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Per un richiamo al regolamento.
ENRICO LA LOGGIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 15,30)
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, vorrei richiamare la sua attenzione sul richiamo al regolamento che mi accingo a svolgere. Esso riguarda un argomento che è realmente meritevole di attenzione, perché concerne non soltanto l'opposizione, ma l'intero Parlamento e quindi il corretto andamento dei nostri lavori. Il richiamo è, in particolare, al comma 7 dell'articolo 96-bis del regolamento, con riferimento a quanto indicato nella lettera circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa nelle Commissioni. Passo al caso specifico, e lo farò in maniera molto rapida.
Nella X Commissione, in sede di esame del cosiddetto decreto Bersani, che si occupa delle liberalizzazioni, con particolare riferimento all'articolo 9, che sarà esaminato questa sera (da qui l'urgenza di porre la questione in questo momento), avevo presentato, insieme a tutti i componenti del mio gruppo, un paio di emendamenti relativamente ad un aspetto specifico della materia trattata. Tali emendamenti si riferivano, usando termini semplici e facilmente accessibili, alla procedura per dare inizio ad una attività entro un giorno, così come peraltro prevedeva la proposta dell'onorevole Capezzone, poi recepita all'interno di Pag. 15quel provvedimento e presentata all'esame del Parlamento. Gli emendamenti erano proprio volti ad un'ulteriore semplificazione; quindi, non solo erano assolutamente compatibili con la materia trattata - ciò va da sé - ma erano stati predisposti proprio per dare un ulteriore impulso alla semplificazione amministrativa.
Non entro nel merito naturalmente, perché ciò esula dalla questione posta in questa sede. Tuttavia, gli emendamenti sono stati dichiarati inspiegabilmente - uso questo termine per la responsabilità che mi compete e per la copiosa esperienza parlamentare maturata sia in questa Camera che nell'altro ramo del Parlamento - inammissibili per estraneità di materia.
Francamente, non si riesce a spiegare realmente la ragione che ha portato alla dichiarazione di inammissibilità. Signor Presidente, vorrei che mi ascoltasse con attenzione, perché la questione è molto delicata. Le spiegazioni addotte sono tutt'altro che convincenti. Comprendo che la Commissione, nella sua ordinaria attività istruttoria, dinanzi a un voto, può decidere di essere o meno d'accordo. Ma escludere l'esame di questi emendamenti mi sembra improprio e costituisce, a mio avviso, un vulnus rispetto all'iniziativa dei parlamentari. In questo caso, peraltro, si fa riferimento ad un intero gruppo parlamentare.
Signor Presidente, la cosa è ancora più inspiegabile, perché contemporaneamente sono stati dichiarati ammissibili emendamenti del relatore totalmente estranei alla materia. Ad esempio, vorrei fare riferimento all'emendamento 1.2 del relatore che, a proposito del divieto di prevedere costi di ricarica per i telefonini, estende tali previsioni ad altre fattispecie totalmente estranee al contenuto del provvedimento. Allora, non è possibile - e credo che nessuno in quest'aula lo ritenga possibile - usare due pesi e due misure, poiché ciò costituirebbe un pericolosissimo precedente. Significherebbe stabilire l'ammissibilità o meno di un emendamento a seconda di chi detiene la maggioranza, a seconda che si tratti di un emendamento presentato da un gruppo dell'opposizione o della maggioranza. In tal caso, francamente, la stessa dialettica parlamentare verrebbe ad essere messa realmente in discussione. Allora, è ovvio che questa mia richiesta non ha nulla di ostruzionistico e la prego di prendere in considerazione quanto le sto rappresentando.
Vi sono due ipotesi che mi sento di suggerire: la prima è quella di indurre gli uffici ad effettuare un ulteriore esame dell'ammissibilità degli emendamenti in questione, stante che tra qualche ora dovrebbero essere discussi dalla Commissione; in secondo ordine, Presidente, dato che proprio sull'argomento dell'ammissibilità degli emendamenti è già stata convocata dal Presidente Bertinotti, per il 27 febbraio, una riunione della Giunta per il regolamento - Giunta di cui mi onoro di far parte proprio su chiamata del Presidente Bertinotti -, l'altra ipotesi potrebbe essere quella di anticipare, almeno su questo punto, la riunione della Giunta per il regolamento. Altrimenti, la risposta meramente burocratica che potrebbe essere data alla mia richiesta non potrà che essere giudicata totalmente insufficiente, inadeguata; stiamo parlando, peraltro, di un argomento di grandissimo rilievo che riguarda un'enorme quantità di cittadini.
Non vi è da parte mia - e lo confermo - alcuna intenzione di carattere ostruzionistico, ma solo la richiesta di esaminare nel merito emendamenti che riguardano proprio il cuore del provvedimento: altro che estraneità di materia! Concernono proprio la procedura autorizzativa. Ovviamente, tendono a rendere possibile una ulteriore semplificazione; ma questa è una scelta che si può accettare o meno, non certo respingere a priori, perché comunque rientra nella materia contemplata dal provvedimento.
Quindi, la pregherei, Presidente, di fare qualcosa, addivenendo o alla prima ipotesi o alla seconda - probabilmente la prima sarebbe molto più agevole -, per consentire un nuovo vaglio dell'ammissibilità degli emendamenti da esaminare in Commissione già dichiarati inammissibili.
PRESIDENTE. Onorevole La Loggia, le ricordo, a proposito della questione da lei Pag. 16sollevata - come lei sa bene - che la presidenza della X Commissione ha stabilito un termine per il ricorso contro le declaratorie di inammissibilità. Tale termine è scaduto nella giornata di ieri e le richieste di riesame sono state valutate dalla Presidenza, che ha ritenuto di confermare le decisioni già assunte dalla presidenza della Commissione.
Con riferimento specifico all'emendamento in questione, in questa fase la Presidenza, come più volte è stato rilevato, da ultimo nella seduta del 31 gennaio scorso, non può che ricordare che l'articolo 96-bis, comma 7, del regolamento, al fine di garantire il rispetto dei criteri stabiliti dalla legislazione vigente in ordine alla specificità e alla omogeneità delle disposizioni recate dai decreti-legge e ai limiti del loro contenuto, prevede per la valutazione dell'ammissibilità degli emendamenti criteri più rigorosi rispetto a quelli stabiliti nell'ambito del procedimento legislativo ordinario, stabilendo, in particolare, che devono essere dichiarati inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi che non siano strettamente attinenti alla materia del decreto-legge.
Come specificato nella circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997, la stretta attinenza al contenuto del decreto-legge deve essere valutata con riferimento ai singoli oggetti e alla specifica problematica affrontata dall'intervento normativo. L'emendamento in questione è stato esaminato da parte della Presidenza alla luce di tali parametri ed è stato ritenuto estraneo sotto il profilo della stretta attinenza.
In ogni caso, lei ha formulato due proposte sulle quali non posso, evidentemente, darle una risposta immediata. Riferirò le sue osservazioni e le sue proposte alla Presidenza, che potrà valutarle in sede di ammissibilità degli emendamenti in Assemblea.