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Si riprende la discussione.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2340-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente (Commenti), se esiste un accordo nel senso di non intervenire per dichiarazione di voto, non prenderò la parola. Se, invece, non vi è un simile accordo, interverrò come faranno i rappresentanti di tutti gli altri gruppi.
PRESIDENTE. Vi è un elenco persone che hanno chiesto di parlare.
MAURO DEL BUE. Quante?
PRESIDENTE. Sono dieci: ognuno potrà regolarsi in base all'ora ed ai tempi. Qualcuno ha preannunciato che consegnerà un intervento scritto, ma non posso dire che vi sia un accordo.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, non posso chiedere la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo del mio intervento poiché non ho scritto niente; posso soltanto rinunciare al mio intervento.
Pertanto, rinuncio a svolgere la mia dichiarazione di voto, ma invito gli altri colleghi a fare altrettanto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Intervengo brevemente per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Alleanza Nazionale sul provvedimento al nostro esame. Ci siamo resi conto delle difficoltà insite in questo decreto ed abbiamo soltanto un cruccio: ci dispiace che anche dai banchi della maggioranza non sia stato accolto il riferimento alle sanzioni penali, per quanto riguarda le lesioni ai pubblici ufficiali in attività di servizio. Avremmo voluto che quell'emendamento fosse condiviso dall'aula per dare un segnale anche alle forze dell'ordine, che stanno pagando un tributo troppo alto per una violenza, come quella in occasione delle manifestazioni sportive, che è inspiegabile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ciocchetti. Ne ha facoltà.
LUCIANO CIOCCHETTI. Signor Presidente, colleghi, svolgerò un brevissimo intervento, avendo rinunciato ad intervenire durante tutta la discussione. Sono tre i motivi per i quali votiamo sì a questo decreto: un forte impegno sulla repressione, un forte impegno sulla prevenzione ed un forte impegno sulla promozione dei valori positivi dello sport.
In particolare, voglio segnalare due emendamenti che hanno apportato correzioni al testo del Governo. In primo luogo, quello riferito all'articolo 7, che ha scatenato, anche in modo incivile, a mio avviso, reazioni da parte di alcuni colleghi, senza che avessero compreso il merito della questione, non avendo seguito i lavori né al Senato né presso le Commissioni. L'inasprimento delle pene per le lesioni gravi e gravissime verso le forze dell'ordine all'interno delle manifestazioni sportive risponde Pag. 74ad una richiesta specifica delle loro organizzazioni sindacali, che lo hanno richiesto esattamente come è stato votato in quest'aula...
FILIPPO ASCIERTO. Vergogna!
LUCIANO CIOCCHETTI. Vergognati tu e stai zitto!
PRESIDENTE. Onorevole Ascierto!
LUCIANO CIOCCHETTI. Noi rivendichiamo questo provvedimento, caro collega, perché l'abbiamo presentato come gruppo dell'UDC al Senato. Questa previsione non era presente nel testo del Governo ed è stata inserita in seguito alla presentazione di un emendamento da parte del gruppo dell'UDC, è stata approvata all'unanimità al Senato anche dal gruppo di Alleanza Nazionale, così come è stata votata in Commissione all'unanimità anche dal gruppo di Alleanza Nazionale. Ognuno poi è libero di fare quello che crede. Quello che non è ammissibile...
PRESIDENTE. Onorevole Ciocchetti, si rivolga alla Presidenza.
LUCIANO CIOCCHETTI. Non sono ammissibili le strumentalizzazioni che si fanno contro i colleghi.
L'altro emendamento importante è quello relativo all'articolo 8, con il quale si compie l'importante operazione di distinguere i tifosi cosiddetti violenti, che portano avanti, all'interno degli stadi, azioni negative e scorrette, dai tifosi e dalle organizzazioni che, invece, portano avanti il tifo vero e corretto, quello che è richiamato anche dalla Carta olimpica. Abbiamo corretto il testo del Senato con un lavoro congiunto. Il relatore, infatti, attingendo ad una parte di un emendamento che il gruppo dell'UDC aveva presentato, è giunto alla definizione di un testo che consente di distinguere i club e le organizzazioni dei tifosi corretti, con i quali le società calcistiche possono avere rapporti, da quelli che, invece, non lo sono e svolgono le azioni negative che vogliamo combattere.
Per tali ragioni, sottolineando l'impegno importante del gruppo dell'UDC sia al Senato sia alla Camera volto a migliorare questo decreto, voteremo convintamente a favore (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Balducci. Ne ha facoltà.
PAOLA BALDUCCI. Signor Presidente, colleghi, in un primo momento, avevamo pensato di non intervenire e, dato l'accordo creatosi in questi giorni tra i gruppi della maggioranza e quelli dell'opposizione, ritenevamo che il discorso potesse scorrere de plano.
Oggi, osservo con profondo dispiacere l'atteggiamento di taluni colleghi della maggioranza, dei quali condivido alcune osservazioni, ma non condivido il fatto di non essere all'ultimo in accordo con molte decisioni, adottate anche con sofferenza, da tutti noi.
Ho sentito i colleghi de La Rosa nel Pugno - dei quali ho grande stima per le battaglie di garanzia che hanno portato avanti - affermare cose che si sarebbero dovute dire in un confronto, spesso teso, volto a portare a casa un risultato importante.
Ci siamo trovati di fronte ad un decreto-legge approvato all'unanimità dall'altro ramo del Parlamento e, nonostante tutto, le Commissioni cultura e giustizia della Camera hanno proposto emendamenti sicuramente migliorativi del testo. Trovo che ciò rappresenti un grande progresso.
Nell'esaminare questa nuova disciplina, è stata rivolta particolare attenzione agli aspetti che potevano confliggere con i diritti di libertà dell'individuo e con gli altri principi costituzionali; pertanto, si è corretto il testo allorché si è ravvisato il bisogno di rimodellare alcune fattispecie di reato, calibrando meglio la risposta sanzionatoria.Pag. 75
Abbiamo rifiutato - lo ripeto - un approccio di tipo emergenziale. All'esito delle riunioni delle Commissioni congiunte cultura e giustizia le norme che potevano essere più facilmente aggredite da attacchi di presunta incostituzionalità sono state dichiarate emergenziali, prevedendo un termine di decorrenza di tre anni; quindi, trattandosi di norme emergenziali, non sono la regola e i partiti di centrosinistra, che sono molto attenti alle garanzie, non avrebbero tollerato un altro tipo di risposta.
Vorrei evidenziare alcuni punti di questo provvedimento che ritengo positivi (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia). Non vi lamentate, come io ho ascoltato gli altri, gradirei un attimo di attenzione.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!
PAOLA BALDUCCI. Il Parlamento è fiducioso per il futuro e lo ha dimostrato favorendo un processo di normalizzazione e di miglioramento, attraverso provvedimenti che innalzeranno la qualità e il tasso di sicurezza; mi riferisco all'articolo 10 relativo all'adeguamento degli impianti sportivi e agli articoli 9 e seguenti.
Tornando al provvedimento, non si possono dimenticare le disposizioni dirette a favorire lo sviluppo di una cultura sportiva incentrata sul valore del fair play e della partecipazione. Oggi, non ho sentito nessuno citare con interesse norme come l'articolo 8, che impone alle società sportive di non corrispondere sovvenzioni, contributi o facilitazioni, compresa l'erogazione a prezzo agevolato o gratuito di biglietti e quant'altro o come il comma 4 dello stesso articolo.
Vorrei infine menzionare le iniziative - e su ciò esprimo il mio apprezzamento nei confronti del ministro Melandri - dirette a promuovere i valori dello sport, previste nell'articolo 11-bis, nel quale si stabilisce la realizzazione da parte del Ministero per le politiche giovanili e le attività sportive di specifiche iniziative rivolte ai giovani. Sui giovani bisogna puntare per il futuro di uno sport migliore!
A tale proposito ricordo le manifestazioni e le attività finalizzate alla sensibilizzazione e ai valori della Carta olimpica, organizzate immediatamente prima dello svolgimento delle manifestazioni sportive all'interno degli impianti e nelle aree ad essi adiacenti.
È importante, inoltre, la disposizione contenuta nell'articolo 11-ter che consentirà l'accesso gratuito negli stadi ai minori di anni 14 se accompagnati. Questa previsione rappresenta uno splendido esempio di un calcio che cambia - è questo il punto, cari colleghi! -, un'importantissima iniezione di fiducia in un sistema che dovrà, con sempre maggiore convinzione, investire sui giovani!
Concludo con un'osservazione che rivolgo al sottosegretario, ringraziandolo per aver accettato l'ordine del giorno che ho presentato e nel quale è stato trasfuso il contenuto di un mio emendamento: siamo stanchi delle sanzioni penali di tipo detentivo! Vi dovrà essere al più presto una riforma che introduca le misure interdittive alternative alla detenzione. Il carcere deve costituire non solo in questa occasione, ma sempre l'estrema ratio.
Per tali motivi, preannunzio l'espressione del voto favorevole del gruppo dei Verdi sulla conversione in legge del decreto-legge in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tranfaglia. Ne ha facoltà.
NICOLA TRANFAGLIA. Signor Presidente, non vi è dubbio che il decreto-legge in esame si giustifica nella misura in cui è stato necessario intervenire per far fronte in modo rapido ai fatti eccezionali che sono intervenuti. Questo decreto porta sicuramente la traccia della sua origine e delle circostanze per cui è stato emanato.
Inoltre, la Camera dei deputati si è trovata di fronte a modifiche apportate dal Senato, rispetto al testo originario del Governo, per giunta all'unanimità, senza che siano stati risolti alcuni dei problemi che erano nel decreto-legge.
Tuttavia, non era il caso di aspettare che vi fosse la riflessione necessaria per Pag. 76una riforma organica di questo sport che, negli anni, è diventato un miscuglio di industria e di affari, andando oltre le finalità per cui era nato e si era sviluppato, era diventato lo sport privilegiato di questo paese e non solo. È significativo, a mio avviso, che, negli ultimi anni, di fronte ai guasti che abbiamo registrato, altri sport, che prima rivestivano scarso interesse nella popolazione, si stanno espandendo. Tra l'altro, in alcuni di questi sport resiste ancora un dilettantismo che, nel calcio, è finito da molto tempo.
Dunque, non si tratta solo di un problema sportivo, ma di un problema sociale che registra lo sbandamento delle nuove generazioni. Soprattutto in alcune città del Mezzogiorno la commistione tra l'attività sportiva e affari anche poco leciti è molto presente.
Dunque, bisognava intervenire e questo spiega l'atteggiamento favorevole della maggioranza ed anche nostro per chiudere questo problema, almeno in modo provvisorio.
Noi voteremo in modo favorevole e convinto al provvedimento, anche per il lavoro che è stato svolto dalle due Commissioni alla Camera, ma chiediamo con chiarezza al Governo di intervenire tra breve per affrontare di nuovo il problema, perché vi sono vari aspetti da considerare: occorre procedere ad una riorganizzazione del calcio, affrontando i problemi sociali e culturali; occorre, inoltre, rivedere gli aspetti giudiziari e penali per rendere le norme più coerenti con il dettato costituzionale e con le norme esistenti.
Con queste precisazioni, preannunzio l'espressione convinta del voto favorevole alla conversione del decreto-legge in esame (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Presidente, colleghi, prima di esprimere un giudizio definitivo sul provvedimento in esame, vorrei fare due brevissime premesse. La prima è che da parte nostra non vi è alcuna intenzione di dare lezioni di garantismo e, in particolare, di dare lezioni di garantismo al Senato, dove, per una convergenza di interessi ancora tutti da chiarire, La Rosa nel Pugno è stata esclusa nonostante la norma scritta preveda la nostra presenza. La seconda premessa è che noi non abbiamo ricevuto mai tifoserie ultrà, né alla Camera né altrove.
Da anni, i socialisti ed i radicali conducono una battaglia di difesa dei principi garantisti che tra l'altro, non noi personalmente, ma molte delle nostre parti politiche hanno contribuito a scrivere nella nostra Carta costituzionale. Sono queste le ragioni per cui noi oggi conduciamo questa battaglia di difesa di principi che dovrebbero ispirare in particolare la nostra parte politica, il centrosinistra, che quando è all'opposizione è in grado di sviluppare grandi battaglie di libertà, mentre quando è al Governo attenua questa sua sensibilità rispetto alle esigenze del governare, che certamente condividiamo pur non retrocedendo di un punto sulle nostre convinzioni.
Cari colleghi, spesso si è in maggioranza, ma molto più spesso per il centrosinistra e per la sinistra si è all'opposizione. È allora bene ricordarsi che le norme che stiamo varando devono servire sempre e dobbiamo avere atteggiamenti coerenti sia quando siamo al Governo sia quando siamo all'opposizione.
Ho condiviso la battaglia di non ostilità ad una sanzione pesante nei confronti di coloro che hanno atteggiamenti criminali negli stadi e fuori, ma questa sanzione non può essere applicata senza il mantenimento di principi fondamentali di garanzia come quelli del giusto processo e della difesa dell'imputato.
Sono queste le priorità sulle quali non deroghiamo neanche di un millimetro. Siamo contro le legislazioni speciali, perché sappiamo bene cosa vogliono dire. Esse vengono fatte per una situazione in particolare e poi vengono estese anche per le altre. Noi siamo contro l'applicazione di misure di riduzione delle libertà civili, delle libertà dei cittadini di manifestare le Pag. 77opinioni a livello individuale attraverso forme amministrative, perché in altre fasi storiche tutto ciò si chiamava Stato di polizia. I principi di garanzia delle libertà fondamentali possono essere ristretti soltanto con l'intervento della magistratura, siano essi ultrà o siano essi mafiosi. Non facciamo battaglie per difendere coloro che hanno comportamenti criminali (e in tal senso condividiamo anche la necessità di misure forti), ma bisogna incidere laddove il male nasce, e il male nasce nella convergenza di interessi delle società calcistiche e delle tifoserie ultrà. Se non interveniamo lì, se non introduciamo elementi di dissuasione, se non penalizziamo dal punto di vista degli interessi economici coloro che alimentano questo circolo perverso possiamo operare tutti gli aumenti di pena che vogliamo, ma essi resteranno gride manzoniane. Oltre tutto, con la crisi della giustizia del nostro paese, le sanzioni arrivano dopo anni e non hanno alcun effetto deterrente.
Noi pensiamo che vi sia la necessità di portare avanti una politica di lungo periodo su tali questioni.
Se non c'è una politica che torni ad orientare il senso civico all'interno delle scuole e nelle famiglie e se non introduciamo elementi che interrompano cicli perversi, siano essi economici o politici, è evidente che sarà difficile estirpare questa mala pianta! Noi abbiamo difeso questi principi anche quando interessavano voi: lo ricordo ai colleghi del centrodestra! Lo abbiamo fatto nelle legislature precedenti! Adesso invece che interessano noi, non c'è stato nessuno che si è levato a difesa di una giustizia giusta e di una sanzione che arrivasse dopo il processo e non prima del processo!
Allora, lezioni non ne diamo, ma non ne vogliamo neanche da parte di coloro che pensano di difendere l'ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini semplicemente manifestando la loro propensione ai cappi, alla ghigliottina mediatica e ai comportamenti strumentali!
Sono queste le ragioni, colleghi, che ci inducono a manifestare il nostro voto di astensione, che avrebbe anche potuto essere un voto contrario. Resta un voto di astensione, perché vogliamo mantenere una solidarietà di coalizione, che spesso non viene a mancare da parte nostra, bensì da parte di altri (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capotosti. Ne ha facoltà.
GINO CAPOTOSTI. Signor Presidente, in coerenza con quanto chiesto dal parlamentare che è intervenuto per primo in queste dichiarazioni di voto finale, l'onorevole Del Bue, rinuncio a svolgere il mio intervento. Lo ritengo un atto di ossequio istituzionale nei confronti del primo parlamentare che si è pronunciato (Applausi). Quindi mi richiamo a quanto già dichiarato in sede di discussione sulle linee generali, da intendersi qui integralmente ripetuto, ed annuncio il voto favorevole del mio gruppo sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cogodi. Ne ha facoltà.
LUIGI COGODI. Signor Presidente, noi riteniamo che sia un atto del nostro dovere istituzionale quello di svolgere regolarmente l'intervento che avevamo previsto. Nel corso della discussione generale abbiamo già espresso le nostre ragioni di condivisione del provvedimento legislativo in esame, ma abbiamo espresso anche le ragioni di permanente e forte preoccupazione per la persistenza nel testo di alcune prescrizioni di rigore penale, che si collocano al confine fra il buon diritto della comunità all'ordinato e civile svolgimento di tutte le manifestazioni sportive, ivi comprese quelle di calcio, e l'altrettanto buon diritto delle persone al pieno esercizio del diritto di opinione, di associazione, di riunione e di manifestazione del proprio pensiero.
La violenza sugli altri, ben si intende, deve essere bandita da ogni e qualsiasi manifestazione della vita associata. Deve essere Pag. 78bandita sicuramente dagli stadi, perché questi devono essere recuperati come luoghi di pubblica riunione, di incontro festoso, di manifestazione dei valori migliori e più positivi della competizione sportiva.
Ma oltre che dagli stadi, come è stato detto con efficacia, la violenza deve essere bandita anche dagli studi di commento sportivo e soprattutto dagli studi d'affari, dove si commerciano calciatori e diritti televisivi e dove oggi si vogliono commerciare anche gli stadi, perché cessino di essere un luogo principalmente dedicato all'esercizio dello sport e diventino possibilmente beni privati, destinati principalmente ai nuovi supermercati, per l'esercizio di ogni genere di consumo, indotto e veicolato attraverso il richiamo della competizione sportiva.
Vi sono due modi, come tutti riconosciamo, per contrastare la violenza: la repressione e la prevenzione. Non è detto che uno dei due modi debba escludere totalmente l'altro. Di sicuro, l'uno e l'altro modo vanno esercitati con misura, con efficacia e, soprattutto, con intelligenza. Peraltro, anche la prevenzione non ha un significato univoco. Si può prevenire attraverso interventi sociali e culturali, oppure con interventi di polizia. L'uno o l'altro intervento rappresentano misure di prevenzione, ma, come ben si comprende, si tratta di strumenti sostanzialmente diversi.
Va riconosciuto, tuttavia, che il testo in votazione è migliorato rispetto all'impostazione prevalente contenuta sia nel testo del provvedimento originariamente varato dal Governo, sia, per molti versi, nella versione adottata dal Senato. Allora, infatti, si connotavano i diversi interventi, ritenuti di sicurezza, utilizzando essenzialmente la leva penale. Si prevedeva ciò attraverso l'inasprimento fortissimo delle sanzioni, l'estensione temporale dell'arresto differito e la flagranza di reato - vogliamo sottolineare ancora tale aspetto - protratta fino alle 48 ore successive al verificarsi dell'evento. Si trattava di una misura non più eccezionale - e, quindi, a termine -, ma di una soluzione indeterminata nel tempo e, dunque, di carattere ordinario e a regime.
Il testo originariamente presentato prevedeva, inoltre, la criminalizzazione di così tante innumerevoli e generiche fattispecie di esternazione del proprio pensiero da rischiare, in maniera evidente, lo sconfinamento nel campo minato dei possibili reati di opinione.
Il fatto è che la scorciatoia penale, vale a dire l'illusione del «panpenalismo» (come, autorevolmente, qualcuno ha osservato), troppo spesso viene invocata e praticata, anche attraverso le leggi, non per risolvere per davvero i problemi sociali, ma solo per rinviarli e, spesso, anche per deviarli dal loro alveo e dal loro contesto più naturale.
La violenza negli stadi e attorno ad essi, nonché «attorno all'attorno degli stadi» è divenuta, nelle nostre città e nelle nostre società, una questione enorme e difficilmente affrontabile con le sole misure di ordine pubblico e, meno che mai, con le sole misure di ordine penale. D'altronde, è ampiamente riconosciuto - come è stato ribadito, da più parti, anche in questa sede - che può risultare del tutto illusorio anche continuare ad invocare «buoni giudici», ed anche a prevedere «giusti processi», quando si sa benissimo che l'amministrazione della giustizia non funziona affatto e che il vigente ordinamento giudiziario fa acqua da tutte le parti! Insomma, lo Stato penale non potrà mai utilmente sostituire, oltre che lo Stato di diritto, lo Stato sociale.
È del tutto evidente che non può essere risolutiva, in tale materia, la riproposizione delle tradizionali misure di esclusione: anche la reclusione, di fatto, è ormai divenuta una mera misura di esclusione, anziché un trattamento umanitario finalizzato al reinserimento sociale, come prescrive l'articolo 27 della Costituzione. Maggiormente risolutiva può essere, invece, la ricerca di percorsi effettivi di inclusione e di coesione sociale, di riconoscimento e di corresponsabilizzazione, di solidarietà e di civile convivenza, da praticare in ogni ambito della vita associata.
Oggi si insiste, opportunamente, nell'affermare che il vero problema da affrontare, al fine di contrastare la violenza diffusa, è il Pag. 79cosiddetto stile di vita, vale a dire la condizione esistenziale ed il sistema dei valori che compongono la qualità della vita delle persone, dei gruppi e delle comunità. Ciò propone positivamente anche il nostro Governo, in ragione di altre e non meno gravi situazioni di malessere sociale, come, ad esempio, la progressiva diffusione delle tossicodipendenze.
Un nuovo stile di vita più sobrio e consapevole, nonché meno dispersivo e consumistico, tuttavia, difficilmente si potrà ottenere agitando solamente il terrore delle pene, come i fatti dimostrano. Più opportunamente, si potrà conseguire un nuovo stile di vita attraverso l'opera di socializzazione ed attraverso la pratica di effettiva partecipazione al destino della vita pubblica da parte di tutte le persone e di tutte le comunità.
Tuttavia, innovando sensibilmente rispetto all'originaria impostazione e pur permanendo ancora, per molti versi, molte insufficienze, questo provvedimento apre alcune linee di intervento positivo nel campo della effettiva prevenzione dei fenomeni di violenza negli stadi, indicando la diffusione, soprattutto tra i giovani, dei valori civili delle competizioni sportive ed agevolando la presenza dei minori, unitamente alle persone adulte, nello svolgimento delle manifestazioni calcistiche. Sicuramente, è ancora troppo poco ma è un inizio, un buon inizio per un'inversione di tendenza, per un nuovo percorso di sicurezza dei cittadini, che segni i suoi passi, innanzitutto, sul progressivo rispetto dei valori di socialità e di corresponsabilità.
Per queste ragioni e con questi auspici, ferme e ribadite le nostre preoccupazioni e anche le nostre riserve, il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea dichiara il proprio voto favorevole sul disegno di legge in votazione (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, nel rivolgermi ai colleghi, mi richiamo integralmente alla esposizione e alle motivazioni del nostro voto già espresse dal collega, onorevole Manlio Contento.
Tuttavia, mi preme soffermarmi su un punto specifico e più esattamente - mi rivolgo al collega Ciocchetti e ad alcuni colleghi della Lega Nord Padania - sul voto che è stato espresso da questa Assemblea su un emendamento a mia firma e a firma dell'onorevole Bono, sostenuto da Alleanza Nazionale, da Forza Italia, dall'Italia dei Valori, dai Popolari-Udeur e dai socialisti. Mi riferisco all'emendamento La Russa 7.80, con il quale intendevamo sopprimere l'inciso che limita l'applicabilità della norma, contenuta nel provvedimento che stiamo per approvare, volta a punire con una aggravante coloro che cagionano ad un pubblico ufficiale lesioni gravi o gravissime, al solo caso in cui tali atti siano compiuti in occasione di manifestazioni sportive.
La storia di questa proposta emendativa è molto semplice. Al Senato è stata introdotta una modifica al testo del decreto-legge in esame per prevedere questa specifica aggravante nei confronti di chi commette violenze ai danni di un pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico, senza alcuna limitazione. Tale aggravante è stata considerata esagerata e, di comune accordo, sono state ridotte le pene decise dal Senato. Tuttavia, ciò è stato ritenuto insufficiente dalla maggioranza, dalla sinistra, che ha inserito nel testo questo inciso volto a limitare l'applicabilità della norma solo in occasione di manifestazioni sportive. L'onorevole Ciocchetti, in sede di Commissioni, ha chiesto che fosse messa a verbale la sua perplessità e non ha votato a favore di questa pretesa di inserire detta limitazione. Dopodiché, abbiamo presentato un emendamento soppressivo di questa parte di testo aggiunta dalla sinistra, la quale, in maniera incomprensibile - lo ripeto, incomprensibile - vuole punire in misura diversa lo stesso comportamento, a seconda che sia tenuto in occasione di una manifestazione sportiva o in occasione, ad esempio, di una manifestazione di noglobal o di autonomi. A buon intenditor Pag. 80poche parole! Illustrerò un esempio al riguardo. Ipotizziamo che i tifosi di una squadra di calcio - ad esempio, del Livorno, così ci capiamo bene... - aggrediscano un pubblico ufficiale per motivi connessi ad una manifestazione sportiva. Essi sono punibili con quella aggravante.
Se proseguendo nella corsa questi stessi tifosi si imbattessero in una sede dell'UDC e, non contenti del voto espresso, decidessero di bruciarla nonostante l'opposizione di un pubblico ufficiale, l'aggravante non varrebbe più anche se si tratterebbe delle stesse persone che hanno commesso un reato a distanza di cinque minuti e di 300 metri! Non sarebbe comunque considerata un'attenuante il fatto di agire contro l'UDC!
Onorevole Ciocchetti, non abbiamo compreso i motivi di questo voto ed avremmo voluto che si stendesse una coltre di silenzio su questo madornale errore commesso in maniera incomprensibile da molti, ad esclusione di un esponente dell'UDC, l'onorevole Giovanardi, e di numerosi esponenti della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale). Ma come, è proprio l'UDC che afferma la necessità di intese con la sinistra! A favore di questo emendamento hanno votato i Popolari-Udeur e l'Italia dei Valori. Quindi, con i voti favorevoli di Lega ed UDC esso sarebbe stato approvato. Reputo la sua mancata approvazione incomprensibile, oltre che un obbrobrio giuridico passibile di giudizio di incostituzionalità.
In ogni caso si tratta di un regalo gratuito fatto a chi pensa che le manifestazioni sportive siano appannaggio di chissà chi (neppure questo è vero, come l'esempio di prima dimostra), mentre invece bisogna mantenere in una sorta di maggiore impunità le manifestazioni violente commesse al di fuori di eventi sportivi.
Il gruppo di Alleanza Nazionale ha precisato che contro la violenza vi deve essere un unico metro, sia che essa avvenga negli stadi o al di fuori di essi, sia nel caso che l'autore sia un tifoso, un extraparlamentare o un parlamentare. Non possono esservi diversità di giudizi e per questo, nel riconfermare il voto favorevole a questo provvedimento, dal nostro punto di vista esprimiamo profondo rammarico per l'incredibile leggerezza e per il dilettantismo (non voglio dire di più) dimostrati in occasione di questo voto da quei colleghi da cui invece ci saremmo aspettati un voto uguale al nostro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, ribadiamo che il provvedimento in oggetto è per forza di cose di emergenza e che come tale deve essere esaminato. La misura della flagranza differita, che per noi rimane un manifesto dell'impotenza e della resa dello Stato di fronte alla violenza all'interno degli stadi, deve essere per forza di cose a termine. Proprio perché si tratta di una misura grave, essa deve restare straordinaria.
Per tale motivo siamo riusciti ad introdurre il termine del 2010, entro il quale dovremo essere in grado di organizzare un sistema di sicurezza che riporti all'interno degli stadi la centralità dei valori dello sport e della convivenza civile. Abbiamo corretto vere e proprie storture contenute in questo decreto-legge, come il subdolo tentativo di reintrodurre i reati di opinione con una norma inserita durante l'esame al Senato e la messa al bando di simboli inneggianti alla violenza, per i quali è obiettivamente impossibile dare una definizione giuridica.
Abbiamo introdotto la figura degli steward proprio perché siamo convinti che sia necessario togliere la polizia dagli stadi e puntare invece sulla responsabilizzazione delle tifoserie e, soprattutto, delle società. Per questo, con il Governo abbiamo lavorato per definire quali siano gli incarichi di questi steward, approntando un regolamento cui fare riferimento. Inoltre, abbiamo specificato con l'Esecutivo quali debbano essere i compiti di queste figure e quale regolamento debba essere applicato.
Il tutto prendendo spunto dall'esperienza di altri paesi che prima e meglio di Pag. 81noi hanno affrontato il problema e sono riusciti a debellarlo. Vi ricordo che nel 1989, proprio nello stadio di Hillsborough, dove purtroppo morirono 95 tifosi, l'Inghilterra capì che il muro contro muro non poteva funzionare.
La lunga, lunghissima fase di repressione aveva ormai trovato il suo culmine in una tragedia e, in quella circostanza, con il Taylor Act, ci fu una netta inversione di tendenza. La polizia uscì dagli stadi e negli stadi entrò la responsabilità, la responsabilità delle società e la responsabilità dei tifosi, che non erano più soggetti alle attenzioni della magistratura e di corpi di polizia in assetto di guerra, ma soggetti responsabili di una passione condivisa da tutti.
Per arrivare a questo però non sono sufficienti né le dichiarazioni di intenti che abbiamo sentito, né i provvedimenti di urgenza che nel tempo si sono susseguiti. Per arrivare a questo importante obiettivo, a questo importante risultato, sono necessari stadi nuovi, impianti nuovi, ed è per questo che noi abbiamo presentato proposte emendative che ci auguriamo possano diventare, insieme ai progetti di legge in materia che ormai da troppo tempo giacciono in Commissione cultura della Camera, la base per un nuovo lavoro, proprio per passare dagli intenti ai fatti e quindi ammodernare i nostri stadi, fare modo che essi diventino patrimonio delle società, e che quindi ci si possa dotare, anche in vista degli europei del 2012, di impianti polifunzionali e moderni.
Attraverso la incentivazione, non solo alle società, ma anche agli enti locali, con la valorizzazione sociale di aree oggi abbandonate per la stragrande maggioranza del tempo, bisogna far sì che si possa finalmente trovare nello stadio un luogo da vivere sette giorni su sette, polifunzionale, in cui vi possano essere non solo le manifestazione sportive, ma tutte quelle attività sociali che sono fondamentali anche per la crescita di una comunità.
La sicurezza affidata alle società - altro punto fondamentale - deve essere conferita ad un responsabile che possa dialogare con le forze dell'ordine e con esse coordinarsi, ma che abbia l'onere in ultima istanza di applicare il regolamento dello stadio.
Questo è un punto fondamentale per far sì che la polizia, le forze dell'ordine possano intervenire solo ed esclusivamente in casi eccezionali.
Occorre soprattutto, per concludere, la certezza e la tempestività della pena. Purtroppo in questo senso, gravissimi sono i ritardi del nostro sistema giudiziario. Dobbiamo pagare lo scotto di una magistratura troppo lenta che ha indotto, nel corso degli anni, il Parlamento a questa escalation di pene che alla fine rimangono, per la stragrande maggioranza dei casi, inapplicate, e quindi non hanno l'efficacia che lo stesso legislatore si proponeva.
Il nostro auspicio è quindi che questo sia il punto di partenza per poter discutere con pacatezza, serenità e competenza le proposte di legge. Noi ne abbiamo presentate due presso la Commissione cultura della Camera già dalla passata legislatura, e saremmo ben contenti di fornire il nostro contributo per la costruzione di quel processo riformatore che è fondamentale per il futuro del nostro calcio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, neanche io svolgerò un intervento compiuto per solidarietà nei confronti del collega Del Bue; anzi, se potesse avere ingresso l'istituto della rimessione in termini, credo che questo, con il consenso dell'Assemblea, potrebbe essere utilmente applicato nel caso in esame nei confronti del collega. Per questo, Presidente, chiedo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
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FEDERICO PALOMBA. Mi limiterò ad esprimere il voto favorevole dell'Italia dei Valori a questo provvedimento, dopo le sostanziali modifiche migliorative apportate dalla Camera - sulla base di un accordo, che poi ha retto alla prova dei fatti - al testo non del tutto accettabile pervenuto dal Senato. Auspico che l'evento di oggi rappresenti una chiara inversione di tendenza rispetto ad una situazione che ci ha visto sempre passivi e acritici approvatori di testi pervenuti dal Senato non sempre commendevoli e del tutto meritevoli di approvazione.
Certo, questo non è il migliore testo possibile, però quanto contenuto nel provvedimento che sta per essere approvato dalla Camera è condivisibile e positivo: mi riferisco agli elementi della prevenzione, della promozione culturale ed anche della repressione. Secondo noi manca qualche aspetto, ad esempio quello importante della maggiore responsabilizzazione delle società sportive in materia di sicurezza, fino al punto di attribuire loro la responsabilità, anche a livello amministrativo e contabile, della sicurezza e del comportamento delle tifoserie organizzate, che sappiamo essere «coccolate» dalle dirigenze sportive. Su questo occorrerà intervenire ancora.
Sono certo che questo testo, sebbene emanato in una situazione emergenziale, contribuirà a far sì che gli stadi e le domeniche calcistiche non rappresentino più luoghi e tempi della guerriglia, ma della festa gioiosa. Per questo, l'Italia dei Valori voterà a favore (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pescante. Ne ha facoltà.
MARIO PESCANTE. Signor Presidente, Forza Italia esprime il suo voto favorevole a questo provvedimento, che condivide per diversi motivi: anzitutto, perché esso si muove nel solco tracciato dalla precedente legislatura; in secondo luogo perché ha ottenuto quelle migliorie che noi non siamo riusciti a introdurre nel momento in cui eravamo al Governo. Certo, c'è il rammarico di non essere riusciti, all'epoca, ad approvare norme adeguate, incisive e deterrenti per contrastare i fenomeni di violenza negli stadi. Il motivo di tutto questo è molto semplice; basta andarsi a rileggere i resoconti delle sedute dell'Assemblea di quegli anni e per verificare che i provvedimenti in questione sono stati ostacolati al limite dell'ostruzionismo. Il risultato finale è stato coerente all'acceso dibattito, cioè disastroso: sanzioni amministrative insignificanti, sanzioni penali ridotte al minimo, flagranza differita ridotta a 36 ore, diffida all'accesso negli stadi dei violenti colti in flagranza inefficace. Così i diffidati hanno tranquillamente continuato a frequentare gli stadi per carenza di norme sanzionatorie.
Ora il Governo per contrastare il fenomeno della violenza, dopo la tragedia di Catania, ha fatto riferimento proprio alle norme del precedente Governo, in particolare al cosiddetto decreto Pisanu. La differenza con il passato è che ora finalmente norme di comportamento e sanzioni sono state rese più severe ed efficaci. Ne siamo molto lieti, amareggiati solo dal fatto che questa conversione in legge sia arrivata con cinque anni di ritardo; se questi provvedimenti fossero stati approvati in passato, forse avremmo evitato il proliferare degli atti di violenza.
C'è voluto il sacrificio dell'ispettore Raciti per far aprire gli occhi. Sappiamo tutti che se Raciti, colpito a morte, se la fosse cavata, questo decreto-legge non sarebbe stato emanato e ancora volta sarebbe prevalsa la tesi buonista che ancora oggi abbiamo sentito riecheggiare in quest'aula. Forse - mi voglio illudere -, era necessario che nel Parlamento maturasse la consapevolezza che con ipergarantismo, perdonismo e lassismo non c'erano armi per combattere il nuovo fenomeno di violenza, non c'erano strumenti per contrastarlo. Si tratta di una violenza molto diversa da quella del passato, che era legata alle vicende di gioco, magari a qualche arbitraggio infelice o all'avversione contro le tifoserie di diverso colore. In realtà, gli avvenimenti del terreno di Pag. 83gioco oggi non interessano un certo tipo di teppisti: salgono sulle recinzioni, voltano le spalle ai giocatori e incitano i propri adepti non tifosi alla violenza con cori, canti e striscioni che non sono ospitati in nessun altro stadio d'Europa.
Questa nuova forma di violenza, alimentata da un senso di impunità totale, si è trasformata in ribellismo puro contro lo Stato, i poliziotti e i carabinieri: in questo, le tifoserie avverse sono alleate.
Comunque, al bando le recriminazioni: meglio tardi che mai! Tutti o, comunque, a grandissima maggioranza ci accingiamo a varare un provvedimento che ha imboccato la strada giusta e che rappresenta un grande passo in avanti nella direzione da tutti auspicata. Mi auguro, comunque, che venga anche riconosciuto il ruolo svolto dall'opposizione, che ha sostenuto il decreto-legge, riducendo al minimo gli emendamenti, ma soprattutto facendo fronte comune ad una minoranza nostalgica e inguaribile che, come si legge oggi sui giornali, ha ritenuto che il decreto-legge del Governo - del quale fa parte - addirittura nasconda una deriva autoritaria. Quando queste accuse, le stesse, ci sono pervenute all'epoca del cosiddetto decreto Pisanu con il Governo Berlusconi, se non altro, per una questione di physique du role, erano comicamente più credibili di quelle rivolte al Presidente Prodi.
Concludo, ribadendo il voto favorevole di Forza Italia per giungere all'obiettivo di restituire gli stadi ai giovani, alle famiglie, ai tifosi, agli stessi ultrà, quelli che vanno allo stadio - e sono la stragrande maggioranza - per vivere una bella giornata di sport. Oggi c'è motivo di comune compiacimento per l'approvazione a grandissima maggioranza di questo provvedimento, che dà un messaggio forte e chiaro allo sport italiano e ai milioni di appassionati di calcio: la politica, in unità di intenti, ha fatto il suo dovere, opponendosi stavolta con decisione e con fermezza come ci ha chiesto il paese, per evitare che negli stadi crescesse e si fortificasse una generazione di non cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rusconi. Ne ha facoltà.
ANTONIO RUSCONI. Signor Presidente, colleghi, vorrei fare alcune brevi considerazioni - poi chiederò di allegare al resoconto stenografico il testo scritto del mio intervento - anche per spiegare, a nome del gruppo de L'Ulivo, le motivazioni della nostra scelta; la scelta del gruppo di maggioranza di quest'aula che ha voluto condividere pochi emendamenti altrui, rinunciando a formularne di propri per il timore reale, vero, di far decadere il provvedimento in esame. In gioco - lo ricordo a tutti - non vi era la simpatia di questa o quest'altra tifoseria, la simpatia di questo o quel giornale sportivo, ma la credibilità della politica e dello sport italiano nel contesto internazionale. Noi però non potremo dimenticare: abbiamo dimenticato dopo il 2003, abbiamo dimenticato dopo il 2005. Non possiamo dimenticare il sacrificio dell'ispettore Filippo Raciti, ma non possiamo dimenticare neanche quella morte così silenziosa di Ermanno Licursi, dirigente sportivo di terza categoria, ucciso addirittura dalla violenza gratuita di dirigenti e giocatori. Non possiamo dimenticare che domenica scorsa a Manfredonia, in un derby con il Foggia, un giornalista è stato picchiato e che qui a Roma, nel derby delle formazioni primavera di Roma e Lazio, per molto tempo sono stati ripetuti cori razzisti.
Ebbene, abbiamo dimostrato oggi in aula che non vi è stato alcun abbassamento della guardia. Abbiamo considerato buono il lavoro del Senato e ne abbiamo corretto alcune parti, ma le lobby trasversali, che ricordava prima il collega Pescante, sono state fermate. Egli dovrebbe ricordare anche che nel 2005 quest'Assemblea prese nota che i provvedimenti del 2003 non erano stati applicati e che qualcuno doveva vigilare. Il 2 febbraio più di venti stadi sono stati chiusi al pubblico. Oggi sono rimasti chiusi solo quelli di Brescia e Catania. Ciò dimostra che il decreto-legge ha funzionato fin dal primo giorno.
Allora, serve una nuova cultura del calcio, come è previsto negli articoli 11, 11-bis e 11-ter, con l'idea di formare Pag. 84prima gli atleti e poi i tifosi, perché il 90 per cento dei tifosi non c'entra nulla con i facinorosi, che sono solo teppisti che vogliono delinquere.
Concludo, signor Presidente, onorevoli colleghi, con una considerazione ed un auspicio. Tra pochi giorni, il mondo del calcio dovrebbe eleggere, dopo tante peripezie, il suo governo istituzionale. Auspico che sia un governo concorde e autorevole, che rappresenti tutte le realtà, dal professionismo al dilettantismo.
Esprimo, inoltre, un ringraziamento a Luca Pancalli, commissario straordinario della Federazione italiana giuoco calcio in questi mesi terribili, che ha saputo dimostrare coraggio e saggezza e che, secondo me, è una risorsa che il calcio italiano non può perdere.
Infine, auspico per tutti noi che questa sia l'ultima legge che approviamo dopo una disgrazia. Esiste un ottimo lavoro svolto dalla Commissione cultura durante l'indagine conoscitiva sul calcio professionistico, come fu un buon lavoro quello svolto nel 2004. Mettiamoci insieme per preparare, lavorare e raccogliere anche le sollecitazioni di oggi con una legge organica sul calcio e sullo sport professionistico in tempi veramente di pace. In conclusione, Presidente, chiedo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna del testo integrale del mio intervento (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare il presidente della II Commissione, deputato Pisicchio.
PINO PISICCHIO, Relatore per la II Commissione. Signor Presidente, non intendo svolgere un intervento lungo e credo che anche il collega Folena avvertirà solo il bisogno di una sottolineatura.
Vorrei esprimere innanzitutto un ringraziamento ai colleghi delle Commissioni per il loro lavoro serio e sereno, volto alla realizzazione di un obiettivo che è stato vissuto da tutti come prioritario rispetto alle giuste caratterizzazioni, alle ragioni identitarie ed anche alle giuste e diverse visioni del percorso attraverso il quale sarebbe stato più utile raggiungere l'obiettivo di garantire maggiore sicurezza negli stadi.
Il provvedimento è assai dignitoso, coordinando al suo interno le ragioni della sicurezza, grazie anche agli interventi che sono stati compiuti da parte dei colleghi della Commissione cultura, con le ragioni delle famiglie, che possono così tornare negli stadi.
Questo è un dato importante, che non va sottovalutato, che dobbiamo consegnare alla pubblica opinione, per rendere possibile, ancora, una dimensione che veda la partita di calcio come un momento di gioia, come un momento di festa e non come un momento da cui fuggire per la preoccupazione di rimanere coinvolti in una vicenda di violenza.
Ringrazio pertanto tutti i colleghi. Ringrazio i colleghi che, in una dimensione di totale adesione all'idea collaborativa, hanno rinunciato a perseguire un risultato che poteva essere pagante per la «bandiera», di gruppo, per la «bandiera» di partito. Ringrazio i colleghi che hanno portato fino in fondo le loro battaglie. Ringrazio tutti coloro che hanno inteso offrire al Governo, attraverso gli ordini del giorno presentati, una traccia su cui lavorare. Su tale traccia ci sentiamo impegnati per realizzare un disegno finale che sia davvero quello che segna il ritorno del calcio come un momento della festa di tutti gli italiani.
PIETRO FOLENA, Relatore per la VII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIETRO FOLENA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, mi voglio associare alle parole del presidente Pisicchio ed estendere il ringraziamento ai funzionari delle due Commissioni, al personale ed agli altri funzionari della Camera, che ci hanno permesso di compiere, grazie alla collaborazione politica e personale delle colleghe e dei Pag. 85colleghi di tutti i gruppi parlamentari, un piccolo «miracolo» politico, perché dieci giorni fa, quando abbiamo iniziato l'esame in Assemblea del provvedimento, sembrava quasi obbligatoria la strada, per la Camera, pena la decadenza del provvedimento stesso, di un'approvazione della normativa così come era stata licenziata dall'altro ramo del Parlamento. Ora rinviamo il provvedimento al Senato, senza umiliare il lavoro che l'altra Camera ha compiuto, perché si tratta di modifiche che non stravolgono il testo, ma lo migliorano significativamente nella parte penalistica.
Tengo moltissimo, l'ha accennato il collega Pisicchio, alla seconda parte della normativa, soprattutto a quella grande norma simbolo che abbiamo proposto e che è stata accolta, devo dire in modo molto positivo dalle colleghe e dai colleghi di tutti i gruppi, ossia la norma che prevede la gratuità dell'accesso negli stadi dei minori di quattordici anni, accompagnati da un genitore. Non abbiamo risolto il problema degli stadi, perché questi ultimi, a volte, sono bolgie, ma abbiamo disegnato un sistema normativo che concretamente ci costringe a cambiare l'organizzazione degli stessi stadi.
Gli ordini del giorno presentati dal collega Caparini, dal collega Pescante e da colleghi di altri gruppi, sono un materiale unitario che - oltre al lavoro che nei prossimi giorni svolgeremo discutendo la relazione conclusiva dell'indagine conoscitiva di cui la VII Commissione ha concluso le audizioni poche settimane fa - ci potrà portare a formulare una proposta di legge di iniziativa parlamentare, mi auguro largamente condivisa e non emergenziale, sulla riorganizzazione degli stadi e del calcio: lo avverto come un dovere ed un impegno nostri, ma, evidentemente, anche del Governo.
Non voglio sottrarre ai ringraziamenti anche i membri del Governo che hanno partecipato attivamente: il ministro Melandri, che oggi è in quest'aula, i sottosegretari Lolli e Scotti, che sono stati decisivi nella costruzione di un'importante mediazione, di un compromesso in cui ciascuno può essere non soddisfatto di qualcosa - lo abbiamo ascoltato -, tuttavia dobbiamo considerare, a mio avviso, la parte mezza piena del bicchiere, come si suol dire; anzi, per restare nell'ambito della metafora, il bicchiere non solo è pieno per la metà ma, forse, lo è per la più gran parte.
Abbiamo un dovere da compiere: se non vogliamo tornare a leggi emergenziali nel futuro, dobbiamo ora trarre da questo decreto le indicazioni per modifiche strutturali che dovrà varare il Parlamento quanto prima (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo, Italia dei Valori e Verdi).