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Si riprende la discussione.
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 15-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 15 sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.
MASSIMO VANNUCCI, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere favorevole all'emendamento Osvaldo Napoli 3.60, a condizione che venga riformulato nel seguente modo: Al comma 1, sostituire le parole da: «l'associazionismo dei comuni» fino a: «nelle forme dell'unione» con le seguenti: «la gestione associata dei servizi e delle funzioni comunali, in particolare tra comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti, nella forma delle unioni».
Le Commissioni inoltre esprimono parere favorevole sugli identici emendamenti Margiotta 3.50, Verro 3.55 e Alberto Giorgetti 3.63, raccomandano l'approvazione dei propri emendamenti 3.100 e 3.101 ed esprimono parere favorevole sugli emendamenti Pag. 31Garavaglia 3.56, Nannicini 3.53 e Dussin 3.57. Le Commissioni, infine, invitano al ritiro di tutti i restanti emendamenti.
PRESIDENTE. Il Governo?
PIETRO COLONNELLA, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Avverto che, qualora i presentatori non comunichino il ritiro delle proposte emendative per le quali vi è stato un invito in tal senso, la Presidenza li porrà in votazione con parere contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 3.59. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Napoli.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, l'emendamento è finalizzato esclusivamente ad evitare una eccessiva frammentazione della rappresentanza degli enti locali. Quindi, esso andrebbe incontro ad esigenze di concretezza. Anche per questo, non riesco a capire il parere contrario del Governo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 3.59, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 457
Astenuti 2
Maggioranza 229
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 243).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 3.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 460
Astenuti 2
Maggioranza 231
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 242).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zanetta 3.64.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, anche questo emendamento è teso a limitare quell'effetto annuncio che è giunto anche in quest'aula, proponendo di sostituire, al comma 1 dell'articolo 3, le parole «possono promuovere» con le parole «promuovono».
Credo che dobbiamo avere il coraggio - noi siamo lo Stato - di indicare alle regioni un'azione vera e concreta. Invito le Commissioni a riflettere sulla modifica proposta; visto che la concretezza viene sollecitata da più parti per adottare un provvedimento vero, mi sembra logico che almeno in un articolo come questo ci sia un qualcosa di più concreto. Di conseguenza, invito l'Assemblea a riflettere e ad esprimere un voto favorevole sul mio emendamento 3.64.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zanetta 3.64, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 454
Astenuti 12
Maggioranza 228
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 247).
Prendo atto che la deputata D'Ippolito Vitale non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 3.60, sul quale vi è un parere favorevole delle Commissioni e del Governo, subordinato ad una proposta di riformulazione.
Onorevole Osvaldo Napoli, accetta la riformulazione proposta dal relatore?
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, non posso che accettare la riformulazione, in quanto il tema delle gestioni associate assume un ruolo centrale nella definizione di un sistema più efficace e razionale per l'erogazione dei servizi. Quindi, accetto la riformulazione proposta dalle Commissioni.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 3.60, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 469
Astenuti 4
Maggioranza 235
Hanno votato sì 467
Hanno votato no 2).
Passiamo all'emendamento Acerbo 3.10.
MAURIZIO ACERBO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente, annuncio il ritiro del mio emendamento 3.10.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Osvaldo Napoli 3.12.
Onorevole Osvaldo Napoli, le ricordo che in relazione al suo emendamento 3.12 era stato formulato un invito al ritiro.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, il mio emendamento 3.12 è volto a determinare minori oneri a carico dei piccoli comuni - mi rivolgo in modo particolare ai colleghi del centrosinistra -, che a volte si trovano nell'impossibilità di avviare determinati progetti. Infatti, in alcuni casi l'affidamento esterno di progettazioni risulta molto oneroso e, quindi, non conveniente per l'ente.
Per ovviare a tutto ciò, se internamente il comune avesse un responsabile di procedimento con determinati requisiti, questi potrebbe provvedere anche alla progettazione, in maniera tale da unificare le figure ed ottenere un risparmio notevole per l'amministrazione.
Tenete presente tutto ciò, perché credo che in questa maniera potremmo concretamente andare incontro alle esigenze dei piccoli comuni. Quindi, mi auguro che anche in questo caso ci sia un ripensamento dei colleghi parlamentari.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 3.12, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 467
Astenuti 3
Maggioranza 234
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 240).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pegolo 3.14, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Commenti).
(Presenti 465
Votanti 461
Astenuti 4
Maggioranza 231
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 227).
Colleghi, un attimo di pazienza, perché stiamo verificando le modifiche intervenute a seguito dell'approvazione dell'emendamento Pegolo 3.14.
Passiamo all'emendamento Caparini 3.15.
MASSIMO GARAVAGLIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, in relazione agli emendamenti Caparini 3.15 e Dussin 3.16, e anche alla votazione...
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Garavaglia, ma debbo avvertire che l'emendamento successivo, Dussin 3.16, è stato precluso dall'approvazione dell'emendamento Pegolo 3.14, in quanto relativo alla lettera b), che è stata soppressa. Prego, prosegua pure.
MASSIMO GARAVAGLIA. Intervengo proprio per annunciare che ritiriamo gli emendamenti Caparini 3.15 e Dussin 3.16, pur precluso dalla votazione precedente. Abbiamo già predisposto un ordine del giorno che mira alla semplificazione degli appalti per i piccoli comuni, per cui a questo punto chiediamo un impegno formale da parte del Governo affinché, anche alla luce della votazione precedente, nella prossima riforma del codice degli appalti si affronti la materia in maniera organica e coerente, arrivando ad una effettiva semplificazione degli appalti sia per gli affidi sia per il piano triennale.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Garavaglia. L'emendamento Caparini 3.15 è stato dunque ritirato come l'emendamento Dussin 3.16, già precluso dall'approvazione del precedente Pegolo 3.14.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Margiotta 3.50, Verro 3.55 e Alberto Giorgetti 3.63, accettati dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato sì 467).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 3.61.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbieri. Ne ha facoltà.
EMERENZIO BARBIERI. Presidente, la ringrazio, ma pensavo che lei guardasse più volentieri a destra che a sinistra: vedo, però, che bisogna farsi sentire...!
Pag. 34ROBERTO GIACHETTI. Fattene una ragione!
EMERENZIO BARBIERI. Vorrei sollevare un problema molto serio alla Commissione e al relatore Iannuzzi. La Commissione cultura all'unanimità, presidente il comunista Folena, ha posto una condizione di cui le vostre due Commissioni non hanno tenuto conto in alcuna misura e che ora vorrei richiamare all'attenzione dell'Assemblea.
Noi chiedevamo di sopprimere il comma 6 dell'articolo 3, in considerazione del suo contrasto con i principi istituzionali in materia di beni culturali, nonché - e questo davvero è ben strano che, onorevole Iannuzzi, conoscendo la sua formazione e la sua militanza politica, lei non ne abbia tenuto conto - «con i principi costituzionali in materia di rapporti tra Stato e Chiesa cattolica, ai sensi dell'articolo 7 Cost.».
Vorrei capire per quale motivo non si sia tenuto conto - e chiedo soltanto di spiegarne la motivazione non solo al sottoscritto, ma a tutti i suoi componenti - della condizione espressa in modo unanime da una Commissione. Vi segnalo, tra l'altro, che l'ipotizzata copertura finanziaria delle indicate convenzioni non è in alcun modo realizzabile con i fondi assegnati al Ministero per i beni e le attività culturali, sulla base delle risorse provenienti dal gioco del lotto, perché in relazione ad essi vi è già una programmazione in atto che, per gran parte, va a beneficio di beni culturali di interesse religioso.
Allora, chiedo ai relatori la cortesia di spiegare all'Assemblea per quale motivo non si è voluta tenere assolutamente in considerazione tale questione. Mi rivolgo ai due relatori e, in particolare, all'onorevole Iannuzzi, se avesse il piacere di ascoltarmi. Se invece di ascoltarmi, egli continua a parlare con i suoi colleghi, diventa difficile interloquire tra maggioranza e opposizione.
Il mancato ritiro di questo comma è un fatto grave, e non so se è stato valutato. Vi pregherei, per cortesia, di fornirmi una risposta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 3.61, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 459
Astenuti 8
Maggioranza 230
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 242).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Nannicini 3.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nannicini. Ne ha facoltà.
ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, il testo unificato stabilisce che le convenzioni di cui al comma 6 dell'articolo 3 sono finanziate dal Ministero per i beni e le attività culturali per una quota non superiore al 20 per cento delle risorse messe a disposizione. Ora, ciò renderebbe possibile il finanziamento per una quota che va dallo 0 al 20 per cento; quindi, occorre fissare un limite minimo. Infatti, potrebbe accadere che nessuno impieghi le risorse ottenute con il gioco del lotto per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale presente nei piccoli comuni. Quando si stabilisce una quota non superiore al 20 per cento, non si fissa un limite, perché per arrivare a 20 si parte da zero.
Il mio emendamento proponeva di inserire un limite minimo della quota non inferiore al 10 per cento: ciò darebbe certezza nelle scelte da compiere nel settore delle convenzioni per valorizzare il patrimonio artistico. Non ho compreso perché le Commissioni abbiano espresso un parere contrario sul mio emendamento 3.51.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nannicini 3.51, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 460
Astenuti 9
Maggioranza 231
Hanno votato sì 86
Hanno votato no 374).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Acerbo 3.58.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Acerbo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente, non condivido il parere espresso dai relatori e dal Governo sul mio emendamento 3.58, anche se si è compiuto uno sforzo rispetto ad un successivo emendamento.
La questione di fondo è se pensiamo di aiutare o meno i piccoli comuni oppure se intendiamo fare soltanto chiacchiere, senza mettere in discussione i dogmi delle politiche che in questi anni li hanno resi più poveri.
Se i piccoli comuni non hanno nemmeno la possibilità di ricevere in comodato le case cantoniere dell'ANAS e altri manufatti dismessi, per destinarli ad attività sociali, turistiche, ricreative e di rilancio del loro territorio, e sono costretti ad acquistarli, vuol dire che non siamo capaci di dare una risposta concreta neanche rispetto ad una piccolissima questione che, però, nel nostro territorio ha un valore simbolico importantissimo. Non c'è brandello d'Italia dove non vi sia una casa cantoniera dell'ANAS: facciamo in modo che diventino dei punti di rinascita dello spirito pubblico e che non siano consegnate alla speculazione.
Non ritengo soddisfacente la proposta di mediazione avanzata. Dire che l'ANAS può decidere se vendere questi immobili ai comuni o concederli loro in comodato significa che ci saranno comuni di serie A e di serie B.
È bene che il patrimonio comune rappresentato dai resti di infrastrutture create dalla collettività nazionale torni alle comunità locali, ai loro territori, per valorizzarli. Credo vi sia la necessità di dare un segnale forte rispetto a tale questione. Davvero, in molti casi, si parla di comuni, soprattutto quelli montani, con problemi di risorse economiche: certamente dobbiamo chiedere loro di investire sul recupero edilizio; ma addirittura prevedere che debbano acquistare dall'ANAS o da altri soggetti pubblici tali immobili mi pare francamente eccessivo. Chiediamo, quindi, un voto favorevole sul mio emendamento 3.58.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, a titolo personale, debbo riconoscere che il nostro ottimo collega Minasso mantiene gli impegni presi in Commissione, e questo gli fa onore. Io vorrei sollecitare una riflessione sull'emendamento al nostro esame. Questi comuni hanno visto gli edifici e le strutture in parola abbandonati al degrado per qualche decennio, spesso recintati, comunque inutilizzati e fatiscenti. Nel momento in cui si vuole giustamente affrontare il problema, perché non si vuole dare al piccolo comune, che ne faccia richiesta e che presenti un progetto finalizzato, la possibilità di acquisire in comodato tali immobili? L'ANAS, se teneva a questi edifici, li avrebbe dovuti utilizzare nel corso dei decenni! Adesso non possiamo permettere che si facciano affari sulla pelle di comuni che non hanno strutture per gli asili nido, che non hanno strutture espositive, che non hanno sedi per i soggetti che proteggono l'ambiente. Con l'emendamento in Pag. 36esame, che pure è stato presentato da una parte a me politicamente avversa, si avanza una proposta di grande buon senso. Non si regala nulla: si propone, invece, che il comune che fa richiesta di strutture abbandonate, e che ha un progetto di utilizzo, le possa ottenere in comodato.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Sto per concludere, signor Presidente. Altrimenti, cosa accadrà? Che questi edifici resteranno abbandonati qualora non si potrà realizzare un affare; se, invece, si potrà realizzare l'affare, si investirà e si speculerà. Insomma, nei piccoli comuni mancano le strutture, ma questi edifici restano abbandonati!
Esprimerò sull'emendamento Acerbo 3.58 un voto favorevole, ed invito i colleghi a fare altrettanto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Francescato. Ne ha facoltà.
GRAZIA FRANCESCATO. Signor Presidente, anche noi vorremmo sostenere la proposta del collega Acerbo, perché riteniamo che essa consenta di perseguire un duplice obiettivo: da un lato, contrasteremmo il degrado urbano e, quindi, ricuciremmo il tessuto delle città, recuperando gli edifici dismessi; dall'altro, poiché tali edifici dovrebbero poi essere consegnati a gruppi che si occupano di volontariato o di cittadini attivi, che sono veramente il motore del cambiamento, otterremmo anche l'obiettivo di ricucire le comunità e i fili dei rapporti sociali. La formula del comodato garantisce questi due obiettivi. Grazie.
MASSIMO VANNUCCI, Relatore per la V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO VANNUCCI, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, ho ascoltato e comprendo le motivazioni dei colleghi, da ultimo dell'onorevole Francescato. Siamo di fronte ad un passaggio delicato che rischia di compromettere l'esito finale del nostro lavoro. Io credo che non possiamo obbligare società di capitali di diritto privato a cedere i loro immobili. Comprendo le ragioni dei precedenti oratori; volevo segnalare, però, con specifico riferimento all'intervento dell'onorevole Buontempo, che la Commissione ha presentato un emendamento - lo esamineremo in seguito - ai sensi del quale, attraverso apposite intese, questi immobili possono essere affidati in comodato. Quindi, le fattispecie che rimangono in campo per i comuni sono due: la prima è quella di acquisire gli immobili al valore minimo di mercato, certificato dall'UTE, con diritto di prelazione; la seconda è quella di stipulare intese con le società, per ottenere gli immobili medesimi in comodato. Diversamente, l'emendamento Acerbo metterebbe in discussione la compatibilità finanziaria della norma e gli effetti che essa avrebbe sulle società proprietarie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, a titolo personale, aggiungo la mia firma a questo emendamento, anche avendo riguardo ad una vicenda ormai pluridecennale: l'ANAS ed il Corpo forestale dello Stato hanno prodotto nel tempo una serie di elenchi di questi beni che non hanno mai creato una reale conoscenza della loro consistenza da parte del Parlamento, delle istituzioni e di quanti erano interessati. Ritengo che almeno per quei beni che insistono nelle zone montane e nei piccoli comuni si debba svoltare decisamente per evitare che nel tempo questo grande patrimonio degradi sempre di più. Quindi con il mio intervento si vorrebbe sollecitare il Governo e con esso una puntuale ed incisiva iniziativa sull'ANAS (che, pur essendo oggi privatizzata, risponde comunque ad una funzione pubblica), sulla quale Pag. 37il Governo ha una funzione di controllo e di indirizzo, e chiedere all'Ente foreste notizie sulla situazione attuale di questo patrimonio. Inoltre, credo che, là ove emerga una esigenza della comunità locale e della comunità montana, la possibilità di utilizzare questo patrimonio sia una finalità pubblica assolutamente rispondente all'esigenza di fermare il degrado di un patrimonio che in questi anni - come ho potuto constatare nelle parti del territorio dove vivo - è andato sempre accentuandosi, offrendo così anche una possibilità concreta - come altri colleghi hanno detto - di rivalutare questo patrimonio e di rispondere alle vere esigenze pubbliche che sul territorio si manifestano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rosso. Ne ha facoltà.
ROBERTO ROSSO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per sottoscrivere l'emendamento. Vediamo tutti come la presenza dello Stato in alcuni piccoli comuni - ma sarebbe da auspicare che questa norma si estendesse anche a quelli di media o grande dimensione - si riduca in molti casi, all'interno di realtà locali, ad una manifestazione di purulenza, di degrado e di decadenza, che vede, purtroppo, le ex-caserme, gli ex-presidi dell'ANAS e le ex-ferrovie ridotte a luoghi in cui si accumulano porcherie e brutture, e in cui circolano ratti.
Pertanto, davvero credo che non ci sia ragione, da parte del relatore, di fare riferimento ad un collasso finanziario di chissà quale soggetto: le società in questione sono solo apparentemente private, ma mantengono prepotentemente il capitale statale interno.
Sarebbe giusto, quindi, collocare questa norma non solo all'interno della normativa dei piccoli comuni ma, più in generale, di quegli efferati casi di putrescenza del patrimonio pubblico che anche nelle medie e grandi città si registrano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castellani. Ne ha facoltà.
CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere a titolo personale l'emendamento Acerbo 3.58, richiamando i colleghi e l'Assemblea in ordine alla formulazione di questo emendamento, il quale si riferisce ai comuni che sono inferiori ai 5 mila abitanti, e cioè ad enti locali che mai e poi mai avrebbero nel loro bilancio le risorse finanziarie per acquistare queste strutture. Potendole invece utilizzare in comodato d'uso per ragioni sociali, essi potranno sicuramente dare una risposta a problematiche sociali che diversamente non potrebbero essere affrontate. Quindi, ribadisco la mia volontà di sottoscrivere l'emendamento in esame e dichiaro sullo stesso voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, non vorrei rientrare nella passione di quanto è scritto che, certamente, in termini di immagine è molto importante. Avendo fatto il sindaco come tanti altri colleghi, posso affermare che se si modifica la previsione da «comodato gratuito» - lo dico anche al collega Rosso - a «cessione gratuita» può anche andare bene, ma se è previsto il comodato gratuito per il quale un certo comune avvia dei lavori su un determinato tipo di bene che poi, dopo due, tre o cinque anni gli viene tolto, quel comune, dopo aver speso in termini di investimento con pagamento di mutui, non è nelle condizioni di pagarli.
Allora, caro collega Acerbo, se si modifica la previsione del comodato gratuito in cessione gratuita, rendiamo un grande favore ai comuni; ma, se manterremo il comodato, avremo fatto un grave affronto ai comuni stessi, perché tali enti non avranno, nella loro vita amministrativa, la possibilità di mantenere quel bene. Quindi, se tutti insieme siamo d'accordo a modificare il testo in esame in questo senso ben venga allora una tale proposta; altrimenti, considerate che dai sindaci un tale tipo di accordo non potrà essere accettato: sarebbe Pag. 38una spesa talmente eccessiva da determinare il rischio del fallimento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
MASSIMO VANNUCCI, Relatore per la V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Vannucci, lei, in qualità di relatore, è già intervenuto su questo emendamento.
MASSIMO VANNUCCI, Relatore per la V Commissione. Volevo solo proporre l'accantonamento di tutte le proposte emendative riferite al comma 7 dell'articolo 3.
PRESIDENTE. Sta bene.
Se, dunque, non vi sono obiezioni, l'esame dell'emendamento Acerbo 3.58, nonché, conseguentemente, di tutti quelli riferiti al comma 7 dell'articolo 3, deve intendersi accantonato.
MAURIZIO ACERBO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente, annuncio il ritiro del mio emendamento 3.65.
PRESIDENTE. Sta bene.
Pertanto, sono da intendersi accantonate le proposte emendative Acerbo 3.58, 3.100 delle Commissioni e Osvaldo Napoli 3.62.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 3.24, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 451
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 239).
Passiamo all'emendamento Garavaglia 3.56, sul quale le Commissioni ed il Governo hanno espresso parere favorevole.
MASSIMO VANNUCCI, Relatore per la V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO VANNUCCI, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, intervengo per modificare il parere precedentemente espresso e di questo mi scuso con l'onorevole Garavaglia e con l'Assemblea. Richiamandomi pur sempre alle problematiche di principio sulle competenze, propongo una riformulazione dell'emendamento Garavaglia 3.56, nel senso di sostituire le parole: «le regioni promuovono» con le seguenti: «le regioni possono promuovere».
PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo concorda.
Onorevole Garavaglia, accetta la riformulazione proposta dal relatore?
MASSIMO GARAVAGLIA. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal relatore, che, anzi, è migliorativa del testo, perché si colloca nell'ottica di una maggiore autonomia delle regioni pur mantenendo, in quanto legge quadro - legge che dunque non affronta direttamente i problemi ma reca talune indicazioni -, il principio di favorire il recupero delle biomasse. Quindi, accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 39Garavaglia 3.56, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 459
Maggioranza 230
Hanno votato sì 452
Hanno votato no 7).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 3.26, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 239).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lupi 3.27, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 464
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 248).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pedrini 3.28.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, avevo chiesto di intervenire precedentemente, ma vi è stato un attimo di disattenzione; volevo infatti interloquire sulla cessione dei fabbricati. Intervengo, tuttavia, su questo emendamento del collega Pedrini per chiedere di apporre anche la mia firma alla sua proposta; trovo veramente inqualificabile l'atteggiamento del Governo quando sostiene che la copertura integrale del segnale televisivo non possa rimanere a carico dello Stato.
Uno dei compiti dello Stato è quello di garantire che tutti i cittadini siano messi nella stessa identica condizione; stiamo varando una legge a favore dei piccoli comuni ed escludiamo la possibilità - anzi, il diritto-dovere dello Stato - di far sì che la copertura televisiva sia garantita a tutti i cittadini italiani. Questa sarebbe la sinistra? È questa la sinistra di Governo? Ma non vi vergognate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Ritengo questo emendamento molto importante. Non credo che vi sia gruppo parlamentare che non abbia sollecitato il Governo per la carenza, in zone montane, sia del segnale televisivo sia del servizio telefonico.
Questo è un tema che attiene ad un diritto, dal momento che i nostri concittadini montani pagano sia il canone televisivo sia il contributo fiscale per tutti quelli che dovrebbero essere servizi generali. Ritengo che questo emendamento colga nel segno e sia volto a garantire effettivamente una risposta alle popolazioni montane e anche a tutte le realtà dei piccoli comuni che non godono dei collegamenti in questione in modo efficace. Per questa ragione, sottoscrivo l'emendamento Pedrini 3.28 e ne raccomando l'approvazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Vorrei apporre anche la mia firma a questo emendamento. Ritengo, associandomi in ciò alle considerazioni dei colleghi che mi hanno preceduto, che se di servizio pubblico si deve trattare, a maggior ragione in termini di servizio pubblico si debba ragionare quando si va a discutere di questioni che riguardano le zone più lontane del paese, nonché del mantenimento delle identità culturali, storiche e sociali di quelle popolazioni, offrendo a quei cittadini che non vivono a ridosso dei grandi centri urbani la possibilità di continuare a vivere tranquillamente ed agevolmente.
Per questi motivi chiedo quindi che venga apposta anche la mia firma all'emendamento Pedrini 3.28, annunciando, a titolo personale, il mio voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, non possiamo che accogliere favorevolmente questo emendamento. Vorrei fare soltanto l'esempio della provincia di Cuneo, dove non arriva alcun segnale televisivo e rispetto alla quale la RAI stessa - voglio denunciare ciò - nel rispondere ai rappresentanti del popolo locali afferma che in quella zona non c'è segnale, né provvederà ad attivarlo a causa dei pochi residenti. Anche al riguardo, vorrei che il sottosegretario si assumesse l'impegno di prendere un'iniziativa: la RAI non può rispondere in questi termini! I cittadini sono uguali dappertutto, sia nelle zone disagiate, sia in quelle più comode. Su questo punto mi aspetto un impegno da parte del Governo per risolvere definitivamente queste problematiche.
TINO IANNUZZI, Relatore per la VIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TINO IANNUZZI, Relatore per la VIII Commissione. Vorrei rilevare come dalla discussione in quest'aula, a ulteriore conferma di quanto sia utile il confronto delle opinioni fra noi, se svolto in maniera costruttiva come questa mattina, emergano elementi che ci inducono ad una riflessione ulteriore e ad un approfondimento.
Per questa ragione, propongo di accantonare l'esame dell'emendamento Pedrini 3.28.
PRESIDENTE. Sta bene. Non essendovi obiezioni, l'esame dell'emendamento Pedrini 3.28 deve intendersi quindi accantonato.
GIUSEPPE ROMELE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Romele, l'emendamento Pedrini 3.28 è stato accantonato! Prendo atto della sua intenzione di sottoscrivere l'emendamento; tuttavia, ripeto, esso è stato accantonato.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, vorrei far presente che all'articolo 7 c'è un emendamento a mia firma, l'emendamento 7.56, che solleva questo problema, con riferimento anche ad una risposta che il Governo aveva dato ad una mia interrogazione risalente al 1998.
Nel mio emendamento 7.56 - ripeto - si solleva lo stesso problema, quello cioè della copertura del segnale RAI in alcuni territori, nei quali io chiedo che non si paghi il canone.
In aula, il Governo rispose che la RAI avrebbe provveduto in tempi brevi a risolvere il problema delle mancate coperture. Dal 1998 ad oggi ciò non è avvenuto; in qualche maniera, quindi, dobbiamo pur tutelare quei cittadini. Ora, decida lei se è il caso di accantonare anche il mio emendamento affinché si faccia una discussione unica, altrimenti andiamo avanti così.
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, ovviamente non stiamo ancora esaminando gli emendamenti riferiti all'articolo 7. Comunque, il Comitato dei diciotto, presumibilmente durante la sospensione, avrà modo di valutare la possibilità di prendere in considerazione l'emendamento da lei segnalato insieme a quello che abbiamo appena accantonato, ossia l'emendamento Pedrini 3.28.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 3.101 delle Commissioni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nannicini. Ne ha facoltà.
ROLANDO NANNICINI. Anche se non ho presentato alcun subemendamento all'emendamento delle Commissioni che stiamo esaminando, mi soffermerò su di esso con molta attenzione, poiché credo che nello svolgere l'attività parlamentare ognuno di noi debba portare l'esperienza territoriale: non c'è solo l'esperienza politica, c'è anche l'esperienza del nostro territorio. Gli organismi che sovrintendono alla programmazione sanitaria danno una definizione dei punti nascita abbastanza estesa: per essere certo, un punto nascita deve avere una casistica di almeno cinquecento nati all'anno; se è al di sotto di tale cifra, non ha casistica, non ha risultati rilevanti per i cittadini.
Nei piccoli comuni, pertanto, si sono chiuse, per così dire, le dichiarazioni di «paternità» in un modo molto razionale, per dare alla madre la necessaria attenzione e la certezza di essere in un ambiente protetto, legando appunto la maternità al punto nascita. Se si riconosce, nel provvedimento, che solo i comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti possono, per la tutela del diritto alla salute, alterare il collegamento dei cittadini con il proprio luogo di nascita - e ripeto, se lo si dispone solo per i comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti - si escludono le realtà dei comuni con una popolazione di dieci, quindici, o ventimila abitanti. Questo non è un problema per Roma, nel cui territorio vi sono centri nascita e cliniche, non è un problema per le città di 100 mila abitanti, ma lo è per quei comuni italiani che hanno compiuto un buon lavoro nella razionalizzazione dei servizi sanitari. Mi sembra che, facendo ciò, i relatori, il Governo e, più in generale, le Commissioni di merito stiano commettendo un errore. Comprendo infatti il limite di 5 mila abitanti per questioni quali il patto di stabilità, le agevolazioni, l'acquisto dal demanio, ma non è concepibile porre un simile limite su un diritto che rende tutti i cittadini uguali, quello cioè per cui i genitori possono andare all'anagrafe e dire: determinate la residenza non in base al punto nascita zonale, ma in base alla nostra residenza. Consentire dunque una simile possibilità solo per i comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti mi sembra un grave errore.
Inoltre, mi sembra sbagliata anche la riformulazione: cosa c'entra infatti il riequilibrio demografico, com'è stabilito dall'attuale testo del provvedimento? Non vi è da riequilibrare nulla, vi è solo da escludere che il diritto alla salute durante il parto possa alterare il collegamento dei cittadini con il proprio comune di residenza. Era solo questo, quindi, lo scopo del mio emendamento il cui contenuto è stato trasfuso nell'emendamento in questione. Quindi, invito le Commissioni a svolgere un'analisi su questo aspetto, perché nella realtà della mia provincia, su trentanove comuni, solo undici potrebbero godere di tale opportunità. Gli altri sono tutti comuni con popolazione inferiore a 25 mila abitanti e non avrebbero questa possibilità. È una facoltà dei genitori, non è un obbligo. I genitori possono richiedere di correlare il luogo di nascita del figlio alla propria residenza e non al comune in cui questi è nato.
Mi scuso per il calore con cui ho sostenuto questa argomentazione. Aggiungerei, anzi, che sopprimere la competenza provinciale e istituirne una regionale è una scelta giusta, perché vi sono ASL interprovinciali. Condivido lo spirito della proposta dell'onorevole Realacci, perché quest'ultimo ha posto un tema serio; ma è un tema che bisogna valutare attentamente, perché il parametro è di cinquecento nati nel punto nascita, e quindi vi possono Pag. 42essere anche realtà cittadine di 40 mila abitanti che non avrebbero più il punto nascita. Credo, quindi, che sia corretto estendere la portata di tale disposizione e il diritto dei genitori in questo senso.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. L'onorevole Nannicini ha posto un problema serio: è vero che questo principio può valere anche indipendentemente dalla dimensione dei 5 mila abitanti. Noi dobbiamo mantenere, in tutta la discussione che svolgiamo, anche sugli emendamenti che accantoniamo, un criterio di equilibrio, per capire come tenere insieme tutta la materia.
In particolare, sottolineo che le Commissioni hanno espresso parere favorevole su una successiva proposta emendativa dell'onorevole Nannicini volta ad estendere l'indicazione del luogo di nascita dalla provincia alla regione: è infatti frequente il caso di parti che non avvengono in ospedali della provincia di residenza, ma in quella limitrofa.
Dal momento che il Comitato dei diciotto dovrà comunque riunirsi per esaminare le proposte emendative accantonate, propongo di accantonare l'esame di questo emendamento, al fine di pervenire ad una soluzione che risponda anche ad esigenze di buon senso e praticabilità: se infatti estendiamo molto i criteri previsti dalla legge, non riusciamo più a «mirarla» adeguatamente.
Propongo dunque, ripeto, l'accantonamento dell'emendamento in esame, invitando l'onorevole Nannicini a trovare una formulazione che ci consenta di non snaturare la proposta.
PRESIDENTE. Avverto che, non essendovi obiezioni, deve intendersi accantonato l'esame dell'emendamento 3.101 delle Commissioni e, conseguentemente, degli emendamenti Nannicini 3.52, Osvaldo Napoli 3.30, Nannicini 3.54 e Nannicini 3.53, nonché la votazione dell'articolo 3.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 3.57.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, ho chiesto di parlare per rimarcare l'importanza della cura del nostro territorio in un'ottica preventiva: favorire il recupero dei terreni incolti consentirà di prevenire le emergenze, quali alluvioni e altri disastri, per fare fronte alle quali ogni anno si vanno a spendere ben più dei 5 milioni di euro che vengono stanziati dal provvedimento in esame. Riteniamo dunque assolutamente importante agire in tal senso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, intendo sottoscrivere l'emendamento in esame, presentato in modo molto puntuale dai colleghi Dussin, Garavaglia, Caparini e Armani.
Ricordo all'Assemblea che la proposta emendativa si limita a prevedere che le regioni favoriscano il recupero dei terreni incolti ricadenti nel territorio dei piccoli comuni. Ritengo si tratti di una proposta di buon senso. Vi sono comuni montani in cui non si taglia neppure più l'erba e siamo invasi dalle vipere. Il degrado ambientale è sotto gli occhi di tutti. Il fatto di prevedere che le regioni possano dare contributi ai piccoli comuni per il recupero dei terreni incolti credo costituisca una scelta di buon senso: non capisco per quale motivo il Governo, ancora una volta, dica di no. Sarebbe opportuno capire qual è l'orientamento del Governo...
PRESIDENTE. Onorevole Campa, le chiedo scusa, il parere delle Commissioni e del Governo sull'emendamento in esame è favorevole...
CESARE CAMPA. E allora, se siamo tutti favorevoli, non perdiamo tempo (Applausi - Commenti)...
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PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Campa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.57, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 450
Votanti 449
Astenuti 1
Maggioranza 225
Hanno votato sì 446
Hanno votato no 3).
Essendovi alcuni emendamenti accantonati, non possiamo procedere alla votazione dell'articolo 3.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Osvaldo Napoli 3.02.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Osvaldo Napoli 3.02, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 447
Votanti 446
Astenuti 1
Maggioranza 224
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 233).