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Si riprende la discussione.
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 15-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 15 sezione 5).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.
TINO IANNUZZI, Relatore per la VIII Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sulle proposte emendative riferite all'articolo 4.
Per quanto concerne l'emendamento Franci 4.6, si è svolta una discussione approfondita, partendo da una posizione favorevole. Successivamente, sono state espresse preoccupazioni ed individuati ostacoli in ordine alla compatibilità finanziaria da parte del Governo.
Tuttavia, in relazione alla circostanza che questo emendamento risulta essere particolarmente avvertito (è stato praticamente proposto da tutti i componenti della Commissione agricoltura), avendo rilevato la finalità positiva della norma, inviterei il Governo a valutare le condizioni necessarie per rimuovere gli ostacoli di ordine finanziario e, se necessario, accantonare l'esame dell'emendamento - dal momento che ve ne sono altri nello spirito di un miglioramento del testo della legge - una volta acquisito il suo punto di vista.
PRESIDENTE. Il Governo?
PIETRO COLONNELLA, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali. Signor Presidente, poiché sono sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali, la propensione del Governo non può che essere positiva, ma ritengo utile un accantonamento per effettuare una verifica con il Ministero dell'economia.
PRESIDENTE. Qual è il parere sulle restanti proposte emendative?
PIETRO COLONNELLA, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali. Signor Presidente, per le restanti proposte emendative il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.
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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Sgobio 4.1, Ruvolo 4.50 e Garavaglia 4.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Napoletano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, l'attuale formulazione dell'articolo 4, a nostro avviso, appare insufficiente; lo Stato, le regioni e le province devono assicurare l'efficienza e la qualità dei servizi essenziali, ma non l'esistenza dei servizi medesimi.
Credo sia importante che, nel nostro paese, dal comune più grande al comune più piccolo, vi debba essere l'ubicazione di servizi essenziali. Con questo importante provvedimento abbiamo l'occasione di istituire in ogni comune almeno un ufficio postale, un istituto scolastico dell'obbligo ed una farmacia. Sarebbe, pertanto, importante inviare un segnale importante nel nostro paese che vada in questa direzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, il Governo e le Commissioni hanno espresso parere contrario sugli emendamenti in esame che mi onoro di sottoscrivere immediatamente; un parere inqualificabile, perché bisogna garantire a tutti i nostri cittadini il rispetto di una vita civile: in ogni comune devono essere ubicati almeno una farmacia, un istituto di istruzione scolastica dell'obbligo ed un ufficio postale. È il minimo che un paese civile possa pretendere!
Mi chiedo veramente con che faccia possiamo parlare se non garantiamo ai nostri cittadini, specie quelli che si trovano nei piccoli comuni, nei comuni montani, questi servizi essenziali! Poi diciamo che è in atto lo spopolamento di questi enti, che questi territori vengono abbandonati a loro stessi!
Signor Presidente, chiedo a questa sinistra con che faccia parliamo di diritti, di garanzie, di interessi dei cittadini! Dobbiamo assolutamente garantire a tutti i cittadini l'obbligo scolastico che questa sinistra sbandiera in ogni occasione, accusando la Moratti di aver tolto chissà che cosa. Siete voi che togliete i diritti ai cittadini!
Pertanto, credo che farebbe bene il rappresentante del Governo a dire che dovrebbe essere accantonato anche questo articolo per ridiscutere la questione e garantire a tutti i cittadini i diritti fondamentali, vale a dire la farmacia, un ufficio postale, un istituto di istruzione scolastica dell'obbligo e, io aggiungo, i servizi di prima necessità nel mondo del commercio che, grazie alla liberalizzazione di Bersani, abbiamo di fatto depauperato. Non vi è più un servizio commerciale nei nostri piccoli comuni!
Pertanto, a fronte di un provvedimento che concerne misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni dovremo porre in essere misure conseguenti. Non dobbiamo essere contraddittori: se questo è il testo della legge, dobbiamo garantire non solo questi servizi essenziali, ma forse qualche cosa in più!
Allora, Presidente, mi rivolgo a lei affinché possa chiedere all'Assemblea almeno di soffermarsi ad analizzare questa proposta e di votare gli identici emendamenti in esame, perché costituiscono un segno di grande civiltà e di coerenza (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro).
PRESIDENTE. L'onorevole Campa ha formulato una richiesta di accantonamento. Chiedo al presidente Realacci qual è il parere delle Commissioni al riguardo.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Siamo d'accordo. Credo sia la stessa proposta dell'onorevole Quartiani.
Colleghi, credo che molti abbiano a cuore la questione dei piccoli comuni, ma è necessario, affinché si agisca in modo serio, che si tenga conto delle condizioni concrete in cui ci si trova ad operare.
Voi sapete che in Italia ci sono comuni che hanno trenta, quaranta, cinquanta, Pag. 45sessanta abitanti: un conto è lo spirito giusto della legge di garantire i servizi essenziali, anche quelli che non sono pubblici, come il servizio commerciale, i benzinai, eccetera; un altro conto è sostenere che obbligatoriamente in tutti questi centri ci deve essere una farmacia, una scuola e l'ufficio postale.
Capite bene che, se introduciamo questo obbligo, dobbiamo cambiare la finanziaria, nel senso che dobbiamo riscriverne un'altra. In un comune che ha sessanta abitanti condanniamo quegli studenti ad avere una scuola di serie B e i cittadini ad avere un ufficio postale del tutto inutile. Quindi, sono favorevole ad accogliere lo spirito degli identici emendamenti in esame, come di tutto il provvedimento, ma riformulandoli, perché francamente in tal modo creiamo un danno a quei comuni. Infatti, gli forniamo un'assistenza che non li fa evolvere e non gli dà i servizi essenziali.
Cogliendo lo spirito degli interventi dei colleghi, accetto la proposta di accantonamento, chiedendo una riformulazione degli identici emendamenti al fine di non stabilire regole assurde.
Conosco molto bene il nostro paese e so che ci sono comuni in cui pretendere queste cose è una assurdità. Cerchiamo quindi di leggere correttamente le reali necessità, altrimenti si finisce per parlare di un altro paese (Applausi).
PRESIDENTE. Colleghi, vi sono altre sette richieste di intervento sugli identici emendamenti dei quali si è chiesto l'accantonamento. Quindi, chiedo ai colleghi che hanno chiesto di parlare di intervenire allorquando verranno esaminati.
TERESIO DELFINO. Presidente...!
PRESIDENTE. Colleghi, mi dispiace...
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, per dare un po' di ordine ai nostri lavori, vorrei capire che cosa è accaduto. Mi pare che sia stata avanzata una richiesta, peraltro condivisa, di accantonamento e che vi sia un orientamento delle Commissioni in tal senso. Sono le 13,30 e, dal momento che dovremmo sospendere la seduta a breve, potremmo rinviare il dibattito al pomeriggio.
PRESIDENTE. Sono d'accordo con lei, onorevole Giachetti.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi parlamentari, il seguito del dibattito è rinviato al prosieguo della seduta.
Ha chiesto di parlare il presidente Realacci. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Presidente, vorrei informare i colleghi interessati che il Comitato dei nove è convocato immediatamente presso la V Commissione per esaminare gli emendamenti accantonati e gli altri punti critici emessi.