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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Interventi a tutela dei viaggiatori in relazione agli aumenti tariffari previsti dal piano industriale 2007-2011 delle Ferrovie dello Stato - n. 3-00656)
PRESIDENTE. L'onorevole Catone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00656 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
GIAMPIERO CATONE. Signor ministro, il nuovo piano industriale 2007-2011 di Trenitalia Spa...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole, cambi microfono per favore; dal suo non si sente bene.
GIAMPIERO CATONE. Signor ministro, il nuovo piano industriale 2007-2011 di Trenitalia prevede che entro l'autunno le tariffe di Intercity, Eurocity ed Eurostar aumenteranno complessivamente del 20 per cento. Trenitalia prevede altresì per il 2007 aumenti medi del 3,5 per cento nelle tratte locali, anche se la relativa decisione spetta alle regioni. Lo stesso piano industriale prevede nel 2007 un taglio al personale di 3.500 unità, che è il risultato di Pag. 594.500 uscite, a fronte di 1.000 nuove assunzioni, di cui 450 a tempo determinato.
Vorremmo sapere se non ritenga opportuno intervenire, ed in che modo, per assicurare una legittima tutela dei viaggiatori, dei pendolari e degli studenti, costretti a subire ulteriori aumenti che andranno inevitabilmente ad incidere sul bilancio familiare, e se, e quali, garanzie sono state chieste a tutela del personale che l'azienda considera in esubero.
PRESIDENTE. Il ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Devo dirle, onorevole Catone, che anzitutto vi è l'intendimento del ministro di intervenire sulla politica tariffaria, ma debbo ribadire quanto ho appena detto poco fa, ossia che i menzionati aumenti tariffari sono stati ipotizzati nel piano industriale che l'8 febbraio scorso l'amministratore delegato ed il presidente di Ferrovie hanno illustrato, per la prima volta, al Presidente del Consiglio ed ai ministri delle infrastrutture, dei trasporti, delle attività produttive e dell'economia e delle finanze. In tale occasione, non si è neanche discusso del piano. È stata una semplice illustrazione, al termine della quale abbiamo chiesto di poter esaminare il documento che ci è stato consegnato e di ridiscuterlo in base alle osservazioni che ciascun ministero riterrà opportuno fare.
Questo significa che non c'è alcun piano industriale. Ovviamente, ciò vale anche a proposito delle tariffe, per le quali - come correttamente è stato riportato - sono stati ipotizzati aumenti dell'ordine del 5 per cento per le lunghe percorrenze e del 3,5 per cento per le percorrenze regionali. Anche a tale riguardo, quindi, tutto è ancora da decidere. Ricordo che gli aumenti introdotti - se non erro - due mesi fa, sulla base di un accordo tra Ferrovie dello Stato, Ministero dell'economia e delle finanze e Ministero dei trasporti, sono stati approvati per tenere conto dei mancati aumenti degli anni passati e che, comunque, per poter procedere ad aumenti tariffari occorre definire con un provvedimento, con una delibera del CIPE, la nozione di «servizio universale». Fino a quando questo servizio universale non sarà stato precisato, nei suoi contorni, con una delibera del CIPE, nessun aumento tariffario potrà essere introdotto unilateralmente dalle Ferrovie dello Stato. Aggiungo - dato che nella parte finale dell'interrogazione mi sembra che vi sia stato un riferimento al riguardo - che, nel confronto con le Ferrovie dello Stato, intendiamo correlare strettamente gli aumenti tariffari con il miglioramento delle prestazioni dei servizi e, in particolare, del comfort, della pulizia e della puntualità.
PRESIDENTE. L'onorevole Catone ha facoltà di replicare.
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, un piano industriale, comunque, esiste ed è stato, comunque, esplicitato e prevede, comunque, aumenti delle tariffe, alcuni dei quali si sono già verificati. Il problema sostanziale, signor ministro, è che indubbiamente questi aumenti dovranno essere necessariamente applicati per tenere fede a quel piano industriale, indipendentemente dal quale non potrebbero andare avanti né Trenitalia, né Ferrovie Spa. A mio avviso, la scusa per mantenere questi aumenti è semplicemente una, e cioè che in cinque anni non è stato possibile aumentare le tariffe.
Allora, ciò che nel corso dei cinque anni del Governo Berlusconi non è stato possibile, oggi è possibile? Signor ministro, credo che non si possa accettare una decisione del genere senza un programma che incida anche sulla qualità del servizio. In altri termini, non si possono prevedere aumenti con un piano industriale in cui non ci sono riferimenti specifici all'aumento della qualità del servizio. In ogni caso, non si possono prevedere aumenti senza prima predisporre azioni per la riduzione delle inefficienze e degli sprechi all'interno dell'azienda che, attualmente, è incapace di migliorare la qualità del servizio Pag. 60in termini di sicurezza, di tempi di percorrenza, di puntualità e, soprattutto, di igiene.
Credo che il Governo abbia l'obbligo di intervenire per una tutela legittima dei viaggiatori, vessati, prima, dai ritardi e, oggi, anche dalle tariffe. Noi vorremmo che i treni italiani partissero tranquillamente in orario. Da ultimo, ma non per importanza, le chiediamo un ulteriore impegno per la salvaguardia del livello occupazionale - del quale non si è detto - indispensabile per la sicurezza dei viaggiatori e per la sicurezza del personale dipendente delle Ferrovie dello Stato.