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Si riprende la discussione (ore 18,38).
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2114-B)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, credo che sia utile che rimanga brevissimamente anche nei nostri resoconti un riferimento a due aspetti che ho sentito evocare non dal collega Boscetto, ma dal collega Benedetti Valentini e dal collega Stucchi. Hanno entrambi confuso l'articolo 1 Pag. 88del decreto-legge che stiamo esaminando, e il relativo emendamento, con l'articolo 1 del disegno di legge di conversione, che esamineremo alla fine.
Quindi, in questo emendamento, contrariamente a quanto ha detto qualche collega, non c'è nessuna questione che riguardi le deleghe; è comunque una iniziativa a prima firma del collega Franco Russo, e sottoscritta sia da deputati della maggioranza sia della opposizione, che impegna il Governo.
Il Governo peraltro ha già preannunciato l'assenso a non esercitare le due deleghe che sono state inserite non nel testo del decreto-legge, ma nel disegno di legge, al Senato, e non su iniziativa governativa, ma su iniziativa parlamentare.
Ai colleghi dell'opposizione debbo dire che abbiamo numerosissimi - ahimè! - esempi di questo modo di inserire deleghe nei decreti-legge nella scorsa legislatura, senza che il Governo all'epoca si impegnasse a non esercitarle. Cito la legge n. 290 del 2003, la legge n. 186 del 2004, la legge n. 109 del 2005, la legge n. 168 del 2005, tutte leggi di conversione di decreti-legge in cui furono inserite le deleghe.
Da ultimo, suggerirei al collega Benedetti Valentini, se lo ritiene, di riformulare il suo emendamento contro il quale noi voteremo, togliendo almeno la previsione della soppressione del comma 4-bis. Ciò perché, in fatto di coordinamento tra deputati e senatori, il 4-bis, come risulta dagli atti, è stato inserito al Senato in forza di un emendamento a firma Mantovano e Saporito, del gruppo di Alleanza Nazionale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Prego i colleghi segretari di procedere al controllo delle tessere di votazione ed invito tutti i colleghi a votare dalla propria postazione. Avverto che saremo rigorosi nell'effettuare i controlli.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benedetti Valentini 1.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 354
Votanti 353
Astenuti 1
Maggioranza 177
Hanno votato sì 89
Hanno votato no 264).
Prendo atto che i deputati Bianchi e Palomba non sono riusciti a votare; prendo atto altresì che i deputati Papini ed Incostante non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Franco Russo 1.30, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo di Forza Italia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Colleghi, scusate la petulanza, ma il fatto è che voi avete un «Boato» in più nella vostra cartucciera, e quindi ne dovete subire le ricadute. Sarò peraltro brevissimo.
L'onorevole Boato, con l'arguzia che gli è propria, non riesce a privarsi della libidine di dire: «Ma guarda che al Senato questo comma è stato inserito su richiesta, su istanza di colleghi della tua parte politica»...
MARCO BOATO. Touchè! In linguaggio schermistico si direbbe touchè!
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. No, non tanto touchè; se mai, lo potremmo definire colpo di incontro, se sei stato buon schermitore, come io modestamente lo sono stato...
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, sono costretto a toglierle la parola, perché l'onorevole Leone ha testé comunicato alla Presidenza che il gruppo di Forza Italia rinunzia a fare proprio l'emendamento 1.30. Avrà occasione di Pag. 89parlare per dichiarazione di voto sui successivi emendamenti. Peraltro gliene offriamo subito l'opportunità...
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Evviva la procedura...! Dicevo che all'onorevole Boato e ai colleghi non sfugge che un conto è inserire norme al Senato dove, l'abbiamo detto ormai fino allo stucchevole, è possibile aggiungere vagoni alla più scassata delle locomotive (e quindi si inseriscono norme, peraltro anche giuste, che vanno nella direzione di recepire interessi legittimi di categorie, sia pubbliche che private); altra cosa è invece la questione di principio complessiva, che io ho illustrato con parole chiare, e che va a comprendere emendamenti inseriti da qualsiasi gruppo dell'altro ramo del Parlamento.
Di qui, il carattere onnicomprensivo, omnibus (come altro collega l'ha definito) del mio primo emendamento, che avete or ora bocciato. Quindi, con assoluta trasparenza da questo punto di vista - e in questo clima, naturalmente -, dovete valutare l'insieme della proposta soppressiva, non certo quella relativa ad un comma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, l'emendamento in esame si riferisce ad una disposizione che prevede una disparità di trattamento, giacché essa è efficace limitatamente agli scrutini per la promozione a dirigente superiore. Stiamo parlando, naturalmente, della Polizia di Stato e, probabilmente, l'operazione fatta al Senato, oltre ad essere sbagliata dal nostro punto di vista, perché non può essere condotta nell'ambito di un provvedimento di proroga dei termini, è anche discriminatoria nei confronti degli altri livelli operativi della Polizia di Stato.
Adottare una norma ad hoc per il livello di inquadramento di dirigente superiore vuol dire tenere in considerazione solo una parte dei problemi della Polizia di Stato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 370
Votanti 328
Astenuti 42
Maggioranza 165
Hanno votato sì 58
Hanno votato no 270).
Prendo atto che la deputata Incostante non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Santelli 1.35, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 376
Votanti 371
Astenuti 5
Maggioranza 186
Hanno votato sì 99
Hanno votato no 272).
Prendo atto che la deputata Incostante non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.Pag. 90
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Boscetto 1.4, Benedetti Valentini 1.31 e Ronconi 1.34.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, del mio emendamento, riguardante il reclutamento dei dirigenti scolastici, si è ampiamente parlato ed abbiamo espresso le nostre posizioni, che riguardano un dissenso non solo sulla formulazione della norma, ma anche sulla sua sostanza. Si è disatteso il merito, per sposare un giudizio che porta avanti determinate persone, rispetto ad altre che avrebbero maggior merito.
Ciò è evidenziato anche nelle schede di lettura, tanto utili, del nostro Servizio studi, in cui si legge, a sintesi di ciò che è stato di ampiamente detto, che: «La disposizione recata dal comma 6-bis in commento antepone al fine della nomina i candidati che abbiano concluso il corso di formazione avendone pieno titolo, all'insieme dei candidati ammessi con riserva. La disposizione determina, pertanto, una differenziazione tra candidati fondata sulla natura dell'ammissione al concorso, ordinaria o con riserva, che sembrerebbe meritevole di valutazione alla luce del principio di ragionevolezza».
Queste sono le norme che speravamo potessero essere modificate dalla Camera, una volta pervenute dal Senato, e ad esso nuovamente trasmesse dopo essere state valutate in base ad una logica di ragionevolezza. Ce le teniamo, ma esse incideranno male sul nostro ordinamento, e, soprattutto, creeranno scontento e faranno sì che, ancora di più, si pensi che in questa società il merito non conta niente e che servono soltanto raccomandazioni e camarille.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, il collega Boscetto ha evidenziato una questione importante, perché, quando si dà un giudizio da parte degli uffici richiamandosi al principio di ragionevolezza, tutti noi dovremmo perlomeno prestare attenzione a ciò che stiamo votando.
Un altro aspetto importante, correlato a questo comma, è che praticamente esso novella una disposizione contenuta nella finanziaria per il 2007, ossia i commi 618 e 619, in materia di reclutamento dei dirigenti scolastici. Già nel corso dell'esame del precedente provvedimento oggi approvato dalla Camera, ho avuto modo di rilevare che la confusione che si è creata nel corso dell'approvazione della legge finanziaria, con la predisposizione del maxiemendamento al Senato, ha portato all'emanazione di un decreto-legge che abbiamo da poco convertito in legge in via definitiva, ed ha condotto anche alla necessità di predisporre una serie di emendamenti, in questo caso al decreto-legge cosiddetto «mille proroghe», che sistemano un lavoro mal fatto, quale quello della finanziaria per il 2007, che praticamente testimonia come la gestione della legge finanziaria sia avvenuta in modo dilettantistico.
Quindi, questo ed altri emendamenti che esamineremo nel prosieguo dei nostri lavori smentiscono alcuni dei contenuti della legge finanziaria per l'anno 2007 e, in questo caso, ciò avviene in modo peggiorativo. Infatti, non vi è nemmeno il rispetto delle norme fondamentali di logica, di regolatezza, di buonsenso e di buona gestione della pubblica amministrazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, non ripeterò assolutamente le numerose argomentazioni già svolte. Chiedo però al Governo, se per ragioni di tempo, poiché lunedì scade il termine per la conversione in legge di questo decreto-legge, vuole far passare questa porcheria - perché è una porcheria; ormai credo che dobbiamo essere tutti d'accordo sulla questione - di assumere Pag. 91almeno l'impegno pubblico e solenne, non verso di noi, ma verso queste centinaia di lavoratori della scuola, che sono precari, che sono il ceto più debole di tale categoria, di emanare prontamente, con tutta urgenza, una norma che rimedi a tale stortura. È forse chiedere troppo?
Vi faccio osservare che non si sta soltanto violando un principio morale di meritocrazia; stiamo violando, con un palese conflitto istituzionale, un pronunciamento della magistratura. Si tratta di persone che sono state riammesse nelle graduatorie ius iudicis, con un provvedimento cautelare della magistratura. Il Parlamento sta infischiandosene della pronuncia magistratuale. Con un palese conflitto di poteri dello Stato, sta compromettendo...
GIOVANNI CARBONELLA. Siamo d'accordo! L'abbiamo fatta noi quella norma...
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Non strillate a me! Sto argomentando, come stanno argomentando, presso i tutti gruppi parlamentari, a mani giunte, alcune centinaia di degni lavoratori, in posizione debole, che hanno vinto le loro cause o che hanno ottenuto un provvedimento magistratuale che prevede di reinserirli nelle graduatorie, mentre voi state disottemperando a questo ordine del magistrato, che tutela diritti soggettivi, anzi diritti legittimi (chi è giurista capisce la differenza).
Allora, vuole il Governo, almeno, nel momento in cui non è accettato questo emendamento, che farebbe giustizia, assumere un solenne impegno a rispettare i diritti di questi lavoratori e a non violare un ricorso alla magistratura che ha dato un esito positivo per costoro? Che fiducia devono nutrire i cittadini nei poteri dello Stato, di fronte ad un deliberato di questo genere? Cosa gli rispondete? Che lunedì scade il termine di conversione del decreto-legge? Scusate, per loro è un problema legato al loro reddito, alla loro carriera, alla loro famiglia, che non scade lunedì, ma si ripropone per gli anni a venire. Sono dei precari. Lo dico a voi che dite di difendere costantemente i ceti più precari!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, desidero anch'io aggiungere la mia firma all' emendamento Boscetto 1.4 e voglio rivolgere un appello alla maggioranza e al Governo affinché adottino un criterio di meritocrazia e di ragionevolezza nella predisposizione delle norme che troppo spesso sono invece inserite in una legislazione che viene varata con superficialità assoluta, come abbiamo potuto sperimentare in diverse occasioni, a partire dalla legge finanziaria fino ad oggi. Questa assenza di meritocrazia, la superfluità, l'irragionevolezza delle norme ed anche incostituzionalità, oltre che l'assenza del principio di premialità, sono riscontrabili anche nella parte in cui, signor Presidente - ne parleremo successivamente - si deroga al patto di stabilità degli enti locali per le assunzioni dei cosiddetti precari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'emendamento Benedetti Valentini 1.31 e per esprimere il mio disagio davanti ad una forma di legislazione che viola palesemente i più elementari diritti dei cittadini, ma anche le più elementari logiche a cui un legislatore accorto dovrebbe ispirarsi. Credo che davanti ad un provvedimento del genere non ci si possa trincerare nelle logore posizioni di maggioranza o minoranza, ma debba prevalere l'esigenza di dare al paese delle norme che siano tali, cioè caratterizzate da generalità ed astrattezza, e non finalizzate a privilegiare i diritti - tra l'altro, non facilmente difendibili - di alcuni soggetti in particolare.
Per tali motivi, invito a votare a favore, anche se ciò dovesse comportare conseguenze sull'iter del decreto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 92
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Boscetto 1.4, Benedetti Valentini 1.31 e Ronconi 1.34, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 369
Votanti 366
Astenuti 3
Maggioranza 184
Hanno votato sì 99
Hanno votato no 267).
Prendo atto che le deputate Incostante e Bianchi non sono riuscite a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Boscetto 2.34.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Anche questo emendamento è stato presentato per una questione di principio. Nel testo originario, parlando del termine di versamento per le aziende in crisi del settore avicolo - noi siamo perfettamente d'accordo su questa disposizione -, si stabiliva che al relativo onere, pari a 50 milioni di euro per l'anno 2007, si provvede mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa e via dicendo. Dal Senato il testo ci ritorna sostituito nei termini «pari a 50 milioni di euro» con i termini «valutato in 50 milioni di euro». Questo significa che si è passati dal meccanismo di indicazione espressa della spesa autorizzata come limite massimo di spesa all'altro meccanismo della previsione di spesa con clausola di salvaguardia; infatti, troviamo la clausola di salvaguardia dopo il comma 3, dove è inserito il comma 3-bis, che abbiamo chiesto di sopprimere.
La nostra logica è che non si faccia ricorso, se non in via eccezionale, alla previsione di spesa con monitoraggio del ministro dell'economia perché, poi, si rischia di far «ballare» i conti dello Stato, in quanto il monitoraggio e gli eventuali decreti di recupero di nuova disposizione in relazione alle spese non hanno quel tipo di certezza che è legata ad una previsione fissata ad una somma. Quindi, su questi emendamenti - considerata la bontà della logica di fondo, quella sostanziale, riguardante i problemi che hanno interessato un importantissimo settore - ci asterremo, ma vorremmo che rimanesse testimonianza della nostra logica di fondo e di quella che è la vostra logica sbagliata (c'è un'altra norma simile che arriva dal Senato e ne parleremo quando ce ne occuperemo) perché bisogna far ricorso a questo tipo di logica normativa soltanto in casi assolutamente eccezionali, possibilmente quasi mai.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, vedo che l'attenzione dei colleghi è rivolta, probabilmente, a cose che stanno accadendo al di fuori di quest'aula, anche se questo emendamento pone una questione importante: infatti, una cosa è dire che l'onere per il 2007 è valutato in 50 mila euro, una cosa che è determinato in 50 mila euro.
Il collega Boscetto ha chiarito bene la questione della clausola di salvaguardia, connessa all'utilizzo del termine «valutato in 50 mila euro», mentre noi riteniamo che, trattandosi di contabilità dello Stato, debbano esserci certezze ferree. In questo modo la parola «determinato» stabilisce bene quale sia l'importo che dovrà essere allocato nei conti di previsione dello Stato per quanto riguarda la problematica in oggetto. La certezza del bilancio, la certezza della spesa, la certezza di poter mantenere la spesa pubblica sotto controllo per noi è fondamentale ed è per questo che riteniamo di dover esprimere una posizione favorevole su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, Pag. 93l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Presidente, condivido pienamente le motivazioni e le argomentazioni dell'onorevole Boscetto per quanto riguarda gli emendamenti 2.34 e 2.31. Vorrei semplicemente lasciare agli atti il seguente concetto: personalmente mi asterrò su ambedue gli emendamenti, ma su questo tema in sede di prima lettura avevamo già evidenziato sia durante i lavori della Commissione sia in Assemblea la non sufficienza della posta di bilancio prevista. Avevamo sostenuto francamente che 50 milioni di euro erano pochi per raggiungere gli scopi previsti dalla norma. Evidentemente, se la maggioranza ci avesse ascoltato, oggi non ci troveremmo a doverci confrontare con un testo che contiene di fatto una indeterminazione ed una incertezza della spesa e con un provvedimento legislativo che proprio su un concetto così delicato, la quantificazione della spesa, non fornisce alcuna certezza.
Tra l'altro, la cosa ancor più grave è che non solo non dà certezza per quanto riguarda il bilancio ed i conti dello Stato, ma soprattutto non dà certezza agli imprenditori avicoli italiani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Intervengo per scoraggiare ancora di più i colleghi Boscetto e Marinello. La cifra prevista non è 50 milioni di euro, bensì di 50 mila euro; quindi, se già il collega Marinello riteneva insufficiente la cifra di 50 milioni di euro, 50 mila euro sono ancor di più una presa in giro per il settore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 2. 34, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 370
Votanti 302
Astenuti 68
Maggioranza 152
Hanno votato sì 30
Hanno votato no 272).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 2. 31, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 366
Votanti 285
Astenuti 81
Maggioranza 143
Hanno votato sì 15
Hanno votato no 270).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Boscetto 2. 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Presidente, questo emendamento è volto a censurare il fatto che il risarcimento diretto, qualora riguardi le macchine agricole, sia disposto a partire dal 1o febbraio 2008 e non sia stato invece equiparato al termine previsto per gli altri automezzi. Noi siamo molto favorevoli al fatto che le macchine agricole siano comprese nel risarcimento assicurativo diretto; anche i nostri colleghi in Commissione hanno portato avanti una battaglia per questo fine. Non comprendiamo Pag. 94però perché debba essere prorogato il termine sino al 1o febbraio 2008 e questa disciplina non sia partita con gli stessi tempi dell'altra disciplina riguardante gli altri automezzi. Per questo noi ci asterremo sull'emendamento, considerata la sua buona finalità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, condividiamo lo spirito dell'emendamento; tuttavia, ci poniamo le stesse domande che si è posto, forse, in modo retorico, ma sicuramente concreto, il collega Boscetto per quanto riguarda la diversa disciplina introdotta: non riusciamo a capirne le motivazioni, anche a fronte del fatto che il Governo, con le varie «lenzuolate», pubblicizza molto la questione degli indennizzi diretti per gli autoveicoli. Sembra sia diventata quasi una rivoluzione copernicana quella che il ministro Bersani intende portare avanti in questo settore!
Alcune fattispecie particolari relative al rimborso dei sinistri vengono tenute in disparte, godendo di un trattamento diverso.
Non riusciamo a capire il perché sia stata assunta questa determinazione e perché al Senato sia stato introdotto il comma 5-ter. Qualcuno ce lo deve spiegare! Chiedo al Governo se esiste una spiegazione logica all'introduzione di questo comma. Io, francamente, non riesco a trovarla.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, anche noi non capiamo le motivazioni per cui per il settore agricolo sia stata disposta la posticipazione di un anno del termine. Non riusciamo a comprenderne le motivazioni, perché il decreto del Presidente della Repubblica relativo al risarcimento diretto è del 18 luglio 2006. Non si capisce il perché vi sia una posticipazione dei termini per quanto riguarda l'applicazione della disciplina del risarcimento diretto per le macchine agricole. Non ne capiamo la logica e ci pare che non abbia senso!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 2.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 354
Votanti 284
Astenuti 70
Maggioranza 143
Hanno votato sì 21
Hanno votato no 263).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ronconi 2.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 358
Votanti 287
Astenuti 71
Maggioranza 144
Hanno votato sì 24
Hanno votato no 263).
Prendo atto che il deputato Tenaglia non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Avverto che, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, primo periodo, del regolamento e secondo la prassi consolidata, della serie di emendamenti a scalare da Boscetto 2.33 a Boscetto 2.32 porrò in votazione il primo e l'ultimo.Pag. 95
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 2.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 363
Votanti 342
Astenuti 21
Maggioranza 172
Hanno votato sì 77
Hanno votato no 265).
Prendo atto che il deputato Misiti non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 2.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 358
Votanti 356
Astenuti 2
Maggioranza 179
Hanno votato sì 91
Hanno votato no 265).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Boscetto 3.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, si tratta di un emendamento soppressivo del comma 3-ter: non si comprende per quale ragione si sia limitato il regime stabilito dalla norma ai lavori ed alle forniture per la manutenzione delle infrastrutture.
Attraverso l'esame della normativa che è alla base, cioè il comma 1030 della finanziaria che novellava l'articolo 2, comma 85, lettera c) del decreto-legge n. 262 del 3 ottobre 2006, sembrava invece più logico che i concessionari autostradali agissero come amministrazioni aggiudicatrici in generale e non esclusivamente per affidamenti di lavori nonché per affidamenti di servizi e forniture.
Tale limitazione «suona» come qualcosa di antipatico e contrario ai concessionari autostradali, che, come sappiamo, non sono nelle simpatie di un potente ministro e, quindi, vengono maltrattati. D'altra parte, ci sembra che il potente ministro abbia suggerito la norma contenuta nel cosiddetto decreto Bersani, dove si eliminano fondamentali opere pubbliche come la Genova-Milano o la Milano-Novara, rendendo nulli ed irrevocabili tutti gli accordi presi dal 1991 per, eventualmente (ma si tratta di un «eventualmente» che non si concretizzerà mai), mettere in essere nuovi appalti, creando un contenzioso che sarà enorme, che costerà moltissimi milioni di euro e che bloccherà definitivamente queste fondamentali opere pubbliche.
Non dimentichiamo che, per quanto riguarda la mia Liguria, il terzo valico Genova-Milano è fondamentale, perché Genova, grande porto, ha bisogno di una via di comunicazione urgente che porti le merci e le persone verso Milano, verso la Lombardia, verso uno sbocco europeo situato a nord. Il nostro potentissimo ministro, agganciandosi a logiche da azzeccagarbugli, mette in essere, nel cosiddetto decreto Bersani, un impedimento definitivo rispetto a queste vie di sviluppo, fondamentali per la Liguria, ma soprattutto per il nostro paese. Stiamo quindi attenti, quando leggiamo limitazioni come quella relativa alla norma in esame.
Il comma successivo riguarda una richiesta che le categorie hanno presentato nel corso dell'audizione informale svoltasi il 25 gennaio presso la Commissione ambiente, perché era stata prospettata l'ipotesi di escludere l'obbligo per i concessionari di applicare il codice dei contratti Pag. 96pubblici rispetto all'affidamento dei lavori di manutenzione. Si è trovata questa soluzione, richiesta e gradita, però il contesto globale della norma non ci piace e non ci soddisfa. Non è stata data una spiegazione chiara di queste logiche e teniamo fermo il nostro voto a favore dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, non ripeterò quanto detto dal collega Boscetto, che credo sia abbastanza chiaro e comprensibile per coloro che hanno voglia di capire. Certo, se ci si trova di fronte ad un «muro di gomma», a persone non disponibili al dialogo, che ritengono l'approvazione del decreto-legge il fatto più importante, prescindendo dai contenuti del decreto stesso, allora mi richiamerò ai contenuti della norma utilizzando proprio l'emendamento in esame. Leggerò quanto osservano gli uffici della Camera relativamente anche alle modalità del «fare le leggi».
«Da un punto di vista formale - scrivono i nostri uffici - si segnala che sarebbe stato preferibile riferire il differimento dell'efficacia, piuttosto che alla disposizione della legge finanziaria che ha novellato il decreto-legge n. 262, direttamente al testo del decreto-legge n. 262 del 2006, come novellato dalla legge finanziaria». I nostri colleghi del Senato non sono stati nemmeno in grado di scrivere una legge come si deve.
Da questo punto di vista, e ricordando che comunque anche questo è un intervento sul testo della legge finanziaria per il 2007, non possiamo far altro che confermare il voto favorevole sull'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Presidente, a parte le argomentazioni dell'onorevole Boscetto, vorrei anche chiedere all'Assemblea di votare l'emendamento soppressivo del comma 3-ter dell'articolo 3 del testo in esame come un forte segno di rispetto nei confronti della Presidenza della Camera e dei funzionari, che hanno sempre svolto un lavoro estremamente preciso. Il comma 3-ter, infatti, non è altro che la ripetizione testuale dell'emendamento 3.010 dell'onorevole Mazzocchi e dell'emendamento 3.011 dell'onorevole Tolotti, che questo ramo del Parlamento ha dichiarato inammissibili, e che oggi, in sostanza, ci si chiede di votare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Presidente, intervengo brevemente solo per cogliere l'occasione per fare una riflessione e rivolgere un invito, in particolare, ai colleghi dell'Italia dei Valori.
Anche alla luce, infatti, di quello che vedremo, quando e se mai ne parleremo, riguardo all'articolo 12 del decreto Bersani sulle liberalizzazioni (e anche con l'articolo in esame ne abbiamo una riprova), si ha la sensazione che il ministro Di Pietro stia per cadere nel «trappolone» che gli stanno preparando gli amici della sinistra radicale: gli si fa credere che sia possibile rivedere determinate cose, ma in realtà si mira a rinviare tutta l'operazione dell'alta velocità, da un lato, e delle infrastrutture, dall'altro.
Dato che noi siamo qui per governare anche, in teoria, nell'interesse di tutto il paese, attenzione a non cadere in banali ricatti e quindi a fare il male dello sviluppo del paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Presidente, colgo l'occasione dell'esame di questo emendamento per riproporre il tema di cui già prima si è parlato e che è stato già evidenziato.Pag. 97
È una questione abbastanza antipatica, perché già numerose volte in quest'aula, durante l'esame dei decreti-legge precedenti, abbiamo chiesto (e formalmente lo ha fatto la Camera dei deputati) di evitare lo strano «magheggio» per cui ciò che viene rifiutato in quest'aula diventa lecito al Senato e quindi riproposto.
Su questo punto occorre sottolineare che la medesima richiesta è stata formalmente posta in aula anche dal presidente della Commissione affari costituzionali, e che, non meno di qualche giorno fa, anche la relatrice del provvedimento, con molta onestà intellettuale, ha parlato di imbarazzo politico per la vicenda.
Ci troviamo di fronte ad una situazione paradossale, perché stavolta le proteste...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
JOLE SANTELLI. ... provengono - e concludo subito - anche dalla maggioranza, oltre che dalla opposizione.
Si tratta di rispetto del Parlamento: parliamo sempre degli stessi argomenti e purtroppo ci ritroviamo sempre a trattarli. Forse dobbiamo assumere in questo momento tutti insieme un atteggiamento diverso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 3.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 368
Votanti 367
Astenuti 1
Maggioranza 184
Hanno votato sì 101
Hanno votato no 266).
Ricordo che l'emendamento Franco Russo 3.30 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Boscetto 3.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Presidente, desidero fare una precisazione. Ferma la valutazione sostanzialmente negativa che ho già espresso con riferimento anche al comma 4-bis aggiunto dal Senato, purtuttavia, l'avere stabilito una proroga - rispetto alla possibilità di applicare il vecchio regime - dal 23 aprile 2007, com'era previsto, al 31 dicembre 2007 può rappresentare un fatto utile per coloro che di tale norma fruiscono.
Quindi, cambiando orientamento, e solo per questa motivazione, chiederò al mio gruppo di votare a favore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 3.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 361
Maggioranza 181
Hanno votato sì 93
Hanno votato no 268).
Prendo atto che il deputato Belisario non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Santelli 3.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 367
Maggioranza 184
Hanno votato sì 101
Hanno votato no 266).Pag. 98
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 3-ter.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
GIACOMO STUCCHI. Presidente, rallenti...
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 362
Maggioranza 182
Hanno votato sì 96
Hanno votato no 266).
Qualcuno aveva chiesto di parlare? Non ho sentito.
MARCO BOATO. Presidente, le hanno chiesto se è possibile rallentare l'indizione della votazione per permettere a tutti di votare.
PRESIDENTE. Sta bene, rallenterò.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 3-ter.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 355
Maggioranza 178
Hanno votato sì 93
Hanno votato no 262).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 3-ter.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 368
Maggioranza 185
Hanno votato sì 101
Hanno votato no 267).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Santelli 3.quater.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Questo emendamento tratta del differimento di termini per il versamento dei tributi nelle province di Catania, Ragusa e Siracusa colpite dal sisma del 1990. In pratica, qui si dice che il termine dei versamenti che erano dovuti dai soggetti residenti in queste province colpite dal sisma del 1990 (tributi relativi ai periodi d'imposta dal 1990 al 1992 e che non sono stati ancora pagati) viene differito al 31 dicembre 2007.
Con questa disposizione il Governo prevede il pagamento di questi tributi nella percentuale del 30 per cento di quelli dovuti. In origine si trattava del 10 per cento e adesso invece si punta a portarli al 30 per cento, a fronte della proroga al 31 dicembre 2007 del termine per pagare la percentuale di tributi dovuti ben 16 o 17 anni fa.
L'emendamento posticipa il termine del 31 dicembre 2007 al 31 marzo 2008, dando ulteriori tre mesi di tempo per pagare i tributi non versati dal 1990 al 1992. A nostro modo di vedere, già il fatto che non siano stati pagati questi tributi in un lasso di tempo così lungo è già di per sé una cosa - il mio collega Garavaglia suggerisce - allucinante, e francamente non riusciamo a capirla. Ora, che vi sia possibilità di una proroga di altri tre mesi non ci trova assolutamente d'accordo. Pertanto, dichiaro il voto contrario del gruppo Lega Nord.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 99SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, chiedo il controllo delle tessere di votazione (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Invito gli onorevoli segretari a procedere al controllo delle tessere (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cota.
Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Rinuncio, Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Santelli 3-quater.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la Commissione bilancio ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 337
Votanti 336
Astenuti 1
Maggioranza 169
Hanno votato sì 79
Hanno votato no 257).
Prendo atto che la deputata D'Antona ha erroneamente espresso un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bono 3-quater.2, limitatamente alla parte ammissibile.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, desidero spiegare il senso del mio emendamento soprattutto ai colleghi della Lega, i quali hanno preso più volte la parola sulla vicenda che segnalo. Il caso è certamente allucinante: non per la riapertura dei termini del cosiddetto condono, ma per com'è stato gestito dagli uffici tributari dell'Agenzia delle entrate.
La norma che prevede il termine del quale propongo il differimento è contenuta nella legge 27 dicembre 2002, n. 289. In particolare, era stato stabilito che i tributi sospesi a causa del sisma del 1990 potessero essere versati dai contribuenti nella misura del 10 per cento dell'imposta originaria e, in caso di superamento dell'importo di 5 mila euro, con una rateizzazione semestrale. È avvenuto - ed è questo l'aspetto allucinante della vicenda - che, nel luglio del 2006, sono state notificate 165 mila cartelle esattoriali per la riscossione... Signor Presidente, forse, è il caso che lei faccia abbassare il volume del mio microfono: non vorrei disturbare i colleghi che stanno vociando alla mia destra...
PRESIDENTE. Invito i colleghi del gruppo di Forza Italia a prestare attenzione all'intervento dell'onorevole Bono ed a sciogliere quel drappello che obiettivamente arreca disturbo.
Prosegua pure, onorevole Bono.
NICOLA BONO. Grazie, signor Presidente; immagino che non computerà il tempo che ho perso a causa dell'interruzione, anche perché il mio ragionamento, in quanto articolato, abbisogna del tempo necessario per poter essere sviluppato.
Come dicevo, nel luglio del 2006, sono stati formati 165 mila ruoli esattoriali nei confronti di tutti i contribuenti residenti nelle province di Siracusa, Ragusa e Catania: tanto di quelli che avevano pagato le imposte senza mai avvalersi della rateizzazione quanto di quelli che non avevano onorato il debito tributario; ciò in quanto gli uffici locali delle entrate delle tre province non erano in grado di sapere - così hanno dichiarato - chi avesse eseguito i pagamenti e chi li avesse omessi!Pag. 100
Pertanto, dal luglio del 2006, si assiste ad una vicenda kafkiana: i contribuenti o sono stati costretti a dimostrare, con inversione dell'onere della prova, di avere onorato l'impegno tributario, ovvero sono stati costretti a presentare ricorso avverso i ruoli. Il fatto è che, a distanza di sedici anni dagli eventi sismici, i contribuenti non sono obbligati a conservare la documentazione contabile; infatti, le norme in materia di accertamento prescrivono che i documenti vadano conservati per cinque anni successivi a quello di presentazione della dichiarazione dei redditi.
La vicenda mi ha visto costretto ad intervenire personalmente più volte. In particolare, sono riuscito ad ottenere che la Commissione finanze della Camera approvasse, con voto unanime, una risoluzione che impegnava il Governo ad intervenire sull'Agenzia delle entrate affinché fosse disposta la sospensione della riscossione dei predetti ruoli. In effetti, la sospensione è stata disposta per cinque mesi, con effetto dal 9 ottobre 2006; pertanto, l'esecutività dei ruoli in parola resterà sospesa fino a tutto il 7 marzo 2007. Perché la sospensione? Per dare agli uffici locali delle entrate il tempo di verificare quali contribuenti hanno effettuato il pagamento delle imposte dovute.
Ma gli uffici come fanno a verificare questo dato se, nel frattempo, viene emanata una norma, come quella approvata dal Senato, che riapre i termini del condono e stabilisce anche per chi ha pagato una sorta di pizzo allo Stato per chiudere ogni pendenza tributaria? Secondo questa norma, i contribuenti che hanno onorato i loro impegni dovrebbero pagare il 30 per cento in più rispetto a quello che hanno già versato per chiudere un contenzioso in ordine al quale non hanno alcuna responsabilità.
PRESIDENTE. Onorevole Bono, la invito a concludere.
NICOLA BONO. Concludo, Presidente, ma lei capisce che si tratta di un argomento che da solo richiederebbe i tempi contingentati di un disegno di legge.
La norma che contesto e della quale chiedo la modifica è, tuttavia, quella relativa all'importo da pagare. Infatti, è previsto il 30 per cento dell'imposta originaria, mentre la norma per la quale si chiede la riapertura dei termini tarava al 10 per cento il pagamento di quanto dovuto. Ecco perché chiediamo la diminuzione dal 30 al 10 per cento.
PRESIDENTE. Invito i colleghi ad un po' di pazienza, in quanto dobbiamo svolgere ancora poche decine di votazioni!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, intervengo per chiedere l'autorizzazione a sottoscrivere l'emendamento in esame, che mi sembra assolutamente ragionevole. Infatti, la disorganizzazione dell'ufficio delle entrate non può gravare sulle spalle delle persone che hanno adempiuto al proprio dovere.
Pertanto, invito l'Assemblea e, in particolare, i parlamentari siciliani a rispettare l'impegno di queste persone che hanno pagato e che, grazie a questo provvedimento, si ritrovano a dover probabilmente ripagare il tributo allo Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fallica. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FALLICA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento del collega Bono e per rivolgere anch'io un invito ai colleghi siciliani, di qualsiasi partito, a sostenere tale proposta emendativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Ritengo assolutamente condivisibili le argomentazioni dell'onorevole Bono; pertanto, dichiaro di voler sottoscrivere l'emendamento in esame e mi associo alle richieste dei colleghi che mi hanno Pag. 101preceduto, invitando tutti i colleghi presenti, che conoscono perfettamente il merito della questione - in particolare quelli siciliani -, a prestare attenzione a questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 3-quater.2, limitatamente alla parte ammissibile, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 347
Votanti 344
Astenuti 3
Maggioranza 173
Hanno votato sì 73
Hanno votato no 271).
Prendo atto che il deputato Cesini ha espresso erroneamente un voto favorevole, mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bono 3-quater.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, prendo atto del voto espresso sull'emendamento precedente, che riguardava la parte relativa alla gestione in termini di onerosità della riapertura del condono.
Con questo emendamento, invece, poniamo un'altra questione, vale a dire quella relativa alla sospensione sine die dei ruoli emessi, in quanto illegittimi. D'altra parte, in conseguenza della riapertura dei termini del condono, è evidente che i ruoli non possono più operare.
Infatti, se i cittadini iscritti nei ruoli - mi riferisco a coloro che, a suo tempo, non hanno adempiuto all'obbligazione tributaria - desiderano avvalersi della norma agevolativa, l'unico modo per farlo consiste nel rendere inefficaci i ruoli. Infatti, essendo stati emessi questi ultimi nel luglio del 2006 e sospesi dal 9 ottobre al 7 marzo, la loro mancata ulteriore sospensione per legge determinerebbe per tutti coloro che vi sono inseriti l'obbligo, entro il mese di marzo, di onorare l'impegno o di fare ricorso; è paradossale che alla riapertura dei termini del condono possa fare riscontro per i contribuenti l'obbligatorietà del ricorso al ruolo. Si tratta di una contraddizione in termini perché la norma è stata scritta male: non si è in grado nemmeno di impostare i provvedimenti, sbagliati concettualmente. Una norma che prevede l'apertura di termini per operare un esercizio di condono tributario, senza connessione con la sospensione dei ruoli esecutivi, è semplicemente improponibile, anzi ingestibile.
In ogni caso, tratterò ora dell'aspetto più importante: anche in precedenza avevo manifestato la volontà di sottolinearlo. All'interno di questi 165 mila ruoli vi sono decine di migliaia di posizioni relative a cittadini che hanno pagato le imposte e che non hanno nessun obbligo di pagare il pizzo all'erario per eliminare il contenzioso. Quindi, la sospensione dei ruoli diventa fondamentale per consentire a chi vuole avvalersi del condono, avendone i requisiti, di avanzare istanza senza l'obbligo di presentare ricorso; inoltre, anche gli uffici hanno il tempo necessario per depurare i ruoli da tutte le posizioni illegittimamente inserite.
Signor Presidente, questa esigenza è di normale diligenza essendo ispirata ai principio del buon padre di famiglia. Uno Stato non può agire nei confronti dei suoi cittadini come se fossero dei sudditi: il tempo delle monarchie assolute è definitivamente tramontato!
Mi dispiace che i colleghi della Lega Nord non abbiano percepito il senso della mia denuncia di questa sera: in precedenza, infatti, hanno votato contro, guidati da un'ispirazione politica che non ho compreso. In questo caso, però, la sospensione dei ruoli rappresenta un atto di giustizia Pag. 102rispetto ad un modo di procedere degli uffici non basato su alcuna ragionevole norma di legge.
Insisto, quindi, affinché si conceda almeno la sospensione dei ruoli.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Anche l'onorevole Emerenzio Barbieri sta raggiungendo la sua postazione... Mi raccomando, lei lì è in presenza di una selva di tessere, quindi non si occupi di tutto, poiché non è possibile amministrarne una tale quantità!
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bono 3-quater.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 347
Votanti 344
Astenuti 3
Maggioranza 173
Hanno votato sì 76
Hanno votato no 268).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Stradella 3-quinquies. 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, mi scuso con i colleghi della maggioranza poiché comprendo come sia difficile discernere tra un emendamento e l'altro. In ogni caso, questo emendamento cerca di risolvere un problema compreso nel cosiddetto decreto mille proroghe: cerco di spiegarmi.
Il decreto mille proroghe riapre i termini per indennizzare le imprese che avevano subito danni dalle alluvioni, dalle calamità naturali. Nell'ambito di questa volontà, che condividiamo, il provvedimento in esame, tuttavia, pone sullo stesso piano sia le aziende che hanno dovuto rilocalizzarsi perché hanno visto il loro patrimonio distrutto dalle calamità naturali, sia quelle che si sono rilocalizzate pur non avendo subito danni.
Pertanto, le importantissime risorse finanziarie messe a disposizione dal decreto-legge in esame verranno destinate sia alle imprese che hanno sofferto danni, sia a quelle che non li hanno patiti. Ciò ci sembra francamente assurdo: l'emendamento Stradella 3-quinquies.1, dunque, intende soltanto stabilire che devono essere privilegiate le aziende che hanno realmente subito danni.
Capisco come, in questa fase, ogni nostro intervento possa essere ritenuto ostruzionistico, ma vorrei segnalare che questo non lo è. Non mi pare abbiate problemi di maggioranza, in quanto le nostre fila - nonostante la presenza di Emerenzio Barbieri, che vale più di uno! - sono abbastanza scarne.
Pertanto, pregherei i colleghi dell'attuale maggioranza eletti in zone che hanno subito gravi danni per colpa delle alluvioni di lanciare almeno un segnale personale, anche se non inciderà sul risultato finale, poiché, attraverso l'emendamento in esame, si vuole mostrare sensibilità nei confronti di chi ha subito danni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, non se ne adonteranno i colleghi, ma non ho difficoltà nel dire che le finalità dell'emendamento Stradella 3-quinquies.1 sono ottime; tuttavia la forma è un po' «circonvoluta». Prima di votare, colleghi, vi invito a dare un'occhiata al lungo comma che tale proposta emendativa si propone di modificare. Il comma 1 dell'articolo 3-quinquies del provvedimento in esame, infatti, recita che: «I termini per accedere ai finanziamenti agevolati (...) sono ulteriormente prorogati fino ad esaurimento delle disponibilità finanziarie assegnate».Pag. 103
Vorrei rilevare che, se voi andaste alla stazione e trovaste scritto che il treno intercity delle ore 20 partirà e chiuderà gli sportelli quando sarà pieno, non so se accettereste un'impostazione di questo genere! Ricordo che si tratta di un provvedimento di proroga di termini o di differimento di termini: di quali termini stiamo parlando? Nel comma in questione, infatti, si dispone una proroga quando vi saranno risorse finanziarie disponibili.
Scusate: si può licenziare una norma di questo genere? È forse questa la certezza del diritto? Coloro che possono accedere ai finanziamenti hanno un riferimento affidabile, oppure no? Dunque, interrogate un po' la vostra sensibilità di legislatori, e chiedetevi se non sia il caso di accettare un emendamento un po' «circonvoluto», ma che perlomeno cerca di rimediare parzialmente a questa assurdità!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Armosino. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA ARMOSINO. Signor Presidente, mi sembra eccessivo consentirmi di intervenire a titolo personale, posto che l'emendamento in esame è firmato sia dall'onorevole Stradella, sia dalla sottoscritta. Forse...
PRESIDENTE. Mi dispiace, onorevole Armosino, ma per il suo gruppo è già intervenuto l'onorevole Crosetto.
Prego, prosegua pure.
MARIA TERESA ARMOSINO. Signor Presidente, dal momento che si tratta di una questione gravissima, a causa di quanto è stato deciso al Senato, chiedo al Governo la disponibilità ad accettare un ordine del giorno nel quale trasfondere il contenuto dell'emendamento in esame.
La fattispecie è di questa portata. Ricordo che venne stanziata, dal Governo Berlusconi, una somma di 80 milioni di euro per provvedere alla definizione dei risarcimenti dei danni causati dall'alluvione del 1994. Il comma 1 dell'articolo 3-quinquies, approvato al Senato con il parere contrario della Commissione bilancio di quel ramo del Parlamento, stabilisce che anche le imprese che non hanno subito danni e che sono ricomprese in aree esondabili, ai sensi della ricostruzione operata dalla regione Piemonte...
PRESIDENTE. Onorevole, la invito a concludere...
MARIA TERESA ARMOSINO. ...e prima che venissero realizzate le opere per renderle non più pericolose, possono concorrere al risarcimento dei danneggiamenti. Esse, però, non verranno dopo le imprese che hanno subito danni, ma saranno considerate in egual misura.
PRESIDENTE. La prego di concludere...
MARIA TERESA ARMOSINO. Pertanto, se la domanda di risarcimento fosse presentata prima da queste, chi non ha subito danni riceverebbe i finanziamenti a scapito di coloro che, invece, i danni li hanno subiti realmente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, intervengo per sostenere l'emendamento presentato dai colleghi Stradella ed Armosino.
Il testo, così come è stato approvato dal Senato, in parte vanifica, dal punto di vista della giustizia nei confronti delle imprese che hanno subito danni, un lavoro importante svolto dal gruppo della Lega in prima lettura alla Camera, tanto da ottenere una proroga dei termini per una serie di agevolazioni fiscali riguardanti le imprese colpite dall'alluvione del 1994.
Inserire in una fattispecie risarcitoria anche le imprese che, in realtà, non hanno subito danni, è ingiusto, con riferimento alle finalità che, invece, dovrebbe avere la norma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, intervengo brevemente per spiegare, ancora una volta, il mio disagio. Dal modo in cui sta funzionando il Parlamento in questa fase e in questi giorni particolari, non possiamo emendare questo provvedimento. Se avessimo potuto emendarlo, avremmo presentato un emendamento all'articolo 3-bis che stanzia ulteriori risorse per un comune di tremila abitanti che ha avuto la fortuna di dare i natali ad un famoso personaggio della chiesa cattolica. Non possiamo emendarlo. Dunque, dovremo digerire queste, come altre disposizioni che, obiettivamente, avrebbero meritato un'attenzione di questo bicameralismo imperfetto, che avrebbe spinto la Camera a correggere alcune indicazioni che il Senato ha introdotto.
Accanto ad interventi sacrosanti in tema ambientale che esamineremo successivamente, obiettivamente, il Senato ha tenuto in troppa considerazione alcune istanze localistiche e di lobby che hanno prodotto l'articolo 3-bis.
Purtroppo, do ragione ai colleghi intervenuti sulla questione dei «bioalluvionati». Credo che la regione Piemonte, in questi anni, si sia occupato tanto, e in alcuni casi anche male, di quella vicenda, creando anche disastri personali (vorrei citare, la vicenda del collega Brigandì; gli sono stato personalmente vicino). Questa vicenda, purtroppo, non si può sanare in questa fase.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, intervengo per dichiarare la disponibilità, da parte del Governo, ad accogliere un ordine del giorno che possa recepire il contenuto dell'emendamento Stradella 3-quinquies.1, qualora quest'ultimo fosse ritirato.
PRESIDENTE. A questo punto, chiedo agli onorevoli presentatori se intendono ritirare l'emendamento Stradella 3-quinquies.1, accogliendo l'invito del Governo.
MARIA TERESA ARMOSINO. Assolutamente sì, Presidente; presenterò un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sta bene. L'emendamento Stradella 3-quinquies.1 è stato dunque ritirato dai presentatori.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 4.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 334
Votanti 328
Astenuti 6
Maggioranza 165
Hanno votato sì 66
Hanno votato no 262).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 19,47)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Boscetto 4.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, a costo di sembrare ripetitivo, intervengo solo per sottolineare come anche in questo caso si novellino disposizioni dell'ultima legge finanziaria. Questo testimonia Pag. 105ciò che ho già detto precedentemente, che non voglio ripetere e che risparmio ai colleghi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 4.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 338
Maggioranza 170
Hanno votato sì 69
Hanno votato no 269).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito votare ed avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Saglia 6.1, Misiti 6.2 e Biancofiore 6.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, devo prendere la parola sulla proposta emendativa Saglia 6.1, di cui sono cofirmatario, che peraltro ha ricevuto l'attenzione di diversi colleghi durante gli interventi sul complesso degli emendamenti.
Anche a nome del collega Saglia, primo firmatario, devo naturalmente motivare il sostegno al nostro emendamento e la richiesta che possibilmente esprimano un voto favorevole tutti gruppi.
La legge n. 266 del 2005 ha infatti stabilito che le grandi concessioni di derivazione idroelettrica in corso alla data di entrata in vigore fossero prorogate di dieci anni rispetto alle date di scadenza purché fossero effettuati congrui investimenti di ammodernamento degli impianti (quindi, non manutenzione ordinaria o semplice sostituzione di parti non attive). L'emendamento che noi proponiamo, dunque, mira a salvaguardare il regime introdotto da questa norma - non a stravolgerlo, ma anzi, ripeto, a salvaguardarlo -, ritenendo che la mancata applicazione della proroga prevista da questa disposizione nelle province di Trento e Bolzano produca delle conseguenze negative molto importanti. Intanto, si introdurrebbe una disciplina ad hoc che determinerebbe un'evidente disparità territoriale, atteso che non si contempla per altre province l'introduzione di un meccanismo di deroga.
Mi dispiace, ma non si può mercanteggiare con una singola forza politica, grande o piccola che sia, per ragioni politiche o numeriche di Camera e Senato, un argomento di particolare delicatezza, come l'energia. Si tratta peraltro, in tempi drammatici come questi, di un patrimonio di tutta la nazione e di tutto il popolo, senza distinzioni di confini e di latitudini. Le altre regioni potrebbero chiederci altrettante facoltà e analogo trattamento.
Consideriamo poi che i concessionari hanno già versato un canone e compiuto ingenti investimenti; a questo punto, è evidentissimo che si otterrebbe l'effetto di riversare gli oneri e i costi sulla bolletta del cittadino, e mi pare che ciò non sia proprio quanto noi ci proponiamo di raggiungere.
Inoltre, l'attuale quadro normativo ha permesso di dirimere un conflitto di interessi instauratosi proprio in sede comunitaria sulla questione delle concessioni; modifiche introdotte al regime delle concessioni rischiano di alterare nuovamente questo delicato e precario equilibrio raggiunto.
Per queste ragioni, anche a nome del collega primo firmatario dell'emendamento, dichiaro che ritengo indispensabile il mantenimento del quadro giuridico definito dalla legge n. 266 del 2005 attraverso l'abrogazione delle modifiche introdotte in tema di concessioni idroelettriche nel precedente passaggio parlamentare. Infatti, l'entità, le conseguenze e gli effetti diretti e indotti di questa normativa non vi Pag. 106possono sfuggire; se anche si intervenisse solo su questa norma, si giustificherebbe, dunque, un rapidissimo ritorno nell'altro ramo del Parlamento per correggere queste devastanti conseguenze, che è facile preconizzare.
MARCO BOATO. Nulla di devastante; è una norma positiva!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, anch'io sostengo analoghe ragioni con riferimento all'identico emendamento soppressivo Biancofiore 6.4, di cui sono cofirmatario insieme con l'onorevole, Santelli ed altri colleghi. Non ricorderò tali ragioni, che così bene ha già espresso la collega Biancofiore; sono ragioni talmente potenti e talmente coinvolgenti con riferimento alla situazione in esame da farci preoccupare. Noi siamo fortemente preoccupati e anche le modalità con le quali si è giunti a questa discussione ormai avanzata sul testo ci preoccupano.
Ritroviamo «pari pari», nel testo pervenutoci dal Senato, uno degli emendamenti presentati alla Camera in prima lettura e dichiarati inammissibili. Qualcuno ha osservato che si è dovuto venire incontro ad una forza politica in previsione del voto del Senato sulla politica estera del Governo.
MARCO BOATO. Non è così!
GABRIELE BOSCETTO. Ci fa piacere che anche quell'apporto non sia stato sufficiente!
MARCO BOATO. Non è così! L'hanno chiesto sia la provincia di Bolzano sia quella di Trento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, oltre che per sostenere le motivazioni già esposte dai colleghi, intervengo per formulare, soprattutto, una richiesta. La denuncia che è stata fatta in quest'aula e le preoccupazioni che sono state manifestate necessiterebbero, a mio avviso, di una risposta.
Se questo Governo sta decidendo di concedere quello che dal 1999 era richiesto e mai nessun Governo aveva deciso di fare, se le preoccupazioni sono quelle che perderemo il 30 per cento dell'energia elettrica nazionale, se le preoccupazioni potrebbero essere quelle di una caduta probabilmente vertiginosa di alcuni titoli in borsa legati al settore, il Governo, o il relatore, o chi vuole questa modifica, per favore ci spieghi in quest'aula di che cosa stiamo parlando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Biancofiore. Ne ha facoltà.
MICHAELA BIANCOFIORE. In aggiunta a quanto già espresso correttamente dalla collega Santelli, vorrei ancora precisare alla maggioranza la quantificazione di questo esproprio nei confronti dello Stato italiano, un esproprio di una infrastruttura italiana strategica, motivo per il quale ricordo che il governo Berlusconi aveva portato la delega sulle competenze dell'energia in capo allo Stato.
Nelle province autonome di Trento e di Bolzano l'ENEL possiede 32 impianti, per 27 concessioni di grande derivazione, per un totale circa di 2 mila 300 megawatt di capacità installata, che è pari al 25 per 100 del totale della producibilità idroelettrica dell'ENEL.
Se volete prendervi questa responsabilità, se volete veramente vedere decadere i titoli di Edison e di ENEL in borsa, andate avanti su questa strada. Io credo che un Governo, per quanto attualmente non sia più in carica, debba avere delle responsabilità diverse nei confronti del proprio Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Presidente, su questo argomento c'è una domanda che dobbiamo porci tutti: ma perché sta accadendo questo?
La verità è che ci troviamo di fronte all'ennesimo caso di voto di scambio, e questa maggioranza, che si riempie la bocca di libertà, di democrazia, di uguaglianza, di legalità e di trasparenza, di fatto si sta apprestando al voto di scambio!
MARCO BOATO. Non dire sciocchezze!
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Vergognatevi! Vergognatevi! (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia... Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signora Presidente, volevo solo farle notare che lei, giustamente, mi ha ripreso, qualche seduta fa, per aver usato un'espressione non delicata per un collega, ed io mi sono immediatamente corretto. Noi abbiamo sentito poco fa un insulto infamante e falso e devo riscontrare che lei non ha ritenuto di richiamare il collega. Lei ha fatto bene l'altra volta a richiamare me, ed io mi sono corretto, ma il mio era un eufemismo, mentre qui abbiamo sentito un insulto grave (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, L'Ulivo, Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista).
ANTONIO LEONE. Denuncialo!
MARCO BOATO. Non urlate! Su questo tema interverremo in sede di dichiarazione di voto. Voglio dire però che quello che abbiamo ascoltato è falso, perché il comma 7-ter dell'articolo 6 corregge un provvedimento, quello sì ingiusto, quello sì punitivo, che era stato assunto (in maniera legittima ovviamente, ma sbagliando) dal governo Berlusconi, che aveva operato una proroga delle concessioni in essere. Quindi, voi avete sostenuto il provvedimento del governo Berlusconi, che ha danneggiato gravemente la realtà delle province autonome di Trento e di Bolzano.
MICHAELA BIANCOFIORE. Il decreto Bersani lo avete fatto voi!
MARCO BOATO. Il Governo Prodi, senza nessun voto di scambio, ma alla luce del sole, e come richiesto anche in quest'aula (mi dispiace che qualche collega si agiti, ma due parole di verità vanno dette), ha ristabilito la correttezza istituzionale che era stata stravolta dal Governo Berlusconi. (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e L'Ulivo).
PRESIDENTE. Onorevole Boato, solamente per precisare che non so se siano sfuggiti a questa Presidenza giudizi diversi da quelli che ritengo di aver sentito. Se lei si riferisce alla questione del voto di scambio, ritengo che si tratti comunque di un giudizio di carattere politico.
MARCO BOATO. No, è un reato!
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, vorrei dire, anche a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, che, come sempre, lei ha avuto un comportamento ineccepibile. Se un collega, infatti, sente delle cose sconvenienti, deve soltanto denunciarle alla Presidenza o all'Assemblea. Non si deve necessariamente sentire ciò che ha detto il deputato.
Io intervengo sull'ordine dei lavori, per sapere quale sarà il loro andamento, perché pare che ci siano ancora, tra emendamenti e ordini del giorno, circa 40 votazioni da effettuare.Pag. 108
La seduta, al massimo, potrà durare fino alle 20,30. Quindi, prego la Presidenza (Commenti del deputato Boato)... Che fai, Boato, minacci la Presidenza (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)?
Stavo chiedendo la cortesia, signor Presidente, dal momento che pare ci siano ancora da effettuare circa 40 votazioni, di darci una certezza sugli orari, come ogni giorno. Quindi, dovendosi concludere la seduta intorno alle 20,30 e siccome non si farà in tempo a votare sia gli emendamenti, sia gli ordini del giorno, chiedo alla Presidente, magari consultando i presidenti di gruppo, di decidere di rinviare l'esame degli ordini del giorno alla prossima seduta. Si potrebbe concludere l'esame degli emendamenti e rinviare quello degli ordini del giorno, altrimenti non si riesce a fare nulla e mi metto a parlare su ogni emendamento...
Ci dobbiamo dare delle regole nel rispetto dell'Assemblea e di ciascuno di noi, perché non si può essere prigionieri dell'aula, in attesa che finisca la seduta. Non può funzionare così! Prego la Presidente di dirci come si intende andare avanti.