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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2340-A)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, mi trovo in perfetto accordo con molti colleghi che hanno trattato l'argomento questa mattina e, in particolar modo, con i colleghi del gruppo di Forza Italia.
Certamente il problema della violenza negli stadi ha dato vita a fiumi e fiumi di letteratura sull'argomento. Si invoca da più parti un adeguamento strutturale degli stadi. Molti, però, dimenticano che la gran parte dei fenomeni di violenza, come ha sempre detto l'onorevole Pescante, avviene fuori dagli stadi, negli spazi adiacenti alla vera e propria struttura sportiva.
Si è anche richiamata la necessità di una prevenzione adeguata, attraverso provvedimenti legislativi e una precisa strategia delle Forze di polizia oltre a un impegno delle società molto più fattivo e collaborativo. Mi piace richiamare un'immagine nota ai tifosi di tutto il mondo: lo stadio Bernabeu a Madrid, dove quasi centomila spettatori assistono, anche con una grande partecipazione emotiva, alle partite del Real Madrid e sono separati dal terreno erboso soltanto da una transenna quasi invisibile. Pensando a quanto accade in Italia, ci sentiamo l'amaro in bocca!
Desidero pertanto avanzare una proposta un po' dissacratoria rispetto alle altre. Traggo lo spunto da una mia interrogazione sui fatti di Catania che, come tante altre, non ha ricevuto alcuna risposta dal Governo: «Sette ultrà maggiorenni, arrestati anche a seguito di inoppugnabili riscontri forniti dalle riprese televisive, sono stati scarcerati dal tribunale del riesame di Catania. Pare che alla base della decisione ci sia la valutazione sull'assenza di precedenti penali e di pericolo di inquinamento delle prove. Il provvedimento è in evidente contrasto con quanto stabilito dal Tribunale del riesame per i minorenni che, qualche giorno fa, ha confermato la scarcerazione, per cinque dei sette fermati minorenni, fra i quali figura altresì il giovanissimo accusato di aver materialmente ucciso l'ispettore Raciti».
Riporto le frasi del procuratore Papa, che la dicono tutta sulla insofferenza anche di autorevoli settori della magistratura rispetto a questo tipo di sentenze. Ebbene, il procuratore Papa, con parole perfettamente condivisibili, afferma testualmente: Pag. 21«In Gran Bretagna la pena è di sei mesi e chi entra in cella non esce; qui è di 5 anni, ma dopo 15 giorni gli ultrà sono già liberi». Peccato che a Catania siano diventati liberi, pur essendoci stata l'uccisione dell'ispettore Raciti, dopo soli pochissimi giorni.
Allora, signor Presidente, credo che sia giusto un adeguamento degli stadi e che sia altrettanto giusto adottare una strategia diversa, più «corposa» delle società e delle Forze dell'ordine, tuttavia è bene anche sottolineare che il «ventre molle» della difesa dell'ordine pubblico in Italia è rappresentato da un'atmosfera politico-culturale su una pretesa insindacabilità di giovani e giovanissimi, alla quale, purtroppo, si adeguano molti magistrati. Pertanto, senza un intervento, perlomeno ispettivo, del ministro della giustizia e, quindi, del Governo, nei confronti di tali comportamenti, si perpetua il convincimento che tutto si può contro le Forze dell'ordine e che, di converso, per chi offende, maltratta ed aggredisce i tutori della legge e i cittadini inermi vi è, al massimo, un giorno di fermo e, subito dopo, il ritorno in libertà, semmai con le scuse del graduato di turno.
Credo dunque che il Governo, senza dover affrontare grandi spese per adeguare gli stadi, debba iniziare a dare segnali chiari, anche alla magistratura, affinché non si scarcerino facilmente i giovani e i giovanissimi che si rendono protagonisti negativi di questi gravi reati che, poi, colpiscono l'immagine stessa del nostro paese al cospetto della comunità internazionale.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti della facoltà di giurisprudenza dell'Università LUMSA di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, il gruppo de La Rosa nel Pugno ha cercato di richiamare l'attenzione del Governo e delle forze politiche presenti in quest'aula su un provvedimento sicuramente volto ad affrontare una problematica particolarmente grave, che ha bisogno di risposte tempestive e che vadano in profondità.
Il calcio italiano era, e dovrebbe essere, un grande patrimonio del nostro paese e, quindi, la sua tutela, la possibilità di svolgere in maniera ordinata e sicura manifestazioni sportive di grande rilevanza, che coinvolgono decine di migliaia di cittadini, è certamente un aspetto importante ed è pertanto giusto che il legislatore si occupi della materia ed introduca anche, con rapidità, norme che modifichino i comportamenti e che, in particolare, contrastino i comportamenti criminali.
Noi riteniamo, tuttavia, signor Presidente, onorevoli colleghi, che le legislazioni speciali non abbiano mai risolto i problemi alla loro radice e, quando hanno affrontato alcuni problemi ne hanno provocati altri. In particolare, noi pensiamo che non si possano affrontare questioni di tale natura con una riduzione delle garanzie. Noi non pensiamo che uno Stato democratico, per affrontare una problematica relativa alla sicurezza dei cittadini, negli stadi e fuori dagli stadi, debba modificare il proprio sistema di garanzie di libertà, il proprio sistema democratico.
Vi sono, in questo provvedimento, previsioni che per noi sono «indigeribili». L'ulteriore ampliamento della portata normativa della disposizione - già perversa nei suoi effetti e assolutamente antigiuridica - sulla flagranza differita non può essere accettato; la devoluzione all'autorità amministrativa di competenze in materia di limitazioni di libertà e di espressione, sia pure con riferimento ad opinioni non condivisibili, e la corrispondente sottrazione al loro giudice naturale, ovvero alla magistratura, non sono certamente scelte che possano essere condivise. Neppure può essere condivisa la scelta di un aumento delle pene secondo una pura visione repressiva quando la problematica, come sappiamo, ha altre origini e deriva dal rapporto perverso esistente tra società calcistiche e tifoseria ultrà.
Riteniamo debba essere affrontato il problema della modernizzazione del sistema Pag. 22degli stadi; certamente, da tale punto di vista, non ci conforta sapere che, nonostante sia trascorso qualche anno dall'entrata in vigore del cosiddetto decreto Pisanu, pochissimi sono gli stadi che si siano adeguati in maniera rigorosa a quanto ivi previsto.
In conclusione, signor Presidente, noi contiamo sulla possibilità che, nel corso del dibattito in Assemblea sulle proposte emendative, si possa intervenire ulteriormente sul provvedimento in modo da migliorarne ancora la portata normativa.
Abbiamo voluto ripresentare in Assemblea gli stessi emendamenti che avevamo già presentato in sede di Commissioni perché, su tali questioni, bisogna dare concretamente risposte ragionevoli senza limitarsi, su una situazione sicuramente grave, ad un impegno soltanto formale.
Infine, signor Presidente, colleghi, ci preoccupa l'emersione, non solo da questo ma anche da altri provvedimenti, di una cultura tesa a ridurre, a limitare, a condizionare diritti e garanzie fondamentali, sull'onda di situazioni di emergenza pur sicuramente gravi. Situazioni che certamente devono essere superate ma non a discapito dei principi fondanti della nostra democrazia, del nostro Stato repubblicano, del nostro sistema garantista.
Auspichiamo che nel prosieguo del dibattito vi sia la possibilità di apportare quelle modifiche che potranno rendere il provvedimento idoneo a rispondere alle esigenze di tranquillità e di sicurezza dei cittadini e a mantenere, nel contempo, il nostro paese nell'ambito di quelli civili.
PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Cirielli 2.3 è stato ritirato e che l'emendamento Pescante 10.81 deve intendersi sottoscritto anche dal deputato La Russa.
Avverto inoltre che le Commissioni hanno presentato le ulteriori proposte emendative 7.100, 9.100 e 11-bis.101, il cui testo è in distribuzione e per le quali - secondo quanto risulta alla Presidenza - i gruppi hanno rinunciato al termine previsto dall'articolo 86, comma 5-bis del regolamento.
Il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato per le ore 13,30.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni sulle proposte emendative presentate.
PIETRO FOLENA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutti gli emendamenti presentati, salvo quelli cui mi riferirò in seguito per quanto riguarda sia la parte sportiva sia gli aspetti di competenza della II Commissione.
Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento 11-bis.100 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del regolamento, nonché sull'emendamento Barbieri 11-quinquies.1 e raccomandano l'approvazione dei propri emendamenti 7.100, 9.100 e 11-bis.101.
Le Commissioni esprimono parere favorevole - poiché si tratta di una proposta emendativa di natura sostanzialmente formale - sull'emendamento Gambescia 2-bis.80, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: sostituire le parole «l'introduzione e l'esposizione di» con le seguenti: «l'introduzione o l'esposizione di».
Il parere è altresì favorevole sull'emendamento Gambescia 2-bis.81, nonché sull'emendamento Sgobio 3.11.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Secondo gli accordi intercorsi tra i gruppi parlamentari, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con il seguito dell'esame del provvedimento.
La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15.
Pag. 23PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI