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Seguito della discussione della proposta di legge Capezzone ed altri: Modifiche alla normativa sullo sportello unico per le imprese e in materia di dichiarazione di inizio attività (A.C. 1428-A) e dell'abbinata proposta di legge Allasia ed altri (A.C. 1543) (ore 11,19).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1428-A ed abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare il relatore, presidente Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, credo che oggi sia una giornata positiva per tutti. Innanzitutto, nel merito, perché ci accingiamo a consegnare un testo al Senato che può aiutare a superare una situazione esistente assolutamente inaccettabile. Questo è un paese in cui oggi la pubblica amministrazione non fa ancora sufficientemente il tifo per le imprese. Questo è un paese in cui, per aprire una nuova impresa, occorre un numero enorme di autorizzazioni preventive, da cinquantotto a ottanta. Bene, noi possiamo superare tutto questo e capovolgere un meccanismo: passare dalla logica delle autorizzazioni preventive alla logica dei controlli successivi, ma questo è emerso con chiarezza nel dibattito.
L'altro aspetto positivo - e mi avvio a concludere - è quello di metodo. LaPag. 33politica italiana è abituata a tante occasioni di litigiosità, di rissosità. Questa, invece, è un'occasione in cui gran parte del Parlamento, gran parte delle forze politiche, quasi senza eccezioni, possono dire di aver lavorato fianco a fianco fino al momento del voto finale. Il ceto politico è spesso accusato, talvolta anche giustamente, di occuparsi solo della propria agenda, ma, in questo caso, è in presa diretta sul mondo delle imprese e sulle esigenze del mondo produttivo.
Ringrazio il rappresentante del Governo, il sottosegretario Bubbico, che ha lavorato in modo così saggio. Vorrei ringraziare altresì tutti i membri della Commissione, con cui abbiamo per sei mesi lavorato in modo intenso e collaborativo, le forze di maggioranza in Commissione e in Assemblea - che hanno, con grande lealtà, sostenuto il provvedimento -, le forze di opposizione, cui voglio dare atto di una determinazione particolare in ogni passaggio del provvedimento; da ultimo, ma non ultimo, ringrazio gli uffici, in particolare quelli della X Commissione, per il contributo straordinario che hanno dato. È un ringraziamento di cuore, ma anche l'auspicio che, poiché stiamo per consegnare il testo al Senato, si possa poi lavorare sul seguito della vita dell'impresa. Abbiamo reso più facile la partenza di una nuova intrapresa, ora possiamo lavorare per ulteriori forme di sburocratizzazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Formisano. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, accogliendo lo spirito che aleggia nell'aula, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Formisano, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
ANNA TERESA FORMISANO. Consegnerò il mio intervento, non prima però di avere annunciato il voto favorevole [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Commenti]... Presidente Casini, vogliamo dire come votiamo (si ride)?
Preannuncio il voto favorevole del gruppo dell'UDC su questo provvedimento, al quale credo abbiamo dato un contributo importante raccomandando al Governo di prendere un impegno costruttivo sull'ordine del giorno che ci vede primi firmatari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, colleghi, indubbiamente stiamo per votare un provvedimento che rappresenta un sasso nello stagno della legislazione italiana rispetto all'apertura di una nuova impresa. Il mio intervento sarà molto breve. Il lavoro che è stato svolto in questa Assemblea e nelle Commissioni, in particolare nella X Commissione, è stato un lavoro importante ma difficile. Abbiamo visto anche le difficoltà in quest'aula, pur in un clima di reciproco rispetto e di attenzione alle istanze condivise da tutti. Il testo del provvedimento andrà al Senato e sarà opportunamente analizzato con l'attenzione che merita. Speriamo non sia stravolto, speriamo anche che qualche correttivo in particolare rispetto ai temi sollevati dai colleghi della Lega Nord Padania possa essere introdotto senza stravolgere il provvedimento. Questo è un provvedimento che ha senso e valenza se riusciamo ad approvarlo, come se fosse uno slogan che si traduce in una normativa. Sette giorni per un'impresa non può essere solo un bello ed efficace slogan, ma deve diventare norma finalizzata al rispetto delle tutele ambientali, del diritto e delle competenze delle autonomie locali che tutte assieme vogliamo rispettare.
Quindi preannuncio un voto favorevole, sapendo che abbiamo seguito un iter complicato, anche con la presentazione di rilevanti emendamenti in Assemblea. Vi saranno altre fasi durante le quali ritorneremoPag. 34sul testo. Sappiamo però che questa è una pietra importante in uno stagno: abbiamo invertito l'onere della prova, abbiamo dato fiducia ai nostri amministratori locali, e ai nostri imprenditori, dobbiamo avere la forza di portare a casa questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Affronti. Ne ha facoltà.
PAOLO AFFRONTI. Signor Presidente, nel preannunciare il voto favorevole dei Popolari-Udeur su questo provvedimento (non potrebbe essere diversamente perché siamo tra i firmatari di questa proposta di legge), chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto. Si tratta di una proposta positiva per le piccole e medie imprese in del nostro Paese e quindi ben vengano queste occasioni dove le forze politiche unitariamente convergono per fare delle riforme che servono al paese e agli imprenditori e a creare motivi di nuova occupazione.
PRESIDENTE. Onorevole Affronti, la Presidenza consente la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della sua dichiarazione di voto, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvana Mura. Ne ha facoltà.
SILVANA MURA. Signor Presidente, annuncio anch'io il voto favorevole di tutto il gruppo dell'Italia dei Valori su questo provvedimento e anch'io chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Mura, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Grazie, deputato Presidente. La relazione introduttiva della proposta di legge n. 1543 comincia con queste parole: «Fare impresa in Italia è davvero un'impresa». Infatti prima di oggi il primato di difficoltà lo raggiunge l'imprenditore che voglia avviare un'attività di raccolta e smaltimento rifiuti il quale deve svolgere almeno sessantotto adempimenti burocratici e bussare a ventiquattro diverse amministrazione. Mi dispiace però che rimarrà tale e, anzi andrà peggio anche dopo aver approvato il provvedimento Capezzone. La proposta di legge Capezzone è stata abbinata ad un testo che porta il mio nome insieme a quello dei colleghi Fava e Pini. Abbiamo sostanzialmente condiviso la ratio fin dall'inizio di questa norma, pur mantenendo però alcuni necessari distinguo. Nella discussione la maggioranza ha stravolto il provvedimento, pur condividendo l'impostazione generale nella quale si va a stabilire un meccanismo di incentivazione attraverso un sistema di contribuzione ai comuni.
Siamo sempre a favore di tutto ciò che dallo Stato centrale viene a beneficio della periferia, soprattutto delle piccole comunità, delle piccole località, in particolare di quelle di montagna. Non possiamo condividere, invece, un meccanismo che aumenti il sistema di contribuzione, qualora si tratti di comuni ricadenti nelle aree degli obiettivi 1 o 2. Diversamente, si creerebbero discriminazioni: non è in alcun modo dimostrato che le amministrazioni pubbliche (di questo stiamo parlando) che non ricadono in aree svantaggiate abbiano situazioni di cassa migliori rispetto a quelle ricomprese in tali aree: non è così, ed facile dimostrarlo. Dunque, con il predetto meccanismo si potrebbe creare una sperequazione che non sarebbe assolutamente in linea con i nostri principi. Infatti, siamo convinti che servano più risorse agli enti locali; siamo altresì fermi sul principio che la distribuzione di queste risorse debba essere effettuata inPag. 35modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Abbiamo constatato, ad esempio, che sui singoli emendamenti sono state assunte posizioni che possono apparire contraddittorie e che ci sono elementi che creano in noi allarme. Comprendiamo le esigenze politiche della maggioranza, che ha avuto la necessità di fare quadrato e di trasfondere nel provvedimento in esame tutto il contenuto dell'atto Camera n. 2272, ossia tutto ciò che riguardava lo sportello unico, già oggetto di un provvedimento presentato dal Governo ed attualmente all'esame della competente Commissione.
Abbiamo compreso l'imbarazzo che può aver provato personalmente il presidente della Commissione, che è anche relatore, nel doversi districare tra un testo all'esame dell'Assemblea ed uno in discussione in Commissione, all'interno un provvedimento diverso. Capisco, quindi, che il testo iniziale, ad un certo punto, sia stato preso e, attraverso il meccanismo del copia ed incolla, sia stato inserito, quasi stravolto, all'interno del maxiemendamento; tuttavia, devono essere evidenziate le nostre perplessità, ad esempio, in merito al comma 8.
Noi abbiamo scelto di condividere il percorso intrapreso, ma in un momento in cui tutto ciò che si discuteva era sostanzialmente conforme al testo che avevamo presentato. Finché si è parlato e si è discusso di sfumature, è andato tutto bene. Quando, però, come nel caso del menzionato comma 8, sono state violate le prerogative degli enti locali - di ciò stiamo discutendo - imponendo un meccanismo perentorio, attraverso il quale si toglie sovranità agli enti locali, e stabilendo un automatismo mediante il quale, nel caso in cui non esistano destinazioni urbanistiche idonee ad accogliere determinate attività produttive (qualora queste ultime siano state oggetto di conferenze di servizi preliminari, il comune si debba adeguare a quanto disposto dalle conferenze medesime), sostanzialmente si viola il principio dell'autonomia dell'ente locale - allora ci siamo trovati in difficoltà. Lo ribadisco perché il nostro atteggiamento in questo momento potrebbe apparire, come ho detto in apertura del mio intervento, un po' contraddittorio: stiamo per votare il provvedimento, riscritto da un maxiemendamento della Commissione, che presenta alcune zone d'ombra che riteniamo non esser state oggetto di un'articolata discussione, tale da fugare i nostri dubbi.
Noi condividiamo lo spirito che ha animato il dibattito e comprendiamo che tutti abbiano un po' di fretta, ma non possiamo dimenticare che stiamo varando provvedimenti che avranno ripercussioni importanti sulla vita di cittadini e soprattutto sul funzionamento dell'amministrazione pubblica. Non so quanti in quest'aula si siano prodigati a leggere il provvedimento così come sarà approvato da quest'Assemblea oggi, e quanti di costoro abbiano idee chiare sugli effetti pratici del tipo di impostazione scelto. Non è detto che un'azienda abbia tutte le carte in regola per poter svolgere una certa attività sul territorio. Dal punto di vista ambientale e normativo, non è detto che si possa in qualche modo decidere, di fatto, di adottare una variante urbanistica (di ciò stiamo parlando). Infatti, se in virtù delle deliberazioni della conferenza di servizi si decidesse di realizzare alcuni insediamenti in una certa area, il comune dovrebbe prenderne atto ed adeguare il proprio strumento urbanistico: mi sembra che questo meccanismo violi i principi fondamentali dell'autonomia degli enti locali.
Annuncio che il nostro voto sarà contrario; mi dispiace, perché - lo ripeto - lo spirito che ci aveva animati fino questo punto è stato sicuramente diverso.
Votando la parte che attiene all'obbligatorietà della variante da parte dell'amministrazione locale in presenza di conferenze di servizi a monte (alla quale abbiano partecipato i soggetti legittimati, da soggetti istituzionali ben evidenziati), non possiamo far finta di non sapere quali potrebbero gli effetti peggiorativi.
L'Italia è il paese dei comitati, lo abbiamo visto. Esiste un comitato per qualsiasi tipo di soluzione amministrativa; ormai non si decide più nulla in questoPag. 36paese. Non abbiamo pensato che in tal modo ai comitati viene conferita la medesima dignità rispetto agli enti locali; non si può pensare che i comitati, soggetti portatori di interessi propri, possano avere, in un certo qual modo, lo stesso identico peso e la stessa identica capacità di rappresentanza all'interno di un contesto così importante come la conferenza dei servizi. Infatti, in un paese come questo, nel quale ci si inventa di tutto e di più, sarebbe troppo facile pensare che tutti i soggetti che ne facciano richiesta, in qualche misura legittimati in quanto portatori di interessi specifici, possano prendere parte a queste conferenze di servizi.
Noi procederemo decisamente in senso opposto rispetto allo spirito iniziale del provvedimento; abbiamo infatti inteso promuovere un provvedimento che andasse nella direzione dello snellimento delle procedure e nel rispetto delle leggi e soprattutto della volontà degli enti locali e delle istituzioni, unici soggetti titolati a compiere delle scelte. Non possiamo mescolare le carte in questo modo. Se continuiamo ad allargare il numero dei soggetti che possono dare delle opinioni ed esprimere pareri vincolanti entriamo in un ginepraio infinito, col rischio di dar luogo ad infiniti contenziosi.
Per questo motivo, a nome del gruppo Lega Nord Padania, annuncio il voto contrario su questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferdinando Benito Pignataro. (Commenti)... Colleghi, per cortesia!
Prego, deputato Pignataro, ha facoltà di parlare.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, colleghi, non ho preparato alcun testo da consegnare; mi limiterò, comunque, ad una stretta dichiarazione di voto.
Il provvedimento iniziale per i Comunisti Italiani rappresentava un progetto per molti aspetti inaccettabile che creava molte perplessità e difficoltà ad approvarlo. Il lavoro svolto dalla Commissione e dall'Assemblea, come anche l'apporto del Governo, lo ha profondamente modificato. Ciò mette anche noi Comunisti Italiani nelle condizioni di esprimere un voto favorevole sul provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Provera. Ne ha facoltà.
MARILDE PROVERA. Signor Presidente, visto il clima e la necessità dell'Assemblea di procedere rapidamente, articolerò il mio intervento per punti sintetici. Nutrivamo forti dubbi nel dare il nostro parere favorevole su questo provvedimento; lo si era capito dall'inizio ed era evidente, durante la discussione, che ci fossero, e ci sono tuttora, forti punti di sofferenza, seppure da noi sia condivisa la necessità di misure di snellimento e di miglioramento tecnologico che in sé l'istituzione di uno sportello unico prevede e può facilitare nelle varie comunità, nei vari comuni.
Nonostante questo, le perplessità erano e sono molte. Solamente con un processo emendativo si è riusciti a fare in modo che misure che rivolgono maggiore attenzione a interventi di pura forma, come l'accorciamento per legge dei tempi - e che, potendo non risultare nei fatti, rischiano quindi di produrre dei peggioramenti -, possano essere ancora corrette al Senato e con il futuro provvedimento Bersani. Analogo discorso vale per correzioni concernenti rischi di scarsa sorveglianza o di condizionamento sulle autonomie locali e di indubbio peso sui consigli comunali, che a nostro avviso andranno corrette; sono questioni che affronteremo con il provvedimento Bersani e con il passaggio al Senato di questo provvedimento.
Avevamo pertanto forti dubbi e alcune questione di fondo rimangono. L'approvazione di alcuni emendamenti ci porta comunque a comprendere che sussistono i tempi per una discussione più pacata e lineare; diamo quindi un segnale positivo all'avvio di questo lavoro con il voto favorevole del gruppo. (Applausi del deputato Capezzone).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo solo per annunciare che il gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI voterà a favore di questo provvedimento; l'onorevole Del Bue e chi vi parla, del resto, siamo tra i firmatari di una delle due proposte di legge.
Ringraziamo l'onorevole Capezzone per il lavoro svolto e, anche se parzialmente criticato, il rappresentante del Governo, Bubbico. Noi ci riteniamo, però, tra coloro che condividono le critiche mosse a questa proposta di legge dall'onorevole La Loggia, dall'onorevole Nannicini, dall'onorevole Gibelli: infatti, se c'è un «cartellino giallo» da dare in ordine a questa proposta di legge - giallo, e non rosso, perché siamo vicini al 25 aprile e al 1o maggio - è quello nei confronti del ministro Bersani, il quale è intervenuto «a gamba tesa» su questo provvedimento, rendendolo meno bello, meno importante di quanto si poteva fare se ce lo avesse lasciato modificare. Ma questo è un piccolo Governo che non può farci fare grandi leggi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giorgio Conte. Ne ha facoltà.
GIORGIO CONTE. Anch'io, Presidente, mi limiterò solo ad apprezzare le circostanze (Commenti)...
PRESIDENTE. Colleghi per cortesia...
GIORGIO CONTE. ...chiedendo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Giorgio Conte, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
GIORGIO CONTE. Dichiaro comunque il voto favorevole del gruppo di Alleanza Nazionale. Ho apprezzato le circostanze per rispetto nei confronti dei colleghi che hanno già consegnato il testo delle loro dichiarazioni di voto; mi unirò a loro, ma non posso esimermi dall'apprezzare l'impegno congiunto e comune di buona parte di maggioranza e opposizione che hanno raggiunto un importante anche se delicato equilibrio su un testo largamente condiviso e che condivide anche Alleanza Nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, colleghi, annuncio con dispiacere che il gruppo dei Verdi, allo stato del dibattito e delle modifiche apportate, non riconosce le condizioni per un voto favorevole al provvedimento.
A parte gli «ululati» che sento adesso dall'aula, la motivazione per cui il gruppo dei verdi non voterà a favore, ma si asterrà sulla proposta di legge ( rimettendo al gruppo parlamentare al Senato di condurre una battaglia per una incisiva modifica del provvedimento), è perché bisogna dire chiaramente le cose come stanno: si tratta di una proposta di legge che vuole non semplificare l'avvio di nuove imprese, ma introdurre elementi che in primo luogo entrano in collisione con le leggi urbanistiche nazionali per quanto attiene alle pianificazione urbanistiche di competenza dei comuni. Inoltre, tali elementi entrano in collisione con norme e principi costituzionali che attengono alle disposizioni a cui prima mi richiamavo.
Francamente ci sono principi sui quali le conferenze di servizi non possono derogare per scardinare il territorio. Ora, la questione....
PRESIDENTE. Colleghi, non si può sopportare, però, che mentre parla un collega si facciano gli ululati nell'aula del Parlamento, vi prego!
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ANGELO BONELLI. La ringrazio Presidente, ma questo attiene alla serietà di chi ulula: chi ulula non sa parlare.!
Comunque, detto questo, c'è un problema molto serio: noi verdi riteniamo che nel nostro paese si debba fare una battaglia per la semplificazione che consenta alle imprese di sburocratizzare, ma non si può creare un alibi per il quale attraverso questo procedimento si può determinare lo scardinamento delle regole sul territorio.
Allora, il nostro atteggiamento, la nostra posizione di astensione è un atteggiamento di disponibilità che vuole avviare al Senato una battaglia per una forte modifica che ponga al centro della questione sia la semplificazione, sia il rispetto delle regole della sovranità dei comuni e della tutela ambientale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bernardo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BERNARDO. La ringrazio Presidente. Non me ne abbiano i colleghi, ma farò alcune brevissime considerazioni e quindi non utilizzerò tutto il tempo necessario.
Chiederei ai colleghi una cortesia: tutti noi in altre circostanze abbiamo ascoltato chi interveniva nel corso del dibattito e, pertanto, a conclusione di una discussione che ritengo importante, vorrei motivare le ragioni per cui il gruppo di Forza Italia esprimerà voto favorevole sul provvedimento in esame.
Non me ne abbia neanche il sottosegretario di Stato, Bubbico, perché so con quanta attenzione ha seguito i lavori nel corso delle settimane e dei mesi precedenti, ma in questa occasione avremmo voluto che fosse presente il ministro Bersani. Sul provvedimento in esame potremmo seguire il metodo del presidente della Commissione, Capezzone, come dimostrato dallo spirito e dai contenuti che culturalmente condividiamo, nel senso di avviare un confronto vero e reale sul tema in discussione, restituendo dignità ai membri della Commissione e della Camera, per poi entrare nel merito dei contenuti.
Inoltre, considerato che noi, come tutti i colleghi sanno, abbiamo assorbito, anche modificando, alcune parti di ciò che sarà la prossima «lenzuolata» (su cui discuteremo prossimamente, entrando nel merito dei contenuti), la presenza del ministro Bersani sarebbe stata certamente più apprezzata.
Come risulta dalle dichiarazioni dei colleghi della maggioranza che mi hanno preceduto, si è voluto far notare dei distinguo; tra l'altro, rimango anche un po' sorpreso, ad esempio, che l'onorevole Trepiccione, del gruppo dei verdi, abbia previamente sottoscritto il provvedimento in esame per poi compiere un passo indietro su un argomento estremamente delicato che comporterebbe la previsione di misure di semplificazione, richieste dal nostro tessuto socio-economico, nel contesto di un processo di liberalizzazione in senso più ampio e non univoco, come, purtroppo, avvenuto fino ad oggi. Questo è il motivo per cui la presenza del ministro sarebbe stata importante e ci auguriamo che tutto ciò accada con i prossimi provvedimenti.
Alcune formazioni politiche sono reduci dai rispettivi congressi. Si è iniziato a parlare - lo invocavamo da tempo - di un bipolarismo mite che dovrebbe avere dei risvolti di carattere pratico, in termini di confronto vero e democratico, entrando anche nel merito dei contenuti.
Ci auguriamo che il modello seguito nella Commissione attività produttive ed in Assemblea vada in questa direzione (mi riferisco anche ad altri argomenti che affronteremo nel corso delle prossime settimane), se davvero vi è la volontà di fornire una risposta reale al paese su temi come questo.
Pertanto, preannunzio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tomaselli. Ne ha facoltà.
SALVATORE TOMASELLI. Signor Presidente, chiedo anche io che la PresidenzaPag. 39autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
SALVATORE TOMASELLI. Mi limiterò a motivare rapidamente, in pochi secondi, il voto favorevole del gruppo dell'Ulivo su tale provvedimento, a cui abbiamo concorso in maniera determinante, sia in Commissione sia in Assemblea. Si tratta di un ulteriore intervento che va nella direzione del principale obiettivo del centrosinistra al governo del Paese: la modernizzazione dell'Italia.
Quando questo lavoro incontra la positiva collaborazione dei gruppi parlamentari di opposizione, come è avvenuto in questa circostanza, non possiamo che rallegrarcene, poiché siamo convinti che, al di là della legittima polemica politica, quando il lavoro si pone nell'interesse del paese si costruiscono utili punti di convergenza.
Vorrei dire al capogruppo del gruppo parlamentare dei Verdi che le loro preoccupazioni sono anche le nostre e che non vi può continuare ad essere nel nostro Paese una contrapposizione tra sviluppo e tutela dell'ambiente.
Crediamo che nel provvedimento siano previste forme adeguate di autotutela della pubblica amministrazione che possono mettere al riparo dalle preoccupazioni che sono state esposte in questa sede.
Il rapporto tra la pubblica amministrazione e i sistemi imprenditoriali del nostro paese è apparso per troppo tempo stretto, incuneato in un tunnel di cui non si vedeva l'uscita. La necessità della semplificazione amministrativa appare prioritaria per il rilancio della competitività delle imprese, un fattore strategico per il rilancio dell'intera economia italiana.
Fondamentale è stato, in queste settimane, il lavoro di sintesi - per il quale voglio ringraziare il sottosegretario Bubbico, per l'impegno costante che ha messo a disposizione -, che mi sembra ben riuscito, tra l'iniziativa parlamentare proposta dal presidente Capezzone, sostenuta da parlamentari di molti gruppi, e l'iniziativa del ministro Bersani, che oggi ci consente di approvare un provvedimento che rilancia la pulsione e la strategicità dello sportello unico nel rapporto tra pubblica amministrazione ed imprese, specie in relazione all'apertura di nuove attività e di nuove iniziative imprenditoriali.
Questo è un atto di fiducia! Il gruppo dell'Ulivo intende vedere in questo provvedimento un atto di fiducia, e salutarlo così, verso gli operatori economici e il sistema delle imprese del nostro paese, che per anni hanno condotto sacrosante battaglie per lo Stato amico e per una burocrazia partner, anziché ostacolo, e affinché essi colgano questa opportunità di semplificazione nel quadro della ripresa economica del Paese. Ma anche - e finisco signor Presidente e colleghi - verso la pubblica amministrazione, verso i funzionari pubblici, troppo spesso raffigurati come lenti o, peggio, fannulloni, ma che in realtà possono trovare in questo provvedimento, come nei provvedimenti in itinere in discussione, a cominciare dal cosiddetto disegno di legge Nicolais, nuove motivazioni per essere maggiormente impegnati in una riforma della pubblica amministrazione amica dei cittadini e delle imprese, in un processo di responsabilizzazione e di semplificazione.
È un ulteriore impegno con cui il gruppo dell'Ulivo, sostenendo questo provvedimento, va nella direzione di trasformare e modernizzare il paese e la concorrenza del nostro sistema imprenditoriale, aumentando le opportunità e rafforzando la crescita dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.