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TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO DOMENICO DI VIRGILIO IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DELLE MOZIONI SULLE INIZIATIVE PER CONTRASTARE IL FENOMENO DELLE COSIDDETTE «STRAGI DEL SABATO SERA»
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, purtroppo sempre più spesso ormai leggiamo sulle prime pagine dei quotidiani la notizia di qualche giovane vita stroncata in un incidente automobilistico; negli ultimi fine settimana abbiamo assistito a veri e propri bollettini di guerra, le cui vittime sono anche giovanissimi.
Per la maggior parte si tratta di ragazzi di ritorno da una nottata trascorsa in un locale, che hanno bevuto un bicchiere di troppo e che, anche a causa dell'elevata velocità, muoiono coinvolgendo altre persone.
Dai dati Istat apprendiamo che il 44,3 per cento degli incidenti notturni settimanali accadono proprio nelle notti del venerdì e, soprattutto, del sabato, con un elevato indice di mortalità. Nella fascia oraria che va dalle 22 alle 6 del mattino nel 2005 si sono verificati 35.098 incidenti stradali, pari al 15,6 per cento del totale, che hanno causato il decesso di 1.529 persone, pari al 28,1 per cento del totale, e il ferimento di 54.873 persone, pari al 17,5 per cento del numero complessivo di quanti sono dovuti ricorrere al pronto soccorso.
Negli ultimi dieci anni, circa ottomila giovani, in età compresa tra i 18 e i 30 anni, sono morti in incidenti stradali mentre decine di migliaia hanno subito lesioni permanenti. Soltanto nell'ultimo fine settimana di febbraio 2007 ci sono state 24 vittime, 42 morti nel primo fine settimana di marzo, 29 morti nel fine settimana dal 10 al 12 marzo. Sfortunatamente anche lo scorso fine settimana ha fatto registrare alcuni decessi per incidenti stradali.
La notte del sabato è l'intervallo temporale in cui più di frequente succedono gli incidenti. Infatti è proprio in questa serata che i giovani, liberi da impegni di lavoro o di studio, si consacrano al divertimento «a tutti i costi», dimenticando a volte il senso di responsabilità civile e assumendo comportamenti che determinano un allentamento dei freni inibitori fino spesso all'incoscienza.
Ma l'incoscienza di un attimo può portare a conseguenze mortali o, in caso di sopravvivenza, a deficit cognitivi e motori talmente gravi da impedire loro di condurre un'esistenza soddisfacente.
Si sono approntate in questi ultimi anni molte misure per contenere il fenomeno. Purtroppo i risultati non sono sempre stati incoraggianti. Tuttavia molte delle misure proposte - limiti di velocità, chiusura anticipata dei locali, patente a punti - sono necessarie ed è importante proseguire con determinazione in questa direzione, forse anche adottando misure repressive, perché chi viola il codice della strada, chi guida in modo pericoloso o in cattive condizioni psicofisiche va punito dal momento che mette in pericolo non soltanto la propria vita ma anche la vita delle altre persone.
Questo stato di emergenza, a mio parere, è causato anche dall'atmosfera di eccessivo permissivismo che pervade la società contemporanea, sintomo troppo spesso di disinteresse e lassismo. La società deve, a mio avviso, tutelare i diritti di tutti, ma nel contempo richiamare ognuno ai propri doveri e alle proprie responsabilità. Abbiamo tutti il dovere di proteggere e nel contempo di proteggerci.
Nel disegno di legge sulla sicurezza stradale del ministro dei trasporti Bianchi, approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, è stato inserito un codice di autoregolamentazione firmato dai ministri dell'interno Giuliano Amato e delle politiche giovanili Giovanna Melandri. Si tratta di un patto tra istituzioni, gestori di locali da ballo e produttori di alcolici contro le stragi del sabato sera. Tra gli obiettivi di questo codice vi sono: educare i ragazzi a non mettersi alla guida dopo aver bevuto; promuovere misure restrittive sulla vendita e somministrazione di alcolici; prevedere l'individuazione di un «guidatore designato», quello cioè che si impegna a non bere alcolici, al quale i gestori dei locali daranno solo bevande analcoliche; favorire l'uso di alcool-test e la formazione dei gestori e di chi lavora nei locali sul tema dell'abuso di alcool.Pag. 50
Sono provvedimenti che aggiunti agli altri già in vigore vanno nel senso che tutti auspichiamo, ma certamente non sufficienti ad incidere sensibilmente su questo grave fenomeno.
Bisogna anche intervenire con la predisposizione di controlli maggiori sul traffico, soprattutto in prossimità dei locali notturni, e con l'incremento del numero di autovelox per la rilevazione della velocità, stabilendo più ridotti limiti di velocità proprio nella fascia oraria più a rischio che va dalle ore 22 del sabato alle ore 6 della domenica mattina.
Le cause che portano a questi dolorosi eventi sono molteplici, a cominciare dalle pessime condizioni delle nostre strade, prive di segnaletica adeguata in alcuni tratti pericolosi, l'eccessiva velocità delle autovetture che dovrebbero avere tutte in dotazione di serie quei dispositivi di sicurezza come air-bag, sistemi di frenatura ABS, computer di bordo, eccetera.
Sarebbe fondamentale inoltre l'educazione stradale insegnata in maniera più intensiva già dalla scuola dell'obbligo o anche prima e la diffusione di specifiche campagne di sensibilizzazione sui gravi rischi derivanti da un utilizzo irresponsabile delle automobili soprattutto durante il fine settimane; infatti i giovani nel fine settimana amano spostarsi da un locale all'altro e ciò può incrementare il rischio di incidente.
Dobbiamo però anche domandarci per quale motivo un giovane per divertirsi sente il bisogno di abusare con 1'alcool e di assumere droghe più o meno pesanti.
E pensare che il ministro della salute senatore Livia Turco nel decreto, sospeso venerdì dal TAR del Lazio, innalzava la dose di cannabis permessa per uso personale da 500 a 1000 milligrammi, come se fosse acqua minerale.
Sappiamo tutti che anche la cannabis, per non parlare delle droghe più pesanti come eroina e cocaina, è nociva per la salute. È notizia di oggi che 1'Independent, autorevole quotidiano britannico, che anni fa guidò la campagna perché la cannabis fosse depenalizzata, oggi si pente lanciando l'allarme per gli effetti disastrosi che questa sostanza provoca all'organismo umano e alla psiche.
Senza dubbio il problema sostanziale di questa emergenza è anche di ordine psicologico, sociale e culturale.
La nostra epoca vive nel segno della velocità, dell'efficienza, della competizione e del consumo, e viviamo in un periodo di perdita di quei valori umani e umanitari che dovrebbero essere fondamento della vita di ogni individuo.
Molti giovani sembrano rapiti da una pulsione di morte, da un disperato autolesionismo. La cultura in cui sono immersi è concentrata più sugli oggetti che sulle persone; produce alienazione, mancanza di significato, disorientamento. La famiglia e le altre istituzioni tradizionali sono in crisi, c'è incertezza per il futuro e quindi allontanamento dalle proprie responsabilità. Anche i legami sociali sono sempre più spesso messi in discussione, la comunicazione appare superficiale, malgrado il diffondersi di nuove opportunità, quali l'e-mail e il telefonino; ma è chiaro che invece in molti giovani alberga una profonda solitudine che può portare all'abuso di alcool e all'assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti. Infatti molti ragazzi cercano lo stordimento per vincere le angosce o il vuoto interiore: l'alcool, le droghe, la musica ad alto volume.
Purtroppo di frequente riscontriamo che, in caso di grave incidente, chi guida ha spesso abusato di alcool anche con assunzione di sostanze tossiche.
Non è certo il caso di generalizzare o di fare dell'inutile moralismo, ma è certamente il caso di agire per una inversione di questa tendenza di morte, per la quale non possediamo una soluzione certa. È tuttavia altrettanto vero che vi è la necessità di restituire un senso all'esistenza di ognuno di noi, in modo tale che l'individuo riprenda possesso di quel senso di responsabilità dovuto per sé e per gli altri.