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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Interventi in relazione agli aumenti tariffari previsti dal piano industriale 2007-2011 delle Ferrovie dello Stato, anche al fine dell'efficienza del servizio e della tutela dei livelli occupazionali dell'azienda - n. 3-00657)
PRESIDENTE. L'onorevole Francescato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bonelli n. 3-00657 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3), di cui è cofirmataria.
GRAZIA FRANCESCATO. Signor Presidente, signor ministro, anche noi Verdi vogliamo parlare di questa sorpresa, di questa amara sorpresa per chi viaggia in treno, cioè della prospettiva di un aumento del prezzo dei biglietti, nella misura del 10 per cento, a partire dal 1o ottobre prossimo. Anche noi vogliamo ricordare che si tratta di un ulteriore aumento, non certo dell'ultimo. Già all'inizio dell'anno c'era stata un'impennata e, purtroppo, ulteriori aumenti sono previsti a partire dal 2009, nella misura del 5 per cento all'anno.
Non possiamo dimenticare che, di fronte a questi rincari, i viaggiatori, soprattutto i pendolari, sono sottoposti a disagi di tutti i tipi: ritardi, servizi che lasciano a desiderare, materiale rotabile malconcio e sicurezza non soddisfacente. Anche noi chiediamo al Governo (repetita iuvant, speriamo!) di adoperarsi per scongiurare tali aumenti e subordinarli ad un effettivo miglioramento della sicurezza, in primis, della qualità dei servizi e dell'efficienza, tutelando anche gli attuali livelli di occupazione, per non parlare delle ricadute ambientali, su cui mi soffermerò in seguito.
PRESIDENTE. Il ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, sono costretto anche io a ripetermi, ovviamente.
Gli aumenti tariffari di cui stiamo parlando sono ipotizzati nel piano industriale presentato dalle Ferrovie dello Stato. Però, debbo ribadire che non esiste alcun piano industriale, che esisterà se e quando sarà stato approvato anche dal Governo e dai ministeri interessati, diventando un documento stringente per le parti. Fino a quel momento, non esistono aumenti tariffari.
Gli aumenti tariffari che ci sono stati in precedenza hanno riguardato una sorta di concessione da parte del Ministero dei trasporti e del Ministero dell'economia e delle finanze per tenere conto di pregressi che le Ferrovie dello Stato avanzavano rispetto agli anni passati, nei quali era stato approvato un provvedimento che consentiva gli aumenti, che, successivamente, erano stati negati. In quel caso, è stata fermata una situazione. Per consentire ulteriori aumenti, se ci dovessero essere, si dovrà definire ed approvare il piano industriale.
Insisto sul fatto che, in questa occasione, si dovrà definire la nozione di «servizio universale» per capire quali sono i servizi che debbono essere coperti con interventi da parte dello Stato, quelli che rientrano nei contratti di programma delle regioni e quelli che, invece, possono essere lasciati liberi.
A questo medesimo discorso si ricollega quello degli ipotizzati esuberi. Nel piano industriale si parla di un'ipotesi di turn over, ossia di fuoriuscita di alcuni lavoratori e di mancate assunzioni, diminuendo così la consistenza complessiva dei lavoratori. Pag. 61Anche in questo caso, non vi è nulla di deciso e tutto è da discutere.
Invece - si tratta di un impegno al di fuori dei documenti ipotetici -, la linea del Ministero dei trasporti, come può essere testimoniato da alcuni provvedimenti adottati, è quella di salvaguardare la fascia dei lavoratori pendolari e, quindi, delle linee diverse dalla TAV, dall'Eurostar e dalle grandi linee di comunicazione intercity.
In secondo luogo, si tratta di chiedere, come abbiamo già fatto e come faremo con un atto di indirizzo successivo, che ogni e qualsiasi aumento sia collegato ad un cambiamento sostanziale delle condizioni di agibilità dei treni, in particolare, del comfort, della pulizia e della puntualità. Le Ferrovie dello Stato hanno già avviato due azioni, una sulla puntualità e una sulla pulizia. Per il comfort è necessario acquistare nuovi treni. Queste azioni, quindi, già sono state avviate.
PRESIDENTE. L'onorevole Francescato ha facoltà di replicare.
GRAZIA FRANCESCATO. Signor ministro, ciò che lei ha detto ci conforta, ma non del tutto.
Vogliamo ricordare, ancora una volta, che il risanamento delle nostre disastrate ferrovie non può passare soltanto attraverso una escalation delle tariffe, a danno dei consumatori. Lo ripetiamo: ogni aumento deve essere accompagnato da un contestuale miglioramento dei servizi, specie per i pendolari, i giovani e gli studenti, che sono la stragrande maggioranza del popolo dei treni.
C'è un altro motivo di preoccupazione, una novità che vorrei introdurre nel dibattito, relativamente ad un'apprensione di stampo ambientale che si unisce a quelle di carattere sociale. Proprio nel momento in cui l'intera comunità umana, persino il recalcitrante Governo Bush, riconosce che il riscaldamento globale costituisce una delle minacce più gravi che pendono sul pianeta, proprio nel momento in cui, finalmente, seppur con decenni di ritardo, si punta all'efficienza, alla mobilità sostenibile e all'innovazione tecnologica, per tagliare i famigerati gas serra - ricordo che il settore dei trasporti incide per il 26-30 per cento sulle emissioni -, è davvero assurdo che non si cerchi di fare fino in fondo una politica «amica dei treni», capace di incentivare il passaggio dalla gomma al ferro, che lei ben sa essere cruciale per ridurre l'inquinamento e i danni alla salute e affinché l'Italia possa finalmente ottemperare al Protocollo di Kyoto, cosa in cui finora non è riuscita (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).