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Si riprende la discussione (ore 18,15).
(Ripresa esame dell'articolo 30 - A.C. 445-A ed abbinate)
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Signor Presidente, sono stato sollecitato ad intervenire dal collega D'Alia.
Vorrei dire molto chiaramente a lui ed ai colleghi che, avendo potenziato notevolmente il ruolo del Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza rispetto ad oggi - trasformandolo in un vero organismo di controllo e di contrappeso parlamentare rispetto al Presidente del Consiglio dei ministri -, abbiamo ritenuto di allargare la partecipazione al Comitato stesso perché vi è un minimo di valore democratico che deve essere mantenuto. In altri termini, un organismo dotato di questi poteri deve poter garantire una rappresentanza più ampia rispetto all'attuale.
Quanto al fatto che questo dato potrebbe pregiudicare la tenuta del segreto, francamente la cosa non mi convince. Bisogna vedere chi manderanno i Presidenti delle Camere, non a caso mi pare che nell'emendamento Papini, come in altri emendamenti, si fa riferimento alla qualità delle persone, in relazione alla specificità del compito. Si vuole suggerire ai Presidenti delle Camere di scegliere i colleghi in grado di fornire una certa attendibilità di riservatezza su questa materia. Tra l'altro, vi sono sanzioni molto pesanti per chi viola il segreto, soprattutto se l'interessato è un parlamentare.
In quest'ottica abbiamo ritenuto che il numero di dodici - certamente discutibile, per carità - costituisca un giusto equilibrio tra l'esigenza di rappresentanza, che molti colleghi hanno richiamato, e il mantenimento del Comitato in limiti ristretti; Pag. 72ciò, tenendo presente che una piena rappresentatività avrebbe comportato quaranta componenti.
Mi pare che il numero scelto sia tale da garantire riservatezza da un lato e rappresentatività dall'altro.
PRESIDENTE. Avverto che, a seguito dell'eventuale approvazione dell'emendamento della Commissione 30.200, risulterà assorbito l'emendamento Papini 30.65 e risulteranno preclusi gli identici emendamenti Buemi 30.1 e Belisario 30.2, nonché gli identici emendamenti Boschetto 30.61, D'Alia 30.62 e Papini 30.64.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 30.200 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 460
Astenuti 3
Maggioranza 231
Hanno votato sì 460).
Prendo atto che i deputati Grassi e Tenaglia non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Ricordo che l'onorevole D'Alia ha ritirato il suo emendamento 30.63.
Prendo, altresì, atto che i presentatori dell'emendamento Evangelisti 30.60 accedono all'invito al ritiro espresso dal Governo.
Sulla base degli assorbimenti e delle preclusioni determinati dall'approvazione dell'emendamento 30.200 della Commissione, dobbiamo ora passare alla votazione dell'articolo 30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, intervengo per sottolineare che l'articolo 30 definisce una nuova composizione del Comitato parlamentare, soprattutto in riferimento alle sue nuove funzioni che analizzeremo più avanti. Finalmente, tale Comitato assolve ad una funzione di controllo democratico in relazione a tutta l'attività del sistema d'informazione per la sicurezza. Esso opera con poteri molto più penetranti ed efficaci di quelli esercitati fino ad ora; ciò, non solo in riferimento all'attività normativa del Governo su questa materia e all'attività di controllo sull'attività finanziaria, sui bilanci e sull'utilizzo delle risorse anche riservate - stanziate ed utilizzate per le operazioni di intelligence -, ma anche e soprattutto in riferimento all'attività di verifica delle strategie operative dei singoli servizi, a garanzia delle circostanza che essi vengano utilizzati a servizio del Paese e non di questa o di quella parte politica.
È questo l'elemento fondamentale di novità, da tutti sostenuto, che caratterizza la nuova configurazione del Copaco. Per queste ragioni voteremo a favore dell'articolo 30.
In ultimo, per precisione e non per polemizzare con la collega Mascia, che stimo ed apprezzo, vorrei dire che non ho perso il filo; l'intesa era per dieci componenti del Copaco, ma siamo arrivati a dodici.
Inoltre, come ha ben ricordato la collega, siamo ancora in presenza dello scoglio - per quanto riguarda l'approvazione condivisa di questa disciplina - rappresentato dalle garanzie funzionali e dal segreto di Stato; sul tema, almeno per quello che ci riguarda, l'intesa non è scontata.
Riferendomi ai piccoli gruppi che compongono la maggioranza di centrosinistra, voglio dire che anche questa composizione non li potrà accontentare tutti, eventualmente bussino alla porta del Senato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, intervengo per preannunziare il voto favorevole di Forza Italia su questo articolo. Pag. 73Credo che l'articolo 30, ed i successivi, relativi al presidente del Comitato di controllo parlamentare, costituiscano l'altro asse su cui si fonda la nuova disciplina dei servizi segreti. Il Comitato ha poteri rinforzati nei confronti del Governo, che ha la responsabilità politica. Il bilanciamento prevedeva non solo un Comitato parlamentare più forte e con poteri ben stabiliti, ma anche - e credo si tratti dell'unica volta che ciò è accaduto nell'impostazione legislativa - la ratifica di una prassi consuetudinaria del Parlamento, che secondo cui il presidente del Comitato (l'attuale Copaco) è un membro dell'opposizione. Questa disposizione non è puramente simbolica, ma dà il senso dell'asse binario su cui si deve muovere la politica sui servizi, che non è condivisione, ma verifica e controllo, facendo in modo che, contemporaneamente, si operi nella fiducia di tutte le parti politiche. Costateremo poi, nel prosieguo dell'esame del provvedimento, come, accanto alla previsione secondo cui il presidente deve appartenere all'opposizione, si disponga che il medesimo abbia ulteriori poteri ed ulteriori determinazioni.
Dunque, oltre a preannunziare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia, desideravo rilevare l'importanza del testo che ci accingiamo a votare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, il gruppo dei Verdi voterà a favore dell'articolo 30, che riguarda la nuova composizione e le finalità del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Colgo questa occasione per interloquire con il collega D'Alia, che ha parlato poco fa e che fatto un preannunzio un po' minaccioso riguardo alle possibilità di voto finale da parte del suo gruppo in relazione alle materie che stiamo ancora affrontando...
GIANPIERO D'ALIA. È una promessa, non una minaccia!
MARCO BOATO. Vorrei ricordare all'onorevole D'Alia, pacatamente, che ogni gruppo potrebbe assumere questo atteggiamento e, in tal modo, si dissolverebbe seduta stante l'amplissima convergenza che si è registrata in quest'aula - quasi un miracolo politico - sul testo di questo provvedimento, a parte un caso precedente su cui abbiamo già discusso e su cui i gruppi hanno votato pressoché all'unanimità.
Mi pare che la collega Mascia abbia richiamato all'attenzione del collega D'Alia il fatto che in Commissione, cercando rigorosamente e scrupolosamente, ma anche con equilibrio, o convergenze o punti di compromesso - i compromessi si fanno sempre, in politica, il problema è se si fanno buoni compromessi o cattivi compromessi -, abbiamo, anche nel corso della seduta odierna, votato disciplinatamente - perché questo era l'accordo raggiunto in Commissione - numerosi emendamenti presentati dal collega D'Alia, mentre ci siamo trovati ripetutamente ad affrontare obiezioni da parte dello stesso collega rispetto a punti di compromesso che avevamo raggiunto in Commissione, compresa la seduta del Comitato dei nove di questa mattina. Questo mi pare fosse l'opportuno richiamo alla responsabilità politica rivolto da parte della collega Mascia, che anch'io condivido, e non credo che ci aiuti in ciò minacciare la possibilità di dissociazioni politiche nel prosieguo dell'esame del provvedimento, perché non è questo il modo con cui tutti abbiamo lavorato.
Discuteremo, nei prossimi articoli, delle funzioni di controllo, delle funzioni consultive e degli obblighi di comunicazione riferiti al Comitato parlamentare. Nel ribadire il voto favorevole del gruppo dei Verdi sull'articolo 30, voglio leggerne ad alta voce il comma 2, che dà il significato del lavoro che stiamo svolgendo: «Il Comitato verifica, in modo sistematico e continuativo, che l'attività del Sistema di informazione per la sicurezza si svolga nel rispetto della Costituzione, delle leggi, nell'esclusivo interesse e per la difesa della Repubblica e delle sue istituzioni». Poiché, purtroppo, ciò non sempre è avvenuto nel travagliato passato storico delle vicende che hanno riguardato la Repubblica italiana Pag. 74sotto il profilo dei compiti del Sistema di informazione dei servizi di sicurezza, mi auguro che il comma 2 dell'articolo 30, che ho testé letto, dia davvero l'impronta fondamentale, da una parte, al ruolo del comitato e, d'altra parte, al ruolo complessivo del sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, nell'annunciare il voto favorevole del gruppo de L'Ulivo all'approvazione di questo articolo, al pari dei colleghi che mi hanno preceduto, desidero precisare che gli articoli contenuti nel capo IV del testo unificato in esame, relativi alle funzioni di controllo che si prevede saranno esercitate del Comitato parlamentare, recano norme importanti e nuove. Credo sia di grande rilievo politico, in generale, il fatto che giungiamo all'approvazione di questo testo con una condivisione molto ampia. Spero che la battuta del collega D'Alia, relativa ad un futuro incerto quanto alla approvazione finale di questo provvedimento, possa essere smentita nella giornata di domani.
Gli emendamenti che abbiamo appena discusso riguardano l'ampiezza del Comitato e della sua rappresentatività. Inoltre, con una norma si è sancito che la presidenza del medesimo Comitato - unico caso del genere, mi pare, per quanto riguarda le Commissioni, le Giunte e le Commissioni bicamerali - sia attribuita all'opposizione. Ritengo che con l'articolo che stiamo per approvare e con gli altri articoli del capo IV che esamineremo nel seguito della discussione stiamo fornendo al Paese un nuovo strumento parlamentare di controllo solido, con poteri più ampi e con un'ampia rappresentatività, nel quale i rapporti fra maggioranza e opposizione sono un esempio di equilibrio. Tale Comitato funzionerà da equilibratore dei poteri della Presidenza del Consiglio dei ministri. Penso, quindi, che il lavoro, svolto anche sulla base dell'esperienza di questi anni, sia stato significativo al fine di configurare un organo che possa riuscire nel suo specifico e molto importante compito, quello del mantenimento di un equilibrio tra i poteri nel Paese e del controllo, da parte del Parlamento, sul Governo e sui servizi di informazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, ho ascoltato gli interventi degli altri colleghi. Questo testo è condiviso, quanto meno su alcuni punti. Tuttavia, non è bene pretendere di strozzare il dibattito parlamentare e di censurare le posizioni dei colleghi che in aula, giustamente, rappresentando posizioni politiche divergenti, possono trovarsi in disaccordo su questo o quell'articolo. Anche se in sede di Commissione o nell'ambito del Comitato dei nove, magari, si compie un lavoro di squadra, è ovvio che in Assemblea vi è la necessità di rappresentare posizioni politiche diverse. Lo affermo con riferimento al comportamento del collega D'Alia, il quale, peraltro, non ha bisogno di difensori. Tuttavia, vorrei precisare che egli non soltanto si è comportato correttamente in Commissione ma giustamente, come tutti, sta anche combattendo in questa sede una battaglia politica, per cercare di correggere quanto più possibile quel testo che in parte è già stato corretto, e significativamente, in Commissione. Intendo affermare questo perché ho ascoltato alcuni interventi nei suoi confronti che assolutamente non condivido.
I punti centrali dell'articolo in esame sono due. Innanzitutto, vi è il problema della composizione del Comitato di controllo. È giusto che tale Comitato sia ampliato, perché deve essere il più possibile rappresentativo delle varie forze politiche presenti in Parlamento. Del resto, questo lo abbiamo già detto. Ritengo, inoltre, corretto che il medesimo Comitato sia presieduto da un esponente dell'opposizione e che ciò sia codificato da una norma. Il sistema, infatti, deve essere costituito Pag. 75da servizi di informazione organizzati in maniera trasparente, dipendenti dal Governo da un punto di vista politico e posti sotto il controllo del Parlamento; per controllo del Parlamento intendo controllo da parte dell'opposizione. Infatti, non vi possono essere servizi che lavorano contro l'opposizione parlamentare o contro partiti e movimenti rappresentati in Parlamento e nella società civile. Purtroppo, anche nel recente passato, vi sono state pagine un po' oscure in ordine al libero esercizio dell'attività democratica all'interno di questo Paese. Quindi, è giusto che le opposizioni possano controllare ciò che viene realizzato in una materia così delicata.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti di due istituti superiori di Pescara, che stanno partecipando alla giornata di formazione a Montecitorio (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 453
Votanti 451
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato sì 450
Hanno votato no 1).
(Esame dell'articolo 31 - A.C. 445-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 445 ed abbinate sezione 25).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Boscetto 31.61, raccomanda l'approvazione del suo emendamento 31.200 che, in caso di approvazione, determinerebbe la preclusione dell'emendamento Evangelisti 31.60.
La Commissione formula inoltre un invito al ritiro degli emendamenti Villetti 31.62 e Santelli 31.13.
PRESIDENTE. Il Governo?
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 31.61, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 459
Astenuti 2
Maggioranza 230
Hanno votato sì 459).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.200 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 461
Astenuti 4
Maggioranza 231
Hanno votato sì 461).Pag. 76
Avverto che l'emendamento Evangelisti 31.60 è precluso dall'approvazione dell'emendamento 31.200 della Commissione.
Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Villetti 31.62 e Santelli 31.13 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo pertanto alla votazione dell'articolo 31.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, intervengo per annunciare il nostro voto favorevole sull'articolo in esame e per ricordare che l'emendamento 31.200 della Commissione si inserisce al comma 9 dell'articolo 31, laddove si prevede che: «In nessun caso l'esigenza di riservatezza può essere opposta o confermata in relazione a fatti di terrorismo o eversivi dell'ordine costituzionale o a fatti costituenti i reati di cui agli articoli 285, 416-bis e 422 del codice penale». Con l'emendamento della Commissione abbiamo approvato un testo secondo il quale: «In nessun caso l'esigenza di riservatezza può essere opposta o confermata in relazione a fatti per i quali non è opponibile il segreto di Stato». E, poiché il segreto di Stato non è opponibile per i reati di terrorismo o eversivi dell'ordine costituzionale o reati di strage o di mafia, ritengo sia molto importante l'approvazione di questa nuova formulazione del comma 9 dell'articolo 31, sul quale annuncio il voto favorevole del gruppo dei Verdi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mascia. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, intendo sottolineare l'importanza di questo articolo, che introduce un'innovazione molto significativa rispetto all'attuale funzione e agli attuali poteri del Copaco, ma anche rispetto alle difficoltà che spesso si sono incontrate anche nella scorsa legislatura su materie come queste.
Per la prima volta, il Comitato parlamentare di controllo assumerà poteri che consentiranno una verifica effettiva di tutte le materie che attengono ai servizi di sicurezza sia relativamente alle strategie, ai compiti e al lavoro prodotto dai servizi sia rispetto agli strumenti che verranno utilizzati. In particolare, sottolineo il controllo su tutti i regolamenti che saranno emessi dalla Presidenza del Consiglio o dalle varie responsabilità con riferimento alle questioni del personale o dei bilanci, materia molto delicata su cui non si è mai potuto istruire un controllo così determinato. Inoltre, il Copaco potrà acquisire tutti gli atti relativi alle garanzie funzionali di cui discuteremo successivamente.
Sottolineo, infine, che con l'articolo in esame si è voluto salvaguardare l'esclusiva funzione di controllo. Abbiamo evitato accuratamente che vi fossero sovrapposizioni di ruolo con il Governo, con il Presidente del Consiglio e con altri organi istituzionali, alla ricerca di un equilibrio che considero molto soddisfacente, elemento molto importante della riforma che, rispettoso di ogni responsabilità, consentirà una migliore trasparenza e un'effettiva realizzazione di un impianto concepito con questo scrupolo e rigore istituzionale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 450
Votanti 448
Astenuti 2
Maggioranza 225
Hanno votato sì 447
Hanno votato no 1).
Prendo atto che il deputato Tenaglia non è riuscito a votare.
Pag. 77(Esame dell'articolo 32 - A.C. 445-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 445 ed abbinate sezione 26).
Avverto che l'emendamento Santelli 32.60 è stato ritirato.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore, ad esprimere il parere della Commissione sull'unica restante proposta emendativa.
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Signor Presidente, il collega D'Alia, con il suo emendamento 32.61, pone una questione seria, cioè se il Comitato parlamentare possa esprimere pareri sui disegni di legge. Poiché i componenti il Comitato parlamentare sono comunque parte delle Commissioni parlamentari permanenti, abbiamo ritenuto più opportuno che il loro punto di vista venisse espresso in quella sede, anche tenendo conto del lavoro eccellente che hanno svolto i colleghi del Comitato parlamentare, presentando nei fatti il testo base, senza che ciò fosse previsto in alcun modo. È stato utile.
Ringrazio ancora il collega D'Alia per il lavoro svolto e lo invito, sulla base delle valutazioni espresse, a ritirare il suo emendamento 32.61, in quanto riteniamo che i colleghi partecipino ai lavori delle Commissioni permanenti a pieno titolo.
PRESIDENTE. Il Governo?
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole D'Alia accede all'invito al ritiro del suo emendamento.
Passiamo dunque alla votazione dell'articolo 32.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 456
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato sì 455
Hanno votato no 1).
(Esame dell'articolo 33 - A.C. 445-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 445-A ed abbinate sezione 27).
Avverto che gli emendamenti Galante 33.60 e Licandro 33.61 sono stati ritirati.
Passiamo pertanto alla votazione dell'articolo 33.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 470
Maggioranza 236
Hanno votato sì 468
Hanno votato no 2).
Prendo atto che il deputato Tenaglia non è riuscito a votare.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Cota 33.01.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Signor Presidente, capisco che i colleghi della Lega tengano all'articolo aggiuntivo in esame, il cui punto politico si trova essenzialmente al comma 3, in cui si prescrive che il Presidente del Consiglio dei ministri o l'autorità delegata comunichino Pag. 78ai presidenti delle regioni interessate qualunque informazione ottenuta dai servizi informativi e di sicurezza.
Formulo l'invito al ritiro di questo articolo aggiuntivo per una ragione molto semplice. Come sappiamo, i presidenti delle regioni non hanno competenza in materia di politica della sicurezza. Naturalmente, possono essere interessati qualora sul loro territorio avvenga qualcosa, ma ciò rientra nella normale cooperazione tra autorità, ciò che la Corte costituzionale definisce «leale collaborazione». Pregherei, quindi - lo ripeto - i colleghi della Lega di ritirare l'articolo aggiuntivo, altrimenti si attuerebbe un meccanismo informativo su materiali assai delicati con diffusione sul territorio di quantità di notizie che, credo, pregiudicherebbe anche l'operatività dei servizi di sicurezza, tenendo conto, inoltre, che i servizi operano in una rete internazionale basata sull'affidabilità di ciascuno dei soggetti coinvolti, i quali, più sono tenuti a diffondere le informazioni, meno, naturalmente, risultano affidabili.
PRESIDENTE Il Governo?
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro.
Ho ascoltato le argomentazioni del presidente Violante. Vorrei far presente che su una materia così delicata abbiamo appena votato una norma, l'articolo 5, relativa al Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica. A proposito di coinvolgere in una materia così delicata autorità non competenti - infatti noi eravamo contrari all'emendamento in questione -, vorrei far notare che abbiamo stabilito che di tale Comitato interministeriale, oltre al ministro dell'interno, a quello della difesa, eccetera, fanno parte anche il ministro della giustizia e quello dell'economia e delle finanze.
La questione ora in esame si riallaccia quindi proprio ad un articolo precedentemente approvato. Dunque le motivazioni che invitano al ritiro dell'articolo aggiuntivo evidentemente non sono di ordine tecnico, dal momento che penso che i presidenti delle regioni, che sono persone elette da milioni di cittadini, abbiano certamente maggiore legittimazione a conoscere notizie che riguardano il territorio della loro regione, rispetto ad un ministro dell'economia e delle finanze che oggi, per esempio, non è eletto da nessuno ed è il rappresentante di certi poteri che sono assolutamente esterni rispetto al Parlamento, alla vita democratica e rispetto alla rappresentanza dei cittadini!
Quindi la motivazione per cui non si accetta questo articolo aggiuntivo è una motivazione politica, che ovviamente risente di un'impostazione assolutamente centralistica, che vuole che tutta la materia della sicurezza e dell'ordine pubblico sia per forza gestita dallo Stato e calata dall'alto sui territori, e così anche la materia delle informazioni sulla sicurezza.
Noi pensiamo ovviamente ad un modello diverso, in cui vengano responsabilizzati i territori e in cui anche i presidenti di regione, che sono figure che fanno riferimento a realtà così importanti, devono essere informati quando sta per succedere - o quando rischia di succedere - qualcosa con riferimento appunto al territorio delle loro regioni. Quindi noi non ritireremo l'articolo aggiuntivo in esame, bensì lo manterremo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Presidente, ad adiuvandum, vorrei far rilevare che i presidenti delle regioni hanno una competenza specifica con riferimento alla polizia locale. Inoltre, nello statuto della regione Sicilia è previsto un meccanismo che si Pag. 79riferisce alla polizia nazionale, con la competenza del presidente della regione (Commenti). Il fatto che tale meccanismo non sia mai stato esercitato non significa che non vi sia! Dunque, il fatto che analogo potere sia rivendicato dalle regioni del nord è un dato altrettanto oggettivo.
Quindi credo sia dovuta un'informativa a persone così autorevoli, come i presidenti delle regioni, anche perché oggi questo spazio esiste nel diritto positivo, con riferimento alla regione Sicilia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Mi dispiace che non sia stato accolto l'invito al ritiro rivolto dal presidente relatore sull'articolo aggiuntivo 33.01, perché ciò ci costringerà ovviamente a votare contro. Vorrei però correggere qualcosa che ho sentito poco fa, che non mi sembra corretto.
Poco fa si è detto che c'è una concezione centralistica riguardo ai temi della sicurezza e dell'ordine pubblico. Questo non mi pare sia vero, non solo perché sul territorio ci sono sistematicamente riunioni dei comitati provinciali, che coinvolgono le autorità locali e i rappresentanti dei cittadini negli enti locali e che prevedono una cooperazione ed una collaborazione per quanto riguarda i problemi della sicurezza, dell'ordine pubblico, fra le autorità dello Stato e gli enti locali, ma la stessa riforma del titolo V della Costituzione, approvata ed entrata in vigore nel 2001, e confermata con referendum, prevede all'articolo 118, terzo comma, che «La legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e regioni nelle materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell'articolo 117 (...)».
La lettera b) del secondo comma dell'articolo 117 riguarda l'immigrazione, mentre la lettera h), sempre di detto comma, concerne l'ordine pubblico e la sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale in quanto quest'ultima è già di competenza degli enti locali.
Pertanto, sia dalla legge ordinaria e dalla prassi amministrativa, sia del dettato costituzionale (articolo 118) è prevista questa forma di cooperazione. Peraltro, colleghi, è in uno spirito di dialogo che sto cercando di spiegare le ragioni per le quali ritengo sbagliata l'osservazione poc'anzi esplicitata. Nel caso di specie, il profilo che si pone è quello delle attività e delle informazioni del sistema di sicurezza (dei servizi informativi e di sicurezza). È dunque materia diversa perché di esclusiva competenza dello Stato, per ragioni ovvie, del resto poc'anzi illustrate dal presidente e relatore Violante.
Quindi, mentre ritengo non accettabile la formulazione dell'articolo aggiuntivo Cota 33.01, sul quale esprimeremo un voto contrario, ritengo però sbagliata l'osservazione poc'anzi svolta riguardo alla circostanza che non vi sarebbe un coinvolgimento delle regioni e degli enti locali nella materia della sicurezza e dell'ordine pubblico; tale coinvolgimento è invece pressoché quotidiano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, noi ci asterremo dal nella votazione su questo articolo aggiuntivo, ma ritengo sia utile spiegare le nostre ragioni.
Con il sistema attuale, appare oggettivamente abbastanza difficile coinvolgere i presidenti delle regioni in un sistema così complesso quale quello di sicurezza; eppure, bisogna sottolineare che la richiesta che viene dai colleghi della Lega è tutt'altro che peregrina. Infatti, collega Boato, essi non dubitano che la sicurezza sia competenza esclusiva dello Stato; semplicemente domandano se non sia opportuno, qualora vi fosse una minaccia sul territorio, informare il presidente della regione competente.
Ribadisco dunque che noi ci asterremo dal voto, ritenendo che con il sistema attuale sia difficile votare a favore dell'approvazione di questo articolo aggiuntivo; non riteniamo, però, di esprimere un voto contrario perché dovremmo porci poi la questione del necessario raccordo legislativo Pag. 80che deve intervenire su questi temi - e, quando verrà attuato il federalismo, verificheremo quali altre riforme dovranno essere effettuate -; infatti, chi oggettivamente rappresenta una regione lo fa sulla base del sistema maggioritario di rappresentanza generale del territorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, noi voteremo contro questa proposta emendativa per due ragioni fondamentali. In primo luogo, il comma 3, cui faceva riferimento il presidente Violante - che ringrazio per la correttezza con la quale sta conducendo i lavori della Commissione - in questo caso prevede una formulazione distonica rispetto alla legge. La proposta, infatti, fa riferimento alla politica informativa ed alla politica di sicurezza nazionale; noi abbiamo precisato esattamente, nel provvedimento, la circostanza che discipliniamo solo i servizi di informazione per la sicurezza nazionale, il che è altro dalla disciplina e dalla tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Stiamo disciplinando la parte preliminare, che non ha, come è noto, alcun rilievo, né sotto il profilo giudiziario né sotto quello più squisitamente connesso alle attività proprie della polizia; una parte preliminare che è comunque funzionale ad un migliore svolgimento di tutte le attività di tutela della sicurezza in senso proprio compiute dallo Stato. Quindi, già la formulazione del comma 3 della proposta, che fa riferimento a due settori, di cui uno non è compreso nell'ambito definito dalla norma recata dal testo dell'articolo, ebbene, ci induce a non votare a favore.
La seconda considerazione ovviamente riguarda il merito ovvero la circostanza che coinvolgere nell'attività di intelligence i venti presidenti di regione, attraverso un meccanismo peraltro indiscriminato di diffusione di informazioni riservate, rischia di scardinare il sistema della legge che si basa sulla riservatezza e sulle classifiche di segretezza delle informazioni che vengono acquisite. Anche perché, nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di informazioni che concernono accordi internazionali sul piano della cooperazione e della sicurezza che, per definizione e per la credibilità dello Stato italiano, non possono essere oggetto di diffusione così allargata.
Queste sono le ragioni per cui voteremo contro l'articolo aggiuntivo proposto dai colleghi della Lega.
PRESIDENTE. Presidente Violante, immagino che l'invito al ritiro non accolto dai presentatori si trasformi in parere contrario?
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Anche per il Governo?
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Cota 33.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 324
Astenuti 134
Maggioranza 163
Hanno votato sì 39
Hanno votato no 285).
Prendo atto che il deputato D'Agrò avrebbe voluto astenersi.
Pag. 81(Esame dell'articolo 34 - A.C. 445-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 (vedi l'allegato A - A.C. 445 ed abbinate sezione 28).
Nessuno chiedendo di parlare e non essendo state presentate proposte emendative, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 455
Astenuti 5
Maggioranza 228
Hanno votato sì 450
Hanno votato no 5).
(Esame dell'articolo 35 - A.C. 445-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 e dell'unica proposta emendativa ad esso riferita (vedi l'allegato A - A.C. 445 ed abbinate sezione 29).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento D'Alia 35.60.
PRESIDENTE. Il Governo?
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Alia 35.60, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 460
Astenuti 3
Maggioranza 231
Hanno votato sì 460).
Prendo atto che il deputato Pini non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 464
Hanno votato no 2).
(Esame dell'articolo 36 - A.C. 445-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 445 ed abbinate sezione 30).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita a ritirare gli emendamenti Boscetto 36.61, perché è stato presentato l'emendamento Pag. 8236.200 della Commissione, del quale si raccomanda l'approvazione, e D'Alia 36.62.
Per quanto riguardo l'emendamento Licandro 36.60, si tratta del segreto del Comitato. Naturalmente gli atti di tale organo sono segreti, come accade adesso. Sono previste sanzioni aggravate quando il segreto è violato da un parlamentare ed è stabilito che, in questi casi, quando il presidente del Comitato parlamentare si rende conto che il segreto è stato violato da un parlamentare, su segnalazione, magari, di un altro componente del Comitato stesso, informa il Presidente della Camera, cui quel parlamentare appartiene. Il Presidente della Camera, sulla base dello schema del Giurì d'onore, costituisce una Commissione paritetica e, se viene accertato che effettivamente il segreto è stato violato da quel parlamentare, lo stesso viene sostituito. Questo è il meccanismo.
Alcuni colleghi, i colleghi del gruppo Comunisti italiani, il collega Buemi ed altri hanno posto il problema della violazione del segreto da parte di alcuni soggetti, in particolare i giornalisti. Abbiamo riprodotto la norma che esiste per le Commissioni di inchiesta; in particolare, abbiamo votato in questa legislatura (non ho in questo momento a disposizione i tabulati di riferimento) a larghissima maggioranza, da parte di tutte le parti politiche, una norma che prevede questo tipo di sanzione per chi viola il segreto della Commissione i rifiuti e per chi viola il segreto della Commissione antimafia.
Francamente, ho chiesto ai colleghi di riflettere su tale punto e di valutare se sia il caso di ritirare questo emendamento, perché sarebbe abbastanza singolare ritenere che chi viola il segreto della Commissione rifiuti, con tutto il rispetto per l'importanza di questa Commissione, viene sanzionato, e non, invece, chi viola il segreto del Comitato parlamentare per la sicurezza. Anche perché, dal punto di vista pratico, non cambia nulla: chi viola il segreto concorre con l'altro soggetto parlamentare e, quindi, è punito nello stesso modo. Si tende solo ad evitare in questo caso che la sanzione più grave prevista per il parlamentare venga applicata anche al giornalista.
Sulla base di questi argomenti, pregherei il collega Licandro di valutare l'opportunità di ritirare questo emendamento.
PRESIDENTE. Il Governo?
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Signor Presidente, francamente, in base alla discussione avuta in sede di Commissione, agli interventi svolti anche da altri colleghi nonché alla stessa sensibilità mostrata dal presidente e relatore Violante, pensavo che anche su questo punto la Commissione si prendesse una pausa di riflessione ed approfondisse ulteriormente il problema.
Ciò che è stato detto dal presidente Violante è assolutamente oggettivo, insuperabile ed ineccepibile: per le Commissioni di inchiesta - quella sui rifiuti e quella sui fenomeni mafiosi - sono previste disposizioni di questo tipo. Tuttavia, mi permetto di osservare che la natura di tali Commissioni è profondamente diversa. Là si tratta di Commissioni di inchiesta, dotate di poteri giudiziari pari a quelli della magistratura, mentre in questo caso si tratta di un Comitato con funzioni di controllo e di garanzia politica.
Sotto questo profilo non riesco quindi a convincermi del richiamo assolutamente garbato fatto dal presidente Violante. Al contrario, chiederei un supplemento di riflessione in modo che tutti insieme - come fatto sinora con estrema fatica, ma tutti insieme - si possa trovare la soluzione, perché si tratta di un altro di quei punti particolarmente delicati che la riforma tocca che coinvolgono direttamente Pag. 83l'opinione pubblica e su cui, neppure per un attimo, si può far pensare che si voglia eliminare o sottrarre l'operato dei nostri servizi al controllo sociale dell'opinione pubblica.
PRESIDENTE. Presidente Violante?
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Signor Presidente, la richiesta è arrivata da parte di un gruppo parlamentare. Quindi, ritengo che essa vada accolta perché su questioni così delicate vi è un problema di rispetto reciproco. Pertanto, propongo l'accantonamento dell'articolo 36 e ritengo che si possa concludere l'esame odierno del provvedimento con l'articolo 37. Si tratta soltanto di tre voti.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, l'ulteriore esame...
ROBERTO VILLETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, mi consenta di intervenire su questo punto, che considero importante, prima di procedere all'accantonamento dell'articolo 36. Come ci ricorda con la sua autorevole esperienza il presidente Violante, si ricorre all'accantonamento quando bisogna risolvere dei problemi e quindi occorre tener conto delle opinioni del Parlamento.
Mi rivolgo sia alla maggioranza che all'opposizione. Provengo da una storia lontana e ne porto in qualche modo la tradizione, che ricordo anche in quest'aula. Quando si parla di servizi segreti, non posso non ricordare una grave degenerazione che avvenne proprio in questo campo. Mi riferisco ad una frase, rimasta storica, di Pietro Nenni, quando nel luglio del 1964 parlò di «tintinnio», di rumore di sciabole. Quella degenerazione fu combattuta innanzitutto dalla stampa democratica. Fu il periodico L'Espresso, violando la norma del segreto di Stato con due giornalisti di grande coraggio politico, come Eugenio Scalfari e Lino Jannuzzi, che pubblicò il cosiddetto «Piano Solo».
Ora, facciamo attenzione, colleghi! Facciamo attenzione! Sicuramente possiamo fidarci dei nostri servizi e non voglio minimamente che nel mio ragionamento si accenni al più piccolo sospetto su degenerazioni da parte dei nostri servizi segreti.
Sappiamo, però, che, ogni qualvolta parliamo di servizi segreti - mi rivolgo all'opposizione e alla maggioranza di oggi e potrebbe essere l'inverso domani - dobbiamo fare una grande attenzione. Mi ricordo di un grande esponente americano, un grande leader degli Stati Uniti che diceva: se dovessi fare a meno della stampa democratica o del Parlamento e fossi costretto a questa scelta capestro, farei a meno del Parlamento e non alla stampa democratica.
Sulla questione del segreto di Stato dobbiamo svolgere una seria riflessione, sapendo che, alcune volte, pubblicare notizie che sono sotto il segreto dello Stato, in realtà, significa pubblicare informazioni che già sono note, che già circolano e che, quindi, non sono più segrete, ma sono utilizzate come materiale di pressione e di ricatto. È, quindi, giusto che, da parte della stampa democratica, si denunci se questi materiali vengono diffusi per operazioni di basso livello.
Questo è un punto fondamentale, colleghi della maggioranza, noi che consideriamo fondamentali i principi liberali. È un punto fondamentale, colleghi dell'opposizione, voi che, già tante volte, vi siete impegnati su questioni attinenti ai diritti e alle garanzie. Non possiamo trattare la stampa democratica come se fosse responsabile della violazione dei segreti dello Stato. C'è una differenza tra la fonte e la valle. C'è chi deve tutelare il segreto e chi, invece, deve denunciare che il segreto è violato e che alcuni documenti circolano. Questo è il compito della stampa democratica, dei giornalisti e di coloro che amano la democrazia e la libertà! Qualcuno, in quest'aula, lo deve ricordare!
Noi dobbiamo impegnarci, affinché, con questo disegno di legge, sia possibile Pag. 84non solo a noi, come Camera dei deputati, di svolgere un ruolo importante, ma anche all'opinione pubblica, che è fondamentale in una democrazia liberale, di vigilare perché le garanzie siano rispettate, perché non ci siano degenerazioni e perché i servizi segreti siano realmente al servizio della Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e Comunisti Italiani e di deputati de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Vorrei ricordare ai colleghi, visto che sono diverse le richieste di intervento, che il presentatore dell'emendamento Licandro 36.60 ne ha chiesto l'accantonamento e che in proposito il relatore si è espresso nel senso di accantonare l'esame dell'articolo 36. La Presidenza ha quindi chiesto se vi fossero obiezioni al riguardo.
GIANPIERO D'ALIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, mi riservo di intervenire su questo punto, quando ne discuteremo nel merito in sede di Comitato dei nove e in Assemblea, consigliando a tutti i colleghi di leggere prima e diffusamente il testo.
Mi permetto ora di chiedere al presidente Violante di valutare la possibilità di accantonare anche l'articolo 37 per una ragione specifica. Con tale articolo si disciplinano le modalità di funzionamento del comitato attinente, ad esempio, alle collaborazioni esterne, e la possibilità che il comitato possa avvalersi di collaborazioni esterne o meno dipende anche dal regime di segretezza che introduciamo con l'articolo 36. Sarebbe, quindi, opportuno sciogliere prima questo nodo e, poi, stabilire qual è la dotazione di personale e di consulenti esterni ai membri del comitato, che possiamo fornire allo stesso, in ragione delle garanzie che introduciamo sulla segretezza delle notizie che vengono trattate dal comitato.
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Signor Presidente, possiamo certamente sospendere qui i nostri lavori, essendo peraltro giunti a buon punto. Volevo solo dire al collega Villetti che la questione che ha posto sul problema relativo al segreto di Stato è molto seria, ma non è toccata da questo emendamento, che riguarda altro tipo di segreto, assai meno rilevante.
PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.