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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Dichiarazioni del ministro della solidarietà sociale in tema di immigrazione e di condizioni dello straniero - n. 3-00794)
PRESIDENTE. L'onorevole Allasia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-00794
(Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13), di cui è cofirmatario.
Ricordo all'onorevole Allasia che ha un minuto di tempo disposizione.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, l'interrogazione è volta a togliere ogni dubbio a noi ed a tutto il popolo italiano in ordine alle affermazioni del ministro della solidarietà sociale, il quale ha dichiarato alla stampa che «si devono equiparare i diritti civili, in tempi ragionevoli; equiparare i diritti sociali e riconoscere le appartenenze religiose e culturali. Il nostro Stato deve valorizzare diverse fedi come legittime e riconosciute». Inoltre, egli ha poi aggiunto che «il numero degli immigrati regolari che realizzano nel nostro Paese reati, violenze e furti è estremamente più basso della media dei delinquenti italiani».
Infine, egli ha affermato che vi è un risparmio per ogni immigrato di 150 mila euro, quanto costerebbe allevare una persona dalla nascita al compimento del ventesimo anno di età, e che la destra populista sta cercando un capro espiatorio per queste problematiche. Ciò contrasta con il vostro programma e con le note vicende del muro di Padova voluto da un'amministrazione di sinistra.
Chiediamo se il ministro non ritenga che prese di posizione come quelle riportate non finiscano per costituire un incentivo all'immigrazione clandestina e ad uno sfruttamento della manodopera immigrata.
PRESIDENTE. Il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, non credo che queste dichiarazioni costituiscano un incentivo all'immigrazione clandestina. Anzi, posso notare che già nello scorso anno gli immigrati che clandestinamente sono arrivati a Lampedusa sono diminuiti rispetto all'anno precedente. Evidentemente, questo e altri ministri del Governo incentivano in misura minore l'immigrazione clandestina anche a Lampedusa rispetto a quanto è stato fatto in precedenza.
La questione che abbiamo davanti è abbastanza semplice: l'Italia ha bisogno di immigrati. Gran parte della manodopera nell'edilizia e nell'agricoltura è costituita da immigrati. In Pianura Padana quasi tutti i mungitori - quelli che un tempo si chiamavano i «bergamini» - o le badanti che si prendono cura dei nostri anziani Pag. 67nelle nostre case, piuttosto che molti operai nel nord, in particolare nel nord-est, sono immigrati e le imprese, come le famiglie, hanno bisogno di loro.
Il problema politico enorme che abbiamo di fronte è come far sì che questi immigrati possano entrare in Italia in modo legale, considerato che la legge fin qui sperimentata, in realtà, ha determinato che la maggior parte degli immigrati entra in Italia in modo illegale, ci rimane clandestinamente e, quindi, svolge lavoro nero; lavoro che è molto sfruttato, alimenta evidentemente l'evasione fiscale e produce una concorrenza al ribasso rispetto al resto dei lavoratori regolari assolutamente inaccettabile.
La prima questione che dobbiamo affrontare è come far sì che la domanda e l'offerta di lavoro si possano incontrare in modo regolare e per questo stiamo predisponendo un provvedimento che ridisegna le modalità di ingresso per favorire la regolarità. Non si tratta di avere più immigrati, ma di far sì che l'ingresso avvenga in modo regolare.
La seconda questione, trattandosi di persone che in larga parte vengono in Italia per rimanerci, riguarda le politiche di integrazione, cioè come fare in modo che gli immigrati che vengono in Italia, come i nostri connazionali andati all'estero in altri periodi, si integrino nel nostro tessuto sociale. Per questo pensiamo che aspetti decisivi siano imparare la lingua italiana e l'adesione ai valori della nostra Costituzione che prevede l'uguaglianza tra i cittadini (ad esempio tra uomo e donna) e che parimenti siano necessarie l'uguaglianza dei diritti sociali (se i lavoratori immigrati fossero pagati meno dei lavoratori italiani, si produrrebbe una concorrenza al ribasso e, quindi, una guerra tra poveri) e l'uguaglianza dei diritti civili che, per chi vive e lavora nel nostro paese, un normale elemento di civiltà.
Per questo siamo impegnati nel percorso indicato, che riteniamo sia l'unico in grado di gestire nella regolarità e nella legalità quel grande fenomeno storico che risponde al nome di «immigrazione».
PRESIDENTE. L'onorevole Allasia ha facoltà di replicare.
STEFANO ALLASIA. Signor ministro, la sua risposta è molto «latitante» rispetto alla domanda che le ho posto e risulta insoddisfacente non solo per me e per il gruppo della Lega nord Padania, ma per l'intero popolo italiano. È vero che il numero degli immigrati è diminuito negli ultimi anni, ma ciò è avvenuto soprattutto grazie alla legislazione del Governo precedente, cioè alla legge cosiddetta Bossi-Fini, molto più rigorosa della precedente legge cosiddetta Turco-Napolitano.
Quanto lei ha detto è in gran parte veritiero. È vero che gli immigrati vengono utilizzati come badanti, muratori, raccoglitori di frutta, ma ciò avviene sottocosto. Si renda conto, sia realistico e dica che questi personaggi, questi immigrati sono sfruttati a circa due euro l'ora. È improponibile l'equiparazione tra un italiano e un immigrato. In Italia vi è una forte crisi occupazionale ed è necessario mettere mano a questo settore, ma ciò non può avvenire facendo entrare nel nostro paese manodopera a basso costo, bensì cercando di specializzare queste persone e fare in modo che tutti gli italiani lavorino. Secondo noi questa è la strada maestra per risolvere il problema della disoccupazione.
Inoltre, non troviamo assolutamente riscontro alle dichiarazioni da lei fatte nel programma proposto agli italiani. Parlare di un risparmio per lo Stato di 150 mila euro per ogni bambino italiano in meno che nasce mi sembra aberrante. Non vi è un interesse umanitario nella vostra proposta, ma un mero interesse economico. Allora, nel prossimo decreto-legge «mille proroghe» o nel prossimo disegno di legge finanziaria o nel prossimo provvedimento relativo alle liberalizzazioni (come le chiamate voi) inserite la castrazione o la sterilizzazione degli italiani, così risolverete il problema di far crescere gli italiani nel territorio italiano, riuscendo così ad aprire maggiormente il nostro territorio agli extracomunitari.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.