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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (ore 15,05).
(Iniziative in relazione alle intercettazioni telefoniche e ambientali disposte dalla procura della Repubblica di Potenza - n. 3-00798)
PRESIDENTE. Il deputato Buemi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00798 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, signor ministro, da notizie di stampa è emerso come la procura di Potenza, malgrado le sue ridotte dimensioni, abbia utilizzato in maniera molto ampia lo strumento delle intercettazioni telefoniche e ambientali, con dei costi molto rilevanti, se si considera la condizione della giustizia nel nostro paese, in particolare nelle nostre procure e nei nostri tribunali, che mancano addirittura degli strumenti minimi di lavoro.
A fronte di tutto questo, le chiedo allora, signor ministro, quali siano le misure adottate per fare in modo che questo strumento (che certamente è necessario in molte inchieste) venga utilizzato in maniera equilibrata, considerando tra l'altro che si tratta di uno strumento particolarmente invasivo della privacy delle persone e che produce una mole di documentazioni che spesso non vengono utilizzate, ma che producono invece danni alle persone coinvolte..
PRESIDENTE. Il ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, gli onorevoli interroganti conoscono la mia sensibilità rispetto ai problemi che le intercettazioni pongono.
Spero che la mia sensibilità sia uguale a quella del Parlamento e che quella del Parlamento sia uguale alla mia, perché spero che lo stesso Parlamento possa deliberare il più presto possibile al riguardo.
Sin dal mio insediamento al Ministero della giustizia ho stigmatizzato in particolare il fenomeno dell'indebita propalazione del contenuto delle intercettazioni. Come è noto, ho assunte iniziative anche di carattere normativo in relazione alla problematica della pubblicità degli atti di indagine e delle intercettazioni telefoniche per garantire, da una parte, il diritto dei cittadini ad essere informati e, dall'altra, quello della stampa ad informare.
Il contemperamento di tali diritti deve realizzarsi senza però che ne consegua un Pag. 2pregiudizio per le indagini, ovvero una indebita propalazione di notizie riservate, soprattutto se relative a terzi estranei al procedimento penale.
Non mi soffermerò quindi oltre su tali aspetti. Per quanto riguarda, invece, l'oggetto più specifico della richiesta da parte degli interroganti, relativo al numero delle intercettazioni telefoniche e ambientali disposte dalla procura della Repubblica di Potenza ed ai relativi costi per l'erario, faccio presente che, dai dati in possesso della Direzione generale di statistica del mio ministero, risultano emessi 526 decreti nell'anno 2003, 450 decreti nel 2004, 838 decreti nel 2005 e 808 decreti nel 2006.
Nell'anno 2003, sempre secondo i dati forniti dalla direzione generale, l'importo della fatturazione per intercettazioni è stato pari ad euro 1.534.456. Nel 2004 tale importo è stato pari ad euro 2.305.406, mentre nel 2005 esso è stato di euro 1.679.850. Nel 2006 la spesa è stata di euro 1.638.100.
Concludo dicendo che, allo stato, non possono ritenersi sussistenti i presupposti per trasmettere i dati in questione alla procura della Corte dei conti. Devo rilevare, infatti, che le intercettazioni sono state disposte con provvedimento motivato dal GIP, a seguito di richiesta anch'essa motivata del pubblico ministero.
Non risultano d'altronde elementi in base ai quali affermare, allo stato delle nostre conoscenze (è in atto anche un'ispezione al riguardo nella sede di Potenza), che le attività processuali compiute siano caratterizzate da illegittimità o irregolarità e che, quindi, costituiscano fonte di responsabilità contabile.
PRESIDENTE. Il deputato Buemi ha facoltà di replicare.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, ringrazio il signor ministro per i dati forniti che, tra l'altro, sono particolarmente esemplificativi di una situazione che procede, in maniera rilevante, verso una dimensione di costi assolutamente insostenibili per quanto riguarda il nostro sistema giudiziario.
Se tutte le procure avessero lo stesso tipo di andamento e di proporzionalità per quanto riguarda le risorse utilizzate, buona parte del bilancio del suo ministero, signor ministro, dovrebbe essere destinato alle intercettazioni telefoniche.
Credo che, comunque, sia necessario tenere presente che vi deve essere sempre un certo rapporto tra i costi ed i benefici delle risorse che vengono utilizzate ed investite.
Da questo punto di vista, mi pare che i risultati non siano particolarmente entusiasmanti. Certamente si alza attorno alla questione un grande clamore, ma quando l'intercettazione viene calata come una rete nel mare, senza obiettivi precisi o comunque con obiettivi incerti, si producono conseguenze negative: ingenti risorse vengono sottratte alla giustizia - che invece dovrebbe fornire risposte ai cittadini -, producendo dei danni alle persone che sono coinvolte indirettamente nel fenomeno delle intercettazioni (le loro comunicazioni vengono infatti registrate nei verbali, con tutte le conseguenze che conosciamo, e la discussione del fenomeno in Parlamento ne è testimonianza). Si producono, pertanto, lesioni forti ai principi costituzionali che, invece, devono essere garantiti.
Pertanto, signor ministro, pur apprezzando la sua risposta, mi auguro che vi sia un'attenta valutazione per quanto riguarda i costi ed i benefici e, quindi, un richiamo alle responsabilità da parte dell'organizzazione preposta alla verifica di tali costi.
In particolare, la Corte dei conti, pur non ravvisando alcuna responsabilità diretta, potrebbe intervenire, come fa per molte amministrazioni, a campione (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno, Verdi e Popolari-Udeur).