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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli.
(Processo di riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali e le politiche in materia di diritto d'autore - n. 3-00621)
PRESIDENTE. L'onorevole Nardi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00621 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
MASSIMO NARDI. Signor Vicepresidente del Consiglio, nonché ministro per i beni e le attività culturali, le chiedo quale sarà la sua posizione rispetto al processo di riorganizzazione che si sta sviluppando proprio all'interno del Ministero per i beni e le attività culturali. Lei ne è direttamente coinvolto nella duplice veste di Vicepresidente del Consiglio dei ministri e di ministro per i beni e le attività culturali. Si Pag. 43tratta di un processo di riorganizzazione che riguarda in modo particolare l'ufficio per il diritto d'autore che, come lei certamente saprà, è un ufficio che al momento risulta essere disarticolato tra la Presidenza del Consiglio e lo stesso ministero.
Le chiedo pertanto cosa pensi di fare e se, in modo particolare, non ritenga utile riaccorpare tutte le competenze sotto la diretta responsabilità della Presidenza del Consiglio.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ringrazio molto l'onorevole Nardi, non solo perché è fondata la sua interrogazione, ma anche perché è condivisibile lo spirito che vi sovrintende, poiché tra le competenze che spettano al Ministero per i beni e le attività culturali vi è quella sul diritto d'autore e sulla disciplina della proprietà letteraria, che si ricollega alla rilevanza dell'opera di ingegno e alla rilevanza dell'industria culturale, compresa in particolare quella cinematografica, il settore dell'audiovisivo e in generale la promozione di attività culturali.
Presso il ministero c'è un ufficio per il diritto d'autore, che ha competenze amministrative sulla tenuta del registro delle opere protette, che effettua la vigilanza sulla SIAE e svolge l'attività di supporto al comitato consultivo permanente per il diritto d'autore. Provvede alle attività che riguardano la cooperazione con l'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale, con contributi finanziari e con diverse iniziative importanti; tra queste, la Giornata mondiale della proprietà intellettuale.
Sappiamo che le problematiche sono crescenti; lo sanno tutti i colleghi. Vi sono problemi gravi di violazione del diritto d'autore, derivanti dall'utilizzo non corretto delle nuove tecnologie (Internet), dalle pratiche di file sharing, attraverso cui possono essere scaricati film e musica, in violazione dei diritti degli autori, con danno nei confronti del settore economico, che è di tanta importanza per il paese.
Dobbiamo lavorare per creare condizioni concorrenziali nel mercato, per la tutela del consumatore, ma senza diminuire le garanzie per gli autori. Raccolgo quindi l'indicazione che viene dall'interrogante, perché in funzione di questa attività generale di coordinamento, che spetta alla Presidenza del Consiglio, il decreto-legge 26 aprile 2005, n. 63, ha introdotto il principio dell'intesa tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero per i beni e le attività culturali. Attualmente, avendo l'attuale Vicepresidente del Consiglio delegato questa competenza ed essendo allo stesso tempo ministro per i beni e le attività culturali, in collegamento con il sottosegretario alla Presidenza, Levi, abbiamo costituito proprio presso la Presidenza del Consiglio il comitato antipirateria...
PRESIDENTE. La invito a concludere, signor Vicepresidente del Consiglio.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ...che a breve vedrà convocata la prima riunione, con supporto da parte del dipartimento dell'editoria e dell'ufficio per il diritto d'autore del ministero, così raccogliendo, onorevole Nardi, le sue preoccupazioni, su cui è bene che il Parlamento vigili e dia il suo utilissimo indirizzo.
PRESIDENTE. L'onorevole Nardi ha facoltà di replicare.
MASSIMO NARDI. Signor Vicepresidente del Consiglio, nonché ministro per i beni e le attività culturali, la ringrazio per aver sottolineato l'importanza dell'interrogazione a risposta immediata che ho presentato.
Mi scuserà, però, se non condivido l'ottimismo nella valutazione della sua risposta. Mi è parso di capire che lei sostanzialmente abbia riproposto quanto già previsto, con la sola differenza di riaccorpare Pag. 44un'unica competenza alla Presidenza del Consiglio. Non mi pare sia questo lo strumento che avevo in animo.
Signor Vicepresidente del Consiglio, penso che il diritto d'autore debba essere tutelato al meglio, perché rappresenta la speranza che ognuno di noi può avere di migliorare la propria condizione sia economica sia di affermazione nella società attraverso la propria intelligenza.
Se lei continuerà a lasciare le cose come stanno, per cui per spendere una qualsiasi cifra, per inviare una lettera, bisognerà coinvolgere quattro capitoli di spese diverse, evidentemente non avremo fatto grossi passi in avanti. Io la invito ad avere più coraggio, signor viceministro: accorpi tutte le competenze alla Presidenza del Consiglio, perché ciò determinerebbe un coordinamento ed una funzionalità immediata, altrimenti abbia il coraggio - mi scusi la provocazione - di dire che noi stiamo lavorando, anche se in maniera un po' strisciante, per affossare questo organismo (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista)!
(Presentazione dei disegni di legge di ratifica dei protocolli attuativi della Convenzione per la protezione delle Alpi e del protocollo aggiuntivo alla Convenzione-quadro europea sulla cooperazione transfrontaliera - n. 3-00622)
PRESIDENTE. L'onorevole Zeller ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00622 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
KARL ZELLER. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, come tutti sappiamo, la Convenzione per la protezione delle Alpi ed i relativi protocolli rivestono un'importanza fondamentale per la tutela dell'ecosistema alpino. Nove protocolli sono stati firmati dall'allora Governo di centrosinistra in data 31 ottobre del lontano anno 2000. I paesi limitrofi, tutti appartenenti all'Unione europea, hanno già da tempo concluso l'iter di ratifica parlamentare.
Il nostro ritardo nella ratifica non ci fa fare bella figura, anche perché una delle sedi della Convenzione si trova nel territorio italiano. In data 12 ottobre è stata finalmente adottata una decisione.
Noi intendiamo sapere se il Governo, alla luce di quanto esposto, non ritenga necessario procedere.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, condividiamo pienamente la preoccupazione dell'onorevole Zeller e degli altri interroganti.
Si tratta di un accordo di straordinaria importanza ed i protocolli che lo completano testimoniano la rilevanza ambientale, economica, sociale, per lo sviluppo sostenibile, giuridica, energetica, di tutela della natura e del paesaggio, per il turismo e per i trasporti.
Ricordo che, nella passata legislatura, vi furono ben quattro letture riguardanti il disegno di legge, presentato dopo la ratifica della Convenzione-quadro, per la ratifica dei nove protocolli attuativi. Nonostante le quattro successive letture, non si riuscì ad approvarlo.
In questa legislatura, il Ministero degli affari esteri si sta muovendo con grande determinazione, giustificata, come lei ha detto, dal fatto che l'Italia è il maggiore contribuente della Convenzione delle Alpi, ospita una parte del segretariato della convenzione a Bolzano, riuscendo a fare eleggere un segretario generale, il dottor Marco Onida, della nostra nazione; si tratta di un ruolo di primo piano che impone una velocizzazione della ratifica che manca solo da parte di pochi paesi.
Quindi, il Ministero degli affari esteri ha avviato dall'inizio della legislatura le iniziative necessarie per sciogliere tutti i nodi rimanenti, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, che ha espresso parere favorevole. Proprio oggi posso comunicarle che il ministro dei trasporti mi ha informato Pag. 45della sua determinazione a risolvere conclusivamente, con un confronto positivo, l'iter attuativo.
So che sono state presentate da parte sua, del senatore Peterlini, della senatrice Donati e dell'onorevole Boato anche proposte di legge di iniziativa parlamentare che hanno il senso di sollecitare questo impegno da parte del Parlamento.
Le assicuro che vi è una fortissima volontà del Governo! Tra l'altro, vorrei sottolineare che il Ministero degli affari esteri ha avviato il concerto interministeriale riguardante tutto il processo di ratifica della Convenzione.
La ringrazio e le assicuro che l'impegno del Governo, sotto l'impulso del Parlamento, sarà certo e spedito.
PRESIDENTE. L'onorevole Zeller ha facoltà di replicare.
KARL ZELLER. Signor Presidente, ringrazio il Vicepresidente del Consiglio: le sue risposte ci rassicurano e speriamo che, essendo passati ormai dieci mesi, entro breve sarà possibile procedere alla ratifica non solo di questa Convenzione, ma anche dei protocolli aggiuntivi della Convenzione di Madrid, anch'essi oggetto della mia interrogazione.
(Indirizzi ed iniziative del Governo a proposito del caso Abu Omar - n. 3-00623)
PRESIDENTE. L'onorevole Boato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00623 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
MARCO BOATO. Signor Presidente, signor Presidente... Anzi, Vicepresidente del Consiglio dei ministri (il mio lapsus è un augurio!), la doverosa lotta contro il terrorismo interno ed internazionale non può mai comportare la violazione dei princìpi, delle regole e delle garanzie dello Stato di diritto, quale è e deve essere lo Stato italiano.
Il sequestro ad opera della CIA sul territorio italiano di Abu Omar è stato purtroppo un caso clamoroso ed esemplare di questo tipo di violazioni. Ancora più grave appare questo sequestro illegale, definito eufemisticamente extraordinary rendition, se attuato con l'avallo del Governo di allora o con la complicità e l'aiuto dei servizi segreti italiani, in specie del SISMI.
Dopo essere stato sequestrato illegalmente in Italia, Abu Omar è stato detenuto e torturato in Egitto per quattro anni e solo domenica 11 febbraio è stato rilasciato, sembra a prezzo del silenzio.
Chiedo dunque al Governo italiano attuale di non ostacolare le doverose indagini della magistratura. Un ostacolo istituzionale apparirebbe come una copertura - che immagino non ci sia - degli atti illegali commessi nel caso di Abu Omar.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, leggo la risposta predisposta dal ministero della giustizia. Essa informa che il procuratore della Repubblica di Milano ha comunicato di aver iscritto, in relazione al sequestro di persona di Nasr Oussama Mustafa Hassan, alias Abu Omar, commesso a Milano il 17 febbraio 2003, il procedimento penale n. 10838 del 2005. Nell'ambito di tale procedimento, onorevole Boato, la procura generale della Repubblica di Milano, su richiesta dell'ufficio inquirente, inoltrava la richiesta di estradizione di ventidue cittadini statunitensi nei confronti dei quali erano state emesse tre ordinanze di custodia cautelare dal GIP e dal tribunale del riesame di Milano per il sequestro di persona di Abu Omar.
In data 22 dicembre 2005 si inoltrava all'ufficio ministeriale anche la richiesta di estensione delle ricerche a fini di estradizione dei ventidue citati latitanti, da diffondersi in ambito extraeuropeo a mezzo Interpol. In due tempi il ministro di allora diffondeva le ricerche, sia nei tredici paesi Pag. 46che aderiscono al mandato d'arresto europeo, collegati alla banca dati SIS-SIRENE, che negli altri dodici non collegati, sempre attraverso l'Interpol.
Il 12 aprile 2006 l'allora ministro della giustizia comunicava all'autorità giudiziaria milanese la decisione di non inoltrare agli Stati Uniti la domanda di estradizione e di non diffondere le ricerche dei soggetti in ambito internazionale extraeuropeo, sulla base dell'articolo 720, comma 3, del codice di procedura penale, alla luce della valutazione (sto continuando la lettura dell'informativa del ministero della giustizia) dei rapporti di collaborazione tra Italia e Stati Uniti, con particolare riguardo alle richieste di assistenza rivolte di recente a questo paese anche nell'ambito di procedimenti penali di grande rilevanza e tuttora in corso dinanzi all'autorità giudiziaria.
Nel corso delle indagini emergevano elementi di prova a carico di altri quattro cittadini statunitensi e di alcuni esponenti del SISMI. In data 3 luglio 2006, su richiesta della procura della Repubblica, il GIP del tribunale di Milano emetteva una nuova ordinanza di custodia cautelare contro ventotto indagati. Essa è stata eseguita nei confronti di due indagati italiani, mentre è rimasta ineseguita nei confronti degli altri ventisei stranieri.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Mi perdonerà, signor Presidente, ma debbo completare.
In data 7 agosto 2006, la procura generale presso la corte d'appello di Milano faceva pervenire al Ministero della giustizia la richiesta di inoltro al Governo degli Stati Uniti della domanda di estradizione nei confronti di ventisei cittadini americani indagati, quattro in più rispetto ai ventidue precedenti. È una domanda che allo stato è in fase di esame e valutazione, tenuto conto di un fatto nuovo, su cui devo dare un'informazione aggiuntiva. Il Governo ha ritenuto violato il segreto di Stato, attivando, dinanzi alla Corte costituzionale, il conflitto con l'autorità giudiziaria di Milano, sui rapporti tra agenti del Sismi e agenti stranieri, per ciò che concerne il sistema organizzativo ed operativo del Sismi medesimo.
In altre parole, signor Presidente, in occasione dell'indagine sul sequestro di Abu Omar, l'autorità giudiziaria ha acquisito elementi informativi, anche di carattere documentale, attinenti alla identità di ottantacinque dipendenti del servizio, intercettandone le utenze cellulari in uso, nonché elementi attinenti alla struttura e alle logiche di funzionamento del servizio medesimo, non direttamente afferenti al sequestro in questione.
Il materiale sequestrato, altresì, prevede che siano ritenute lese, da parte del Governo, le prerogative di secretazione, nonché gli esiti delle indagini effettuate a carico degli agenti del Sismi, depositati in occasione della richiesta di rinvio a giudizio.
Concludendo, signor Presidente - la ringrazio per avermi concesso qualche secondo in più per rispondere compiutamente, ma mi sembrava necessario -, va chiarito che per l'aspetto dell'acquisizione di materiale classificato da parte dell'autorità giudiziaria, nonché di elementi informativi comunque sottratti alla diffusione, il Governo provvide ad apporre il segreto di Stato per impedire l'utilizzazione degli esiti di tali accertamenti. Si tratta ora di attendere il provvedimento della Consulta, che potrà fornire ulteriori ed utili elementi di valutazione ai fini delle determinazioni da assumere. Grazie.
PRESIDENTE. Signor Vicepresidente, più che qualche secondo, lei si è preso un po' troppo tempo!
L'onorevole Boato ha facoltà di replicare.
MARCO BOATO. Immagino con par condicio, signor Presidente...!
La risposta che il Vicepresidente del Consiglio, Rutelli, mi ha fornito - lo capisco umanamente - è semplicemente la lettura, come egli ha detto, di una informativa del Ministero della giustizia. Debbo dire, con il massimo di rispetto e di Pag. 47amicizia fraterna che mi lega all'onorevole Rutelli, che forse si rischia di snaturare la logica del question time con risposte di questo genere. Ovviamente il Ministero della giustizia ha fornito quegli elementi, ma così siamo fuori dalla logica del «botta e risposta» che caratterizza il question time.
Lei ci ha rivelato un fatto, signor Vicepresidente, che già è contenuto nella mia interrogazione, se lei ha la bontà di leggerla, e cioè quello del conflitto di attribuzioni.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. L'ho motivato.
MARCO BOATO. Poiché lei ha detto che ci avrebbe comunicato una novità, essa era già contenuta nel testo della mia interrogazione. È tutto molto benevolo e affettuoso sul piano personale, ma un po' preoccupante sul piano istituzionale. Credo che in questa vicenda rischiamo di utilizzare il segreto di Stato, apposto dal Governo precedente, per coprire illegalità inaccettabili in uno Stato di diritto. Questa è la pura e semplice verità.
Dall'India, dove è in visita, il Presidente del Consiglio Prodi ha dichiarato di essere contrario alle cosiddette rendition. Allora, se siamo contrari - non ho alcun dubbio e mi fa un enorme piacere che sia così - utilizzare strumenti che impediscano di perseguirle purtroppo è grave.
L'eventuale rifiuto della richiesta di estradizione dei ventisei agenti della CIA, che mi sembra profilarsi dalla lettura di quel testo, rischia di coprire chi ha commesso gravi reati....
PRESIDENTE. Onorevole Boato, la invito a concludere.
MARCO BOATO. Faccia un po' di par condicio, signor Presidente...!
Sollevare un conflitto di attribuzione su una materia estranea a questa indagine è legittimo da parte del Governo, ma dà la sensazione che non ci sia una vera collaborazione con l'autorità giudiziaria.
Il Governo spagnolo ha deciso pochi giorni fa di revocare il segreto di Stato su identica materia, perché per la sicurezza dei cittadini è imprescindibile da parte del Governo che vi sia la massima collaborazione nei confronti delle richieste dell'autorità giudiziaria. Mi pare che questa dovrebbe essere - e me lo auguro - la posizione del mio e del nostro Governo italiano.
(Procedimenti di condono per interventi edilizi abusivi realizzati nella provincia di Napoli - n. 3-00624)
PRESIDENTE. L'onorevole Pisacane ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00624 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
MICHELE PISACANE. Signor Presidente, signor ministro, onorevoli colleghi, l'interrogazione che mi accingo a sottoporre al ministro riguarda la tematica del condono edilizio ed in particolare il condono edilizio nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico ed ambientale. Premetto che, nonostante siano stati sottoscritti i protocolli di intesa tra la regione Campania e le sovrintendenze ai beni ambientali e architettonici finalizzati al coordinamento e allo snellimento delle procedure per il rilascio della prescritta autorizzazione paesaggistica, ad oggi - a distanza di venti anni dalla legge n. 47 del 1985 e di tredici anni dalla legge n. 724 del 1994 - migliaia e migliaia di pratiche di condono edilizio risultano inevase da parte dei comuni per il lezioso e lento - anzi, lentissimo - esame da parte delle sovrintendenze. Purtroppo, la mancata risoluzione di queste istanze di condono edilizio, comporta...
PRESIDENTE. Onorevole Pisacane, la invito a concludere.
MICHELE PISACANE. Signor Presidente è vero che non mi chiamo Boato né Rutelli, però.... Chiedo al signor ministro se intenda intervenire con un provvedimento Pag. 48ad hoc finalizzato a snellire l'azione delle competenze delle sovrintendenze e altresì se voglia predisporre un apposito decreto affinché i sovrintendenti possano delegare a propri funzionari il rilascio dei nulla osta ambientali presso i comuni, partecipando così all'esame delle pratiche edilizie in sanatoria presentate per effetto delle citate leggi n. 47 del 1985 e n. 724 del 1994.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il collega interrogante sa bene che il Governo deve gestire - e così gli enti locali, gli enti territoriali - la pesante eredità dei condoni sugli abusi edilizi, disposti dal precedente Governo. Onorevole Pisacane, come lei giustamente sottolinea, la situazione nella regione Campania e in particolare nella provincia di Napoli - ma non solo - assume connotati di emergenza e costringe le amministrazioni interessate, tra cui le sovrintendenze del Ministero per i beni e le attività culturali, a compiere valutazioni di estrema delicatezza. Le dico però con grande franchezza, onorevole Pisacane, che procedure amministrative di accelerazione dei procedimenti non possono andare a discapito della serietà della valutazione sugli interventi abusivi che siano stati realizzati in aree soggette a vincolo paesistico-ambientale.
In questi anni, da quanto ci hanno riferito le strutture amministrative del ministero, sono state intraprese iniziative importanti e concrete - alcune da lei citate nell'interrogazione - per il coordinamento delle funzioni tra i diversi soggetti che ne hanno la responsabilità - regione, comuni sovrintendenze - per valutare l'esercizio delle istanze di sanatoria.
Potrei citarle la mia personale, precedente esperienza di sindaco della città di Roma, che ha conosciuto diversi casi - ha creato un'unità speciale, ha gestito diverse di queste situazioni con pragmatismo -, pur di fronte all'invalicabilità delle situazioni in cui i vincoli non possono essere superati.
Per non superare a mia volta il tempo che mi è assegnato, trasmetto all'onorevole Pisacane il testo scritto di una risposta preparata dai miei uffici, che contiene indicazioni più precise riguardanti i cosiddetti piani di dettaglio previsti dai piani territoriali paesaggistici sia nei comuni vesuviani sia nell'isola di Ischia, nonché le altre misure che si intende adottare per accelerare le procedure, ma restando rigorosamente dentro la certezza del diritto e dei metodi di governo del territorio.
PRESIDENTE. L'onorevole Pisacane ha facoltà di replicare.
MICHELE PISACANE. Prendo atto della risposta del Governo e del signor ministro. Ringrazio il ministro per la risposta. Resta, tuttavia, in me un dubbio, signor ministro, mi consenta di dirlo da uomo del territorio e sindaco di un comune della provincia di Napoli. Ho chiesto se si potesse intervenire con un atto teso a snellire la burocrazia. Fermi restando le illegittimità e gli abusi, non è possibile che, in un comune dove giacciono diecimila pratiche di condoni edilizi, si debba aspettare cent'anni. Auguro ai cittadini di vivere così lungo tempo, però trovo sia proprio indecoroso.
Le dico di più, signor ministro: la gente vuole una risposta concreta dal Governo e dalle istituzioni e ha necessità di vivere con più serenità. È ovvio che esistono abusi ed espropriazioni, ma è pur vero che vi sono casi veramente bisognosi di vivere con dignità.
Lei, signor ministro, con un po' di attenzione in più, può emanare un provvedimento che faccia sì che gli autorevoli rappresentanti delle sovrintendenze possano integrare le commissioni dei beni ambientali presso i comuni e far sì che le pratiche vengano esaminate con più celerità, onde evitare farraginosi intrighi burocratici ed inutili attese per i cittadini.
Tutto ciò va discapito di questi ultimi, i quali non vedono l'esaurirsi delle proprie Pag. 49istanze e, soprattutto, va a discapito delle casse del comune, dove non entrano fondi che possono essere investiti per lo sviluppo sociale ed economico dell'intera comunità.
(Orientamenti del Governo in relazione alla riforma del sistema previdenziale - n. 3-00625)
PRESIDENTE. L'onorevole Zipponi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00625 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
MAURIZIO ZIPPONI. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, nei prossimi giorni si avvierà il confronto tra il Governo e le organizzazioni sindacali sulle pensioni e sul welfare. Nel programma dell'Unione è esplicitamente prevista l'eliminazione del cosiddetto scalone e la riduzione delle finestre decisa dal Governo Berlusconi, che fu una decisione grave contro milioni di lavoratori, un aumento delle pensioni minime, la rivalutazione di quelle più basse e un ruolo dell'Inps nella gestione del trattamento di fine rapporto verso la previdenza integrativa. È urgente che i lavoratori avvertano con chiarezza la discontinuità di questo Governo dal precedente, attraverso interventi volti a riformare, non a tagliare l'età o i coefficienti di rendita, come invece chiede la Confindustria.
La riforma deve rivolgersi, in primo luogo, a quei milioni di giovani precari che pagheranno prezzi altissimi, se non si interviene in tempo. Chiediamo che il Governo ripristini quel sistema flessibile per l'accesso alla pensione che parte da 57 anni di età con 35 anni di contributi, tenendo conto, in particolare, degli operai, dei lavoratori turnisti e di quelli sottoposti a stress, sia pubblici che privati.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Il Parlamento sa che si è aperta una fase nuova, molto importante e delicata. Il memorandum di intesa, siglato nel novembre scorso tra il Governo e le tre organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, ha allargato il suo raggio di azione con un dialogo che il Governo, con l'impulso diretto del Presidente del Consiglio e dei ministri competenti, ha sviluppato con tutte le parti sociali, la piccola impresa, la Confindustria e i sindacati.
Onorevole Zipponi, la sostanza è questa: dobbiamo riformare il sistema, avendo a cuore i punti fondamentali, da lei richiamati, del nostro programma, sul quale si è formato questo Governo, e rendendo la riforma del sistema previdenziale parte di un disegno organico riguardante anche la riforma degli ammortizzatori sociali, le politiche assistenziali - si tratta di nuovi argomenti, perché, ad esempio, il tema degli anziani non autosufficienti non fa parte di questo capitolo, ma certamente deve dialogare con il capitolo della previdenza, riguardando la condizione degli anziani nel nostro Paese e le esigenze sociali fondamentali - l'effettivo decollo, cui lei si è richiamato, della previdenza complementare, che rappresenta un successo di questo Governo che ha anticipato di un anno i tempi precedentemente previsti, la revisione degli enti previdenziali (anche questa una riforma che porta risparmio e maggiore funzionalità all'operato di tutti) e, infine, la ricerca di soluzioni volte ad assicurare ai pensionati trattamenti adeguati.
Abbiamo il problema dell'allungamento su base volontaria della vita lavorativa e di mettere mano al cosiddetto scalone adottato nella precedente legislatura.
Inoltre abbiamo il problema di garantire il potere d'acquisto delle pensioni che, indiscutibilmente, anche quando sono rimaste stabili, non hanno mantenuto una presa sul costo reale della vita, specialmente nell'ultimo quinquennio. Tutti questi temi, e non uno solo di questi, stanno dentro un orizzonte strategico che è quello della sostenibilità delle politiche previdenziali rispetto ai conti dello Stato e della Repubblica italiana.Pag. 50
Le linee del programma del centrosinistra sono dunque ora affidate ad una concertazione vasta, ma anche profonda e che riguarda i rapporti con tutte le forze produttive. Essa deve riuscire ad ottenere questo risultato: mantenere la sostenibilità della spesa previdenziale, garantire il potere d'acquisto degli assegni pensionistici e la risposta alle nuove tematiche sociali, senza chiudere la porta i giovani. Questi ultimi, con la dinamica attuale, rischiano di non avere una pensione domani.
Questo è il nostro compito e cercheremo di assolverlo con la maggioranza parlamentare. Ne discuteremo certo anche con le opposizioni, in quanto i nostri riferimenti fondamentali sono le parti sociali, con cui, tuttavia, il dialogo è avviato in un modo ad ora incoraggiante.
PRESIDENTE. L'onorevole Zipponi ha facoltà di replicare.
MAURIZIO ZIPPONI. Ovviamente sul piano del metodo apprezziamo la risposta perché è importante il confronto con le parti sociali e che esse si confrontino con milioni di lavoratori interessati a questo tema, così come è importante il ruolo del Parlamento nella riforma.
Tengo a dire che sui punti del programma dell'Unione c'è una chiarezza totale, in quanto c'è scritto: «Eliminare il gradino e la riduzione del numero di finestre». Inoltre: «Affrontare il fenomeno dell'evasione contributiva» e si tratta di 38 miliardi. Ancora: «Intervenire sull'adeguamento delle pensioni al costo della vita». Sono d'accordo, signor Vicepresidente, che la bussola sia quella della sostenibilità, in quanto nessuno può vendere ciò che non sta in piedi.
Allora, l'unificazione degli enti annunciata da Prodi a Caserta si può fare subito se c'è un decreto che dispone tale unificazione, rompendo anche le resistenze corporative degli enti stessi e risparmiando due miliardi solo nella gestione dei medesimi.
È possibile fare una riforma che riconosca che tutti i lavori non sono uguali? È possibile dire in questo Paese che gli operai, chi fa i turni di sabato e di domenica, gli infermieri, coloro che sono sottoposti a stress, le maestre d'asilo ed altri abbiano un riconoscimento e che non siano trattati come chi può permettersi di decidere volontariamente di allungare l'età della propria vita lavorativa? È possibile dividere nei conti la previdenza dall'assistenza per paragonarci a quei sistemi europei in cui l'assistenza è a carico dello Stato e della fiscalità generale e non piuttosto della previdenza?
Queste sono le questioni che poniamo, tenendo anche conto che c'è un problema della classe dirigente in questo Paese. Infatti, un giovane lavoratore che inizia a lavorare oggi rischia di andare in pensione con il 50 per cento di quello che prenderebbe attualmente uno di noi. Quindi, è necessario intervenire sulla previdenza partendo dall'ottica non solo di chi percepisce una pensione, ma anche di chi rischia di non avere una trattamento che gli permetta di non rientrare poi nella soglia di povertà (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
(Effetti economici a favore dei pensionati italiani a seguito delle nuove disposizioni fiscali previste dalla legge finanziaria 2007 ed ulteriori interventi attuativi - n. 3-00626)
PRESIDENTE. L'onorevole Bellanova ha facoltà di illustrare l'interrogazione Delbono 3-00626 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), di cui è cofirmataria.
TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, come è noto, nel nostro paese oltre 9 milioni di persone percepiscono una pensione inferiore ai mille euro al mese.
Molte di queste, soprattutto donne, dopo venti o venticinque anni di lavoro sono sotto la soglia di povertà. I pensionati hanno già riscontrato gli effetti della legge finanziaria sul loro reddito nel mese di Pag. 51gennaio. Chiediamo di conoscere i primi dati a disposizione del Governo su quanti pensionati hanno avuto benefici.
L'andamento dell'economia italiana conferma che l'impulso dato dall'azione di Governo produce effetti positivi. Il nostro paese, alla fine del 2005, aveva un encefalogramma piatto: crescita pari allo 0,0 per cento e, nel Mezzogiorno, addirittura, una crescita inferiore alla media nazionale, con meno 0,2 per cento.
L'Istat, in questi giorni, ci dice che, dopo sette anni, abbiamo una crescita del prodotto interno lordo del 2 per cento ed una ripresa di competitività ed export delle nostre imprese.
Chiediamo se questi primi ed importanti risultati e le maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione fiscale e al lavoro nero possano accelerare l'obiettivo del Governo di maggiore equità sociale, dando priorità a misure di sostegno del reddito delle donne e degli uomini che hanno i redditi più bassi.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Franceso Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Bellanova, così come il collega Delbono, che è il primo firmatario dell'interrogazione, anche per le argomentazioni che hanno svolto.
Per adesso, poiché gli effetti della revisione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche sono operanti a decorrere dal primo gennaio 2007, non si dispone ancora di dati effettivamente misurabili sui vantaggi della tassazione sui redditi da pensione.
Tuttavia, vorrei rispondere agli interroganti con riferimento a due questioni. La prima riguarda le misure di sostegno attraverso la leva fiscale a favore di chi percepisce i redditi più bassi, redditi che si avvicinano alla soglia di povertà, come l'onorevole Bellanova ha ricordato.
È stata realizzata una rimodulazione delle aliquote per assicurare una redistribuzione più equa della pressione fiscale; è stata programmata una destinazione delle maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, con un'ulteriore riduzione della pressione fiscale prioritariamente nei confronti dei contribuenti incapienti, ossia che non hanno reddito, sostanzialmente, o appartenenti a fasce di reddito molto basse (l'impegno, in particolare, è del viceministro Visco sul triennio 2007-2009, con il suo anno di indirizzo per le politiche di gestione tributaria); si prevede un incremento della lotta all'evasione, ossia la tax compliance, un recupero strutturale di base imponibile. Credo che questo andrà direttamente a vantaggio delle persone con un reddito più basso.
Si sottolinea, però, già da adesso, che l'analisi della distribuzione dei contribuenti con reddito prevalente da pensione evidenzia che circa il 95 per cento di questi ha conseguito un vantaggio a seguito delle nuove disposizioni introdotte dalla legge finanziaria per il 2007 e che questo vantaggio ha valori più elevati per i percettori di redditi più bassi.
Vi trasmetto, onorevoli Bellanova e Delbono, la tabella predisposta dalle Finanze, che potrà tornare utile per il vostro lavoro parlamentare e anche per l'informazione dei cittadini e che riprende analiticamente questi dati che fanno riferimento alla vostra interrogazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Delbono ha facoltà di replicare.
EMILIO DELBONO. Signor Presidente, accogliamo con favore le notizie che lei ci offre, anche se non abbiamo ancora dati precisi. Le notizie sono, comunque, rassicuranti e segnano un'inversione di tendenza rispetto alle politiche fiscali del Governo di centrodestra.
Si è invertita una tendenza e si è consolidato il principio costituzionale della progressività della tassazione in base al reddito. Per noi è molto importante. Questo vuol dire che chi ha redditi medi o medio-bassi si avvantaggia della nostra politica fiscale, a differenza di quanto accaduto nel passato.
Tuttavia, questo non è ancora sufficiente. Immaginiamo che il Governo, nei Pag. 52prossimi mesi, in accordo con le parti sociali, secondo quanto previsto dal memorandum che lei richiamava, vada esattamente verso alcuni indirizzi precisi. Il primo è la rivalutazione delle pensioni.
Occorre affrontare sicuramente la questione del valore reale delle pensioni rispetto ad un'erosione che tale valore ha subito nel corso di questi mesi, anche a causa di un'inflazione reale tutt'altro che insignificante.
In secondo luogo, bisogna garantire, in futuro, trattamenti pensionistici adeguati, attraverso due strumenti importanti: da una parte, i contributi figurativi, per garantire in futuro, a donne e giovani, la possibilità di ricostruire con i contributi figurativi una pensione adeguata, e, dall'altra, la totalizzazione...
PRESIDENTE. Onorevole Delbono...
EMILIO DELBONO. ... ossia il ricongiungimento di tutto ciò che si è versato.
Certo è molto importante - e concludo, signor Vicepresidente - che la crescita del prodotto interno lordo continui, perché la rivalutazione delle pensioni è legata alla crescita del PIL, che si costruisca un forte sistema di protezione sociale per gli anziani e che siano stanziati fondi per la non autosufficienza e per le politiche sociali. Ciò in modo tale che vi siano servizi gratuiti per gli anziani, al fine di aumentare il livello della qualità della vita nel nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
(Disegno di legge recentemente approvato dal Consiglio dei ministri sui diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi - n. 3-00627)
PRESIDENTE. L'onorevole Capitanio Santolini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Casini n. 3-00627 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmataria.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio onorevole Rutelli, in queste ore si continua a dire che la vicenda dei «Dico» ha rappresentato un'alta mediazione. In realtà, ciò non si può affermare, perché con questo provvedimento, in qualche modo, si cancella quel favor familiae che attraversa tutta la Costituzione: infatti, si sottraggono molti privilegi alle famiglie fondate sul matrimonio per darli alle convivenze; sono privilegi che queste ultime già in parte hanno: si pensi al discorso sull'eredità e sulle pensioni. Vale la pena di ricordare che l'istituto della pensione non è previsto nemmeno nei «Pacs» francesi.
In secondo luogo, questo disegno di legge è del tutto simile ai «Pacs» francesi: non vi è alcuna differenza né sostanziale né formale.
Vorremmo sapere in che termini si può dire che tale normativa è diversa da quella francese e per quale motivo è stato adottato questo disegno di legge. Infatti, le eventuali tutele per i conviventi sono già ampiamente consolidate nella legislazione.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, preannuncio che utilizzerò qualche secondo in più...
PRESIDENTE. Basta che i secondi siano secondi...
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Nelle prossime risposte cercherò di recuperare il tempo, senza togliere nulla alle successive interrogazioni.
Onorevole Capitanio Santolini, credo che sia sconsigliabile trasformare l'esame parlamentare del disegno di legge sui «Dico» in un conflitto aspro. Credo sia compito di tutti ricercare le condizioni per un esame sereno, obbiettivo, costruttivo.
Il Governo ha ritenuto giusto, anche per togliere dal tavolo esasperazioni inutili, aspettative sproporzionate ed atteggiamenti Pag. 53di pregiudiziale e ingiustificabile rifiuto, adottare una proposta equilibrata, che risponde ai principi contenuti nel programma della stessa coalizione di Governo.
L'articolo 29 della Costituzione riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, prescrive uno status privilegiato del modello costituzionale di famiglia, che la Corte costituzionale ha qualificato molto precisamente nel tempo. Ricordo che lo ha fatto definendo la famiglia come entità che possiede una dignità superiore, in ragione dei caratteri di stabilità e certezza, e sottolineando come la corrispettività dei diritti e doveri nasca soltanto dal matrimonio, atto di volontà congiunta.
Questa impostazione si confronta con una giurisprudenza costituzionale che ha dato rilievo nel tempo alle convivenze more uxorio, escludendo la generalizzata estensione delle norme dettate per la famiglia a queste situazioni, ma imponendo anche per tali conviventi il rispetto dei diritti inviolabili (ad esempio, il diritto di abitazione) e ammettendo che il legislatore possa, relativamente a profili particolari, dettare una disciplina inevitabilmente essenziale, che riconosca alle persone che fanno parte di tali convivenze, ove caratterizzate da requisiti di relativa stabilità, taluni diritti e facoltà che trovano fondamento costituzionale nell'articolo 2.
Onorevole Capitanio Santolini, non le sfugge l'enorme differenza tra il disegno di legge governativo ed altre situazioni in altri paesi. Il nostro disegno di legge, prima di tutto, specifica cosa si intenda per conviventi; poi, indica i diritti e i doveri che ad essi spettano e, infine, si preoccupa di illustrare una delle strade per dare la prova della convivenza, rinvenendo nel certificato anagrafico (che già dal 1954 consentiva di comprendervi i conviventi) un elemento di accertamento della convivenza stessa.
Sottolineo che l'iscrizione all'anagrafe oggi è obbligatoria. In questo senso si muove la disciplina sui «Dico». Presupposto della rilevanza giuridica è la situazione di fatto, costituita dalla convivenza e comprovata, per l'appunto, dalle risultanze anagrafiche; inoltre, nessuna dichiarazione di volontà è prevista, in quanto all'anagrafe viene soltanto comunicato un fatto.
Qui emerge la differenza con la disciplina che lei ha evocato. Infatti, i Pacs francesi e gli istituti consimili attualmente presenti in Europa hanno come caratteristica principale, invece, di essere atti negoziali, a contenuto prevalentemente patrimoniale, costitutivi di un vero e proprio status personale. Per essere valido, il Pacs deve essere oggetto di una dichiarazione congiunta e scritta e deve essere presentata al cancelliere del tribunale, il quale iscrive il Pacs medesimo in un apposito registro.
È evidente la differenza: i modelli non sono paragonabili tra loro perché, nel nostro, non si prevede alcun tipo di atto negoziale da parte dei conviventi, non è prevista la registrazione e la tutela necessaria, anche sotto il profilo costituzionale, discende dalla situazione di fatto.
Sottolineo, signor Presidente, che la affectio, ovverosia la accezione legata alla condivisione della vita sessuale, il legame affettivo previsto dall'articolo 1 del disegno di legge in questione, non si riferisce necessariamente - e si tratta di un'altra novità importante qui in Italia - al rapporto sessuato della convivenza. Ciò perché i diritti ed i doveri previsti sono attribuibili anche a fratelli e sorelle - come ha ricordato il ministro per le politiche per la famiglia -, oppure a nonno e nipote: sono riferibili, cioè, a quanti convivono sulla base di reciproca assistenza.
In questo modo...
PRESIDENTE. Onorevole Rutelli...
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ...si innova, sulla base di un vincolo solidaristico e di assistenza intercorrente tra i conviventi.
Vorrei sottolineare che la mancata estensione di tale disciplina alle convivenze omosessuali, come voi chiedete, se esse sono caratterizzate da questi stessi requisiti di durata e stabilità non sarebbe giusta...
PRESIDENTE. La prego di concludere!
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ... non troverebbe fondamento costituzionale e costituirebbe una irragionevole discriminazione.
In conclusione, signor Presidente, poiché il Governo ha chiarito che su questa materia è utile instaurare un confronto con l'opposizione, che il testo non è «blindato» e può essere migliorato con l'esame parlamentare e che, data la natura del provvedimento, è escluso che venga posta la questione di fiducia, osservo che, compiuti tali passaggi, non è consigliabile allontanarsi dall'impianto indicato dal programma della coalizione dell'Unione.
Per questo motivo, rinnovo al Parlamento l'invito a procedere ad un esame di merito, ma senza esasperazioni. Rinnovo altresì l'invito alle Camere ad affrontare, possibilmente tutti insieme, le grandi tematiche che riguardano la famiglia, e che penso accomunino larga parte di questa Assemblea, nell'interesse del bene comune.
PRESIDENTE. Grazie: un intervento sui generis...!
L'onorevole Mazzoni, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
ERMINIA MAZZONI. Signor Vicepresidente del Consiglio, le domande che abbiamo formulato sono estremamente chiare, ed io ritengo che altrettanto chiaro sia il suo imbarazzo.
Reputo insoddisfacente la sua risposta e, di contro, considero molto esaustivi i suoi silenzi rispetto alle questioni specifiche che abbiamo evidenziato con l'interrogazione in esame. L'unica risposta chiara, e che sicuramente mi può dare soddisfazione, è il fatto che lei ha annunciato che non sarà posta, su tale provvedimento, quella questione di fiducia di cui, invece, si parla da più giorni.
Ritengo che queste materie non possano essere utilizzate per risolvere questioni interne alla coalizione di Governo, perché tale modo di procedere offende sicuramente la dignità dei cittadini. Gli altri paesi ai quali molto spesso la sua maggioranza fa riferimento, indicandoli come esempi cui guardare, hanno operato con maggiore schiettezza, rispettando quella dignità e confrontandosi lealmente con le aule parlamentari, cosa che voi, invece, non siete in grado di fare!
Il disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri, signor Vicepresidente, al di là dei profili di costituzionalità - che verranno successivamente rilevati nel corso dell'esame parlamentare, che mi auguro possa essere realmente ampio, come lei ha auspicato -, è un provvedimento confusionario e pieno di incongruenze, come è normale che sia quando si procede con metodi così approssimativi! Tali incongruenze, inoltre, rischiano di creare gravi problemi.
Il criterio dell'invio della lettera raccomandata per formalizzare l'inizio della convivenza non è un dato formale. Mi permetto anche di dirle, signor Vicepresidente del Consiglio, che ciò che lei individua come una differenza rispetto ai «Pacs», cioè la volontà negoziale che caratterizza il modello francese, noi lo ritroviamo anche in questo modello, perché con lettera raccomandata si incontra anche la volontà dell'altro. Quanto lei enuncia oggi in questa Assemblea è una fictio, così come lo è il mancato coordinamento con le norme civilistiche in materia successoria. Inoltre, voglio sottolineare il grave pericolo, che si correrà, di consentire convivenze utilizzate ad arte per riuscire ad ottenere il permesso di soggiorno, violando la legge sull'immigrazione.
PRESIDENTE. Onorevole Mazzoni...
ERMINIA MAZZONI. Chiedo anch'io una piccola deroga, signor Presidente, dato che l'ha concessa a molti altri.
Mi permetto soltanto di aggiungere, signor Vicepresidente del Consiglio dei ministri, che noi non abbiamo problemi o contrarietà nei confronti degli omosessuali o dei diritti. Noi vogliamo affermare i diritti, se è vero che il nostro ordinamento manca del riconoscimento dei diritti nei confronti di qualche soggetto.Pag. 55
Quanto cerchiamo di affermare è che non dobbiamo creare una competizione impropria tra diritti e diritti, non dobbiamo cercare di introdurre nuovi diritti cancellandone altri.
Questo disegno di legge, così confusionario, riuscirà a compromettere il già fragile equilibrio socioeconomico del nostro paese, mettendo in una posizione subordinata la famiglia, che è una priorità e non lo è, o non dovrebbe esserlo, solo per l'UDC. La famiglia, infatti, è una priorità in quanto strumento, laicamente inteso, di crescita e di sviluppo demografico del nostro paese.
PRESIDENTE. Stanno assistendo ai nostri lavori, dalle tribune, gli studenti di una classe dell'Istituto Comprensivo Cingolani di Montecassiano (Macerata), ai quali la Presidenza e l'Assemblea rivolgono un saluto (Applausi).
(Promozione all'estero di aziende italiane di eccellenza, con particolare riferimento alla Carrozzerie Bertone Spa - n. 3-00628)
PRESIDENTE. L'onorevole Pagliarini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00628 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
GIANNI PAGLIARINI. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio dei ministri, con questa interrogazione voglio sottoporre all'attenzione del Governo la vicenda dei millecinquecento dipendenti delle Carrozzerie Bertone di Grugliasco in provincia di Torino, attualmente in cassa integrazione. Siamo in presenza di un paradosso poiché stiamo parlando di un'impresa che rappresenta un patrimonio di eccellenza per l'industria italiana, di un'impresa sana sotto il profilo economico, con una potenzialità produttiva di 70 mila veicoli l'anno. Ciononostante, la produzione è ferma. Stiamo parlando di una crisi che non dipende da problemi di ordine produttivo, ma è riconducibile a difficoltà di carattere commerciale.
Ad oggi l'unico intervento concreto è rappresentato da un importante progetto con FIAT Auto, che consentirebbe di riavviare la produzione, ma che darebbe lavoro soltanto - lo sottolineo: soltanto - alla metà dei millecinquecento dipendenti.
Con questa interrogazione chiedo al Governo quali iniziative intenda adottare per ridare prospettive e futuro alle Carrozzerie Bertone e, soprattutto, ai suoi millecinquecento lavoratori.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, questa interrogazione riguarda un tema apparentemente limitato ma di grande valore generale, non soltanto per la popolarità e l'apprezzamento che il pubblico italiano ha sempre dedicato al lavoro di questa importantissima impresa dell'area torinese.
Innanzitutto, onorevole Pagliarini, deve essere detto che ci sono notizie positive riguardanti ciò che si definisce made in Italy. Voglio ricordare che nella legge finanziaria è previsto un ulteriore incremento di 66 milioni di euro nel triennio per il fondo istituito per le azioni a sostegno proprio del made in Italy. Ieri ho avuto il privilegio di partecipare alla inaugurazione di una importantissima fiera, denominata «Milano Unica», nella quale si ritrovano le imprese del settore tessile italiano. Queste ultime si sono riunite in cinque diverse fiere, per dimostrare la nostra voglia di tornare a competere anche in un settore ormai considerato maturo e nel quale avremmo dovuto soltanto perdere posizioni. Invece, tale settore produttivo sta recuperando posizioni e capacità occupazionale e sta puntando sulla qualità.
Quando ci si riferisce alla qualità, indubbiamente il tema della Carrozzerie Bertone Spa cade a proposito. Voglio ricordare che quest'anno i dati generali dell'industria sono sicuramente più positivi anche nel settore degli autoveicoli.Pag. 56
C'è stato un interessamento dei consumatori verso i nuovi prodotti, ma penso al nuovo posizionamento in particolare del gruppo FIAT, che ha consolidato la sua ripresa e che può essere ed è un vantaggio per l'intera economia nazionale: esso ha migliorato le sue reti, da quella logistica a quella commerciale, e lo standard qualitativo delle vetture, anche riguardo al prezzo.
Siamo a conoscenza, onorevole Pagliarini, che la FIAT Auto ha commissionato alla Carrozzerie Bertone la produzione del nuovo modello Lancia Cabrio coupé: con quest'azione si consente il reimpiego di circa la metà della forza lavoro della società Bertone. Il Governo, in particolare il Ministero dello sviluppo economico, seguirà tutte le ulteriori soluzioni - inquadrandole in questa politica che, ripeto, vede nuove possibilità di «luce» - a partire dalla considerevole capacità tecnica di lavoro e produttiva, che l'azienda ha storicamente dimostrato e che conferma, per vedere in quale modo possiamo sostenere con ulteriori soluzioni il rilancio di un marchio così conosciuto e stimato nel mondo.
PRESIDENTE. L'onorevole Pagliarini ha facoltà di replicare.
GIANNI PAGLIARINI. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, mi ritengo soddisfatto della risposta perché rappresenta un primo e importante elemento di chiarezza a difesa dell'occupazione delle lavoratrici e dei lavoratori della Carrozzerie Bertone.
Si tratta, come è stato detto, di una delle aziende automobilistiche storiche del nostro paese: è nata nel 1912, ha realizzato moltissime automobili divenute celebri ed ha collaborato con le principali case automobilistiche, che voglio ricordare perché denotano l'importanza di quest'azienda: FIAT, Lancia, Alfa Romeo, Maserati, Ferrari, Lamborghini, Innocenti, Simca, BMW, Citroen, Audi, Volvo e Opel. La storia della Carrozzerie Bertone richiama l'idea forte dello sviluppo di qualità, testimoniato dal percorso produttivo dell'azienda in termini di qualità tecnica, alta tecnologia ed elevata progettualità. Siamo di fronte ad un patrimonio di eccellenza per l'industria italiana e per l'immagine del made in Italy nel mondo, immagine che dobbiamo soprattutto ai 1500 dipendenti e alla loro vertenza esemplare.
Le lavoratrici e i lavoratori attualmente in cassa integrazione non chiedono ammortizzatori sociali, vogliono piuttosto essere messi nelle condizioni di avere un futuro per sé e per le loro famiglie, per continuare a dare un forte contributo allo sviluppo del nostro paese. Le stesse organizzazioni sindacali non auspicano il prolungamento della cassa integrazione, ma rivendicano la necessità di un piano industriale a beneficio di tutti i dipendenti e della dignità di chi ha partecipato alla crescita dell'azienda. La Bertone ha esportato in tutto il mondo prodotti di elevata qualità.
Ringrazio, quindi, il Governo per la sua attenzione e auspico che possa dare corso in tempi rapidi agli impegni presi, finalizzati a favorire politiche commerciali in grado di garantire la ripresa dell'attività dell'azienda e preservare gli attuali livelli occupazionali (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
(Recenti dichiarazioni di esponenti della Chiesa cattolica e autonomia legislativa di Governo e Parlamento - n. 3-00629)
PRESIDENTE. L'onorevole Evangelisti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00629 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, da cattolico, ritengo che sia un errore confondere il piano della fede rispetto a quello della politica e che per il Papa gli abitanti e i cittadini italiani siano particolarmente vicini, ma non più dell'ultimo indio dell'Amazzonia. Allora, non voglio assolutamente che siano strumentalizzate le posizioni e i pronunciamenti Pag. 57che vengono da quella cattedra, ma sono alquanto preoccupato quando leggo sui giornali che il presidente della CEI preannuncia una nota ufficiale ed impegnativa - che rischia, se non di ingerirsi nella dialettica politica e nel confronto nelle aule parlamentari, certamente di condizionarli - una nota, insomma, che potrà essere importante e contenere una parola meditata, ufficiale, che sia impegnativa per coloro i quali accolgono il magistero della chiesa e che possa essere chiarificatrice per tutti.
Allora, chiedo al Governo di attivarsi nelle sedi proprie con la dovuta cautela, con il linguaggio della diplomazia, ma anche della franchezza, perché possa essere chiarita la distinzione dei ruoli e l'indiscutibile sovranità e indipendenza del Governo e del Parlamento italiano.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, sappiamo che i rapporti tra lo Stato e la Chiesa in Italia sono regolati innanzitutto dagli articoli 7 e 8 della Costituzione, disposizioni che hanno permesso nel corso di decenni di storia repubblicana di mantenere distinti i due piani, quello temporale e quello spirituale, e di intrattenere un dialogo fecondo tra lo Stato, la Chiesa cattolica e le altre chiese e confessioni religiose. È un contesto di pluralismo religioso e di libertà di tutte le confessioni, in cui le autorità della Chiesa cattolica e di tutte le altre religioni presenti nel paese sono pienamente libere di manifestare il proprio pensiero, di fornire insegnamenti ai loro fedeli, che ovviamente non possono essere vincolanti nell'ordine dello Stato.
Apparirebbe contraddittorio riconoscere la libertà di opinione, di espressione e di manifestazione del pensiero alla Chiesa cattolica e alle altre confessioni religiose, se poi volessimo limitare e sostanzialmente negare o escludere questa libertà quando il contenuto riguardi atti oggetto di dibattito pubblico e di procedimento legislativo, poiché questi non si sottraggono, anche sui temi eticamente rilevanti, a giudizi espressi in una prospettiva religiosa, alla quale si può liberamente aderire o altrettanto liberamente essere in contrasto.
Proprio la libertà religiosa e di coscienza, che la Costituzione garantisce, da un lato assicura alla Chiesa cattolica e alle confessioni religiose la libertà di esprimere, in ogni forma, il loro insegnamento, dall'altro assicura a ciascun individuo la libertà di agire secondo i dettami della propria coscienza, in adesione o in dissenso rispetto a quell'ordinamento.
Vorrei ricordare quanto ha dichiarato il Presidente Napolitano nel suo discorso rivolto a Benedetto XVI: «L'armonia dei rapporti tra Stato e Chiesa è garantita dal principio laico di distinzione sancito dalla Costituzione e dall'impegno alla reciproca collaborazione per la promozione dell'uomo e per il bene del paese». Per queste ragioni non c'è motivo per ritenere che una discussione o le molte discussioni che si stanno sviluppando nel paese possano in qualche modo mettere in crisi i rapporti tra Stato e Chiesa cattolica, che poggiano su basi solide e sull'idea condivisa dell'applicazione del dettato costituzionale.
PRESIDENTE. La prego di concludere...
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Concludendo, vorrei dire al collega Evangelisti che, osservando la situazione in Europa, noi tutti saremmo sorpresi dal fatto che con riferimento alla traduzione della laicità, che c'è nel nostro ordinamento, in altri paesi, che spesso vengono visti come laici e anticonfessionali in modo intransigente, vi siano procedure che da noi non esistono: sottolineo che nelle Costituzioni di paesi come la Grecia o l'Irlanda nel preambolo c'è un riferimento alla Santissima Trinità; che in Germania le chiese possono imporre ai propri fedeli un tributo obbligatorio, fino al 9 per cento dell'imposta; che in Danimarca il sovrano deve costituzionalmente far parte della Chiesa nazionale Pag. 58e che il Primo ministro del Regno Unito propone i vescovi alla nomina delle autorità religiose.
Sono situazioni - si dirà - non condivisibili, diverse; ciascuna è diversa e quella del nostro paese si è formata sulla Costituzione, sull'esperienza di libertà reciproca e di distinzione tra i due ambiti su cui vive una nazione libera, ricca del pluralismo della sua società e delle diverse espressioni, anche spirituali, che si confrontano nell'arena pubblica.
PRESIDENTE. L'onorevole Evangelisti ha facoltà di replicare.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, sono assolutamente d'accordo con le considerazioni appena svolte, però siamo su un altro piano e su un altro argomento. Non ho assolutamente inteso - me ne guarderei bene! - mettere in discussione il principio dell'assoluta libertà di espressione, riconosciuto a tutti, figuriamoci alla Chiesa cattolica, ai suoi esponenti e alle sue gerarchie! No, ho detto un'altra cosa! Capisco la delicatezza e, quindi, l'approccio, che deve necessariamente essere equilibrato.
Poiché abbiamo letto espressioni come «provvedimento di legge sovversivo», «una ferita», «una minaccia per la società», «una catastrofe nazionale», provenienti da L'Osservatore romano, dal SIR, l'agenzia dell'episcopato, dalla radio Vaticana, c'è qualcosa di più di una libera espressione di posizioni.
Inoltre, vi è un problema di rapporti tra lo Stato italiano e lo Stato della Città del Vaticano.
Non voglio arrivare a fare paragoni che potrebbero addirittura suonare blasfemi, ma siamo o non siamo in presenza di una irritualità, come recentemente abbiamo denunciato su un altro tema importante? Possiamo immaginare una sorta di interferenza?
Proprio in queste ore stiamo discutendo di rapporti tra stati: non voglio arrivare ad immaginare la convocazione del nunzio apostolico, ci mancherebbe altro, perché allora saremmo quasi alle dichiarazioni belliche, tuttavia nel linguaggio della diplomazia, della franchezza, ma soprattutto del rapporto fraterno, persino amorevole, tra una sponda e l'altra del Tevere, vorrei che si prendesse in considerazione - qualora dovesse giungere la nota che è stata preannunciata - anche questa ipotesi.
(Prevenzione del terrorismo e politiche di riforma per l'efficienza della pubblica amministrazione e per l'incremento del rendimento dei dipendenti pubblici - n. 3-00630)
PRESIDENTE. L'onorevole Turci ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00630 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
LANFRANCO TURCI. Onorevole Vicepresidente, abbiamo letto in questi giorni che, tra gli obiettivi di questo gruppo terroristico bloccato dalle forze dell'ordine italiane, vi era anche il professor Pietro Ichino. Il suo nome evoca storie tragiche di altri giuslavoristi ed economisti del lavoro vittime delle Brigate rosse: da Ezio Tarantelli a Massimo D'Antona, a Marco Biagi e a Gino Giugni, che fu ferito gravemente.
Quello che accomuna questi studiosi e riformatori del mercato del lavoro è il fatto di essere stati, per un verso, oggetto di aspre polemiche pregiudiziali di interessi che si sentivano colpiti dalle loro proposte e, dall'altro, di essere stati isolati da parte delle forze riformatrici. Proprio su ciò intendo sollecitare una riflessione da parte del Governo.
Ben venga, naturalmente, la prevenzione e la protezione degli obiettivi indicati dai gruppi terroristici, ma soprattutto vorrei sottolineare che un'azione decisa e riformatrice del Governo su temi come quelli sollevati recentemente dal professor Ichino e oggetto di una proposta di legge presentata alla Camera dei deputati da 46 parlamentari di diversi schieramenti costituirebbe il segnale più positivo per incoraggiare Pag. 59le forze riformatrici e quegli intellettuali che se ne fanno esponenti.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, condivido profondamente l'impostazione data dal collega Turci, in quanto non vi è dubbio che il modo migliore per rispondere in positivo al proposito dissennato e criminale che abbiamo visto accennato nei fatti e nei tentativi di questi ultimi giorni risiede in uno sforzo volto ad ammodernare e migliorare, per rendere più efficiente il servizio della pubblica amministrazione.
Sottolineo che, in questa legislatura, il Governo sta perseguendo con grande determinazione il disegno di riforma dell'amministrazione pubblica.
Il ministro per le riforme e l'innovazione della pubblica amministrazione è al lavoro e ha già predisposto il disegno di legge sulla modernizzazione e l'efficienza delle amministrazioni pubbliche, la riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e alle imprese - attualmente all'esame del Parlamento -, che introduce anche una maggiore responsabilizzazione dei dirigenti; il disegno di legge recante integrazioni e modifiche alle disposizioni sul rapporto tra procedimento penale e procedimento disciplinare, per evitare che si determinino benefici indiretti nel rapporto di lavoro con l'amministrazione, nel caso vi siano procedimenti relativi a vicende che hanno danneggiato il cittadino; la direttiva sulle misure di trasparenza e legalità per il conferimento degli incarichi dirigenziali, di amministrazione, di consulenza e di gestione, al fine di rendere cogente il sistema di pubblicità e trasparenza sugli incarichi, anche attraverso la pubblicazione su web di tutte le informazioni utili per le amministrazioni; il memorandum di intesa per una nuova qualità dei servizi e delle funzioni pubbliche, sottoscritto recentemente con CGIL, CISL e UIL, al fine di migliorare la qualità dei servizi pubblici, garantire la crescita duratura dell'economia e la stessa disponibilità dei diritti di cittadinanza.
Quanto alla creazione di nuovi organi di valutazione, va detto, onorevole Turci, che dobbiamo evitare una sovrapposizione di funzioni. Non dobbiamo confondere ruoli, accrescere oneri per lo Stato. Meglio sarà avvalersi di organi e strumenti già esistenti e introdurre, certamente, parametri oggettivi di valutazione e competitività.
In particolare, la Corte dei conti può valutare efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa, competenza ad essa attribuita con il controllo successivo della gestione del bilancio del patrimonio. Si può fare in modo che la Corte, anche in base alla legge n. 20 del 1994, accerti la rispondenza dei risultati dell'attività amministrativa agli obiettivi stabiliti dalla legge, valutando costi, modi e tempi dello svolgimento dell'azione amministrativa.
Vista la mole dei provvedimenti all'esame del Parlamento e del Governo, è una materia su cui il contributo delle Assemblee e dei singoli parlamentari sarà prezioso per accompagnare una riforma che non deve essere né dirigistica né astratta, ma concretamente calata sul miglioramento dell'efficienza dell'amministrazione pubblica.
PRESIDENTE. L'onorevole Turci ha facoltà di replicare.
LANFRANCO TURCI. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Rutelli. Innanzitutto mi fa piacere che condividiamo che uno dei modi efficaci per combattere il terrorismo sia ascoltare le proposte dei riformatori che, di volta in volta, diventano oggetto delle campagne di intimidazione del terrorismo.
Nel merito delle questioni riguardanti la pubblica amministrazione, onorevole Vicepresidente, guardiamo con grande attenzione al lavoro avviato dal ministro Nicolais. Vorrei sottolineare che la proposta che abbiamo presentato, alla Camera in quarantasei esponenti di diversi gruppi parlamentari e al Senato con la prima Pag. 60firma del presidente del gruppo L'Ulivo e dei due vicepresidenti, nonché dell'ex ministro del lavoro Treu, tende non a contrapporsi ma ad integrare il lavoro avviato dal ministro Nicolais.
Ciò che proponiamo con l'authority e con i criteri per la valutazione dell'efficienza della produttività delle strutture dei dipendenti della pubblica amministrazione tende a generalizzare un metodo di valutazione avviato, timidamente e parzialmente, negli anni passati con le cosiddette leggi Bassanini, poi arenatosi.
Dobbiamo dare trasparenza ai risultati e alle strutture dei dipendenti per valorizzare la grande massa dei lavoratori pubblici che lavorano con efficacia e dedizione, ma anche per svuotare quelle sacche di inefficienza e, spesso, di parassitismo che esistono nella pubblica amministrazione in un rapporto diretto con i cittadini, quali utenti di servizi pubblici.
In ciò non vi è alcuna sovrapposizione con le funzioni della Corte dei conti e, peraltro, non proponiamo la costruzione di una specie di mostro burocratico nazionale in capo all'authority presentata. Parliamo di nuclei di valutazione, che la legge già peraltro prevede, distinti per i singoli rami dell'amministrazione. Quindi, è una proposta che, in sé, tende a generalizzare il metodo della valutazione, della trasparenza, del rendiconto pubblico al cittadino e all'opinione pubblica senza appesantire ulteriormente la macchina dello Stato.
Pregherei, quindi, il Governo di valutare con attenzione tale proposta e, possibilmente, di inserirla all'interno delle priorità della propria azione di riforma della pubblica amministrazione.
(Iniziative in relazione alle strutture sociali che favoriscono la violenza eversiva - n. 3-00631)
PRESIDENTE. L'onorevole La Russa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00631 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11).
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevole Vicepresidente del Consiglio, l'interrogazione che sto illustrando è simile a quella che seguirà, presentata dal gruppo di Forza Italia, e ha avuto, in parte, risposta dall'informativa urgente che questa mattina il ministro dell'interno ha reso in Assemblea.
Allora, forse in una forma un po' irrituale, il Vicepresidente Rutelli mi consentirà di porre la domanda solo su un aspetto che questa mattina non è stato approfondito. Stiamo parlando della vicenda che ha portato all'arresto di quindici accusati di azioni di terrorismo e dell'inchiesta che ha consentito a Ilda Boccassini, pubblico ministero di Milano, di affermare che sono state fermate «persone pericolose che si sentivano in guerra contro lo Stato» e che si è impedito che «compissero azioni violente anche contro obiettivi umani». Stiamo parlando di un'operazione, che, secondo il fondatore del Partito comunista dei lavoratori, Marco Ferrando, è un'operazione ingiustificata, di repressione statale, che può introdurre motivi di tensione nella manifestazione di Vicenza.
Nell'interrogazione abbiamo elencato una serie di questioni. Le chiediamo pertanto come intenda il Governo cercare di prosciugare l'acqua che consente a tanti pesci rossi di nuotare indisturbati. In forma irrituale, la domanda, che è contenuta nell'interrogazione, ma che diventa motivo centrale di questo mio intervento, è: come reagirà il Governo se suoi esponenti o capi di partiti che lo sorreggono andranno, contro il divieto del Governo stesso, a Vicenza a contribuire a far crescere quell'acqua, nella quale i pesci rossi nuotano tranquillamente?
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Osservo sommessamente che, seppure non debba prevalere nei dibattiti parlamentari rigorosamente il principio ne bis in idem, è abbastanza Pag. 61singolare che noi teniamo a distanza di poche ore tre interrogazioni sulla stessa identica materia sulla quale in questa stessa aula si è tenuta un'informativa alla presenza, come correttamente ha ricordato anche il collega La Russa, del ministro dell'interno.
Trattandosi di identica materia, ho la difficoltà di non richiamarmi interamente alle considerazioni già svolte ottimamente dal ministro dell'interno, ed inevitabilmente i deputati, come fa l'onorevole La Russa, mi interrogano su un'altra materia. Lui mi ha chiesto qualcosa...
IGNAZIO LA RUSSA. C'era nell'interrogazione!
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Sì, è tra le premesse dell'interrogazione. Tuttavia, io non mi sottraggo assolutamente, anche perché non solo questa, ma anche le due interrogazioni successive, saranno sulla stessa materia, e ad esse darò, spero in modo adeguato, una risposta a nome del Governo.
Sottolineo che noi dobbiamo innanzitutto ringraziare le forze dell'ordine per un'azione preziosa, tanto più importante in quanto è stata condotta con riservatezza nell'arco degli ultimi due anni, e le forze della magistratura, che hanno operato con efficacia e capacità di intervento assolutamente apprezzabili, insieme agli organismi investigativi e di pubblica sicurezza. Voglio sottolineare che in molti casi la questione dei luoghi dove si ritrovino dei presunti terroristi o dei criminali politici - ce ne sono di categorie differenti; attendiamo ovviamente gli sviluppi dell'attività degli organi inquirenti - non può di per sé coinvolgere il luogo dove essi lavorano. Noi conoscevamo, in base alle inchieste, che i terroristi erano impiegati, erano funzionari, erano operai, erano studenti e diciamo che la loro posizione criminale non poteva certamente estendersi, per proprietà transitiva, ai luoghi dove essi si incontravano.
Quindi è chiaro che bisogna tenere tutti insieme - rispondo con grande chiarezza, spero, all'onorevole La Russa - un atteggiamento di grande rigore, intransigenza e fermezza nei confronti di qualunque proposito o tentativo di rinascita di forme di violenza organizzata nel nostro paese. Occorre, ripeto, distinguere attentamente i luoghi nei quali si esercita un punto di vista politico, anche antagonistico, che sia di sinistra o che sia di destra o che sia di qualunque ispirazione...
PRESIDENTE. La invito a concludere, signor Vicepresidente del Consiglio.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ... e che dev'essere tutelato in base alla nostra Costituzione, anche quando si esprime in una maniera radicalmente critica nei confronti del potere costituito, rispetto agli atti violenti. Gli atti violenti e la loro preparazione ci devono vedere solidali con le forze dell'ordine e con la magistratura, impegnati tutti come classe politica per stroncarli all'origine in modo inflessibile.
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, signor Vicepresidente del Consiglio, perché il suo tempo è terminato.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Questo vale anche per manifestazioni di piazza. Confido che non vi sarà alcun disordine, ma se vi fossero le condizioni dovranno essere prevenute anche per il prossimo sabato...
PRESIDENTE. Onorevole Rutelli, sono costretto a ricordarle che il rispetto dei tempi è anche il rispetto dell'Assemblea!
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Ha ragione, Presidente. Dovranno essere, dicevo, prevenute e, nel caso vi fossero, represse con estrema severità.
PRESIDENTE. L'onorevole La Russa ha facoltà di replicare.
IGNAZIO LA RUSSA. Il compianto onorevole Tatarella una volta mi disse: stavolta ti devi preparare per intervenire, Pag. 62perché hai solo cinque minuti di tempo; se avessi mezz'ora non avresti bisogno di prepararti!
La stessa cosa è capitata al Vicepresidente del Consiglio, Rutelli, che non volendo, più che non potendo, rispondere, ha avuto bisogno di più tempo rispetto a quanto previsto (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania).
La domanda era molto semplice: cosa intende fare il Governo per eliminare il brodo di coltura, l'acqua, come io ho detto, in cui nuotano troppi pesci rossi e, glielo leggo testualmente (lo sapeva già, perché l'interrogazione l'abbiamo presentata ieri), come intenda risolvere, all'interno della propria maggioranza, le imbarazzanti contraddizioni comportamentali di alcuni suoi autorevoli esponenti che non si possono in alcun modo giustificare in uno Stato di diritto.
Ho anche parlato della presenza di sottosegretari, del presidente di un partito che sostiene la maggioranza ad una manifestazione contro il parere del Presidente del Consiglio Prodi che ha detto: non si manifesta contro il Governo se si fa parte del Governo! Di tutto ciò non abbiamo avuto alcuna risposta!
Io la capisco: è qui a «cantare» ed a portare la croce per tutto il Governo, me ne rendo conto, onorevole Rutelli. Faccio il mio dovere di oppositore e faccio vedere a quelle poche decine di migliaia, non so quante sono, di persone che ci seguono in televisione che questo Governo, di fronte a domande semplici non può dare - non è che non lo voglia - alcuna risposta né per spiegare come intenda operare perché sia tolta l'acqua a chi vuole riportare il terrorismo né per spiegare come intenda risolvere al proprio interno quelle contraddizioni che finiscono per essere una, sia pure teorica e non provata, incentivazione ad un clima che, sicuramente, non aiuta la libera e civile convivenza!
Come vede, sapendo bene quello che dovevo dire, ho usato meno del mio tempo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Assiste ai nostri lavori una classe della scuola media Ungaretti di Succivo, Caserta: la Presidenza e l'Assemblea la salutano (Applausi).
(Misure di prevenzione e di contrasto in relazione alle condizioni che favoriscono la ripresa del terrorismo brigatista - n. 3-00632)
PRESIDENTE. L'onorevole Leone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00632 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, basta leggere il titolo dell'atto ispettivo in oggetto per comprendere cosa si intende chiedere con questa interrogazione, ma anche con quella che ci ha preceduto. Forse, il superlavoro del Vicepresidente del Consiglio, che deve rispondere da solo a quattordici interrogazioni a risposta immediata, evidentemente lo ho portato a non leggere nemmeno il testo delle interrogazioni.
Non stiamo parlando solo di terrorismo o di ciò che è accaduto, come esposto questa mattina dal ministro Amato. Le abbiamo chiesto cosa pensa lei ed il Governo rispetto a ciò che ha preceduto i fatti, con la riemersione dell'eversione, legata a una serie di atteggiamenti della sinistra, di chi è colluso con i centri sociali, di chi ha portato in televisione - mi riferisco ad Annunziata - Casarini per uno spot pubblicitario: mi riferisco alla questione di Vicenza, ad un suo consigliere regionale della Margherita, veneto, nel momento in cui si sono espressi insieme contro la base militare statunitense.
A questo deve rispondere, signor Vicepresidente del Consiglio, non ad altro!
CESARE CAMPA. Che rispondesse!
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
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FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ciascuno nell'aula può capire quanto precise siano queste domande, ma anche quanto siano politiche, come quella sollevata dall'onorevole La Russa.
Avendo il ministro dell'interno risposto analiticamente sugli interventi di polizia giudiziaria, sui sequestri, sulle azioni preventive, sullo svolgimento delle indagini, sulle operazioni condotte mirabilmente dalle forze dell'ordine, è evidente che ora ci troviamo di fronte ad una schermaglia politica.
Vorrei sottolineare, in particolare, ai colleghi del gruppo di Forza Italia che sono lieto di rispondere, nel corso di una seduta impegnativa, a tredici interrogazioni; ed è esattamente ciò che nella passata legislatura il precedente Presidente del Consiglio non fece mai, neppure una volta!
ANTONIO LEONE. Lei non è il Presidente del Consiglio!
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Neppure una volta in cinque anni!
ANTONIO LEONE. Lei non è il Presidente del Consiglio!
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Mi faccia parlare, perché adesso è il mio turno, poi lei replicherà, naturalmente.
Sottolineo che io personalmente ero deputato dell'opposizione e molte volte avrei voluto vedere il premier dell'epoca nei cinque anni precedenti. Io gli ho rivolto molte interrogazioni a risposta immediata e non è venuto mai! Io sono venuto quattro volte dall'inizio della legislatura!
ANTONIO LEONE. Lei non è il premier!
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Così ha fatto Prodi e così ha fatto l'altro vicepremier D'Alema e questa è una differenza, per quanto riguarda il rispetto nei confronti del Parlamento, tra il centrosinistra e il centrodestra, se mi è permesso di dirlo, come ha affermato l'onorevole La Russa davanti ai telespettatori che ci stanno seguendo!
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Ma cosa ha detto?
PRESIDENTE. L'onorevole Leone ha facoltà di replicare.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, il Vicepresidente Rutelli si è avvalso della facoltà di non rispondere, visto che non ha risposto alla mia interrogazione, ma ha sollevato una polemica fuori luogo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Infatti, lei non è il premier. Quindi, se il Presidente del Consiglio non è venuto nel corso della scorsa legislatura, non lo sta facendo neanche l'attuale premier nel corso di questa, a meno che lei non abbia già cacciato Prodi. Evidentemente, la sua è soltanto vis polemica.
Invece, non ha risposto a cosa pensate, lei e la parte pseudomoderata del Governo, delle conseguenze del vostro comportamento - suo e di altri componenti del Governo - nel momento in cui si è strizzato l'occhio ai centri sociali; nel momento in cui si è strizzato l'altro occhio ai consensi ed ai voti da prendere alle elezioni; nel momento in cui si è scatenata la caccia nei confronti dell'ex Presidente del Consiglio (parlo del Presidente Berlusconi), obiettivo dei brigatisti rossi; nel momento in cui la CGIL - sì, la CGIL - all'interno delle fabbriche ha puntato il dito contro il professor Ichino, altro obiettivo dell'eversione terroristica rossa emersa in questi giorni; nel momento in cui lei non ha seguito la linea editoriale di Libero, evidentemente per rispondere a quanto le ho chiesto e comprendere come mai anche lo stesso quotidiano sia nel mirino dell'eversione rossa.
Signor Vicepresidente del Consiglio, vuole dirci cosa pensa di quanto ha fatto il Governo quando alcuni suoi uomini Pag. 64hanno partecipato alle manifestazioni contro il Governo stesso? Per quale motivo Prodi si è dovuto fare avanti e vietare ai propri ministri e sottosegretari di partecipare alla manifestazione contro la base di Vicenza, mentre non ha pensato di vietarlo anche ai segretari di partito (parlo di Giordano e di Diliberto), che siedono al fianco del suo Governo al momento di dare il consenso? Per quale motivo lei non ritiene che tutto questo comportamento non sia una concausa della riemersione dell'eversione? È questo che vi deve far svegliare. Dovete far intendere ai cittadini se pensate che le lacrime di coccodrillo, mostrate all'attenzione dell'opinione pubblica italiana, siano legate solo e soltanto ad interessi elettorali e non al vostro modo di fare politica contro l'eversione e contro i brigatisti rossi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Congratulazioni).
(Valutazioni del Governo circa le connessioni tra il nuovo terrorismo e le organizzazioni antagoniste - n. 3-00633)
PRESIDENTE. L'onorevole Maroni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00633 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13).
ROBERTO MARONI. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, come naturale in questi giorni, anche la nostra interrogazione tocca l'argomento assai rilevante dei fatti di terrorismo all'ordine del giorno.
Questa mattina abbiamo avuto l'informativa da parte del ministro dell'interno, cui abbiamo replicato. Tuttavia, a lei vorrei chiedere precisamente e puntualmente in merito ad una situazione specifica e particolare cui il ministro dell'interno non ha voluto o saputo dare risposta.
Posto che i centri sociali (o presunti tali) in cui sono stati individuati ed arrestati i terroristi (centro popolare Gramigna, comitati proletari per il comunismo, centro proletario «Ilic», centro «La Fucina» di Sesto San Giovanni) sono al centro delle indagini di polizia e sono riconosciuti come il luogo dove i terroristi si formano, chiediamo quali intenzioni abbia il Governo in merito a questi centri e se intenda chiuderli, come abbiamo chiesto, o mantenerli aperti, contribuendo quindi alla proliferazione dell'attività terroristica.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, credo che dobbiamo essere molto attenti nel non accomunare alle attività di protesta politica, tra cui anche le manifestazioni che si fanno portatrici dei contenuti più radicali, le attività terroristiche.
Dobbiamo poter intervenire in quelle situazioni che ho richiamato prima, che costituiscono un «brodo di coltura», nel quale possano avere sviluppo attività prodromiche di azioni violente. Vorrei sottolineare che la solidarietà completa che è stata espressa da parte del Governo all'ex Presidente del Consiglio Berlusconi, alle persone minacciate, al professor Ichino, che già da tempo era sotto scorta, perché a sua volta sotto pericolo, ai quotidiani e agli altri soggetti ...
MAURIZIO FUGATTI. Risponda all'interrogazione!
MARCO BOATO. Ma che modo di interrompere è...?
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. La solidarietà che abbiamo espresso naturalmente riguarda la consapevolezza circa il fatto che anche il Governo, nei volantini trovati, fa parte di questi obiettivi. È quindi una minaccia generalizzata, rispetto alla quale dobbiamo poter intervenire, mi auguro unitariamente, nei confronti di chiunque sia oggetto di questo tipo di minaccia.
Per quanto riguarda i centri sociali, ho fatto esperienza di amministratore della capitale per sette anni. Abbiamo saputo attentamente discernere tra l'attività dei Pag. 65centri sociali, di sinistra o di destra, o di altri orientamenti, ve ne sono diversi, e i luoghi dove si svolgono attività illecite. Occorre essere tolleranti.
Sapete che nella giunta comunale di Milano, di cui fa parte anche il vostro partito, il nuovo assessore alla cultura ha avanzato una proposta che ha fatto discutere: la produzione di arte visiva, dei cosiddetti graffiti, di uno dei centri sociali più criticati e discussi dovrebbe essere sottoposta dal mio Ministero a vincolo, considerandola patrimonio culturale. Come vedete, si tratta di distinguere. Quella persona è stata attaccata da colleghi della sua maggioranza, ma in quella provocazione si può riscontrare la necessità, onorevole Maroni, di discernere tra attività di divertimento, attività formative, attività di tipo culturale o politico, anche radicale, e qualunque attività di preparazione di atti violenti. Non è interesse di nessuno unificare sotto l'etichetta della violenza attività che violente non sono, così come non è interesse di nessuno minimizzare il fatto che da comportamenti corrivi verso la violenza possano scaturire dei fatti gravi per l'interesse generale. È un punto di equilibrio che mi permetto di sottolineare e di sottoporre alla vostra attenzione; è interesse di tutti (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Verdi e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. L'onorevole Maroni ha facoltà di replicare.
ROBERTO MARONI. Signor Vicepresidente, lei ha ragione: occorre discernere. Proprio per questo io non le ho chiesto se il Governo intenda chiudere, come forse sarebbe giusto fare, tutti i centri sociali esistenti, ma ne ho indicati quattro, quelli che secondo le indagini di polizia giudiziaria sono responsabili nell'aver dato copertura ai terroristi.
Li ripeto: il centro popolare Gramigna, i comitati proletari per il comunismo, il centro proletario Ilic e il centro La Fucina a Sesto S.Giovanni. Forse parliamo due lingue diverse, ma lei non mi ha dato una risposta. Non ci ha detto che chiuderete quei centri perché lì si sono trovati dei pericolosi terroristi criminali
Lei non ha detto che interverrete. Ha parlato genericamente di centri sociali come luoghi di aggregazione. Questa è una non risposta, che ci inquieta, perché sotto sotto c'è ancora quella sorta di indulgenza nei confronti dei cosiddetti giovani dei centri sociali, che tanto «giovani», come ho avuto modo di dire non sono, né tanto meno «sociali», visto le attitudini che hanno.
Questa indulgenza del Governo ci preoccupa, perché il segnale che lei ha dato a questi soggetti, che non sono solo brigatisti, ma sono stati responsabili negli anni passati di azioni di violenza nei confronti di esponenti del nostro partito, in questo momento, è di grande indulgenza. È come se dicesse a questi soggetti: fate pure, tanto mostreremo nei vostri confronti la comprensione che si deve ai giovani un po' esuberanti.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Non so che risposta abbia ascoltato, onorevole Maroni.
ROBERTO MARONI. Non è così che si deve intervenire, signor Vicepresidente del consiglio. Mi auguro che il Governo di cui lei fa parte sappia distinguere, ma colpire duramente questi centri, che sono spesso centri di reclutamento del terrorismo.
Ci aspettiamo che nelle prossime ore questi quattro centri vengano chiusi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 16,35, è ripresa alle 16,45.