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Seguito della discussione della proposta di legge Capezzone ed altri: Modifiche alla normativa sullo sportello unico per le imprese e in materia di dichiarazione di inizio attività (A.C. 1428-A) e dell'abbinata proposta di legge Allasia ed altri (A.C. 1543) (ore 11,19).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge d'iniziativa dei deputati Capezzone ed altri: Modifiche alla normativa sullo sportello unico per le imprese e in materia di dichiarazione di inizio attività; e dell'abbinata proposta di legge d'iniziativa dei deputati Allasia ed altri.
Ricordo che nella seduta di ieri sono state esaminate le proposte emendative relative all'articolo 1 e sono state accantonate le proposte emendative relative agli articoli 2 e 3 del testo.
Avverto che prima dell'inizio della seduta è stato ritirato l'emendamento Nannicini 2.51. Chiedo al relatore, presidente della Commissione Attività Produttive, deputato Capezzone, quali indicazioni intenda dare all'Assemblea per la ripresa dei lavori.
DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, questa mattina si è riunito il Comitato dei nove e credo che siamo in condizione di procedere molto rapidamente, fino alla conclusione dei nostri lavori.
(Ripresa esame dell'articolo 2 - A.C. 1428-A ed abbinata)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso riferite (vedi l'allegato A-A.C. 1428 sezione 1). Invito il relatore ed il Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti e sugli articoli aggiuntivi presentati all'articolo 2.
DANIELE CAPEZZONE. Relatore. Signor Presidente, posto che il presentatore ha ritirato l'emendamento Nannicini 2.51, come lei stesso ha anunciato, la Commissione conferma il parere contrario su tutte le proposte emendative presentate all'articolo 2.
Preannuncio fin d'ora che, per quanto riguarda l'articolo 3, l'emendamento 3.100 della Commissione è stato ritirato.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento La Loggia 2.52, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 420
Votanti 418
Astenuti 2
Maggioranza 210
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 221).
Prendo atto che i deputati Dato e Piro non sono riusciti a votare e che quest'ultimo avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Passiamo all'emendamento Lazzari 2.53.
MAURIZIO BERNARDO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BERNARDO. Signor Presidente, intervengo solo per annunciare il ritiro dell'emendamento Lazzari 2.53, nonché del successivo Lazzari 2.50, dei quali sono cofirmatario.
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PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nannicini. Ne ha facoltà.
ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, ringrazio il Governo, il relatore ed, in particolare, i colleghi Quartiani, Giachetti, Ventura e Mantini, che hanno aperto, insieme a me, questa riflessione sull'articolo 2. Credo che tale articolo, collegato all'articolo 1, rappresenti un grande sforzo per rilanciare l'istituto dello sportello unico. Con la previsione della conferenza unificata, con la previsione delle asseverazioni e con la previsione della dichiarazione di inizio attività i testi del cosiddetto decreto Bersani e della proposta di legge Capezzone possono trovare una modalità di rilancio dell'attività anche attraverso l'eliminazione di alcuni costi burocratici.
L'istanza del mio emendamento che ho ritirato era relativa ad un aspetto particolare. Il legislatore tende sempre a far proliferare le dichiarazioni di inizio attività. Sono previste, infatti, nel settore edilizio, nel settore dei rifiuti, in quello della telefonia mobile e così via. L'ultima è stata prevista per le autoscuole. È necessario riportare la dichiarazione di inizio attività al suo spirito originario quale era stato previsto dall'articolo 19 della legge n. 241 del 1990, che stabiliva un percorso amministrativo semplificato, con il minor numero possibile di oneri per il cittadino. Un'asseverazione e la responsabilità diretta dell'impresa, del cittadino o del professionista hanno un costo.
Quindi, preannuncio la presentazione di un ordine del giorno non concordato col Governo. Del resto, non si ritirano gli emendamenti al fine di concordare un ordine del giorno. Il mio emendamento, forse, non stava bene né a Capezzone né a Bersani. Dovremo svolgere un'attenta riflessione al riguardo quando discuteremo il primo provvedimento sulla materia, ovvero il disegno di legge sulla modernizzazione ed efficienza dell'amministrazione pubblica e riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e per le imprese, presentato dal ministro Nicolais. Con il mio ordine del giorno invito il Governo ad eliminare la proliferazione delle dichiarazioni di inizio attività che si discostano nella forma, nella sostanza e nella possibilità di tutela dal modello prefigurato dall'articolo 19 della legge n. 241 del 1990; a verificare con particolare attenzione la possibilità di dare al cittadino e alle imprese la capacità di scelta del procedimento amministrativo, inclusa la DIA, al fine di raggiungere l'autorizzazione in modo meno oneroso, sia da un punto di vista economico sia burocratico; a rendere espresso l'effetto del silenzio-assenso - perché c'è scritto, ma non è espresso - conseguente alla mancata adozione di qualsiasi provvedimento nei termini prescritti da parte della pubblica amministrazione (questo è un altro tema importante), nonché ad introdurre un regime sanzionatorio, sia per chi dice cose false, sia per chi non risponde nei tempi e nelle modalità dovute.
A nome del gruppo dell'Ulivo, dichiaro il voto favorevole sull'articolo 2 del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, desidero richiamare l'attenzione del presidente e relatore, onorevole Capezzone. È di tutta evidenza che siamo più che d'accordo sull'intera impostazione di questa proposta di legge, tant'è che c'eravamo anche cimentati a fornire un ulteriore contributo migliorativo attraverso il mio emendamento 2.52, che è stato posto in votazione e respinto dall'Assemblea dopo che il relatore ed il Governo avevano espresso su di esso parere contrario.
Per la verità, non abbiamo ben compreso le ragioni di questa posizione, stante il fatto che il testo dell'emendamento - chiunque può leggerlo e riscontrarlo - andava nella stessa identica direzione della proposta di legge, avanzando alcuni ulteriori miglioramenti al fine di raggiungerePag. 25l'obiettivo che ne è posto a fondamento.
Per tale ragione, signor Presidente e signor relatore - mi rendo conto che ormai la votazione è stata fatta, non ho fatto in tempo a chiedere la parola prima, ma non credo che ciò avrebbe potuto cambiare le cose -, sull'articolo 2 così come formulato, non mi sento, a titolo personale - ovviamente, non intendo impegnare nessun altro - di esprimere un voto favorevole.
Pertanto, preannuncio il mio voto di astensione sull'articolo 2, che avrebbe potuto essere di gran lunga più incisivo e più organico se solo vi fosse stata un'attenzione maggiore nello spirito che anima la proposta di legge in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gibelli. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, intervengo dopo che è stata annunciata la presentazione dell'ordine del giorno da parte dell'onorevole Nannicini che, di fatto, tenta di mettere una «pezza» all'ennesimo pasticcio che risulterà nel testo definitivo del provvedimento.
La giornata di ieri ha dimostrato che sulla volontà di velocizzare le procedure in tema di apertura di un nuovo impianto o insediamento di natura industriale noi non abbiamo, in linea di principio, alcuna eccezione da sollevare.
Chiedo, rivolgendomi allo spirito ambientalista che dovrebbe animare il centrosinistra, se è disposto - e ritorno sulla questione che ieri è stata sottoposta all'attenzione dei colleghi, ma che, per tutta una serie di motivi, nonostante le aspettative di una parte dellAssemblea, non è stata assolutamente affrontata - a votare un provvedimento che accontenta il presidente Capezzone solo nel titolo (lo dico con garbo e con rispetto). Nella passata legislatura sono state condotte battaglie anche per la tutela ambientale, per limitare l'impatto ambientale. È accettabile oggi che, seguendo la scappatoia della conferenza di servizi, la richiesta di un imprenditore crei le condizioni di una variante urbanistica al piano regolatore, imponendo all'amministrazione di piegarsi alla volontà del singolo rispetto alla collettività? La nostra parte politica, il centrodestra, e in primo luogo la Lega, è assolutamente disponibile nei confronti dei principi della libertà e del liberismo, che, però, non possono non avere regole. Questo tema dovrebbe appartenere a voi, e invece da parte vostra sento solo il silenzio.
Non si può, per un calcolo di natura politica, accettare all'articolo 1 (con le conseguenze dell'articolo 2 che ieri il collega Nannicini ha illustrato al Governo, e che oggi invece vengono nascoste dietro un ordine del giorno) lo scempio sulla programmazione territoriale in campo urbanistico, per vendere una norma-manifesto che non ha nulla a che fare con l'iniziativa impostata dal presidente Capezzone. Questo non è accettabile che si verifichi da parte vostra (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Non è una questione di propaganda politica o di strumentalizzazione. Avevamo iniziato un percorso comune e il testo della proposta di legge abbinata all'iniziativa Capezzone dimostrano che eravamo disposti ad accettare un percorso che poneva l'impresa nelle condizioni di avere tempi certi, senza imporre, come singolo, iniziative industriali, come nel testo dell'articolo 1, laddove lo strumento urbanistico non prevede aree destinate (o se le prevede, esse sono comunque insufficienti), e il presupposto della legge n. 241 del 1990 ammette senza deroga la variante urbanistica. Dove sono finite le vostre battaglie ambientali, colleghi del centrosinista (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)?
Ciò non è accettabile. Il vostro silenzio oggi in Assemblea testimonia che anche in passato non credevate alla vostra battaglia sulla legge obiettivo. Avete predicato bene; oggi razzolate male (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, prendo la parola solo per precisare la portata del provvedimento di legge che la Camera sta approvando, che restituisce certezza del diritto per tutti i soggetti coinvolti: per la pubblica amministrazione, per i cittadini e per le imprese.
Tutti gli interessi pubblici rilevanti sono tutelati perché, contrariamente a quanto è stato un attimo fa affermato, le procedure definite con il provvedimento in esame non impongono scelte ai consigli comunali, che rimangono titolari assoluti, arbitri indiscutibili della pianificazione territoriale. La norma definisce semplicemente le procedure affinché il consiglio comunale si esprima sulle scelte urbanistiche, nel caso in cui le richieste, le ipotesi, i progetti di iniziative produttive non risultino ricompresi tra quelli di cui gli strumenti urbanistici si occupano, dettando norme e disciplinando modalità specifiche di uso del suolo.
La Conferenza di servizi, quindi, non costituisce e non assume la funzione di organo sovraordinato rispetto ai consigli comunali, che mantengono integra la propria sovranità. Gli stessi devono esprimersi in tempi definiti, perché le proposte di insediamenti produttivi non possono essere mantenute in una condizione di incertezza per lungo tempo. I consigli comunali, quindi, quando non siano previste talune destinazioni urbanistiche devono esprimersi in tempi certi, con un sì o con un no, sulla base di autonome valutazioni non sindacabili da parte di altri organi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire solo per svolgere due precisazioni. La prima di carattere personale: ieri avevo chiesto espressamente, in sede di votazione dell'articolo 1, che il Governo ci rassicurasse sulle nostre preoccupazioni circa l'applicazione dell'automatismo derivante dalla lettura di questo confuso comma 8, ma in quell'occasione nessuno ha ritenuto importante o necessario rispondere, tant'è vero che siamo giunti ad un voto contrario.
Prendo atto del fatto che l'autorevolezza del mio bravo collega ed amico Andrea Gibelli ha spinto il Governo a sbilanciarsi con un giorno di ritardo, ma d'ora in avanti, quando avremo questioni importanti da porre, non lo farò più personalmente, ma dovrò rivolgermi a qualcuno più qualificato all'interno di quest'aula. Permettetemi di far presente che a me non avete risposto, mentre oggi a Gibelli avete cercato di rispondere, senza peraltro aver chiarito alcuno dei dubbi.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 11,40).
GIOVANNI FAVA. Vorrei anche sottolineare che avremmo preferito venisse aperto un minimo di discussione anche sugli emendamenti presentati dal collega La Loggia, di cui consideravamo valido l'impianto generale; infatti, la storia di questo Paese ci insegna che laddove non esista un meccanismo sanzionatorio di alcun tipo, il rischio è che i provvedimenti approvati restino lettera morta, perché poi l'applicazione diventa molto spesso oggetto della volontà e della arbitrarietà dei soggetti che sono chiamati a dar loro esecuzione.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Fava.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Grazie, signor Presidente. Ovviamente, non condivido ciò che il rappresentante del Governo ha detto; credo che il rappresentante del Governo non sia mai stato in un consiglio comunale. Il consiglio comunale è organo diPag. 27indirizzo e di controllo, ha una sua programmazione, non può rincorrere tutti i progetti e tutte le iniziative imprenditoriali che vengono dall'esterno e che non sono ricomprese nella sua programmazione. Non lo può fare perché non è deputato a farlo. Avrebbe solamente il compito di seguire tutte le sollecitazioni che vengono dall'esterno, ne deriverebbe un caos incredibile. Noi mettiamo i consigli comunali nella condizione del caos e dell'anarchia.
Ho seguito l'intervento di ieri del collega Nannicini in religioso silenzio, aspettando che forzasse di più la mano, perché chi come me, che da 17 anni faccio il sindaco, sa di cosa stiamo parlando, si rivolge al Governo chiedendo che su questo tema venga in Parlamento qualcuno con più competenze, perché non possiamo lasciare all'anarchia o al caos le amministrazioni comunali, che non gestiranno più il territorio e non ne avranno più il controllo.
La programmazione, infatti, non è solo una mera programmazione di indirizzo urbanistico; se venissero man mano accolte, a macchia di leopardo, le sollecitazioni che vengono da quello o quell'altro imprenditore, l'esecutivo sarebbe in difficoltà nel portare avanti una programmazione vera di opere pubbliche ed ovviamente di servizi, fognature, acquedotti, viabilità e pubblica illuminazione. Tutto si ripercuoterà in negativo a carico delle casse comunali e ci saranno ulteriori aggravi di spese.
Badate bene, su questo punto inviterei anche il relatore a stare attento. Io sono tra i cofirmatari di questa legge, ma cum grano salis. Non creiamo caos nelle pubbliche amministrazioni. Queste sono più di 8 mila in Italia e alcune sono di piccole dimensioni con strutture urbanistiche e tecniche esigue.
Il piccolo comune di cinquecento abitanti non è come Milano, Roma, Firenze, Bologna e Genova: ha qualche geometra, niente di più! Quindi, non ce la fa a seguire le pressioni che vengono dagli imprenditori e le imposizioni che, in quel consiglio comunale, sotto il falso messaggio di chi promette posti di lavoro, rischiano di alterare in maniera irreversibile il territorio. Questa che stiamo portando avanti non è una cultura di sinistra e riformista.
Mi associo a quanto già detto dal collega La Loggia: anch'io, personalmente, non mi sento più di esprimere il mio voto. Spero che l'ordine del giorno del collega Nannicini sia tenuto in considerazione perché quell'ordine del giorno, solo quello, può salvare molte amministrazioni comunali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Provera. Ne ha facoltà.
MARILDE PROVERA. Intanto, vorrei ricordare che siamo ancora in sede di votazione degli emendamenti. Infatti, non siamo passati alle dichiarazioni di voto conclusivo e ritengo che dovremmo tarare i nostri interventi in modo diverso. In realtà, al di là di ciò che ho sentito finora, questi emendamenti tendono a restringere ulteriormente i tempi di valutazione dello sportello unico per quanto riguarda le pratiche che vengono presentate.
Invece di aiutare una pratica nel senso di immettere nel percorso approfondimento, conoscenza, integrazione, si tagliano ancora di più i tempi di lavoro. Per questo motivo penso sia giusto esprimere un orientamento contrario su questi emendamenti e mantenere questa impostazione durante la votazione. Questa è la prima cosa da fare. Così facendo, anche i colleghi che non hanno seguito il provvedimento sapranno, in sede di votazione, che di questo si sta discutendo.
Sull'insieme delle considerazioni espresse sull'articolo 2, osservo che esse hanno dei riflessi anche sull'articolo 1. Ritengo che in tali valutazioni si rinvengano alcune incongruenze, anche in riferimento all'espressione del voto di ieri sull'articolo 1. Va da sé che ieri, con la votazione sull'articolo 1, si sono posti pesanti vincoli a ridosso del consiglio comunale. Abbiamo cercato di lavorare su questo aspetto attraverso alcuni emendamenti con alcuni colleghi dell'opposizione, ma sono stati respinti.Pag. 28
È anche sbagliato dire che in questo modo vengono completamente svuotati i consigli comunali. Infatti, i consigli comunali vengono ulteriormente indeboliti perché un parere della Conferenza dei servizi porrà, oggettivamente, pesanti elementi di pressione sugli amministratori, siano essi componenti della giunta o del consiglio comunale. Tuttavia, la titolarità, formalmente, rimane, per fortuna, ancora in capo al consiglio comunale.
Questa proposta di legge, da noi compresa ma non gradita, come si è capito fin dall'inizio, pone le premesse per una discussione che è ancora tutta da svolgere sul decreto Bersani. Spero che in quella sede gli approfondimenti di merito saranno più attenti rispetto al modo con cui siamo arrivati a porre queste pure premesse, che saranno sviluppate in modo ben più approfondito con il decreto.
Per quanto riguarda le dichiarazioni di voto finale, mi esprimerò in quella sede, che mi sembra del tutto sbagliato anticipare. Tuttavia, sugli emendamenti in votazione, richiamo l'attenzione sul fatto che, paradossalmente, accentuano le preoccupazioni fin qui espresse anche dall'opposizione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 440
Votanti 417
Astenuti 23
Maggioranza 209
Hanno votato sì 397
Hanno votato no 20).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita a votare. Prendo atto altresì che la deputata Zanella avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo La Loggia 2.010. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione su questo articolo aggiuntivo (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Mi auguro che, a parte il diritto di parlare, ci sia anche il diritto di ascoltare. Chiedo un attimo di attenzione, perché l'argomento è realmente importante. Non volevo essere polemico, tutt'altro.
L'intera impostazione della proposta di legge in esame è volta a fornire maggiori certezze e, soprattutto, maggiore rapidità nei confronti dell'azione svolta dal cittadino che desideri iniziare una determinata attività, qualunque essa sia, secondo l'articolato sin qui votato.
Qual era e quale è l'intendimento di questo articolo aggiuntivo? L'intendimento è quello di stabilire delle sanzioni. In una dichiarazione autocertificativa è possibile dichiarare tutto quello che si desidera, ma occorre anche assumersene la responsabilità. Sicché, se qualcuno dovesse dichiarare qualcosa di non vero, deve subirne le conseguenze.
Al contrario - questo è il punto - laddove la pubblica amministrazione, il comune, l'ufficio preposto ad effettuare il controllo o chiunque altro dovesse opporre, anche solo strumentalmente, una perdita di tempo o una sbagliata od impropria valutazione - ed è noto che nella pubblica amministrazione, pur essendoci degli eccellenti funzionari e dirigenti, talvolta, ce ne può essere qualcuno meno diligente, ma non voglio dire di più in questa sede - oppure, laddove fosse dimostrato che l'atteggiamento della pubblica amministrazione, attraverso un suo funzionario, sia stato in qualche modo vessatorio - chiamiamolo in questa maniera - nei confronti di chi vuole iniziare o ha già iniziato una determinata attività, la stessa pubblica amministrazione, insieme e in solido con il dirigente infedele o non diligente, deve prevedere una forma di risarcimento a favore del cittadino, ilPag. 29quale, in questo contesto, verrebbe danneggiato.
Mi è stato spiegato che su queste proposte emendative è stato espresso un parere contrario perché bisognava chiedere il parere della Commissione giustizia, che non è stato chiesto. Ne prendo atto. Non siamo più in tempo per chiedere il parere della Commissione giustizia, ma non credo che possa essere negata la validità di questo argomento.
Quindi, per dare un contributo all'approvazione rapida di questo provvedimento - presidente Capezzone, mi rivolgo a lei - e non nascondendo il mio forte rammarico perché evidentemente non c'è stato un approfondimento adeguato rispetto ai tentativi del nostro gruppo parlamentare e del sottoscritto per rendere ancora più efficace la proposta emendativa in esame, signor Presidente, ritiro, sia pure a malincuore, il mio articolo aggiuntivo 2.010, al fine di evitarne la bocciatura da parte dell'Assemblea. Infatti, è già stato presentato un ordine del giorno di identico contenuto, che corrisponde alla stessa impostazione, e vorrei che tutta l'Assemblea fosse quanto meno interessata ad un argomento di tale delicatezza.
Auspico comunque che, poiché ci saranno altri passaggi parlamentari, questo articolo aggiuntivo, forse con maggiore diligenza e con una valutazione più attenta, possa trovare una collocazione all'interno del provvedimento. Come ripeto, si può stabilire tutto ciò che si vuole, ma, se non si prevede una sanzione adeguata in caso di falsa dichiarazione o di infedele interpretazione da parte della pubblica amministrazione, quanto previsto rischia di rimanere un mero flatus vocis.
Poiché, quindi, non desidero che ciò accada e poiché sono convinto che la proposta di legge in esame rompa un fronte, facendoci compiere un enorme passo avanti, ritiro il mio articolo aggiuntivo ed interverrò nuovamente - se il Presidente lo consentirà - per illustrare l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo La Loggia 2.010 è pertanto ritirato.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Formisano 2.02.
ANNA TERESA FORMISANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per annunciare il ritiro del mio articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Sta bene: conseguentemente, anche l'articolo aggiuntivo Formisano 2.02 è ritirato.
(Ripresa esame dell'articolo 3 - A.C. 1428-A ed abbinata)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (vedi l'allegato A - A.C. 1428 sezione 2).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 3.101.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo accetta l'emendamento 3.101 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 428
Astenuti 2
Maggioranza 215
Hanno votato sì 427
Hanno votato no 1).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gibelli. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, intervengo sull'articolo 3 perché evidentemente anche il voto che è stato appena espresso dal mio gruppo e dall'Assemblea dimostra, comunque, la volontà di dirigersi in una certa direzione.
Il mio intervento precedente, in sede di dichiarazione di voto sull'articolo 2, ha indotto il Governo ad riaprire la discussione in merito all'articolo 1. Se ho capito bene, l'Esecutivo ha affermato che le dichiarazioni che ho reso in aula non corrispondono al vero. Chiedo adesso al rappresentante Governo di fornire precisazioni, perché quanto sosterrà lo stesso Governo potrà modificare l'orientamento del gruppo della Lega Nord sul voto finale.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 11,53)
ANDREA GIBELLI. L'Esecutivo ha dichiarato che la potestà dell'amministrazione comunale in merito alla programmazione urbanistica non è comunque violata. Allora, il Governo deve spiegare - e le chiedo garbatamente di darmi un riscontro -, che cosa vuol dire il capoverso che stabilisce che, in caso di decisione negativa del consiglio comunale, lo stesso consiglio comunale, conseguentemente, può deliberare una diversa localizzazione dell'area. Ciò vuol dire che il comune non si può opporre alla conferenza di servizi, ma, al massimo, può decidere una diversa localizzazione.
Se mi sbaglio, allora perché il Governo non emenda il provvedimento, rinviando lo stesso in Commissione, ipotizzando anche il caso in cui vi sia un diniego, da parte del consiglio comunale, che blocca l'iter della conferenza dei servizi? Ciò perché se ha ragione lei, vuol dire che l'amministrazione comunale, come mi auguro, dispone comunque di un potere di veto. A quel punto, la conferenza dei servizi convocata dallo sportello unico è inutile.
Infatti, nel caso in cui la conferenza esprima un parere positivo ed il comune, non prevedendo una certa area nelle sue decisioni urbanistiche, eserciti un potere di veto, allora la conferenza di servizi avrà attivato un iter assolutamente inutile. Quindi, o esplicitiamo ciò, oppure ha ragione la Lega Nord, quando sostiene che vengono espropriati i poteri del comune, che non ha la possibilità di opporsi alla conferenza di servizi! Dunque, o il Governo specifica tale aspetto, oppure saremo costretti a cambiare il nostro giudizio sull'intero provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, non ho alcuna difficoltà a chiarire il senso della disposizione richiamata, che peraltro mi pare non meriti ulteriori chiarimenti, poiché il significato letterale è desumibile in maniera diretta da quanto previsto nel citato comma 8 di cui all'articolo 1.
In caso di decisione negativa, infatti, il consiglio comunale «può» deliberare - non «deve» - una diversa localizzazione, nel senso che può ipotizzarne una differente rispetto a quella richiesta dal proponente. Quindi, il consiglio comunale può offrire delle alternative in ragione di un autonomo apprezzamento che effettua sulla fattispecie considerata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
Pag. 31MASSIMO GARAVAGLIA. Signor rappresentante del Governo, e se il comune non vuole? Perché è scritto - e l'italiano è una lingua abbastanza precisa - che il comune può dire di no e proporre una localizzazione diversa, ovvero ridimensionare il progetto. Può dire di no, sì o no? Ce lo dica! Nella norma non è scritto. Se è così, allora scrivetelo, perché non è scritto così (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Certo che può dirlo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 402
Astenuti 31
Maggioranza 202
Hanno votato sì 400
Hanno votato no 2).
(Esame dell'emendamento riferito al titolo - A.C. 1428-A ed abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'emendamento Tit. 1. della Commissione (vedi l'allegato A - A.C. 1428 sezione 3).
Chiedo al Governo di esprimere il parere sulla proposta della Commissione di modifica del Titolo.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento Tit. 1 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tit. 1. della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 413
Astenuti 19
Maggioranza 207
Hanno votato sì 412
Hanno votato no 1).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1428-A ed abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (vedi l'allegato A - A.C. 1428 sezione 4).
Avverto che l'ordine del giorno Lazzari n. 9/1428/4 è stato ritirato dal presentatore.
Il deputato La Loggia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1428/6.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, intervengo brevemente soltanto per ribadire il concetto che avevo già ben chiarito, almeno spero, nell'illustrazione dell'emendamento che poi ho ritirato, vista la contrarietà del relatore e del Governo.
L'ordine del giorno sostanzialmente riproduce il contenuto di quell'emendamento e chiede che il Governo, in considerazione dello spirito della legge, che mira a semplificare i vari adempimenti, valutando altresì che pari importanza deve essere accordata alla veridicità delle dichiarazioni rese dal cittadino nell'ambito del generale processo di autocertificazione ed alla responsabilità in capo alla pubblica amministrazione in caso di diniego infondato, si impegni a valutare ed affrontarePag. 32questo argomento in modo da dare reale efficacia alla proposta di legge che ci accingiamo a votare.
Mi auguro fortemente, signor relatore, rappresentante del Governo e colleghi tutti, che almeno l'ordine del giorno possa trovare il vostro consenso. Male farebbero l'Assemblea, la Commissione ed il Governo nel caso in cui non volessero assumersi la responsabilità di procedere verso un miglioramento, non soltanto utile e doveroso ma totalmente indispensabile affinché le disposizioni che ci apprestiamo a votare abbiano un senso compiuto.
Altrimenti, ripeto, avremmo fatto un ottimo tentativo con le migliori intenzioni, ma, come sappiamo tutti, delle migliori intenzioni è lastricata la via dell'inferno e, almeno io, vorrei potermi salvare da questa eventualità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo accetta tutti gli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Avverto che, ove i presentatori non insistano, gli ordini del giorno, che sono stati tutti accettati dal Governo, non saranno posti in votazione.
ENRICO LA LOGGIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, chiedo che ci sia un voto dell'Assemblea sul mio ordine del giorno n. 9/1428/6. Ringrazio vivamente il Governo per il parere favorevole espresso, ma, in conseguenza di questo, mi sembra opportuno che l'Assemblea si pronunci.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Loggia n. 9/1428/6, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 424
Votanti 401
Astenuti 23
Maggioranza 201
Hanno votato sì 360
Hanno votato no 41).
Prendo atto che il deputato Tassone non è riuscito ad esprimere il voto.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1428-A ed abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare il relatore, presidente Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, credo che oggi sia una giornata positiva per tutti. Innanzitutto, nel merito, perché ci accingiamo a consegnare un testo al Senato che può aiutare a superare una situazione esistente assolutamente inaccettabile. Questo è un paese in cui oggi la pubblica amministrazione non fa ancora sufficientemente il tifo per le imprese. Questo è un paese in cui, per aprire una nuova impresa, occorre un numero enorme di autorizzazioni preventive, da cinquantotto a ottanta. Bene, noi possiamo superare tutto questo e capovolgere un meccanismo: passare dalla logica delle autorizzazioni preventive alla logica dei controlli successivi, ma questo è emerso con chiarezza nel dibattito.
L'altro aspetto positivo - e mi avvio a concludere - è quello di metodo. LaPag. 33politica italiana è abituata a tante occasioni di litigiosità, di rissosità. Questa, invece, è un'occasione in cui gran parte del Parlamento, gran parte delle forze politiche, quasi senza eccezioni, possono dire di aver lavorato fianco a fianco fino al momento del voto finale. Il ceto politico è spesso accusato, talvolta anche giustamente, di occuparsi solo della propria agenda, ma, in questo caso, è in presa diretta sul mondo delle imprese e sulle esigenze del mondo produttivo.
Ringrazio il rappresentante del Governo, il sottosegretario Bubbico, che ha lavorato in modo così saggio. Vorrei ringraziare altresì tutti i membri della Commissione, con cui abbiamo per sei mesi lavorato in modo intenso e collaborativo, le forze di maggioranza in Commissione e in Assemblea - che hanno, con grande lealtà, sostenuto il provvedimento -, le forze di opposizione, cui voglio dare atto di una determinazione particolare in ogni passaggio del provvedimento; da ultimo, ma non ultimo, ringrazio gli uffici, in particolare quelli della X Commissione, per il contributo straordinario che hanno dato. È un ringraziamento di cuore, ma anche l'auspicio che, poiché stiamo per consegnare il testo al Senato, si possa poi lavorare sul seguito della vita dell'impresa. Abbiamo reso più facile la partenza di una nuova intrapresa, ora possiamo lavorare per ulteriori forme di sburocratizzazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Formisano. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, accogliendo lo spirito che aleggia nell'aula, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Formisano, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
ANNA TERESA FORMISANO. Consegnerò il mio intervento, non prima però di avere annunciato il voto favorevole [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Commenti]... Presidente Casini, vogliamo dire come votiamo (si ride)?
Preannuncio il voto favorevole del gruppo dell'UDC su questo provvedimento, al quale credo abbiamo dato un contributo importante raccomandando al Governo di prendere un impegno costruttivo sull'ordine del giorno che ci vede primi firmatari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, colleghi, indubbiamente stiamo per votare un provvedimento che rappresenta un sasso nello stagno della legislazione italiana rispetto all'apertura di una nuova impresa. Il mio intervento sarà molto breve. Il lavoro che è stato svolto in questa Assemblea e nelle Commissioni, in particolare nella X Commissione, è stato un lavoro importante ma difficile. Abbiamo visto anche le difficoltà in quest'aula, pur in un clima di reciproco rispetto e di attenzione alle istanze condivise da tutti. Il testo del provvedimento andrà al Senato e sarà opportunamente analizzato con l'attenzione che merita. Speriamo non sia stravolto, speriamo anche che qualche correttivo in particolare rispetto ai temi sollevati dai colleghi della Lega Nord Padania possa essere introdotto senza stravolgere il provvedimento. Questo è un provvedimento che ha senso e valenza se riusciamo ad approvarlo, come se fosse uno slogan che si traduce in una normativa. Sette giorni per un'impresa non può essere solo un bello ed efficace slogan, ma deve diventare norma finalizzata al rispetto delle tutele ambientali, del diritto e delle competenze delle autonomie locali che tutte assieme vogliamo rispettare.
Quindi preannuncio un voto favorevole, sapendo che abbiamo seguito un iter complicato, anche con la presentazione di rilevanti emendamenti in Assemblea. Vi saranno altre fasi durante le quali ritorneremoPag. 34sul testo. Sappiamo però che questa è una pietra importante in uno stagno: abbiamo invertito l'onere della prova, abbiamo dato fiducia ai nostri amministratori locali, e ai nostri imprenditori, dobbiamo avere la forza di portare a casa questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Affronti. Ne ha facoltà.
PAOLO AFFRONTI. Signor Presidente, nel preannunciare il voto favorevole dei Popolari-Udeur su questo provvedimento (non potrebbe essere diversamente perché siamo tra i firmatari di questa proposta di legge), chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto. Si tratta di una proposta positiva per le piccole e medie imprese in del nostro Paese e quindi ben vengano queste occasioni dove le forze politiche unitariamente convergono per fare delle riforme che servono al paese e agli imprenditori e a creare motivi di nuova occupazione.
PRESIDENTE. Onorevole Affronti, la Presidenza consente la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della sua dichiarazione di voto, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvana Mura. Ne ha facoltà.
SILVANA MURA. Signor Presidente, annuncio anch'io il voto favorevole di tutto il gruppo dell'Italia dei Valori su questo provvedimento e anch'io chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Mura, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Grazie, deputato Presidente. La relazione introduttiva della proposta di legge n. 1543 comincia con queste parole: «Fare impresa in Italia è davvero un'impresa». Infatti prima di oggi il primato di difficoltà lo raggiunge l'imprenditore che voglia avviare un'attività di raccolta e smaltimento rifiuti il quale deve svolgere almeno sessantotto adempimenti burocratici e bussare a ventiquattro diverse amministrazione. Mi dispiace però che rimarrà tale e, anzi andrà peggio anche dopo aver approvato il provvedimento Capezzone. La proposta di legge Capezzone è stata abbinata ad un testo che porta il mio nome insieme a quello dei colleghi Fava e Pini. Abbiamo sostanzialmente condiviso la ratio fin dall'inizio di questa norma, pur mantenendo però alcuni necessari distinguo. Nella discussione la maggioranza ha stravolto il provvedimento, pur condividendo l'impostazione generale nella quale si va a stabilire un meccanismo di incentivazione attraverso un sistema di contribuzione ai comuni.
Siamo sempre a favore di tutto ciò che dallo Stato centrale viene a beneficio della periferia, soprattutto delle piccole comunità, delle piccole località, in particolare di quelle di montagna. Non possiamo condividere, invece, un meccanismo che aumenti il sistema di contribuzione, qualora si tratti di comuni ricadenti nelle aree degli obiettivi 1 o 2. Diversamente, si creerebbero discriminazioni: non è in alcun modo dimostrato che le amministrazioni pubbliche (di questo stiamo parlando) che non ricadono in aree svantaggiate abbiano situazioni di cassa migliori rispetto a quelle ricomprese in tali aree: non è così, ed facile dimostrarlo. Dunque, con il predetto meccanismo si potrebbe creare una sperequazione che non sarebbe assolutamente in linea con i nostri principi. Infatti, siamo convinti che servano più risorse agli enti locali; siamo altresì fermi sul principio che la distribuzione di queste risorse debba essere effettuata inPag. 35modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Abbiamo constatato, ad esempio, che sui singoli emendamenti sono state assunte posizioni che possono apparire contraddittorie e che ci sono elementi che creano in noi allarme. Comprendiamo le esigenze politiche della maggioranza, che ha avuto la necessità di fare quadrato e di trasfondere nel provvedimento in esame tutto il contenuto dell'atto Camera n. 2272, ossia tutto ciò che riguardava lo sportello unico, già oggetto di un provvedimento presentato dal Governo ed attualmente all'esame della competente Commissione.
Abbiamo compreso l'imbarazzo che può aver provato personalmente il presidente della Commissione, che è anche relatore, nel doversi districare tra un testo all'esame dell'Assemblea ed uno in discussione in Commissione, all'interno un provvedimento diverso. Capisco, quindi, che il testo iniziale, ad un certo punto, sia stato preso e, attraverso il meccanismo del copia ed incolla, sia stato inserito, quasi stravolto, all'interno del maxiemendamento; tuttavia, devono essere evidenziate le nostre perplessità, ad esempio, in merito al comma 8.
Noi abbiamo scelto di condividere il percorso intrapreso, ma in un momento in cui tutto ciò che si discuteva era sostanzialmente conforme al testo che avevamo presentato. Finché si è parlato e si è discusso di sfumature, è andato tutto bene. Quando, però, come nel caso del menzionato comma 8, sono state violate le prerogative degli enti locali - di ciò stiamo discutendo - imponendo un meccanismo perentorio, attraverso il quale si toglie sovranità agli enti locali, e stabilendo un automatismo mediante il quale, nel caso in cui non esistano destinazioni urbanistiche idonee ad accogliere determinate attività produttive (qualora queste ultime siano state oggetto di conferenze di servizi preliminari, il comune si debba adeguare a quanto disposto dalle conferenze medesime), sostanzialmente si viola il principio dell'autonomia dell'ente locale - allora ci siamo trovati in difficoltà. Lo ribadisco perché il nostro atteggiamento in questo momento potrebbe apparire, come ho detto in apertura del mio intervento, un po' contraddittorio: stiamo per votare il provvedimento, riscritto da un maxiemendamento della Commissione, che presenta alcune zone d'ombra che riteniamo non esser state oggetto di un'articolata discussione, tale da fugare i nostri dubbi.
Noi condividiamo lo spirito che ha animato il dibattito e comprendiamo che tutti abbiano un po' di fretta, ma non possiamo dimenticare che stiamo varando provvedimenti che avranno ripercussioni importanti sulla vita di cittadini e soprattutto sul funzionamento dell'amministrazione pubblica. Non so quanti in quest'aula si siano prodigati a leggere il provvedimento così come sarà approvato da quest'Assemblea oggi, e quanti di costoro abbiano idee chiare sugli effetti pratici del tipo di impostazione scelto. Non è detto che un'azienda abbia tutte le carte in regola per poter svolgere una certa attività sul territorio. Dal punto di vista ambientale e normativo, non è detto che si possa in qualche modo decidere, di fatto, di adottare una variante urbanistica (di ciò stiamo parlando). Infatti, se in virtù delle deliberazioni della conferenza di servizi si decidesse di realizzare alcuni insediamenti in una certa area, il comune dovrebbe prenderne atto ed adeguare il proprio strumento urbanistico: mi sembra che questo meccanismo violi i principi fondamentali dell'autonomia degli enti locali.
Annuncio che il nostro voto sarà contrario; mi dispiace, perché - lo ripeto - lo spirito che ci aveva animati fino questo punto è stato sicuramente diverso.
Votando la parte che attiene all'obbligatorietà della variante da parte dell'amministrazione locale in presenza di conferenze di servizi a monte (alla quale abbiano partecipato i soggetti legittimati, da soggetti istituzionali ben evidenziati), non possiamo far finta di non sapere quali potrebbero gli effetti peggiorativi.
L'Italia è il paese dei comitati, lo abbiamo visto. Esiste un comitato per qualsiasi tipo di soluzione amministrativa; ormai non si decide più nulla in questoPag. 36paese. Non abbiamo pensato che in tal modo ai comitati viene conferita la medesima dignità rispetto agli enti locali; non si può pensare che i comitati, soggetti portatori di interessi propri, possano avere, in un certo qual modo, lo stesso identico peso e la stessa identica capacità di rappresentanza all'interno di un contesto così importante come la conferenza dei servizi. Infatti, in un paese come questo, nel quale ci si inventa di tutto e di più, sarebbe troppo facile pensare che tutti i soggetti che ne facciano richiesta, in qualche misura legittimati in quanto portatori di interessi specifici, possano prendere parte a queste conferenze di servizi.
Noi procederemo decisamente in senso opposto rispetto allo spirito iniziale del provvedimento; abbiamo infatti inteso promuovere un provvedimento che andasse nella direzione dello snellimento delle procedure e nel rispetto delle leggi e soprattutto della volontà degli enti locali e delle istituzioni, unici soggetti titolati a compiere delle scelte. Non possiamo mescolare le carte in questo modo. Se continuiamo ad allargare il numero dei soggetti che possono dare delle opinioni ed esprimere pareri vincolanti entriamo in un ginepraio infinito, col rischio di dar luogo ad infiniti contenziosi.
Per questo motivo, a nome del gruppo Lega Nord Padania, annuncio il voto contrario su questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferdinando Benito Pignataro. (Commenti)... Colleghi, per cortesia!
Prego, deputato Pignataro, ha facoltà di parlare.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, colleghi, non ho preparato alcun testo da consegnare; mi limiterò, comunque, ad una stretta dichiarazione di voto.
Il provvedimento iniziale per i Comunisti Italiani rappresentava un progetto per molti aspetti inaccettabile che creava molte perplessità e difficoltà ad approvarlo. Il lavoro svolto dalla Commissione e dall'Assemblea, come anche l'apporto del Governo, lo ha profondamente modificato. Ciò mette anche noi Comunisti Italiani nelle condizioni di esprimere un voto favorevole sul provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Provera. Ne ha facoltà.
MARILDE PROVERA. Signor Presidente, visto il clima e la necessità dell'Assemblea di procedere rapidamente, articolerò il mio intervento per punti sintetici. Nutrivamo forti dubbi nel dare il nostro parere favorevole su questo provvedimento; lo si era capito dall'inizio ed era evidente, durante la discussione, che ci fossero, e ci sono tuttora, forti punti di sofferenza, seppure da noi sia condivisa la necessità di misure di snellimento e di miglioramento tecnologico che in sé l'istituzione di uno sportello unico prevede e può facilitare nelle varie comunità, nei vari comuni.
Nonostante questo, le perplessità erano e sono molte. Solamente con un processo emendativo si è riusciti a fare in modo che misure che rivolgono maggiore attenzione a interventi di pura forma, come l'accorciamento per legge dei tempi - e che, potendo non risultare nei fatti, rischiano quindi di produrre dei peggioramenti -, possano essere ancora corrette al Senato e con il futuro provvedimento Bersani. Analogo discorso vale per correzioni concernenti rischi di scarsa sorveglianza o di condizionamento sulle autonomie locali e di indubbio peso sui consigli comunali, che a nostro avviso andranno corrette; sono questioni che affronteremo con il provvedimento Bersani e con il passaggio al Senato di questo provvedimento.
Avevamo pertanto forti dubbi e alcune questione di fondo rimangono. L'approvazione di alcuni emendamenti ci porta comunque a comprendere che sussistono i tempi per una discussione più pacata e lineare; diamo quindi un segnale positivo all'avvio di questo lavoro con il voto favorevole del gruppo. (Applausi del deputato Capezzone).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo solo per annunciare che il gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI voterà a favore di questo provvedimento; l'onorevole Del Bue e chi vi parla, del resto, siamo tra i firmatari di una delle due proposte di legge.
Ringraziamo l'onorevole Capezzone per il lavoro svolto e, anche se parzialmente criticato, il rappresentante del Governo, Bubbico. Noi ci riteniamo, però, tra coloro che condividono le critiche mosse a questa proposta di legge dall'onorevole La Loggia, dall'onorevole Nannicini, dall'onorevole Gibelli: infatti, se c'è un «cartellino giallo» da dare in ordine a questa proposta di legge - giallo, e non rosso, perché siamo vicini al 25 aprile e al 1o maggio - è quello nei confronti del ministro Bersani, il quale è intervenuto «a gamba tesa» su questo provvedimento, rendendolo meno bello, meno importante di quanto si poteva fare se ce lo avesse lasciato modificare. Ma questo è un piccolo Governo che non può farci fare grandi leggi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giorgio Conte. Ne ha facoltà.
GIORGIO CONTE. Anch'io, Presidente, mi limiterò solo ad apprezzare le circostanze (Commenti)...
PRESIDENTE. Colleghi per cortesia...
GIORGIO CONTE. ...chiedendo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Giorgio Conte, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
GIORGIO CONTE. Dichiaro comunque il voto favorevole del gruppo di Alleanza Nazionale. Ho apprezzato le circostanze per rispetto nei confronti dei colleghi che hanno già consegnato il testo delle loro dichiarazioni di voto; mi unirò a loro, ma non posso esimermi dall'apprezzare l'impegno congiunto e comune di buona parte di maggioranza e opposizione che hanno raggiunto un importante anche se delicato equilibrio su un testo largamente condiviso e che condivide anche Alleanza Nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, colleghi, annuncio con dispiacere che il gruppo dei Verdi, allo stato del dibattito e delle modifiche apportate, non riconosce le condizioni per un voto favorevole al provvedimento.
A parte gli «ululati» che sento adesso dall'aula, la motivazione per cui il gruppo dei verdi non voterà a favore, ma si asterrà sulla proposta di legge ( rimettendo al gruppo parlamentare al Senato di condurre una battaglia per una incisiva modifica del provvedimento), è perché bisogna dire chiaramente le cose come stanno: si tratta di una proposta di legge che vuole non semplificare l'avvio di nuove imprese, ma introdurre elementi che in primo luogo entrano in collisione con le leggi urbanistiche nazionali per quanto attiene alle pianificazione urbanistiche di competenza dei comuni. Inoltre, tali elementi entrano in collisione con norme e principi costituzionali che attengono alle disposizioni a cui prima mi richiamavo.
Francamente ci sono principi sui quali le conferenze di servizi non possono derogare per scardinare il territorio. Ora, la questione....
PRESIDENTE. Colleghi, non si può sopportare, però, che mentre parla un collega si facciano gli ululati nell'aula del Parlamento, vi prego!
Pag. 38
ANGELO BONELLI. La ringrazio Presidente, ma questo attiene alla serietà di chi ulula: chi ulula non sa parlare.!
Comunque, detto questo, c'è un problema molto serio: noi verdi riteniamo che nel nostro paese si debba fare una battaglia per la semplificazione che consenta alle imprese di sburocratizzare, ma non si può creare un alibi per il quale attraverso questo procedimento si può determinare lo scardinamento delle regole sul territorio.
Allora, il nostro atteggiamento, la nostra posizione di astensione è un atteggiamento di disponibilità che vuole avviare al Senato una battaglia per una forte modifica che ponga al centro della questione sia la semplificazione, sia il rispetto delle regole della sovranità dei comuni e della tutela ambientale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bernardo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BERNARDO. La ringrazio Presidente. Non me ne abbiano i colleghi, ma farò alcune brevissime considerazioni e quindi non utilizzerò tutto il tempo necessario.
Chiederei ai colleghi una cortesia: tutti noi in altre circostanze abbiamo ascoltato chi interveniva nel corso del dibattito e, pertanto, a conclusione di una discussione che ritengo importante, vorrei motivare le ragioni per cui il gruppo di Forza Italia esprimerà voto favorevole sul provvedimento in esame.
Non me ne abbia neanche il sottosegretario di Stato, Bubbico, perché so con quanta attenzione ha seguito i lavori nel corso delle settimane e dei mesi precedenti, ma in questa occasione avremmo voluto che fosse presente il ministro Bersani. Sul provvedimento in esame potremmo seguire il metodo del presidente della Commissione, Capezzone, come dimostrato dallo spirito e dai contenuti che culturalmente condividiamo, nel senso di avviare un confronto vero e reale sul tema in discussione, restituendo dignità ai membri della Commissione e della Camera, per poi entrare nel merito dei contenuti.
Inoltre, considerato che noi, come tutti i colleghi sanno, abbiamo assorbito, anche modificando, alcune parti di ciò che sarà la prossima «lenzuolata» (su cui discuteremo prossimamente, entrando nel merito dei contenuti), la presenza del ministro Bersani sarebbe stata certamente più apprezzata.
Come risulta dalle dichiarazioni dei colleghi della maggioranza che mi hanno preceduto, si è voluto far notare dei distinguo; tra l'altro, rimango anche un po' sorpreso, ad esempio, che l'onorevole Trepiccione, del gruppo dei verdi, abbia previamente sottoscritto il provvedimento in esame per poi compiere un passo indietro su un argomento estremamente delicato che comporterebbe la previsione di misure di semplificazione, richieste dal nostro tessuto socio-economico, nel contesto di un processo di liberalizzazione in senso più ampio e non univoco, come, purtroppo, avvenuto fino ad oggi. Questo è il motivo per cui la presenza del ministro sarebbe stata importante e ci auguriamo che tutto ciò accada con i prossimi provvedimenti.
Alcune formazioni politiche sono reduci dai rispettivi congressi. Si è iniziato a parlare - lo invocavamo da tempo - di un bipolarismo mite che dovrebbe avere dei risvolti di carattere pratico, in termini di confronto vero e democratico, entrando anche nel merito dei contenuti.
Ci auguriamo che il modello seguito nella Commissione attività produttive ed in Assemblea vada in questa direzione (mi riferisco anche ad altri argomenti che affronteremo nel corso delle prossime settimane), se davvero vi è la volontà di fornire una risposta reale al paese su temi come questo.
Pertanto, preannunzio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tomaselli. Ne ha facoltà.
SALVATORE TOMASELLI. Signor Presidente, chiedo anche io che la PresidenzaPag. 39autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
SALVATORE TOMASELLI. Mi limiterò a motivare rapidamente, in pochi secondi, il voto favorevole del gruppo dell'Ulivo su tale provvedimento, a cui abbiamo concorso in maniera determinante, sia in Commissione sia in Assemblea. Si tratta di un ulteriore intervento che va nella direzione del principale obiettivo del centrosinistra al governo del Paese: la modernizzazione dell'Italia.
Quando questo lavoro incontra la positiva collaborazione dei gruppi parlamentari di opposizione, come è avvenuto in questa circostanza, non possiamo che rallegrarcene, poiché siamo convinti che, al di là della legittima polemica politica, quando il lavoro si pone nell'interesse del paese si costruiscono utili punti di convergenza.
Vorrei dire al capogruppo del gruppo parlamentare dei Verdi che le loro preoccupazioni sono anche le nostre e che non vi può continuare ad essere nel nostro Paese una contrapposizione tra sviluppo e tutela dell'ambiente.
Crediamo che nel provvedimento siano previste forme adeguate di autotutela della pubblica amministrazione che possono mettere al riparo dalle preoccupazioni che sono state esposte in questa sede.
Il rapporto tra la pubblica amministrazione e i sistemi imprenditoriali del nostro paese è apparso per troppo tempo stretto, incuneato in un tunnel di cui non si vedeva l'uscita. La necessità della semplificazione amministrativa appare prioritaria per il rilancio della competitività delle imprese, un fattore strategico per il rilancio dell'intera economia italiana.
Fondamentale è stato, in queste settimane, il lavoro di sintesi - per il quale voglio ringraziare il sottosegretario Bubbico, per l'impegno costante che ha messo a disposizione -, che mi sembra ben riuscito, tra l'iniziativa parlamentare proposta dal presidente Capezzone, sostenuta da parlamentari di molti gruppi, e l'iniziativa del ministro Bersani, che oggi ci consente di approvare un provvedimento che rilancia la pulsione e la strategicità dello sportello unico nel rapporto tra pubblica amministrazione ed imprese, specie in relazione all'apertura di nuove attività e di nuove iniziative imprenditoriali.
Questo è un atto di fiducia! Il gruppo dell'Ulivo intende vedere in questo provvedimento un atto di fiducia, e salutarlo così, verso gli operatori economici e il sistema delle imprese del nostro paese, che per anni hanno condotto sacrosante battaglie per lo Stato amico e per una burocrazia partner, anziché ostacolo, e affinché essi colgano questa opportunità di semplificazione nel quadro della ripresa economica del Paese. Ma anche - e finisco signor Presidente e colleghi - verso la pubblica amministrazione, verso i funzionari pubblici, troppo spesso raffigurati come lenti o, peggio, fannulloni, ma che in realtà possono trovare in questo provvedimento, come nei provvedimenti in itinere in discussione, a cominciare dal cosiddetto disegno di legge Nicolais, nuove motivazioni per essere maggiormente impegnati in una riforma della pubblica amministrazione amica dei cittadini e delle imprese, in un processo di responsabilizzazione e di semplificazione.
È un ulteriore impegno con cui il gruppo dell'Ulivo, sostenendo questo provvedimento, va nella direzione di trasformare e modernizzare il paese e la concorrenza del nostro sistema imprenditoriale, aumentando le opportunità e rafforzando la crescita dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 1428-A ed abbinata)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la PresidenzaPag. 40sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1428-A ed abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1428-A, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione della proposta di legge con il seguente nuovo titolo:
«Modifiche alla normativa sullo sportello unico per le imprese e disciplina dell'avvio dell'attività di impresa.» (1428-A): la Camera approva (vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 408
Astenuti 22
Maggioranza 205
Hanno votato sì 392
Hanno votato no 16).
È così assorbita la concorrente proposta di legge n. 1543.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi parlamentari, la trattazione dei successivi punti 3 e 4 all'ordine del giorno è rinviato ad altra seduta.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 14,30 per lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo.
La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 14,30.