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Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 10,15).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.
(Espulsione di quattro cittadini tunisini residenti a Bologna sospettati di essere collegati con settori dell'estremismo islamico - n. 2-00134)
PRESIDENTE. L'onorevole Garagnani ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00134 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 1).
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, debbo rilevare che questa interpellanza è stata presentata il 20 settembre del 2006. Sono passati cinque mesi e mezzo e pertanto sollecito gli uffici della Camera ed il Governo a valorizzare il ruolo del Parlamento per quel che concerne gli atti di sindacato ispettivo. Non si può attendere un tempo così lungo e sollecitare ripetutamente - io l'ho fatto per ben cinque volte - una risposta da parte del Governo.
Detto questo, nella mia interpellanza ho trattato un problema che, per certi aspetti, permane nella sua intatta gravità nella mia città di Bologna. L'oggetto di questa interpellanza riguarda l'espulsione di quattro cittadini tunisini, sospettati di essere collegati con settori dell'estremismo islamico. Nel condividere la tempestività, l'efficienza e l'efficacia delle forze dell'ordine, chiedevo - e chiedo oggi - se la rete delle connivenze sia più estesa di quanto riportato dai giornali. C'è stata una sorta di «congiura del silenzio», comunque un estremo riserbo, che posso anche capire per ragioni di ordine pubblico, ma la cittadinanza di Bologna chiede di essere informata su queste quattro espulsioni e su tutto ciò che sia collegato ad esse. Il problema è importante e significativo, Pag. 2perché tutti sappiamo che, in coincidenza con le elezioni politiche dello scorso anno, era stato progettato nei minimi particolari un attentato contro la basilica di San Petronio: si conoscono i dettagli, i momenti, le date e le persone e si tratta di un fatto acclarato, di cui hanno parlato i giornali.
In quel frangente si sono verificati incidenti che riguardavano il centro di permanenza temporanea di via Enrico Mattei, che accoglie gli extracomunitari in attesa di rimpatrio e tali incidenti si sono ripetuti in questi giorni, sempre a Bologna, per via del comportamento di manifestanti, di no global e di estremisti di sinistra, che hanno violentemente contrastato le forze dell'ordine e hanno tentato in qualche modo di penetrare all'interno del CPT di via Enrico Mattei, già vittima di altre incursioni. Pertanto chiedo se questa espulsione sia collegata in qualche modo al progettato attentato alla basilica di San Petronio, che ospita il quadro di Maometto.
Inoltre, vorrei sapere se vi siano ulteriori ragioni di preoccupazione da parte dell'opinione pubblica e se la situazione dell'ordine pubblico nella città di Bologna sia tranquilla sotto il profilo del fenomeno dell'estremismo islamico. Recentemente è stato espulso un imam, che teneva discorsi particolarmente infuocati nelle moschee. Vorrei sapere se queste espulsioni hanno definito una volta per tutte la situazione dell'ordine pubblico a Bologna, dove si stanno registrando - questo è un aspetto nuovo rispetto all'interpellanza, - delle singolari convergenze tra fenomeni di malavita comune, fenomeni di terrorismo e di eversione politica, che vedono protagonisti i no global e fenomeni collegati all'estremismo islamico presente nella città di Bologna. Queste tre condizioni, di fatto, si sono collegate ed hanno dato luogo in questi mesi a vari episodi di violenza e di contestazione radicale del ruolo delle forze dell'ordine e delle istituzioni.
La domanda che rivolgo al Governo è di conoscere le vere ragioni - il significato, i moventi - di queste espulsioni e se, dal punto di vista della sicurezza dei cittadini e della salvaguardia dell'ordine pubblico, la situazione di Bologna, in riferimento all'estremismo islamico, sia sotto controllo.
Queste sono le motivazioni che stanno alla base della mia interpellanza. Ringrazio fin d'ora il rappresentante del Governo per la risposta che ad essa fornirà.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Marcella Lucidi, ha facoltà di rispondere.
MARCELLA LUCIDI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, rispondo all'onorevole interpellante precisando subito che il Ministero dell'interno rivolge grande attenzione - massima, direi - nei confronti del fenomeno dell'integralismo islamico, attraverso l'espletamento di attività informative ed investigative, realizzate con azioni di intelligence e di diretta investigazione rivolte a stranieri, sospettati di contiguità con ambienti vicini all'estremismo islamico.
Per quanto riguarda i quattro cittadini tunisini cui fa riferimento l'onorevole interpellante, preciso che gli stessi sono stati espulsi dal territorio italiano con decreto del ministro dell'interno per motivi di sicurezza nazionale, poiché sospettati di attivismo nel contesto dell'estremismo di matrice islamica. I provvedimenti di allontanamento sono stati adottati in relazione alle indagini svolte dalla DIGOS della questura di Bologna e dai ROS dei carabinieri dello stesso capoluogo, nell'ambito di un procedimento relativo a cittadini stranieri che operavano in contesti di integralismo religioso; tali indagini hanno portato a sentenze di condanna emesse dal locale tribunale, confermate anche dalla corte d'appello. La predetta attività investigativa ha evidenziato un particolare attivismo da parte di alcuni dei destinatari dei provvedimenti di espulsione, che mantenevano contatti anche con importanti esponenti del radicalismo islamico all'estero.
Per quanto riguarda, più in generale, il fenomeno del «collateralismo» ad ambienti estremisti, sono tuttora in corso indagini, Pag. 3avviate nel 2002, nei confronti di un gruppo di cittadini stranieri operanti nella città di Bologna e collegati ad analoghi gruppi operanti in Lombardia e in Piemonte. Alla luce delle risultanze delle predette attività investigative, sono tuttora sottoposti ad indagine diciotto stranieri, prevalentemente di etnia maghrebina, per i reati di associazione per delinquere, associazione per delinquere con finalità di terrorismo internazionale ed altri reati minori. Tra gli indagati figurano anche i quattro destinatari dei provvedimenti di espulsione citati dall'onorevole interpellante.
In merito, poi, alle proteste inscenate da cittadini stranieri all'interno del centro di permanenza temporanea ed assistenza di Bologna, faccio osservare che non sono mai emersi elementi tali da consentire di ricondurre tali disordini a vicende che riguardano le persone espulse per ragioni di sicurezza nazionale. Sul punto il procuratore della Repubblica di Bologna ha infatti comunicato che non risulta alcuna connessione tra l'indagine sopra menzionata, l'espulsione dei cittadini tunisini e disordini al CPT, e che nemmeno risulta che i disordini siano in qualche modo collegati a fenomeni di estremismo islamico, sia per la totale mancanza di riscontri investigativi, sia per l'assoluta diversità delle posizioni soggettive. Inoltre, sulla base dei dati emersi anche in altri procedimenti penali non riguardanti il terrorismo islamico, la stessa autorità giudiziaria ritiene di dover escludere l'esistenza di qualsivoglia forma di connivenza tra settori dell'estremismo islamico e movimenti impegnati nelle contestazioni contro il centro di permanenza temporanea di via Mattei e, in genere, contro l'applicazione delle norme del decreto legislativo n. 286 del 1998, riguardante l'espulsione dei cittadini extracomunitari.
La procura di Bologna ha infine aggiunto che, data la sua genericità, anche l'indicazione di un collateralismo presente a Bologna, del tutto priva di riferimenti ad episodi specifici, non trova alcun riscontro nelle attività di indagine curate in collaborazione con le forze di polizia.
PRESIDENTE. L'onorevole Garagnani ha facoltà di replicare.
FABIO GARAGNANI. Prendo atto della risposta del Governo, ma non mi posso dichiarare soddisfatto per alcune considerazioni. Come ho detto all'inizio, capisco che ci possano essere ragioni di riservatezza che inducono il Governo ad un momento di cautela e di riflessione, ma - dal momento che di questo argomento si sono occupati ampiamente i giornali, le radio e le televisioni, e che l'allarme della popolazione è significativo - credo che sia opportuno entrare nel merito dei problemi sollevati da questa espulsione e affrontare con chiarezza i rischi e i pericoli relativi.
In secondo luogo, l'enunciazione delle modalità con cui si sono svolte queste operazioni di espulsione, da un lato sono chiare e, dall'altro, lasciano qualche spazio ad ambiguità, qualche margine di interpretazione troppo ampio per una situazione che ritengo gravissima. Infatti, differentemente e contrariamente a quanto dice la procura della Repubblica - che non è nuova ad atteggiamenti di palese comprensione dei movimenti della sinistra, ad interferenze vere e proprie in settori che non competono alla procura stessa (non a caso le dichiarazioni di ieri del procuratore della Repubblica si sono prestate ad equivoci) e che tende molto spesso a sconfinare nell'ambito politico, non mantenendosi in quello giudiziario che gli competerebbe -, più di tanto non faccio fede alle dichiarazioni non tanto riportate in questa sede dal Governo, quanto riferite sulla base di contatti con il procuratore della Repubblica di Bologna.
Inoltre, queste forme di radicalismo islamico sono molto più diffuse di quanto non si creda e, piaccia o non piaccia, c'è una connivenza anche di grado istituzionale, da parte di forze dell'estrema sinistra presenti a livello degli enti locali, non dico con i quattro espulsi, ma sicuramente con movimenti che sono collegati o contigui all'estremismo islamico. Gli incidenti dell'altro giorno per quanto riguarda il centro di permanenza temporanea di via Enrico Mattei ne sono l'evidente conferma. In una Pag. 4situazione così difficile rappresentata dal tentato attentato alla basilica di San Petronio - e alla costante vigilanza al quale è sottoposto il maggior tempio religioso bolognese, che è l'identificazione e la storia di Bologna per chi conosce la città, per la sua bellezza e per il significato profondo che rappresenta, e che ancora oggi è controllato dalle forze dell'ordine - e dal momento che l'attentato è stato sviscerato in tutti i suoi aspetti, mi sarei aspettato una risposta più precisa dal Governo. Soprattutto per quanto riguarda le indagini relative a diciotto stranieri imputati per associazione per delinquere, di cui i quattro espulsi, avrei desiderato un'ulteriore esplicitazione sulle motivazioni per cui sono state avviate le indagini, se esse siano circoscritte per fatti gravi a questi o se, invece, il movimento che li caratterizza non sia più ampio.
Avevo presentato un'interpellanza, che non è stata ammessa, in riferimento anche ad un atteggiamento di disapplicazione costante della legge Bossi-Fini posto in essere da alcuni magistrati ed anche ad una querelle che riguarda proprio il centro di via Enrico Mattei, che registra condizioni di vera e propria destabilizzazione ed eversione, che sottopongo all'attenzione del Governo, e che non possono essere collegati soltanto ad alcuni settori dell'estremismo islamico o genericamente ad alcuni facinorosi.
C'è un disegno preciso, a mio modo di vedere, che periodicamente interessa il centro di via Enrico Mattei di Bologna e di esso i no global sono testimoni, attori e protagonisti significativi. Dall'altro lato, c'è la connivenza di alcuni settori dell'estremismo. Perciò, ritengo che questa affermazione così precisa e categorica del procuratore della Repubblica di Bologna debba essere respinta nettamente - questa è la mia opinione, peraltro basata anche sui fatti - ed inviterei lo stesso magistrato ad essere più cauto di fronte a fatti di tal genere, dato che in ogni momento si scopre qualcosa di nuovo. Soprattutto, inviterei il Governo e il procuratore della Repubblica ad estendere ad ampio raggio le indagini perché, soprattutto nella realtà bolognese, siamo in presenza di un clima di totale accettazione di tutte le attenuanti nei confronti dell'estremismo islamico, il quale rappresenta una sorta di minoranza che non gode di alcun riscontro e di alcun appoggio nella comunità islamica. Lungi da me l'idea di demonizzazione questa comunità, alla quale appartengono tante persone che lavorano onestamente. Tuttavia, rimane il fatto che i punti di frattura e di destabilizzazione presenti a Bologna sono molto più ampi di quelli elencati in questa sede, sui quali la rappresentante del Governo si è soffermata, sulla base anche di un riscontro effettuato presso la procura della Repubblica. Si tratta di un settore che deve essere seguito attentamente perché - come ripeto - ci sono collegamenti tra micro e macrocriminalità, tra estremismo islamico e delinquenza comune e questi settori della sinistra e dei no global, i quali, non a caso, in occasione di alcuni appuntamenti significativi, si ritrovano uniti.
Credo, quindi, che occorrerebbe un supplemento di indagini, che occorrerebbe un supplemento di risposta e che occorrerebbe anche chiarire se questi motivi di sicurezza nazionale abbiano impedito al Governo di dire tutti ciò che sa, per intuitive ragioni di ordine pubblico. La risposta, infatti, per come è configurata, dice e non dice. Perciò, io chiedo - lo farò per mezzo di un altro atto di sindacato ispettivo - di esplicitare ulteriormente se queste espulsioni e l'atteggiamento che il Governo ha tenuto, anche in questa sede, debbano essere collegati in qualche modo ai recenti fatti che hanno coinvolto la città di Bologna.
Da ultimo, onorevole sottosegretario, mi permetto di sollecitare una ulteriore risposta, anche in forma scritta, riguardo alle garanzie che il Governo intende fornire per assicurare la tranquillità dei cittadini bolognesi, anche con riferimento alla loro sicurezza tout court, dinanzi ai movimenti dell'estremismo islamico. Bologna, infatti, è un crocevia, è un fondamentale snodo viario e autostradale. Inoltre, credo che non si possa continuare a vigilare costantemente la stessa basilica di Pag. 5San Petronio in un modo che di fatto impedisce, per certi aspetti, anche l'avvicinamento dei fedeli che intendono assistere regolarmente alle funzioni religiose e che si sentono sospettati di preparare una qualche forma di attentato. A questo riguardo avrei desiderato una risposta più precisa e puntuale e una garanzia, per quanto possibile, in relazione al mantenimento dell'ordine pubblico. Mi rendo conto che si tratta di una situazione ingestibile ovunque e non ne faccio carico a questo o ad altro Governo. Credo, però, che i bolognesi abbiano il diritto di sapere se possano sentirsi relativamente - lo sottolineo, relativamente - tranquilli a casa loro in riferimento a questi fatti.
Chiedo anche se il maggiore tempio cristiano della città possa essere tranquillo in modo altrettanto significativo. I segnali di insoddisfazione di una parte dell'opinione pubblica permangono ma permangono, si moltiplicano e sono significative anche le minacce verbali - che possono lasciare il tempo che trovano, se si vuole - da parte di alcuni settori, non dell'estremismo islamico, ma islamici, nei confronti di San Petronio. A questo riguardo, ricordiamo il famoso quadro di Maometto e così via. Credo sia veramente grave che noi italiani dobbiamo difendere una nostra chiesa, edificata nel medioevo dai nostri antenati, e dobbiamo preoccuparci di giustificare la presenza di un quadro di un certo tipo.
Le ragioni della mia insoddisfazione nei confronti della risposta alla mia interpellanza le ho enunciate. Mi rendo conto che il Governo ha tentato di presentare un quadro di un certo tipo. Tuttavia, ritengo che manchino alcuni elementi fondamentali per giungere ad una serena valutazione dei fatti e per tranquillizzare l'opinione pubblica.
(Iniziative per includere l'area comprendente Bari e i comuni della provincia tra le istituende città metropolitane - n. 3-00265)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali, Pietro Colonnella, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Servodio n. 3-00265 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 2).
PIETRO COLONNELLA, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali. Signor Presidente, onorevoli deputati, onorevole Servodio ed interroganti, l'istituzione delle città metropolitane è prevista dall'articolo 114 della Costituzione, come novellato dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3. La loro effettiva istituzione costituisce un'opportunità per ridefinire l'organizzazione degli enti territoriali, superando formule organizzative strutturate in maniera gerarchica, lontane dalle effettive esigenze di una società, che è sempre più orientata alla ricerca di sistemi organizzativi in grado di rispondere più celermente e con costi ridotti alle esigenze dei cittadini.
La città metropolitana può essere, pertanto, un modello idoneo a dare le risposte migliori ai problemi di organizzazione dei servizi e di pianificazione territoriale, tanto più che la loro istituzione parte dal basso, ossia dalla volontà dei comuni, che scelgono o meno se istituire tale sistema organizzativo.
Il ricorso alla legislazione ordinaria per l'istituzione delle città metropolitane si rinviene all'interno dell'articolo 117, secondo comma, lettera p) della Costituzione, di cui il disegno di legge delega approvato dal Consiglio dei ministri il 19 gennaio scorso (il cosiddetto codice delle autonomie), che è in attesa di iniziare l'iter parlamentare, costituisce appunto l'attuazione.
L'individuazione territoriale delle città metropolitane e l'incardinamento delle funzioni amministrative si rintracciano all'articolo 3 del sopra citato disegno di legge, che peraltro prevede l'inclusione della città di Bari tra le città metropolitane. È utile segnalare che il disegno di legge del Governo per la revisione dell'ordinamento degli enti locali appare coerente con il dettato costituzionale e non lesivo dell'autonomia, che lo stesso riconosce agli enti territoriali.Pag. 6
Prima di tale previsione costituzionale, la realtà delle macro organizzazioni preposte alla guida del governo dei territori più ampi si riconosceva nel disposto di cui all'articolo 22 del decreto legislativo n. 267 del 2000 (testo unico degli enti locali), laddove venivano individuate come aree metropolitane le zone comprendenti i comuni di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari e Napoli, facendo rinvio ad una valutazione degli aspetti socio-economici in rapporto al territorio per la classificazione di altri comuni.
Bisogna riconoscere, comunque, che la non chiara ripartizione dei poteri tra i diversi livelli amministrativi e, soprattutto, tra il ruolo delle province e degli altri enti locali in relazione all'esercizio delle funzioni fondamentali stabilite dall'articolo 117 della Costituzione ha già determinato una sostanziale stasi nell'individuazione delle funzioni fondamentali delle città metropolitane. Il nuovo codice delle autonomie locali intende rimuovere tale stasi attraverso l'individuazione di un percorso normativo e organizzativo, che favorirà la effettiva nascita delle città metropolitane, la cui azione sarà caratterizzata, nel rapporto con gli altri enti territoriali, attraverso il rispetto del principio di leale collaborazione e sulla base di una ripartizione di compiti, che eviterà duplicazioni e favorirà una razionalizzazione nei costi di gestione.
A tale riguardo si segnala che il prossimo 8 marzo la Conferenza unificata, tenendo conto dei pareri, delle considerazione e degli emendamenti si riunirà per deliberare il proprio parere in ordine al citato disegno di legge, che subito dopo sarà trasmesso al Parlamento.
Si segnalano al riguardo alcuni punti qualificanti di questo disegno di legge.
Vi è previsto ad esempio che l'istituzione delle città metropolitane possa spettare alternativamente: 1) al comune capoluogo; 2) al 30 per 100 degli altri comuni della provincia o delle province interessate; 3) ad una o più province insieme ai comuni diversi dal comune capoluogo.
In questi ultimi due casi i comuni e le province che si attivano devono rappresentare almeno il 60 per 100 della popolazione interessata.
Sono necessari, comunque, il parere della regione ed un referendum, che deve coinvolgere la popolazione complessivamente interessata.
All'istituzione effettiva si dovrà procedere mediante decreti legislativi, previo parere del Consiglio di Stato, della Conferenza unificata e delle commissioni parlamentari competenti.
Per le città metropolitane il territorio coinciderà con quello di una o più province; in caso di non coincidenza occorrerà procedere ad una nuova delimitazione delle circoscrizioni provinciali interessate. L'area metropolitana si articolerà al suo interno in comuni e conseguentemente il comune capoluogo si articolerà in municipi.
Da ultimo, le città metropolitane saranno dotate di un proprio statuto, al fine di svolgere in forma appropriata le funzioni di gestione del territorio.
In conclusione c'è dunque una risposta positiva: è confermata l'inclusione, fra le istituende città metropolitane, dell'area comprendente la città di Bari e dei comuni della relativa provincia. Vorrei inoltre aggiungere, sempre in conclusione, che non posso non evidenziare che l'istituzione delle città metropolitane può essere un fattore propulsivo dello sviluppo in alcune realtà, in un paese, l'Italia, che vuole tornare a crescere, di cui anche il territorio di Bari, per il suo rilevante ruolo storico, culturale ed economico nel corridoio adriatico - ionico, sicuramente fa parte. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei, sottosegretario Colonnella.
L'onorevole Servodio ha facoltà di replicare.
GIUSEPPINA SERVODIO. Grazie, Presidente. Sono molto soddisfatta per le risposte ricevute dal Governo questa mattina. Peraltro già da qualche settimana, dalla lettura del disegno di legge presentato Pag. 7dal Governo sul codice delle autonomie abbiamo compreso questa grande operazione di innovazione dei modelli organizzativi degli enti locali al fine, come diceva il sottosegretario, di dare una spinta allo sviluppo del Mezzogiorno, che rappresenta uno dei temi centrali della politica di questo Parlamento e del Governo.
Nella nostra interrogazione (il sottosegretario lo ha anche sottolineato) noi abbiamo ribadito come l'area centrale della Puglia (nella quale non solo il capoluogo Bari, ma i comuni della provincia e, aggiungo, anche quelli di altre province che sono vicini a quest'area centrale, quali alcuni comuni della provincia di Taranto, di Brindisi, della nuova BAT, ma anche di Foggia e della stessa Lucania, della stessa Matera) possa svolgere un ruolo rispetto proprio ad un nuovo sviluppo, non solo dell'intera Puglia.
Infatti tale area, insieme a quella della città metropolitana di Napoli, potrebbe rappresentare nel Mezzogiorno un nuovo modello non solo di organizzazione e di collaborazione tra gli enti locali, ma anche e soprattutto rispetto allo sviluppo economico e a tutte le strategie commerciali di incontro e di incrocio con le culture e le economie della parte ionica, tirrenica e adriatica del Mediterraneo.
Penso che il Governo abbia dato su questo una risposta molto positiva, anche perché, lo ricordava il sottosegretario, questa grande conquista avvenne già nel 1990, con la legge n. 142: Bari era stata inserita in quella legge e anche nel successivo decreto n. 267 perché, pur essendo una città di 320 mila abitanti, ha un'area così vasta, che ha le caratteristiche proprie delle aree metropolitane, cioè di realtà economiche diverse, che si affacciano sul mare e sulle nostre famose Murgie, cioè nelle aree interne.
La città metropolitana - ha ragione il sottosegretario - non è una riorganizzazione dal punto di vista amministrativo, bensì un nuovo modello di sviluppo, che guarda ad economie anche diverse. Noi abbiamo realizzato una serie di convegni nella nostra Puglia anche con realtà europee. Sono fallite tutte le aree metropolitane, che avevano come oggetto sviluppi monoculturali. Oggi invece le città o aree metropolitane, perché di questo si tratta, devono guardare allo sviluppo integrato di vari settori. L'area centrale della Puglia ha al suo interno attività economiche come la pesca, il commercio, l'agricoltura, l'industria, la tecnologia; occorre quindi mettere insieme queste realtà economiche, produttive e di vocazione territoriale all'interno di un modello istituzionale, che vede - qui lo sottolineo e mi piace che anche il Governo lo abbia sottolineato - la parità di dignità tra i comuni. Infatti è giusto che la città di Bari si dispieghi in municipi, non può rimanere un Moloch, altrimenti i comuni che sono nell'hinterland non accetteranno mai di essere soffocati da una città che prevalga. Peraltro a Bari è già in atto il decentramento; sono state istituite diverse circoscrizioni, che dovremo trasformare in vere e proprie municipalità.
Apprezzo inoltre che nel disegno di legge via sia il riconoscimento della partecipazione nella scelta dei territori e soprattutto il fatto di non avere immaginato duplicazioni, perché è giusto che, laddove ci sia la città metropolitana, non ci sia la provincia, perché questa sarebbe una duplicazione. Signor sottosegretario, speriamo certamente di migliorare nel corso dell'iter parlamentare le funzioni di queste città metropolitane, perché oltre ad avere quelle della provincia, esse dovrebbero avere funzioni tali da essere di pari dignità anche rispetto a quelle dell'ente regione, cioè avere anche una capacità non solo di gestione e di programmazione dei servizi, ma anche di decisione quasi di rango legislativo, se non proprio di tale rango.
PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Servodio.
GIUSEPPINA SERVODIO. Sostengo questo perché le città metropolitane, diventando un luogo di incontro delle volontà dei territori, devono avere una pari dignità rispetto anche alla stessa regione.
Concludo, signor Presidente, confermando la piena soddisfazione e soprattutto Pag. 8ribadendo che noi parlamentari, non appena sarà presentato alle Camere il disegno di legge, ci impegneremo sul versante del miglioramento delle funzioni e della possibilità di approfondire il sistema elettorale previsto dal disegno di legge, che secondo noi forse dovrà essere rivisto, perché ci sembra che escluda la possibilità che tutti i territori siano rappresentati. Ad ogni modo si aprirà al riguardo un grande dibattito in Parlamento. Ringrazio il sottosegretario e tramite lui il ministro per averci offerto questa opportunità di ammodernamento delle nostre istituzioni locali.
(Gestione delle società Quadrilatero Spa - n. 3-00363 e n. 3-00685)
PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Bocci n. 3-00363 e Maderloni n. 3-00685, che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 3).
Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture, Luigi Giuseppe Meduri, ha facoltà di rispondere.
LUIGI GIUSEPPE MEDURI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture. La società Quadrilatero Spa è stata costituita dal precedente Governo nel giugno del 2003, con capitale di 2 milioni di euro, sottoscritto per il 51 per cento da ANAS e per il 49 per cento da Sviluppo Italia. Scopo della società è quello della realizzazione del progetto del cosiddetto Quadrilatero Umbria-Marche, inserito tra gli interventi della legge obiettivo.
L'intervento riguarda l'esecuzione del completamento delle due trasversali Ancona-Perugia e Civitavecchia-Foligno e del collegamento tra le stesse due trasversali.
Il progetto Quadrilatero nasce in sede territoriale, su iniziativa delle fondazioni Cassa di Risparmio di Macerata e Foligno, della Camera di commercio di Macerata e della provincia di Macerata che finanziarono un primo studio pilota relativo alla strada statale 77 per fornire una risposta concreta alle esigenze di sviluppo economico e produttivo delle regioni di riferimento. Successivamente, il progetto «Asse viario Marche-Umbria e Quadrilatero di penetrazione interna» è stato inserito tra gli interventi di preminente interesse nazionale della legge obiettivo e tra i cinque progetti pilota da realizzare mediante ricorso alla formula di cofinanziamento tra settore pubblico e settore privato.
Il progetto rappresenta infatti caratteristiche innovative, in quanto prevede non un semplice asse viario, ma un sistema di infrastrutture di diversa categoria (strade statali, strade regionali e strade provinciali), finalizzato a realizzare un sistema di interventi infrastrutturali nonché a promuovere ed attrarre nuovi investimenti tramite lo strumento del Piano di Area Vasta, con cui vengono identificate tutte le condizioni che possono partecipare finanziariamente alla realizzazione dell'intervento.
L'iniziativa Quadrilatero, quindi, unisce all'infrastrutturazione viaria la valorizzazione del territorio, utilizzando parte dei ricavati generati dalle infrastrutture sul territorio a favore dell'opera stessa, a beneficio della finanza pubblica. Tale carattere innovativo del modello Quadrilatero, che prevede la sinergia tra progettazione, realizzazione e acquisizione di risorse, ha suggerito la costituzione di un soggetto ad hoc, la Quadrilatero Marche-Umbria Spa, società pubblica di progetto, ai sensi dell'articolo 172 del decreto legislativo n. 163 del 2006 (Codice dei contratti pubblici), che persegue questa unica e specifica missione.
La Quadrilatero Marche-Umbria Spa nei 32 mesi dalla sua costituzione, oltre ad aver consentito la cantierizzazione e l'avvio delle opere viarie, ha dato inizio ad una prima fase del Piano di Area Vasta, a seguito dell'approvazione da parte del CIPE (delibera n. 101 del 2006) di una prima tranche di otto aree leader.
Fin dalla fase di avvio del progetto si sono manifestati elementi di criticità che trovano origine, da un lato, nella concreta possibilità di acquisire risorse private provenienti dal territorio, che non può prescindere Pag. 9dall'effettivo coinvolgimento di tutti gli enti locali interessati, dall'altro nel limite insito nel modello operativo prescelto in relazione alle funzioni istituzionalmente proprie degli enti territoriali. In particolare, l'aspetto evidenziato riveste notevole importanza, tenuto conto della necessità di restituire alle amministrazioni territoriali il ruolo di attori primari dei processi decisionali che coinvolgono le scelte pianificatorie e gestionali riferite agli ambiti territoriali di propria competenza.
Su indicazione dell'organo politico, l'ANAS ha pertanto avviato il procedimento istruttorio per la verifica della situazione societaria di Quadrilatero Spa ai fini della acquisizione da parte della stessa ANAS del pacchetto azionario della società medesima, con l'obiettivo di salvaguardare le priorità infrastrutturali per la regione Marche e di rendere pertanto funzionale lo scopo della società rispetto alle infrastrutture di cui necessita la regione.
In data 22 dicembre 2006, ANAS ha pertanto rilevato la quota detenuta da Sviluppo Italia Spa ed ha avviato contatti con gli enti locali che hanno manifestato interesse per un loro rapido ingresso nella compagine azionaria della stessa società. Da ultimo, il consiglio di amministrazione della società Quadrilatero, al fine di agevolare l'ingresso nella compagine sociale degli enti territoriali interessati, ha dato attuazione ad una prima tranche di aumento del capitale sociale per un importo pari ad 8 milioni di euro. Tale aumento è stato sottoscritto per 5 milioni di euro da ANAS Spa, mentre per la restante parte la società Quadrilatero Marche-Umbria Spa ha formulato offerte di sottoscrizione in linea con l'interesse già manifestato alla regione Marche, alla regione Umbria, alla provincia di Macerata e dalla Camera di commercio di Macerata, invitando peraltro le regioni a coinvolgere altri enti locali eventualmente interessati a partecipare all'iniziativa.
A seguito di ciò, sono pervenute adesioni da parte della regione Marche, che ha sottoscritto un milione di azioni, e da parte di Sviluppumbria Spa, società interamente partecipata dalla regione Umbria, che ha sottoscritto 700 mila azioni.
Per quanto riguarda i costi sostenuti dalla società Quadrilatero per la le progettazioni, si rappresenta che ANAS ha ceduto alla Quadrilatero Marche-Umbria Spa, nell'ambito delle prestazioni accessorie ex articolo 2345 del codice civile, regolate da apposita convenzione, le progettazioni preliminari e definitive di interventi viari di interesse nazionale per complessivi 120 chilometri, comprendenti anche strade di categoria B (due corsie per senso di marcia), per un totale di 7,1 milioni di euro. L'incidenza costi/opere progettate per la Quadrilatero risulta pari allo 0,78 riferita al valore dell'acquisizione da parte della società di tutti i progetti stradali, alla redazione del progetto PAV, alla costituzione e all'avvio della società, al compimento dell'iter autorizzativo e approvativo presso il CIPE, al completamento del quadro giuridico, all'espletamento delle procedure delle gare per l'affidamento al Contraente generale dei maxi lotti stradali.
Gli studi di fattibilità delle opere sono stati finanziati da ANAS e dalle diverse istituzioni ed amministrazioni presenti sul territorio ed interessate al progetto Quadrilatero e precisamente: per l'asse strada statale n. 77 del tratto Pontelatrave-Colfiorito-Foligno da ANAS (compartimenti di Ancona e Perugia); per la Pedemontana delle Marche, già in fase di redazione del progetto preliminare, dalla regione Marche; per le tratte di interesse provinciale (intervallive di Macerata e Tolentino - San Severino, strada statale n. 78 tratto Sforzacosta-Sarnano), dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata.
L'ANAS, in attuazione della delibera CIPE n. 93 del 2002, in attesa della costituzione del soggetto attuatore unico (Quadrilatero), ha potuto, una volta verificate le suddette ipotesi di fattibilità, emettere i bandi di gara: per la strada statale n. 77, per le attività di supporto alla progettazione; per la strada statale n. 78 e le intervallive per la progettazione preliminare.Pag. 10
Per quanto riguarda i costi degli organi sociali si rappresentano qui di seguito i relativi emolumenti. All'amministratore delegato spettano 8 mila euro annui lordi. Per quanto riguarda il consiglio di amministrazione: il presidente percepisce 10 mila euro annui lordi, il vicepresidente 6 mila euro annui lordi, i consiglieri 5 mila euro annui lordi ciascuno. Per quanto concerne il collegio sindacale: al presidente spettano 7,5 mila euro annui lordi, ai membri 6 mila euro annui lordi ciascuno, per un importo totale pari a 63.500 euro annui lordi.
Si forniscono, infine, alcune precisazioni riguardo alle consulenze attivate dalla società Quadrilatero. Sono stati sostenuti, nel corso degli anni 2003, 2004 e 2005, per la costituzione della società e lo start-up, costi per circa 1,8 milioni di euro. Per le consulenze professionali fornite alla società Quadrilatero Marte-Umbria Spa nell'arco degli anni 2001-2003 (data di costituzione della società) i costi sono stati sostenuti dai soci fino al giugno 2003.
Gli onorari applicati per le consulenze legali, a carico di Quadrilatero Spa, sono stati calcolati in base ai minimi tariffari e ritenuti congrui dai soci.
La questione - si assicurano gli onorevoli interroganti - è costantemente seguita dal Ministero delle infrastrutture e si garantisce l'interesse del Governo per la prosecuzione e il completamento di questa importante infrastruttura essenziale per sviluppo delle regioni interessate. L'opera è stata, infatti, confermata nel documento «infrastrutture prioritarie» redatto a seguito degli incontri tenutisi con tutte le regioni italiane e presentato dal Ministero delle infrastrutture lo scorso 16 novembre ed in costante aggiornamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Bocci ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00363.
GIANPIERO BOCCI. Presidente, ringrazio il Governo per la risposta che è soddisfacente e onesta perché contiene alcune verità, che del resto erano state già ampiamente diffuse da importanti organi di stampa nazionali, e anche alcuni segnali di cambiamento rispetto al passato.
Si voleva in effetti capire l'orientamento del Governo non soltanto rispetto alle cose avvenute in questi anni, non del tutto positive, e che vengono confermate dall'intervento del rappresentante del Governo, ma anche rispetto ad un cambiamento sostanziale nei modi e nelle forme attraverso cui realizzare una delle opere più importanti dell'Italia centrale.
Per questo ringrazio il Governo che ribadisce l'essenzialità dell'opera, determinante per lo sviluppo di due regioni dell'Italia centrale, ma soprattutto perché, rispetto al passato, stabilisce che finalmente gli attori locali sono e saranno i protagonisti delle varie opere che verranno realizzate.
Da parte del Governo vi è uno sforzo, che emerge in maniera significativa dalla relazione del rappresentante dell'Esecutivo, a rimettere le cose a posto, a ridare ordine, a cercare di fare chiarezza, facendo in modo che in questo paese ognuno faccia il proprio mestiere e abbia le proprie responsabilità.
Apprezziamo la decisione di aumentare il capitale sociale, così come ci è stato ricordato, per un importo di 8 milioni di euro, aumento che vedrà per cinque milioni di euro impegnata l'ANAS che entra finalmente da protagonista nella società Quadrilatero dell'Umbria e delle Marche, e notiamo che tale offerta di sottoscrizione viene accettata dalle stesse due regioni.
Si tratta di notizie importanti per il futuro delle opere riguardanti tale iniziativa, poiché finalmente si fa chiarezza, quella chiarezza che attraverso l'interrogazione abbiamo cercato di sollecitare, rispetto anche ad alcune consulenze che vengono confermate e che sono costate qualche milione di euro, non soltanto quelle riconosciute negli anni 2003, 2004 e 2005, per cui si parla di consulenze certe per un milione e 800 mila euro, ma anche di quelle professionali fornite negli anni 2001 e 2002, che il Governo sostiene essere state pagate dai soci del società Quadrilatero, ma che sostanzialmente sono state pagate dai cittadini italiani.Pag. 11
È ora di dire che in questo paese vi è stato uno sproporzionato e non corretto uso di consulenze esterne, che ha mortificato allo stesso tempo professionalità che erano nella stessa ANAS e nelle grandi pubbliche amministrazioni, che potevano benissimo essere utilizzate, non pagando invece le centinaia e centinaia di milioni di euro che, alla fine, sono stati presi dalle tasche dei cittadini e che non hanno dato un contributo determinante alla leggerezza del percorso seguito e, soprattutto, ai costi complessivi finali dell'opera stessa.
Speriamo che quello attuale sia finalmente un Governo che dia legalità, trasparenza e rigore nell'uso delle risorse pubbliche, un Governo che, soprattutto, nelle infrastrutture cerchi di continuare lungo la strada già avviata.
Abbiamo sempre detto che negli anni del Governo del centrodestra più che di cantieri si sono viste tante illusioni. Venivano garantite tante opere nel paese: abbiamo constatato che alla fine non solo non vi sono le opere ma nemmeno i finanziamenti per farle.
Con l'ultima legge finanziaria si compie uno sforzo notevole per migliorare le infrastrutture del paese e noi diciamo che, a fianco dell'aumento di risorse, occorre anche rigore e serietà nell'affidare gli incarichi, nel realizzare i lavori e nel portarli a compimento.
Per questo motivo intendo ringraziare il Governo che ci ha garantito che la società Quadrilatero e le opere dell'Umbria e delle Marche saranno portate a completamento nel rispetto dei tempi e delle indicazioni date dagli enti locali e dalle regioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Maderloni ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00685.
CLAUDIO MADERLONI. Signor sottosegretario, sono soddisfatto perché lei ha tracciato una linea e manifestato una volontà atte a modificare completamente quanto fin qui attuato in relazione alla società Quadrilatero. Credo, però, che sia necessario andare fino in fondo, visto che l'interrogazione da me presentata richiamava atti e momenti precisi della vita della stessa società. Una società diversa dal progetto Quadrilatero, una società che ha fatto campagna elettorale: non a caso a questa interrogazione ho allegato foto di cantieri aperti inviatemi dalla provincia di Macerata, inaugurati alla presenza di sottosegretari come Baldassarri e poi rigorosamente chiusi. Non abbiamo voluto allegare altre iniziative assunte dalla società Quadrilatero sempre in campagna elettorale per dimostrare la validità del proprio progetto; si trattava di convegni a cui, guarda caso, hanno partecipato soltanto i sottosegretari e nessun deputato delle regioni Marche ed Umbria. Convegni, ad esempio, come quello fatto a Jesi, dove avrebbero potuto partecipare deputati come l'onorevole Duca, che si è sempre interessato della questione, e che invece è stato emarginato dalla società Quadrilatero.
Abbiamo un brutto ricordo del passato riguardante la ricostruzione e ancora oggi il suo Ministero, caro sottosegretario, malgrado due leggi, sta pagando milioni e milioni di euro al signor Longarini e non vorremmo trovarci fra un po' di tempo, qualora noi non riuscissimo a capire cosa è accaduto, nella stessa situazione. Posso anche essere soddisfatto della volontà del Governo, ma noi delle Marche saremo veramente soddisfatti soltanto se andremo in fondo alla questione.
Vede, della vicenda Quadrilatero, oltre a noi, se ne è occupata la stampa regionale e nazionale, tra le altre anche una giornalista poi candidata dall'Italia dei Valori. Questa struttura costosa è stata denunciata dal ministro Visco, che la definì una truffa scandalosa, dal ministro Bersani, che la definì uno scandalo da cancellare con urgenza, e dal ministro Di Pietro, che la definì una scatola che non si sarebbe mai dovuta inventare e che sarebbe necessario cancellare al più presto.
Capisco tutti gli sforzi, ma non si può sostenere che le aree leader rappresentano la mano santa per risolvere tutte le questioni, perché io vorrei sapere chi ha deciso quali debbano essere queste aree Pag. 12leader e vorrei che il Ministero intervenisse per capire a chi appartengono quelle aree. Una società nata per fare le strade non può pensare di creare una nuova fiera a 40 chilometri da quella già esistente, di costruire l'interporto in concorrenza con quello di Fabriano, distante sempre poche decine di chilometri, o, addirittura, realizzare un centro di bellezza a Macerata, perché ha un'altra natura. Non è possibile che questo accada.
Siamo perciò contenti che l'ANAS abbia finalmente preso in mano la situazione; speriamo però che il Ministero faccia luce sulla vicenda.
(Tempi di realizzazione dello svincolo autostradale di Alì Terme - n. 3-00410)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture, Luigi Giuseppe Meduri, ha facoltà di rispondere all'interrogazione D'Alia n. 3-00410 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 4).
LUIGI GIUSEPPE MEDURI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture. Signor Presidente, in risposta al quesito posto l'ANAS comunica che i lavori per la progettazione definitiva e l'indagine archeologica per lo svincolo di Alì Terme lungo l'autostrada Messina-Catania sono stati aggiudicati. Si è in attesa del parere di valutazione di impatto ambientale da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nei confronti del quale il Consorzio per le autostrade siciliane ha versato il 22 maggio 2006 lo 0,5 per mille del valore dell'opera da realizzare, così come previsto dalla vigente normativa in materia di VIA.
Nel confermare, quindi, l'impegno assunto dall'ANAS per la prosecuzione delle procedure in corso, si intende ricordare l'attività profusa dal Governo e dal Ministero delle infrastrutture per il sud e, in particolare, per la Sicilia, cui sono rivolti tutti i possibili sforzi, anche finanziari, sempre in strettissima collaborazione con tutti gli enti locali.
PRESIDENTE. L'onorevole D'Alia ha facoltà di replicare.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, mi dichiaro parzialmente soddisfatto, nel senso che abbiamo contezza dell'attività di sollecitazione che il Governo compie nei confronti dell'ANAS e che conduce a fare un passo avanti nella procedura per la progettazione e la realizzazione di quest'opera.
Vorrei cogliere l'occasione, tuttavia, per sottolineare sia al sottosegretario di Stato Meduri, sia al Governo che, in questo caso, si tratta di un'opera che non riveste un interesse meramente comunale, ma risulta essere strategica, poiché riguarda venti comuni della provincia di Messina, diciannove città della zona ionica e lo stessa comune di Messina.
Ciò perché lo svincolo in questione servirebbe non solo un bacino d'utenza di circa 40 mila abitanti, gravitanti nella zona dei 19 comuni vicini ad Alì Terme, ma anche circa il 40 per cento della popolazione della città di Messina, posto che l'opera consentirebbe di alleggerire il traffico dei mezzi, sia pesanti sia leggeri, nello stesso capoluogo di provincia.
Ricordo che è un'opera strategica, concepita da tempo; purtroppo, come avviene in numerosi casi, la lentezza nella definizione di tali interventi mette a rischio anche la possibilità di garantire la copertura finanziaria degli stessi. Vorrei segnalare che in questo caso ci troviamo di fronte ad un intervento che dispone di una copertura finanziaria quasi integrale; se non ricordo male, tale copertura sarebbe contemplata nell'ambito dell'accordo di programma quadro stipulato tra lo Stato e la regione siciliana.
Quindi, nel dichiararmi parzialmente soddisfatto della risposta del signor sottosegretario, grazie alla sensibilità dimostrata, desidererei che il Governo mantenesse alta l'attenzione su tale vicenda, poiché non sempre l'ANAS - anzi, per la verità quasi mai - ha dimostrato pari sensibilità rispetto agli interventi strategici da realizzare nella regione siciliana, salvo che si trattasse di interventi di considerevoli Pag. 13dimensioni e che comportassero notevoli sforzi finanziari.
Ciò non è corretto, poiché ritengo più giusto concentrarsi su opere che magari prevedano un impegno finanziario non considerevole, ma comunque servano a rendere maggiormente integrato il sistema dei trasporti nella regione siciliana, in particolar modo nella provincia di Messina.
(Iniziative per il completamento della strada statale 16 Adriatica - n. 3-00442)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture, Luigi Giuseppe Meduri, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Acerbo n. 3-00442 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 5).
LUIGI GIUSEPPE MEDURI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture. Signor Presidente, in risposta al quesito posto, si ricorda che la variante di collegamento tra Montesilvano e Silvi Marina primo lotto, Montesilvano-Città Sant'Angelo, a seguito degli incontri tenutisi tra il Ministero delle infrastrutture e gli enti locali abruzzesi, è stata inserita nel documento delle infrastrutture prioritarie presentato dal Governo lo scorso 16 novembre 2006 e di recente aggiornato.
Nello specifico, la variante della strada statale 16 (circonvallazione di Pescara) attualmente in esercizio termina a sud dell'abitato di Montesilvano, in località Santa Filomena. Con la realizzazione del proseguimento fino all'abitato di Silvi Marina si risolverebbe il problema della viabilità congestionata nell'area metropolitana pescarese.
Un primo tratto, già cantierizzato e per lo più completato, termina a ridosso del centro urbano di Montesilvano e si allaccia alla viabilità locale sulla strada statale 16-bis. Nello specifico, l'ANAS Spa informa che l'avanzamento dei lavori è attualmente pari al 95 per cento e che l'ultimazione è prevista entro il primo semestre dell'anno in corso.
La provincia di Pescara si è attivata da tempo per la realizzazione del prolungamento della variante della statale 16 fino a Silvi Marina ed ha predisposto, ai fini dell'inserimento dell'intervento nei programmi di finanziamento ANAS, un progetto preliminare, nel quale è stimata una spesa complessiva di 374 milioni di euro.
Le fasi attuative dell'intervento sono articolate per lotti funzionali. Primo lotto: Montesilvano (strada statale 16-bis) - Svincolo di Città Sant'Angelo; secondo lotto: svincolo di Città Sant'Angelo - svincolo di Silvi Marina sud; terzo lotto: svincolo di Silvi Marina sud - svincolo di Silvi Marina nord.
Il costo del primo lotto è di 78 milioni di euro. La provincia di Pescara ha proposto di realizzare una delle due carreggiate previste in progetto limitando il costo a 40 milioni di euro.
Per concorrere al finanziamento dei predetti interventi, il CIPE ha assegnato 15,83 milioni di euro. Nel contratto di programma ANAS 2003-2005 (area di inseribilità) è inoltre prevista una somma di 120 milioni di euro per la costruzione della variante agli abitati di Montesilvano e Città Sant'Angelo, - primo lotto bis.
Per quanto riguarda il completamento della statale adriatica, il relativo intervento - assicura l'ANAS - sarà inserito nella bozza di programma che la società sta elaborando in questi giorni.
PRESIDENTE. L'onorevole Acerbo ha facoltà di replicare.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente, ritengo di poter affermare di essere soddisfatto perché è stato chiarito un punto che aveva creato non poco sconcerto nell'opinione pubblica abruzzese e, soprattutto, tra gli amministratori della provincia di Pescara. Infatti, le prime notizie relative all'elenco di priorità, anche visionando il sito Internet del Ministero, non contenevano la menzione dell'opera in oggetto, della quale ribadisco il carattere essenziale. Si tratta dell'area più densamente popolata dell'Abruzzo, sulla quale ricade un carico di traffico pesante e un Pag. 14inquinamento ormai da troppo tempo insostenibile.
Quella che era la strada statale oramai è divenuta parte del tessuto urbano di più comuni, i quali, tra l'altro, costituiscono un'unica grande conurbazione, con decine e decine di migliaia di automobili che ogni giorno attraversano questo territorio. La stessa variante fin qui realizzata al momento si conclude in località Santa Filomena, vale a dire all'interno dell'area urbana, creando ulteriori problemi di congestione. Credo che, se una qualsiasi troupe televisiva si collocasse sul posto a riprendere lo stato dell'arte al momento, porterebbe a conoscenza dell'opinione pubblica come riusciamo a rendere difficile la vita ai nostri concittadini quando, per lentezze burocratiche o per la priorità attribuita ad opere pubbliche a volte inutili, ritardiamo la realizzazione di opere che registrano il più ampio consenso da parte dei cittadini, delle amministrazioni e dei territori.
Nel nostro paese sono previste tante opere pubbliche, che sono fortemente contrastate e presentano tantissime criticità, mentre l'opera in oggetto registra un consenso unanime da parte dell'opinione pubblica locale e degli enti locali e rappresenta una delle emergenze della vita quotidiana dei nostri cittadini da risolvere al più presto.
Al tempo stesso, devo dire che data l'importanza dell'opera di cui parliamo, che, a mio parere, anche la regione avrebbe dovuto mettere in cima alle priorità presentate al Governo - infatti, il corridoio adriatico presenta una problematica e una criticità tali da condizionare la vita di centinaia di migliaia di nostri cittadini -, le somme di cui ho sentito parlare al momento non sembrano garantire il completamento dell'opera.
Quindi, invito il Governo ad un'iniziativa forte, affinché questo risultato si possa ottenere in tempi brevi e certi, proprio perché si tratta di un'opera sulla quale il consenso è totale e il bisogno del territorio è davvero urgente.
Pertanto, come parlamentari abruzzesi, ci attendiamo dal Governo un supplemento d'impegno nell'individuare risorse per risolvere una problematica che, ormai, è diventata storica e che nel passato recente è stata anche al centro di grandi mobilitazioni da parte della cittadinanza (in particolare, a causa dei problemi alla sicurezza e degli incidenti derivanti dalla situazione esistente).
Giungere ad una positiva, complessiva soluzione della questione descritta, che costituisce un grande problema infrastrutturale dei territori a cavallo tra la provincia di Pescara e Teramo, significherebbe dare un segnale positivo agli abitanti di tutto il territorio.
Quindi, mi auguro, nelle prossime settimane, di ricevere qualche ulteriore buona notizia da parte del Governo.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14 con il seguito dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di missioni internazionali.
La seduta, sospesa alle 11,20, è ripresa alle 14.