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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Disegno di legge recentemente approvato dal Consiglio dei ministri sui diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi - n. 3-00627)
PRESIDENTE. L'onorevole Capitanio Santolini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Casini n. 3-00627 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmataria.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio onorevole Rutelli, in queste ore si continua a dire che la vicenda dei «Dico» ha rappresentato un'alta mediazione. In realtà, ciò non si può affermare, perché con questo provvedimento, in qualche modo, si cancella quel favor familiae che attraversa tutta la Costituzione: infatti, si sottraggono molti privilegi alle famiglie fondate sul matrimonio per darli alle convivenze; sono privilegi che queste ultime già in parte hanno: si pensi al discorso sull'eredità e sulle pensioni. Vale la pena di ricordare che l'istituto della pensione non è previsto nemmeno nei «Pacs» francesi.
In secondo luogo, questo disegno di legge è del tutto simile ai «Pacs» francesi: non vi è alcuna differenza né sostanziale né formale.
Vorremmo sapere in che termini si può dire che tale normativa è diversa da quella francese e per quale motivo è stato adottato questo disegno di legge. Infatti, le eventuali tutele per i conviventi sono già ampiamente consolidate nella legislazione.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, preannuncio che utilizzerò qualche secondo in più...
PRESIDENTE. Basta che i secondi siano secondi...
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Nelle prossime risposte cercherò di recuperare il tempo, senza togliere nulla alle successive interrogazioni.
Onorevole Capitanio Santolini, credo che sia sconsigliabile trasformare l'esame parlamentare del disegno di legge sui «Dico» in un conflitto aspro. Credo sia compito di tutti ricercare le condizioni per un esame sereno, obbiettivo, costruttivo.
Il Governo ha ritenuto giusto, anche per togliere dal tavolo esasperazioni inutili, aspettative sproporzionate ed atteggiamenti Pag. 53di pregiudiziale e ingiustificabile rifiuto, adottare una proposta equilibrata, che risponde ai principi contenuti nel programma della stessa coalizione di Governo.
L'articolo 29 della Costituzione riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, prescrive uno status privilegiato del modello costituzionale di famiglia, che la Corte costituzionale ha qualificato molto precisamente nel tempo. Ricordo che lo ha fatto definendo la famiglia come entità che possiede una dignità superiore, in ragione dei caratteri di stabilità e certezza, e sottolineando come la corrispettività dei diritti e doveri nasca soltanto dal matrimonio, atto di volontà congiunta.
Questa impostazione si confronta con una giurisprudenza costituzionale che ha dato rilievo nel tempo alle convivenze more uxorio, escludendo la generalizzata estensione delle norme dettate per la famiglia a queste situazioni, ma imponendo anche per tali conviventi il rispetto dei diritti inviolabili (ad esempio, il diritto di abitazione) e ammettendo che il legislatore possa, relativamente a profili particolari, dettare una disciplina inevitabilmente essenziale, che riconosca alle persone che fanno parte di tali convivenze, ove caratterizzate da requisiti di relativa stabilità, taluni diritti e facoltà che trovano fondamento costituzionale nell'articolo 2.
Onorevole Capitanio Santolini, non le sfugge l'enorme differenza tra il disegno di legge governativo ed altre situazioni in altri paesi. Il nostro disegno di legge, prima di tutto, specifica cosa si intenda per conviventi; poi, indica i diritti e i doveri che ad essi spettano e, infine, si preoccupa di illustrare una delle strade per dare la prova della convivenza, rinvenendo nel certificato anagrafico (che già dal 1954 consentiva di comprendervi i conviventi) un elemento di accertamento della convivenza stessa.
Sottolineo che l'iscrizione all'anagrafe oggi è obbligatoria. In questo senso si muove la disciplina sui «Dico». Presupposto della rilevanza giuridica è la situazione di fatto, costituita dalla convivenza e comprovata, per l'appunto, dalle risultanze anagrafiche; inoltre, nessuna dichiarazione di volontà è prevista, in quanto all'anagrafe viene soltanto comunicato un fatto.
Qui emerge la differenza con la disciplina che lei ha evocato. Infatti, i Pacs francesi e gli istituti consimili attualmente presenti in Europa hanno come caratteristica principale, invece, di essere atti negoziali, a contenuto prevalentemente patrimoniale, costitutivi di un vero e proprio status personale. Per essere valido, il Pacs deve essere oggetto di una dichiarazione congiunta e scritta e deve essere presentata al cancelliere del tribunale, il quale iscrive il Pacs medesimo in un apposito registro.
È evidente la differenza: i modelli non sono paragonabili tra loro perché, nel nostro, non si prevede alcun tipo di atto negoziale da parte dei conviventi, non è prevista la registrazione e la tutela necessaria, anche sotto il profilo costituzionale, discende dalla situazione di fatto.
Sottolineo, signor Presidente, che la affectio, ovverosia la accezione legata alla condivisione della vita sessuale, il legame affettivo previsto dall'articolo 1 del disegno di legge in questione, non si riferisce necessariamente - e si tratta di un'altra novità importante qui in Italia - al rapporto sessuato della convivenza. Ciò perché i diritti ed i doveri previsti sono attribuibili anche a fratelli e sorelle - come ha ricordato il ministro per le politiche per la famiglia -, oppure a nonno e nipote: sono riferibili, cioè, a quanti convivono sulla base di reciproca assistenza.
In questo modo...
PRESIDENTE. Onorevole Rutelli...
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ...si innova, sulla base di un vincolo solidaristico e di assistenza intercorrente tra i conviventi.
Vorrei sottolineare che la mancata estensione di tale disciplina alle convivenze omosessuali, come voi chiedete, se esse sono caratterizzate da questi stessi requisiti di durata e stabilità non sarebbe giusta...
PRESIDENTE. La prego di concludere!
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ... non troverebbe fondamento costituzionale e costituirebbe una irragionevole discriminazione.
In conclusione, signor Presidente, poiché il Governo ha chiarito che su questa materia è utile instaurare un confronto con l'opposizione, che il testo non è «blindato» e può essere migliorato con l'esame parlamentare e che, data la natura del provvedimento, è escluso che venga posta la questione di fiducia, osservo che, compiuti tali passaggi, non è consigliabile allontanarsi dall'impianto indicato dal programma della coalizione dell'Unione.
Per questo motivo, rinnovo al Parlamento l'invito a procedere ad un esame di merito, ma senza esasperazioni. Rinnovo altresì l'invito alle Camere ad affrontare, possibilmente tutti insieme, le grandi tematiche che riguardano la famiglia, e che penso accomunino larga parte di questa Assemblea, nell'interesse del bene comune.
PRESIDENTE. Grazie: un intervento sui generis...!
L'onorevole Mazzoni, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
ERMINIA MAZZONI. Signor Vicepresidente del Consiglio, le domande che abbiamo formulato sono estremamente chiare, ed io ritengo che altrettanto chiaro sia il suo imbarazzo.
Reputo insoddisfacente la sua risposta e, di contro, considero molto esaustivi i suoi silenzi rispetto alle questioni specifiche che abbiamo evidenziato con l'interrogazione in esame. L'unica risposta chiara, e che sicuramente mi può dare soddisfazione, è il fatto che lei ha annunciato che non sarà posta, su tale provvedimento, quella questione di fiducia di cui, invece, si parla da più giorni.
Ritengo che queste materie non possano essere utilizzate per risolvere questioni interne alla coalizione di Governo, perché tale modo di procedere offende sicuramente la dignità dei cittadini. Gli altri paesi ai quali molto spesso la sua maggioranza fa riferimento, indicandoli come esempi cui guardare, hanno operato con maggiore schiettezza, rispettando quella dignità e confrontandosi lealmente con le aule parlamentari, cosa che voi, invece, non siete in grado di fare!
Il disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri, signor Vicepresidente, al di là dei profili di costituzionalità - che verranno successivamente rilevati nel corso dell'esame parlamentare, che mi auguro possa essere realmente ampio, come lei ha auspicato -, è un provvedimento confusionario e pieno di incongruenze, come è normale che sia quando si procede con metodi così approssimativi! Tali incongruenze, inoltre, rischiano di creare gravi problemi.
Il criterio dell'invio della lettera raccomandata per formalizzare l'inizio della convivenza non è un dato formale. Mi permetto anche di dirle, signor Vicepresidente del Consiglio, che ciò che lei individua come una differenza rispetto ai «Pacs», cioè la volontà negoziale che caratterizza il modello francese, noi lo ritroviamo anche in questo modello, perché con lettera raccomandata si incontra anche la volontà dell'altro. Quanto lei enuncia oggi in questa Assemblea è una fictio, così come lo è il mancato coordinamento con le norme civilistiche in materia successoria. Inoltre, voglio sottolineare il grave pericolo, che si correrà, di consentire convivenze utilizzate ad arte per riuscire ad ottenere il permesso di soggiorno, violando la legge sull'immigrazione.
PRESIDENTE. Onorevole Mazzoni...
ERMINIA MAZZONI. Chiedo anch'io una piccola deroga, signor Presidente, dato che l'ha concessa a molti altri.
Mi permetto soltanto di aggiungere, signor Vicepresidente del Consiglio dei ministri, che noi non abbiamo problemi o contrarietà nei confronti degli omosessuali o dei diritti. Noi vogliamo affermare i diritti, se è vero che il nostro ordinamento manca del riconoscimento dei diritti nei confronti di qualche soggetto.Pag. 55
Quanto cerchiamo di affermare è che non dobbiamo creare una competizione impropria tra diritti e diritti, non dobbiamo cercare di introdurre nuovi diritti cancellandone altri.
Questo disegno di legge, così confusionario, riuscirà a compromettere il già fragile equilibrio socioeconomico del nostro paese, mettendo in una posizione subordinata la famiglia, che è una priorità e non lo è, o non dovrebbe esserlo, solo per l'UDC. La famiglia, infatti, è una priorità in quanto strumento, laicamente inteso, di crescita e di sviluppo demografico del nostro paese.
PRESIDENTE. Stanno assistendo ai nostri lavori, dalle tribune, gli studenti di una classe dell'Istituto Comprensivo Cingolani di Montecassiano (Macerata), ai quali la Presidenza e l'Assemblea rivolgono un saluto (Applausi).