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Si riprende la discussione (ore 17,53).
(Esame dell'articolo 7 - A.C. 15-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 15 sezione 8).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.
EZIO LOCATELLI. Signor Presidente, intervengo soltanto per una manciata di minuti perché credo che l'articolo in esame, uno dei più importanti del provvedimento che stiamo discutendo, meriti un'attenzione particolare. Parliamo infatti della necessità, per quanto riguarda i piccoli comuni, i comuni più svantaggiati, di dare attuazione a provvedimenti che garantiscano l'accesso alla rete pubblica postale. Ritengo che su questo, in linea di principio, siamo tutti d'accordo. Sappiamo che sono proprio i piccoli comuni ad essere maggiormente penalizzati e colpiti da provvedimenti di chiusura degli sportelli postali che spesso sono l'unico servizio pubblico di riferimento per intere realtà territoriali. Il punto però è che rispetto a questa problematica molto sentita si deve andare oltre i propositi generici. Infatti, cosa significa che il ministro può provvedere ad assicurare che gli sportelli postali siano attivi nei piccoli comuni? Che può provvedere a far sì che piccoli sportelli siano attivi nei piccoli comuni? Significa tutto e non significa niente!
Ciò che chiediamo è che il ministro assicuri un suo impegno nella direzione di una capillarità di servizio, in primo luogo ottemperando agli obblighi della copertura Pag. 78finanziaria per quanto già previsto nel contratto di programma con il concessionario. Occorre sottolineare, infatti, che siamo in presenza di ritardi di copertura che rischiano di inficiare l'effettiva fornitura di questo servizio pubblico. Per tali ragioni abbiamo presentato una serie di emendamenti che recepiscono sostanzialmente - vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi su questo aspetto - il testo del parere approvato all'unanimità dalla IX Commissione. Anzi, il parere era condizionato all'impegno stringente, non meramente facoltativo, del Ministero delle comunicazioni per quanto riguarda la tenuta della rete postale. Certo, nel limite del possibile, ma l'impegno comunque deve essere garantito ed assicurato, non può essere un impegno facoltativo lasciato alla discrezionalità del ministro delle comunicazioni. Abbiamo appreso che allo stato attuale vi sarebbe un orientamento negativo, che francamente non comprendiamo, da parte del Comitato dei diciotto. Suggeriamo su questo punto specifico un supplemento di riflessione...
PRESIDENTE. Invito i colleghi del Comitato dei diciotto a seguire...
EZIO LOCATELLI. Chiediamo che questo orientamento sia rivisto anche alla luce del pronunciamento che abbiamo approvato all'unanimità in sede di IX Commissione. Naturalmente non escludiamo che, in via del tutto eccezionale, laddove non sussistano le condizioni minime per la localizzazione di un ufficio postale, alcune prestazioni, previa convenzione, siano rese da soggetti diversi da Poste italiane. In tal caso riteniamo che debbano essere chiarite espressamente le prestazioni di cui si parla nel testo di legge. Questo per evitare che gli esercizi commerciali, in quanto tali, prefigurino in tutto e per tutto un servizio sostitutivo, con il rischio di azzerare il ruolo che in primis spetta a Poste italiane e di incentivare un trasferimento di operazioni e di servizi che sono tipicamente postali a soggetti privati.
Pensiamo a questa ipotesi di assegnazione e di riconoscimento di prestazioni di servizi a soggetti altri come residuale, e anche su questo punto abbiamo presentato un emendamento che tende a circoscrivere le prestazioni esercitabili da parte di soggetti altri rispetto alla società concessionaria.
Chiediamo pertanto di accogliere le nostre proposte emendative coerentemente alle indicazioni emerse all'unanimità in sede di IX Commissione. Ma chiediamo che questi emendamenti siano accolti soprattutto in riferimento alle sollecitazioni che pervengono da moltissime comunità locali, affinché in quei territori e in quelle realtà locali sia garantita la tenuta minima dei servizi essenziali, quali il servizio postale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Campa. Le ricordo che i tempi sono già stati aumentati di un terzo: ne tenga conto, considerando che la fase degli interventi sul complesso degli emendamenti porta via molto tempo. Ha facoltà di parlare, onorevole Campa.
CESARE CAMPA. Intervengo sul complesso degli emendamenti per non intervenire più sull'articolo 7 e per non tediare l'Assemblea. Vorrei però ricordare a me stesso, al Presidente e alla maggioranza che questo è il cuore del problema e del provvedimento.
Se non diamo la certezza dei servizi nei confronti dei cittadini, davvero non saprei che tipo di legge stiamo discutendo. Ha ragione il collega che mi ha preceduto. Al di là della collocazione politica, è necessario fare un'operazione bipartisan: tutti assieme dovremmo approvare gli emendamenti Locatelli 7.1 e 7.57, nonché gli identici emendamenti Locatelli 7.2 e Osvaldo Napoli 7.4 (sottoscritto anche dall'onorevole Zanetta); in particolare faccio riferimento a questi ultimi, che mi pare siano formulati nel modo più efficace.
Abbiamo il compito di garantire i servizi, invece la maggioranza e questo Governo fanno un giro di parole utilizzando la dizione «può provvedere ad assicurare», mentre sarebbe più opportuno - come previsto negli emendamenti che ho Pag. 79citato in precedenza - impiegare i termini «assicura» o «provvede». Presidente, noi si dice nel Vangelo o «sì» o «no»: non continuiamo a fare giri di parole!
PRESIDENTE. Per la verità, non lo diciamo noi: il Vangelo non lo abbiamo scritto noi!
CESARE CAMPA. Ma dovremmo qualche volta leggerlo e ricordarci che ci indica che dobbiamo essere chiari: non possiamo far finta di dire, ma dobbiamo dare certezze. Questo è un Parlamento con circa seicento persone, incaricato di fornire al paese certezze: dobbiamo garantire servizi ai cittadini, ciò prevede il provvedimento di legge al nostro esame! Allora - e chiudo per non rubare tutto il tempo, dal momento che peraltro non ci sarebbe neanche concesso, perché in qualche misura dobbiamo costringerci sempre a dire poche cose - cerchiamo di approvare questo provvedimento, dando una risposta in positivo ai cittadini!
L'articolo 7 deve essere emendato così come indicato da tutti i gruppi. Mi auguro, veramente, che si possa trovare nell'aula parlamentare questa convergenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, mi auguro di essere in sintonia con tutti i voti che verranno espressi dal mio gruppo su questo punto del provvedimento. In ogni caso, a titolo personale, essendone convinto al di là della formulazione tecnica, voterò a favore di tutti gli emendamenti proposti da colleghi di qualunque settore dell'Assemblea che vanno nel senso di rendere cogenti e non meramente facoltativi gli interventi facilitativi a favore degli abitanti dei piccoli comuni ed i servizi a loro prossimali.
Condivido, infatti, l'analisi di coloro che hanno sostenuto che la mera facoltatività equivale a non prevedere tali misure agevolative. Quindi esprimerò voto favorevole sugli emendamenti che vanno in questa direzione.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.
Chiedo ai colleghi di prestare attenzione, perché si tratta di un articolo complesso.
MASSIMO VANNUCCI, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere favorevole sugli emendamenti Locatelli 7.58 e 7.59, nonché sugli identici emendamenti Margiotta 7.51, Verro 7.53 e Alberto Giorgetti 7.55.
Le Commissioni invitano i presentatori a ritirare, altrimenti il parere è contrario, le restanti proposte emendative.
In considerazione del dibattito che si è appena svolto, le Commissioni hanno predisposto l'emendamento 7.100, del quale propongo una riformulazione, anche in forza di quanto abbiamo ascoltato, che risulta del seguente tenore: sostituire il comma 1 con il seguente: «1. Il ministero delle comunicazioni assicura, mediante apposita previsione da inserire nel contratto di programma con il concessionario del servizio postale universale, l'effettivo svolgimento del servizio postale universale nei piccoli comuni». Va pertanto espunta l'espressione: «in ogni caso senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Le Commissioni, ovviamente, ne raccomandano l'approvazione.
PRESIDENTE. Il Governo?
PIETRO COLONNELLA, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali. Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento 7.100 delle Commissioni, nel testo riformulato, ed esprime, per il resto, parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.100 della Commissione.Pag. 80
Avverto l'Assemblea che in seguito all'eventuale approvazione di questo emendamento risulteranno preclusi tutti gli altri emendamenti che fanno riferimento al comma 1.
GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, il relatore per la V Commissione ha riformulato l'emendamento che era stato convenuto all'unanimità in seno al Comitato dei diciotto? Ho capito male?
PRESIDENTE. Onorevole relatore, intende rispondere all'onorevole La Malfa?
MASSIMO VANNUCCI, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, ho semplicemente riformulato il testo dell'emendamento 7.100 delle Commissioni, espungendo l'ultima parte in ragione del dibattito che si è svolto.
GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, vorrei fare osservare che nel Comitato dei diciotto era stata adottata una formulazione contenente una clausola molto importante che faceva leva sull'espressione «senza nuovi o maggiori oneri a carico dello Stato». Se, alla luce del dibattito che vede unita una parte dell'opposizione ed una parte della maggioranza, si riformula il testo della proposta emendativa togliendo la clausola che esclude maggiori oneri a carico dello Stato, il giudizio su questo provvedimento cambia profondamente.
Il rappresentante del Tesoro nel Comitato dei diciotto aveva dato il suo consenso a fronte di una formulazione che escludeva maggiori oneri a carico dello Stato.
Capisco la posizione del gruppo di Rifondazione comunista, capisco un po' meno la posizione dell'onorevole Campa. Vorrei capire a che gioco stiamo giocando!
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Signor Presidente, credo che l'onorevole La Malfa abbia delle ragioni dal punto di vista formale. Mi sembra che il collega relatore per la V Commissione avesse comunque precisato che proponeva una modifica rispetto al testo approvato dalle Commissioni.
Vorrei dire all'onorevole La Malfa che all'articolo 17 del provvedimento vi è una norma di chiusura generale sull'invarianza della spesa che, in qualche modo, riassorbe tutti i passaggi precedenti. Questa considerazione è già contenuta nel testo del provvedimento.
La proposta del relatore Vannucci viene incontro ad una serie di interventi che si sono susseguiti per non lasciare ambiguità rispetto alla filosofia che la legge propone. Si potrebbe anche simulare una riunione molto breve del Comitato dei diciotto oppure votare per parti separate l'emendamento 7.100 della Commissione...
PRESIDENTE. Non simuliamola, facciamola!
Sospendo brevemente la seduta per consentire una rapida riunione del Comitato dei diciotto.
La seduta, sospesa alle 18,15, è ripresa alle 18,20.
PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Vannucci di riferire in merito alla riunione del Comitato dei diciotto.
MASSIMO VANNUCCI, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, vi è il consenso del Comitato dei diciotto sulla riformulazione proposta dell'emendamento 7.100 delle Commissioni.
PRESIDENTE. Sta bene.
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