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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 11 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Benedetti Valentini 11.33 e Boscetto 11.43.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, ci siamo imposti di essere brevissimi per le ovvie ragioni obiettive che ben conosciamo.
Gli emendamenti in esame sono volti a sopprimere la lettera d) del comma 1 dell'articolo 11, laddove si parla di trattenimento nelle camere di sicurezza.
Abbiamo già ampiamente spiegato come in questa delicatissima fase delle indagini non dovrebbe, a nostro avviso, intervenire l'Authority per i detenuti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, vorrei invitare a riflettere sull'assoluta inopportunità che questa fase di contraddittorio, di verifica del Garante si svolga nella delicatissima contingenza del trattenimento nelle camere di sicurezza. Si creerebbero, a danno della sicurezza pubblica, dei problemi alle forze dell'ordine assolutamente inopportuni.
In questa linea, si colloca il mio successivo emendamento 11.34, con il quale chiedo che ci si limiti alla verifica delle condizioni di trattamento di coloro che sono trattenuti.
Accetterei semmai il principio, ma rendendolo più congruo alle esigenze di ordine pubblico e di sicurezza che non vi possono sfuggire.
Pertanto, raccomando l'approvazione degli identici emendamenti in esame nonché dell'emendamento 11.34 che reca la mia prima firma e del quale raccomandiamo un attento esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, anche il nostro gruppo aveva presentato un emendamento finalizzato a sopprimere la lettera d) del comma 1 dell'articolo 11, perché riteniamo vi sia una interferenza evidente con i compiti e le funzioni della magistratura, in particolare del pubblico ministero e del giudice per le indagini preliminari. Il Garante verifica le procedure seguite nei confronti dei trattenuti e le condizione di trattenimento dei medesimi presso le camere di sicurezza. È evidente come questo tipo di competenza sia tipica dell'autorità giudiziaria. Pertanto, Pag. 3i profili della censura sono in questo caso legati alla sovrapposizione delle competenze.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Benedetti Valentini 11.33 e Boscetto 11.43, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 350
Maggioranza 176
Hanno votato sì 122
Hanno votato no 228).
Prendo atto che le deputate Nicchi e Dato non sono riuscite a votare e che quest'ultima avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benedetti Valentini 11.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 367
Maggioranza 184
Hanno votato sì 130
Hanno votato no 237).
Prendo atto che le deputate Buffo, Nicchi e Velo non sono riuscite a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cota 11.8, Benedetti Valentini 11.35 e Boscetto 11.44.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, compatibilmente con le esigenze di brevità, non sfugge la delicatezza di tale aspetto.
Siamo partiti con l'esaminare, da una parte, i diritti umani e, dall'altra, il Garante dei diritti delle persone detenute. In questo caso, ci stiamo occupando dei centri di permanenza temporanea previsti dalla lettera e) del comma 1 dell'articolo 11 del provvedimento. L'estensione degli ambiti e delle materie di questo provvedimento è dunque fuorviante.
Si prevede un intervento che turba e rende maggiormente ingovernabile la vita di strutture che svolgono un'attività molto delicata, strutture che, certamente, devono svolgere in maniera regolare il loro operato, ma che sarebbero incompatibili con questo tipo di intervento, destinato a sollevare un contenzioso non opportuno, peraltro in una fase delicatissima quale quella dell'accoglimento di molte persone di cui si deve procedere all'identificazione e garantire la sicurezza.
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini...
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Quindi, per il buon il funzionamento del sistema, raccomandiamo l'accoglimento del mio emendamento 11.35 che chiede la soppressione della lettera e) del comma 1 dell'articolo 11.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, in precedenti interventi abbiamo già richiamato la necessità che l'ordinamento penitenziario sia la stella polare di questa nuova Authority per la parte che riguarda le garanzie nei confronti dei detenuti. Invece, i trattenuti nei centri di permanenza temporanea potranno trovare una regolamentazione, oltre a quella già esistente prevista nella cosiddetta legge Bossi-Fini, in un'eventuale modifica della legge medesima, tenendo separate le due logiche.
Pag. 4PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, vorrei sollevare due questioni. La prima è collegata alla sovrapposizione delle diverse competenze. Al riguardo, viene a mancare quel carattere di specializzazione che dovrebbe avere un organismo come questo.
L'altro aspetto, invece, è legato al tentativo sistematico di superare l'impianto e i principi della legge Bossi-Fini sull'immigrazione attraverso provvedimenti di carattere completamente eterogeneo. Dunque, si invade il campo della disciplina dei centri di permanenza temporanea e, per l'ennesima volta, si tenta di smantellare alcuni principi della legge sull'immigrazione. Per la verità, i centri di permanenza temporanea, che voi tanto criticate, non sono stati creati dalla legge Bossi-Fini ma da voi (lo sapete perfettamente), dalla sinistra che oggi li vuole smantellare!
Ancora una volta, invece di fare un provvedimento organico, si vuole incidere sulla materia con un provvedimento che ha un oggetto diverso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cota 11.8, Benedetti Valentini 11.35 e Boscetto 11.44, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 385
Votanti 384
Astenuti 1
Maggioranza 193
Hanno votato sì 127
Hanno votato no 257).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benedetti Valentini 11.36, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 385
Votanti 377
Astenuti 8
Maggioranza 189
Hanno votato sì 135
Hanno votato no 242).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 11.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 390
Votanti 378
Astenuti 12
Maggioranza 190
Hanno votato sì 133
Hanno votato no 245).
Prendo atto che il deputato Fava non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cota 11.12, Benedetti Valentini 11.37 e Boscetto 11.45.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, gli identici emendamenti soppressivi in esame riguardano sia la visita nei centri di permanenza temporanea sia l'accesso presso le camere di sicurezza. Le ragioni per le quali noi chiediamo la soppressione sono già state brevemente espresse questa mattina, ma hanno formato oggetto di lunghe discussioni in precedenti occasioni.Pag. 5
In sostanza, la posizione dei centri di permanenza temporanea deve essere separata da tutto ciò che concerne l'ordinamento penitenziario, comprese le competenze del Garante. Per le camere di sicurezza sono previsti tempi ristretti, modalità particolari d'indagine; pertanto, quando in questo comma si afferma che non vi può essere danno per le attività investigative in corso, si sostiene un qualcosa che poi, nella sostanza, non potrà essere rispettato.
Quindi, diventa fondamentale tenere il Garante al di fuori da questi momenti temporalmente ristretti e così delicati, soprattutto in termini di indagini di polizia giudiziaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, abbiamo già il turismo carcerario riguardante parlamentari che spesso si recano nelle carceri, anche a causa di motivazioni non strettamente connesse alla verifica dell'organizzazione penitenziaria, adesso avremo anche il turismo nei CPT e nelle camere di sicurezza da parte del Garante dei diritti dei detenuti!
Quindi, gli identici emendamenti soppressivi in esame sono motivati dall'esigenza di non approvare una inutile e dannosa disposizione. Immagino già le visite del Garante presso i centri di permanenza temporanea; per carità, non si tratta di luoghi di villeggiatura e, certamente, tutti pensano che tali strutture debbano essere caratterizzate da condizioni di vita rispettose della dignità umana, comunque ricordiamoci che nei CPT vi sono delle persone che non hanno dimostrato di avere i documenti in regola per poter entrare nel nostro territorio. Non vorrei si sviluppasse una nuova forma di sindacalismo da parte di chi è temporaneamente ospite in questi centri di permanenza temporanea, alimentata anche da questo inutile istituto del Garante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo semplicemente perché ritengo utile che in questa Assemblea venga salvaguardata la funzione dei parlamentari e, nella fattispecie, anche del Garante, figura che vogliamo istituire.
Spiego all'onorevole Cota che, forse, il problema del turismo è legato alla concezione che gli esponenti della Lega Nord hanno nei confronti dei diritti delle persone detenute; ciò, probabilmente, fa il paio con alcune dichiarazioni, risalenti a qualche anno fa, di rappresentanti e di ministri della Lega Nord che ritenevano le carceri assimilabili a degli hotel a cinque stelle.
Io penso che se, invece di fare turismo, qualche rappresentante della Lega Nord visitasse di persona i detenuti nelle carceri italiane, si renderebbe conto di quante cose inesatte afferma.
Noi dobbiamo garantire il massimo dei controlli poiché è interesse del nostro paese e della società fare in modo che anche nelle carceri vi siano condizioni di vita umane anche per i detenuti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, non intendo aprire un dibattito che, purtroppo, temo si instaurerà comunque dopo l'intervento del collega Giachetti. Egli ha voluto puntualizzare alcune questioni, anche se sappiamo già che, forse, in questa fase è opportuno procedere al voto.
Volevo solo ricordare al collega Cota - di cui avevo stima quando era presidente del consiglio regionale del Piemonte - che proprio in riferimento alle visite nei centri di permanenza temporanea di extracomunitari bloccate dalla legge istitutiva di tali strutture, i consiglieri regionali non sono potuti entrare nei centri.
Quando l'onorevole Cota era presidente del consiglio regionale piemontese, infatti, Pag. 6sia diversi gruppi - come il mio (cioè la Lista Emma Bonino), quello Rifondazione Comunista e quello dei Verdi -, sia alcuni colleghi (compresi quelli appartenenti alla maggioranza che, in quella fase, appoggiava il presidente Ghigo) sostennero, a mio giudizio a buon avviso, la necessità di avere certezze in ordine a chi avesse il diritto di poter visitare i CPT. Ciò per poter verificare le condizioni di vita delle persone trattenute in quei centri di permanenza temporanea che, purtroppo, tanto temporanei non sono! Ricordo che, in molti casi, dette persone si trovavano in condizioni assai peggiori dei reclusi nelle carceri.
Quindi, vorrei davvero ricordare al collega Cota tale azione, che ritengo fosse meritoria e che ho riproposto, in questa Assemblea, attraverso una proposta emendativa che, purtroppo, non è stata dichiarata ammissibile. Ciò perché esiste il problema di definire compiutamente il ruolo non solo del Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, ma anche dei consiglieri regionali, i quali, come già detto, devono poter visitare questi centri. Trattandosi formalmente di una competenza del Ministero dell'interno, infatti, in questa fase non possono essere accolte le richieste di visita avanzate da soggetti istituzionali come, ad esempio, i consiglieri regionali.
Vorrei evidenziare che stiamo costituendo, a livello nazionale, un'altra figura importante. Ritengo altresì che, in questa fase, occorra definirne con precisione il ruolo, al fine non solo di dare garanzie, ma anche di consentire ispezioni e visite.
Credo che ciò ci aiuterebbe - e mi rivolgo, con spirito di amicizia, anche al collega Cota - per garantire certezze. Se le situazioni saranno molto buone, ciò verrà appurato; tuttavia, se le condizioni fossero quelle rinvenibili, ad esempio, nel centro «Brunelleschi» di Torino (non sempre ottime), allora si provvederà a denunciare ed a rendere visibile tale situazione, al fine di migliorarla.
Ritengo si tratti di un interesse comune non solo del Parlamento e delle istituzioni locali, ma anche del Garante che ci stiamo accingendo a istituire, nonché della sua funzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Mi scusi, signor Presidente, ma vorrei osservare che, nonostante la nostra «fretta», in questo momento non è lecito fare confusione. Ricordo che siamo stati addirittura favorevoli alla previsione di un potere di verifica della congruità e dell'adeguatezza delle strutture carcerarie perché, naturalmente, anche il detenuto ha diritto ad avere condizioni civili e umane, pur nella privazione della libertà personale.
Per quanto riguarda i centri di permanenza temporanea, tuttavia, a mio avviso siamo «fuori tema», poiché sosteniamo che le persone ospitate in tali centri non siano «detenuti». Si tratta di un'estensione ideologica, perché si compie una forzatura che riteniamo inaccettabile; essa, inoltre, non è rispettosa né del sistema, né delle persone che, teoricamente, debbano beneficiare di questo tipo di interventi.
In questo caso, quindi, non è affatto in discussione la condizione della persona detenuta - infatti, siamo perfettamente d'accordo sul fatto che tale condizione debba essere «civile» -, ma non siamo favorevoli ad estendere, in base ad una visione meramente ideologica, questa situazione ai centri di permanenza temporanea, i quali hanno altra ratio, altra organizzazione, altra finalità ed altre garanzie!
Pertanto, invito a non fare confusione perché, ai fini del licenziamento di una buona legge, ciò risulta molto dannoso: il provvedimento in esame, infatti, rischia di non essere affatto buono, per colpa delle sue implicazioni pratiche!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, mi sono pervenute altre richieste di intervento da parte dei gruppi della Lega Nord Padania e di Alleanza Nazionale; tuttavia Pag. 7ricordo che i tempi di questi gruppi sono esauriti e che è terminato anche il tempo disponibile per gli interventi a titolo personale: pertanto, chiedo ai gruppi stessi di limitare tali interventi (Applausi del deputato Consolo).
Procediamo, dunque, alla votazione degli identici emendamenti...
TEODORO BUONTEMPO. Presidente, è per dichiarazione di voto! Non si può negare...
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, i tempi (Commenti del deputato Buontempo) previsti dal contingentamento sono terminati anche per quanto attiene al suo gruppo. È già intervenuto l'onorevole Benedetti Valentini in rappresenta del gruppo di Alleanza Nazionale....
TEODORO BUONTEMPO. Non è un intervento qualsiasi, è per dichiarazione di voto!
PRESIDENTE. ...tuttavia sto chiedendo ai gruppi stessi di consentire che questa Presidenza possa permettere, comunque, lo svolgimento di un dibattito a fronte di tempi che non ci sono.
TEODORO BUONTEMPO. Per dichiarazione di voto non si può limitare il tempo! È per dichiarazione di voto...!
MARCO BOATO. Andiamo avanti, Presidente!
PRESIDENTE. Andiamo avanti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cota 11.12, Benedetti Valentini 11.37 e Boscetto 11.45, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 425
Votanti 422
Astenuti 3
Maggioranza 212
Hanno votato sì 156
Hanno votato no 266).
Prendo atto che i deputati Leddi Maiola e Buontempo non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto altresì che il deputato Buonfiglio ha erroneamente espresso un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, mi dispiace per prima, ma vorrei osservare che una cosa sono gli interventi, un'altra sono le dichiarazioni di voto. La dichiarazione di voto personale del deputato non può essere negata, specialmente quando tale dichiarazione vuole essere in dissenso dal proprio gruppo.
Ebbene, ritenevo di dover votare contro l'approvazione dell'emendamento; per mia cultura personale, infatti, sono dell'avviso che, ovunque vi sia una persona in condizione ristretta - e quindi non volontaria -, i controlli non siano mai troppi e siano, quindi, da considerarsi in senso estensivo.
In conclusione, Presidente, ritengo che il diritto di intervenire in dichiarazione di voto, anche solo per trenta secondi, non possa essere negato al parlamentare. Altrimenti, questa non sarebbe più la Camera dei deputati; diventerebbe, piuttosto, la Camera dei partiti. Se ciò accadesse, non sarebbe giusto, Presidente. Quindi, il voto è personale, non è espresso dal gruppo se non quando, ovviamente, i componenti condividano le finalità ed i contenuti dell'unica dichiarazione di voto (Applausi del deputato Giuseppe Fini).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Buontempo.
Le ricordo che in questa fase procedurale si interviene solamente per dichiarazione di voto: lei non aveva chiarito che il suo sarebbe stato un intervento in dissenso dal gruppo.
TEODORO BUONTEMPO. Non me lo ha fatto dire, scusi!
PRESIDENTE. Sto cercando di limitare gli interventi dei gruppi in un momento nel quale i tempi - lo ribadisco - sono ampiamente terminati, anche quelli concessi per le dichiarazioni di voto a titolo personale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 11.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 429
Votanti 425
Astenuti 4
Maggioranza 213
Hanno votato sì 159
Hanno votato no 266).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 11.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 424
Astenuti 4
Maggioranza 213
Hanno votato sì 160
Hanno votato no 264).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Costa 11.60.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, osservo come, anche con riferimento ai poteri ed alle funzioni del Garante, si ponga una questione di spesa. La questione non riguarda solo, dunque - e richiamo al riguardo l'attenzione dei colleghi -, la complessiva costituzione di questa authority (della quale è già emerso il costo), ma anche specificamente l'attuazione dell'articolo 11 del provvedimento. Per attuare questo articolo, infatti, sono stati previsti 600 mila euro. Mi domando a cosa serva tale somma. Evidentemente, serve proprio per finanziare tutte le 'visite' che il Garante può effettuare. Diciamo pure quel che vogliamo, ma si tratta certamente di una forma di turismo, con una spesa di 600 mila euro.
Noi avevamo presentato un emendamento soppressivo - che non è stato segnalato perché è rientrato nella tagliola del contingentamento dei tempi - per stabilire, almeno, che tale turismo dovesse essere fatto a costo zero.
PRESIDENTE. Deve concludere...
ROBERTO COTA. Se non deve essere compiuto a costo zero, almeno riduciamo le spese. Sosteniamo, quindi, l'emendamento Costa 11.60, che propone di ridurre lo stanziamento da 600 mila a 150 mila euro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, intervengo semplicemente per sottolineare Pag. 9come questo emendamento sia coerente con tutta un'altra serie di precedenti proposte di modifica tese ad asciugare in termini economici questo provvedimento. Ribadiamo che vi sono buone proposte ed obiettivi che sono condivisibili; tuttavia, è necessario valutare i profili burocratici ed economici connessi all'istituzione di questa Commissione. È stato approvato dalla Assemblea un emendamento all'articolo 1 che ha teso a far dimagrire la Commissione dal punto di vista numerico. Auspichiamo, attraverso l'approvazione di emendamenti di questo genere, un dimagrimento anche dal punto di vista degli oneri.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costa 11.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 441
Votanti 425
Astenuti 16
Maggioranza 213
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 258).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Benedetti Valentini 11.38.
LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, l'emendamento Boscetto 11.61 è identico all'emendamento Benedetti Valentini 11.38. Probabilmente tali emendamenti vanno votati insieme.
PRESIDENTE. Ha ragione, presidente Violante.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Benedetti Valentini 11.38 e Boscetto 11.61, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 425
Astenuti 13
Maggioranza 213
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 242).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.500 della Commissione.
Ricordo che il parere della Commissione bilancio sul testo del provvedimento elaborato dalla Commissione è favorevole ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, a condizione che, al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione sia approvato l'emendamento 11.500 della Commissione. Dalla sua approvazione discenderà la preclusione dell'emendamento Cota 11.16.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.500 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 340
Astenuti 98
Maggioranza 171
Hanno votato sì 316
Hanno votato no 24).
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 10,35)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 11.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 443
Votanti 300
Astenuti 143
Maggioranza 151
Hanno votato sì 277
Hanno votato no 23).
Prendo atto che il deputato Tabacci non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Benedetti Valentini 11.01. Avverto che tale articolo aggiuntivo verrà posto in votazione nel testo corretto, nel senso di sostituire il riferimento al Garante con quello alla Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, dato l'incalzare dei tempi, intervengo per pochi attimi, soltanto per sottolineare uno dei punti più importanti della nostra visione alternativa.
Con questo articolo aggiuntivo, nell'impossibilità che ci è stata imposta di modificare il testo che precede, vorremmo introdurre una norma di garanzia e di salvaguardia in merito alla compatibilità con le prerogative della magistratura di sorveglianza e con quelle dell'istituito difensore del detenuto. Vorremmo perlomeno stabilire una norma di chiusura, secondo la quale in nessun caso le attività e le iniziative del Garante possano pregiudicare o ritardare le determinazioni o l'esercizio delle funzioni della magistratura di sorveglianza.
Ritengo che, se c'è buona fede in chi vuole sostenere l'approvazione del provvedimento, questa norma di salvaguardia dovrebbe essere approvata. Se si sostiene che non c'è sovrapposizione di funzioni, approvate questa norma. Se non lo fate, è fondato il sospetto che si preveda questa sovrapposizione o questa interferenza e la si voglia.
PRESIDENTE. La prego...
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Ciò è molto pericoloso per il sistema. Se, invece, vi è buona fede, vi preghiamo di approvare questo articolo aggiuntivo per il buon funzionamento del sistema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, noi voteremo a favore di questo articolo aggiuntivo perché riteniamo che esso riduca il danno provocato da questo provvedimento nel caso di sua approvazione.
Uno degli aspetti che abbiamo denunciato è proprio la sovrapposizione delle competenze di questo organo rispetto alla magistratura di sorveglianza.
Desidero ricordare, sperando in un ravvedimento del relatore, che la Consulta si è più volte espressa su questa tematica stabilendo che l'esecuzione della pena è una fase completamente giurisdizionalizzata. Pertanto, istituire un organismo posto al di fuori della magistratura di sorveglianza significa approvare una legge che presenta profili di incostituzionalità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, noi del gruppo dell'UDC voteremo a favore Pag. 11dell'articolo aggiuntivo Benedetti Valentini 11.01 perché lo consideriamo improntato a buonsenso.
L'approvazione di tale articolo aggiuntivo non sarebbe di per sé necessaria perché sia il contesto sia la costruzione della figura del Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale sono improntati alla logica di non interferire con l'attività giurisdizionale e tanto meno con quella del magistrato di sorveglianza. Tuttavia, introdurre una norma di chiusura che enuncia un principio, già contenuto implicitamente nel provvedimento, ci pare una cosa utile.
Per tale motivo, invitiamo l'Assemblea a votare a favore di questo articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori voterà contro l'articolo aggiuntivo Benedetti Valentini 11.01 perché non lo riteniamo necessario né utile.
Il gruppo dell'Italia dei Valori, com'è noto, ha da subito posto l'attenzione sul fatto che con il provvedimento in esame non si violasse il principio della giurisdizionalizzazione dell'esecuzione della pena e delle competenze della magistratura di sorveglianza. Sotto questo profilo, la Commissione di merito, dopo il rinvio del provvedimento in Commissione, ha formulato una proposta per noi adesso assolutamente rassicurante. A tale riguardo ricordo che, nel testo riproposto all'Assemblea, la magistratura di sorveglianza continuerà a svolgere una funzione di decisione sui reclami. Ciò emerge nettamente dal comma 5 dell'articolo 13 nel quale si stabilisce esplicitamente che all'Autorità garante viene riservato soltanto un compito di istruzione in merito ai reclami, mentre quello di decidere rimane in capo al magistrato di sorveglianza. Il comma 5 dell'articolo 13 stabilisce (leggo testualmente): «Se gli uffici sovraordinati decidono di non accogliere la richiesta, il Garante trasmette il reclamo al magistrato di sorveglianza, che decide ai sensi dell'articolo 69, comma 6, della legge 26 luglio 1975, n. 354».
Ciò detto, noi non riteniamo pienamente osservato dal testo proposto alla Camera il principio della giurisdizionalità della decisione sui reclami e, conseguentemente, riteniamo l'articolo aggiuntivo in esame superfluo. Per tale motivo, lo ripeto, il gruppo dei l'Italia dei Valori voterà contro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Benedetti Valentini 11.01, nel testo corretto, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 454
Votanti 452
Astenuti 2
Maggioranza 227
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 259).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Mellano 11.060, nella parte ammissibile.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, insisto nell'invitare il presentatore, onorevole Mellano, a ritirare il suo articolo aggiuntivo 11.060, nella parte ammissibile, perché ravvisiamo in esso un contrasto con quanto prevede in tema di competenze l'articolo 117 della Costituzione.
Noi abbiamo deciso una formulazione che preveda la cooperazione tra la Commissione Pag. 12nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e i garanti regionali e locali. Da un punto di vista costituzionale è impossibile, in quanto si determina un conflitto, trasferire i poteri di questa Commissione ai garanti regionali o a figure analoghe, così come prevede l'articolo aggiuntivo del collega Mellano. Si tratta di un problema che attiene alla lettura dell'articolo 117 della Costituzione. Conseguentemente, insisto nell'invitare il presentatore a ritirarlo.
PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro del suo articolo aggiuntivo formulato dal relatore.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, esprimo sorpresa perché in un primo momento avevo pensato che il mio articolo aggiuntivo fosse stato fatto proprio dalla Commissione o almeno dagli esponenti della Commissione con cui avevo parlato.
Con il mio articolo aggiuntivo 11.060, nella parte ammissibile, si chiede semplicemente di riconoscere ai garanti regionali dei diritti delle persone private della libertà il diritto di ispezione all'interno delle strutture carcerarie ubicate nel territorio regionale. Personalmente, ritengo che il mio articolo aggiuntivo sia da mantenere e, pertanto, non accedo all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Faccio l'esempio citato l'altro giorno in aula dalla collega Guadagno. L'ottimo garante regionale alle carceri della regione Lazio, una delle sei regioni che ha già istituito il garante (altre otto sono in procinto di istituirlo), nel momento in cui si è dimesso da consigliere regionale (per andare a svolgere il ruolo di garante regionale alle carceri), ha perso il diritto di entrare negli istituti per verificare la situazione di detenzione nelle strutture e di vita dei detenuti.
In un provvedimento così complesso, così ampio, che riguarda il garante nazionale, ritengo che l'emendamento con cui si chiede di riconoscere ai garanti regionali già istituiti (lo ripeto, sono sei e in regioni importanti, come il Lazio, la Campania, il Veneto, la Sicilia, la Puglia e l'Umbria mentre la regione Piemonte, la Liguria, l'Emilia Romagna, la Sardegna e l'Abruzzo stanno per istituirlo) la possibilità di esprimere e verificare, direttamente nell'ambito di propria competenza, la situazione degli istituti e di vita dei detenuti, appare necessario; per questo invito caldamente i colleghi a valutarlo.
Senza questa modifica che dà ai garantiti regionali il potere di visita ispettiva, essa sarà consentita ai consiglieri regionali - che in molti casi non la svolgono - ma non al garante regionale: ciò rappresenta un pregiudizio rispetto all'obiettivo che ci siamo posti approvando (a larga maggioranza, anche se parte dell'opposizione si è dimostrata contraria) la parte di articolo che prevede un coordinamento, attraverso convenzioni, fra garanti regionali e garante nazionale. Affinché le convenzioni siano istituite è necessario dare ai garanti regionali la possibilità di fungere da supporto vero rispetto al garante nazionale.
Insisto su questo punto - mi dispiace per la collega Mascia - e spero che il collega Boato sappia ripetere in aula quanto mi ha detto precedentemente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Ritengo che si debba votare contro questo articolo aggiuntivo e qualora fosse approvato, preannuncio che la nostra posizione rispetto all'intero provvedimento potrebbe sostanzialmente mutare. Qui non parliamo di una cooperazione fra soggetti diversi; peraltro, in materia di amministrazione penitenziaria, le regioni non hanno alcuna competenza costituzionalmente definita. I garanti regionali, che sono nati su iniziativa delle singole regioni, hanno una funzione diversa, legata all'attività di assistenza e sostegno che le regioni, nell'ambito delle proprie competenze, hanno nei confronti delle persone private della libertà personale.
Già l'idea di riconoscere per legge ai garanti regionali una competenza identica Pag. 13a quella del garante nazionale è un fatto grave.
Concludo, signor Presidente, ma questo è un passaggio molto importante.
PRESIDENTE. La capisco ma deve concludere.
GIANPIERO D'ALIA. Attribuire le competenze di cui al comma 3 e di cui al comma 2, lettera a), competenze invasive e penetranti, ai garanti regionali, non disciplinati da legge dello Stato, porterà sicuramente il mio gruppo a votare contro l'intero provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. L'Italia dei Valori voterà contro questo articolo aggiuntivo. Riteniamo pericoloso estendere le garanzie che spettano - e devono spettare - soltanto al garante nazionale (con i relativi poteri estremamente penetranti, di ingresso e controllo, all'interno delle strutture penitenziarie) anche a degli organismi regionali che hanno esclusivamente il compito di verificare le condizioni carcerarie per vedere se vi possano essere interventi di competenza dell'amministrazione regionale o comunale al fine di sostenere e aiutare la rieducazione dei condannati.
Siamo estremamente preoccupati per quello che potrebbe verificarsi con un'estensione indiscriminata, non collegata con tutto il resto, delle garanzie e dei poteri ai garanti regionali. Per questo motivo, voteremo contro questo articolo aggiuntivo.
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo ribadisce l'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo in esame, per una ragione essenziale. Si ritiene che le facoltà, le prerogative e le competenze, assolutamente motivate, anzi cruciali, che vengono richiamate dall'articolo aggiuntivo presentato dall'onorevole Mellano non possano essere previste nel provvedimento in corso di discussione. Per quelle stesse competenze, facoltà e prerogative di cui all'articolo aggiuntivo in esame, si sta discutendo in sede di Ministero della giustizia e di dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per trovare una soluzione capace di attribuirne la pienezza ai garanti regionali, sulla base o di un provvedimento amministrativo o di una norma apposita ed autonoma rispetto al provvedimento oggi in discussione.
Insisto quindi affinché il presentatore ritiri l'articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. L'invito al ritiro del sottosegretario e le motivazioni sottese sono del tutto condivisibili. Pertanto se il collega Mellano non ritirerà l'articolo aggiuntivo il gruppo di Forza Italia voterà contro. Ricordo anche che alla fine dell'articolo 10 del provvedimento è scritto che in nessun caso il garante può delegare l'esercizio delle sue funzioni: in pratica si fa riferimento ai garanti locali. Istituire la possibilità di poteri ispettivi nel senso voluto dall'articolo aggiuntivo in esame è tecnicamente possibile, ma sul piano della congruità dei riferimenti finirebbe per andare a cozzare contro questa parte finale dell'articolo 10.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Non ho capito l'intervento del sottosegretario, perché delle due l'una: o queste competenze i garanti regionali ad avviso del Governo le devono avere (in tal caso sarebbe razionale prevederle in un unico testo legislativo), oppure non le devono avere. Noi sosteniamo Pag. 14che queste competenze non le deve avere né il garante nazionale né quello regionale.
Quello che lei ha detto, signor sottosegretario, è del tutto incomprensibile: lei sostiene che i garanti regionali debbano avere queste competenze, ma attraverso un altro tipo di provvedimento. In questo modo, quindi, dà un colpo al cerchio e uno alla botte, per blandire in qualche modo il collega Mellano. Così facciamo l'ennesima legge, l'ennesimo «paccone» come si suol dire, mettiamo l'ennesima toppa, con innumerevoli atti legislativi per una stessa materia!
BRUNO MELLANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Onestamente devo dire che non sono affatto convinto delle motivazioni che sono state qui portate, pur da autorevoli e stimati colleghi. Non sono convinto per nulla, ma, come si suol dire, mi adeguo, per l'impegno assunto in aula espressamente dal sottosegretario Manconi e per evitare di intaccare un principio che ritengo sacrosanto, tanto è vero che il sottosegretario Manconi già ipotizza un altro tipo di provvedimento o una legge ad hoc.
Ritiro quindi l'articolo aggiuntivo per non danneggiare il principio e la funzionalità di un organo, che è a mio giudizio sacrosanto.
PRESIDENTE. Sta bene, deputato Mellano.
(Esame dell'articolo 12 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 626-A/R ed abbinate sezione 2).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 12, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Sta bene. Ove, dunque, i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative, la Presidenza le porrà in votazione con il parere contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cota 12.1 e Benedetti Valentini 12.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, abbiamo presentato questo emendamento in quanto, dal testo dell'articolo 12, appare evidente il pericolo di interferenze rispetto alla magistratura di sorveglianza.
Al comma 2 del suddetto articolo si stabilisce che, all'articolo 35, numero 2), della legge 26 luglio 1975, n. 354 sull'ordinamento penitenziario, dopo le parole: «al magistrato di sorveglianza» sono aggiunte le seguenti: «ovvero, in alternativa, al Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale». Pertanto, è evidente l'interferenza e l'incostituzionalità di tale norma, che supera il principio della giurisdizionalizzazione e, in qualche modo, sottrae la competenza al giudice naturale precostituito per legge. Quindi, non capisco il parere contrario espresso sulla presente proposta emendativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, intervengo per sottolineare che, in effetti, rispetto al disastro Pag. 15costituito dalla formulazione originaria, il testo in esame è un po' meno peggio.
Tuttavia, è evidente che prevedendo che dopo le parole: «al magistrato di sorveglianza» siano aggiunte le seguenti: «ovvero, in alternativa, al Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale» si crea confusione e sovrapposizione tra le competenze del Garante e della magistratura. Il testo è reo confesso! Pertanto, raccomando l'approvazione degli identici emendamenti in esame, pur dando atto che il disastro è stato parzialmente evitato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, ritengo sia difficile leggere il comma 2 dell'articolo 12, nel quale si stabilisce che, all'articolo 35, della legge n. 354 del 1975, dopo le parole: «al magistrato di sorveglianza» sono aggiunte le seguenti: «ovvero, in alternativa, al Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale» - che, tra l'altro, non si chiamerà più Garante, ma Commissione, a seguito dell'approvazione di uno specifico emendamento - e poi ritenere che vi sia una sovrapposizione e una confusione di competenze.
Se le parole e la logica hanno un senso, leggendo esattamente il testo della comma 2 dell'articolo 12, si capisce che non vi è alcuna sovrapposizione di competenze. Semmai vi è una funzione di filtro da parte della Commissione di garanzia al fine di deflazionare molti provvedimenti che sarebbero stati sottoposti al magistrato di sorveglianza.
Come ricordato poco fa dal collega Palomba, laddove questa funzione di magistratura di persuasione da parte della Commissione non abbia esito positivo, si trasmette il reclamo al magistrato di sorveglianza.
PRESIDENTE. La prego, deve concludere, stiamo rallentando di molto i nostri lavori.
MARCO BOATO. Non vi è nessuna sovrapposizione e nessuna confusione; pertanto, esprimeremo un voto contrario sugli identici emendamenti in esame.
PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di rispettare i tempi. Avevamo assunto l'impegno di concludere entro le 12; vorrei farvi notare che procedendo in questo modo non ce la facciamo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, preannuncio che l'Italia dei Valori esprimerà un voto contrario sugli emendamenti in esame.
Intervengo perché non vorrei che le abili argomentazioni di alcuni colleghi e giuristi stimati possano indurre in errore. Non vi è alcuna espropriazione dei compiti della magistratura di sorveglianza, vi è soltanto la possibilità di accedere al Garante, ma soltanto per una funzione istruttoria, ferma restando la competenza della magistratura di sorveglianza in ordine alle decisioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di un parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, colleghi, la norma così come riformulata è senz'altro migliore di quella originaria. Infatti, nel testo originario era prevista la possibilità di ricorrere sia al Garante sia al magistrato di sorveglianza. Adesso viene stabilita l'alternatività e all'articolo 13, comma 5, del testo in esame si è anche aggiunta una procedura per cui, se gli uffici sovraordinati decidono di non accogliere la richiesta, il Garante trasmetterà il reclamo al magistrato di sorveglianza, il quale decide ai sensi dell'articolo 69 della legge sull'ordinamento penitenziario.
Quindi, rilevando tale modifica sostanziale e positiva, annuncio che come gruppo di Forza Italia ci asterremo sugli identici emendamenti in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cota 12.1 e Benedetti Valentini 12.6, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 450
Votanti 397
Astenuti 53
Maggioranza 199
Hanno votato sì 122
Hanno votato no 275).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Boscetto 12.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. L'emendamento 12.8 da me presentato, rispetto alla norma dell'articolo 12 del progetto di legge in esame che prevede la possibilità di rivolgersi al Garante senza vincoli di forma, è volto a stabilire che ciò venga fatto in forma scritta, in quanto non comprendiamo bene quali garanzie possa dare la formula «senza vincoli di forma». Cosa succederà? Il detenuto potrà telefonare all'Autorità garante, mettersi in contatto senza lasciare alcuna traccia? Il procedimento avrà inizio senza che vi sia qualcuno da cui partirà la richiesta? Noi crediamo che una forma scritta, che potrebbe essere ad esempio espressa davanti agli uffici competenti del carcere o tramite una lettera, lascerebbe una traccia che garantirebbe a tutti che si tratti di una iniziativa legata realmente all'intervento di chi ne ha bisogno e che, dunque, lo richiede.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 12.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 259).
Prendo atto che la deputata Siliquini non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Benedetti Valentini 12.7 e Costa 12.60.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, intervengo soltanto per evidenziare come l'emendamento a mia firma comporti un effetto quantomeno utile al procedimento; teniamo infatti conto che il fatto di creare una alternanza tra una magistratura, che è quella di sorveglianza, e il Garante comporterà sicuramente un meccanismo molto più complesso e complicato, e anche dal punto di vista della costituzionalità qualche dubbio potrebbe continuare a permanere.
PRESIDENTE. Deve concludere, prego!
ENRICO COSTA. Teniamo conto del fatto che la Camera ha respinto gli emendamenti che prevedevano una specifica competenza giuridica dei commissari del Garante. Ciò avrebbe quantomeno creato un meccanismo di competenza maggiore che invece non è presente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Benedetti Valentini 12.7 e Costa 12.60, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 17
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 447
Votanti 357
Astenuti 90
Maggioranza 179
Hanno votato sì 104
Hanno votato no 253).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 331
Astenuti 126
Maggioranza 166
Hanno votato sì 309
Hanno votato no 22).
Prendo atto che la deputata Duranti ha erroneamente espresso un voto contrario mentre avrebbe voluto votare a favore.
(Esame dell'articolo 13 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 626-A/R ed abbinate sezione 3).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 13.500, mentre, per tutti gli altri emendamenti, formula un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene. Ove dunque i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione con il parere contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cota 13.1 e Benedetti Valentini 13.18.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cota 13.1 e Benedetti Valentini 13.18, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 451
Astenuti 6
Maggioranza 226
Hanno votato sì 172
Hanno votato no 279).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Contento 13.61.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, il mio emendamento 13.61 è sostanzialmente analogo ad un altro accolto dalla Commissione e dal Governo in relazione ai poteri della commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani.
Crediamo sia importante approvare un simile emendamento anche con riferimento alla commissione che svolge la funzione di Garante dei diritti dei detenuti dal momento che queste attribuzioni...Pag. 18
Signor Presidente, i colleghi mi fanno cenno di essere d'accordo. Pertanto, posso interrompere qui il mio ragionamento.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, effettivamente l'emendamento Contento 13.61 è analogo ad un altro che abbiamo già approvato. Quindi, d'accordo con i componenti del Comitato dei nove, modificando il parere precedentemente formulato, esprimo un parere favorevole sull'emendamento Contento 13.61.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 13.61, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato sì 449
Hanno votato no 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Benedetti Valentini 13.19 e Boscetto 13.22, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 445
Votanti 442
Astenuti 3
Maggioranza 222
Hanno votato sì 168
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Santelli 13.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 435
Astenuti 20
Maggioranza 218
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 256).
Avverto che l'emendamento Costa 13.60 è stato ritirato. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 13.62, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 448
Astenuti 4
Maggioranza 225
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Benedetti Valentini 13.20 e Boscetto 13.24, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 456
Astenuti 2
Maggioranza 229
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 13.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 455
Astenuti 2
Maggioranza 228
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.500 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 447
Astenuti 4
Maggioranza 224
Hanno votato sì 441
Hanno votato no 6).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Benedetti Valentini 13.21 e Boscetto 13.26, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 437
Astenuti 20
Maggioranza 219
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 263).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 13.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 456
Astenuti 2
Maggioranza 229
Hanno votato sì 175
Hanno votato no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 13.63, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 438
Astenuti 20
Maggioranza 220
Hanno votato sì 157
Hanno votato no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 318
Astenuti 148
Maggioranza 160
Hanno votato sì 293
Hanno votato no 25).
Prendo atto che il deputato Dussin non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
(Esame dell'articolo 15 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 626-A/R ed abbinate sezione 4).
Prendo atto che il relatore ed il rappresentante del Governo esprimono parere contrario sull'emendamento Cota 15.1, interamente soppressivo dell'articolo 15.
Avverto che, essendo stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo 15.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 15.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 373
Astenuti 86
Maggioranza 187
Hanno votato sì 347
Hanno votato no 26).
Prendo atto che il deputato Dussin non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
(Esame dell'articolo 16 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 626-A/R ed abbinate sezione 5).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 16, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, poiché l'onorevole Boato mi ha preannunciato l'intenzione di accedere all'invito al ritiro del suo emendamento 16.2 formulato dalla Commissione e dal Governo, rimarrebbe a questo punto soltanto l'emendamento soppressivo Cota 16.1; si potrebbe, pertanto, mettere direttamente in votazione il mantenimento dell'articolo 16.
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che l'emendamento Boato 16.2 è stato ritirato dal presentatore.
Poiché è rimasto un unico emendamento - Cota 16.1 - interamente soppressivo Pag. 21dell'articolo 16, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 16.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 454
Astenuti 11
Maggioranza 228
Hanno votato sì 433
Hanno votato no 21).
(Esame dell'articolo 17 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 626-A/R ed abbinate sezione 6).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione accetta l'emendamento 17.100 del Governo ed invita al ritiro degli altri emendamenti presentati, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo raccomanda l'approvazione del suo emendamento 17.100 e concorda, per il resto, con il parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ove, dunque, i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione con il parere contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Benedetti Valentini 17.15 e Boscetto 17.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, vorrei che si spiegasse per quale motivo non dovrebbe essere accoglibile l'emendamento 17.15 a mia firma il quale tende a sopprimere il secondo periodo del comma 1 dell'articolo 17 che, con le parole «Nel caso di mancata trasmissione della relazione entro il termine previsto dal presente comma», configura un inadempimento. Per quale motivo dobbiamo prevedere che non avvenga la trasmissione della relazione?
Inoltre, si aggiunge che nel caso appena citato «la Commissione riferisce oralmente alle competenti Commissioni parlamentari entro i trenta giorni successivi». Spesso la previsione di riferire con relazioni scritte rischia di finire nel nulla o nella scarsa attenzione dei parlamentari; se addirittura si dà mandato di riferire oralmente, il rischio è che non rimanga neanche una traccia scritta. Ci sembra che la posizione rappresentata dagli emendamenti in esame sia più garantista e rigorosa.
Non comprendiamo per quale motivo non debba essere accolto l'emendamento a mia firma che va nella direzione di maggior garanzia e maggior rigore. Vorrei che ci spiegassero per quale motivo l'emendamento non è stato accolto, altrimenti insisterò per la votazione.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, sottolineo che nel periodo preso in considerazione dagli identici emendamenti in esame erano previste anche le parole: «fermo restando l'obbligo della relativa presentazione», in riferimento alla trasmissione della relazione. Il Pag. 22periodo era stato introdotto su suggerimento di qualche collega per la preoccupazione che, come spesso avviene, non vi sia seguito al mancato invio delle relazioni: si voleva avere comunque la garanzia che la Commissione almeno riferisse oralmente alle Commissioni competenti.
Poiché, comunque, tale aspetto può essere risolto diversamente dalle competenti Commissioni, modificando il precedente avviso esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Benedetti Valentini 17.15 e Boscetto 17.18.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo concorda con il relatore.
PRESIDENTE. Deputato Boscetto?
GABRIELE BOSCETTO. Prendo atto con piacere di quanto detto dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Benedetti Valentini 17.15 e Boscetto 17.18, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 464
Astenuti 3
Maggioranza 233
Hanno votato sì 459
Hanno votato no 5).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 17.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 467
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.100 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 465
Astenuti 6
Maggioranza 233
Hanno votato sì 421
Hanno votato no 44).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 17.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 463
Astenuti 6
Maggioranza 232
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 282).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 17.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 450
Astenuti 15
Maggioranza 226
Hanno votato sì 95
Hanno votato no 355).
Prendo atto che la deputata D'Ippolito Vitale non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 17.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 460
Astenuti 6
Maggioranza 231
Hanno votato sì 107
Hanno votato no 353).
Prendo atto che la deputata D'Ippolito Vitale non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 451
Astenuti 15
Maggioranza 226
Hanno votato sì 428
Hanno votato no 23).
Prendo atto che i deputati Compagnon e Galletti non sono riusciti a votare e che quest'ultimo avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
(Esame dell'articolo 18 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18
(Vedi l'allegato A - A.C. 626-A/R ed abbinate sezione 7), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Intervengo per sottolineare come l'articolo 18, relativo alla copertura finanziaria, ci indichi la cifra di quanto costi ai contribuenti questo provvedimento. Si tratta di una cifra elevata. Infatti, esso dispone che «all'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari a 7.990.000 euro a decorrere dall'anno 2007, si provvede mediante (...)» uno stanziamento, eccetera. Dunque, si prevede uno stanziamento di quasi 8 milioni di euro! Vorrei che tutta l'Assemblea fosse consapevole che vengono impiegati 16 miliardi di lire per creare un carrozzone inutile, con tutti i problemi che oggi il nostro paese presenta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Onorevole Presidente, intervengo semplicemente per sottolineare che il nostro voto contrario all'articolo 18 è la conseguenza logica di tutti tentativi che abbiamo fatto nel corso dell'esame del testo per far «dimagrire» la spesa destinata a questo provvedimento. L'articolo 18 sintetizza tutte le poste di spesa: è evidente che il nostro voto sarà coerentemente contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 374
Astenuti 91
Maggioranza 188
Hanno votato sì 289
Hanno votato no 85).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 626-A/R ed abbinate sezione 8).
Avverto che il primo firmatario dell'ordine del giorno n. 9/626-AR/2 deve intendersi il deputato Beltrandi, essendo il deputato Turco già primo firmatario dell'ordine del giorno n. 9/626-AR/6.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo accetta l'ordine del giorno Turco n. 9/626-AR/6, purché riformulato nel senso di aggiungere, nel dispositivo, dopo le parole: «con apposito provvedimento, o con norma ad hoc», le seguenti: «o attraverso la sollecitazione di un apposito provvedimento di ordine amministrativo».
Il Governo accetta altresì gli ordini del giorno Mellano n. 9/626-AR/1 e Beltrandi n. 9/626-AR/2. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Brigandì n. 9/626-AR/3; accetta l'ordine del giorno Mazzoni n. 9/626-AR/4; accoglie infine come raccomandazione l'ordine del giorno Garagnani n. 9/626-AR/5.
PRESIDENTE. Ricordo che, secondo la prassi e ove i presentatori non insistano, gli ordini del giorno accettati dal Governo non saranno posti in votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Brigandì n. 9/626-AR/3, non accettato dal Governo.
GIOVANNI FAVA. Sì, signor Presidente. Con questo ordine del giorno, rispetto al quale chiediamo al Governo di motivare le ragioni del mancato accoglimento, vogliamo richiamare l'attenzione su uno dei problemi più sentiti, in questo momento difficile, nei rapporti tra popolazione e pubblica amministrazione.
Riteniamo che, nella fase attuale, sia offensivo prevedere emolumenti di tale portata per un organismo, che consideriamo sicuramente importante, ma non certo più di altri assolutamente meno remunerati e che, a nostro avviso, non deve diventare il pretesto per «parcheggiare», come spesso accade nel nostro paese, qualcuno appartenente al lungo elenco degli esclusi o dei delusi della fase post-elettorale, che abbiamo appena attraversato.
Il nostro timore è che, ancora una volta, il legislatore, dietro nobili obiettivi, nasconda l'esigenza di dare la possibilità ad un numero cospicuo di «seguaci» di essere appagati, a prescindere dai risultati che la politica ha concesso loro.
Chiediamo, quindi, in un'ottica di moralizzazione della cosa pubblica, che il Governo accolga questo ordine del giorno, volto a contenere al massimo il costo dell'organismo da istituire.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brigandì n. 9/626-AR/3, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 437
Votanti 433
Astenuti 4
Maggioranza 217
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 253).
Ricordo che l'ordine del giorno Mazzoni n. 9/626-AR/4 è stato accettato dal Governo.Pag. 25
Prendo atto che il deputato Garagnani non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/626-AR/5, accolto come raccomandazione dal Governo.
Invito il rappresentante del Governo, per maggior chiarezza, a dare nuovamente lettura della riformulazione proposta dell'ordine del giorno Turco n. 9/626-AR/6.
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Preciso che la riformulazione dell'ordine del giorno Turco n. 9/626-AR/6 risulta del seguente tenore: dopo le parole «a riconoscere, con apposito provvedimento, o con norma ad hoc», aggiungere le parole: o attraverso la sollecitazione di un adeguato provvedimento amministrativo".
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Signor Presidente mi permetto di richiamare l'attenzione del Governo su una questione.
È difficile che possano estendersi con provvedimento amministrativo funzioni di questo genere: ciò è possibile soltanto con norma di legge.
Mi permetto, pertanto, di segnalare una diversa formulazione per cui si impegna il Governo a favorire l'approvazione di un provvedimento legislativo che abbia quel tipo di effetto. Dubito fortemente che si possano attribuire questo tipo di funzioni ai Garanti regionali con provvedimento amministrativo.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, la prima osservazione che avrei voluto svolgere mi è stato anticipata dal presidente Violante. È di tutta evidenza che non si può incidere su una materia di questo genere con un provvedimento amministrativo. Quindi, mi pare chiaro che si tratti di un'osservazione del tutto fondata che confermo.
Per il resto, devo dire che, effettivamente, aveva ragione chi affermava che il sottosegretario, per ragioni politiche, dava un colpo alla botte ed uno al cerchio. Con riferimento a questo ordine del giorno, si tratta della riproposizione di un testo dell'emendamento che era stato proposto nel corso della discussione. Non si tratta di una norma condivisibile.
Pertanto, si è chiesto di impegnare politicamente il Governo a portare avanti, sia pure in una forma blanda, questa disciplina (si chiede, infatti, di favorire l'approvazione di un provvedimento che riproponga disposizioni che non erano ritenute condivisibili nel corso della discussione), ma è atto di coerenza da parte nostra esprimere voto contrario.
Vorremmo anche che nella maggioranza si facesse chiarezza e non confusione ideologica, esprimendo voto favorevole su un testo, sia pure inopportunamente riformulato.
PRESIDENTE. Chiedo al rappresentante del Governo se intenda mantenere la riformulazione dell'ordine del giorno proposta.
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, insisto nella riformulazione proposta, in ragione di una possibile interpretazione del regolamento penitenziario che può consentire quelle facoltà che, nell'ordine del giorno, vengono indicate come necessarie all'attività del Garante regionale.
Aggiungo anche che, se l'onorevole Benedetti Valentini avesse avuto la compiacenza di ascoltare, in un precedente intervento ho rivolto all'onorevole Mellano l'invito a ritirare il suo emendamento in ragione del fatto che non poteva essere il provvedimento oggi in discussione ad attribuire ai Garanti regionali quelle facoltà.
In quell'intervento avevo specificato che quelle stesse facoltà, che ritengo assolutamente essenziali per l'efficace espletamento delle attività del Garante, devono essere attribuite con altro provvedimento.
PRESIDENTE. Chiedo al deputato Turco se accetti la riformulazione proposta dal rappresentante del Governo.
MAURIZIO TURCO. Sì, signor Presidente e non insisto per la votazione.
GIOVANNI FAVA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, vorrei solo far notare una questione che può apparire banale, ma è la seconda volta in due giorni che mi capita di illustrare degli ordini del giorno e di chiedere al rappresentante del Governo le motivazioni per la mancata accettazione dei medesimi, senza però ricevere risposta. Mi è capitato con due diversi esponenti del Governo. Capisco che non sta scritto da nessuna parte che ciò avvenga e che non si sta contravvenendo alcuna regola, ma credo che, in una logica di buoni rapporti all'interno di questo Parlamento, si debba rispondere.
Non capisco, peraltro, perché a me non si risponda, mentre ci si preoccupa di fornire le risposte, anche entrando nel dettaglio, ad altri colleghi.
PRESIDENTE. Accolta come «raccomandazione»... Grazie.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Colleghi, ci sono dieci richieste di intervento per dichiarazioni di voto finale, ma alle 12 dobbiamo interrompere i lavori per la commemorazione del deputato Andreatta.
Ho il dovere di avvertire che, nel caso non dovessimo concludere gli interventi e la votazione finale del provvedimento, dovremmo riprendere l'esame dello stesso nel pomeriggio, dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, in ragione di quanto da lei detto, dichiaro che voteremo a favore del provvedimento in esame.
Vorrei ricordare brevemente che, già nel 1987, abbiamo presentato una proposta di legge per l'istituzione di un'agenzia per la tutela dei diritti umani fondamentali. Inoltre, il 14 febbraio 2007, il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ha denunciato che, sin dal 1980, le violazioni alla Convenzione internazionale sui diritti umani fondamentali da parte del nostro paese, per le lungaggini delle procedure civili, amministrative e penali, mettono in pericolo lo stato di diritto nel nostro paese.
Crediamo, dunque, che questo provvedimento sia necessario, ma del tutto insufficiente a corrispondere ai pericoli cui stiamo esponendo il nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crapolicchio. Ne ha facoltà.
SILVIO CRAPOLICCHIO. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Crapolicchio, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, il gruppo di Alleanza Nazionale ha affrontato con attenzione la discussione di questo provvedimento, in quanto anche Pag. 27noi (non lo nascondiamo) riteniamo importante compiere un passo in avanti su un tema importante come quello della tutela e della promozione dei diritti umani.
Sotto questo profilo, se oggi dovessimo dare una valutazione di principio sull'istituzione della Commissione, saremmo sostanzialmente favorevoli. Fatto è che dobbiamo esaminare il provvedimento così come sta per essere licenziato con il voto finale della Camera dei deputati.
Non possiamo sottrarci dal sottolineare una serie di questioni che, nel corso della discussione sulle linee generali e sulle proposte emendative presentate dal gruppo di Alleanza Nazionale, abbiamo inteso portare all'attenzione del Governo e della maggioranza.
Alcuni aspetti di questo provvedimento non ci convincono e, nonostante gli sforzi fatti (ricordo, in particolare, quelli riguardanti la limitazione del numero dei componenti, l'approvazione di alcuni emendamenti che hanno ridotto la spesa, il rafforzamento dei requisiti dei componenti la Commissione), permangono alcune questioni sulle quali riteniamo doveroso fare una breve riflessione.
La prima questione riguarda il travolgimento delle funzioni tipiche, delle attribuzioni della Commissione. In quest'aula, abbiamo evidenziato la nostra idea su una Commissione di garanzia in questo campo: un organo volto a tutelare i cittadini di fronte alle strutture pubbliche e, quindi, ai poteri pubblici. Invece, dobbiamo registrare l'ampliamento delle funzioni della Commissione che potrebbe interferire nei rapporti tra cittadini ed imprese. La Commissione, quindi, viene scomodata ad intervenire in un'area estremamente delicata, perché, a nostro giudizio, è di pertinenza della magistratura.
Quindi, quest'aspetto è, a nostro avviso, sufficiente ad impedire un voto favorevole. Se poi richiamiamo le sanzioni amministrative che sono state previste nel provvedimento a garanzia dell'intervento della Commissione e, in particolare, le modalità con cui la stessa si comporta nei confronti di questi terzi, per i quali si apre il procedimento amministrativo, le nostre preoccupazioni purtroppo sono destinate ad aumentare. Infatti, allorché i provvedimenti della Commissione non vengano sostanzialmente ottemperati da parte degli uffici pubblici o in sede di rapporti tra privati, ancora una volta, questo tipo di iniziative sfocia di fronte all'autorità giudiziaria.
Anche in questo caso ci troviamo in imbarazzo perché, mentre da un lato il ministro competente si accinge ad individuare delle formule in grado non tanto di restringere il ricorso all'autorità giudiziaria, quanto di limitare le cause poste alla sua attenzione, attraverso provvedimenti come questo ampliamo la sfera di ipotesi per cui ci si può rivolgere a tale autorità.
Questi aspetti sono delicati perché il provvedimento non spiega il tipo di giurisdizione che la Commissione può attivare, rendendo, quindi, difficile l'applicazione delle disposizioni inserite nel provvedimento.
Ci sono poi ulteriori questioni che riteniamo di sottolineare sul piano politico. La nostra idea del Garante non prevedeva soltanto il rafforzamento del cittadino di fronte all'autorità pubblica, ma, in particolare, intendeva anche porre un tema, visto che il campo dei diritti umani è, sicuramente, di altissimo profilo. A fronte della richiesta, pervenuta dalla maggioranza, di rivolgersi all'autorità giudiziaria, abbiamo proposto un nostro modello di Commissione, quindi di Garante, che prevedeva, nei casi in cui non vi fosse stato il rispetto di quegli importanti principi, la possibilità di rivolgersi alle istituzioni più alte: mi riferisco alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica. Volevamo - seguendo l'esempio di altri paesi - che il profilo di questa tipologia di interventi investisse direttamente le istituzioni parlamentari, per quanto concerne i casi di disapplicazione o di disattenzione nei confronti delle iniziative della Commissione. Tra l'altro, il nostro suggerimento prevedeva, per un particolare caso, che a fronte della segnalazione fatta alle Camere ed al ministro competente, quest'ultimo sentisse l'esigenza di rivolgersi alle stesse per segnalare, Pag. 28in un determinato tempo, le iniziative adottate in riferimento alla materia sollevata dalla Commissione e davanti a questa importante istituzione.
Noi riteniamo che sia stato un errore rimettere nelle mani della magistratura, a fronte anche del contrasto con la magistratura di sorveglianza, il riferimento per quanto concerne l'intervento in questi delicati settori. Per noi sarebbe stato più opportuno l'intervento del Parlamento; inoltre si è voluto, per quanto riguarda le funzioni di Garante dei detenuti, attribuire una sorta di doppio binario che ha del paradossale.
In questa Assemblea si è sostenuto di non aver invaso le competenze del magistrato di sorveglianza, in verità si è permesso che i ricorsi e i reclami venissero attribuiti alla Commissione. Voglio sottolineare ancora una volta questo aspetto: cosa succede quando le istanze della Commissione non trovano accoglimento? Do atto al Comitato dei nove, alla maggioranza ed al Governo di aver accolto un intervento utile a permettere la funzione di conciliazione, che riguarda le commissioni di garanzia e che caratterizza gran parte dei paesi europei. Dall'altro lato abbiamo raggiunto quella che ho definito in quest'Assemblea l'eterogenesi dei fini: il reclamante si rivolge alla Commissione - con funzione, in questo caso, di Garante dei detenuti - e, se alla fine del procedimento non viene rispettato dagli uffici il diktat che ha assunto all'esito della procedura, si rivolge, paradossalmente, al giudice di sorveglianza. Quest'ultimo, quindi, sotto il profilo del reclamo è alternativo, ma per quanto riguarda la decisione rappresenta, comunque, lo snodo a cui si riferisce l'intera procedura messa in piedi dalla Commissione.
Quindi, mi chiedo se questa decisione sia sensata e cosa potrebbe accadere se un detenuto, invece di rivolgersi come gli altri alla Commissione, si rivolgesse al magistrato di sorveglianza. Cosa succede se il magistrato di sorveglianza, con riferimento a questioni analoghe, ha preso una decisione nei confronti di quel detenuto e si vede investito, per quanto concerne un altro detenuto con la stessa situazione, alla fine del giudizio per quanto riguarda l'autorità d'intervento della Commissione in funzione di garante?
Ecco, credo che questi nodi non abbiano trovato una soluzione, ma abbiano allontanato anche la questione di fondo che noi volevamo sottolineare, facendo permanere anche ulteriori questioni che vanno richiamate.
La questione a cui faccio particolare riferimento è, infatti, l'allargamento dei poteri della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani sui provvedimenti in materia di libertà personale.
Sono tutti motivi, questi, che inducono il gruppo di Alleanza Nazionale, anche se malvolentieri, a dichiarare la propria astensione dalla votazione finale del testo unificato delle proposte di legge in esame. Infatti, siamo d'accordo sui principi, ma non sulla formulazione del presente provvedimento, il quale, purtroppo, è stato elaborato in un modo che ritengo veramente sbagliato!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, mi limito solo ad annunziare l'astensione nella votazione finale del gruppo dell'UDC e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata De Zulueta. Ne ha facoltà.
TANA DE ZULUETA. Signor Presidente, annuncio, con convinzione e soddisfazione, il voto favorevole del gruppo Pag. 29dei Verdi sul provvedimento in esame, ritenendo che il testo licenziato dall'Assemblea sia un combinato disposto di una particolare efficacia; Siamo infatti riusciti a predisporre un testo unificato delle diverse proposte di legge presentate in materia. Ricordo, infatti, che la proposta di legge da me presentata prevedeva l'istituzione della Commissione italiana per la promozione e la protezione dei diritti umani, mentre quella depositata dall'onorevole Boato prevedeva la costituzione di un Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
Credo che abbiamo realizzato tutto ciò nel rispetto delle linee guida indicate dalle Nazioni Unite, anche grazie all'assistenza fornita dall'Alto Commissario dell'ONU per i diritti umani di Ginevra, il quale ci ha anche scritto raccomandando una piena adesione ai cosiddetti principi di Parigi.
Ribadendo la nostra soddisfazione per questa deliberazione, quindi, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, anch'io preannunzio brevemente il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori al provvedimento in esame, il quale risponde a raccomandazioni internazionali su questioni fondamentali, come la tutela dei diritti umani e la protezione dei diritti dei detenuti.
Voteremo a favore dopo che tale provvedimento ha subito alcune radicali modifiche migliorative su due aspetti, sui quali il nostro gruppo ha esercitato una rigorosa vigilanza. Il primo di essi è costituito dal presidio di costituzionalità contro i rischi di espropriazione dei compiti della magistratura di sorveglianza.
Ricordo, a tale proposito, che in Italia tale funzione è giurisdizionalizzata; quindi, attribuirne i poteri ad un organo amministrativo, quale è il Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, avrebbe rappresentato una clamorosa ed inaccettabile marcia indietro. Siamo orgogliosi, quindi, che una nostra raccomandazione in tal senso sia stata accolta dalla Commissione di merito. Tale organismo, infatti, ha trovato un'intelligente formulazione del testo, che permette di salvaguardare i poteri assegnati alla magistratura di sorveglianza, attribuendole, in definitiva, il potere decisionale sui reclami. Per un altro verso, la stessa Commissione ha consentito che tale organo, oberato di compiti, possa essere coadiuvato dal Garante in oggetto, il quale svolgerebbe una funzione «di mediazione» e comunque di istruzione dei relativi procedimenti.
Il secondo aspetto sul quale abbiamo esercitato egualmente una vigilanza particolare è stato il contenimento della spesa: infatti, una nostra proposta emendativa, concernente il dimezzamento dei componenti la Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani, è stata approvata dall'Assemblea. Ciò ha comportato una riduzione di spesa pari a un milione di euro, e quindi ci riteniamo soddisfatti anche del fatto che Parlamento ha lanciato un messaggio di austerità al paese.
Pertanto, per queste ragioni e rimarcando ancora una volta il ruolo decisivo che l'Italia dei Valori, con il concorso della I Commissione, ha svolto per migliorare il provvedimento in esame, ribadisco il voto favorevole del nostro gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, preannunzio che il nostro gruppo voterà contro il provvedimento in esame. Ciò non perché siamo contrari alla tutela dei diritti umani e Pag. 30neppure perché siamo contro il rispetto della dignità dei detenuti: assolutamente no! Noi voteremo contro per due ordini di motivi, uno dei quali ha carattere politico e riguarda la vera ragione dell'approvazione di questo provvedimento, che è un esempio di 'marchetta' ideologica lontanissima dai problemi del paese. Oggi, alcune questioni, come la sicurezza e l'esigenza di trasmettere il messaggio che si intende tutelare le vittime dei reati, sono sotto gli occhi di tutti. Tuttavia, su questi versanti, la risposta che il Governo ha proposto all'esame del Parlamento è completamente in controtendenza rispetto ai bisogni reali del paese. Dal punto di vista della sicurezza, abbiamo infatti assistito al varo del provvedimento sull'indulto, che ha scarcerato migliaia di detenuti, alcuni pericolosi; molti di costoro si sono poi nuovamente inseriti nel circuito criminale, commettendo anche reati di particolare gravità.
Inoltre, questo Governo e questa maggioranza portano avanti una politica di immigrazione libera. Il paese non ha bisogno di immigrazione libera; al contrario, ha bisogno di un controllo dell'immigrazione, fenomeno che deve essere regolamentato e gestito.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 11,43).
ROBERTO COTA. Le risposte date sono dunque assolutamente in controtendenza rispetto ai bisogni del paese.
Quanto alla tutela delle vittime dei reati, vorrei ricordare, mentre stiamo per approvare il provvedimento in esame - che istituisce una commissione ed un fantomatico garante del rispetto dei diritti dei detenuti -, come attenda ancora di essere ratificata dal nostro paese una convenzione del 1983, la convenzione europea sulle vittime dei reati violenti. Chi subisce un reato violento oggi non è tutelato, nonostante la stessa Europa ci ricordi che gli Stati dovrebbero introdurre nei loro rispettivi ordinamenti forme di tutela specifiche. Allora, non si ratifica, non si introduce nel nostro ordinamento questa convenzione, ma si trova, invece, il tempo (due giorni e più di discussioni) per approvare il testo unificato di alcune proposte di legge sulla tutela degli autori dei reati! Ritengo che questo sia un messaggio sbagliato, sia una 'marchetta' ideologica. Non possiamo condividere il messaggio politico che uscirebbe dall'approvazione di questo provvedimento. Inoltre, esistono altri aspetti della questione che ci lasciano perplessi. Assolutamente non siamo contro la tutela dei diritti umani; anzi, li difendiamo in tutte le sedi. Neppure siamo contrari al fatto che gli stessi diritti umani debbano essere rispettati negli istituti di pena o nei centri di permanenza temporanea. Però, questo provvedimento non raggiunge in alcun modo lo scopo; è un intervento inutile, che crea un carrozzone inutile, che servirà, nella migliore delle ipotesi, per sistemare qualche rappresentante della sinistra, oltretutto senza che abbia particolari competenze. È stato infatti approvato un emendamento che amplia di molto la possibilità di essere nominati in tale organo, nel senso che non si richiedono particolari competenze tecniche. Si crea per l'appunto un organismo, un carrozzone inutile, che serve per «piazzare» qualche «residuato» della politica e a tal fine, si prevede uno stanziamento di ben 8 milioni di euro ovvero 16 miliardi di vecchie lire. Ma non soltanto desta preoccupazione l'inutilità di questo organismo, che certamente non recherà alcun giovamento sui versanti del rispetto dei diritti umani e delle garanzie dei diritti dei detenuti; si determina anche una pericolosa interferenza con le competenze della magistratura di sorveglianza. L'abbiamo sostenuto più volte in Assemblea durante tutti gli interventi svolti. Addirittura, c'è una norma che prevede espressamente che i detenuti, in alternativa, potranno ricorrere alla magistratura di sorveglianza o alla figura del garante, che è stata sostituita con la commissione in virtù degli emendamenti che sono stati approvati.
Tutto il procedimento di esecuzione della pena, come abbiamo ricordato, è giurisdizionalizzato ed è rimesso nel nostro Pag. 31ordinamento alla competenza di un giudice. Noi abbiamo bisogno che questo procedimento sia giurisdizionalizzato, perché troppe volte durante l'esecuzione della pena abbiamo assistito a situazioni in cui il meccanismo si è inceppato e persone che non dovevano uscire dal carcere, ne sono uscite e hanno commesso altri reati.
Questa è la realtà di questi anni e il provvedimento in esame, per l'ennesima volta, va in contrasto con il principio dell'effettività della pena. Creare questa sovrapposizione di funzioni è assolutamente dannoso, perché, se è stata creata la magistratura di sorveglianza, è bene che la fase dell'esecuzione della pena sia competenza del tribunale e del magistrato di sorveglianza, con riferimento ai reclami relativi alla gestione pratica dell'esecuzione della pena stessa. Con questo provvedimento, invece, si crea un nuovo organismo con competenze che assolutamente si sovrappongono con quelle della magistratura, introducendo norme incostituzionali o che, quanto meno, noi giudichiamo potenzialmente incostituzionali.
Quindi, state attenti, perché con l'approvazione di questa legge, basterà che un magistrato decida di sollevare l'eccezione di incostituzionalità, perché essa sia sottoposta al giudizio della Corte costituzionale e vi sono molte probabilità che venga dichiarata incostituzionale, perché ricordo ai colleghi che la stessa Corte costituzionale in più occasioni ha stabilito che la fase dell'esecuzione della pena è rimessa al controllo giurisdizionale del giudice.
Introdurre un'altra figura con competenze che si sovrappongono a quelle di un altro organismo costituisce una violazione del principio del giudice naturale e precostituito per legge. Quindi, per fare una «marchetta ideologica», avete creato un carrozzone inutile e avete introdotto nel nostro ordinamento una disposizione incostituzionale.
Noi siamo sempre dalla parte delle vittime dei reati e non da quella degli autori e dei colpevoli dei reati e pensiamo che questo Parlamento abbia bisogno di dare dei segnali a tutela delle vittime dei reati, non dei loro autori (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Fermo restando il diritto di tutti i colleghi che hanno chiesto di parlare per dichiarazione di voto ad esprimersi, mi appello alla collaborazione con la Presidenza per rispettare il programma dei lavori che abbiamo definito.
Come sapete, è prevista la commemorazione del professor Andreatta e, successivamente, una votazione per appello nominale. Vorremmo concludere i lavori entro un tempo ragionevole.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 11,50)
PRESIDENTE. Onorevole Daniele Farina, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, in altre occasioni recenti è successo che ho consegnato la mia dichiarazione di voto, mentre altri deputati sono intervenuti. Quindi, questa volta intendo parlare, seppur brevissimamente.
Alla luce della tradizione e della sensibilità del partito al quale appartengo, preannuncio il voto favorevole a questo provvedimento, teso all'istituzione di una commissione nazionale per i diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
Non ci convincono, signor Presidente, le due obiezioni che abbiamo ascoltato nel Pag. 32corso di questo dibattito relativamente al paragone con la legge sull'indulto e ai rapporti con la magistratura.
Sulla prima osservo soltanto che appare assolutamente incomprensibile un no congiunto sia alla legge sull'indulto sia a quella che stiamo per approvare: se la prima è la presa d'atto - in fondo una sconfitta - di una situazione creatasi all'interno delle carceri non più sostenibile, questa rappresenta un'iniziativa volta alla sorveglianza e alla tutela dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
Non mi convince l'idea che se si vuole applicare il principio di effettività della pena, allora non bisogna sorvegliare affinché siano garantiti a coloro che la pena la stanno scontando i diritti di civiltà e di rispetto delle persone umane.
Non mi convince neanche l'idea che la norma che ci accingiamo ad approvare possa rappresentare una forma di tutela della magistratura o un'iniziativa che possa metterne in discussione l'autonomia. Non è possibile pensare che i diritti di libertà individuali e, in questo caso direi, di civiltà, possano essere delegati ad altri se non a chi è costituzionalmente preposto a promuoverli e a vigilare sul rispetto degli stessi: il Parlamento della Repubblica italiana. Da questo punto di vista, ritengo che il provvedimento in esame testimoni la volontà del Parlamento italiano di agire secondo i dettami della Costituzione per tutelare quei diritti che la stessa Carta costituzionale mette in chiaro e al di sopra di qualsiasi appartenenza e ideologia.
Molte regioni hanno promosso ed approvato nel corso di questi anni, di questi mesi, leggi che prevedono l'istituzione del garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale. Altre regioni stanno maturando questa volontà (in alcuni casi, apposite leggi sono in corso di approvazione). Conseguentemente, sarà indispensabile instaurare un rapporto tra la commissione, che noi istituiremo approvando questo provvedimento, e questi istituti di carattere regionale, in modo che l'esercizio e la tutela di tali diritti sia garantita in tutta la nazione.
Con questa sensibilità e sottolineando i principi inalienabili, anche della persona detenuta, preannuncio, a nome del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista, il voto favorevole su questo provvedimento volto ad istituire la Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e il Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nucara. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, preannuncio, a nome della componente politica dei Repubblicani, Liberali, Riformatori, il voto favorevole sul provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo Forza Italia era favorevole alla scelta di fondo insita in questo provvedimento. Riteniamo, infatti, che curarsi della tutela dei diritti umani sia importante. Inoltre, in Italia mancava, perché non previsto da alcuna norma, un organismo eminente che si occupasse di questo aspetto.
Purtroppo, non ci pare che sia stato affrontato nel modo che intendevamo l'argomento, perché troviamo quella norma che prevede pesanti sanzioni in relazione alla richiesta di informative o all'esibizione di documenti: è una previsione che non si pone bene in un provvedimento che istituisce il Garante dei diritti umani. Questo Garante esordisce con una logica in qualche modo punitiva e sanzionatoria che era meglio lasciare da parte.
Per quanto riguarda l'aspetto delle garanzie dei detenuti, riteniamo che questi ultimi debbano avere la più ampia tutela possibile e che quindi il rapporto fra questa nuova Commissione e la magistratura di sorveglianza debba essere attivo senza arrivare a confliggere.Pag. 33
Ci pare che, a seguito di alcuni miglioramenti, grazie anche al lavoro della relatrice Mascia, si sia realizzato un buon testo, anche se, sull'una e sull'altra parte, ci auguriamo che il Senato operi ancora qualche miglioramento.
Qualcuno dice che si è istituito un carrozzone: anche noi abbiamo avuto questa sensazione, però, nel complesso, quanto si è realizzato ci pare sia da valutare in termini, se non fortemente positivi, quantomeno di possibile astensione da parte del nostro gruppo.
Certamente, l'aumento delle authority in questo paese può diventare, alla fine, pericoloso. Giovenale diceva: «Quis custodiet custodes». Alla fine, dovremo pensare ad istituire un'autorità che vada a sorvegliare le altre authority talmente saranno diventate numerose (questa, però, è un'annotazione un po' politica e un po' di costume)!
Per quanto riguarda, in conclusione, questo provvedimento, anche alla luce delle critiche che sono state fatte - riprendo il mio intervento in discussione generale, le diverse considerazioni da me svolte durante l'illustrazione e la votazione degli emendamenti, così come l'intervento del collega Contento - molto verrà affidato a chi avrà l'onere di portare avanti l'attività, sia della parte relativa ai diritti umani, sia di quella afferente alle garanzie dei detenuti.
Un bellissimo libro storico-filosofico, di Arturo Pérez-Reverte dal titolo Il maestro di scherma spiega come anche un fioretto, da sportivo, con il bottone sulla punta, possa, se usato in un certo modo, uccidere una persona. Noi ci auguriamo che quanti andranno a costituire questa autorità, saranno mossi dalla volontà di offrire una garanzia reale, non burocratica e «antipatica» sul piano dell'applicazione degli strumenti, dei diritti umani, andando incontro alle reali esigenze dei detenuti, senza dimenticare le vittime dei reati. Queste sono alla nostra attenzione e forse anche per loro un'autorità di garanzia potrebbe essere istituita.
Il voto di Forza Italia sarà, pertanto, un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Marisa Nicchi. Ne ha facoltà.
MARISA NICCHI. Signor Presidente, consegnerò il testo scritto, ma desidero comunque sottolineare alcune ragioni che motivano il convinto voto favorevole del gruppo L'Ulivo sul testo unificato in esame. È una progetto di legge che dà seguito ad una risoluzione delle Nazioni Unite rimasta inattuata sul tema fondamentale dei diritti umani e prevede una funzione cruciale come quella di tutelare i diritti delle persone detenute o private delle libertà personali.
C'è una aspettativa su questa materia, maturata attraverso molte iniziative legislative e confluita in questo testo; una materia maturata e sperimentata in molte esperienze locali, oltre che con molti riferimenti europei.
Per noi la privazione o la limitazione della libertà, ovunque avvenga, non deve mai assumere i caratteri di un accanimento improprio. Deve essere conforme al dettato della Costituzione, che prevede per la pena una funzione educativa e non quella di arrecare una umiliazione aggiuntiva. Con questo provvedimento si dà seguito ad esigenze maturate a seguito di ben due sentenze della Corte costituzionale e si dà così vita a procedure stringenti di tutela della legalità dei detenuti, nel rispetto della funzione prevista dalla Costituzione, come ha spiegato bene l'onorevole Palomba. Per questo il nostro voto su questo provvedimento sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Deputata Nicchi, la Presidenza consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti, la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della sua dichiarazione di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pag. 34Cirielli, al quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Preannuncio il voto contrario del nostro gruppo su questo provvedimento ed esprimo una ferma protesta rispetto all'approvazione di questa legge, non perché chi parla sia contrario al principio della salvaguardia dei diritti umani, soprattutto delle persone detenute, ma perché ritengo, come tutti dovrebbero ritenere, che in Italia questo compito sia affidato la magistratura di sorveglianza. L'idea che si sprechino 8 milioni di euro semplicemente per un'operazione clientelare, per certi versi anche ideologica, è la dimostrazione di come questa maggioranza intende condurre il Governo della nazione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Desidero ringraziare i funzionari, le funzionarie della Commissione e dell'Assemblea per il loro prezioso contributo e naturalmente tutti i colleghi della Commissione, che hanno contribuito alla stesura di un testo molto impegnativo ed anche atteso all'esterno del Parlamento (Applausi).
(Coordinamento formale - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge n. 626-1090-1441-2018-A/R, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e del Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale» (626-1090-1441-2018-A/R):
Presenti 447
Votanti 302
Astenuti 145
Maggioranza 152
Hanno votato sì 267
Hanno votato no 35
(La Camera approva - Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Verdi - Vedi votazioni).
Prendo atto che la deputata Amici non è riuscita a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.