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Sull'ordine dei lavori (ore 15,40).
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, come lei ha constatato, la maggioranza dell'Assemblea, con un colpo di mano ed instaurando un bruttissimo precedente, ha praticamente stravolto l'ordine dei nostri lavori, compiendo una sorta di puerile, per quanto iniqua, vendetta rispetto alla propria stessa carenza in termini di numero legale, come i colleghi Leone e Lussana hanno denunciato efficacemente poco fa. In conseguenza dell'ulteriore vulnus all'ordine dei lavori ed alle intese voluto dalla maggioranza di centrosinistra, si è proceduto all'inversione dell'ordine del giorno dando la precedenza al punto 5, che prevede la discussione sulle linee generali del disegno di legge di conversione del decreto-legge relativo alla proroga di termini.
Ora, devo dire che, a seguito di questo stravolgimento, si crea una differenza sostanziale anche nell'esercizio delle facoltà dei parlamentari, dei singoli parlamentari oltre che dei gruppi. Infatti, i parlamentari - non soltanto noi membri della I Commissione, ma tutti i parlamentari in genere - erano consapevoli e consci che, almeno sino alle ore 17, ci sarebbe stata la possibilità di presentare emendamenti in Assemblea, di svolgere insomma un'attività emendativa che è tuttora in fermento, in itinere. Si sta lavorando, per l'appunto. Qualcuno di noi ha già presentato emendamenti, altri si ripromettono di farlo o si accingono a presentarli. Ebbene, ci si chiederebbe a questo punto, con uno stravolgimento non solo formale ma, ancor peggio, di sostanza dell'ordine dei lavori, di dar luogo comunque, indifferentemente - come nulla fosse successo -, alla discussione sulle linee generali; oltretutto, sovrapponendosi i tempi, i parlamentari o seguono la discussione sulle linee generali o lavorano alla presentazione degli emendamenti.
Si finisce, quindi, con lo strangolare il tempo dedicato alla trattazione di questo provvedimento, i cui tempi sono già - come lei ben sa, Presidente - fortemente strangolati dal fatto che la scadenza non è Pag. 17lontana ma anche e soprattutto dal fatto che il testo ritorna dal Senato per il consueto palleggio che pure tante volte sacrifica le nostre facoltà.
Ora, non potendo sovvertire l'esito della votazione, pur assolutamente non condivisibile, fatta dall'Assemblea a questo riguardo, ritengo che la Presidenza, quanto meno, debba sospendere la trattazione di questo argomento, anche per la mera discussione sulle linee generali, che non può non rapportarsi anche alla situazione determinata dalla presentazione degli emendamenti. I deputati - lo dico tra parentesi - erano consapevoli che solo all'indomani si sarebbe proceduto alla trattazione e di certo alla votazione. Ritengo dunque che la Presidenza debba sospendere la trattazione di questo punto come minimo sino alle ore 17, a voler essere benevoli, ma forse per più tempo, perché altrimenti non solo violiamo formalmente l'iter dei lavori ma conculchiamo seriamente la possibilità sostanziale dei parlamentari di esercitare le proprie funzioni, a principiare da quella fondamentale di emendabilità del testo.
Quindi, invito veramente la Presidenza a rendersi conto che, pur rispettando l'iniquo voto dell'Assemblea effettuato a colpi di maggioranza, non può rendersi corresponsabile di una deprivazione dei deputati delle loro facoltà fondamentali. Da qui la richiesta che l'esame del provvedimento iscritto al punto 5 dell'ordine del giorno sia rinviato come minimo alle ore 17.
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, mi rendo conto delle sue osservazioni. Peraltro, desidero farle notare che non c'è incompatibilità fra l'avvio della discussione sulle linee generali e la mancata scadenza del termine per la presentazione degli emendamenti. Lei sa che normalmente, quando il lunedì la seduta comincia al mattino, il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per le ore 14 del giorno dopo; quando invece la seduta comincia il pomeriggio, come è nel caso di questa settimana, il termine viene posticipato alle ore 16 o 17. In questo caso il termine è stato fissato per le 17. Ciò è abbastanza normale. Accade, è accaduto frequentemente, che ci fosse questa sovrapposizione tra l'avvio della discussione sulle linee generali e la perduranza del termine per la presentazione degli emendamenti.
Quindi, pur rendendomi conto delle ragioni che lei ha sollevato, mi pare che non si possa configurare alcun vulnus, proprio perché ci sono precedenti e, soprattutto, perché è garantito il diritto sostanziale per i parlamentari di avviare la discussione sulle linee generali.
MAURO DEL BUE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Mi aggancio anch'io alla questione regolamentare, sostenendo...
PRESIDENTE. Lei parla quindi per un richiamo al regolamento?
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, la questione che intendo porre è analoga a quella sollevata dal collega intervenuto in precedenza.
Alla luce dello stravolgimento dell'ordine del giorno, ed anche alla luce del fatto che la maggioranza ha deciso, a maggioranza, di sospendere l'esame di una questione di così rilevante importanza civica come quella della violenza perpetrata contro le donne, in Italia, in nome di presunti principi religiosi, considerando prioritario, rispetto a tale argomento, l'esame di due disegni di legge di conversione di decreti-legge, occorrerebbe, a mio giudizio, sapere subito quando potranno avere luogo le dichiarazioni di voto e le votazioni sulle importanti mozioni, anche perché - e mi avvio alla conclusione - penso che si sia verificato, in quest'aula, un fatto politico. Tutti gli oratori che mi hanno preceduto hanno parlato di regolamenti. Ma, santo Iddio, onorevoli colleghi, un emendamento della Rosa nel Pugno, sottoscritto dall'onorevole Turco e sul quale il Governo aveva espresso parere favorevole, è stato respinto anche grazie Pag. 18alle astensioni ed ai voti contrari della maggioranza! Questo è un fatto politico, non regolamentare!
Allora, se in base all'esito della votazione la maggioranza chiede il rinvio dell'esame delle mozioni, il fatto ha un senso politico e non regolamentare; se, invece, il rinvio viene chiesto soltanto per un'esigenza che l'onorevole Quartiani ha avvertito improvvisamente, relativa alla priorità di alcuni decreti-legge rispetto alle votazioni sulle mozioni, noi non condividiamo la scelta. Rispettiamo la conversione improvvisa in nome delle predette esigenze di priorità, ma chiediamo, innanzitutto, che sia garantito a tutte le posizioni politiche presenti in quest'aula di esprimersi in merito a mozioni che, a nostro giudizio, hanno un valore morale e politico assai superiore alla conversione in legge di sia pure importanti e rispettabili decreti-legge (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e Forza Italia).
PRESIDENTE. Onorevole Del Bue, lei sa bene che mi ha posto una domanda alla quale non posso rispondere: dipende dall'andamento dei lavori e dalla volontà dell'Assemblea.
Onorevoli colleghi, desidererei che non si riaprisse un dibattito di merito su una questione che è già stata definita, poco fa, dal voto che la Camera ha espresso in modo assolutamente corretto e rispettoso del regolamento.