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Discussione del testo unificato delle proposte di legge Boato; Lumia; Forgione ed altri; Angela Napoli; Lucchese ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare (A.C. 40-326-571-688-890) (ore 17,50).
(Repliche dei relatori e del Governo - A.C. 40 ed abbinate)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice, onorevole Amici.
SESA AMICI, Relatore. Signor Presidente, la replica sarà svolta dall'altro relatore, onorevole D'Alia.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prego, onorevole D'Alia, ha facoltà di replicare.
GIANPIERO D'ALIA, Relatore. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per svolgere due considerazioni, ringraziando anzitutto il presidente della Commissione affari costituzionali, onorevole Violante, la collega Amici e gli altri componenti la Commissione per il lavoro che è stato svolto nella medesima Commissione, che si conferma costruttivo e produttivo, anche a chiusura di questa discussione sulle linee generali.
Sono due i binari su cui, con la collega Amici, ci siamo mossi. Il primo è cercare di fornire uno strumento adeguato alle esigenze di contrasto alle mafie ed a tutte le forme di criminalità organizzata, anche internazionale, che sono radicate nel nostro territorio ed hanno le stesse caratteristiche delle nostre associazioni criminali. Fornire uno strumento significa che bisogna, ovviamente, cercare sempre di adeguare lo strumento conoscitivo e d'inchiesta all'evoluzione del fenomeno. Credo che, come è emerso anche dal dibattito che si è sviluppato in sede di discussione sulle linee generali del provvedimento in esame, abbiamo recepito tutte le proposte miranti a specificare la missione della istituenda Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, con riguardo, ad esempio, al tema sollevato dal collega Forgione, della cosiddetta pericolosità sociale dei patrimoni mafiosi - un tema oggettivamente anche di drammatica attualità -, ed anche con riferimento alla normativa sugli enti locali ed alla necessità di un adeguamento della normativa in materia di scioglimento e di rimozione degli amministratori locali e, ancora, recependo alcuni suggerimenti provenienti dai colleghi della Lega Nord, con riguardo alla circostanza che si è sviluppata nel tempo una sinergia criminale tra le nostre Pag. 115associazioni e le associazioni criminali straniere che hanno un loro radicamento anche in territori non tradizionalmente interessati dal fenomeno. Abbiamo, inoltre, considerato la sinergia tra organizzazioni criminali interne e straniere che utilizzano il traffico di migranti quale strumento di profitto per finanziare attività illecite nel nostro territorio ed anche - circostanza emersa nel corso del dibattito di oggi pomeriggio nel Comitato dei nove riguardo ad un emendamento presentato dal collega Boato - il riferimento ad alcuni aspetti della cooperazione tra associazioni criminali, ad esempio tra quelle di matrice terroristica, che utilizzano proventi illeciti per finanziare la propria attività e sviluppano sinergie - potenziali ed a volte reali - anche con nostre organizzazioni criminali.
Per quanto riguarda il secondo binario, ho apprezzato la considerazione che l'onorevole Lumia ha svolto in sede di discussione sulle linee generali del provvedimento, ossia l'impegno che con la collega Amici abbiamo profuso nello sviluppare un concetto che credo sia fondamentale, cioè l'unità delle forze politiche nella lotta alla mafia. Tanto più il sistema della politica riesce ad essere impermeabile ed a confrontarsi su un terreno di valori condivisi nella lotta alla criminalità, tanto più forte è la risposta dello Stato, tanto più credibile è la risposta che il medesimo Stato dà. Saremo capaci di compiere ulteriori salti di qualità su tale fronte se avremo la possibilità di condividere un percorso e di sottrarre alle asperità del confronto politico strumentale tale tema, così delicato per la vita democratica del paese. Queste sono state, come detto, le due direttrici di marcia su cui ci siamo mossi.
Non voglio tornare su altre questioni, se non aggiornare i colleghi sul lavoro che abbiamo svolto sugli emendamenti presentati in sede di Comitato dei nove, perché abbiamo tentato di sciogliere alcuni nodi, visto che in Commissione non era stato possibile farlo.
In questo contesto, la prima questione - posta anche dal collega La Loggia - riguarda l'elezione del presidente della Commissione. Intanto, abbiamo ritenuto di accogliere un emendamento del collega Boato, il quale precisa che l'elezione del presidente della Commissione avviene a maggioranza assoluta dei componenti e stabilisce il ballottaggio per l'eventuale prosieguo della votazione, dello scrutinio: infatti, nel testo della vecchia legge istitutiva questo concetto non era chiaro. Si tratta di un piccolo passo in avanti, anche se sotto forma di precisazione tecnica; ci siamo riservati circa la richiesta all'Assemblea di pronunciarsi sulla possibilità di introdurre una maggioranza qualificata per l'elezione del presidente, posto che su questo tema non vi è stato un accordo di carattere politico.
L'altra questione che ci è parso di dover affrontare riguarda i requisiti di accesso e di nomina dei componenti della Commissione. Abbiamo preso atto, com'era giusto che fosse, del parere della Commissione giustizia, che su questo tema ha posto una questione oggettivamente rilevante sotto il profilo costituzionale e del rispetto delle prerogative e della dignità del Parlamento.
La circostanza secondo cui si sarebbe potuto sostanzialmente immaginare - per questo non abbiamo aderito alla proposta di alcuni colleghi di Alleanza nazionale - un meccanismo in forza del quale alcuni parlamentari potevano essere esclusi dalla nomina a componente della Commissione per alcuni procedimenti penali, per alcune tipologie di reato, ancorché in linea di principio si tratti di una petizione assolutamente condivisibile, sotto il profilo costituzionale oggettivamente incide sullo status di parlamentare. Chi ha i requisiti per essere eletto parlamentare ha i requisiti per disimpegnare tutte le funzioni che il mandato parlamentare comporta, ivi compresa quella della partecipazione alle Commissioni permanenti e bicamerali. Proprio in questa logica, e anche per l'errata formulazione delle proposte emendative, abbiamo chiesto il ritiro o, comunque, la bocciatura degli emendamenti di questo tipo. Ad esempio, ci sembrava, ci sembra singolare che un soggetto sottoposto Pag. 116ad un procedimento penale per un delitto contro la pubblica amministrazione non possa avere accesso alla Commissione, mentre un soggetto condannato per i cosiddetti reati comuni possa avere accesso. Tutto ciò, quando sappiamo bene che la commissione di questi reati può costituire, a volte, uno strumento di partecipazione indiretta anche ad un'associazione. Ed ancora, la circostanza dell'elencazione di una casistica delle tipologie, delle ipotesi, delle fattispecie di reato avrebbe comportato oggettivamente una soluzione ridicola - se mi si passa il termine - sotto il profilo del rispetto delle prerogative parlamentari ed anche della logicità della previsione normativa.
Abbiamo, però, tentato di cogliere il senso e lo spirito di queste proposte sottolineando, con un emendamento approvato in Commissione e mantenuto nel testo, la necessità che i gruppi parlamentari e i relativi presidenti alzino il livello di attenzione e di valutazione sotto il profilo dell'opportunità, che non costituisce un vincolo giuridico, nella designazione dei componenti.
Queste sono le questioni sulle quali ci siamo intrattenuti anche oggi nell'ambito del Comitato dei nove ed io credo che domani o dopodomani l'Assemblea sarà nelle condizioni di poter affrontare con serenità e, ci auguriamo, con efficacia la definizione di questo provvedimento, che tutti auspichiamo trovi una rapida approvazione (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, a nome del Governo ringrazio i relatori, il presidente della Commissione e gli onorevoli parlamentari per il notevole contributo offerto e, soprattutto, per la convergenza su un testo che raccoglie pressoché la totalità dei consensi nell'ambito della Commissione e delle forze politiche.
Ringrazio anche per i miglioramenti rispetto ai testi delle precedenti legislature, quindi per aver portato più avanti l'intensità e lo sforzo riguardo alla conoscenza del fenomeno della mafia e la lotta contro la criminalità organizzata.
Poche ore fa il ministro Mastella, nel riferire alla Commissione giustizia del Senato (domani riferirà davanti alla Commissione giustizia della Camera), si è impegnato a fornire il massimo contributo organizzativo in ordine agli aspetti concernenti la lotta alla criminalità organizzata e, soprattutto, a far studiare, nell'ambito del suo dicastero, la soluzione di quei nodi che talvolta fanno intrecciare il procedimento penale con i procedimenti di prevenzione per l'applicazione delle misure personali e soprattutto delle misure reali.
In conclusione, ancora un ringraziamento, con l'augurio che si possa giungere ad un voto unanime per la istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle problematiche relative al fenomeno della mafia e alle altre associazioni criminali similari.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.