Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 12 - A.C. 15-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli identici articoli aggiuntivi Pedrini 12.01 e Garavaglia 12.010.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dai relatori.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. No, signor Presidente, insisto per la votazione.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI. Signor Presidente, chiedo al collega Pedrini di fare attenzione perché quello in esame è esattamente il punto sul quale abbiamo discusso in ordine all'articolo 12. Su di esso vi possono essere in questa sede pareri differenti. Personalmente, come coloro che hanno seguito l'iter del provvedimento, sono d'accordo che in tema di acqua - una risorsa molto delicata - i piccoli comuni debbono essere guardati con un occhio diverso nella gestione di questa risorsa. Ciò riguarda vari aspetti.
In primo luogo, riguarda le forme obbligatorie attraverso le quali il servizio viene effettuato nell'ambito dell'organizzazione della rete idrica. Sappiamo, infatti, che spesso tale servizio non si caratterizza per efficienza e tempestività, di cui invece è dotato il servizio in house fornito dai piccoli comuni. In secondo luogo, riguarda il controllo della risorsa acqua, perché è giusto che i piccoli comuni, che spesso sono i garanti di essa, beneficino di royalty e, in ogni caso, di tariffe diverse da quelle praticate nelle città. A tale riguardo, ricordo che nella passata legislatura il Parlamento approvò un provvedimento della Lega Nord Padania in tema di risorse idroelettriche, nel quale si prevedeva che i comuni che disponevano sul proprio territorio Pag. 91di risorse idroelettriche avrebbero beneficiato di royalty per la gestione di esse.
Il problema da risolvere - che rappresenta il motivo per il quale abbiamo soppresso l'articolo 12 - è che risulta molto problematico, nel provvedimento in esame, combinare in maniera seria varie misure in mancanza di una visione d'insieme. Si corre, infatti, il rischio di adottare norme che non si riescono a gestire nella programmazione generale della risorsa.
Per tale motivo, chiedo all'onorevole Pedrini e agli altri colleghi di trasfondere il contenuto degli identici articoli aggiuntivi in un ordine del giorno, che noi ci dichiariamo fin d'ora disponibili a sottoscrivere; io aggiungerei anche la previsione del meccanismo delle royalty per i comuni che possiedono tali risorse idriche.
Demanderei, infine, ad una sede più ampia la discussione del problema, altrimenti si corre il rischio che questa si svolga in maniera impropria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Acerbo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente, l'acqua rappresenta un tema che crea difficoltà, sia in Parlamento sia nel paese. In questo momento è in corso una campagna per una legge di iniziativa popolare con la quale garantire il carattere pubblico della gestione e della proprietà delle reti del servizio idrico integrato e per la quale sono state già raccolte duecentomila firme.
In tema di acqua, il Governo dell'Unione ha previsto, tra le 281 pagine del suo programma elettorale, una riga soltanto, ma chiara: la proprietà e la gestione del servizio idrico integrato deve essere pubblica. Tuttavia, le comunità locali e, soprattutto, i piccoli comuni montani continuano ad essere espropriati dai processi di privatizzazione che sono condotti sui territori in primo luogo dagli amministratori dei partiti dell'Unione. Questa contraddizione va sciolta!
Sono d'accordo con il presidente Realacci e con i relatori quando propongono di discuterne in maniera complessiva; tuttavia, sono mesi che si attende dal Governo dell'Unione un provvedimento di moratoria. I ministri Pecoraro Scanio e Ferrero su questa problematica hanno avuto un incontro con il Presidente del Consiglio dei ministri, sul cui esito sono apparse sugli organi di stampa parole chiare. Tuttavia, il processo di privatizzazione continua ad andare avanti.
Va bene il ritiro degli articoli aggiuntivi e l'accoglimento dell'ordine del giorno che ne recepisce il contenuto; tuttavia, va tenuto conto che, parallelamente alla retorica federalista, al dare potere ai cittadini e avvicinare le decisioni da prendere ai territori, in questi anni, in questi mesi, in queste settimane, in queste ore, le comunità locali sono colpite da processi di privatizzazione di un bene comune come è l'acqua.
Mi rivolgo al sottosegretario Colonnella, che lavora fianco a fianco con il ministro Lanzillotta, facendogli presente che non si può aspettare la quadratura del cerchio sul resto dei servizi pubblici locali e tenere l'acqua in ostaggio! Il destino dell'acqua è già scritto, come detto, nel programma elettorale con cui l'Unione si è presentata agli elettori italiani.
Quindi, sono favorevole al ritiro. Votiamo, però smettiamola di prenderci in giro. Se l'Unione, il Presidente del Consiglio, i partiti di maggioranza, il Governo hanno cambiato posizione, lo dicano e lo facciano sapere agli italiani che li hanno votati e anche ai deputati e ai senatori che li sostengono lealmente in questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani)!
PRESIDENTE. Prima di procedere, anche alla luce dell'intervento del presidente Realacci, ricordo che ove gli articoli aggiuntivi in esame fossero mantenuti e respinti, gli ordini del giorno presentati sulla stessa materia potrebbero essere dichiarati Pag. 92inammissibili. Tale eventualità deve essere valutata da parte dei presentatori.
Fatta questa premessa, poiché è inutile che ne discutiamo se poi gli articoli aggiuntivi vengono ritirati, chiedo agli onorevoli Pedrini e Garavaglia se accedano all'invito al ritiro formulato dai relatori.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor presidente, ritiriamo l'articolo aggiuntivo 12.010, avendo presentato un ordine del giorno che, altrimenti, sarebbe inammissibile. È chiaro che, se venisse mantenuto l'altro articolo aggiuntivo, voteremmo a favore. Però, al di là degli aspetti formali, occorre capirsi una volta per tutte.
Se davvero siamo d'accordo sul principio, potrebbe anche andar bene che non si voti adesso l'articolo aggiuntivo e che quindi il suo contenuto venga trasfuso in un ordine del giorno che però non sia il classico atto d'indirizzo che si vota così, solo perché va votato, ma perché vogliamo davvero affrontare la questione nel modo corretto nell'ambito del provvedimento sulla delega ambientale.
Quindi, noi ritiriamo l'articolo aggiuntivo per una mera ragione formale, però è chiaro che badiamo di più alla sostanza (Applausi).
PRESIDENTE. Vorrei almeno precisare che, comunque, se ora venisse mantenuto l'articolo aggiuntivo dell'onorevole Pedrini 12.01 e poi respinto, l'ordine del giorno sarà lo stesso inammissibile. Questo deve essere chiaro, perché l'inammissibilità riguarda la materia, non i presentatori.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, considerate queste premesse, vorrei svolgere solamente una considerazione. Il problema dell'acqua non può più aspettare: i piccoli comuni sono al disastro, le tariffe sono aumentate enormemente e vi è una situazione drammatica nel mondo e nel paese. Quello che sta avvenendo sulla speculazione dell'acqua non è più accettabile!
Allora, rispetto a quanto hanno detto gli onorevoli Garavaglia, Acerbo e Realacci, affinché un ordine del giorno non sia solamente un atto formale che vada ad inserirsi tra gli ordini del giorno mai attuati, faccio un atto di fiducia, ma mi auguro che il problema venga effettivamente affrontato nell'ambito del provvedimento (Applausi del deputato Iannuzzi)...
PRESIDENTE. Sta bene: ritira quindi i suoi articoli aggiuntivi 12.01 e 12.011? Ho ben compreso?
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Si, Presidente.
PRESIDENTE. Benissimo, allora sono ritirati tutti gli articoli aggiuntivi all'articolo 12.
Passiamo all'articolo 13...
OSVALDO NAPOLI. Avevo chiesto la parola!
PRESIDENTE. Ma sono ritirati, onorevole...!
OSVALDO NAPOLI. Devo rispondere ad Acerbo che ha sollevato un problema politico!
GRAZIA FRANCESCATO. Le ho chiesto anch'io di parlare!
OSVALDO NAPOLI. Non discuto sugli articoli aggiuntivi, ma devo rispondere ad Acerbo!
PRESIDENTE. Sì, ma adesso stiamo passando all'esame dell'articolo 13 e lei avrà la possibilità di parlare!
OSVALDO NAPOLI. Devo rispondere a lui!
Pag. 93PRESIDENTE. Va bene, darò la parola sia a lei che a Saglia, ma stiamo discutendo di articoli aggiuntivi che non ci sono più, quindi...
OSVALDO NAPOLI. L'avevo chiesto!
PRESIDENTE. Sì, l'aveva chiesto prima, ma nel frattempo, siccome gli articoli aggiuntivi non ci sono più, viene a mancare la materia su cui intervenire! Anche altri chiedono di intervenire, ma vi inviterei a parlare in occasione dell'esame dei prossimi emendamenti.
Adesso lei sta intervenendo su una proposta emendativa che non esiste. Subito dopo le darò la parola: lei sarà il primo ad intervenire!
Passiamo all'articolo 13...
CESARE CAMPA. Voglio sottoscrivere l'articolo aggiuntivo all'articolo 12 (Commenti del deputato Nannicini)!
PRESIDENTE. Ma è stato ritirato! Non può sottoscrivere una cosa che è stata ritirata!
CESARE CAMPA. Volevo parlare...
PRESIDENTE. Lei non ha chiesto la parola prima (Commenti del deputato Campa)!
Mi scuso, onorevole Campa, non l'ho vista, ma, se l'avessi vista, le avrei dato ...
Allora, passiamo all'articolo 13 (Commenti del deputato Campa)... No, gli articoli aggiuntivi sono stati ritirati e lei non può aggiungere la firma ad una proposta emendativa che è stata ritirata.
(Esame dell'articolo 13 - A.C. 15-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 15 sezione 14).
Nessuno chiedendo di parlare, invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni.
MASSIMO VANNUCCI, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, innanzitutto volevo segnalare l'importanza del fondo per gli incentivi fiscali in favore dei piccoli comuni. Il provvedimento in esame è stato presentato con una previsione di spesa solo per l'anno 2009, perché non si trovavano altre risorse; nel corso dei lavori siamo riusciti a reperire risorse anche per gli anni 2007 e 2008. Voglio altresì far presente ai colleghi che con l'emendamento che contiene tale previsione poniamo il provvedimento nella famosa tabella C della legge finanziaria, affinchè ogni anno vi possa essere il finanziamento automatico e magari anche l'integrazione dei fondi stessi.
Per quanto riguarda il parere, le Commissioni accettano l'emendamento Garavaglia 13.50, purché riformulato nel seguente modo: al comma 2, lettera a), dopo le parole: «dei trasferimenti», aggiungere le seguenti: «o delle compartecipazioni a tributi». Le Commissioni raccomandano l'approvazione del proprio emendamento 13.100, che assorbe gli emendamenti Franci 13.54 e 13.55; esprimono parere favorevole sull'emendamento Piro 13.7; sugli emendamenti Garavaglia 13.51 e Buontempo 13.57, purché riformulati, il primo, nel senso di aggiungere alla fine le parole: «e tributarie», e il secondo nel modo seguente: «da misure agevolative a favore della persona fisica o giuridica che rilevi immobili abbandonati, impegnandosi al loro recupero e al loro utilizzo per almeno un decennio»; esprimono infine parere favorevole sull'emendamento Ceccuzzi 13.53 ed accettano, ovviamente, l'emendamento 13.200 del Governo.
Le Commissioni formulano infine un invito al ritiro di tutti gli altri emendamenti.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
PIETRO COLONNELLA, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.
Pag. 94PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Osvaldo Napoli 13.2 formulato dal relatore.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, prendo spunto dall'invito al ritiro del mio emendamento 13.2, ma il mio intervento intende riferirsi a quello precedente del collega Acerbo. Egli ha pronunciato un intervento estremamente politico e, quindi, diventa difficile non poter rispondere da parte nostra. Con il battimani che Rifondazione Comunista e la sua componente hanno fatto alla fine del suo intervento, mi chiedo - lo dico ai colleghi del centrosinistra - come ci possa sentire ancora oggi una maggioranza estremamente chiara: non è nient'altro che il no alla TAV, il no alle pensioni, il no alla politica estera, i Dico e così via. Ripeto ai colleghi del centrosinistra che l'onorevole Acerbo ha usato duramente questi termini: «retorica da parte del Governo, programma non attuato, non attenzione nei confronti dei piccoli comuni e di tutti i comuni italiani, si espropria la volontà dei comuni e di chi usa l'acqua».
Queste sono le parole che ha pronunciato il collega Acerbo - e vedo che conferma -, ma io aggiungo che ha usato parole fortemente negative nei confronti del ministro Lanzillotta, affermando che non si è fatto nulla per quanto riguarda i servizi pubblici locali. Questo non l'ho detto io - è sufficiente andare a vedere il resoconto stenografico - ed ha ragione, perché in quest'aula abbiamo parlato di liberalizzazioni, ma non c'è alcuno che abbia parlato ancora per quanto riguarda la modifica dei servizi pubblici locali.
Signor Presidente, alla luce dell'intervento così duro dell'onorevole Acerbo, chiedo che il ministro Pecoraro Scanio venga in aula a spiegarci le intenzioni del Governo rispetto alla politica ambientale e sulle risorse idriche. Il collega Acerbo ha affermato che questo Governo non vuole fare nulla (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)!
Allora, o ha ragione l'onorevole Acerbo che ha ottenuto il battimani della sinistra estremista oppure il ministro Pecoraro Scanio deve dirci cosa fa all'interno di questo Governo! Se il programma del Governo, ad oggi, non risulta attuato, non è certamente colpa nostra: ciò è imputabile ad una rottura al vostro interno che non siete capaci di risolvere. Si venga in Parlamento a dichiarare le vostre intenzioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Onorevole Osvaldo Napoli, accede all'invito al ritiro del suo emendamento 13.2?
OSVALDO NAPOLI. Lo ritiro, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, di fronte a questa raffica di ritiri diventa difficile trovare logisticamente una nicchia per intervenire. L'intervento dell'onorevole Acerbo ha sollevato un problema politico all'interno della maggioranza di centrosinistra che naturalmente ci interessa e ci appassiona. Tuttavia, per quanto mi riguarda, esso non tocca affatto tutte le questioni sostanziali. È chiaro che, gridando contro la privatizzazione, egli a sinistra riscuota applausi.
Tuttavia, signor Presidente, onorevoli colleghi delle Commissioni competenti, vorrei sollevare un'altra questione: ci stiamo occupando di un provvedimento volto a favorire la sorte dei piccoli comuni. Ciò che si è verificato concretamente sui territori per chi li frequenta e li segue amministrativamente è la seguente situazione: prima i piccoli comuni, soprattutto quelli montani ricchi di risorse, si trovavano in una determinata situazione economica. Gli utenti, che dovevano pagare le bollette con un sistema a forfait piuttosto Pag. 95che a contatore, spendevano pochissimo o comunque risparmiavano molto sul consumo di questo bene fondamentale. Adesso, all'interno di questi ambiti territoriali, li abbiamo costretti a prendere il servizio da società che sono apparentemente società per azioni, ma che in realtà sono di proprietà dei comuni più grandi, che governano questi ambiti territoriali.
La morale della favola è che i comuni più grandi, che non hanno e non avevano le risorse, amministrano e dettano legge anche sul piano tariffario per i comuni più piccini. In particolare, i comuni più grandi hanno reti di distribuzione idriche che in molti casi sono pessime o danno luogo a dispersioni e a diseconomie fondamentali. Di fronte a tutto ciò, gli utenti dei comuni più piccoli pagano un prezzo pesantissimo in termini tariffari.
Quindi, non è tanto una questione di privatizzazione o meno, tema che pure è appassionante. Mentre ci occupiamo di una legge sui piccoli comuni, lungi dal favorire questi ultimi, appesantiamo ulteriormente le tariffe a carico dei cittadini.
Il fatto che si ritirino gli emendamenti e che si rinvii tutto ad un futuro provvedimento organico rientra in un balletto al quale possiamo anche far finta di rassegnarci; ma i cittadini dei comuni minori, in particolare quelli collinari e montani, non si rassegnano affatto a questo balletto!
Mi rincresce che i presentatori abbiano ritirato i loro emendamenti perché non ho fiducia in una positiva soluzione da parte del Governo di questo problema concernente l'equità tra i cittadini dei nostri territori.
Ho voluto sottolineare questo aspetto per dire che, mentre si vara un provvedimento a favore dei piccoli comuni, bisognerebbe essere coerenti nell'affrontare un problema che, invece, li pone alla mercé delle false società pubbliche create per l'utenza dei servizi dai comuni più grandi che li fagocitano e li penalizzano.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.101 delle Commissioni.
PIETRO COLONNELLA, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIETRO COLONNELLA, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali. Signor Presidente, non vorrei appesantire i nostri lavori ed intervengo solo per dire che il disegno di legge n. 772 sulla riforma dei servizi pubblici locali sta per completare il proprio iter nella I Commissione affari costituzionali del Senato e presto verrà sottoposto all'esame dell'Assemblea. È in via di predisposizione una normativa sul tema dell'acqua che presto verrà sottoposta al Parlamento.
Quindi, penso che il cosiddetto disegno di legge Lanzillotta-Bersani possa al più presto essere utilmente posto all'attenzione di questo ramo del Parlamento anche con riferimento alla problematica relativa al tema dell'acqua.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.101 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 413
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato sì 412
Hanno votato no 1).
Passiamo all'emendamento Garavaglia 13.50.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione proposta dal relatore.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, accetto la riformulazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
Pag. 96PRESIDENTE. Ne ha facoltà
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, accettiamo la riformulazione per come ci è stata proposta, nel senso che, prevedendosi, a normativa vigente, i trasferimenti a tali enti territoriali, è opportuno mantenere la formulazione che fa riferimento agli incentivi ai comuni dati sotto forma di «trasferimenti o di compartecipazioni». Il senso del nostro emendamento è chiaramente quello di incentivare e approfondire una volta per tutte e definitivamente il discorso sul federalismo fiscale: dobbiamo abituarci a ragionare in termini di sola compartecipazione.
Oltretutto, vorrei fare osservare ai relatori che la rubrica dell'articolo parla, per l'appunto, di «incentivi fiscali» per cui, a mio avviso, era già accettabile la formulazione iniziale del testo; tuttavia, conveniamo sulla modifica proposta. L'importante è che 'passi' il messaggio secondo il quale, d'ora in poi, quando si conferiranno risorse ai comuni, lo si farà sotto forma di compartecipazione, e non di aumenti dei trasferimenti; altrimenti, si continuerà a redistribuire le risorse senza più capire a vantaggio di chi.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 13.50, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 410
Astenuti 2
Maggioranza 206
Hanno votato sì 410).
Ricordo che il relatore ha annunciato che il contenuto dell'emendamento Franci 13.54 verrebbe assorbito dall'approvazione del successivo emendamento 13.100 delle Commissioni.
Ciò premesso, chiedo dunque al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Franci 13.54, formulato dal relatore.
CLAUDIO FRANCI. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro formulato dal relatore con riferimento agli emendamenti a mia prima firma 13.54 e 13.55.
Colgo l'occasione, se mi consente, Presidente, per apprezzare il lavoro compiuto dai relatori nella predisposizione del testo del provvedimento; peraltro, non mi riferisco solo alla ricordata proposta - che pure riguarda, a mio avviso, un contributo importante per la riqualificazione e la manutenzione dei territori montani, anzitutto dal punto di vista ambientale e dell'assetto idrogeologico - ma anche alla capacità di esprimere il lavoro svolto con attenzione dalle Commissioni.
Quindi, mi sento di esprimere tale apprezzamento anche da parte della Commissione agricoltura tutta, la quale mi ha visto impegnato in qualità di relatore nel proporre osservazioni alle Commissioni; osservazioni che, per la stragrande maggioranza, se non proprio tutte, sono state accolte dalle Commissioni.
È stato un lavoro importante; ritengo si sia trattato di una risposta significativa per i piccoli comuni.
Ho ascoltato con qualche amarezza gli ultimi interventi, svolti dagli onorevoli Osvaldo Napoli, Campa e da altri. Vedete, oggi avverto la presenza in questa Assemblea di una grande sensibilità sui piccoli comuni e sulla necessità di mantenere i servizi postali e scolastici, il segnale radiotelevisivo e via dicendo. Mi fa piacere si guardi ai banchi del centrosinistra perché tali servizi vengano mantenuti; altri, infatti, se ne erano dimenticati negli anni scorsi: consentitemi di osservarlo. Peraltro, era stato azzerato, con una passata legge finanziaria, il fondo relativo alla legge sulla montagna, ripristinato dopo una lunga battaglia dei piccoli comuni e dei comuni montani.Pag. 97
Con questo provvedimento compiamo un passo in avanti; auspico pertanto che, dopo la lettura della Camera, velocemente il Senato pervenga all'approvazione definitiva del testo (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sta bene. Sono stati dunque testé ritirati gli emendamenti Franci 13.54 e 13.55.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.100 delle Commissioni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, sarò velocissimo; non posso non rispondere al collega che mi ha preceduto (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)... Scusate, colleghi, ma ha parlato di amarezza con riferimento al mio intervento e a quello dell'onorevole Campa: io pensavo che parlasse dell'amarezza dell'intervento di Acerbo! Aggiungo che, per quanto riguarda il problema dell'acqua, rivolga le sue osservazioni alla cosiddetta legge Galli, che risale a venti anni fa. Certamente non è il centrodestra di oggi ad averla varata (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, anche se voterò a favore dell'emendamento 13.100 delle Commissioni, desidero segnalare, con una certa amarezza, che, avendo riguardo alla formulazione degli emendamenti Franci 13.54 e 13.55, mancano parti importanti. In particolare, risulta incomprensibile la motivazione per la quale, nella nuova formulazione della norma, l'intervento sarà limitato ai fondi che hanno un'estensione non superiore a tre ettari. Peraltro, nella formulazione originaria dei predetti emendamenti era contenuta una disposizione molto importante che, di fatto, garantiva dai fenomeni speculativi per almeno dieci anni. A mio avviso, considerato che la nuova formulazione non comprende una disposizione analoga, bisognerà trovare comunque, eventualmente in sede di decretazione, un sistema per evitare che le norme possano essere utilizzate a fini speculativi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.100 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 416
Astenuti 3
Maggioranza 209
Hanno votato sì 416).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piro 13.7, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 412
Astenuti 7
Maggioranza 207
Hanno votato sì 366
Hanno votato no 46).
Prendo atto che il deputato Misiti non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Chiedo all'onorevole Garavaglia se accetti la riformulazione del suo emendamento 13.51.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, sinteticamente, si tratta di far passare un principio: il cosiddetto premio di insediamento era destinato a residenti e ad aziende; anche in questo caso, facciamo passare il principio secondo il quale il premio consiste non in provvidenze, ma in agevolazioni fiscali.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Garavaglia accetta dunque la riformulazione del suo emendamento 13.51.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 13.51, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 420
Maggioranza 211
Hanno votato sì 420).
Prendo atto che i deputati Buontempo e Realacci non sono riusciti a votare.
Chiedo all'onorevole Garavaglia se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 13.52.
MASSIMO GARAVAGLIA. Sì, signor Presidente, ritiro il mio emendamento 13.52.
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo all'onorevole Buontempo se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 13.56.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, i miei emendamenti 13.56, 13.57 e 13.58 sono sostanzialmente collegati l'uno all'altro. In sostanza, cosa si chiede? Che i fondi agricoli o gli immobili abbandonati, qualora sia riattivata l'attività agricola o siano recuperati o ripristinati gli immobili, senza che intervengano trasferimenti o abbandoni per dieci anni, come propongono le Commissioni, godano di agevolazioni fiscali. Ringrazio le Commissioni, perché - se si vuole, posso anche illustrare meglio il concetto - si tratta di un grande salto in avanti: il problema dei piccoli comuni è, innanzitutto, quello di non farli «morire», con le loro potenzialità.
Nel dichiarare fin d'ora che accetto la riformulazione del mio successivo emendamento 13.57, desidero proporre una riflessione che riguarda un diverso problema. Nei piccoli comuni, specialmente in quelli con popolazione pari o inferiore a duemila abitanti, accade che l'importo dell'imposta di registro ipotecaria e catastale da corrispondere per il trasferimento di proprietà sia superiore al valore degli immobili da trasferire. Oggi, in Abruzzo, in Lucania o in Basilicata, nei comuni con popolazione pari o inferiore a duemila abitanti, una casa realizzata cielo-terra, composta da stalla, cucina e camera da letto, costa mediamente 15 mila euro (o, al massimo, 17 o 18 mila euro). Il passaggio di proprietà, invece, tra spese notarili ed imposte, costa più del valore dell'immobile.
Quindi, cosa accade nei piccoli comuni? Che gli immobili in parola vengono abbandonati, i tetti cadono e tutto rimane in stato di fatiscenza perché, magari, i proprietari sono all'estero. D'altra parte, nessuno va a comprarsi un immobile che non ha un valore commerciale (per il semplice fatto che non è rivendibile il giorno dopo). A maggior ragione, il crollo dell'agricoltura in queste terre dipende dal fatto che si tratta di piccoli appezzamenti di terreno ereditati da famiglie che spesso vivono all'estero e, in ogni caso, quei terreni non costituiscono una risorsa sufficiente con la quale poter vivere.
Mentre preannuncio il ritiro del mio emendamento 13.58, perché esistono leggi regionali, seppur farraginose e difficili, con l'emendamento 13.56, relativo al passaggio di proprietà, l'erario non ci rimette, ma ci guadagna, perché se vengono ricostruite centocase e rifatti cento tetti significa che cento famiglie, magari, vi si recano per Pag. 99dieci giorni l'anno, determinando un indotto di turismo, di attività e di presenze.
Quindi, cosa si chiede con questo emendamento? Che nei comuni che hanno avuto un crollo demografico e in cui esistono una casa o un terreno abbandonati, l'atto di compravendita non sia soggetto all'imposta di registro, perché, rimettendo a posto quella casa, quel comune riprende a vivere.
Ciò è già avvenuto nel Sud della Francia negli ultimi venti anni, dove sono stati riattivati tantissimi piccoli paesi sconosciuti, e si deve verificare anche in Italia. Infatti, con la facilità di trasporto di oggi, si arriva in Abruzzo, si atterra a Pescara e, con un quarto d'ora, ci si reca in montagna.
Ci sono decine e decine di famiglie inglesi e tedesche che stanno acquistando queste abitazioni. Guardiamo agli emigranti, che vogliono rimettere a posto la casa del padre, che però è di proprietà dello zio. Addirittura, ci sono proprietà che non sono mai state trasferite nel corso di cinquanta, settanta o cento anni.
Se vogliamo far pagare le tasse a chi, magari, ha dieci eredi sparsi per il mondo, che devono vendere la loro parte, facciamo morire questi comuni. Laddove vi sia il crollo demografico e con il vincolo per cui, se si mette apposto l'immobile, non si possa vendere, né affittare (quindi, senza natura speculativa), chiedo di dare la possibilità di accorpare gli appezzamenti di terreno senza dover pagare l'imposta e, allo stesso tempo, di fare in modo che chi rimette in piedi una casa sia premiato e non punito.
PRESIDENTE. Dunque, l'onorevole Buontempo insiste per la votazione del suo emendamento 13.56, accetta la riformulazione dell'emendamento 13.57 e ritira l'emendamento 13.58.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'emendamento Buontempo 13.56 e vorrei chiedere al rappresentante del Governo, qui presente, qual è il motivo per cui non accetta questo emendamento, visto che non comporta una spesa a carico dell'erario. Infatti, questi immobili ad oggi non verrebbero trasferiti e non ci sarebbe, a fronte di nessun trasferimento, nessuna entrata, mentre, con l'imposta di registro ipotecaria e catastale in misura fissa, vi sarebbero delle entrate.
Vorrei capire il motivo per cui questo emendamento non potrebbe essere approvato.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma all'emendamento Buontempo 13.56.
CARLA CASTELLANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma agli emendamenti Buontempo 13.56 e 13.57, nel testo riformulato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, ritengo importante l'iniziativa dell'onorevole Buontempo, perché credo che, per chi conosce la realtà dei piccoli comuni, sicuramente questo emendamento vada considerato e, se possibile, approvato. Infatti, in tal modo si risolvono alcune situazioni che, diversamente, sarebbero di totale abbandono.
Ritengo che se intendiamo affrontare problemi concreti anziché approvare una legge di «possono», di indicazioni e di manifesti, occorra accogliere l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 100
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buontempo 13.56, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 363
Astenuti 49
Maggioranza 182
Hanno votato sì 148
Hanno votato no 215).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buontempo 13.57, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 401
Astenuti 4
Maggioranza 201
Hanno votato sì 396
Hanno votato no 5).
L'emendamento Buontempo 13.58 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ceccuzzi 13.53, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 408
Votanti 388
Astenuti 20
Maggioranza 195
Hanno votato sì 386
Hanno votato no 2).
L'emendamento Osvaldo Napoli 13.11 è stato ritirato.
Prendo atto che l'onorevole Pedrini non accede all'invito al ritiro dell'emendamento a sua firma 13.12 formulato dalle Commissioni.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pedrini 13.12, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 375
Astenuti 44
Maggioranza 188
Hanno votato sì 162
Hanno votato no 213).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.200 del Governo, accettato dalle Commissioni.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 417
Votanti 388
Astenuti 29
Maggioranza 195
Hanno votato sì 383
Hanno votato no 5).
L'emendamento Zanetta 13.59 è precluso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 420
Votanti 415
Astenuti 5
Maggioranza 208
Hanno votato sì 414
Hanno votato no 1).
(Esame dell'articolo 14 - A.C. 15-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14
(Vedi l'allegato A - A.C. 15 sezione 15), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 416
Votanti 412
Astenuti 4
Maggioranza 207
Hanno votato sì 411
Hanno votato no 1).
(Esame dell'articolo 15 - A.C. 15-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 15 sezione 16).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MASSIMO VANNUCCI, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le chiedo una brevissima sospensione della seduta (Commenti)... Quando i colleghi conosceranno l'esito della sospensione saranno felici: si tratta di una dimenticanza, ma occorre riunire il Comitato dei diciotto. Invito i colleghi a rimanere in aula...
PRESIDENTE. L'esperienza di oggi pomeriggio ci ha dimostrato che la sospensione ha consentito uno snellimento dei lavori.
Sospendo quindi brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 19,35, è ripresa alle 19,40.
PRESIDENTE. Avverto che è stato testé presentato l'emendamento 15.100 delle Commissioni.
A questo punto chiedo al relatore per la V Commissione di esprimere il parere sugli emendamenti presentati all'articolo 15.
MASSIMO VANNUCCI, Relatore per la V Commissione. Le Commissioni esprimono parere favorevole sugli emendamenti Osvaldo Napoli 15.52, Rusconi 15.55 e Margiotta 15.50, mentre formulano un invito al ritiro su tutte le restanti proposte emendative.
La sospensione è stata necessaria al fine di presentare l'emendamento 15.100 delle Commissioni, di cui raccomando l'approvazione. Con riferimento al Fondo, ho detto in precedenza che vi era l'opportunità di un inserimento dello stesso nella tabella C della legge finanziaria, affinché le risorse fossero finanziate automaticamente ogni anno. Attraverso l'emendamento 15.100 stabiliamo ciò anche per i fondi, consistenti in 40 milioni di euro all'anno, previsti dall'articolo 15 per le spese in conto capitale. Pertanto, con questo emendamento i due fondi contenuti nel presente provvedimento saranno inseriti all'interno del finanziamento automatico previsto dalla tabella C della legge finanziaria.
Mi sembrava dunque importante procedere ad una sospensione dei lavori, della quale comunque chiedo scusa.
PRESIDENTE. Il Governo?
PIETRO COLONNELLA, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali. Il Governo concorda con il parere espresso dal relatore per la V Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Zanetta 15.56.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, insisto per la votazione del mio emendamento, che intende sollevare la questione relativa all'entità delle risorse.
Il relatore ha affermato che i 40 milioni di euro devono essere considerati già una buona somma mentre, a mio avviso, rispetto ai 5 mila e più comuni interessati, tale somma è poca cosa, così come quella prevista nell'articolo 13.
Siamo di fronte ad un provvedimento che sembra dare buoni consigli, ma quando si va alla sostanza le risorse stanziate appaiono esigue.
È vero che nelle prossime leggi finanziarie sarà possibile prevedere risorse più consistenti, ma ritengo che la somma di cento milioni di euro prevista nel mio emendamento costituisca il minimo rispetto alle questioni emerse nel dibattito in corso.
Pertanto, se il mio emendamento non dovesse essere approvato, mi auguro almeno che nella legge finanziaria per il 2008 siano accolte le indicazioni che abbiamo sin qui ascoltato.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Collega Zanetta, come può immaginare anche io sarei favorevole a raddoppiare i fondi di questo provvedimento; tuttavia occorre essere persone serie.
Nella passata legislatura abbiamo approvato una legge di spirito analogo che prevedeva una copertura finanziaria pari a meno della metà di quella attuale.
Sono d'accordo, la copertura attuale è del tutto insufficiente, ma se proponessimo una copertura che non esiste nelle postazioni di bilancio, non consentiremmo l'attuazione della legge.
L'operazione che è stata condotta con l'emendamento varato dal Comitato dei diciotto, inserendo in tabella C questi fondi, consente a tutti noi di lavorare a partire dalla legge finanziaria per innalzare automaticamente le risorse destinate a questa legge. Mi sembra questa la strada da seguire, non quella che si basa sulla previsione di coperture che non ci sono.
Pertanto, onorevole Zanetta, poiché lei è una persona seria (ci siamo anche incontrati su questi temi), la invito a ritirare l'emendamento in esame che, purtroppo, come lei sa, essendo un parlamentare esperto, non ha fondamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento Zanetta 15.56 e chiedere al presidente Realacci, che stimo molto, di essere coerente.
Oggi siamo di fronte ad una situazione economica diversa da quella registrata nel corso della precedente legislatura e se è vero che, nel passato, come lei ricordava, si avvertiva la necessità di ottenere delle risorse, oggi i fondi ci sono (il cosiddetto «tesoretto»). Credo che prevedere 60 milioni di euro in più, da 40 a 100 milioni di euro, sia il minimo che si possa fare, se vogliamo varare non una legge manifesto, ma un provvedimento che fornisca una risposta concreta, coerentemente al titolo dello stesso: Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni. Ciò, anche per evitare che, alla fine, ciascuno possa dire la sua verità.
La verità è che, se continuiamo così, è vero che questo provvedimento è meglio di niente, ma è anche vero che esso non prevede nulla di concreto.Pag. 103
Il disegno di legge contiene previsioni del tipo: «si può prevedere», «si può prevedere di assicurare...», «si tratta di una valutazione che potrebbe ipotizzare...», «forse, se ...», ma, concretamente, con riferimento alle risorse, abbiamo assistito nel corso della serata ad una sceneggiata. Si è detto che si potrebbero assicurare delle risorse, se domani mattina non piove o se il Governo Prodi ne avrà la bontà, ma, adesso, siamo di fronte ad una concreta possibilità: passare da 40 a 100 milioni di euro.
Considerato che oggi i soldi ci sono, grazie ai contribuenti ed al «tesoretto», invito ad approvare questo emendamento, da me sottoscritto, che prevede di sostituire le parole: 40 milioni con le seguenti: 100 milioni. È il minimo che potremmo fare per evitare leggi manifesto, e mi rivolgo soprattutto al collega che mi ha preceduto.
PRESIDENTE. Avverto i colleghi del gruppo di Forza Italia che hanno esaurito il tempo a disposizione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zanetta 15.56, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 396
Votanti 310
Astenuti 86
Maggioranza 156
Hanno votato sì 94
Hanno votato no 216).
Prendo atto che il deputato Buontempo ha erroneamente espresso il proprio voto, mentre avrebbe voluto astenersi.
Chiedo all'onorevole Buontempo se intenda accedere all'invito al ritiro del suo emendamento 15.53 formulato dal relatore.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, credo sia condivisibile il senso del mio emendamento. Si può anche modificare il testo dello stesso (non lo posso fare io, ma le Commissioni). Quando si finanziano attività culturali o musicali e via seguitando, le stesse devono avere attinenza con le tradizioni locali e con il folklore locale. Non è che si intende finanziare a favore dell'infanzia un karaoke, mentre non si finanzia la tradizione della cucina di un territorio, per esempio.
Vorrei, pertanto, sollecitare il Governo e le Commissioni a sottolineare il carattere locale delle iniziative che vengono finanziate.
TINO IANNUZZI, Relatore per la VIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TINO IANNUZZI, Relatore per la VIII Commissione. Signor Presidente, vorrei far rilevare al collega Buontempo (che è sempre molto attento e pone questioni sempre degne di attenzione) che l'articolo 15 prevede l'istituzione di un Fondo, con una dotazione di 120 milioni di euro per il triennio 2007-2009 (mi pare costituisca la novità più importante della legge) per la concessione di contributi statali che vanno in una direzione ben precisa: sono finalizzati al finanziamento di interventi concernenti le infrastrutture stradali, gli istituti scolastici, i beni culturali, a tutela dell'ambiente e per promuovere lo sviluppo economico e sociale dei piccoli comuni.
È evidente quindi che i contributi statali non sono diretti ad attività di singoli o di gruppi. Comunque, la discussione sull'emendamento Buontempo 15.53, per il quale ribadisco l'invito al ritiro, è utile perché permette che resti traccia nel resoconto della ricostruzione e dell'interpretazione data alla norma. Si tratta di contributi diretti e di ciò abbiamo discusso molto in sede di Commissioni riunite per evitare inutili frammentazioni e polverizzazioni delle risorse. Essi sono indirizzati verso opere, infrastrutture ed interventi Pag. 104mirati a realizzare le condizioni per lo sviluppo economico e sociale, nonché i contesti e le condizioni infrastrutturali dei piccoli comuni nelle diverse parti del paese.
Per questi motivi insisto nel chiedere al collega Buontempo di ritirare il suo emendamento.
TEODORO BUONTEMPO. Lo ritiro, Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Iannuzzi, è stato convincente...
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro degli emendamenti Ceccuzzi 15.51 e Buontempo 15.54.
Ricordo che l'emendamento Margiotta 15.1 è stato ritirato.
Chiedo ai presentatori se intendano accedere all'invito al ritiro dell'emendamento Osvaldo Napoli 15.2, identico all'emendamento Margiotta 15.1.
OSVALDO NAPOLI. Lo ritiro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 15.52, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 389
Votanti 388
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato sì 386
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rusconi 15.55, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 393
Maggioranza 197
Hanno votato sì 393).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.200 del Governo, accettato dalle Commissioni.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 383
Votanti 382
Astenuti 1
Maggioranza 192
Hanno votato sì 381
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Margiotta 15.50, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 395
Votanti 358
Astenuti 37
Maggioranza 180
Hanno votato sì 287
Hanno votato no 71).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.100 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 406
Votanti 400
Astenuti 6
Maggioranza 201
Hanno votato sì 397
Hanno votato no 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 379
Maggioranza 190
Hanno votato sì 379).
Ricordo che l'articolo aggiuntivo Margiotta 15.03 è stato ritirato.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Osvaldo Napoli 15.04.
Chiedo all'onorevole Peretti se intenda accedere all'invito al ritiro del suo articolo aggiuntivo 15.05.
ETTORE PERETTI. Signor Presidente, insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Peretti 15.05, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 413
Maggioranza 207
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 215).
(Esame dell'articolo 16 - A.C. 15-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16
(Vedi l'allegato A - A.C. 15 sezione 17). Ricordo che è stato ritirato l'emendamento Marchi 16.1, l'unico ad esso presentato.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 410
Votanti 405
Astenuti 5
Maggioranza 203
Hanno votato sì 398
Hanno votato no 7).
Chiedo al relatore di esprimere il parere sugli articoli aggiuntivi presentati all'articolo 16.
MASSIMO VANNUCCI, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni invitano i presentatori al ritiro degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 16.
PRESIDENTE. Il Governo?
PIETRO COLONNELLA, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali. Il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Delfino se acceda all'invito al ritiro del suo articolo aggiuntivo 16.01.
TERESIO DELFINO. Insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 106
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, ritengo singolare, dopo essersi appassionati, con un dibattito certamente fecondo ed utile, al miglioramento di questa disposizione, che non si voglia prendere in considerazione un articolo aggiuntivo che, al di là della sua estensione, propone, nella normativa vigente, richiamandole puntualmente, l'inserimento, tra le associazioni rappresentative degli enti locali, che sappiamo essere l'ANCI, l'UPI e l'UNCEM, anche quello dell'ANPCI, l'Associazione nazionale piccoli comuni d'Italia. Si tratta di una associazione che, da anni, si sta battendo in tale ambito, che vede presente alle sue iniziative rappresentanti del Governo e che ha richiesto ed ottenuto, in alcune regioni, ma anche a livello ministeriale, una sua capacità di rappresentanza.
Credo veramente che, al di là dello sforzo dell'ANCI, l'Associazione nazionale dei comuni d'Italia, di interpretare al meglio le esigenze dei piccolissimi comuni, una tale realtà associativa ed il suo spirito di partecipazione richiedano questo riconoscimento.
Non posso accettare - così come non può farlo il mio gruppo che, da sempre, si è battuto nell'ultra decennale esperienza, fin dalla nascita, di questa associazione - che non si colga l'occasione per segnalare con questo provvedimento l'esigenza di un suo riconoscimento formale e che, quindi, la Camera, nella sua alta espressione, quella dell'Assemblea, possa andare incontro, non subendo, a questo riguardo, né restrizioni né il peso e il veto di altre associazioni rappresentative [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crapolicchio. Ne ha facoltà.
SILVIO CRAPOLICCHIO. Questo articolo aggiuntivo è analogo a quello presentato dai Comunisti italiani e, ad onor del vero, identico a quello presentato in Commissione. Esso è volto ad attribuire un ruolo ed un peso maggiormente significativi anche all'ANPCI, l'Associazione nazionale dei piccoli comuni d'Italia, in quanto associazione, ormai da anni, effettivamente ed efficacemente rappresentativa degli interessi dei piccoli comuni; ciò affinché non ci siano figli di un dio minore.
Tale associazione, munita regolarmente di personalità giuridica, in virtù del decreto di riconoscimento, opera sin dal 1999, ma, di fatto, dal 1997, a difesa e in rappresentanza degli interessi dei piccoli comuni d'Italia, vantando un rilevante numero di associati, pari a millecinquecento. Lo scopo dell'associazione, infatti, è quello di tutelare e difendere gli interessi, le aspettative, le identità e le autonomie dei piccoli comuni, valorizzando il patrimonio di esperienze di storia, di cultura e di civiltà della popolazioni interessate, per promuovere lo sviluppo, la crescita sociale ed economica e la tutela del territorio e delle risorse, in esso presenti.
In considerazione dell'ormai notevole e consolidata importanza assunta da tale associazione, anche nei contatti con le pubbliche istituzioni, in tutte le materie concernenti i piccoli comuni, si rende necessaria una formalizzazione della sua capacità rappresentativa, garantendone la stabile presenza nella Conferenza Stato-città ed autonomie locali, principale sede istituzionale di accordo tra i comuni e lo Stato.
Si chiede, pertanto, l'approvazione dell'articolo aggiuntivo proposto in tale sede, per garantire finalmente un formale suggello, tra l'altro, alla rilevante capacità rappresentativa dell'Associazione nazionale dei piccoli comuni d'Italia, l'ANPCI (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Onorevole Crapolicchio, essendo il contenuto dell'articolo aggiuntivo Teresio Delfino 16.01 analogo al 16.010, presentato dall'onorevole Sgobio, se votiamo il primo, lei ritira il secondo?
SILVIO CRAPOLICCHIO. Anche a nome degli altri firmatari, lo ritiro, signor Presidente.
Pag. 107
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per dire ai colleghi di prestare molta attenzione a questo articolo aggiuntivo e a quello del collega Crapolicchio
Dico ai tanti amici dell'ANCI presenti in aula - anch'io sono stato un amministratore - che non approvare questo articolo aggiuntivo sarebbe un grave errore politico.
L'associazione nazionale dei piccoli comuni è nata spontaneamente ed è cresciuta senza assistenza e sostegno da parte di nessuno; essa rappresenta una realtà ed oggi non riconoscerla - nel momento in cui si sta per approvare il provvedimento che interessa i piccoli comuni - significa voler aprire, anche all'interno delle realtà associative comunali, una frattura. Quindi, è bene che soprattutto gli amici del centrodestra e del centrosinistra appartenenti all'ANCI, e che insieme ad essa portano avanti questa nobile attività sotto il profilo lobbistico a tutela dell'associazione, se ne rendano conto e se ne assumano le responsabilità [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, intervengo solo per sostenere anch'io l'articolo aggiuntivo in esame poiché si riconduce perfettamente alla logica del provvedimento che stiamo per approvare. Infatti, poiché abbiamo utilizzato tutta questa serie di articoli per «normare» la specificità dei piccoli comuni, sarebbe contraddittorio non riconoscere agli stessi la facoltà di avere una propria ed autonoma rappresentatività.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Delfino 16.01, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 404
Votanti 357
Astenuti 47
Maggioranza 179
Hanno votato sì 84
Hanno votato no 273).
Ricordo che l'articolo aggiuntivo Sgobio 16.010 è stato ritirato.
(Esame dell'articolo 17 - A.C. 15-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17
(Vedi l'allegato A - A.C. 15 sezione 18), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 403
Votanti 400
Astenuti 3
Maggioranza 201
Hanno votato sì 400).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 15-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 15 sezione 19).Pag. 108
Avverto che riguardo all'ordine del giorno Gardini n. 9/15/8 la parola «provincia» è sostituita dalla seguente «regione».
Qual è il parere del Governo?
PIETRO COLONNELLA, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali. Il Governo accetta gli ordini del giorno Alessandri n. 9/15/1, Caparini n. 9/15/2, Fasciani n. 9/15/3, Rampi n. 9/15/4, Margiotta n. 9/15/5, Crema n. 9/15/6, Di Gioia n. 9/15/7, Gardini n. 9/15/8, nel testo corretto, Benzoni n. 9/15/9, Garavaglia n. 9/15/11, Goisis n. 9/15/12, Romagnoli n. 9/15/13, Bosi n. 9/15/14, Crisci n. 9/15/15, non accetta l'ordine del giorno Fasolino n. 9/15/17 e accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Dussin n. 9/15/10 e Brusco n. 9/15/16.
Il Governo, inoltre, accetta gli ordini del giorno Minasso n. 9/15/18, Garagnani n. 9/15/19, Germanà n. 9/15/20, Neri n. 9/15/21, Martinello n. 9/15/22, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Castellani n. 9/15/23.
Il Governo, altresì, accetta gli ordini del giorno Buontempo n. 9/15/24 Chianale n. 9/15/25, Ceccuzzi n. 9/15/26, Delfino n. 9/15/27, mentre accetta l'ordine del giorno Pini n. 9/15/28, se riformulato sostituendo nel dispositivo le parole: «a prevedere» con le parole: «a valutare».
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Pini accetta la riformulazione proposta.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Dussin n. 9/15/10 e Brusco n. 9/15/16, accolti come raccomandazione, non insistono per la votazione.
Prendo atto che l'onorevole Fasolino insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/15/17, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fasolino n. 9/15/17, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 385
Votanti 381
Astenuti 4
Maggioranza 191
Hanno votato sì 160
Hanno votato no 221).
Prendo atto che il deputato Zinzi non è riuscito a votare.
Prendo atto, inoltre, che il presentatore dell'ordine del giorno Castellani n. 9/15/23, accolto come raccomandazione, non insiste per la votazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
MASSIMO GARAVAGLIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
MASSIMO GARAVAGLIA. In merito ad un ordine del giorno riguardante la questione dell'acqua. È essenziale.
PRESIDENTE. Abbiamo già esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Intervengo per un chiarimento, dato che vi è stata una fase un po' confusa. Presidente, abbiamo votato l'unico ordine del giorno non accettato del Governo ed è stato chiesto ai presentatori se insistevano per la votazione dei loro ordini del giorno accolti come raccomandazione. Si intende che tutti gli altri sono stati accolti.
Pag. 109PRESIDENTE. Certamente. Per prassi, ove i presentatori non insistano, gli ordini del giorno accettati dal Governo non sono posti in votazione.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chie- do di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. È per una richiesta di precisazione. Mi sembrava che l'ordine del giorno Garavaglia n. 9/15/11 fosse stato accolto come raccomandazione. Chiedo una conferma.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Dussin n. 9/15/10 è stato accolto come raccomandazione, mentre l'ordine del giorno Garavaglia n. 9/15/11 è stato accettato dal Governo.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 15-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
I colleghi che hanno chiesto di parlare sono naturalmente informati della facoltà di consegnare agli atti il testo della dichiarazione di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Presidente, mi rendo conto che la giornata è stata particolarmente faticosa, ma comunque proficua. Mi limito pertanto a considerare che abbiamo approvato una legge importante per moltissimi comuni della nostra realtà nazionale che detta le direttrici affinché si possa creare una condizione di sviluppo in quelle aree.
PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Velo, Adolfo, Crapolicchio, Misiti e Osvaldo Napoli hanno chiesto che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della loro dichiarazione di voto. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Francescato. Ne ha facoltà.
GRAZIA FRANCESCATO. Dichiaro il voto favorevole del gruppo dei Verdi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Non posso chiedere alla Presidenza la pubblicazione del mio testo perché purtroppo non ho preparato un intervento scritto. Tuttavia, desidero che risulti agli atti che il nostro gruppo voterà a favore del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Minasso. Ne ha facoltà.
EUGENIO MINASSO. Intervengo soltanto per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Alleanza Nazionale e chiedo anch'io che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Minasso, la Presidenza lo consente, come negli altri casi, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
(Correzioni di forma - A.C. 15-A ed abbinate)
TINO IANNUZZI, Relatore per la VIII Commissione. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TINO IANNUZZI, Relatore per la VIII Commissione. Signor Presidente, ai fini del coordinamento formale delle disposizioni Pag. 110contenute nel testo unificato delle proposte di legge A.C. 15-1752-1964-A, propongo le seguenti correzioni di forma:
all'articolo 2, comma 1, lettera e) le parole: «alle quali destinare gli interventi previsti dalla presente legge» sono sostituite dalle seguenti: «. Nei casi di cui alla presente lettera, gli interventi previsti dalla presente legge sono riservati alle predette frazioni»;
all'articolo 3, comma 8, le parole: «servizi via banda larga» sono sostituite dalle seguenti: «servizi di comunicazione elettronica a larga banda»;
al comma 12 dell'articolo 3, introdotto a seguito dell'approvazione dell'emendamento Dussin 3.57, le parole: «dei piccoli comuni» sono sostituite dalle seguenti: « dei comuni di cui al presente articolo»;
all'articolo 5, comma 3, come modificato a seguito dell'approvazione dell'emendamento Peretti 5.5, le parole: « e con le imprese artigiane di produzione agroalimentare» sono sostituite dalle seguenti: «e contratti, accordi o convenzioni con le imprese artigiane di produzione agroalimentare»;
all'articolo 13, comma 5, le parole: «dei comuni di cui all'articolo 2, comma 1, indicati nell'elenco di cui al successivo comma 3 del citato articolo 2» sono sostituite dalle seguenti: «dei piccoli comuni».
Ringrazio tutti i componenti le Commissioni bilancio e ambiente e il Comitato dei diciotto, nonché tutti i gruppi e gli uffici per il proficuo lavoro svolto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta formulata dal relatore in riferimento alle correzioni di forma da apportare al testo del provvedimento a norma dell'articolo 90, comma 1, del regolamento.
(È approvata).
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Signor Presidente, desidero ringraziare gli uffici, che hanno svolto un lavoro egregio, tutti i componenti il Comitato dei diciotto e il presidente Duilio, che non è stato presente per il forte «affollamento demografico» intorno a questa proposta di legge, che scommette sull'Italia. Sappiamo che essa non risolve i problemi, ma indica una strada seguendo la quale il nostro paese valorizzerà le sue risorse. Cercheremo di seguirla anche con l'approvazione dei prossimi provvedimenti, con l'aiuto di tutti colleghi.
(Coordinamento formale - A.C. 15-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 15-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge n. 15-A ed abbinate, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Realacci ed altri; Crapolicchio ed altri; La Loggia ed altri: Misure per il Pag. 111sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni» (15-1752-1964-A):
Presenti 385
Votanti 383
Astenuti 2
Maggioranza 192
Hanno votato sì 383.
(La Camera approva - Vedi votazioni - Applausi).
Prendo atto che le deputate Dato e Formisano non sono riuscite a votare.