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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative per limitare l'uso dei telefoni cellulari durante l'orario scolastico - n. 3-00724)
PRESIDENTE. Il deputato Poletti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bonelli n. 3-00724 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9), di cui è cofirmatario.
ROBERTO POLETTI. Signor Presidente, signor ministro, il tema è più o meno legato alle questioni affrontate nell'intervento della collega che mi ha preceduto, anche se mi sento in dovere di sottolineare che non penso che gli insegnanti che si fanno palpeggiare siano di destra o di sinistra.
Esiste, invece, un problema relativo all'uso dei telefonini a scuola. Quindi, al di là del folklore, proverò anch'io a fornire qualche numero. Circa il 90 per cento dei ragazzi italiani tra i 14 e i 19 anni possiede, infatti, un cellulare, come il 50 per cento dei giovani tra gli 8 e i 13 anni. Ciò nonostante la legge vieti ai minorenni di essere intestatari di un'utenza telefonica.
Con una proposta di legge, da me presentata insieme al capogruppo Bonelli e sottoscritta da tutti i componenti del gruppo dei Verdi, intendiamo vietare l'uso dei telefonini a scuola. Infatti, se si gioca con il telefonino non si sta attenti alle lezioni e inoltre vi sono i rischi relativi alla salute e al bullismo. Un'altra proposta di legge presentata dalla collega Sasso - lo ricordo per correttezza - va nella stessa direzione.
Pertanto, in attesa dell'approvazione di queste proposte di legge, chiedo al Governo se non intenda emanare una circolare che vieti l'uso dei telefoni cellulari a scuola.
PRESIDENTE. Il ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, l'uso del telefonino durante l'espletamento delle attività didattiche e di laboratorio all'interno della scuola non solo è elemento di distrazione, ma non consente il mantenimento degli impegni che gli studenti si sono assunti e che sono regolamentati dallo statuto delle studentesse e degli studenti esistente nel nostro paese.
Perché si possa vietare l'accesso del telefono cellulare all'interno delle nostre istituzioni scolastiche è necessaria, a mio avviso, l'approvazione da parte del Parlamento di uno specifico progetto di legge.Pag. 62
In questi giorni, la Commissione legalità, che abbiamo istituito, terminerà i propri lavori per consentirmi di emanare indicazioni alle istituzioni scolastiche italiane affinché l'uso del telefonino nelle ore di studio all'interno delle scuole non sia consentito.
Vale anche la pena di ricordare un altro aspetto che ritengo importante e che è stato già oggetto di discussione: al di là del non utilizzo del telefonino durante le ore di lezione, dobbiamo interrogarci sulle motivazioni per le quali i nostri ragazzi filmano qualunque episodio e qualunque gesto.
Ritengo che questa possa essere anche l'occasione per rivolgere alla RAI e a Mediaset - come ho più volte fatto in questi giorni - un appello significativo affinché la cultura del reality, che induce i nostri giovani a cercare di essere protagonisti a qualunque costo, indipendentemente dall'azione che consente loro di esserlo, possa concorrere ad un processo di condivisione con la scuola e con la famiglia di un modello educativo che allontani la violenza e gli elementi di distrazione, non lasciando sola la scuola nel perseguire un modello educativo che spesso, oltre a non essere condiviso dalla famiglia, si scontra sicuramente nella televisione, nella rete e nei videogiochi con ulteriori elementi di distrazione che non consentono il perseguimento dell'obiettivo di educare e di far crescere i nostri ragazzi come persone e cittadini futuri.
Quindi, mi auguro, già prima della conclusione di questa settimana, di poter fornire le indicazioni giuste per garantire che lo svolgimento dell'azione didattica non subisca elementi di distrazione né a causa dei telefonini né per altro.
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di replicare.
ANGELO BONELLI. Signor ministro, la ringrazio innanzitutto per la puntualità e la precisione con la quale ci ha fornito questa risposta. L'ultimo passaggio del suo intervento è molto importante perché attiene anche alla sensibilità della politica e al suo modo di farla: noi dobbiamo interrogarci su ciò che accade dal punto di vista dei mutamenti sociali e culturali dei nostri ragazzi.
Pertanto, è bene che nel Governo - e in particolare nel dicastero da lei presieduto - vi sia la massima attenzione. Il gruppo dei Verdi, signor ministro, ha presentato una proposta di legge in materia perché non intende avviare un'azione repressiva né di altro tipo; piuttosto, noi crediamo che le aule della nostra Repubblica debbano tornare il luogo in cui vi sia la riflessione, la formazione e lo studio. Contestualmente, occorre anche interrogarsi su ciò che sta accadendo ai nostri giovani. Pertanto, accogliamo con favore l'iniziativa che lei sta portando avanti. Ovviamente, essa non entra in rotta di collisione con il progetto di legge che abbiamo presentato, ma da parte nostra c'è anche la disponibilità a riconsiderare ciò che abbiamo scritto in quel testo, qualora l'iniziativa del Ministero della pubblica istruzione possa essere esaustiva per dare una risposta.
Del resto, conveniamo con lei, signor ministro, riguardo ai reality e a quello che sta accadendo in questi giorni, come «vallettopoli» e quant'altro. Si tratta di una degenerazione e di un degrado morale su cui sia il servizio pubblico, sia anche Mediaset dovrebbero cominciare ad interrogarsi al fine di «interdire» - lo dico tra virgolette - la presenza di certi soggetti nei programmi di intrattenimento televisivo. Quindi, volevo ringraziarla perché siamo soddisfatti della risposta che ci ha testé fornito (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e L'Ulivo).