Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Seguito della discussione sulle comunicazioni del Governo.
PRESIDENTE. Ricorda che nella seduta di ieri è stata presentata la risoluzione Franceschini n. 6-00016.
Avverte altresì che è stata disposta la ripresa televisiva diretta della replica del Presidente del Consiglio dei ministri e delle dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. In replica, osservato preliminarmente che le dimissioni seguite al voto contrario del Senato sulla politica estera del Governo evidenziano il carattere politico della crisi, richiama gli aspetti più rilevanti della politica estera avviata dall'Esecutivo, volta a favorire la ripresa del processo costituzionale europeo e, più in generale, la ricerca della pace, in coerenza con l'articolo 11 della Costituzione ed in un contesto di pieno sostegno all'azione dell'ONU.
Giudica inoltre confortanti i dati forniti dall'ISTAT circa la crescita economica del Paese, i quali confermano il progressivo risanamento dei conti pubblici, dovuto anche all'incremento delle entrate tributarie - reso possibile dalla ferma azione condotta dal Governo per il contrasto dell'evasione fiscale - ed agli apprezzabili risultati conseguiti grazie al processo di liberalizzazione dei mercati. Nel ritenere altresì che una decisa lotta alla criminalità organizzata sia fondamentale per il rilancio del Mezzogiorno, auspica il comune impegno delle forze politiche per la riforma del vigente sistema elettorale e di alcune parti della Costituzione, segnatamente con riferimento all'attuazione del federalismo fiscale.
Pone infine la questione di fiducia sull'approvazione della risoluzione Franceschini n. 6-00016.
PRESIDENTE. Avverte che, avendo il Presidente del Consiglio posto la questione di fiducia sull'approvazione della risoluzione Franceschini n. 6-00016, la votazione, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 26 febbraio scorso, avrà luogo per appello nominale subito dopo le dichiarazioni di voto.
Passa quindi alle dichiarazioni di voto.
GIUSEPPE MARIA REINA (Misto-MpA). Osservato che la replica del Presidente del Consiglio non ha dissipato le preoccupazioni già manifestate dalla sua parte politica, sottolinea che l'azione dell'Esecutivo risulta particolarmente inefficace e confusa nei confronti del Mezzogiorno, che necessità di progetti di sviluppo basati sul potenziamento delle infrastrutture. Dichiara quindi che non accorderà la fiducia al Governo.
JOHANN GEORG WIDMANN (Misto-Min.ling.). Espresso apprezzamento per l'azione del Governo Prodi in ambito economico e sociale e condivisione per lePag. IVlinee ispiratrici della politica estera, sottolinea la necessità di proseguire sulla strada intrapresa anche in tema di tutela delle minoranze linguistiche e delle autonomie speciali. Nel condividere, altresì, l'opportunità di una riforma elettorale, dichiara che la sua componente politica confermerà la fiducia al Governo.
GIAMPIERO CATONE (DC-PS). Nel dichiarare che il suo gruppo, con fermezza e convinzione, negherà la fiducia al Governo, lamenta l'inefficacia dei dodici punti individuati dal Presidente del Consiglio come priorità programmatiche al fine di conseguire il miglioramento delle condizioni sociali ed economiche del Paese.
MAURO FABRIS (Pop-Udeur). Nell'imputare al vigente sistema elettorale le evidenti difficoltà della maggioranza al Senato, dichiara di condividere la ridefinizione delle priorità dell'azione del Governo, segnatamente l'attenzione alla famiglia ed al suo ruolo centrale nella società. Dichiara, quindi, che il suo gruppo confermerà la fiducia al Governo.
ANGELO BONELLI (Verdi). Nell'esprimere apprezzamento per le scelte operate dal Presidente del Consiglio nella gestione della crisi politica che ha attraversato le forze politiche di maggioranza, giudica particolarmente condivisibile l'attribuzione alla questione ecologica di una collocazione centrale nell'azione di Governo. Evidenziata altresì la necessità di approvare una nuova legge elettorale e di superare l'attuale crisi della politica con una maggiore attenzione alle istanze provenienti dalla società civile, anche attraverso il ricorso al metodo concertativo, dichiara che il suo gruppo accorderà la fiducia al Governo.
OLIVIERO DILIBERTO (Com.It). Nel sottolineare che le ragioni delle difficoltà incontrate dal Governo Prodi non sono ascrivibili a quella che viene erroneamente definita sinistra radicale, bensì agli ostacoli posti dai poteri forti all'azione dell'Esecutivo, dichiara che il suo gruppo confermerà convintamente la fiducia al Governo, che rappresenta l'equilibrio politico più avanzato possibile. Auspica, infine, che, sulla base di un confronto rispettoso delle diverse opinioni e di una maggiore unità delle forze di sinistra, si possa trovare sempre la sintesi necessaria a raggiungere l'obiettivo di accentuare lo slancio riformatore del Governo, nell'interesse dei lavoratori e dei ceti meno abbienti.
ROBERTO VILLETTI (RosanelPugno). Osservato che la sua parte politica avrebbe preferito la formazione di un nuovo Esecutivo con a capo il Presidente del Consiglio in carica, manifesta un orientamento favorevole al programma enunciato dal Presidente Prodi, lamentando tuttavia il fatto che il Governo sembra non intenda più sostenere il disegno di legge in tema di unioni di fatto, rimettendolo al dibattito ed alla volontà del Parlamento. Dichiara comunque che il suo gruppo confermerà la fiducia al Governo.
MASSIMO DONADI (IdV). Espresso apprezzamento per la coerenza e la determinazione con le quali il Presidente del Consiglio ha difeso e sostenuto la politica del Governo, al quale il suo gruppo rinnoverà la fiducia, ritiene che esso debba proseguire nella sua azione, in particolare sui versanti delle liberalizzazioni e della tutela dei consumatori, della riduzione dei costi della politica e della lotta all'evasione fiscale, la cui stabilizzazione è la premessa per ridurre la pressione fiscale sui cittadini e le imprese.
ROBERTO MARONI (LNP). Lamenta preliminarmente l'atteggiamento ambiguo assunto da talune forze politiche di opposizione che non hanno inteso sostenere la richiesta di elezioni anticipate avanzata con forza e decisione dal suo partito; nel paventare il rischio di un ritorno a pericolose pratiche consociative, giudica non condivisibile il programma enunciato dal Presidente del Consiglio, pur mostrando interesse per la prospettata attuazione del federalismo fiscale e per la necessaria riforma del Senato, auspicando che allePag. Vparole seguano convincenti iniziative politiche. Dichiara quindi che il suo gruppo negherà la fiducia al Governo.
PIER FERDINANDO CASINI (UDC). Ricordato il dissenso espresso da parlamentari della sinistra radicale su punti qualificanti delle linee programmatiche del Governo, delle quali sottolinea peraltro il carattere ambiguo, ritiene che la crisi sia stata un'occasione mancata per addivenire alla opportuna formazione di un Esecutivo di responsabilità nazionale; manifestata inoltre disponibilità ad avviare, sulla prospettata riforma della legge elettorale, un confronto aperto e senza vincoli di schieramento, esprime un orientamento favorevole, nel merito, al sistema vigente in Germania.
FRANCESCO GIORDANO (RC-SE). Nel ritenere che il superamento della crisi possa costituire un'importante esperienza in vista di un rafforzamento del carattere collegiale del Governo, esprime apprezzamento per il programma enunciato dal Presidente del Consiglio, auspicando si mantenga vivo il dibattito sui temi di maggior interesse per il Paese, tenendo conto, tra l'altro, delle istanze rappresentate dai movimenti e dalle associazioni. Giudica altresì opportuno modificare la vigente legge elettorale sull'esempio del sistema tedesco, in modo da conciliare il principio del pluralismo con la necessità di dare continuità all'azione di Governo.
GIANFRANCO FINI (AN). Nel ritenere che l'esito della crisi di Governo rappresenti soltanto una tregua tra le componenti della maggioranza, espressione di due visioni politiche radicalmente diverse, esprime preoccupazione per le conseguenze, in ambito interno ed internazionale, della richiamata divergenza; nel preannunziare, quindi, che il suo gruppo sosterrà il provvedimento d'urgenza volto a rifinanziare la partecipazione italiana a missioni internazionali, paventa che le ambiguità che connotano l'azione dell'Esecutivo rallentino la ripresa economica in atto. Ritiene, infine, inaccettabile un'eventuale riforma del sistema elettorale che non contempli un vincolo di coalizione per le forze politiche.
SILVIO BERLUSCONI (FI). Sottolineato che le dimissioni del Governo hanno compromesso la credibilità internazionale del Paese, giudica particolarmente penalizzante la politica fiscale del Governo ed approssimativi i provvedimenti annunciati a favore delle famiglie. Ricordate altresì le numerose opere infrastrutturali realizzate nella scorsa legislatura dal Governo da lui presieduto, manifesta disponibilità a discutere di un eventuale miglioramento della legge elettorale, purché non si tratti di un mero espediente destinato a tenere artificiosamente in vita l'Esecutivo. Dichiara infine che negherà la fiducia al Governo.
PIERO FASSINO (Ulivo). Osservato che la maggioranza di centrosinistra è la sola in grado di esprimere un Esecutivo, rileva le significative divergenze esistenti tra le forze politiche di opposizione; richiamati, inoltre, i positivi risultati conseguiti dalla politica economica e sociale attuata dal Governo, sottolinea l'accresciuta credibilità internazionale acquisita dall'Italia negli ultimi mesi. Ritiene infine essenziale procedere alle riforme istituzionali e del sistema elettorale necessarie a garantire maggiore governabilità (Deputati del gruppo Alleanza nazionale mostrano fogli bianchi recanti la scritta: «Turigliatto e Rossi liberi», che i commessi, su invito del Presidente, rimuovono).
GIORGIO LA MALFA (Misto). Dichiara di non condividere le considerazioni svolte dal deputato Fassino circa l'assenza di alternative all'attuale maggioranza, anche perchè questo renderebbe ineluttabile il ricorso alle elezioni, qualora dovesse verificarsi una nuova crisi, che, stando a certe dichiarazioni non può certamente essere esclusa a priori.
DANIELE CAPEZZONE (RosanelPugno). Lamenta che rimangono irrisolti i problemi - connessi, in particolare, allaPag. VIpolitica estera, alla politica economica, all'affermazione dei diritti civili ed al sistema giudiziario - che hanno determinato la crisi di Governo. Rimane altresì irrisolta la questione di un certo numero di senatori radicali che, pure essendo stati eletti, non possono ancora esercitare le loro funzioni.
Per queste ragioni, si asterrà dalla votazione.
SALVATORE CANNAVÒ (RC-SE). Dichiara che non concederà la fiducia al Governo non prendendo parte alla votazione della risoluzione Franceschini n. 6-00016; giudica infatti non condivisibili le politiche sociali finora attuate dall'Esecutivo, al quale preannunzia un appoggio condizionato. Esprime infine solidarietà al senatore Turigliatto.
PRESIDENTE. Indice la votazione per appello nominale sulla risoluzione Franceschini n. 6-00016, sulla cui approvazione il Governo ha posto la questione di fiducia.
(Segue la votazione)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
INDI
DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI
PRESIDENTE. Comunica il risultato della votazione:
Presenti 597
Votanti 595
Astenuti 2
Maggioranza 298
Hanno risposto si 342
Hanno risposto no 253
(La Camera approva).
Avverte che la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata.