che il ministro dell'interno deve riferire, soprattutto al Parlamento. In caso contrario, risulterà evidente - di questo non ci potremo lamentare - che i dibattiti politici sono tutti extraparlamentari, televisivi e che, in questo modo, viene mortificata la funzione prima del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, colleghi, credo che in un momento del genere l'unica cosa da non fare sia quella di innescare una vis polemica. Ciò è fuori delle mie abitudini e del gruppo al quale appartengo. In ogni caso, non posso che associarmi a quanto chiesto dall'onorevole Elio Vito perché il Parlamento non può diventare il protagonista emarginato rispetto a fatti così rilevanti.
L'onorevole Giachetti, con il garbo che lo contraddistingue, ha paventato la possibilità che il ritardo sia dovuto alle circostanze, corrispondenti all'oggetto ed ai Pag. 31tempi dell'informativa del Governo. In questo caso, però, il ministro dell'interno ha, comunque, il dovere di presentarsi in aula rilasciando esclusivamente le informazioni di cui è al corrente e che possono essere rilasciate tenendo conto del segreto che caratterizza la sua attività e della volontà della magistratura inquirente: egli, ad ogni modo, deve venire in aula.
Colleghi, il Parlamento non può venire a conoscenza di fatti così gravi soltanto ed esclusivamente grazie alla stampa: questo non è possibile e tutti noi non lo dobbiamo consentire. È inutile girare attorno al problema. Oggi è martedì 13 febbraio, la notizia ormai è datata - stamattina è su tutti i giornali -, quindi non possiamo aspettare ancora tre giorni per venire a conoscenza dei fatti. Questo, certamente, non sarebbe tollerabile.
GRAZIELLA MASCIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, anch'io intervengo per sottolineare che noi, da sempre, pensiamo che il Parlamento debba rappresentare il centro della vita politica istituzionale del paese, in particolare quando si tratta di questioni così delicate come quelle ricordate dai precedenti interventi.
Quindi, anche noi sollecitiamo la presenza del Governo ed auspichiamo che il ministro si presenti il più presto possibile in aula; comunque, mi associo alla sottolineatura dell'onorevole Boato circa i precedenti rispetto alle dirette televisive. Non credo che materie come questa siano mai state sottoposte a diretta televisiva e penso che un libero confronto presupponga che il Parlamento discuta su queste questioni nel modo dovuto.
LUCIO BARANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Ovviamente, noi ci associamo nel chiedere che il ministro Amato venga a riferire urgentemente alla Camera. Quando si dice «urgentemente», s'intende nella giornata di oggi. Già domani sarebbe un ritardo veramente incomprensibile.
Noi dovremmo chiedere anche delucidazioni - e non ho ascoltato bene il collega di Alleanza Nazionale se lo ha già chiesto - anche sui fatti successi a Carrara, dove due poliziotti, il giorno della celebrazione del ricordo, sono stati colpiti da elementi sovversivi. Si tratta di sovversione collaterale - che poi può degenerare ad esempio nelle Brigate rosse -, in una manifestazione organizzata da Alleanza Nazionale.
Quindi, dovremmo chiedere al ministro Amato come mai non è intervenuto tempestivamente, come avrebbe dovuto fare nella sua veste di ministro del Governo per riferire alle Camere, anche quando succedono questi spiacevoli inconvenienti.
È stato giusto convocare l'ambasciatore della Croazia per quello che è stato detto contro il nostro Presidente della Repubblica, ma è ancor più importante sapere se, in quel giorno particolare di commemorazione, vi sono stati dei gruppi collaterali a certi partiti di Governo che se la prendono con i nostri militi e con i rappresentanti delle forze dell'ordine.
Oltre ai fatti riportati dalla stampa oggi, mi riferisco a ciò che è successo il giorno prima. Sono stato facile profeta: in un'intervista che avevo rilasciato proprio il giorno prima, avevo preconizzato ciò che poi è successo, vale a dire che questi gruppi avrebbero portato l'odio all'interno di certi movimenti che avrebbero potuto degenerare. Abbiamo visto ciò che sta succedendo nel nord d'Italia, anche nella democratica Toscana. Infatti, ci sono dei segnali che ci dicono che le Brigate rosse ed elementi sovversivi ed eversivi si stanno ben organizzando, anche con l'appoggio di strutture sindacali, ed anche di forze politiche che spalleggiano e coprono questi personaggi.
Quindi, concludo chiedendo al ministro che venga a riferire subito, oggi, e mi associo alle richieste dei colleghi che mi hanno preceduto: se non è possibile oggi Pag. 32pomeriggio, che il ministro venga almeno domani mattina. Di sicuro, non giovedì, magari facendosi sostituire da un sottosegretario. Amato deve affrontare la Camera e quindi deve dire di fronte a noi come stanno le cose.
Non può sfuggire, non ci deve sfuggire e non ce lo faremo sfuggire!
EMERENZIO BARBIERI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMERENZIO BARBIERI. Anch'io, a nome del gruppo dell'UDC, reputo indispensabile quello che è stato qui richiesto dagli amici Vito e Consolo. Sarebbe profondamente sbagliato, anche come messaggio che viene trasmesso alla nazione, che il ministro dell'interno, di fronte a fatti così gravi, non si presenti alle Camere. Pur con grande rispetto della pletora dei sottosegretari, chiediamo che sia il ministro dell'interno a venire in aula a riferire.
Dico questo perché credo che gli amici dell'Ulivo, che nella precedente legislatura facevano opposizione, mi comprenderanno: non passava giorno o settimana che su fatti assolutamente irrilevanti rispetto a questo delle Brigate rosse, non venisse richiesta la presenza di qualche ministro del Governo Berlusconi in Assemblea. Se questo valeva quando l'Ulivo (o l'Unione) era all'opposizione, a maggior ragione deve valere oggi che è in maggioranza. Essi hanno il dovere di spiegare ai deputati a che punto sono in relazione a queste gravissime questioni!
Chi abbia letto sui quotidiani, questa mattina, la trascrizione delle intercettazioni telefoniche si è reso conto che siamo di fronte non a dilettanti allo sbaraglio, ma a persone che si stavano accingendo a compiere crimini efferati.
Inoltre, quella sarà l'occasione nella quale una serie di zone d'ombra, che le intercettazioni hanno portato in evidenza, potrebbero essere chiarite. Mi riferisco, tra l'altro, alla necessità che i sindacati, prima o poi, si mettano in testa di effettuare una selezione della loro classe dirigente e dei loro delegati.
Ecco per quale motivo, signor Presidente, anch'io reputo indispensabile, al pari degli altri colleghi del centrodestra, che il ministro Amato venga in quest'aula per riferire all'Assemblea entro un lasso di tempo molto breve (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) Forza Italia e Alleanza Nazionale).
LUCIANO D'ULIZIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, anche il gruppo parlamentare Italia dei Valori chiede che il ministro Amato intervenga in Parlamento per riferire. Però, noi dobbiamo soprattutto ringraziare non soltanto il ministro, ma anche le forze dell'ordine, la magistratura e i servizi di sicurezza, che sotto la direzione di questo Governo hanno assicurato l'integrità del nostro paese. Certamente, vogliamo conoscere ma vogliamo anche contribuire, perché il problema, questa volta, è diverso rispetto al passato: ci troviamo infatti di fronte ad una componente organizzata, ad un sindacato organizzato la cui capacità di controllo è stata lesa. Il problema riguarda alcuni delegati della CGIL. Il nostro lavoro, quindi, deve essere di ricognizione, di richiesta al Governo al fine non soltanto di conoscere, ma anche di fornire un contributo immediato, urgente e fondamentale per capire quale sia la cultura retrostante e come mai giovani di vent'anni siano stati irretiti, per comprendere in quale brodo di cultura galleggi il terrorismo di stampo veterocomunista.
Questo è il lavoro che il Parlamento deve offrire al Governo: effettuare un'analisi culturale e - concedetemelo - sociologica sui motivi per i quali molti giovani sono irretiti in queste maglie e diventano, a loro volta, terroristi, nemici dello Stato. Quindi, dobbiamo prepararci ad un confronto, ad un approfondimento, ad uno studio importante, non vogliamo soltanto Pag. 33conoscere. Certamente, vogliamo anche conoscere, ma come Parlamento italiano dobbiamo soprattutto indicare alle forze dell'ordine, alla magistratura ed al Governo la strada per ridurre e riassorbire questo fenomeno. Questo fatto è ciclico: trascorso un certo numero di anni, emerge una nuova cellula terroristica di ispirazione veterocomunista. Allora, dobbiamo compiere un lavoro non soltanto di tipo legislativo e politico, ma anche di ricerca per individuare la causa che ha generato questo problema. Forse dedichiamo poco tempo a capire i giovani e a propinare loro, per così dire, una cultura della democrazia, della partecipazione e della responsabilità.
Dobbiamo compiere un lavoro complesso e incidente rispetto alle tematiche che sono davanti a noi, non dobbiamo assolutamente sottovalutare il problema e dividerci, perché è questo che vuole chi ci osserva e chi innesca i poteri terroristici. Noi non dobbiamo dividerci, speculare, utilizzare questa vicenda per un tornaconto politico! Dobbiamo essere uniti per l'unità dello Stato! Il nostro gruppo parlamentare si batterà per ottenere un risultato anche pratico e non soltanto teorico, politico o elettoralistico.
Quindi il nostro richiamo, rivolto a tutti i gruppi parlamentari, è quello di capirci e di avere un unico obiettivo, vale a dire quello di debellare il terrorismo di qualsiasi stampo e di qualsiasi matrice (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, inizio rispondendo al presidente Elio Vito.
Come da prassi consolidata, la richiesta di informativa urgente presentata dal suo gruppo è stata immediatamente trasmessa al Governo, che dovrà far pervenire alla Presidenza una indicazione definitiva. È noto che, trattandosi di un'informativa urgente da parte del Governo, non è indispensabile che sia previsto un apposito punto all'ordine del giorno. Lei, onorevole Vito, ha già fatto riferimento - anche se in termini di non sufficienza - alla riunione della Conferenza dei capigruppo prevista per domani alle 9,15.
In ogni caso, trasmetterò alla Presidenza il contenuto di questo ampio dibattito, segnalando che in aula il Governo è già presente attraverso due sottosegretari. Tra le segnalazioni vi sarà anche la richiesta della diretta televisiva, su cui il Presidente ha il potere di decidere.
Dobbiamo ora passare al successivo punto all'ordine del giorno...
EMERENZIO BARBIERI. Presidente, la collega Formisano aveva chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori!
PRESIDENTE. È vero, mi scusi.
Prego, onorevole Formisano, ha facoltà di parlare.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per sollevare una questione che ritengo non debba essere sottovalutata, in quanto il ruolo di parlamentare non può essere svolto «ad intermittenza».
Oggi, alle 15, nella Sala del Mappamondo, sono riunite tre Commissioni (l'VIII, la X e la XIV) per l'audizione del Commissario europeo per l'energia e, alla stessa ora, è convocata anche l'Assemblea.
Chiedo: come si fa ad essere contemporaneamente presenti ad un'audizione sicuramente di interesse - perché avere la presenza del Commissario europeo nel Parlamento italiano non è un evento di tutti i giorni - e alla seduta dell'Assemblea?
Tra l'altro, credo che in questi casi valga la prassi secondo la quale si dovrebbe differire l'inizio dei lavori dell'Assemblea. Quindi, chiedo al Presidente di farsi carico del problema, atteso che a me personalmente interessa ascoltare le dichiarazioni sull'energia da parte del Commissario europeo (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia)! Se a qualcuno questo non interessa, lo dica, ma ognuno di noi deve essere messo nelle condizioni di poter lavorare al meglio, senza avere il dono dell'ubiquità!
PRESIDENTE. I tempi di lavoro dell'Assemblea sono stati già organizzati e costituiscono la base sulla quale le Commissioni avrebbero dovuto formulare la scelta in ordine ai propri lavori.
Non credo che adesso sia corretto sospendere i lavori dell'Assemblea per prendere parte ai pur interessanti lavori delle Commissioni. Occorre tener conto del fatto che i lavori dell'Assemblea vengono organizzati secondo una logica che, per prassi, ha priorità rispetto a quelli delle Commissioni, dovendo queste ultime adattarsi ai tempi dell'Assemblea e non viceversa, pur nella specialità della riunione odierna.
ANNA TERESA FORMISANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Presidente, prendo atto delle sue affermazioni; tuttavia vorrei che la Presidenza inviasse una nota ai tre presidenti delle Commissioni riunite, probabilmente tutti e tre distratti quando hanno proceduto alla convocazione.
PRESIDENTE. Non userei la categoria della «distrazione»... Comunque, segnalerò anche che le Commissioni convocate sono tre.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, segnalo che il mio microfono non funziona. È la terza volta.
Sono d'accordo con lei, signor Presidente, nel senso che dobbiamo procedere con i lavori dell'Assemblea, poiché essa ha una preminenza nell'organizzazione dei lavori, ma la collega pone un problema reale: dal momento in cui lei darà il preavviso per le votazioni, le Commissioni debbono essere in ogni caso sconvocate prima del termine temporale previsto dal regolamento e i deputati debbono essere messi nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro intervenendo in Assemblea.
Non so quanto durerà la seduta delle Commissioni, essendo essa iniziata alle ore 15. Capisco la risposta del Presidente ed i giusti rilievi formulati dalla collega. Resta il fatto che, dato che lei si accinge a dare il preavviso, il regolamento prevede che al momento della votazione i deputati siano presenti in Assemblea: la prego di garantire che ciò avvenga, se necessario anche attraverso la sconvocazione delle Commissioni.
PRESIDENTE. Ferma l'esigenza di un migliore coordinamento tra i lavori dell'Assemblea e quelli delle Commissioni, segnalano dalle Commissioni che entro i termini previsti dal preavviso di votazioni elettroniche, anche prima, i lavori saranno conclusi.